27.9.2016   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 353/55


P8_TA(2015)0212

Swaziland, il caso degli attivisti per i diritti umani Thulani Maseko e Bheki Makhubu

Risoluzione del Parlamento europeo del 21 maggio 2015 sullo Swaziland, in particolare sul caso degli attivisti per i diritti umani Thulani Maseko e Bheki Makhubu (2015/2712(RSP))

(2016/C 353/11)

Il Parlamento europeo,

visto l'accordo di Cotonou,

vista la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo,

visto il Patto internazionale sui diritti civili e politici,

vista la Carta africana dei diritti dell'uomo e dei popoli,

vista la legge del 2000 in materia di relazioni industriali dello Swaziland (quale modificata),

visto il programma «lavoro dignitoso» dell'Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) per lo Swaziland,

visti l'Esame periodico universale del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite riguardo allo Swaziland, del 4 ottobre 2011,

visto il sistema di preferenze generalizzate dell'Unione europea (SPG), quale approvato dal Parlamento il 31 ottobre 2012,

vista la dichiarazione dell'UE rilasciata in occasione della 103a sessione della Conferenza internazionale del lavoro, tenutasi a Ginevra il 6 giugno 2014,

vista la dichiarazione rilasciata dal portavoce del vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza il 30 luglio 2014 in merito alla condanna di Bheki Makhubu, direttore del periodico The Nation, e Thulani Maseko, avvocato difensore dei diritti umani,

vista la risoluzione n. 286 della Commissione africana per i diritti dell'uomo e dei popoli in materia di libertà di espressione nel Regno dello Swaziland,

vista la dichiarazione dell'UE a livello locale rilasciata il 1o aprile 2014 sul recente arresto e il protrarsi della detenzione di Bheki Makhubu, direttore del periodico The Nation, e Thulani Maseko, avvocato difensore dei diritti umani,

visto il comunicato stampa rilasciato il 28 marzo 2014 dal relatore speciale della Commissione africana per i diritti dell'uomo e dei popoli in materia di libertà di espressione e accesso alle informazioni in Africa nell'ambito dell'arresto di Thulani Rudolf Maseko e Bheki Makhubu,

visti l'articolo 135, paragrafo 5, e l'articolo 123, paragrafo 4, del suo regolamento,

A.

considerando che lo Swaziland è una monarchia assoluta, in cui nel 1973 è stato dichiarato lo stato di emergenza ancora in vigore 41 anni dopo, governata dal re Mswati III il quale ha autorità assoluta sul consiglio dei ministri, il parlamento e la magistratura; che durante il regno di Mswati III il paese ha registrato un significativo deterioramento della situazione dei diritti umani e delle condizioni di vita nonché un aumento della povertà cronica, mentre è diminuito il rispetto dello Stato di diritto, come sottolineato in particolare dallo scioglimento dei partiti politici; che le violazioni contro i diritti fondamentali dei lavoratori sono ormai sistematiche e che nell'ultimo decennio il governo dello Swaziland ha violato i diritti umani e sindacali, oltre a non rispettare gli interventi dell'OIL sull'applicazione della Convenzione n. 87;

B.

considerando che Thulani Maseko, avvocato presso il Congresso dei sindacati dello Swaziland, è stato arrestato il 17 marzo 2014 dopo aver scritto un articolo nel quale criticava la mancanza di indipendenza nel sistema giudiziario dello Swaziland; che il 19 marzo 2015, in seguito alla pubblicazione di una lettera scritta in prigione in cui denunciava le sue condizioni di detenzione, è stato giudicato dinanzi a una commissione disciplinare in carcere, senza la presenza di un avvocato, ed è stato quindi costretto all'isolamento; che Thulani Maseko ha contestato tale decisione, ma fino ad ora non è stata ancora annunciata la data dell'udienza presso l'Alta Corte;

C.

considerando che Bheki Makhubu, giornalista e caporedattore del periodico The Nation (considerato l'unico giornale indipendente del paese), è stato arrestato con l'accusa di provocare scandalo ai danni della magistratura e oltraggio alla corte, in seguito alla pubblicazione di un articolo nel quale criticava il sistema giudiziario;

D.

considerando che il 17 luglio 2014 l'Alta Corte dello Swaziland ha condannato Thulani Maseko e Bheki Makhubu per oltraggio alla corte con due anni di reclusione, emettendo una sentenza che appare sproporzionata rispetto alla pena solitamente imposta in casi simili, ovvero 30 giorni di reclusione con la possibilità di pagare una multa; che il giudice incaricato del processo, Mpendulo Simelane, era stato menzionato in uno degli articoli pubblicati da Maseko, il che costituisce un chiaro caso di conflitto di interessi e impedimento a un equo processo;

E.

considerando che nello Swaziland le vessazioni giudiziarie ai danni delle voci critiche non si limitano ai casi di Maseko e Makhubu, ma rientrano in una tendenza preoccupante che vede la limitazione della libertà di espressione nel paese, in cui 32 leggi impongono restrizioni alla libertà di espressione e all'accesso alle informazioni e in cui i partiti politici sono vietati dal 1973;

F.

considerando che, oltre alle accuse di oltraggio alla corte contro gli oppositori, le autorità dello Swaziland ricorrono attivamente anche alla legge del 2008 sulla repressione del terrorismo e alla legge del 1938 sulle attività sovversive e di sedizione al fine di intimidire gli attivisti e limitare l'esercizio del diritto alla libertà di espressione, associazione e riunione pacifica, e che nel settembre 2014 tali autorità hanno altresì avviato un procedimento giudiziario contro Thulani Maseko, a norma della legge sulle attività sovversive e di sedizione, per un'accusa di sedizione risalente al 2009; che le organizzazioni internazionali hanno condannato le disposizioni contenute in detta legge in quanto incompatibili sotto diversi aspetti con gli obblighi assunti dallo Swaziland in materia di diritti umani;

G.

considerando che nell'aprile 2014 sette persone sono state arrestate e accusate di atti di terrorismo semplicemente per aver indossato magliette a sfondo politico; che il 7 agosto 2014 in un'allocuzione al parlamento il primo ministro dello Swaziland, Barnabas Sibusiso Dlamini, ha affermato che i due leader sindacali che hanno partecipato al vertice africano a Washington DC andrebbero strangolati per aver criticato il governo e che soltanto ai sindacati riconosciuti dovrebbe essere consentito di celebrare il Primo Maggio;

H.

considerando che l'8 ottobre 2014, Winnie Magagula, il ministro del Lavoro e della sicurezza sociale dello Swaziland, ha sospeso con effetto immediato tutte le federazioni, sciogliendo il Congresso sindacale dello Swaziland (TUCOSWA), l'Unione dei sindacati dello Swaziland (ATUSWA), la Federazione dei datori di lavoro e delle Camere di commercio dello Swaziland (FSE&CC) e una serie di organi legali, e che l'articolo 5 della convenzione dell'OIL n. 87 sulla libertà di associazione, ratificata dal governo dello Swaziland, riconosce il diritto delle organizzazioni dei lavoratori di aderire alle federazioni e alle confederazioni di loro scelta;

I.

considerando che il governo dello Swaziland ha completamente ignorato le raccomandazioni e i ripetuti appelli del Movimento internazionale dei sindacati a rispettare i diritti garantiti ai sensi delle convenzioni internazionali ratificate dallo Swaziland, in particolare la convenzione ILO n. 87, sospendendo invece del tutto il diritto dei lavoratori di associarsi liberamente e svolgere attività sindacali;

J.

considerando che in seguito a una missione conoscitiva nello Swaziland, organizzata dalla Confederazione internazionale dei sindacati il 14-16 maggio 2015 per valutare i progressi concernenti la libertà di associazione e rendere visita ad attivisti politici e per i diritti umani, il TUCOSWA è stato infine nuovamente registrato; che, ciononostante, le autorità non hanno assicurato che non interferiranno con la gestione e l'organizzazione dei sindacati, e che di fatto la polizia si è presentata alle riunioni dei sindacati;

K.

considerando che, il 15 luglio 2014, l'UE ha concluso i negoziati relativi a un accordo di partenariato economico (APE) con il gruppo APE SADC (incluso lo Swaziland), la cui presentazione al Parlamento europeo è prevista per il secondo semestre 2015 ai fini di una eventuale approvazione;

L.

considerando che dal novembre 2014 lo Swaziland non può più avvalersi dell'accordo commerciale preferenziale con gli USA di cui all'Atto di crescita e opportunità per l'Africa (AGOA), dato che il governo non è stato in grado di adottare le misure di riforma che aveva deciso volontariamente di intraprendere nel 2013, tra cui provvedimenti per affrontare le restrizioni alla libertà di associazione, di assemblea e di espressione, come la reclusione di Maseko e Makhubu, e la modifica della legge sulla repressione del terrorismo, della legge sull'ordine pubblico e della legge sulle relazioni industriali;

M.

considerando che a norma dell'11o Fondo europeo di sviluppo (FES) l'UE ha assegnato 62 milioni di EUR per quanto concerne il programma indicativo nazionale per il periodo 2014-2020, privilegiando anche la promozione della buona governance, la trasparenza, la responsabilità, l'indipendenza della magistratura, lo Stato di diritto e il potenziamento della sicurezza;

1.

chiede la liberazione immediata e incondizionata di Maseko e Makhubu, dato che la loro incarcerazione è direttamente connessa all'esercizio legittimo della loro libertà di espressione e opinione; chiede altresì la liberazione immediata e incondizionata di tutti i prigionieri di coscienza e prigionieri politici, tra cui Mario Masuku, presidente del Movimento democratico unito del popolo, e Maxwell Dlamini, segretario generale del Congresso della gioventù dello Swaziland; condanna le dure condizioni di detenzione dei prigionieri e invita le autorità dello Swaziland a garantire in qualsiasi circostanza la loro incolumità fisica e psicologica;

2.

ricorda che lo Swaziland si è impegnato, nel quadro dell'accordo di Cotonou, a rispettare i principi di democrazia, Stato di diritto e diritti umani, che comprendono la libertà di espressione e la libertà dei mezzi di comunicazione; esprime profonda preoccupazione per l'erosione della democrazia e dei diritti fondamentali in Swaziland e per la crescente brutalità con cui il governo sta rispondendo ai suoi critici;

3.

rileva che la sentenza a carico di Thulani Maseko e Bheki Makhubu è molto più severa di altre sentenze pronunciate in casi analoghi e ritiene che ciò rappresenti un chiaro tentativo di mettere a tacere gli attivisti e dissuadere gli altri, come dichiarato dal giudice responsabile; chiede che il governo dello Swaziland ponga immediatamente fine alle intimidazioni da parte delle autorità ai danni di giornalisti, avvocati, giudici dalle vedute indipendenti, sindacalisti e parlamentari, che sono stati minacciati di violenza, arresto, azione penale o altre forme di pressione in risposta alla loro difesa dei diritti umani, dello Stato di diritto e delle riforme politiche;

4.

invita il governo dello Swaziland a impegnarsi in un dialogo autentico con i sindacati su riforme legislative che garantiscano il rispetto dei diritti dei lavoratori, in linea con gli obblighi internazionali;

5.

invita le autorità dello Swaziland ad adottare misure concrete per rispettare e promuovere la libertà di espressione, garantire la democrazia e il pluralismo e stabilire un quadro normativo che consenta la registrazione, il funzionamento e la piena partecipazione dei partiti politici, in conformità agli obblighi internazionali e regionali in materia di diritti umani e alla costituzione dello Swaziland, in particolare l'articolo 24;

6.

sottolinea che l'indipendenza della magistratura è un principio democratico fondamentale che deve essere rispettato;

7.

ritiene che la reclusione di attivisti politici e la messa al bando dei sindacati sia in palese violazione dell'impegno assunto dallo Swaziland nel quadro dell'accordo di Cotonou di rispettare la democrazia, lo Stato di diritto e i diritti umani, nonché nel quadro del capitolo relativo allo sviluppo sostenibile dell'accordo di partenariato economico della Comunità per lo sviluppo dell'Africa australe (SADC), in virtù del quale il sostegno del Parlamento europeo dipenderà dal rispetto degli impegni assunti, compreso l'impegno di attenersi alle convenzioni internazionali, in particolare alle norme fondamentali dell'OIL quali le convenzioni n. 97 e n. 98;

8.

ricorda che l'UE accorda allo Swaziland il sistema di preferenze generalizzate (SPG) per fornire incentivi commerciali al fine di garantire il rispetto dei diritti fondamentali dell'uomo e dei lavoratori e il buon governo; ritiene che la messa al bando dei sindacati e la reclusione degli oppositori politici sia in contrasto con tali obiettivi;

9.

chiede pertanto alla Commissione di adempiere al suo obbligo di verifica del rispetto da parte dello Swaziland dei diritti umani e delle convenzioni in materia di lavoro e ambiente nel quadro dell'SPG e di avviare un'indagine per stabilire se vi siano state violazioni gravi e sistematiche dei diritti del lavoro tutelati a norma dell'SPG;

10.

incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al governo dello Swaziland, ai governi degli Stati membri della Comunità per lo sviluppo dell'Africa australe, all'Organizzazione internazionale del lavoro, all'Unione africana e al Segretario generale delle Nazioni Unite.