21.2.2018   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 66/17


P8_TA(2016)0201

Attacchi contro ospedali e scuole quali violazioni del diritto umanitario internazionale

Risoluzione del Parlamento europeo del 28 aprile 2016 sugli attacchi contro ospedali e scuole quali violazioni del diritto internazionale umanitario (2016/2662(RSP))

(2018/C 066/03)

Il Parlamento europeo,

visti le Convenzioni di Ginevra e gli altri strumenti giuridici concernenti il diritto internazionale umanitario (DIU),

visti la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo e gli altri strumenti delle Nazioni Unite in materia di diritti umani,

visto lo statuto di Roma della Corte penale internazionale,

viste le conclusioni del Consiglio del 10 e 11 dicembre 2015 sul processo preparatorio del vertice umanitario internazionale,

visto l'articolo 208 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE) relativo al principio della coerenza delle politiche per lo sviluppo,

viste le conclusioni del Consiglio «Affari esteri» dell'8 dicembre 2009 sulla promozione dell'osservanza del diritto internazionale umanitario,

visti gli orientamenti aggiornati dell'Unione europea per promuovere l'osservanza del diritto internazionale umanitario (1),

visti i «principi di partenariato» (quali approvati dalla Piattaforma umanitaria globale) del 12 luglio 2007,

visto il rapporto del Segretario generale delle Nazioni Unite per il vertice umanitario mondiale del 2 febbraio 2016, dal titolo «One humanity, shared responsibility» (Una sola umanità, una responsabilità condivisa),

viste la risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite n. 1998, adottata il 12 luglio 2011, e la risoluzione n. 2143, adottata il 7 marzo 2014, riguardanti la protezione dei minori interessati da conflitti armati,

vista la risoluzione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite 64/290 del 9 luglio 2010 sul diritto all'istruzione in situazioni di emergenza,

viste le sue risoluzioni del 25 febbraio 2016 sulla situazione umanitaria nello Yemen (2), del 4 febbraio 2016 sullo sterminio sistematico delle minoranze religiose da parte del cosiddetto «ISIS/Daesh» (3), del 26 novembre 2015 sull'istruzione per i bambini in situazioni di emergenza e di crisi prolungate (4), del 27 febbraio 2014 sull'utilizzo di droni armati (5), e del 16 dicembre 2015 sui preparativi per il vertice umanitario mondiale: sfide e opportunità dell'assistenza umanitaria (6),

viste la risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite n. 1502 (2003), sulla violenza nei confronti degli operatori umanitari, e la risoluzione n. 2175 (2014) sulla protezione dei civili colpiti dai conflitti armati,

viste la dichiarazione sulle scuole sicure del maggio 2015, sottoposta ad approvazione nel corso della conferenza di Oslo sulle scuole sicure organizzata dal ministero degli Affari esteri della Norvegia nel maggio 2015, nonché le relative linee guida per proteggere scuole e università da un uso militare durante i conflitti armati,

vista la nota di orientamento sugli attacchi contro le scuole e gli ospedali intesa a garantire assistenza a tutti i soggetti coinvolti nelle attività di monitoraggio, segnalazione e sostegno, pubblicata il 21 maggio 2014 dal rappresentante speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite per i bambini nei conflitti armati,

vista la risoluzione sul rafforzamento dell'osservanza del diritto internazionale umanitario, adottata il 10 dicembre 2015 dalla 32a conferenza internazionale della Croce rossa e del Movimento della Mezzaluna rossa,

visti il rapporto del Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR) relativo al progetto «L'assistenza sanitaria in pericolo» e il suo rapporto sulla violenza contro le strutture sanitarie e il personale sanitario,

visti l'articolo 128, paragrafo 5, e l'articolo 123, paragrafo 4, del suo regolamento,

A.

considerando che la comunità internazionale ha assistito negli ultimi anni a una spaventosa tendenza a sferrare attacchi contro ospedali e scuole in conflitti armati nel mondo, come ad esempio i più recenti attacchi contro gli ambulatori di Medici senza frontiere (MSF) a Kunduz (Afghanistan) il 3 ottobre 2015, a Razah (Yemen) il 10 gennaio 2016, e in alcune città siriane nel conflitto in corso; che si è assistito a un aumento senza precedenti del rifiuto di aiuti e di accesso umanitari, dell'esecuzione di civili e di personale umanitario, della detenzione in condizioni drammatiche e di civili utilizzati come ostaggi e ridotti in schiavitù; che le crescenti necessità e sfide, la mancanza di impegni costanti e l'aumento del costo dell'assistenza umanitaria hanno contribuito a far sì che l'attuale sistema umanitario raggiungesse il limite, costringendo diverse organizzazioni a sospendere temporaneamente l'assistenza alimentare, la fornitura di un rifugio e altre operazioni umanitarie fondamentali per la sopravvivenza;

B.

considerando che il 23 e 24 maggio 2016 si terrà a Istanbul il primo vertice umanitario mondiale; che, nel proprio rapporto destinato al vertice umanitario mondiale dal titolo «Una sola umanità, una responsabilità condivisa», il Segretario generale delle Nazioni Unite richiama l'attenzione su quanto definisce «l'impudente e brutale erosione del rispetto dei diritti umani internazionali e del diritto umanitario» in situazioni di conflitto armato, che minaccia di provocare un ritorno all'epoca della guerra senza limiti; che, secondo il rapporto, l'incapacità di sollecitare e promuovere l'osservanza di tali norme e di sostenere gli attuali meccanismi di applicazione, monitoraggio e responsabilità contribuisce a tale erosione;

C.

considerando che il diritto internazionale umanitario (DIU), noto anche come diritto dei conflitti armati, è destinato ad alleviare gli effetti del conflitto armato proteggendo coloro che non partecipano al conflitto e regolamentando i mezzi e i metodi di guerra;

D.

considerando che il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite è chiamato a svolgere un chiaro ruolo nel garantire il rispetto del diritto internazionale relativo alla tutela di tutti gli operatori umanitari;

E.

considerando che è necessario rafforzare la protezione degli operatori umanitari senza effettuare distinzioni tra personale internazionale e locale per quanto concerne le misure di sicurezza;

F.

considerando che la crescente comparsa di attori non statali, gruppi terroristici e altre entità nei conflitti armati rappresenta una sfida per l'applicazione del diritto internazionale umanitario; che tutte le parti di un conflitto, comprese le parti governative e non governative armate, devono garantire agli attori umanitari l'accesso necessario ad assistere le popolazioni civili vulnerabili e colpite dai conflitti;

G.

considerando che i principi di umanità, neutralità, imparzialità e indipendenza nonché le norme essenziali del diritto internazionale umanitario e i diritti dell'uomo sanciti dalla convenzione di Ginevra e dai relativi protocolli aggiuntivi devono essere al centro di ogni azione umanitaria; che la protezione degli sfollati deve essere garantita senza condizioni, e che l'indipendenza degli aiuti, vale a dire la libertà da qualsiasi considerazione politica, economica o di sicurezza e da ogni sorta di discriminazione, deve prevalere;

H.

considerando che gli ospedali e il personale medico sono specificamente tutelati dal diritto internazionale umanitario e che ogni attacco deliberato contro civili e infrastrutture civili è chiaramente vietato dal diritto internazionale umanitario e da esso considerato una grave violazione;

I.

considerando che lo statuto di Roma della Corte penale internazionale considera gli attacchi contro gli operatori umanitari alla stregua di crimini di guerra; considerando che esso sottolinea anche che attaccare intenzionalmente gli edifici dedicati al culto, all'istruzione, alle arti, alla scienza o a scopi di beneficenza, nonché i monumenti storici costituisce un crimine di guerra;

J.

considerando che gli edifici e i beni delle Nazioni Unite, tra cui scuole e centri sanitari, sono inviolabili e tutelati conformemente alla convenzione sui privilegi e le immunità delle Nazioni Unite del 1946;

K.

considerando che il CICR ha dichiarato altresì che il dovere di indagare su presunti crimini di guerra costituisce una norma del DIU consuetudinario, che si applica ai conflitti armati sia internazionali che non internazionali;

L.

considerando che alcuni gruppi armati si oppongono all'insegnamento laico e all'istruzione femminile, oppure alla fornitura di cure alle ragazze da parte di personale medico di sesso maschile, e ostacolano quindi l'accesso a tali servizi; che il clima di insicurezza generalizzato risultante dai conflitti impedisce altresì l'accesso di bambini, insegnanti e personale medico alle scuole e agli ospedali; che le donne e i bambini affrontano rischi maggiori a causa dello sfollamento e del tracollo delle normali strutture di protezione e sostegno; che il diritto internazionale umanitario stabilisce che alle donne e alle ragazze violentate in guerra siano garantiti senza discriminazione tutti i trattamenti medici necessari;

M.

considerando che, al 14 marzo 2016, 52 paesi, compresi numerosi ma non tutti gli Stati membri dell'UE, hanno avallato la dichiarazione sulle scuole sicure a seguito della conferenza di Oslo in materia, svoltasi nel maggio 2015;

N.

considerando che il Consiglio Affari esteri, nell'adottare gli orientamenti dell'UE per promuovere l'osservanza del diritto internazionale umanitario, ha evidenziato l'importanza di affrontare con efficacia il lascito delle gravi violazioni, sostenendo opportuni meccanismi di responsabilità, inoltre ha evidenziato il ruolo chiave che la Corte penale internazionale (CPI) può svolgere nei casi in cui lo Stato o gli Stati in questione siano incapaci o non disposti a esercitare la propria giurisdizione; che gli orientamenti dell'UE impegnano i «pertinenti gruppi di lavoro del Consiglio» a monitorare le situazioni in cui potrebbe essere applicabile il DIU e, in tali casi, a raccomandare azioni destinate a promuoverne l'osservanza (paragrafo 15, lettera a));

O.

considerando che, tra il 2012 e il 2015, il CICR ha organizzato una vasta consultazione sul modo in cui rafforzare la protezione giuridica delle vittime di conflitti armati e potenziare l'efficacia dei meccanismi di osservanza del DIU;

P.

considerando che gli orientamenti aggiornati dell'UE per promuovere l'osservanza del diritto internazionale umanitario fanno riferimento agli svariati mezzi di azione a disposizione dell'UE nelle sue relazioni con i paesi terzi a tale riguardo, tra cui dialogo politico, dichiarazioni pubbliche generali, misure restrittive, cooperazione con altri organismi internazionali, operazioni di gestione delle crisi, responsabilità individuale, formazione e controllo delle esportazioni di armi;

Q.

considerando che gli Stati partecipanti alla 32a Conferenza internazionale della Croce rossa e del Movimento della Mezzaluna rossa nel dicembre 2015 non sono stati in grado, in ultima analisi, di trovare un accordo su un nuovo meccanismo proposto dal CICR e dal governo svizzero per rafforzare l'osservanza del DIU; che gli Stati partecipanti hanno deciso di avviare un nuovo processo intergovernativo per individuare soluzioni che permettano di rafforzare l'applicazione del DIU, allo scopo di presentarne l'esito alla prossima conferenza internazionale che si svolgerà nel 2019;

R.

considerando che il capitolo sugli aiuti umanitari dell'UE, pari a 909 milioni di EUR nel 2015, rappresenta meno dell'1 % del bilancio totale dell'UE; che un collegamento migliore tra soccorso e assistenza a lungo termine può rappresentare uno dei mezzi per ridurre l'attuale discrepanza tra le vaste esigenze umanitarie e le risorse disponibili;

1.

ribadisce il contributo fondamentale del diritto internazionale umanitario alla storia moderna dell'umanità e invita tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite a cogliere l'occasione del vertice umanitario mondiale per ribadire la centralità del diritto internazionale umanitario e la protezione da esso offerta;

2.

deplora profondamente il mancato rispetto del diritto internazionale umanitario ed esprime la propria costernazione e profonda preoccupazione per gli attacchi mortali diretti contro ospedali, scuole e altri obiettivi civili, che si verificano con una frequenza sempre più allarmante nell'ambito di conflitti armati in tutto il mondo, con pazienti, studenti, personale medico e docente, operatori umanitari, bambini e familiari che diventano bersagli e vittime; è del parere che alle condanne internazionali debbano far seguito indagini indipendenti e un'autentica assunzione di responsabilità; invita gli Stati membri, le istituzioni dell'UE e il vicepresidente/alto rappresentante (VP/AR) a riconoscere la reale portata di questa situazione di emergenza e ad avvalersi di tutti gli strumenti a loro disposizione per affrontare tale questione;

3.

condanna gli attacchi contro ospedali e scuole, che sono vietati dal diritto internazionale, riconoscendo che tali atti possono costituire gravi violazioni delle convenzioni di Ginevra del 1949 nonché crimini di guerra ai sensi dello Statuto di Roma della CPI; esprime il convincimento che la salvaguardia delle strutture sanitarie e scolastiche in quanto spazi neutri e protetti durante le situazioni di conflitto armato debba essere garantita attraverso indagini trasparenti, indipendenti e imparziali sui brutali attacchi che si sono verificati e assicurando che tutte le parti in causa si assumano realmente la responsabilità per i reati commessi; sottolinea l'importanza di mantenere la distinzione tra operatori umanitari e militari nonché la necessità di astenersi dall'utilizzo dell'azione umanitaria per finalità militari e politiche, che pregiudica e mette a repentaglio le reali operazioni umanitarie e il relativo personale;

4.

condanna il fatto che le parti coinvolte nei conflitti armati utilizzano gli ospedali e le scuole come bersagli da attaccare; ricorda che anche coloro che usano le persone o i beni protetti come scudi umani o per mimetizzarsi sono colpevoli di violazioni del DIU;

5.

chiede alle parti in conflitto di rispettare i principi di base del DIU e di astenersi dal prendere deliberatamente di mira le infrastrutture civili; evidenzia l'importanza di rafforzare la sicurezza degli operatori umanitari per reagire più efficacemente agli attacchi; chiede pertanto che l'UE e i suoi Stati membri invitino le Nazioni Unite e il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite a garantire la protezione degli operatori umanitari locali e internazionali;

6.

rende omaggio al coraggio e alla dedizione ammirevoli di cui danno prova il personale medico locale e internazionale, gli insegnanti e gli operatori umanitari che lavorano nelle regioni interessate da conflitti;

7.

evidenzia che il diritto alla salute è un diritto umano e invita le parti coinvolte nei conflitti armati a garantire la disponibilità, l'accessibilità, l'accettabilità e la qualità delle prestazioni mediche durante i conflitti armati;

8.

sottolinea che, per affrontare le questioni dell'efficacia e delle carenze finanziarie nel settore umanitario, è necessaria una maggiore complementarietà tra aiuti umanitari e aiuti allo sviluppo, e che ciò deve andare di pari passo con un aumento dei finanziamenti a favore degli aiuti umanitari e degli aiuti allo sviluppo; invita l'UE, i suoi Stati membri e altri donatori internazionali ad aderire pienamente, in occasione del vertice umanitario mondiale, a tutti gli impegni fondamentali inclusi nell'agenda per l'umanità, che mira a ridurre l'impatto umanitario della condotta delle ostilità e a rendere possibile l'azione umanitaria;

9.

invita l'UE e i suoi Stati membri a esortare il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite a utilizzare tutti gli strumenti disponibili, quali l'adozione di misure mirate, l'istituzione di missioni conoscitive o di commissioni d'inchiesta e i meccanismi giudiziari quali i deferimenti alla CPI; chiede che il potere di veto non sia utilizzato nelle decisioni del Consiglio di sicurezza sulle questioni relative all'azione umanitaria, che il rispetto delle norme del diritto internazionale che assicurano la protezione degli operatori umanitari sia rafforzato, che gli atti che potrebbero costituire una violazione di tali norme siano sistematicamente oggetto d'indagine e che i presunti responsabili di tali atti siano assicurati alla giustizia;

10.

deplora che vari partner dell'UE e dei suoi Stati membri siano coinvolti in gravi violazioni del diritto internazionale umanitario; invita l'UE a utilizzare tutti gli strumenti bilaterali a sua disposizione per promuovere con efficacia il rispetto del diritto internazionale umanitario da parte dei suoi partner, anche tramite il dialogo politico, e, qualora tale dialogo risulti infruttuoso, a considerare ulteriori misure in conformità degli orientamenti dell'Unione per favorire l'osservanza del diritto internazionale umanitario;

11.

invita il VP/AR ad avviare un'iniziativa volta a imporre un embargo dell'UE sulle armi nei confronti dei paesi che sono responsabili di gravi violazioni del diritto internazionale umanitario, in particolare con riferimento agli attacchi deliberati contro infrastrutture civili; sottolinea che il continuo rilascio di licenze di vendita di armi a tali paesi costituisce una violazione della posizione comune 2008/944/PESC del Consiglio dell'8 dicembre 2008 (7);

12.

invita il Consiglio «Affari esteri» e il VP/AR a chiedere che i capimissione dell'UE e i pertinenti rappresentanti dell'UE (capi delle operazioni civili dell'UE, comandanti delle operazioni militari dell'UE e rappresentanti speciali dell'UE) riferiscano sui casi di gravi violazioni del diritto internazionale umanitario;

13.

incoraggia l'UE e i suoi Stati membri a sostenere pienamente l'appello del Segretario generale delle Nazioni Unite affinché tutti gli Stati membri dell'ONU colgano l'occasione del vertice umanitario mondiale per rinnovare l'impegno a proteggere i civili e a garantire i diritti umani di tutti attraverso il rispetto, l'attuazione e la promozione delle norme già concordate; sottolinea l'importanza attribuita dal Segretario generale delle Nazioni Unite al rafforzamento dei sistemi di indagine e giudiziari internazionali, compresa la CPI, a integrazione dei quadri nazionali, per porre fine all'impunità per le violazioni del DIU;

14.

riconosce l'importanza degli orientamenti dell'UE per promuovere l'osservanza del diritto internazionale umanitario, dal momento che nessun altro Stato od organizzazione ha adottato un documento equivalente; invita l'UE e i suoi Stati membri ad attuare efficacemente gli orientamenti dell'UE;

15.

invita il Consiglio «Affari esteri» e il VP/AR a garantire che le politiche e le azioni dell'UE in materia di diritto internazionale umanitario siano sviluppate in modo coerente ed efficace e che l'attuazione degli orientamenti per favorire l'osservanza del diritto internazionale umanitario rientri principalmente nell'ambito di competenza del gruppo di lavoro del Consiglio sul diritto pubblico internazionale, presieduto dalla Presidenza del Consiglio; evidenzia, in tale contesto, che gli orientamenti dell'UE impegnano i «pertinenti Gruppi del Consiglio» a monitorare le situazioni in cui potrebbe essere applicabile il diritto internazionale umanitario e, in tali casi, a raccomandare azioni destinate a promuoverne l'osservanza; invita l'UE e i suoi Stati membri a fornire relazioni più dettagliate sull'attuazione degli orientamenti in situazioni di conflitto specifiche, in particolare nella relazione annuale dell'Unione europea sui diritti umani e la democrazia;

16.

ricorda la posizione assunta negli orientamenti dell'UE, secondo cui si dovrebbe considerare la possibilità di valersi, se del caso, dei servizi della Commissione internazionale umanitaria per l'accertamento dei fatti (IHFCC), istituita ai sensi del protocollo addizionale I alle Convenzioni di Ginevra del 1949, che può essere di ausilio nel promuovere il rispetto del DIU grazie alla sua capacità di accertamento dei fatti e alle sue funzioni di mediazione; si rammarica che i servizi dell'IHFFC non siano stati utilizzati e invita le parti in causa a considerare la possibilità di una sua attivazione; invita tutti gli Stati membri a riconoscere la competenza dell'IHFFC;

17.

chiede che la comunità internazionale disponga di un maggiore spazio istituzionale per affrontare le preoccupazioni comuni in materia di attuazione del DIU; accoglie con favore l'impegno assunto dall'UE e dai suoi Stati membri nei confronti del CICR al fine di sostenere con vigore l'istituzione di un meccanismo efficace per il rafforzamento del rispetto del DIU, ma invita il VP/AR a riferire al Parlamento in merito ai suoi obiettivi e alla sua strategia per l'attuazione di tale impegno nell'ambito del prossimo processo intergovernativo per individuare soluzioni che permettano di rafforzare l'applicazione del DIU, come concordato alla 32a conferenza internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa nel dicembre 2015, che potrebbero rafforzare il sistema di governance del DIU;

18.

accoglie con favore la pratica dell'UE e dei suoi Stati membri di assumere impegni in occasione della conferenza del CICR; invita il VP/AR a riferire regolarmente in merito all'attuazione di tali impegni, in particolare includendo una sezione dettagliata nel capitolo sul DIU all'interno della relazione annuale del Consiglio sui diritti umani;

19.

invita le Nazioni Unite e l'UE a promuovere campagne volte ad assicurare che tutti gli attori, compresi i gruppi armati non statali, siano consapevoli degli obblighi che incombono loro in virtù del diritto internazionale e rispettino l'obbligo di agevolare l'assistenza umanitaria e la protezione delle persone sotto la loro influenza;

20.

invita gli Stati membri a dare l'esempio e ad adempiere al loro impegno di ratificare i principali strumenti di diritto internazionale umanitario e altri pertinenti strumenti giuridici che incidono sul diritto internazionale umanitario;

21.

ribadisce la sua profonda preoccupazione in merito all'uso di droni armati al di fuori del quadro giuridico internazionale e rinnova il suo appello al Consiglio ad adottare una posizione comune dell'UE sull'utilizzo dei droni armati;

22.

incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al Consiglio, alla Commissione, al rappresentante speciale dell'UE per i diritti umani, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, al Segretario generale delle Nazioni Unite, al Presidente dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite e ai governi degli Stati membri delle Nazioni Unite.


(1)  GU C 303 del 15.12.2009, pag. 12.

(2)  Testi approvati, P8_TA(2016)0066.

(3)  Testi approvati, P8_TA(2016)0051.

(4)  Testi approvati, P8_TA(2015)0418.

(5)  Testi approvati, P7_TA(2014)0172.

(6)  Testi approvati, P8_TA(2015)0459.

(7)  GU L 335 del 13.12.2008, pag. 99.