6.7.2018   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 238/51


P8_TA(2016)0490

Accordo di partenariato e di cooperazione CE-Uzbekistan e commercio bilaterale dei tessili

Risoluzione non legislativa del Parlamento europeo del 14 dicembre 2016 sul progetto di decisione del Consiglio relativo alla conclusione di un protocollo all'accordo di partenariato e di cooperazione tra le Comunità europee e i loro Stati membri, da una parte, e la Repubblica dell'Uzbekistan, dall'altra, che modifica l'accordo per estendere le disposizioni dello stesso al commercio bilaterale dei tessili, tenendo conto della scadenza dell'accordo bilaterale sui tessili (16384/1/2010 — C7-0097/2011 — 2010/0323(NLE) — 2016/2226(INI))

(2018/C 238/04)

Il Parlamento europeo,

visto il progetto di decisione del Consiglio (16384/1/2010),

visto il progetto di protocollo dell'accordo di partenariato e di cooperazione tra le Comunità europee e i loro Stati membri, da una parte, e la Repubblica dell'Uzbekistan, dall'altra (16388/2010),

vista la richiesta di approvazione presentata dal Consiglio a norma dell'articolo 207 e dell'articolo 218, paragrafo 6, secondo comma, lettera a), punto v), del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (C7-0097/2011),

vista la sua risoluzione interlocutoria del 15 dicembre 2011 (1) sul progetto di decisione del Consiglio,

vista la sua risoluzione legislativa del 14 dicembre 2016 (2) sul progetto di decisione del Consiglio,

viste le più recenti osservazioni del comitato di esperti sull'applicazione delle convenzioni e raccomandazioni sull'Uzbekistan relative alla Convenzione sull'abolizione del lavoro forzato (Convenzione n. 105) e alla Convenzione sulle peggiori forme di lavoro minorile (Convenzione n. 182), adottate nel 2015 e pubblicate nel 2016 (3),

visto il protocollo n. 1 sul ruolo dei parlamenti nazionali nell'Unione europea,

visto il protocollo n. 2 sull'applicazione dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità,

visto l'articolo 99, paragrafo 1, secondo comma, del suo regolamento,

visti la relazione della commissione per il commercio internazionale e il parere della commissione per gli affari esteri (A8-0330/2016),

A.

considerando che nel dicembre 2011 il Parlamento europeo ha deciso di rinviare la decisione sull'approvazione del protocollo sui tessili tra l'UE e l'Uzbekistan, approvando una relazione interlocutoria per affrontare le accuse di sfruttamento del lavoro minorile e del lavoro forzato per la raccolta del cotone in Uzbekistan;

B.

considerando che, in tale relazione interlocutoria, il Parlamento ha concluso che prenderà in considerazione di concedere l'approvazione solo quando gli osservatori dell'organizzazione internazionale del lavoro (OIL) avranno ottenuto dalle autorità dell'Uzbekistan l'autorizzazione a svolgere uno stretto e libero monitoraggio e avranno confermato l'avvenuta attuazione di riforme concrete con risultati sostanziali, che si traducano in un'effettiva graduale eliminazione della pratica del lavoro forzato e del lavoro minorile a livello nazionale, di viloyat e locale;

C.

considerando che il Parlamento ha istituito un dialogo regolare con la Commissione, il Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE), il governo dell'Uzbekistan, l'OIL e la società civile per monitorare gli sviluppi durante la raccolta del cotone ed esercitare pressione su tutti i soggetti interessati, onde porre fine allo sfruttamento del lavoro minorile e del lavoro forzato in Uzbekistan;

D.

considerando che nel 2013 il governo uzbeko ha autorizzato l'OIL a monitorare la raccolta del cotone; che dal 2013 l'OIL ha svolto diversi monitoraggi, inizialmente incentrati sul lavoro minorile e in seguito estesi al lavoro forzato e alle condizioni di reclutamento;

E.

considerando che la cooperazione tra l'OIL e il governo uzbeko si è gradualmente ampliata e che nel 2014 l'Uzbekistan è diventato il primo paese dell'Asia centrale a concordare con l'OIL un programma nazionale per il lavoro dignitoso;

F.

considerando che il più recente monitoraggio dell'OIL, svolto durante la raccolta del cotone del 2015, ha evidenziato che lo sfruttamento dei minori nella raccolta del cotone è diventato una pratica rara, sporadica e socialmente inaccettabile, anche se è necessario continuare a esercitare una vigilanza su questo fronte (4);

G.

considerando che, secondo l'OIL, la sensibilizzazione rispetto al lavoro forzato in Uzbekistan è ancora in una fase iniziale, ma le indagini svolte dall'OIL indicano che i lavoratori partecipano perlopiù volontariamente alla raccolta del cotone e hanno la possibilità di rifiutarsi di farlo;

H.

considerando che la relazione finale dell'OIL sulla raccolta del cotone del 2016 in Uzbekistan sarà disponibile alla fine di quest'anno;

I.

considerando che l'eradicazione del lavoro forzato e minorile in Uzbekistan è un processo oggettivo ma ancora in corso che richiede sforzi e deve essere ulteriormente sostenuto dall'UE e dalla comunità internazionale, anche con la partecipazione delle organizzazioni della società civile che si occupano di diritti umani e di diritti del lavoro;

J.

considerando che il governo dell'Uzbekistan ha adottato piani d'azione per modificare il processo di reclutamento per la raccolta del cotone e, insieme alle organizzazioni dei datori di lavoro e ai sindacati, ha promosso azioni di sensibilizzazione e ha sviluppato un meccanismo di feedback per impedire il lavoro forzato e il lavoro minorile;

K.

considerando che le ONG denunciano ancora violazioni dei diritti umani nel paese, in particolare nel settore della raccolta del cotone nell'ambito della quale esse segnalano una massiccia mobilitazione forzata di studenti e dipendenti pubblici nel periodo della raccolta, nonché violazioni della libertà di associazione e di espressione, in particolare interrogatori dei cittadini che riferiscono notizie relative alla raccolta, sistematiche persecuzioni e molestie dei difensori dei diritti umani e degli attivisti della società civile e l'impedimento alle organizzazioni per i diritti e agli organi d'informazione internazionali di operare nel paese;

L.

considerando che l'improvvisa morte del Presidente Islam Karimov non dovrebbe avere alcuna incidenza sulla continuità dell'attuale processo di miglioramento delle condizioni di lavoro nei campi di cotone dell'Uzbekistan;

1.

sottolinea l'importanza dell'azione intrapresa dal governo uzbeko per autorizzare l'OIL a monitorare la raccolta del cotone e impegnarsi in un'ampia cooperazione con l'OIL attraverso un programma nazionale per il lavoro dignitoso;

2.

si compiace dei notevoli progressi che sono stati compiuti in Uzbekistan dal 2013, compresa l'adozione di leggi che vietano il ricorso al lavoro minorile, ottenendo la pressoché totale eradicazione del lavoro minorile; incoraggia le autorità ad impegnarsi ulteriormente in una campagna di sensibilizzazione a livello nazionale al fine di eradicare completamente il lavoro minorile;

3.

apprezza il fatto che il governo uzbeko stia altresì perseguendo l'eradicazione del lavoro forzato in collaborazione con l'OIL e che si siano compiuti dei passi avanti; sottolinea tuttavia che esistono ancora subdole modalità di lavoro non volontario e che si tratta di un processo complesso che richiede, tra l'altro, una riforma delle politiche in materia di occupazione;

4.

ritiene che, proprio per questi sforzi del governo uzbeko, il Parlamento dovrebbe concedere l'approvazione del protocollo sui tessili tra l'UE e l'Uzbekistan; è del parere che tale approvazione costituirà un segnale positivo di incoraggiamento al governo uzbeko a proseguire i suoi sforzi verso la completa eradicazione del lavoro minorile e di tutte le altre forme di lavoro forzato, oltre che a rafforzare ulteriormente la cooperazione con l'UE;

5.

si compiace del fatto che nell’ottobre 2015 la Federazione dei sindacati dell’Uzbekistan abbia aderito come membro associato alla Confederazione sindacale internazionale (CSI); sottolinea il ruolo che i sindacati uzbeki stanno svolgendo per garantire condizioni di lavoro dignitose e la protezione dei diritti dei lavoratori; invita il governo uzbeko a cooperare pienamente con i sindacati su questa strada; incoraggia i sindacati uzbeki a rafforzare il proprio ruolo nello sforzo volto a eradicare completamente il lavoro forzato;

6.

esprime preoccupazione per le notizie riportate da osservatori indipendenti circa una mobilitazione di massa dei cittadini ad opera dello Stato, che prevede anche il lavoro forzato dei dipendenti pubblici e degli studenti, nella fase preparatoria della raccolta del 2016;

7.

invita il prossimo presidente uzbeko a dare vita a un nuovo paradigma dei diritti umani, ponendo immediatamente fine al fenomeno ancora esistente del lavoro forzato e del lavoro minorile nella raccolta del cotone;

8.

invita la Commissione e il SEAE a fornire regolarmente al Parlamento informazioni dettagliate sulla situazione in Uzbekistan, in particolare per quanto concerne l'eradicazione del lavoro minorile e del lavoro forzato; decide di continuare a monitorare gli sviluppi in Uzbekistan e di organizzare un dialogo regolare con l'OIL, la Commissione, il SEAE e altri soggetti interessati volto alla completa eradicazione del lavoro forzato e del lavoro minorile in Uzbekistan;

9.

riconosce che, per raggiungere tale obiettivo, vi sarà ancora bisogno di una combinazione di dialogo e cooperazione e di una costante pressione dell'Unione, dell'OIL e della Banca mondiale sul governo uzbeko; si riserva il diritto di chiedere alla Commissione e al Consiglio di attivare gli articoli 2 e 95 dell'accordo di partenariato e di cooperazione in modo da adottare tutte le misure generali e specifiche necessarie qualora non fosse onorato l'impegno ad eradicare il lavoro minorile e forzato;

10.

invita la Commissione e la delegazione dell'UE a Tashkent a contribuire, attraverso il dialogo politico e i programmi di assistenza, alla realizzazione delle riforme strutturali in Uzbekistan, fra cui l'aumento dei salari dei raccoglitori di cotone, la meccanizzazione e una maggiore trasparenza di bilancio per quanto riguarda le entrate provenienti dalla raccolta del cotone;

11.

condivide il parere secondo cui il programma nazionale per il lavoro dignitoso dovrebbe essere prorogato oltre il 2016 approfondendolo in modo tale da includervi la modernizzazione dell'economia uzbeka e il miglioramento della politica occupazionale in settori quali la salute e la sicurezza sul lavoro nonché i servizi di ispezione del lavoro, tenendo altresì conto della parità di genere; si compiace a tale proposito del decreto del governo uzbeko n. 909 (del 16 novembre 2015), che ha lo scopo di migliorare le condizioni di lavoro, l'occupazione e la protezione sociale dei lavoratori nel settore agricolo per il periodo 2016-2018;

12.

sottolinea che l'assistenza fornita dall'UE negli anni scorsi, incentrata sullo stato di diritto e sulla magistratura e volta ad avviare riforme e a razionalizzare l'operato del parlamento uzbeko, deve tradursi in risultati concreti;

13.

ritiene che l'assistenza dell'UE all'Uzbekistan dovrebbe essere finalizzata anche ad affrancare il paese dalla monocoltura del cotone e a ridurne la dipendenza dalle esportazioni diversificando l'economia e che ciò potrebbe gradualmente attenuare la disastrosa situazione ambientale, soprattutto riguardo a quanto resta del lago d'Aral e dei suoi affluenti;

14.

invita la Commissione a presentare al più presto l'«iniziativa faro dell'UE sulla gestione responsabile della catena di fornitura nel settore dell'abbigliamento», corredata di una proposta per il rafforzamento della trasparenza della filiera di fornitura; ricorda l'importanza del Patto di sostenibilità varato nel 2013 e sottolinea che questo tipo di iniziative può servire da base per la definizione di nuove azioni in partenariato con i paesi terzi, al fine di perseguire gli obiettivi di miglioramento delle condizioni di lavoro, salute e sicurezza nel settore dell'abbigliamento;

15.

incoraggia il governo uzbeko ad adoperarsi per la ratifica e l'effettiva attuazione di tutte le 27 convenzioni internazionali fondamentali del sistema di incentivi commerciali SPG+, al fine di poter richiedere l'applicazione delle preferenze tariffarie SPG+;

16.

evidenzia che nel 2009 e nel 2010 il Consiglio ha revocato le sanzioni imposte dall'UE «per incoraggiare le autorità uzbeke a compiere ulteriori interventi concreti intesi a migliorare la situazione in materia di stato di diritto e diritti umani sul terreno», affermando inoltre che «il Consiglio seguirà da vicino e costantemente la situazione esistente in Uzbekistan in materia di diritti umani» e che «l'intensità e la qualità del dialogo e della cooperazione dipenderanno dalle riforme attuate […] dall'Uzbekistan»;

17.

invita la Commissione e il SEAE a monitorare la transizione politica in Uzbekistan e a informare regolarmente il Parlamento in merito a tale processo;

18.

invita il vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, il SEAE e gli Stati membri a sfruttare il processo di transizione come opportunità per esigere miglioramenti concreti quantificabili della situazione dei diritti umani nei prossimi mesi; sottolinea che detti miglioramenti concreti dovrebbero comprendere le condizioni poste dai ministri degli esteri dell'UE nel 2010;

19.

sottolinea che il settore tessile, in particolare la produzione di cotone, rappresenta il principale settore di scambi commerciali tra l’UE e l’Uzbekistan; evidenzia a tale proposito che l'Unione dovrebbe avvalersi appieno dell’estensione dell'APC per garantire che, dopo l'improvviso decesso del presidente del paese, le autorità uzbeke si impegnino a favore di un processo di transizione che comporti una migliore governance, il rafforzamento dello stato di diritto, riforme democratiche e un sostanziale miglioramento della situazione dei diritti umani;

20.

ribadisce l'impegno dell'Unione a promuovere e approfondire ulteriormente le relazioni con l'Uzbekistan, il che richiede il rispetto dei diritti umani e dello Stato di diritto; invita il governo uzbeko a dare maggiore spazio a una società civile indipendente, a prendere maggiormente in considerazione le preoccupazioni delle ONG uzbeke e internazionali e a onorare i suoi impegni nel quadro del Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici e della Convenzione contro la tortura;

21.

esorta le autorità uzbeke a rispettare pienamente gli impegni internazionali assunti in materia di tutela dei diritti umani; accoglie con favore il loro annuncio di una proposta di amnistia, in occasione del 24o anniversario della Costituzione dell'Uzbekistan; esorta le autorità uzbeke a includere in questo gesto il rilascio di tutte le persone detenute per accuse di matrice politica, a migliorare il trattamento dei detenuti e a porre fine al ciclo di repressioni, arresti e condanne; esorta il governo uzbeko a intensificare il proprio coinvolgimento con le istituzioni internazionali, anche grazie alle 11 procedure speciali istituite del Consiglio per i diritti dell'uomo delle Nazioni Unite (UNHCR) (5);

22.

incarica il suo presidente di trasmettere la posizione del Parlamento al Consiglio e alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri nonché al governo e al parlamento della Repubblica dell'Uzbekistan.

(1)  GU C 168 E del 14.6.2013, pag. 195.

(2)  Testi approvati, P8_TA(2016)0489.

(3)  Relazione del comitato di esperti sull'applicazione delle convenzioni e raccomandazioni — Applicazione delle norme internazionali sul lavoro 2016 — RELAZIONE III (parte 1A).

(4)  Relazione del comitato di esperti sull'applicazione delle convenzioni e raccomandazioni — Applicazione delle norme internazionali sul lavoro 2016 — RELAZIONE III (parte 1A), pag. 218.

(5)  Le 11 procedure speciali sono descritte in http://spinternet.ohchr.org/_Layouts/SpecialProceduresInternet/ViewCountryVisits.aspx?Lang=en&country=UZB. Per una panoramica generale delle procedure speciali dell’UNHRC, si veda http://www.ohchr.org/en/HRBodies/SP/Pages/Welcomepage.aspx.