COMMISSIONE EUROPEA
Strasburgo, 8.3.2016
COM(2016) 95 final
COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, ALLA BANCA CENTRALE EUROPEA E ALL’EUROGRUPPO
Semestre europeo 2016: valutazione dei progressi in materia di riforme strutturali,
prevenzione e correzione degli squilibri macroeconomici e risultati degli esami approfonditi a norma del regolamento (UE) n. 1176/2011
{da SWD(2016) 71 a SWD(2016) 96}
1.
Introduzione
Il semestre europeo è uno strumento di riforma importante a livello nazionale e di UE, che consente di concentrare e coordinare gli sforzi di riforma di tutti gli Stati membri sul piano macroeconomico, di bilancio e strutturale. Sulla scia della comunicazione della Commissione sulle tappe verso il completamento dell’Unione economica e monetaria
, il semestre europeo 2016 dà un seguito al processo di razionalizzazione avviato nel 2015. Il semestre europeo integra la dimensione della zona euro con le dimensioni nazionali e pone maggiore attenzione sull’occupazione, sui risultati in ambito sociale, sugli investimenti e sulla competitività. Il processo promuove la convergenza e riconosce il contributo alle riforme apportato dai fondi dell’UE, in particolare i fondi strutturali e di investimento europei, e dall’assistenza tecnica.
Nell’analisi annuale della crescita 2016
, la Commissione ha posto l’accento sulla necessità di consolidare la ripresa, porla su un percorso sostenibile e accelerare il processo di convergenza verso l’alto. Le sfide e priorità della zona euro sono state indicate anche nella raccomandazione sulla politica economica della zona euro
. Il perseguimento di una convergenza verso l’alto sul piano economico e sociale è essenziale per contrastare le disparità tra Stati membri e al loro interno. Alla luce di quanto precede, la Commissione ha invitato gli Stati membri ad approfittare dell’attuale ripresa moderata per concentrarsi su tre priorità: rilanciare gli investimenti, proseguire le riforme strutturali per modernizzare le economie dell’UE e perseguire politiche di bilancio responsabili.
Le relazioni per paese nell’ambito del semestre europeo 2016 sono state pubblicate in un momento in cui è cruciale sostenere la ripresa economica e garantire le necessarie misure e politiche di supporto atte a sbloccare un’ulteriore crescita. Le relazioni dimostrano che gli Stati membri stanno compiendo sforzi in tal senso. Ci possono volere anni prima che una riforma dia i suoi frutti, ma nel tempo le riforme strutturali consolideranno la base per una crescita sostenibile, un’economia competitiva, l’occupazione e gli investimenti. Vista la rapidità con cui possono cambiare le condizioni macroeconomiche in un’economia globalizzata, è fondamentale saper sfruttare al meglio i fattori che favoriscono la crescita, accelerare il ritmo delle riforme e promuovere la competitività dell’Unione europea. Le politiche economiche e sociali dovranno anche tenere conto del recente afflusso di migranti e rifugiati, soprattutto per soddisfarne le necessità immediate e integrarli nel mercato del lavoro.
Per ottenere risultati è essenziale che vi sia un forte coinvolgimento dei parlamenti nazionali, delle parti sociali, della società civile e delle altre parti interessate nell’elaborazione e nell’attuazione delle riforme. È necessario rafforzare l’efficacia e la titolarità del processo di riforma negli Stati membri. Ciò si riflette negli orientamenti che la Commissione ha fornito agli Stati membri per l’elaborazione dei programmi nazionali di riforma. La Commissione ha inoltre intensificato i contatti con le parti sociali a livello europeo e nazionale per discutere delle principali tappe del semestre europeo. Anche l’impegno della società civile per l’attuazione della strategia Europa 2020 dovrebbe essere ulteriormente rafforzato.
Le relazioni per paese elaborate per 26 Stati membri
danno una visione d’insieme degli sviluppi economici e sociali in ciascuno Stato membro. Le relazioni valutano i progressi compiuti dai singoli Stati membri nell’affrontare le questioni individuate nelle raccomandazioni specifiche per paese 2015 e, per 18 Stati membri, integrano anche i risultati dell’esame approfondito richiesto nel quadro della procedura per gli squilibri macroeconomici. In base a questa analisi, la Commissione propone di aggiornare lo status di determinati Stati membri nell’ambito di tale procedura. Le relazioni si occupano anche di settori di importanza macroeconomica, quali la politica climatica ed energetica, soggetti a processi distinti
.
L’analisi tiene conto anche della situazione di bilancio degli Stati membri. È basata sulle più recenti previsioni economiche della Commissione
e tiene conto dei pareri formulati dalla Commissione sui documenti programmatici di bilancio 2016 degli Stati membri della zona euro, pubblicati a novembre 2015, e degli orientamenti
della Commissione adottati l’anno scorso e incentrati sui modi per garantire che il quadro di bilancio comune sostenga l’agenda UE per la crescita e l’occupazione.
Le relazioni per paese analizzano in maniera più dettagliata gli ostacoli agli investimenti individuati l’anno scorso dalla Commissione e presentati insieme all’analisi annuale della crescita 2016 È necessario che gli Stati membri operino in stretta collaborazione tra loro e con le istituzioni dell’UE per ovviare a tali ostacoli nell’ambito del semestre europeo e per attuare il terzo pilastro del piano di investimenti per l’Europa
.
Le relazioni per paese costituiscono il punto di partenza per il dialogo con gli Stati membri sulle sfide economiche e sociali cui sono confrontati. Questi dialoghi e la raccomandazione sulla zona euro dovrebbero confluire nella preparazione dei programmi nazionali di riforma da presentare ad aprile. In linea di principio la Commissione non formulerà raccomandazioni su questioni che non sono state individuate come sfide nelle relazioni indirizzate ai singoli paesi e proporrà un numero limitato di raccomandazioni specifiche per paese per ogni Stato membro. Queste divergeranno in funzione della gravità delle sfide, come emergerà anche dalla situazione specifica oggetto della procedura per gli squilibri macroeconomici.
2.
Contesto economico
L’economia europea sta seguendo un percorso di ripresa moderato, mentre i rischi esterni sono aumentati. Con una crescita del PIL nel 2015 limitata a circa il 3%, l’economia mondiale ha registrato un rallentamento e la sua ripresa è accompagnata da numerosi rischi
. Mentre le maggiori economie avanzate sono in costante ripresa o stanno entrando in un ciclo maturo, per molte economie di mercato emergenti le prospettive sono avverse. Si prevede che la crescita in Cina rallenti ulteriormente, colpendo per lo più altre economie emergenti e in via di sviluppo e incidendo sui flussi globali di capitali.
Finora l’economia europea è riuscita a resistere a tali rischi, ma l’impatto di un contesto esterno meno favorevole si percepisce sempre di più. L’ulteriore calo dei prezzi dell’energia dovrebbe continuare a sostenere il potere d’acquisto delle famiglie. L’afflusso di un numero senza precedenti di rifugiati e migranti ha gravato sulla spesa pubblica con maggiori costi di accoglienza e altre misure legate ai rifugiati. Si prevede che le condizioni monetarie rimangano molto accomodanti e che quest’anno la politica di bilancio sostenga la ripresa. Tuttavia, le ricadute negative dovute ai bassi tassi di crescita al di fuori dell’UE potrebbero essere superiori all’effetto degli scambi commerciali diretti. Anche i bassi prezzi dei prodotti di base potrebbero rappresentare un rischio se saranno causa di instabilità nell’economia mondiale. Inoltre, di recente la volatilità dei mercati finanziari è notevolmente aumentata. Le azioni bancarie, in particolare, hanno subito una forte flessione dei prezzi e i premi di rischio sul debito sovrano sono aumentati per alcuni Stati membri.
La ripresa economica nell’UE continua a essere lenta e fragile, mettendo in luce la necessità di accelerare le riforme strutturali, stimolare gli investimenti e aumentare la competitività.
La ripresa è debole sia in una prospettiva storica, sia rispetto alle altre economie avanzate. Quest’anno la crescita economica dell’UE dovrebbe attestarsi all’1,9% del PIL, e arrivare al 2% nel 2017. I tassi di disoccupazione dovrebbero continuare a diminuire, passando dal 9,5% nel 2015 al 9% nel 2016 a livello di UE, e il declino dovrebbe essere più pronunciato negli Stati membri in cui sono state attuate riforme del mercato del lavoro. I consumi privati dovrebbero rimanere il principale motore della crescita, sostenuti da un miglioramento dei mercati del lavoro e da un aumento del reddito reale disponibile.
Poiché l’indebolimento della domanda mondiale riduce le prospettive di una ripresa trainata dalle esportazioni, per sostenere una ripresa economica più ampia e invertire la tendenza al ribasso della crescita potenziale sarà essenziale un rilancio degli investimenti rispetto agli attuali livelli contenuti.
3.
Progressi in relazione alle raccomandazioni specifiche per paese
Nel contesto di una stabilizzazione macroeconomica generale, gli Stati membri hanno compiuto alcuni progressi nel dare seguito agli aspetti individuati nelle raccomandazioni specifiche per paese formulate nel 2015. Dalle relazioni per paese 2016 emerge che i progressi rispetto all’anno precedente sono rimasti ad un livello simile. In una prospettiva più a lungo termine, è evidente che i risultati concreti dell’attuazione di riforme fondamentali si vedono solo nel tempo. Ciò può essere dovuto sia alla complessità delle riforme, quali la riforma dei mercati del lavoro e del prodotto, delle pensioni e del settore bancario, sia ai vari calendari elettorali nazionali. In alcuni Stati membri (Danimarca, Estonia, Irlanda, Spagna, Croazia, Polonia, Portogallo e Slovacchia), nel 2015 o all’inizio del 2016 si sono svolte le elezioni parlamentari o presidenziali. Inoltre, la quantità e la portata delle raccomandazioni specifiche per paese formulate nel 2015 sono cambiate rispetto al 2014. La Commissione presenterà la sua valutazione completa a maggio, quando proporrà le nuove raccomandazioni specifiche per paese.
In generale, l’Europa è sulla buona strada per realizzare parte degli obiettivi della strategia Europa 2020. Gli Stati membri hanno imboccato la strada giusta per raggiungere gli obiettivi legati all’energia e ai cambiamenti climatici, visto che entro il 2020 la maggior parte di loro raggiungerà con tutta probabilità i propri obiettivi in materia di riduzione delle emissioni, energie rinnovabili ed efficienza energetica. Secondo i più recenti dati disponibili, l’UE procede nella giusta direzione anche per quando concerne gli obiettivi relativi all’istruzione, considerato che 17 Stati membri hanno già raggiunto gli obiettivi sull’abbandono scolastico e che 12 di loro hanno centrato gli obiettivi in tema di istruzione terziaria. Se è vero che l’obiettivo sull’occupazione continuerà essere difficile da raggiungere per molti Stati membri, va anche detto che la situazione occupazionale è migliorata in quasi tutti. Verso la fine del 2015 il tasso di disoccupazione ha evidenziato un aumento dell’1,1%, raggiungendo i livelli pre-crisi del 70,5%. Il tasso di occupazione cresce con maggiore rapidità per le donne, ma il divario di genere rimane significativo. Sono necessari ulteriori sforzi per colmare la differenza tra tasso di occupazione maschile e femminile. Le spese per la ricerca e lo sviluppo in termini di percentuale del PIL sono aumentate in circa la metà degli Stati membri, ma l’obiettivo a livello di UE appare ancora difficile da raggiungere. Persistono problemi specifici legati al raggiungimento dell’obiettivo di riduzione della povertà, dal momento che il numero di persone a rischio di povertà o di esclusione sociale in Europa è aumentato a causa della crisi economica. Tuttavia, le più recenti tendenze sono più positive, poiché il numero di persone a rischio di povertà o di esclusione sociale sembra essere diminuito in più della metà degli Stati membri. La tendenza dovrebbe proseguire nel 2015, in linea con il miglioramento delle condizioni di lavoro. L’appendice 2 fornisce una visione d’insieme di tutti gli obiettivi della strategia Europa 2020.
4.
Ovviare agli squilibri macroeconomici
L’UE e gli Stati membri della zona euro stanno compiendo progressi nel riequilibrio delle loro economie. Alcuni squilibri sono un retaggio della crisi, ma molti si erano manifestati già prima del suo inizio e hanno contribuito ad aggravarne l’impatto. Portare le economie dell’UE verso un riequilibrio sostenibile è importante non solo per i singoli Stati membri, ma anche per l’UE e per l’intera zona euro, visto l’obiettivo di rafforzare la resistenza agli shock e di raggiungere una maggiore sostenibilità, coesione e crescita.
Gli esami approfonditi forniscono un’analisi completa degli squilibri all’interno degli Stati membri. Nel quadro degli esami approfonditi si distingue tra gli aggiustamenti dovuti a fattori ciclici e quelli risultanti da riforme strutturali, e si conferma che la crescita sostenibile si potrà basare solo su questi ultimi. Vista l’importanza dei legami commerciali e finanziari tra i paesi dell’UE, l’analisi tiene inoltre conto delle implicazioni transfrontaliere del riequilibrio, evidenziando la necessità che quest’ultimo avvenga sia nei paesi che presentano elevati stock di passività esterne, sia in quelli che presentano avanzi. La riduzione del debito rimane un aspetto da affrontare quanto prima. Nonostante il fatto che in alcuni casi la riduzione del debito pubblico o privato si stia evolvendo positivamente, i livelli di debito elevati possono ancora rendere le economie vulnerabili verso eventuali shock. In altri casi un debito basso, ma in aumento, può essere un segnale di una crescente vulnerabilità.
4.1. Riequilibrio dell’UE e della zona euro
L’aggiustamento degli squilibri esistenti è ostacolato da diversi fattori. Una modesta crescita nominale e un tasso di inflazione molto basso ostacolano il processo di riduzione dell’indebitamento. L’indebolimento della domanda mondiale riduce le prospettive di una ripresa trainata dalle esportazioni. Il persistere di un alto tasso di disoccupazione in alcuni Stati membri può ridurre la crescita del prodotto potenziale, anche a causa della perdita di competenze e di occupabilità.
La correzione degli squilibri esterni sta dando i suoi frutti. In paesi con elevate passività esterne, i forti disavanzi delle partite correnti nel periodo pre-crisi si sono ridotti considerevolmente o le partite correnti sono tornate in avanzo. Grazie all’influenza di fattori esterni, la competitività di costo è in generale migliorata. In alcuni Stati membri sono visibili segnali di aggiustamento strutturale con un trasferimento di risorse verso il settore dei beni e servizi scambiabili. Le partite correnti della zona euro evidenziano attualmente uno dei più pronunciati avanzi a livello mondiale. L’avanzo in alcuni Stati membri è particolarmente elevato e indica che sia la domanda interna, sia gli investimenti sono deboli.
La vulnerabilità associata a livelli elevati di debito rimane preoccupante.
Nella maggior parte dei paesi il processo di risanamento del bilancio sta progredendo ed è in via di riduzione l’indebitamento di famiglie e imprese. In molti casi questo ridimensionamento dell’indebitamento è tuttavia legato a un calo dei consumi. In altri paesi il livello del debito pubblico rispetto al PIL è diminuito a causa di una forte ripresa della crescita. Lo stock di passività rimane a un livello storicamente elevato in diversi Stati membri. Nei paesi in cui le pressioni per la riduzione dell’indebitamento gravano sulla ripresa e ridimensionano le prospettive di investimento e consumo è ancor più necessario creare in via prioritaria le premesse per un aumento di produttività e competitività, con l’obiettivo di contenere l’impatto della riduzione dell’indebitamento sulla crescita e sull’occupazione.
Il settore bancario ha aumentato la sua capitalizzazione, ma persistono pressioni collegate al deterioramento della qualità delle attività e del credito nonché al basso livello di redditività. Le banche hanno compiuto notevoli progressi nell’adeguamento dei loro bilanci e gli istituti bancari sono generalmente ben capitalizzati e dispongono di sufficiente liquidità. Allo stesso tempo, a causa di una combinazione di diversi fattori, in alcuni paesi il settore bancario registra ancora una quota elevata di crediti deteriorati e di attività di cattiva qualità. Se trascurate, queste vulnerabilità possono tradursi in una crescita del credito rallentata e in un’allocazione del credito non ottimale. Inoltre, i livelli contenuti di crescita e i bassi tassi di interesse incidono sui profitti del settore bancario.
È necessario attuare riforme strutturali per facilitare la riallocazione delle risorse tra imprese, settori e regioni al fine di incrementare la produttività, la competitività e l’occupazione sostenibile. Gli Stati membri devono migliorare la riallocazione delle risorse disponibili, facendole convogliare verso i settori dei beni e servizi scambiabili e le aziende più produttive in ogni settore dell’economia. A tal fine possono essere utili riforme che aprano i mercati del prodotto e dei servizi, dando anche un impulso al mercato interno dell’UE, e riforme strutturali volte a eliminare gli ostacoli alla libera circolazione delle merci e dei servizi.
4.2. Attuazione della procedura per gli squilibri macroeconomici
La Commissione ha migliorato la trasparenza della procedura per gli squilibri macroeconomici. Le valutazioni delle relazioni per paese rispecchiano gli impegni contenuti nella comunicazione della Commissione sulle tappe verso il completamento dell’Unione economica e monetaria
, in particolare una maggiore trasparenza nell’attuazione della procedura. I risultati degli esami approfonditi sono stati presentati in maniera più efficace nelle relazioni per paese, ricorrendo a tabelle riepilogative che descrivono le fonti degli squilibri e illustrano i principali risultati in materia di sviluppo delle pertinenti variabili economiche, risposta politica e lacune politiche ancora da colmare. I servizi della Commissione pubblicheranno inoltre un compendio che riunirà in un unico documento le informazioni utili nel quadro della procedura per gli squilibri macroeconomici.
La Commissione semplifica e rende più stabili le categorie degli squilibri macroeconomici. Per rendere più semplice ed efficace la comunicazione, quest’anno le categorie degli squilibri macroeconomici sono state ridotte da sei a quattro: nessuno squilibrio, squilibri, squilibri eccessivi e squilibri eccessivi con azione correttiva. Tali categorie rimarranno invariate nei prossimi anni. I casi di squilibri o squilibri eccessivi saranno soggetti a un monitoraggio specifico e gestiti in funzione della gravità delle problematiche di fondo. Le raccomandazioni specifiche per paese saranno adeguate per rispecchiare la natura degli squilibri, anche alla luce delle misure di riforma proposte dagli Stati membri nei programmi nazionali di riforma.
Tabella 1: Categorizzazione degli squilibri nella procedura per gli squilibri macroeconomici
Categorie precedenti
|
Categorie semplificate
|
Nessuno squilibrio
|
Nessuno squilibrio
|
Squilibri che richiedono un’azione politica e un monitoraggio
|
Squilibri
|
Squilibri che richiedono un’azione politica risoluta e un monitoraggio
|
|
Squilibri che richiedono un’azione politica risoluta e un monitoraggio specifico
|
|
Squilibri eccessivi che richiedono un’azione politica risoluta e un monitoraggio specifico
|
Squilibri eccessivi
|
Squilibri eccessivi con azione correttiva*
|
Squilibri eccessivi con azione correttiva
|
* La categoria “squilibri eccessivi con azione correttiva” comporta l’avvio di una procedura per gli squilibri eccessivi a norma del regolamento (UE) n. 1176/2011.
Gli esami approfonditi hanno tenuto conto anche delle ricadute su altri paesi e di questioni sistemiche. L’individuazione e la valutazione degli squilibri macroeconomici tengono in considerazione il fatto che per correggere gli squilibri, sostenendo al contempo la ripresa, è opportuno un approccio coordinato a livello di zona euro. La procedura per gli squilibri macroeconomici è intesa a prevenire e correggere gli squilibri che rischiano di danneggiare il paese stesso, la zona euro o l’UE. Nella sua relazione sul meccanismo di allerta 2016, pubblicata parallelamente all’analisi annuale della crescita 2016, la Commissione ha concluso che 18 Stati membri dovrebbero essere soggetti a un esame approfondito che consenta di analizzare in maniera più dettagliata la gravità di eventuali squilibri.
Rispetto all’anno scorso è diminuito il numero di paesi che si ritiene presentino degli squilibri. Dagli esami approfonditi è emerso che dei 18 Stati membri per cui si prevedevano ulteriori analisi, sei non presentano squilibri, sette registrano squilibri e cinque evidenziano squilibri eccessivi. Per la Croazia e il Portogallo la Commissione riesaminerà la sua valutazione a maggio, tenendo conto del livello di ambizione dei rispettivi programmi nazionali di riforma (PNR). L’appendice 3 riassume il risultato degli esami approfonditi per ciascuno Stato membro.
Tabella 2: Risultati degli esami approfonditi 2016 (categorie semplificate)
Nessuno squilibrio
|
BE, EE, HU, AT, RO, UK
|
Squilibri*
|
DE, IE, ES, NL, SI, FI, SE
|
Squilibri eccessivi*
|
BG, FR, HR, IT, PT
|
* Le due categorie “squilibri” e “squilibri eccessivi” comportano un monitoraggio specifico da adeguare in funzione della gravità dei problemi.
Nel quadro delle categorie semplificate della procedura per gli squilibri macroeconomici, le attività di sorveglianza prevedranno un monitoraggio specifico per tutti gli Stati membri colpiti da squilibri e squilibri eccessivi. Il monitoraggio specifico è volto a garantire una sorveglianza della risposta politica agli squilibri individuati, tramite un dialogo intensificato con le autorità nazionali, missioni di esperti e relazioni periodiche sui progressi compiuti da discutere con tutti gli Stati membri Questi contatti agevoleranno anche il monitoraggio dell’attuazione delle raccomandazioni specifiche per paese negli Stati membri coinvolti. Il monitoraggio può variare in funzione della natura specifica dello squilibrio. Di norma i paesi che presentano squilibri eccessivi saranno soggetti a un monitoraggio più rigoroso. I paesi che rientrano nella categoria degli “squilibri eccessivi con azione correttiva” saranno soggetti alla procedura per gli squilibri eccessivi, che comporta raccomandazioni sulle politiche da adottare per fare fronte agli squilibri e un follow-up sotto forma di piano d’azione correttivo.
5.
Riforme degli Stati membri
Nella maggior parte degli Stati membri si registrano progressi sul fronte delle riforme. Gli sforzi di riforma devono essere sostenuti e potenziati per preparare le economie ai futuri shock e rafforzare la competitività. La solidità e la sostenibilità della ripresa dipendono dalla rapidità e dall’efficacia dell’adozione e dell’attuazione delle riforme. I fondi dell’UE, in particolare i fondi strutturali e di investimento europei, possono e devono essere utilizzati per agevolare l’introduzione delle riforme. Se da un lato le raccomandazioni specifiche per paese dell’anno scorso hanno individuato problematiche di importanza cruciale per i dibattiti economici e sociali negli Stati membri, dall’altro in diversi casi le relazioni per paese evidenziano nuovi sviluppi, ad esempio sul piano dell’afflusso di migranti e rifugiati.
Gli aspetti qualitativi delle riforme sono importanti fattori di successo. Un’allocazione efficiente delle risorse a favore di imprese più produttive aumenterebbe la produttività e i tassi di crescita e incrementerebbe gli investimenti da parte di imprese più efficienti, rafforzando il potenziale di crescita a lungo termine delle economie degli Stati membri. Le riforme dei mercati dei beni e dei servizi e del mercato del lavoro richiedono tempo per produrre risultati, ma comportano una riallocazione delle risorse, un’attivazione degli investimenti e una modernizzazione della base produttiva dell’economia dell’UE.
Le riforme a livello di Stati membri sono necessarie per integrare quelle intraprese a livello di UE. L’UE ha dato forma a una serie di riforme e strumenti di natura politica che mirano a creare un contesto imprenditoriale migliore e un quadro normativo più certo e stabile, come la strategia per il mercato unico, il mercato unico digitale, l’Unione dell’energia, l’Unione dei mercati dei capitali, il pacchetto sull’economia circolare e l’agenda “Legiferare meglio”. La sezione che segue descrive i progressi compiuti dagli Stati membri nel promuovere riforme nei settori individuati nelle raccomandazioni specifiche per paese dell’anno scorso.
5.1
Rilanciare gli investimenti
Il miglioramento delle condizioni di investimento richiede interventi su vari fronti. È necessario attrarre maggiori finanziamenti privati per gli investimenti nell’economia reale e garantire la buona qualità degli investimenti pubblici. In linea con il piano di investimenti per l’Europa, affinché gli investimenti possano iniziare a dare un maggiore contributo alla crescita e alla creazione di posti di lavoro, è necessario ottimizzare il finanziamento dei rischi per creare un contesto più proficuo per gli investimenti e per sviluppare progetti di investimento meglio strutturati e che abbiano una maggiore visibilità. La Commissione ha già attuato una serie di riforme a livello europeo per sostenere gli investimenti, come ad esempio la proposta presentata nel quadro di Solvibilità II. I servizi della Commissione hanno inoltre tracciato un quadro dettagliato delle principali sfide di ciascuno Stato membro in termini di investimenti
, ad esempio ostacoli normativi e amministrativi, appalti pubblici, imposizione fiscale, sistemi giudiziari, accesso ai finanziamenti e quadri in materia di insolvenza, istruzione e competenze nonché regolamenti settoriali. Secondo la Commissione è inoltre necessario dare accesso a un’offerta più ampia e diversificata di fonti di finanziamento ed estendere le priorità al di là delle infrastrutture tradizionali per includere il capitale umano e gli investimenti sociali connessi.
Finora gli investimenti non sono diventati un forte motore della ripresa
. Gli Stati membri sono incoraggiati a garantire un ambiente favorevole agli investimenti rimuovendo le strozzature, assicurando una maggiore prevedibilità della normativa, rafforzando il mercato unico, individuando una riserva di progetti stabile e garantendo il coordinamento e la pianificazione da parte di tutti i livelli dell’amministrazione. Per la maggior parte degli Stati membri l’impatto negativo della crisi finanziaria sugli investimenti è tuttora una realtà, mentre per alcuni c’è stato un cambiamento nel bilanciamento relativo tra investimenti pubblici e investimenti di privati o imprese. L’Irlanda è un esempio di uno Stato membro in cui, dopo un importante e difficile processo di adeguamento, l’elevato livello di investimenti privati svolge un ruolo centrale nella ripresa economica.
I fondi dell’UE hanno continuato a svolgere un ruolo di primo piano in una serie di Stati membri. In Bulgaria, Repubblica ceca, Estonia, Croazia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Portogallo, Romania, Slovenia e Slovacchia, i fondi UE rappresentano una quota rilevante degli investimenti. La Commissione collabora strettamente con gli Stati membri al fine di migliorare le modalità di gestione dei fondi e i relativi investimenti. I tassi di assorbimento possono essere aumentati grazie al potenziamento della capacità gestionale delle amministrazioni nazionali e regionali e dell’assistenza tecnica, contribuendo così anche a una combinazione ottimale dei vari fondi dell’UE.
Nel quadro finanziario pluriennale 2014-2020 i fondi strutturali e di investimento europei sono strettamente legati agli obiettivi della strategia Europa 2020 e alle sfide macroeconomiche individuate nelle raccomandazioni specifiche per paese. Al di là dei livelli di assorbimento, è importante assicurare la massima efficacia dei fondi dell’UE nell’affrontare le sfide economiche e sociali degli Stati membri. Il ritardo nel processo di programmazione di alcuni di questi fondi richiede sforzi supplementari per assicurare un’erogazione più rapida e semplice. Alcuni Stati membri devono ancora ottemperare alle condizionalità ex ante; in caso contrario, la Commissione può sospendere i pagamenti intermedi a favore delle priorità dei programmi in questione. I finanziamenti a titolo del Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS), di Orizzonte 2020, del meccanismo per collegare l’Europa (di cui più di 4,1 miliardi di EUR per il solo settore dei trasporti) e di altri fondi europei a gestione diretta vanno ad aggiungersi ai fondi strutturali e di investimento europei. Queste risorse dovrebbero essere combinate in modo ottimale. Nell’ambito dei fondi strutturali e di investimento europei, tra il 2014 e il 2020 vengono messi a disposizione degli Stati membri oltre 450 miliardi di EUR per sostenere la crescita intelligente e inclusiva, la concorrenza e la coesione.
Nonostante alcuni progressi, in molti Stati membri permangono ostacoli agli investimenti in alcuni settori chiave. Ciò vale soprattutto per i servizi, le industrie di rete e l’edilizia. Il clima imprenditoriale relativamente favorevole in Stati membri come Estonia e Regno Unito costituisce un incentivo agli investimenti. Tuttavia, una serie di Stati membri presenta ostacoli agli investimenti sotto forma di oneri amministrativi, burocrazia, inefficienza della pubblica amministrazione, incertezza giuridica o contesto legislativo mutevole, oltre a una mancanza di trasparenza che ostacola la lotta contro la corruzione. In diversi Stati membri i progetti su larga scala sono contraddistinti da procedure lunghe e complicate, che possono precludere l’accesso al mercato o limitare la libertà di stabilimento, ad esempio nel settore del commercio al dettaglio e nei servizi professionali. In alcuni Stati membri anche la difficoltà di accesso ai finanziamenti frena gli investimenti.
Ripristinare l’erogazione di prestiti all’economia reale
Il settore finanziario ha continuato ad agevolare le condizioni di credito. Nonostante la crescita ridotta delle attività creditizie nei paesi che stanno riducendo la leva finanziaria, si registrano sviluppi positivi nella concessione di crediti. Secondo l’indagine sul credito bancario condotta dalla Banca centrale europea nel gennaio 2016
, le banche hanno segnalato un continuo allentamento netto degli standard di credito relativi ai prestiti a imprese e famiglie per l’acquisto di immobili, nonché relativi al credito al consumo. La concorrenza rimane il principale fattore trainante dell’allentamento negli standard di credito delle banche per i prestiti alle imprese. Le banche hanno continuato ad agevolare le condizioni per nuovi prestiti in tutte le tipologie di credito, in particolare alle imprese. Anche i progressi compiuti nel rafforzare le banche favoriscono un allentamento delle condizioni di credito.
Si registrano alcuni progressi nel miglioramento dell’accesso ai finanziamenti. Vari Stati membri hanno istituito o rafforzato le iniziative volte a migliorare l’accesso ai finanziamenti. L’Ungheria ha lanciato il Fondo per la crescita. È inoltre in corso una serie di iniziative volte a migliorare l’accesso ai finanziamenti per le piccole e medie imprese, in particolare attingendo dai fondi UE. Il Portogallo, ad esempio, ha messo a disposizione risorse per investimenti in private equity e in venture capital tramite fondi strutturali europei e fondi nazionali. Malta sta combinando fondi locali e fondi UE per concedere crediti d’imposta, sovvenzioni o garanzie finanziarie alle PMI.
I quadri normativi in materia di insolvenza sono stati migliorati in una serie di Stati membri. La Croazia ha rivisto la legislazione in materia di insolvenza per le imprese e le persone fisiche. L’Irlanda ha modificato il regime di insolvenza al fine di accrescere il ricorso a regimi di insolvenza e di fallimento da parte di persone fisiche. La Spagna ha introdotto un nuovo quadro in materia di insolvenza delle persone fisiche e ha reso più flessibili le procedure di insolvenza delle imprese e le procedure extragiudiziali.
5.2
Proseguire le riforme strutturali per modernizzare le economie
Nell’analisi annuale della crescita 2016 la Commissione ha focalizzato l’attenzione su un efficace coordinamento tra Stati membri finalizzato a un aumento della produttività e a una convergenza verso l’alto, sulla necessità di trovare un equilibrio tra flessibilità e sicurezza nelle politiche del mercato del lavoro e sulla necessità di integrare maggiormente e rendere più competitivi i mercati del prodotto e dei servizi.
Occupazione e affari sociali
L’occupazione sta crescendo sia nell’UE sia nella zona euro. La disoccupazione, compresa quella giovanile, è in diminuzione. Allo stesso tempo, la disoccupazione di lunga durata era ancora in aumento nel 2015 rispetto al 2014, sebbene nel corso dell’anno sia stata osservata una graduale riduzione. La disoccupazione di lunga durata riguarda 10,5 milioni di persone e rappresenta il 48% della disoccupazione totale. La disoccupazione giovanile si attesta al 20% e colpisce pertanto quattro milioni e mezzo di giovani. In alcuni Stati membri molti giovani stanno abbandonando il paese. In Grecia, Spagna, Croazia e Italia la disoccupazione giovanile raggiunge circa il 40% o oltre. Inoltre, un certo numero di Stati membri presenta un numero elevato di giovani che non lavorano né seguono un percorso scolastico o formativo (oltre il 20% in Bulgaria e in Italia).
Al fine di rafforzare la competitività dell’UE è importante che, a medio termine, i salari reali continuino a evolversi in linea con la produttività. Alcuni paesi hanno compiuto sforzi per migliorare la capacità di reazione dei mercati del lavoro e per agevolare la crescita delle imprese. Ciò ha comportato anche l’eliminazione di alcune regole in materia di soglie relative alle imprese e ha migliorato la prevedibilità dell’esito delle controversie di lavoro, il che può agevolare l’assunzione iniziale da parte delle imprese. Mentre, nel complesso, vi è stato un allineamento dell’andamento dei salari con i livelli di produttività all’interno dell’UE, in alcuni Stati membri i progressi in questo settore sono stati limitati. In linea con le raccomandazioni specifiche per paese 2015, sono stati conclusi accordi per la moderazione salariale intersettoriale: in Finlandia per il periodo 2014-2015 e in Spagna per il periodo 20152017. In Irlanda sono stati introdotti nuovi meccanismi di determinazione del salario minimo, mentre in Germania è stato introdotto il salario minimo obbligatorio.
Sono necessari ulteriori sforzi per lottare contro la segmentazione del mercato del lavoro. La riduzione del divario normativo tra contratti a durata indeterminata e contratti atipici può favorire la transizione verso contratti a tempo indeterminato e promuovere la creazione di posti di lavoro stabili, grazie all’incentivo dato ai datori di lavoro e ai dipendenti a investire nelle competenze e nell’apprendimento permanente. Le riforme in tal senso sono proseguite nel 2015, in linea con le raccomandazioni specifiche per paese, in particolare nei paesi particolarmente soggetti a un dualismo del mercato del lavoro come l’Italia e la Polonia. Come parte di un’ampia riforma del mercato del lavoro, l’Italia ha semplificato gli accordi contrattuali e le procedure del diritto del lavoro e ha ridotto le possibilità di reintegrazione a seguito di licenziamenti illegittimi.
La garanzia per i giovani, giunta al terzo anno di attuazione, comincia a dare i suoi frutti. La situazione dei giovani nell’UE sta migliorando e gli sforzi per migliorare il passaggio da scuola a lavoro sono stati intensificati, anche tramite l’attivazione precoce e l’inclusione tra i beneficiari dei giovani che non lavorano né seguono un percorso scolastico o formativo. Tra i maggiori risultati figurano una maggiore sensibilizzazione in materia, un sostegno più mirato ai giovani offerto dai servizi pubblici per l’occupazione, una migliore progettazione degli strumenti attivi del mercato del lavoro per i giovani e una maggiore attenzione per la qualità dell’apprendistato. Il ritmo delle riforme nel contesto della Garanzia per i giovani è stato accelerato, soprattutto negli Stati membri che sono posti di fronte a notevoli sfide, come l’Italia e il Portogallo, e in quelli ricevono dall’UE un sostegno finanziario con cui potrebbero essere realizzate misure innovative e su ampia scala e riforme strutturali.
Nonostante i progressi compiuti nel reintegrare i disoccupati nel mondo del lavoro, sono necessarie ulteriori riforme delle politiche attive del mercato del lavoro. Una serie di Stati membri, tra cui Spagna, Francia, Lettonia e Finlandia, ha adottato nuove misure attive destinate ai disoccupati di lungo periodo. L’Italia sta avviando la riforma della governance delle politiche attive del mercato del lavoro e sta iniziando a rafforzarne l’interazione con le politiche passive. Tuttavia, restano aperte alcune altre sfide, come il coordinamento insufficiente tra servizi per l’occupazione e servizi sociali, la mancanza di coinvolgimento e di partenariati con i datori di lavoro, l’adesione relativamente debole alle misure prese nel quadro delle politiche attive del mercato del lavoro e i finanziamenti insufficienti di queste ultime. Inoltre, alcuni paesi non forniscono metodi personalizzati basati sulla definizione di profili, sulla corrispondenza delle competenze o sulla consulenza intensiva. La raccomandazione relativa all’inserimento dei disoccupati di lungo periodo nel mercato del lavoro, adottata dal Consiglio nel dicembre 2015
, fornisce agli Stati membri orientamenti su come intensificare gli sforzi per ovviare alla disoccupazione di lunga durata.
È necessaria una risposta strategica globale alla povertà. Una serie di Stati membri è intervenuta o sta intervenendo in materia di assistenza sociale, in particolare per quanto concerne l’adeguatezza e/o la copertura del reddito minimo. Dato che il sostegno al reddito dovrebbe essere accompagnato da una buona corrispondenza tra domanda e offerta di lavoro, sono in via di introduzione anche vari incentivi finanziari e non, volti ad agevolare il rientro nel mercato del lavoro, tra cui l’impostazione data ai regimi di indennità di disoccupazione in Danimarca e Italia e le prestazioni complementari a Malta. Al fine di trovare un equilibrio tra l’obiettivo di riduzione della povertà e una maggiore partecipazione al mercato del lavoro, alcuni Stati membri, come il Regno Unito, stanno cercando di semplificare diverse indennità raggruppandole in regimi più ampi. Le preoccupazioni riguardo agli effetti del numero sempre più elevato di minori colpiti dalla povertà hanno portato alcuni Stati membri ad aumentare le corrispondenti prestazioni sociali. I progressi nell’inclusione di persone di etnia Rom nei diversi Stati membri sono stati limitati.
L’integrazione efficace dei migranti e dei rifugiati in alcuni Stati membri richiede un’attenzione particolare. L’arrivo massiccio di migranti e rifugiati nel corso dell’ultimo anno costituisce un’importante sfida per numerosi Stati membri e per l’UE, ma è anche un’opportunità, in particolare per gli Stati membri che stanno vivendo cambiamenti demografici. Dall’esperienza acquisita con i precedenti afflussi di rifugiati si può dedurre che questi ultimi avranno, in media, maggiori difficoltà di integrazione nel mercato del lavoro rispetto agli altri cittadini di paesi terzi. Un’integrazione efficace richiede, tra l’altro, una valutazione precoce delle competenze, un rapido riconoscimento delle qualifiche e una formazione linguistica appropriata al fine di garantire un accesso tempestivo ed efficace al mercato del lavoro, all’assistenza sanitaria e al mercato degli alloggi. Data la quota elevata di bambini e giovani (circa il 26%), i sistemi di istruzione, in particolare, devono adattarsi rapidamente e offrire specifici programmi per lo sviluppo di competenze generali e linguistiche. Anche un’integrazione proficua delle donne richiede particolare attenzione.
Le prestazioni dei sistemi di istruzione e di formazione continuano a destare preoccupazioni in molti Stati membri. Sebbene il tasso di abbandono scolastico precoce sia sceso in media all’11,1%, nove Stati membri si collocano ancora al di sopra del 10%, ossia l’obiettivo principale della strategia Europa 2020. Queste debolezze strutturali mettono a repentaglio il potenziale di crescita dell’Europa. Molti Stati membri stanno sviluppando strategie in materia di competenze e stanno attuando riforme strutturali dei rispettivi sistemi educativi. La Repubblica ceca ha adottato una riforma dell’istruzione superiore e la Bulgaria ha promulgato una legge sull’istruzione prescolare e scolastica che fornisce un quadro giuridico consolidato per migliorare la qualità e l’equità dell’istruzione di livello primario e secondario. L’Italia ha varato una riforma della scuola che ne aumenta l’autonomia, introducendo componenti meritocratiche per gli stipendi degli insegnanti e migliorando il sistema di assunzione degli stessi.
L’onere fiscale sul lavoro dovrebbe essere ulteriormente abbassato. Molti Stati membri hanno adottato misure di riduzione della tassazione sul lavoro. Ad esempio, Estonia e Francia hanno preso provvedimenti per ridurre la tassazione sul lavoro per le persone a basso reddito. Inoltre, alcuni Stati membri caratterizzati da elevati tassi di disoccupazione, come Belgio, Spagna e Italia, hanno attuato riforme della tassazione sul lavoro. Tuttavia, il cuneo fiscale che grava sul lavoro, in particolare sui bassi redditi, resta elevato in vari Stati membri e in alcuni paesi è addirittura aumentato.
Contesto imprenditoriale e industrie di rete
Un contesto normativo più favorevole alle imprese e all’occupazione incentiverà gli investimenti privati. Migliorando le prassi della pubblica amministrazione, eliminando la corruzione, introducendo la trasparenza e adottando normative snelle e prevedibili si contribuisce a promuovere la competitività, la crescita e la creazione di posti di lavoro. Si osservano progressi in tal senso. L’Italia ha preso provvedimenti per riformare ulteriormente e accelerare le procedure di insolvenza ed esecuzione forzata. In Francia è proseguita l’attuazione di un ambizioso programma di semplificazione comprendente ad oggi più di 600 misure, di cui circa un terzo è già stato realizzato. La Croazia ha fatto qualche progresso per migliorare la disciplina di pre-insolvenza e di insolvenza applicabile alle società. Malta ha introdotto nuovi sistemi tecnologici e procedurali per ridurre la burocrazia e i ritardi nelle cause civili. La Lettonia ha compiuto notevoli progressi per quanto riguarda le discipline in materia di mediazione e arbitrato. La qualità, l’indipendenza e l’efficienza dei sistemi giudiziari sono sfide ancora irrisolte in determinati Stati membri, sebbene le riforme della giustizia abbiano segnato qualche progresso in Italia, Lettonia e Slovenia.
Vi è ancora margine per ridurre gli oneri burocratici, rafforzare l’efficienza amministrativa e migliorare la qualità normativa. Si registrano ancora pesanti ritardi nelle procedure di rilascio delle licenze e circa due terzi degli Stati membri non si attengono alla soglia di 100 EUR per i costi di costituzione delle start-up suggerita nel quadro dello “Small Business Act”. Le riforme strutturali sono spesso ritardate dalla scarsa capacità di attuazione e dall’instabilità delle strutture istituzionali. L’efficienza degli investimenti pubblici risente spesso di carenze connesse alla valutazione dei progetti, agli appalti, all’attuazione e all’insufficiente coordinamento fra i vari livelli di governo. L’offerta di servizi governativi avanzati e ben integrati per le imprese rimane un nodo irrisolto in molti Stati membri.
Sono tuttora necessari ulteriori miglioramenti in materia di appalti pubblici. Per alcuni Stati membri le carenze negli appalti pubblici rimangono una delle principali fonti di irregolarità rilevate nei controlli sull’uso dei fondi strutturali e di investimento europei e costituiscano un deterrente per gli investimenti e il corretto funzionamento del mercato unico. Gli appalti pubblici sono inoltre un settore esposto alla corruzione.
Gli investimenti nelle reti energetiche e di trasporto contribuiscono all’integrazione e a un migliore funzionamento dei mercati e a un miglioramento della sicurezza di approvvigionamento, oltre ad essere essenziali per la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio. La realizzazione di interconnettori dell’energia elettrica e del gas tra Spagna e Francia, ad esempio, è essenziale per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento e migliorare il funzionamento dei mercati dell’energia. Gli investimenti nelle capacità di trasmissione dell’energia elettrica e del gas con e tra gli Stati baltici stanno progredendo anche con l’obiettivo di integrare questi Stati membri nelle reti e nei mercati dell’energia europei. Il recente completamento delle connessioni elettriche tra i tre Stati baltici e Polonia, Finlandia e Svezia aumenta a circa il 25% il tasso di interconnessione. Sono inoltre in via di realizzazione ulteriori investimenti nelle interconnessioni tra gli Stati baltici. La Spagna ha istituito un fondo per migliorare l’accesso via terra ai porti marittimi.
La modernizzazione dell’economia dell’UE impone l’eliminazione dei deficit infrastrutturali per le reti di comunicazione digitale. Il previsto aumento della domanda di reti di comunicazione di elevata qualità non può essere rallentato da ritardi nelle reazioni sul versante dell’offerta. In alcuni Stati membri, nonostante i notevoli sforzi per migliorare la copertura delle reti di infrastrutture di comunicazione di nuova generazione, sarà difficile raggiungere l’obiettivo dell’agenda digitale sulla copertura delle reti di prossima generazione da 30 Mbps o più, per tutti ed entro il 2020.
Riforme nei mercati del prodotto e dei servizi
Il numero di restrizioni nei settori dei servizi resta elevato in molti Stati membri dell’UE. Come risulta dalle stime più recenti della Commissione che accompagnano la pubblicazione della strategia per il mercato unico
, le restrizioni normative hanno un comprovato impatto negativo su investimenti, crescita e occupazione.
I dati rilevati nel quadro del semestre europeo dimostrano l’utilità delle riforme in questo campo. L’OCSE
ha stimato che le riforme strutturali realizzate in Italia nel 2012 dovrebbero aumentare il PIL di 1,5 punti percentuali a cinque anni dalla loro introduzione. Molte di queste riforme sono state decise in risposta alle raccomandazioni rivolte all’Italia nell’ambito del semestre europeo. Altre riforme hanno prodotto risultati tangibili in tempi più brevi. In risposta a una raccomandazione del 2012 rivolta alla Spagna, l’introduzione di autorizzazioni rapide per l’apertura di esercizi commerciali si è tradotta nell’avvio di 7 000 nuovi esercizi nel primo semestre del 2013.
Le relazioni per paese evidenziano un’evoluzione positiva, ma ancora lenta, nelle riforme dei mercati dei servizi in molti Stati membri. Il contributo dei servizi alle imprese alla produttività dell’industria manifatturiera e di altri settori del terziario è essenziale per la modernizzazione delle economie dell’UE. Richiedono particolare attenzione il livello e il numero di restrizioni che prevalgono nei mercati dei servizi professionali alle imprese, in particolare nel settore dei servizi di ingegneria, contabilità, architettura e dei servizi giuridici.
Le riforme dei servizi professionali possono tradursi in risultati tangibili, ma i progressi sono particolarmente lenti. A seguito di una raccomandazione del 2011, la Slovenia ha adottato nel 2012 un programma finalizzato alla deregolamentazione delle professioni. Negli anni successivi sono state formulate ulteriori raccomandazioni che hanno condotto a una piena deregolamentazione o a una semplificazione dell’accesso alle professioni in diversi settori (edilizia, commercio al dettaglio, turismo). Nel 2012 la Polonia ha avviato un processo di riforma graduale e ampio delle professioni regolamentate. La riforma ha riguardato 248 professioni e, nella maggior parte dei casi, le barriere esistenti sono state parzialmente rimosse (mentre per 70 professioni sono state totalmente eliminate). Nel 2015 la Polonia ha adottato la terza e ultima tranche di questa ambiziosa riforma di deregolamentazione. In seguito a una raccomandazione specifica per paese sui servizi legali del 2014, l’Irlanda ha compiuto progressi significativi adottando, entro fine 2015, disposizioni legislative per l’apertura dei mercati interessati.
Il settore edilizio può dare un importante contributo al consolidamento della ripresa, ma non senza riforme. La ripresa del settore dopo la crisi si sta rivelando lenta e difficile e le riforme contribuirebbero a darle un nuovo impulso, sebbene i livelli non sostenibili di prima della crisi non debbano essere presi come riferimento. Nel 2015 la Commissione ha svolto un esame approfondito degli ostacoli nel settore edilizio, che ha confermato una forte eterogeneità di trattamento nei diversi Stati membri.
Negli ultimi anni Danimarca, Germania, Lituania, Polonia, Slovacchia e Svezia sono state oggetto di raccomandazioni specifiche per paese nel settore edile finalizzate all’eliminazione delle relative restrizioni normative. Finora i progressi registrati sono limitati. In Polonia, nel giugno 2015 una nuova legge sull’edilizia ha semplificato gli obblighi amministrativi nel settore, ma si limita a disciplinare un numero limitato di aspetti. In Svezia, una commissione d’inchiesta è stata incaricata di indagare e formulare proposte su come migliorare la concorrenza nel settore dell’edilizia abitativa e dei materiali edili. In Slovacchia, nel settembre 2015 è stata modificata la legge sull’edilizia e sono state semplificate le procedure amministrative per ottenere le concessioni edilizie e d’uso del territorio.
L’accelerazione delle riforme per ridurre gli ostacoli normativi nel settore del commercio al dettaglio avrebbe un forte impatto positivo. Le maggiori pressioni concorrenziali dovute a una riduzione degli ostacoli consentirebbero di migliorare la struttura del mercato e le dinamiche degli investimenti, consentendo l’entrata di imprese più efficienti e innovative. I consumatori beneficerebbero di prezzi più bassi, di un’offerta più varia, di innovazioni e di una migliore qualità, con un conseguente stimolo del consumo interno.
In generale, gli Stati membri hanno compiuto alcuni progressi nel migliorare la regolamentazione nel settore del commercio al dettaglio, ma occorrono ulteriori sforzi. In particolare, c’è margine di miglioramento nelle condizioni di stabilimento. La Finlandia ha abolito la legge che disciplina l’orario di apertura e ha adottato alcune misure per migliorare le condizioni di stabilimento nel settore del commercio al dettaglio attraverso modifiche alla pianificazione dell’uso del suolo. In Spagna, la riforma del 2014 nel settore della vendita sta gettando le basi per condizioni di stabilimento e operative migliori. Tuttavia, la concretizzazione dei benefici di questa riforma è subordinata all’adozione dei necessari provvedimenti di attuazione da parte delle comunità autonome.
Le relazioni sui singoli paesi evidenziano anche la necessità di ulteriori riforme finalizzate a ridurre gli ostacoli nei mercati del prodotto. Negli ultimi anni l’Italia ha introdotto riforme per ridurre le restrizioni del mercato e aumentare la concorrenza (con un pacchetto di liberalizzazioni nel 2012 e, più di recente, con un piano di privatizzazione e con la normativa sulla concorrenza). Si prevede che una maggiore concorrenza nei settori dell’energia e delle telecomunicazioni e il piano di privatizzazione possano tradursi in un aumento del PIL di almeno lo 0,2% nel 2020. Alcuni Stati membri evidenziano tuttora un livello relativamente elevato di oneri regolamentari per i mercati del prodotto in settori come l’energia elettrica, il gas, le telecomunicazioni, le poste nonché i trasporti ferroviari e stradali.
Le riforme degli Stati membri volte a rendere più efficiente l’uso delle risorse e favorire un’economia molto più circolare contribuiranno a stimolare gli investimenti. Diversi Stati membri si stanno attivando in tal senso. Il Belgio e i Paesi Bassi hanno attuato programmi di economia circolare. Il Portogallo ha adottato il Compromisso para o Crescimento Verde, ossia l’impegno per la crescita verde, con cui il paese stabilisce un’ampia serie di misure di promozione della transizione verso un’economia più efficiente sotto il profilo delle risorse, verde e a basse emissioni di carbonio.
Innovazione
L’innovazione è uno dei motori per la modernizzazione dell’economia, catalizza investimenti e sostiene la crescita economica. Per creare condizioni favorevoli all’innovazione occorre combinare una serie di incentivi finanziari e rafforzare il collegamento tra imprese e università. Sono sempre più numerosi gli Stati membri che privilegiano misure di sostegno indiretto, come gli incentivi fiscali, per stimolare la ricerca, lo sviluppo e l’innovazione. La Polonia, ad esempio, all’inizio del 2016 ha introdotto nuovi incentivi fiscali per la ricerca e lo sviluppo. Le nuove esenzioni fiscali legate alla vendita di quote di società considerate ammissibili dovrebbero inoltre incentivare l’erogazione di finanziamenti tramite capitale a favore delle imprese innovative. L’Estonia ha varato iniziative per promuovere l’innovazione negli appalti pubblici e ha erogato finanziamenti a favore di diversi centri tecnologici e di un sistema di voucher per l’innovazione, consentendo alle piccole e medie imprese di collaborare con le università e i centri di competenza. Il legame tra università, ricerca e innovazione imprenditoriale deve inoltre essere rafforzato in molti Stati membri, soprattutto in quelli in cui le performance globali in materia di innovazione hanno recentemente subito una battuta d’arresto o sono addirittura peggiorate, e in altri in cui, nonostante qualche recente progresso permane un notevole divario rispetto alle performance dei leader nel campo dell’innovazione.
5.3
Politiche di bilancio responsabili
Sebbene i disavanzi di bilancio nominali siano stati notevolmente ridotti negli ultimi anni e, stando alle previsioni, siano destinati a diminuire ulteriormente, diversi Stati membri non rispettano le prescrizioni del patto di stabilità e crescita. Stando alle previsioni, il rapporto debito pubblico/PIL dovrebbe diminuire progressivamente rispetto al picco raggiunto nel 2014. La riduzione del disavanzo nel periodo 2015-2017 è dovuta principalmente alla ripresa economica e a una minore spesa per interessi, mentre altre voci della spesa e delle entrate sono globalmente espansionistiche. Il disavanzo strutturale dovrebbe pertanto aumentare lievemente nella zona euro e stabilizzarsi nell’UE dopo anni di costanti miglioramenti. Le politiche di bilancio dovrebbero essere valutate in base al duplice obiettivo della sostenibilità a lungo termine delle finanze pubbliche e della necessità di sostenere la moderata ripresa.
La crescita potrebbe essere sostenuta grazie a una composizione più favorevole delle entrate e delle spese. È necessario compiere ulteriori progressi in termini di riduzione della pressione fiscale sul lavoro. Basandosi sui progressi compiuti in termini di lotta all’evasione fiscale e di miglioramento dell’amministrazione fiscale, sarà necessario adoperarsi ulteriormente per rendere i sistemi fiscali più equi ed efficaci, eliminare i disincentivi alla creazione di posti di lavoro, privilegiare la spesa a favore della crescita e tutelare gli investimenti pubblici produttivi. In questo contesto, l’ulteriore riduzione del rapporto investimenti pubblici/PIL prevista nel periodo 2015-2017 evidenzia la necessità di compiere ulteriori sforzi.
Riquadro 1. Aggiornamenti sulla sorveglianza nell’ambito del patto di stabilità e crescita
Nella sua valutazione dei documenti programmatici di bilancio 2016 per gli Stati membri della zona euro, pubblicata a novembre 2015, la Commissione osservava che per quattro paesi (Spagna, Italia, Lituania e Austria) queste previsioni comportavano un rischio di non conformità con le disposizioni del patto di stabilità e crescita. Altri sette paesi (Belgio, Irlanda, Francia, Lettonia, Malta, Slovenia e Finlandia) erano sostanzialmente conformi, mentre Germania, Estonia, Lussemburgo, Paesi Bassi e Slovacchia erano conformi ai requisiti per il 2016. Il Portogallo non ha presentato il suo documento programmatico di bilancio entro il termine stabilito, ma solo il 22 gennaio 2016, a causa delle elezioni nazionali svoltesi nell’ottobre 2015 e del tempo necessario per formare un nuovo governo.
Tenuto conto del fatto che i negoziati per i bilanci 2016 sono conclusi per la maggior parte degli Stati membri, le previsioni dell’inverno 2016 della Commissione forniscono una base per valutare il modo in cui gli Stati membri hanno fatto confluire i pareri della Commissione nei rispettivi documenti programmatici di bilancio e hanno seguito gli impegni assunti in seno all’Eurogruppo.
Secondo le proiezioni la Spagna non ha rispettato il proprio obiettivo di disavanzo nominale per il 2015 e non si prevede che possa assicurare una tempestiva e duratura correzione entro il 2016. Lo sforzo di bilancio raccomandato non si sta concretizzando.
Per quanto riguarda Belgio, Italia e Finlandia, la Commissione continua a monitorare attentamente l’osservanza del criterio del debito e sottolinea l’importanza di una rigorosa e continua conformità alle raccomandazioni sugli aggiustamenti strutturali previsti dal patto. La Commissione valuterà nuovamente la situazione nel mese di maggio sulla base dei dati relativi ai risultati per il 2015, dei prossimi programmi di stabilità 2015 e delle previsioni della primavera 2016 della Commissione.
Il Portogallo ha presentato il suo documento programmatico di bilancio il 22 gennaio 2016. Nel suo parere sul documento programmatico di bilancio, la Commissione ha ritenuto che i piani del governo siano a rischio di non conformità con le disposizioni del patto di stabilità e crescita e ha invitato le autorità ad adottare le misure necessarie nell’ambito del processo di bilancio nazionale per garantire che il bilancio 2016 sia conforme al patto. La Commissione valuterà nuovamente la situazione nel mese di maggio sulla base del programma nazionale di riforma del Portogallo.
La Commissione monitorerà gli sviluppi di bilancio di tutti gli Stati membri nell’ambito del semestre europeo, basandosi sui programmi nazionali di riforma e sui programmi di stabilità o di convergenza da presentare entro metà aprile, e presenterà le sue raccomandazioni in maggio, insieme ad altri interventi procedurali eventualmente necessari nel quadro del patto.
|
Le relazioni specifiche per paese comprendono anche una valutazione della risposta degli Stati membri alle raccomandazioni che invitavano a rafforzare la dimensione istituzionale e a lungo termine delle loro politiche di bilancio.
Istituzioni e governance di bilancio, sostenibilità a lungo termine delle finanze pubbliche
Molti Stati membri hanno preso provvedimenti per rafforzare diversi aspetti dei quadri di bilancio nazionali. Si stanno facendo progressi in termini di rafforzamento dei quadri di bilancio nazionali, di fondamentale importanza per definire e mantenere politiche adeguate in materia di bilancio. La Bulgaria ha adottato una legislazione che specifica le modalità di rettifica degli scostamenti, la Croazia ha fatto qualche sforzo per migliorare la precisione della pianificazione di bilancio e rafforzare il controllo della spesa, il Portogallo ha ulteriormente riformato la legge quadro sul bilancio e la Slovenia ha adottato la legislazione attuativa della norma costituzionale sul pareggio di bilancio. La maggior parte degli Stati membri ha inoltre creato o potenziato istituzioni di bilancio incaricate di sorvegliare l’attuazione delle norme e dei piani di bilancio nazionali. Ad oggi solo la Repubblica ceca e la Polonia non hanno adottato le leggi istitutive dei consigli per le finanze pubbliche.
La Commissione sta esaminando il recepimento delle norme contenute nel cosiddetto patto di bilancio
, che mirano a rafforzare la coerenza fra i quadri di bilancio nazionali e UE e la loro titolarità da parte degli Stati membri. La Commissione sta avviando consultazioni con le parti contraenti per dar loro la possibilità di presentare osservazioni sulle sue conclusioni, conformemente all’articolo 8, paragrafo 1, del trattato sulla stabilità, sul coordinamento e sulla governance nell’Unione economica e monetaria, prima dell’adozione della sua relazione nel 2016.
Il previsto aumento della spesa legata all’invecchiamento demografico potrebbe comportare rischi per la sostenibilità delle finanze pubbliche a medio-lungo termine. La popolazione sta invecchiando rapidamente nell’UE e, in particolare, nella zona euro. Nei prossimi quarant’anni si prevede un calo della popolazione in età lavorativa pari in media allo 0,4% annuo. L’invecchiamento ha un impatto diretto sulle finanze pubbliche in termini di spesa per le pensioni, assistenza sanitaria e assistenza di lunga durata. In assenza di misure correttive, più di metà degli Stati membri dovrà affrontare rischi medio-elevati per la sostenibilità
. Si osservano buoni progressi in molti paesi e i rischi per la sostenibilità a lungo termine sono diminuiti dall’inizio della crisi, grazie soprattutto all’attuazione di riforme delle pensioni e a recenti risanamenti di bilancio. Tuttavia, occorre ancora affrontare notevoli sfide in termini di prevista evoluzione della spesa legata all’invecchiamento demografico.
La riforma dei regimi pensionistici progredisce in misura diversa nei diversi Stati membri. Le raccomandazioni specifiche per paese dell’anno scorso consideravano i regimi pensionistici di una serie di Stati membri (Belgio, Bulgaria, Croazia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Austria, Polonia, Portogallo, Romania e Slovenia) come settori problematici a più lungo termine. Il Belgio ha adottato l’ultima parte della riforma delle pensioni concordata nel 2014, in particolare l’aumento dell’età pensionabile a 66 anni nel 2025 e a 67 anni nel 2030. In Finlandia, il Parlamento ha adottato una riforma delle pensioni nel novembre 2015, decidendo in particolare che l’età minima per poter accedere alla pensione di vecchiaia sarà gradualmente portata a 65 anni entro il 2025. A partire dal 2027, l’età pensionabile minima sarà legata all’aspettativa di vita, il che significa che il rapporto fra gli anni trascorsi al lavoro e quelli in pensione rimarrà al livello del 2025. In Francia, l’accordo raggiunto nell’ottobre 2015 fra le parti sociali dovrebbe migliorare la situazione finanziaria del regime pensionistico integrativo.
Per un certo numero di Stati membri, le raccomandazioni specifiche per paese annoveravano i sistemi sanitari fra i settori che richiedono particolare attenzione. La riforma della sanità, il cui scopo è garantire l’efficienza dei servizi e la loro accessibilità a prezzi ragionevoli, progredisce in misura diversa a seconda degli Stati membri. Irlanda, Spagna e Romania sono intervenute per controllare la spesa farmaceutica. La Romania ha compiuto progressi nel porre rimedio all’uso inefficiente delle risorse e l’Irlanda ha compiuto progressi nell’attuazione dei finanziamenti basati sulle attività. La Slovacchia ha rafforzato il ruolo di indirizzo dei medici generici, gli audit finanziari e il sistema di informazione. La Repubblica ceca sta migliorando l’efficienza in ambito ospedaliero, la trasparenza contrattuale tra assicuratori e prestatori e la centralizzazione degli appalti pubblici. Il processo di riforma avviato in una serie di Stati membri deve continuare ed essere approfondito per garantire una base di finanziamento sostenibile per i sistemi sanitari e la possibilità per tutti di avere un adeguato accesso a cure sanitarie efficaci.
6.
Prossime fasi
Al termine delle discussioni in sede di Consiglio e di un più ampio dialogo con il Parlamento europeo, le parti sociali e le altre parti interessate, le raccomandazioni di politica economica per la zona euro sono state approvate dal Consiglio europeo durante il vertice del 18 e 19 febbraio 2016.
L’analisi presentata nelle relazioni per paese sarà discussa con gli Stati membri durante riunioni bilaterali. I vicepresidenti della Commissione e i commissari si recheranno negli Stati membri per incontrare gli esponenti di governo e parlamento, le parti sociali e le altre parti interessate.
Gli Stati membri dovrebbero affrontare le sfide individuate nei programmi nazionali di riforma e nei programmi di stabilità o di convergenza, che vanno presentati alla Commissione entro la metà di aprile. La Commissione ha invitato gli Stati membri a concertarsi strettamente con i parlamenti nazionali e le parti sociali nella fase di elaborazione dei programmi nazionali di riforma.
Appendice 1 - Sorveglianza integrata degli squilibri macroeconomici e di bilancio
|
Risultato degli esami approfonditi 2016 previsti dalla procedura per gli squilibri macroeconomici (PSM)
|
Patto di stabilità e crescita
OMT: obiettivo a medio termine / PDE: procedura per
i disavanzi eccessivi)
|
Osservazioni, comprese
le modifiche aggiornate
all’8 marzo 2016
|
BE
|
Nessuno squilibrio
|
Braccio preventivo
OMT non ancora raggiunto; paese soggetto alla regola transitoria del debito
|
Uscita dalla PSM
|
BG
|
Squilibri eccessivi
|
Braccio preventivo
OMT non ancora raggiunto
|
|
CZ
|
|
Braccio preventivo
OMT raggiunto
|
|
DK
|
|
Braccio preventivo
OMT non ancora raggiunto
|
|
DE
|
Squilibri
|
Braccio preventivo
Superamento dell’OMT; paese soggetto alla regola del debito
|
|
EE
|
Nessuno squilibrio
|
Braccio preventivo
Superamento dell’OMT;
|
|
IE
|
Squilibri
|
Braccio correttivo
Disavanzo eccessivo, termine per la correzione: 2015
OMT non ancora raggiunto; paese soggetto alla regola transitoria del debito
|
|
EL
|
|
Braccio correttivo
Disavanzo eccessivo, termine per la correzione: 2016
|
Paese soggetto a un programma di assistenza finanziaria ad hoc
|
ES
|
Squilibri
|
Braccio correttivo
Disavanzo eccessivo, termine per la correzione: 2016
|
Raccomandazione sul bilancio separata in vista dei rischi relativi a una correzione tempestiva
|
FR
|
Squilibri eccessivi
|
Braccio correttivo
Disavanzo eccessivo, termine per la correzione: 2017
|
|
HR
|
Squilibri eccessivi
|
Braccio correttivo
Disavanzo eccessivo, termine per la correzione: 2016
|
|
IT
|
Squilibri eccessivi
|
Braccio preventivo
OMT non ancora raggiunto; paese soggetto alla regola del debito
|
|
CY
|
|
Braccio correttivo
Disavanzo eccessivo, termine per la correzione: 2016
|
Paese soggetto a un programma di assistenza finanziaria ad hoc
|
LV
|
|
Braccio preventivo
OMT non ancora raggiunto
|
|
LT
|
|
Braccio preventivo
OMT non ancora raggiunto
|
|
LU
|
|
Braccio preventivo
Superamento dell’OMT;
|
|
HU
|
Nessuno squilibrio
|
Braccio preventivo
OMT non ancora raggiunto; paese soggetto alla regola del debito
|
Uscita dalla PSM
|
MT
|
|
Braccio preventivo
OMT non ancora raggiunto; paese soggetto alla regola del debito
|
|
NL
|
Squilibri
|
Braccio preventivo
OMT non ancora raggiunto; paese soggetto alla regola transitoria sul debito
|
|
AT
|
Nessuno squilibrio
|
Braccio preventivo
OMT non ancora raggiunto; paese soggetto alla regola transitoria del debito
|
|
PL
|
|
Braccio preventivo
OMT non ancora raggiunto
|
|
PT
|
Squilibri eccessivi
|
Braccio correttivo
Disavanzo eccessivo, termine per la correzione: 2015
OMT non ancora raggiunto; paese soggetto alla regola transitoria del debito
|
|
RO
|
Nessuno squilibrio
|
Braccio preventivo
OMT non ancora raggiunto
|
Uscita dalla PSM
|
SI
|
Squilibri
|
Braccio correttivo
Disavanzo eccessivo, termine per la correzione: 2015
OMT non ancora raggiunto; paese soggetto alla regola transitoria del debito
|
|
SK
|
|
Braccio preventivo
OMT non ancora raggiunto
|
|
FI
|
Squilibri
|
Braccio preventivo
OMT non ancora raggiunto; debito superiore al valore di riferimento del 60% del PIL
|
|
SE
|
Squilibri
|
Braccio preventivo
OMT raggiunto
|
|
UK
|
Nessuno squilibrio
|
Braccio correttivo
Disavanzo eccessivo, termine per la correzione: 2016-17
|
Uscita dalla PSM
|
(situazione all’8 marzo 2016)
Appendice 2 - Progressi verso gli obiettivi strategici di Europa 2020
Obiettivi strategici per l’UE di Europa 2020
|
Dati del 2010
|
Dati più recenti disponibili
|
Nel 2020, sulla base dell’andamento recente
|
1. Aumentare di almeno il 75% il tasso di occupazione della popolazione tra i 20 e i 64 anni
|
68,6%
|
69,2% (2014)
70,5% (3T 2015)
|
Raggiungimento dell’obiettivo: poco probabile
|
2. Portare gli investimenti combinati pubblici e privati in R&S al 3% del PIL
|
1,93%
|
2,03% (2014)
|
Raggiungimento dell’obiettivo: poco probabile
|
3a. Ridurre le emissioni di gas a effetto serra almeno del 20% rispetto ai livelli del 1990
|
riduzione del 14,3%
|
riduzione del 23% (2014)
|
Raggiungimento dell’obiettivo: probabile
|
3b. Aumentare al 20% la quota di energie rinnovabili nel consumo finale di energia
|
12,8%
|
16% (2014)
|
Raggiungimento dell’obiettivo: probabile
|
3c. Migliorare del 20% l’efficienza energetica
|
aumento del 5,6% del consumo di energia primaria
|
aumento del 15,7% (2014)
|
Raggiungimento dell’obiettivo: probabile
|
4a. Ridurre i tassi di abbandono scolastico al di sotto del 10%
|
13,9%
|
11,2% (2014)
|
Raggiungimento dell’obiettivo: probabile
|
4b. Portare almeno al 40% la quota della popolazione tra i 30 e i 34 anni che ha completato un ciclo di istruzione superiore
|
33,8%
|
37,9% (2014)
|
Raggiungimento dell’obiettivo: probabile
|
5. Ridurre il rischio di povertà e esclusione sociale per almeno 20 milioni di persone
|
aumento di 1,4 milioni di EUR (rispetto all’anno di riferimento 2008)
|
aumento di 4,5 milioni di EUR (2014)
|
Raggiungimento dell’obiettivo: poco probabile
|
Appendice 3 - Riassunto dei risultati degli esami approfonditi per Stato membro
Il Belgio non presenta squilibri macroeconomici. Le deboli prestazioni sul piano delle esportazioni e della competitività si accompagnano a un debito pubblico elevato, con possibili rischi futuri. Sviluppi recenti indicano tuttavia una stabilizzazione delle quote del mercato delle esportazioni e una riduzione della crescita salariale. Nonostante il debito pubblico elevato e non saldamente avviato verso una diminuzione, il che implica vulnerabilità, i rischi a breve termine sembrano essere contenuti. Recenti misure prevedono la moderazione salariale e la riduzione dei contributi della previdenza sociale. Al fine di garantire che la correzione sia duratura sarebbe necessaria una riforma strutturale del quadro per la determinazione dei salari. Lo sforzo di bilancio necessario per garantire la sostenibilità a lungo termine delle finanze pubbliche è più impegnativo in un contesto di modesta crescita nominale.
La Bulgaria presenta squilibri macroeconomici eccessivi. L’economia è caratterizzata da fragilità tuttora esistenti nel settore finanziario e da un elevato indebitamento delle imprese in un contesto di elevata disoccupazione. Sebbene la liquidità e la redditività del settore bancario siano migliorate, una valutazione più completa del settore è possibile solo sulla base dell’esame della qualità delle attività e delle prove di stress che verranno effettuati prossimamente. L’elevata disoccupazione di lunga durata è cresciuta ulteriormente in un contesto contraddistinto da problemi di aggiustamento legati alle tensioni sul mercato del lavoro, mentre il disallineamento tra domanda e offerta di competenze ostacola la creazione di posti di lavoro. Guardando al futuro, il piano per riformare e sviluppare la vigilanza bancaria deve ancora essere pienamente attuato, e una maggiore efficienza della procedura d’insolvenza è una sfida ancora irrisolta, mentre varie proposte legislative sono in fase di preparazione. Rimangono inoltre vulnerabilità nel settore non bancario.
La Germania presenta squilibri macroeconomici. L’elevato e persistente avanzo delle partite correnti ha una rilevanza transfrontaliera e riflette un eccesso di risparmio e investimenti insufficienti sia nel settore privato che in quello pubblico. La debolezza degli investimenti interni frena la crescita potenziale e la forte dipendenza dalla domanda estera comporta rischi macroeconomici in un contesto di domanda estera modesta. Mentre i consumi privati si sono in qualche misura rafforzati, la debolezza degli investimenti appare radicata. Gli investimenti pubblici sono diminuiti nonostante il margine di bilancio disponibile e condizioni di finanziamento favorevoli; inoltre, le misure adottate per aumentare gli investimenti pubblici non bastano per contrastare la carenza di investimenti infrastrutturali. Occorrono ulteriori azioni per migliorare le condizioni per gli investimenti privati, anche tramite una riforma del settore dei servizi e una maggiore efficienza del sistema fiscale.
L’Estonia non presenta squilibri macroeconomici. Un aumento del costo unitario del lavoro rischia di esporre il paese a una perdita di competitività, ma secondo le previsioni sarà moderato in considerazione di un incremento della produttività e di un calo della crescita dei salari reali. I prezzi delle abitazioni sono fortemente cresciuti, seppur in linea con l’andamento dei redditi, e si prevede che l’offerta abitativa si adeguerà alla domanda in ripresa. Tuttavia, ulteriori aumenti dei prezzi potrebbero costituire un rischio per l’economia reale, per cui il dato va tenuto sotto controllo. Occorre intensificare gli sforzi intesi a promuovere la produttività e aumentare le esportazioni a più alto valore aggiunto, mentre gli sforzi per stimolare l’offerta di lavoro e alleviare le pressioni salariali sono ancora in una fase iniziale. Sono state attuate varie politiche macroprudenziali con un impatto sui prezzi delle abitazioni, ancora da valutare.
L’Irlanda presenta squilibri macroeconomici. Nonostante i miglioramenti, gli elevati stock di passività nette verso l’estero e di debito pubblico e privato costituiscono un punto debole. Le passività nette verso l’estero hanno registrato una forte tendenza al ribasso grazie a una notevole eccedenza delle partite correnti e ad incrementi della competitività. Il debito pubblico e quello privato seguono una traiettoria discendente per effetto di condizioni favorevoli alla crescita. Le banche sono state opportunamente ricapitalizzate e la loro redditività sta migliorando. I crediti deteriorati, che avevano raggiunto livelli elevati, sono in calo. Nonostante un forte aumento dei prezzi degli immobili nel 2014, non vi sono prove evidenti di sopravvalutazione. L’economia rimane comunque esposta a oscillazioni cicliche e a shock esterni potenzialmente significativi. Nel paese è stata adottata un’ampia gamma di misure, in particolare durante il programma di assistenza finanziaria, per affrontare le principali sfide in termini di ristrutturazione del sistema bancario, disciplina in materia di insolvenza, mercato abitativo e sostenibilità delle finanze pubbliche.
La Spagna presenta squilibri macroeconomici. Ampi squilibri di stock sotto forma di debito estero e interno, sia pubblico che privato, in un contesto di elevata disoccupazione, continuano a costituire punti deboli di rilevanza transfrontaliera. I dati relativi al saldo delle partite correnti e alla competitività in termini di costi stanno migliorando, ma non si prevede che le passività nette verso l’estero raggiungano rapidamente livelli prudenti. La riduzione dell’indebitamento del settore privato è in corso e incontra ora condizioni di crescita favorevoli, mentre il debito pubblico continua ad aumentare. Nonostante le misure adottate riguardo al settore finanziario, al quadro in materia di insolvenza per le imprese e le persone fisiche e alla legislazione a tutela dell’occupazione, sono necessari ulteriori interventi, in particolare per quanto riguarda il processo di determinazione dei salari, l’innovazione e le competenze, e il rispetto del patto di stabilità e crescita.
La Francia presenta squilibri macroeconomici eccessivi. L’elevato debito pubblico, accompagnato da una diminuzione della crescita della produttività e della competitività, può comportare rischi con rilevanza transfrontaliera per il futuro. Il debito pubblico continua ad aumentare e gli sviluppi recenti non indicano una chiara ripresa della competitività e della produttività. Anche se i margini di profitto sono aumentati, una ripresa degli investimenti non è prevista prima del 2017. Sono state adottate misure per ridurre il cuneo fiscale sul lavoro, e gli impegni politici si sono recentemente intensificati. Tuttavia, un’efficace attuazione delle riforme strutturali resta essenziale anche per quanto riguarda il sistema di determinazione dei salari e gli ostacoli normativi alla crescita delle imprese, mentre la revisione della spesa deve essere più ambiziosa.
La Croazia presenta squilibri macroeconomici eccessivi. Le vulnerabilità sono legate agli elevati livelli del debito pubblico, delle imprese ed estero, in un contesto di elevata disoccupazione. La modesta ripresa economica dovrebbe sostenere la riduzione dell’indebitamento delle imprese, e il miglioramento del saldo delle partite correnti dovrebbe contribuire a una riduzione delle passività esterne, mentre il debito pubblico dovrebbe continuare ad aumentare. Nel settore bancario, i crediti deteriorati rimangono elevati e la redditività è bassa. Occorrono un ulteriore sforzo di risanamento e miglioramenti della governance di bilancio. Sebbene siano state adottate misure per migliorare il quadro in materia di insolvenza e aumentare la flessibilità del mercato del lavoro, permangono lacune sostanziose a livello di politiche, in particolare per quanto riguarda la governance delle imprese di proprietà pubblica, l’efficienza della pubblica amministrazione e la risoluzione dei crediti deteriorati.
L’Italia presenta squilibri macroeconomici eccessivi. L’elevato debito pubblico e la prolungata debolezza della dinamica della produttività comportano, per il futuro, rischi di rilevanza transfrontaliera. Nonostante la crescita moderata dei salari, la competitività rimane debole, poiché la dinamica della produttività ha subito un deterioramento, il che limita l’adeguamento del costo unitario del lavoro. La lentezza della risoluzione dei crediti deteriorati grava sui bilanci delle banche. L’elevata disoccupazione di lunga durata incide negativamente sulle prospettive di crescita. La riduzione del debito pubblico richiederebbe avanzi primari più elevati e una crescita nominale sostenuta per il futuro. Sono state adottate politiche volte a riformare le istituzioni del mercato del lavoro e ad affrontare i problemi dei crediti deteriorati, della pubblica amministrazione, della giustizia e dell’istruzione. Permangono delle carenze a livello di politiche, soprattutto per quanto riguarda le privatizzazioni, il quadro della contrattazione collettiva, la revisione della spesa pubblica, le misure di apertura del mercato, l’imposizione fiscale e la lotta contro la corruzione.
L’Ungheria non presenta squilibri macroeconomici. Nonostante le preoccupazioni ancora persistenti per le esigenze di rinnovo del debito estero e la quota di crediti deteriorati, i rischi legati alle passività estere ed interne sono stati ridotti. La notevole riduzione delle passività nette verso l’estero è stata determinata dagli elevati avanzi delle partite correnti e in conto capitale. I flussi di credito verso il settore privato rimangono modesti in un contesto di scarsa redditività delle banche. Sono state adottate misure volte a rendere più prevedibile il quadro regolamentare nel settore finanziario, a diminuire la pressione fiscale sulle banche, a ridurre la quota di debito in valuta estera e a introdurre regimi di prestiti agevolati. L’impatto di queste misure, introdotte di recente, sui prestiti bancari deve ancora prendere forma. Inoltre, permangono alcune lacune per quanto riguarda la competitività non legata ai costi, la produttività e il contesto generale in cui operano le imprese.
I Paesi Bassi presentano squilibri macroeconomici. L’elevato e persistente avanzo delle partite correnti ha rilevanza transfrontaliera. L’avanzo deriva principalmente da caratteristiche strutturali dell’economia e politiche in materia di imprese non finanziarie. Il settore delle famiglie è caratterizzato da uno stock di debito molto elevato e dalla necessità di ridurlo. L’avanzo delle partite correnti è in lieve diminuzione dal 2013 grazie al miglioramento delle condizioni cicliche, ma la riduzione dell’indebitamento delle famiglie contribuisce a mantenerlo a un livello elevato. Sono state adottate misure per sostenere il processo di riduzione dell’indebitamento delle famiglie, ma la loro attuazione è lenta. Un pacchetto di misure fiscali dovrebbe favorire i consumi e contribuire in tal modo a ridurre l’avanzo nel 2016.
L’Austria non presenta squilibri macroeconomici. L’esposizione delle banche austriache verso l’estero e i prestiti in valuta estera implicano potenziali ricadute negative, anche in considerazione delle posizioni patrimoniali delle banche e delle prospettive di redditività. Tuttavia, le esposizioni estere delle banche sono state ridotte, mentre una maggiore capitalizzazione e misure di attenuamento dei rischi dovrebbero gradualmente sostenere la capacità di prestito del settore bancario. La ristrutturazione degli istituti finanziari ha pesato sulle finanze pubbliche, ma attualmente procede senza bisogno di ulteriore sostegno pubblico. Le misure di vigilanza hanno rafforzato la capacità di rischio e la resilienza del settore bancario nazionale e hanno migliorato la base di finanziamento locale e la qualità delle attività delle operazioni all’estero. Le quote del mercato delle esportazioni sono peggiorate, ma sono in fase di stabilizzazione dopo anni di perdite.
Il Portogallo presenta squilibri macroeconomici eccessivi. L’elevato ammontare delle passività nette verso l’estero e del debito pubblico e privato, e l’elevata percentuale di crediti deteriorati rappresentano punti deboli in un contesto di elevata disoccupazione. Le partite correnti hanno registrato un lieve avanzo. L’indebitamento è diminuito per quanto riguarda le famiglie, mentre continua a gravare sulle prestazioni delle imprese. Il debito pubblico, a livelli molto elevati, dovrebbe diminuire gradualmente Sono stati adottati interventi riguardo al settore finanziario, all’accesso ai finanziamenti, alle procedure di insolvenza, al funzionamento del mercato del lavoro, all’istruzione e alla sostenibilità di bilancio a lungo termine. Tuttavia, le politiche continuano a presentare carenze per quanto riguarda i mercati del prodotto e dei servizi, la ristrutturazione del debito delle imprese e alcuni aspetti fiscali e particolari del mercato del lavoro.
La Romania non presenta squilibri macroeconomici. I rischi sono legati all’elevato stock di passività nette verso l’estero, alle vulnerabilità del settore bancario e a una politica di bilancio prociclica, unitamente a una forte crescita dei salari. In un contesto di ripresa più consistente, le passività nette verso l’estero si sono notevolmente ridotte rispetto agli alti livelli registrati in precedenza. Con il sostegno della Commissione, sono state prese misure volte a rafforzare il settore finanziario, e il settore bancario presenta attualmente un buon livello di capitalizzazione e di liquidità, sebbene una serie di iniziative legislative ne mettano a rischio la stabilità. Le retribuzioni del settore pubblico e il salario minimo sono stati aumentati, con un conseguente rischio di prociclicità della politica di bilancio.
La Slovenia presenta squilibri macroeconomici. Le debolezze del settore bancario, l’indebitamento delle imprese e i rischi di bilancio costituiscono dei punti deboli. Le passività verso l’estero si stanno riducendo, il settore bancario si è stabilizzato e le vulnerabilità nel settore delle imprese vengono affrontate attraverso ristrutturazioni operative e finanziarie. Le pressioni per la riduzione dell’indebitamento si stanno alleggerendo, ma continuano a pesare sugli investimenti delle imprese e sulle prospettive di ripresa. Gli oneri amministrativi continuano a rendere poco agevole l’ambiente in cui operano le imprese. Sono state attuate misure per quanto riguarda il governo societario della “bad bank” e sono stati compiuti progressi significativi in materia di governance delle imprese di proprietà pubblica. I progressi in materia di riduzione degli oneri amministrativi, invece, sono stati limitati e la strategia in materia di investimenti diretti esteri non è ancora stata pienamente attuata. Occorrono ulteriori interventi per avviare il debito su un percorso di riduzione duratura.
La Finlandia presenta squilibri macroeconomici. Il paese ha registrato perdite di competitività dovute al declino di settori e imprese importanti e a una crescita salariale superiore alla produttività, che hanno causato un drastico calo del saldo delle partite correnti. Il debito privato è elevato e ciò può costituire una vulnerabilità, anche se il settore finanziario è solido. La competitività a livello dei costi ha gradualmente iniziato a migliorare e il calo delle quote del mercato delle esportazioni ha subito un rallentamento, mentre la bilancia delle partite correnti si sta muovendo verso un avanzo. Le pressioni per una riduzione dell’indebitamento dovrebbero rimanere contenute. Le parti sociali hanno concordato aumenti salariali contenuti e sono state avviate iniziative per rilanciare la crescita in settori ad alta tecnologia e per favorire le esportazioni. Le recenti misure sui mutui ipotecari potrebbero limitare la crescita dell’indebitamento delle famiglie.
La Svezia presenta squilibri macroeconomici. L’elevato e crescente debito delle famiglie, associato a prezzi delle abitazioni a loro volta elevati e in aumento in un contesto di flussi di credito positivi, comporta rischi di correzioni disordinate con implicazioni per l’economia reale e il settore bancario. Non sono state adottate misure per correggere i prezzi delle abitazioni, e i fattori che attualmente li spingono al rialzo continueranno probabilmente ad agire nel prossimo futuro. Sono state adottate misure a livello macroprudenziale, che possono tuttavia risultare insufficienti. Nel complesso, permangono lacune per quanto riguarda la tassazione dell’edilizia abitativa, l’ammortamento dei mutui ipotecari e il funzionamento dell’offerta abitativa e del mercato delle locazioni.
Il Regno Unito non presenta squilibri macroeconomici. L’elevato debito delle famiglie, l’alto livello dei prezzi immobiliari e i forti disavanzi delle partite correnti possono rappresentare dei punti deboli. Tuttavia, la situazione finanziaria delle famiglie è solida a livello aggregato e sia i livelli di indebitamento delle famiglie sia la crescita dei prezzi delle abitazioni sono diminuiti a partire dal 2014. I rischi connessi all’elevato disavanzo delle partite correnti sono attenuati da un quadro istituzionale favorevole e da un basso livello di passività in valuta estera, e il disavanzo dovrebbe ridursi con l’attenuarsi delle condizioni cicliche sfavorevoli. Le numerose iniziative del governo devono ancora esercitare un impatto significativo sugli squilibri tra offerta e domanda abitativa.
____________________________