Bruxelles, 28.7.2015

COM(2015) 366 final

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI

Una Strategia dell'Unione europea per la Regione Alpina

{SWD(2015) 147 final}


1. Introduzione

La Regione alpina, oltre a possedere caratteristiche geografiche e naturali uniche, è una delle zone più ricche del mondo e una di quelle dall'economia più dinamica, innovativa e competitiva in Europa. La Regione però deve anche affrontare importanti sfide che impongono di trovare una risposta comune:

la globalizzazione economica, che richiede al territorio di distinguersi per competitività e innovatività;

le tendenze demografiche, caratterizzate particolarmente dagli effetti cumulativi dell'invecchiamento, della bassa densità della popolazione nelle zone montuose e dei nuovi modelli migratori;

l'elevata vulnerabilità ai cambiamenti climatici ed ai loro effetti prevedibili su ambiente, biodiversità e condizioni di vita degli abitanti;

la sfida energetica di gestire e soddisfare la domanda in modo sostenibile e sicuro a costi ragionevoli;

la sua peculiare posizione geografica in Europa, che la rende una regione di transito;

l'alto grado di stagionalità, in particolare in determinate zone turistiche.

Rimangono inoltre forti le differenze tra le molteplici zone della Regione (ad esempio tra le zone montuose e le Prealpi).

Il Consiglio europeo del 19/20 dicembre 2013 ha esortato la Commissione a redigere insieme agli Stati membri una Strategia dell'UE per la Regione alpina (EUSALP) entro il giugno 2015, avvalendosi delle solide basi poste dalle forme di cooperazione già attive nella Regione. La Strategia riguarderà circa 80 milioni di persone che risiedono in 48 Regioni (carta nell'allegato) di sette paesi, cinque dei quali sono Stati membri dell'UE (Austria, Francia, Germania, Italia e Slovenia) e due sono paesi terzi (Liechtenstein e Svizzera). L'area geografica che si propone di far rientrare nella strategia macroregionale è particolarmente idonea ai fini dello sviluppo sostenibile della Regione alpina, della promozione della crescita in Europa e della solidarietà reciproca tra i territori montuosi e quelli perialpini.

La Strategia comprenderà i seguenti ambiti tematici: (1) crescita economica ed innovazione; (2) mobilità e connettività; e (3) ambiente ed energia.

Costituiranno fattori positivi per la Strategia il ruolo attivo delle Regioni alpine, con il sostegno degli Stati membri, e l'esperienza tratta dal gran numero di strutture di cooperazione già attive nella zona; essa potrà anche avvalersi del lavoro già svolto prima che la Commissione avviasse la redazione della Strategia 1 .

2. Opportunità e sfide

Il lavoro preparatorio di cui sopra ha permesso di individuare le principali sfide per le quali sarebbe opportuno elaborare una risposta a livello macroregionale. I partner coinvolti nella Strategia potranno avvalersi delle opportunità offerte dal dinamismo e dalla competitività economici della Regione, dall'elevato valore delle sue risorse naturali e culturali e dalla sua antica tradizione di cooperazione.

Innovazione e PMI: La Regione risente di alcune limitazioni che riguardano:

la cooperazione interalpina nel campo della ricerca e dell'innovazione;

l'applicazione dei risultati già ottenuti nel campo della ricerca e dell'innovazione (R&I);

i mercati locali caratterizzati da frammentazione spaziale;

le disparità sociali in termini di innovazione;

le possibilità di finanziamento;

le tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC) e i servizi d'interesse generale;

una migrazione sostenuta dalle zone rurali dovuta alla scarsità delle infrastrutture; e

la capitalizzazione dei risultati della ricerca applicata.

 

La Regione ospita però anche operatori di primo piano nel settore della R&I: tale elemento presenta un elevato potenziale di futuro sviluppo globale. Esistono in diverse parti della Regione notevoli concentrazioni di piccole e medie imprese (PMI), molte delle quali organizzate in cluster, che formano un'economia territoriale tale da offrire solide basi all'innovazione, grazie a strategie di specializzazione intelligente, nonché da permettere alle imprese di migliorare la propria competitività in settori di particolare importanza per la Regione (come l'energia e le tecnologie verdi, la meccatronica e l'ingegneria, la chimica e i nuovi materiali, le TIC).

Agricoltura e silvicoltura: I prodotti, tra cui prodotti della montagna e prodotti di qualità, e i servizi basati sull'agricoltura e sulla silvicoltura presentano potenzialità significative (ad esempio per la bioeconomia) nell'intera catena del valore (compresi, ad esempio, il settore farmaceutico e quello delle costruzioni in legno). Il passaggio a livelli superiori della catena del valore offre occasioni di collaborazione tra le aree rurali e urbane della Regione. Gli agricoltori partecipano alla gestione sostenibile delle terre e rendono possibili i servizi ecosistemici.

Turismo: La Regione è una delle principali destinazioni turistiche, specialmente in inverno, ma la diffusione dei turisti sul territorio della Regione è molto irregolare. Si potrebbe migliorare la situazione mediante un approccio concertato mirato al turismo sostenibile ed accessibile, che attinga in particolare alla R&I, alle PMI e alla formazione della forza lavoro. Ciò contribuirebbe a migliorare la distribuzione geografica e stagionale del mercato turistico della Regione, creando al contempo crescita ed occupazione.

Trasporti e connettività: La Regione è un importante crocevia europeo e rappresenta, nella sua qualità di zona di transito, un ostacolo per la rete transeuropea di trasporto. Diversi corridoi della rete stradale sono prossimi alla saturazione e causano gravi problemi sanitari (rumore ed inquinamento atmosferico). Tra le sfide principali figurano:

l'aumento dei volumi di traffico;

l'assenza di una regolamentazione armonizzata in materia di trasporto merci; e

la notevole proporzione di trasporti di merci effettuati su strada.

Inoltre, dato che la qualità dell'aria è scarsa in diverse zone, sarebbe utile allineare le misure relative ai trasporti a piani regionali di mobilità sostenibile, piani regionali per la qualità dell'aria e programmi nazionali di controllo dell'inquinamento atmosferico, al fine di assicurare maggiore coerenza e di aumentare le sinergie. L'accessibilità delle zone remote e in via di spopolamento costituisce anch'essa una sfida in molti territori nei quali esiste la necessità di ammodernare i trasporti pubblici (per lo più ferrovie d'interesse locale). È indispensabile raggiungere un equilibrio tra la connettività e l'uso oculato del suolo. Promuovendo e facilitando progetti in materia di trasporto sostenibile si potrebbero creare collegamenti tra l'area centrale composta dalle Alpi e le Regioni circostanti, con vantaggi per tutte. La connettività elettronica (in particolare mediante Internet ad alta velocità) su scala macroregionale aprirebbe inoltre nuove opportunità tecnologiche di sviluppo dei servizi e di decentralizzazione dell'attività economica.

Ambiente e patrimonio culturale: Le Alpi sono, dopo il Mar Mediterraneo, il maggior serbatoio di biodiversità in Europa, nonché una delle più importanti fonti di acqua per il continente. Anche il patrimonio culturale e storico della Regione costituisce uno dei suoi massimi punti di forza. Tali risorse sono ampiamente sfruttate ed è forte la concorrenza per l'accesso ai suoli e all'acqua per diversi usi, tra cui l'energia, i consumi domestici, il turismo, l'agricoltura, la silvicoltura e l'industria. Ciò costituisce indubbiamente una sfida nella ricerca di modelli di sviluppo sostenibile e può avere effetti sugli ecosistemi. Lo sfruttamento intensivo del suolo ha un impatto negativo sull'ambiente e il calo della popolazione nelle zone remote ha sortito effetti drammatici sulla stabilità del terreno, sul mantenimento della biodiversità e sulla conservazione della cultura. Alla luce delle ripercussioni dei cambiamenti climatici sulle riserve idriche alpine si pone l'urgenza di un incremento considerevole delle attività di conservazione.

Cambiamenti climatici e prevenzione dei rischi: La Regione è estremamente vulnerabile agli impatti negativi dei cambiamenti climatici ed è soggetta ad un rischio particolarmente elevato di inondazioni, frane e variazioni delle risorse idriche. Il turismo, l'agricoltura e la silvicoltura rientrano tra i settori più vulnerabili, che risentono direttamente dell'impatto del riscaldamento globale e dei fenomeni meteorologici estremi. Un maggiore coordinamento tra le politiche europee, nazionali e regionali, unito all'attuazione in tempi rapidi di azioni coordinate a livello macroregionale, potrebbe ridurre tali rischi.

Energia: Le forme di sostegno e le politiche europee, nazionali e regionali in relazione agli ostacoli di carattere non finanziario che colpiscono le energie rinnovabili e l'efficienza energetica sono diverse nei vari paesi ed è indispensabile renderle più coerenti. Si potrebbe migliorare l'efficienza delle centrali idroelettriche esistenti e si potrebbero prendere in esame altre fonti rinnovabili di energia. L'efficienza energetica offre opportunità di investimento in tecnologie e in consulenza/ingegneria nel settore dei servizi a basse emissioni di carbonio, il che aiuterebbe la Regione a conquistare una posizione di punta nella R&S e nelle risorse energetiche rinnovabili, stimolate dall'aumento delle misure di protezione del clima per sostenere la transizione a tecnologie a basse emissioni di carbonio. Una maggiore cooperazione può contribuire a sviluppare le future opportunità per la Regione come serbatoio della potenza di picco, nonché a elaborare strumenti e procedure volte ad equilibrare gli interessi della produzione sostenibile di energia e di altre funzioni di sfruttamento ma anche di protezione del suolo.

Questioni istituzionali: La lunga tradizione di cooperazione ha fatto nascere altresì un gran numero di strutture attive nella zona in diversi ambiti geografici e tematici e con diversi sistemi di governance. Sarebbe quindi opportuno migliorare il coordinamento tra gli attori coinvolti, in modo da garantire la coerenza tra le iniziative esistenti, colmare le lacune, evitare duplicazioni e allineare i finanziamenti, compresi gli strumenti finanziari. Tale approccio dovrebbe stimolare i partecipanti a superare i confini locali e le barriere settoriali e culturali, riducendo la compartimentazione tra le politiche settoriali, i diversi attori e i diversi livelli di governo.

3. La risposta: un piano d'azione

Le strategie macroregionali possono fornire risposte a tali sfide e raccogliere tali opportunità creando un contesto favorevole alle azioni collettive o d'insieme, associando le azioni e gli attori a livello regionale in modo da incrementare la creazione di valore aggiunto. Nella propria relazione sul valore aggiunto delle strategie macroregionali 2 , la Commissione ha raccomandato che queste si concentrino su un numero limitato di obiettivi ben definiti, nel rispetto delle particolari necessità strategiche di cooperazione migliore e ad alto livello della macroregione. Si tratta di un approccio da utilizzare solo qualora il coinvolgimento dell'UE sia appropriato e le vigenti politiche orizzontali dell'UE ne risultino rafforzate.

A tal fine verrà attuato un piano d'azione evolutivo (soggetto agli opportuni aggiornamenti e revisioni) che accompagna la presente comunicazione. Il piano è articolato su tre obiettivi tematici interdipendenti che puntano ad assicurare:

1.    un accesso equo alle opportunità di occupazione, grazie alla buona competitività della Regione;

2.    accessibilità sostenibile tanto interna quanto esterna;

3.    un contesto ambientale caratterizzato da maggiore inclusione e da soluzioni energetiche rinnovabili ed affidabili per il futuro.

Comprenderà altresì un obiettivo orizzontale basato su:

4.    un solido modello di governance macroregionale per la Regione volto a migliorare la cooperazione e il coordinamento dell'azione.

In relazione ad ogni obiettivo sono state individuate alcune azioni, che sono di supporto agli obiettivi strategici dell'UE, compresi quelli aventi una dimensione territoriale.

Si riportano di seguito gli obiettivi e le azioni per ogni ambito d'intervento 3 .

3.1. Un accesso equo alle opportunità di occupazione, grazie alla buona competitività della Regione

Questo obiettivo punta al miglioramento della competitività, della prosperità e della coesione della Regione alpina.

Le principali azioni previste sono le seguenti:

(1) Azione 1: Sviluppare un ecosistema efficiente di ricerca e innovazione

Alcuni degli Stati e delle Regioni della zona si collocano, per quanto riguarda l'innovazione, in posizioni elevate nella classifica del quadro di valutazione dell'Unione per la ricerca e l'innovazione, e per la maggior parte hanno elaborato strategie di specializzazione intelligente. Tutto ciò rappresenta un buon punto di partenza per lo sviluppo di un sistema dedicato a questioni tematiche di particolare pregnanza per la Regione (quali l'agricoltura e la silvicoltura, il turismo ecc.) e tali da mettere in collegamento tutti gli elementi complementari del patrimonio della Regione.

(2) Azione 2: Incrementare il potenziale economico dei settori strategici

Le PMI costituiscono una parte importante dell'economia e del mercato del lavoro nella Regione alpina. È necessaria un'attività incessante per adattarsi alle condizioni circostanti in cambiamento, conservare l'innovatività e mantenere il proprio vantaggio competitivo assicurando uno sviluppo sostenibile. Prodotti e servizi basati sull'agricoltura e sulla silvicoltura nell'intera catena del valore, unitamente alla creazione di nuove catene del valore nella bioeconomia e per quanto riguarda i prodotti basati sull'agricoltura biologica, il turismo, l'energia, il settore sanitario e quello delle tecnologie avanzate sono esempi di ambiti strategici specifici della Regione alpina, nei quali le PMI possono diventare più competitive e sostenibili.

(3) Azione 3: Migliorare l'adeguatezza della forza lavoro, dell'istruzione e della formazione nei settori strategici

Rispetto al resto dell'Europa la Regione alpina dispone di un mercato del lavoro positivo che riporta alti tassi di occupazione in molti ambiti. La Strategia potrebbe però aiutare grandi parti della Regione a migliorare l'accesso a una forza lavoro qualificata e dotata delle competenze richieste, nonché a contrastare la "fuga dei cervelli" nelle zone remote soggette allo spopolamento. La Strategia potrebbe anche facilitare l'accesso dei giovani alle opportunità occupazionali. Tali vantaggi dipendono dalla permanenza in vigore della libera circolazione delle persone.

3.2. Accessibilità sostenibile tanto interna quanto esterna

Tale obiettivo punta a migliorare la sostenibilità della connettività dei trasporti nella Regione e tra questa e il resto dell'Europa: per lo sviluppo della Regione sono indispensabili trasporti interconnessi e sostenibili, nonché reti a banda larga. Una migliore cooperazione può ridurre i punti di congestione e integrare le reti infrastrutturali e i quadri regolamentari. Il monitoraggio coordinato del traffico e dei trasporti multimodali può migliorare la competitività e la qualità di vita dei residenti della zona.

Le principali azioni previste sono le seguenti:

(1) Azione 4: Promuovere l'intermodalità e l'interoperabilità del trasporto di passeggeri e di merci

L'obiettivo principale di ridurre l'impatto ambientale dei trasporti transalpini deve essere associato ad una buona connettività a livello locale, in modo da assicurare uno sviluppo economico e demografico equilibrato dell'intera Regione. Oltre ad agevolare il conseguimento degli obiettivi della rete transeuropea di trasporto, nonché di progetti analoghi, trasferendo traffico dalla strada alla ferrovia, sono di vitale importanza misure complementari volte ad assicurare che i collegamenti della rete transeuropea di trasporto (compresi quelli transfrontalieri) siano anche di giovamento alla Regione.

(2) Azione 5: Connettere le persone mediante l'elettronica e promuovere l'accesso ai servizi pubblici

La Regione alpina è contrassegnata dalla presenza di diverse comunità a bassa densità di popolazione in zone remote, per le quali la scarsità di investimenti in connessioni di terra a banda larga ha avuto ripercussioni negative sui servizi offerti e ha contribuito all'ulteriore spopolamento. La tecnologia dispone di soluzioni, quali le connessioni a banda larga via satellite, però affinché queste siano efficienti è necessario che siano attuate su scala sufficientemente grande.

3.3. Un contesto ambientale caratterizzato da maggiore inclusione e da soluzioni energetiche rinnovabili ed affidabili per il futuro

Gli scopi generali di tale obiettivo sono i seguenti:

preservare il patrimonio ambientale delle Alpi;

aiutare la Regione a valorizzare le proprie risorse in diversi modi, anche nel campo energetico; e

far fronte alle trasformazioni previste che saranno causate dai cambiamenti climatici, anche mediante la prevenzione dei principali rischi naturali.

Le principali azioni previste sono le seguenti:

(1) Azione 6: Preservare e valorizzare le risorse naturali, comprese quelle idriche, e quelle culturali

L'ambiente della Regione alpina è estremamente vulnerabile agli effetti dei cambiamenti climatici. È indispensabile che le risorse siano usate in modo proporzionato. Tale azione si propone due obiettivi principali:

rafforzare le risorse naturali e culturali delle Alpi, in quanto patrimonio che può assicurare alla zona una qualità di vita elevata; e

assicurare un uso più efficiente delle risorse naturali e culturali esistenti.

(2) Azione 7: Sviluppare la connettività ecologica nell'intero territorio dell'EUSALP

L'integrità e il funzionamento degli ecosistemi, comprese la conservazione della biodiversità e la disponibilità di servizi ecosistemici, dipendono in gran misura dall'esistenza di un'efficace connettività ecologica. Risulta attualmente scarsa la promozione dei corridoi ecologici e delle infrastrutture verdi, anche nelle zone che non sono tutelate.

(3) Azione 8: Migliorare la gestione dei rischi e dei cambiamenti climatici, ricorrendo anche alla prevenzione dei principali rischi naturali

Data la sua conformazione geomorfologica, la Regione alpina è estremamente vulnerabile alle catastrofi ambientali e agli effetti dei cambiamenti climatici. Per quanto riguarda le catastrofi ambientali questa azione prevederà principalmente lo svolgimento di una valutazione dei rischi adeguata ed esaustiva e l'attuazione di una politica di gestione dei rischi di catastrofi a livello regionale. Per quanto riguarda i cambiamenti climatici si porrà attenzione in particolar modo allo svolgimento di una valutazione esaustiva della vulnerabilità dei settori e dei sistemi più sensibili agli effetti dei cambiamenti climatici, nonché allo sviluppo di una strategia regionale per l'adattamento ai cambiamenti climatici.

(4) Azione 9: Fare del territorio una regione modello per l'efficienza energetica e l'energia rinnovabile

Questa azione è incentrata sulla promozione dell'efficienza energetica e sulla produzione e l'uso dell'energia da fonti rinnovabili nella Regione alpina, in linea con il quadro normativo dell'UE sull'efficienza energetica e con il pacchetto "Unione dell'energia". La politica energetica nella Regione si concentra sull'efficienza energetica nei settori pubblico e privato. Si potrebbe ottenere una riduzione significativa dei consumi energetici, in particolare nel settore dell'edilizia abitativa. La Regione alpina dispone di un notevole potenziale di produzione di energia da fonti rinnovabili, che deve essere sviluppato in modo equilibrato, senza perdere di vista i problemi di carattere ecologico ed economico e quelli legati allo sfruttamento del suolo, ma anche senza trascurare la possibilità di ottenere vantaggi per la società.

3.4. Un solido modello di governance macroregionale per la Regione in modo da migliorare la cooperazione e il coordinamento dell'azione

L'attuazione della Strategia richiede:

che si crei un modello efficiente di governance, con il coinvolgimento degli attori impegnati nell'attuazione e con il rafforzamento della cooperazione e del coordinamento tra le altre istituzioni pertinenti e i soggetti interessati 4 della Regione; e

che sia modificato il processo decisionale, evitando la frammentazione della governance e aumentando la condivisione delle conoscenze e il coordinamento, sia tra livelli diversi di autorità pubbliche sia tra organizzazioni paritarie dei governi locali.

L'esperienza accumulata finora in tema di strategie macroregionali indica che per un'attuazione efficiente sono cruciali meccanismi di governance snelli. Essa mostra inoltre che i sistemi efficienti di governance transfrontaliera sono complessi e che il processo della loro creazione è inevitabilmente graduale. La relazione della Commissione sulla governance 5 del maggio 2014 individua tre esigenze principali: una forte leadership politica, un processo decisionale efficace e una buona organizzazione.

Una governance solida impone inoltre che i ruoli siano definiti con chiarezza fin dalla fase iniziale: come e da chi sarà attuata la Strategia, e come e da chi saranno avviate e finanziate le azioni congiunte. La governance deve avere tanto una dimensione politica quanto una dimensione operativa, nel cui contesto i ministeri settoriali e gli organismi di attuazione impostino e perseguano gli obiettivi comuni di valenza strategica. La Strategia non si pone l'obiettivo di sostituire le strutture esistenti, bensì quello di assicurare che un migliore coordinamento e una migliore cooperazione producano risultati migliori.

La base del sistema di governance della Strategia è indicata nella dichiarazione di Milano degli Stati e delle Regioni alpini, in linea con la risoluzione politica di Grenoble, la relazione della Commissione sulla governance delle strategie macroregionali 6 e le conclusioni del Consiglio del 21 ottobre 2014. Essa comprende tre livelli interconnessi: (1) leadership politica e titolarità; (2) coordinamento e (3) attuazione. Ad ogni livello vi sono attori diversi, appartenenti agli Stati e alle Regioni partecipanti, che formano un'assemblea generale, un comitato esecutivo e gli organismi di attuazione.

La Commissione agirà in qualità di facilitatore indipendente e parteciperà attivamente al coordinamento generale della Strategia, ma il successo di questa dipenderà dall'impegno forte e continuo dei principali soggetti interessati e partner. Il piano d'azione della Strategia contiene maggiori dettagli sui principi guida fondamentali relativi alla strutturazione della governance nel quadro della Strategia.


4. FINANZIAMENTI

Poiché la Strategia non dispone di finanziamenti propri, la sua attuazione avverrà principalmente con la mobilitazione e il coordinamento dei fondi dell'Unione e nazionali esistenti attinenti agli obiettivi e alle azioni qui trattati. Gli Stati e le Regioni ai quali si applica la Strategia dovrebbero impegnarsi ad avvalersi di tali fondi per l'attuazione del piano d'azione. Possono in particolare fornire risorse significative, come anche un ampio spettro di strumenti e opzioni tecniche a sostegno della Strategia, i pertinenti programmi specifici per paese, transfrontalieri e/o transnazionali dei Fondi strutturali e d'investimento europei (fondi SIE) per il periodo 2014-2020. Il programma transfrontaliero "Spazio alpino" fornirà sostegno finanziario allo sviluppo delle modalità di governance richieste dalla Strategia.

Con un approccio alla politica di coesione basato su paesi e su regioni, esiste il rischio che nelle aree di frontiera si verifichino:

1)frammentazione degli sforzi (ad esempio, se parti delle infrastrutture vengono costruite ma non apportano tutti i benefici sperati perché mancano altre sezioni);

2)ipersaturazione degli investimenti (ad esempio, aeroporti);

3)sinergie insufficienti tra attività analoghe; e

4)scarsa attenzione ai problemi transfrontalieri (ad esempio l'inquinamento atmosferico).

La Strategia dovrebbe perciò concentrarsi su azioni volte a individuare le priorità sovranazionali durante la scelta dei progetti di investimento che potrebbero beneficiare di una programmazione condivisa e del coordinamento transfrontaliero nella Regione.

Sono disponibili altri fondi e strumenti UE che riguardano gli obiettivi della Strategia; si potrebbero cercare sinergie e complementarità con le fonti di finanziamento SIE, in particolare:

Orizzonte 2020 (per tutti gli obiettivi);

programma COSME (per l'obiettivo 1);

meccanismo per collegare l'Europa (per l'obiettivo 2) e

programma LIFE (per l'obiettivo 3).

Sono disponibili anche altre forme di finanziamento, in particolare del Fondo europeo per gli investimenti strategici, della Banca europea per gli investimenti e di altri enti finanziari internazionali. Oltre a ciò saranno mobilitate anche le risorse di bilancio nazionali e regionali, in particolare nei paesi terzi ai quali si applica la Strategia, in quanto questi non ricevono finanziamenti UE.

Tali fondi e strumenti dovrebbero apportare un significativo effetto leva e attirare finanziamenti di investitori privati. La Strategia deve inoltre avvalersi del lavoro svolto nel contesto di altre strategie macroregionali per finanziamenti innovativi.

5. RELAZIONI E VALUTAZIONE

Poiché le strategie non dispongono di finanziamenti propri, esse possono influire solo sulle politiche e sulle modalità della loro attuazione. Per cogliere gli effetti dei cambiamenti dovuti all'attuazione di questa strategia si possono usare due tipi di indicatori:

   indicatori di risultato per misurare la cooperazione e, in particolare, come cambia il modo di operare insieme dei partner, ossia il miglior coordinamento delle politiche e degli strumenti UE e nazionali nella Regione intera;

   indicatori di politiche per rendere conto degli aspetti relativi alle politiche e, in particolare, dei cambiamenti della governance e della situazione socioeconomica e ambientale della Regione alpina (grazie alla maggiore cooperazione).

Si renderà necessario un sistema solido di monitoraggio e valutazione per verificare che l'attuazione della Strategia proceda come previsto e per valutare in quale misura essa stia realizzando gli obiettivi prefissati. Questo costituirà uno dei primi compiti dei partner associati alla Strategia, con il supporto, secondo i casi, della Commissione europea, di esperti esterni e del programma "Spazio alpino". Il sistema si baserà su una serie di indicatori regionali che saranno raccolti, convalidati e diffusi da Eurostat.

La valutazione si baserà sull'operato dei coordinatori di obiettivo e dei leader del gruppo d'azione, ai quali toccherà presentare relazioni sui progressi ottenuti nel perseguire gli obiettivi concordati.

Se da un lato l'indicatore primario del successo è l'attuazione del piano d'azione, si devono però sviluppare con urgenza indicatori più sensibili, in grado di cogliere i cambiamenti che si conta di realizzare grazie alla Strategia.

Gli Stati e le Regioni ai quali si applica la Strategia organizzeranno un forum annuale per valutare i risultati, consultarsi in merito alla revisione delle azioni e, ove opportuno, sviluppare nuovi approcci.

6. COLLEGAMENTI CON LE POLITICHE DELL'UE

La Strategia qui esposta, che non impone modifiche del diritto dell'Unione, si propone di rafforzare le politiche dell'UE attinenti alla Regione 7 . Essa contribuisce ad una maggiore osservanza degli obblighi giuridici dell'UE, ponendo rimedio a carenze e difficoltà pratiche che hanno causato ritardi, in particolar modo sui temi del Mercato unico e dell'ambiente 8 . La Strategia pone l'accento su un approccio integrato che riavvicina aree diverse di intervento al fine di attuare le politiche UE nel segno della coerenza territoriale. In tal modo si evidenziano i collegamenti tra le politiche e i programmi UE, tra i quali le strategie dell'UE per il mercato unico digitale per l'Europa 9 , per la biodiversità 10 e il settore forestale 11 , in materia di adattamento ai cambiamenti climatici 12 , nonché i programmi quadro di R&S e i programmi di sviluppo rurale. L'attuazione della Strategia dovrà essere coordinato con i lavori in corso per l'attuazione delle strategie UE contigue per la Regione danubiana e per la Regione adriatico-ionica. Il programma INTERACT può svolgere un ruolo fondamentale a tale riguardo. Si cercheranno inoltre sinergie con altri organismi intergovernativi che abbiano la stessa portata geografica della Strategia qui illustrata.

7. I VANTAGGI DELLA STRATEGIA PER LA POPOLAZIONE

Gli obiettivi della Strategia sono stati selezionati al fine di apportare cambiamenti alla prosperità economica e al benessere di persone e organizzazioni nella Regione alpina:

Persone. L'impatto a lungo termine sulle persone residenti nella Regione è chiaro: un contesto ambientale più sano e meglio conservato, grazie a politiche più meditate e coordinate, finalizzate a sviluppare soluzioni condivise sostenibili in materia di trasporti, energia e patrimonio naturale e culturale. Si prevede che tali politiche assicureranno inoltre alla Regione più opportunità occupazionali, in particolare quelle correlate al miglioramento dei collegamenti, che permetteranno alle persone di rimanere nelle zone remote o di farvi ritorno. Tali vantaggi sono la conseguenza della libera circolazione delle persone.

Istituzioni e organizzazioni del settore pubblico (compresi gli istituti accademici e di ricerca). Queste organizzazioni si stanno impegnando in un processo serrato ma complesso di coordinamento, e stanno segnalando in tal modo la propria intenzione di migliorare la propria efficienza nell'attuare politiche e azioni in maniera più cooperativa (anche mediante le economie ottenibili prendendo decisioni in base a informazioni più precise e con maggiore coordinamento).

Economia e imprese. Tale settore riceverà gli stessi benefici della popolazione generale, ma anche quelli offerti da un ambiente economico più dinamico, basato sullo sviluppo di ulteriori attività in campi non ancora sfruttati e nei quali la cooperazione mirata con altri partner della Regione (associando centri di ricerca, di formazione e di istruzione, cluster ecc.) con tutta probabilità aumenterà in modo significativo la produttività e migliorerà il posizionamento delle imprese del settore privato nella Regione.

Organizzazioni della società civile correlate ai settori di intervento. Il nuovo modello di governance, che ha condotto ad ampie consultazioni durante la redazione della Strategia, sarà perseguito anche nella fase di attuazione della Strategia e incrementerà il senso di titolarità nei confronti di azioni e progetti che sostengono gli obiettivi della Strategia.

Con la creazione di un contesto generale, sostenibile e a lungo termine per coordinare le politiche, incrementare la cooperazione territoriale e attuare azioni per il raggiungimento degli obiettivi concordati, la Strategia renderà la Regione un posto migliore per vivere, lavorare e divertirsi, preparandola al contempo per le sfide e le opportunità del ventunesimo secolo.

La Commissione invita pertanto il Consiglio ad approvare la presente comunicazione. Sono altresì invitati ad esaminare il presente documento il Parlamento europeo, il Comitato delle regioni e il Comitato economico e sociale europeo.



(1)

Si veda l'introduzione al piano d'azione.

(2)

COM(2013) 468 final del 27.6.2013.

(3)

Azioni ed obiettivi sono indicati più particolareggiatamente nel documento di lavoro dei servizi della Commissione che accompagna il presente testo.

(4)

Si veda: a cura del Dipartimento tematico Politica strutturale e di coesione, Direzione generale delle Politiche interne dell'Unione del Parlamento europeo, Structural and Cohesion Policies: new role of macro-regions in European Territorial Cooperation, PE 540.349 (gennaio 2015).

(5)

Relazione della Commissione sulla governance delle strategie macroregionali, COM(2014)284 final del 20 maggio 2014.

(6)

COM(2014) 284 final, adottata il 20 maggio 2014.

(7)

Quali la politica di gestione dei rischi di catastrofi dell'UE, le reti transeuropee (per i trasporti e per l'energia), le future comunità dei trasporti, il secondo pilastro della politica agricola comune ecc.

(8)

Citiamo solo le direttive Uccelli e Habitat, la direttiva quadro sulle acque, la direttiva quadro sulla strategia per l'ambiente marino, la direttiva Nitrati, quella relativa alla qualità dell'aria ambiente, la direttiva sui limiti nazionali di emissione e la direttiva quadro sui rifiuti.

(9)

  http://europa.eu/rapid/press-release_IP-15-4919_it.htm

(10)

COM(2011) 244 definitivo (http://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:52011DC0244&rid=2).

(11)

COM(2013) 659 final (http://ec.europa.eu/agriculture/forest/strategy/index_en.htm).

(12)

COM(2013) 216 final.