COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI Un partenariato mondiale per l'eliminazione della povertà e lo sviluppo sostenibile dopo il 2015 /* COM/2015/044 final */
COMUNICAZIONE DELLA
COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E
SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI Un partenariato mondiale
per l'eliminazione della povertà e lo sviluppo sostenibile dopo il 2015
I. INTRODUZIONE
Il
2015 è un anno fondamentale per lo sviluppo sostenibile mondiale e per
l'eliminazione della povertà. Con l'adozione dell'agenda di sviluppo post-2015,
la comunità internazionale è chiamata a rispondere in modo trasformativo alle
sfide che riguardano il mondo odierno: eliminare la povertà, garantire uno
sviluppo inclusivo e sostenibile per le generazioni attuali e future,
promuovere e tutelare tutti i diritti umani e tutti i valori fondamentali
come base per una società pacifica e prospera. Due
incontri internazionali di alto livello nel 2015 forniranno l'opportunità di
accordarsi su una nuova agenda, comprendente una serie di obiettivi di
sviluppo sostenibile (OSS), e su un nuovo partenariato mondiale che la
sostenga: la Terza conferenza internazionale sul finanziamento dello sviluppo,
che si terrà ad Addis Abeba in luglio, e il vertice delle Nazioni Unite (ONU)
per l'adozione dell'agenda di sviluppo post-2015 a New York nel mese di
settembre. Questo processo deve basarsi sulle iniziative precedenti nel loro
insieme, in particolare gli obiettivi di sviluppo del millennio (OSM) e la
Conferenza sullo sviluppo sostenibile "Rio+20". Un accordo
sull'agenda post-2015 avrà implicazioni importanti anche per i negoziati
nell'ambito della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti
climatici. Significativi passi
avanti sono già stati compiuti attraverso vari processi condotti a livello
dell'ONU. La relazione del gruppo di lavoro aperto sugli OSS[1], la
relazione del Comitato intergovernativo di esperti sul finanziamento dello
sviluppo sostenibile[2],
e la relazione di sintesi del Segretario generale delle Nazioni Unite[3]
apportano contributi fondamentali e mostrano come un accordo globale su
un'agenda di sviluppo post-2015 ambiziosa sia a portata di mano. L'Unione europea (UE) ha
costantemente svolto un ruolo importante e costruttivo in tali processi,
fornendo apporti essenziali e impegnandosi attivamente con i partner ad ogni
livello. Le comunicazioni della Commissione europea del febbraio 2013[4],
luglio 2013[5]
e giugno 2014[6],
e le conclusioni del Consiglio del giugno 2013[7],
dicembre 2013[8]
e dicembre 2014[9]
esprimono la visione dell'UE per un'agenda post-2015 che deve essere globale e
universale, e che comprenda le tre dimensioni dello sviluppo sostenibile: quella
sociale, quella economica e quella ambientale. L'attuazione di un'agenda
di così ampia portata rappresenta una sfida complessa ma anche un'opportunità
unica per ridefinire e consolidare il modo in cui la comunità mondiale lavora
insieme. Per portare a compimento l'agenda post-2015, è necessario instaurare
un nuovo partenariato mondiale per l'eliminazione della povertà e lo sviluppo
sostenibile, e per riuscirvi sarà richiesto il contributo di tutti. L'UE è
determinata a svolgere appieno il proprio ruolo e a lavorare in modo
costruttivo con gli altri, contando sulla loro partecipazione attiva. Partendo dalle
conclusioni del Consiglio del dicembre 2014, la presente comunicazione espone
la visione della Commissione europea sui principi generali e sugli elementi
principali necessari affinché il partenariato mondiale sostenga efficacemente
l'agenda di sviluppo post-2015; presenta proposte sul modo in cui l'UE e gli
Stati membri potrebbero contribuire a tale partenariato, sottolinea la volontà
dell'UE di impegnarsi con decisione nel dibattito globale sui mezzi di
attuazione degli OSS, e fornisce la base per una posizione comune dell'UE nei
negoziati intergovernativi. Le proposte su possibili misure di attuazione
dell'agenda post-2015 sono delineate nell'allegato.
II. PRINCIPI GENERALI DEL PARTENARIATO MONDIALE
Il nuovo partenariato
mondiale dovrà apportare un nuovo spirito trasformativo di solidarietà e
cooperazione. La titolarità e la guida nazionali saranno di importanza chiave, sostenute da un impegno
politico ai massimi livelli.
Gli sforzi nazionali devono essere potenziati dalla cooperazione a tutti i livelli e con
tutte le parti interessate, in base all'esperienza acquisita con gli OSM nel
sviluppare un partenariato mondiale per lo sviluppo, così come con altri
partenariati internazionali. Per riuscirvi, sarà necessario attuare politiche e
mobilitare risorse, incrementando i contributi di tutti i paesi in funzione del
loro livello di capacità.
Il partenariato mondiale
deve basarsi sui principi della responsabilità condivisa, della
rendicontabilità reciproca e delle rispettive capacità. Qualunque sia il loro
livello di sviluppo, tutti i paesi devono partecipare e assumere la
responsabilità della sua attuazione. Il partenariato deve
inoltre basarsi sui diritti umani, una buona governance e lo Stato di diritto,
il sostegno alle istituzioni democratiche, l'inclusività, la non
discriminazione e la parità di genere. Deve sostenere
l'integrazione delle tre dimensioni dello sviluppo sostenibile in modo
equilibrato, evitando che si lavori a compartimenti stagni e che si facciano
compromessi fra i vari obiettivi. L'effetto amplificatore dei cambiamenti
climatici sulle sfide associate sia all'eliminazione della povertà che allo
sviluppo sostenibile richiede l'integrazione attiva delle questioni inerenti ai
cambiamenti climatici nell'agenda di sviluppo post-2015 e nel partenariato
mondiale che la sosterrà. Al di là dei tradizionali
canali di cooperazione, il partenariato mondiale deve promuovere forme più
efficaci e più inclusive di partenariati multipartecipativi, che lavorino a
tutti i livelli e che coinvolgano il settore privato e la società civile,
compresi le parti sociali, il mondo accademico, le fondazioni, i centri di
conoscenze e le autorità pubbliche. Il successo dell'agenda richiede coerenza
politica a tutti i livelli per garantire che le politiche dei governi
sostengano la riduzione della povertà e lo sviluppo sostenibile. Il
partenariato mondiale deve promuovere l'uso sostenibile ed efficace di tutte le
risorse – fra cui risorse nazionali, finanziamenti pubblici internazionali,
finanziamenti del settore privato e finanziamenti innovativi. Un futuro partenariato
mondiale deve concentrarsi chiaramente sul raggiungimento di risultati
misurabili, concreti e sostenibili che contribuiscano direttamente al
conseguimento degli obiettivi e dei traguardi convenuti, e che si traducano in
riforme strutturali e infine in conquiste positive e sostenibili per le persone
e per il pianeta. Deve avere al suo centro la trasparenza e la condivisione
delle informazioni con tutte le parti interessate; deve porre l'accento
sull'importanza di un forte quadro di monitoraggio, rendicontabilità e
valutazione a tutti i livelli per tutti i cittadini e per tutte le
parti interessate, e deve promuovere il feedback e l'acquisizione di
conoscenze. Per concretizzare
l'agenda post-2015, tutti i paesi dovrebbero predisporre politiche adeguate che
consentano loro di attuare gli OSS secondo le rispettive capacità. Gli sforzi
dovrebbero concentrarsi in pari misura sull'elaborazione delle giuste politiche
e sulla mobilitazione di adeguati mezzi finanziari ai fini della loro
attuazione: si tratta difatti di aspetti interdipendenti, poiché un contesto
politico chiaro e orientato sui risultati è un presupposto indispensabile
affinché i finanziamenti abbiano un reale impatto, e i finanziamenti dovrebbero
a loro volta contribuire attivamente a far leva su altri mezzi di attuazione e
a incentivarli, ad esempio attraverso politiche abilitanti, rafforzamento delle
capacità, scambi commerciali, innovazione, investimenti privati. La Commissione europea,
in stretta collaborazione con gli Stati membri, lavorerà per applicare l'agenda
nell'UE e per sostenerne l'attuazione altrove nel mondo attraverso forme di
cooperazione e partenariati costruttivi. La piena attuazione dell'agenda
post-2015 richiederà l'impegno attivo dell'UE e degli Stati membri a
intraprendere azioni a tutti i livelli. L'Unione europea può mettere a
disposizione la propria esperienza d'attuazione di politiche che rispecchiano i
principi essenziali dell'agenda, come la sostenibilità, la cooperazione e il
partenariato: queste vanno dalla strategia Europa 2020[10],
volta a creare una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva attraverso un
insieme di misure politiche integrato e coerente, alla coerenza delle politiche
per lo sviluppo[11] e al 7° Programma di
azione per l'ambiente[12].
III. COMPONENTI PRINCIPALI DEL PARTENARIATO MONDIALE –
MEZZI D'ATTUAZIONE
I componenti principali
che dovrebbero caratterizzare il partenariato mondiale vengono delineati in
appresso. Essi includono misure che dovrebbero essere perseguite da tutti i
partner per una riuscita attuazione e proposte concrete sulle modalità di
contributo dell'UE. 3.1.
Un contesto politico favorevole e abilitante a tutti i livelli Per creare un contesto
nazionale favorevole all'attuazione dell'agenda post-2015 è necessario che ogni
paese disponga di un insieme coerente di politiche, prassi, istituzioni e
risorse efficaci. Una buona governance ad ogni livello è uno strumento
fondamentale per l'attuazione dell'agenda e un importante obiettivo in sé. A livello nazionale tutti
i governi, con la piena consultazione dei cittadini, dovranno decidere come
contribuire al conseguimento degli obiettivi e dei traguardi definiti, tenendo
conto della necessità di raggiungere tutti i membri della società, in
particolare i più vulnerabili. Il pieno coinvolgimento della società civile è
essenziale. Il nuovo partenariato mondiale deve anche mobilitare le
potenzialità di sviluppo delle autorità e delle parti interessate locali. È
necessario rafforzare il coordinamento fra i vari livelli – mondiale,
nazionale, regionale e locale. Per l'attuazione a
livello nazionale e sottonazionale, ogni paese deve disporre di un efficiente
quadro legislativo e regolamentare per conseguire gli obiettivi politici. I
vari paesi devono promuovere la creazione di istituzioni efficaci e reattive,
l'instaurazione di politiche e sistemi trasparenti, e la rendicontabilità nei
confronti dei cittadini attraverso processi democratici basati sullo Stato di
diritto. Ciò deve comprendere l'elaborazione di quadri giuridici equi e
prevedibili che promuovano e proteggano i diritti dell'uomo, le principali
norme in materia di lavoro e l'ambiente, e che garantiscano la gestione sostenibile delle
risorse naturali; richiede inoltre l'instaurazione di un clima stabile e
abilitante per il settore privato, che crei eque condizioni di concorrenza e
incoraggi gli investimenti sostenibili. Attuare e applicare la legislazione è
di importanza fondamentale, fra l'altro contrastando le attività illegali,
eliminando gli ostacoli all'attuazione delle leggi, costruendo capacità di
contrasto e sensibilizzando i cittadini, in modo che le parti interessate
possano chiamare governi e autorità a rispondere del loro operato. L'UE si è impegnata a
migliorare il proprio quadro regolamentare e a cooperare con i partner per
aiutarli a elaborare e consolidare normative eque, efficaci e trasparenti, così
come a migliorare l'efficacia, l'indipendenza e la qualità dei sistemi
giudiziari attraverso il rafforzamento delle capacità e lo scambio di
conoscenze. Una buona governance richiede sistemi efficaci per
la definizione del bilancio, lo stanziamento di risorse finanziarie e il
controllo delle spese. Questi sistemi devono essere assolutamente trasparenti e
aperti ai cittadini, per incoraggiare un processo decisionale partecipativo e il
coinvolgimento del settore privato, e per lottare contro la corruzione. È fondamentale dotarsi
di politiche macroeconomiche efficaci per garantire che vengano mobilitate le
risorse necessarie, e che queste siano spese effettivamente in linea con gli
OSS. I governi devono promuovere una crescita sostenibile
ed inclusiva e che vada a vantaggio di tutti i membri della società, compresi
gli emarginati e gli esclusi. Gli strumenti regolamentari devono essere
combinati con strumenti economici che siano flessibili e vantaggiosi e che
possano così contribuire a conseguire obiettivi combinati. Gli strumenti
economici - come le agevolazioni fiscali, le tariffe incentivate e i pagamenti
per i servizi ecosistemici - possono promuovere la crescita sostenibile, anche,
ad esempio, trasferendo gli oneri fiscali dal lavoro sui prodotti con impatto
negativo sulla sostenibilità, così come con i diritti di emissione
commercializzabili, come accade ad esempio con il sistema di scambio di quote di
emissione dell'UE.
Il prezzo del carbonio funge da incentivo principale per gli investimenti in
tecnologie pulite e soluzioni a bassa intensità di carbonio, in particolare nei
paesi in via di sviluppo; tutti i paesi dovrebbero quindi avvalersi di tale
parametro per affrontare la questione delle emissioni di gas a effetto serra. Gli appalti pubblici
sostenibili consentono ai governi di far leva sulla spesa pubblica per
aumentare la domanda di prodotti e servizi sostenibili, basati su criteri
sociali e ambientali, aumentando così la loro quota di mercato e fornendo alle
imprese incentivi concreti. Al centro di una vera e
propria politica ambientale favorevole vi è la coerenza politica. Affinché il
partenariato mondiale abbia esito positivo tutte le politiche, nazionali e
sottonazionali, devono contribuire in modo coerente al conseguimento degli OSS,
sia a livello interno che internazionale. Molti settori - come l'agricoltura, l'energia e la
sanità – contribuiscono in modo rilevante alla realizzazione degli obiettivi e
traguardi definiti, e del loro ruolo fondamentale va tenuto conto. Di grande
importanza sono le misure politiche che aiutano a creare e a promuovere
l'accesso a lavori dignitosi con una protezione sociale sostenibile e adeguata
per tutti, così come quelle che facilitano gli investimenti in capitale umano
attraverso l'istruzione, la qualificazione e la formazione. Affrontare la disuguaglianza
e l'esclusione sociale, in particolare per le categorie più vulnerabili come le
donne, i bambini, gli anziani e le persone con disabilità, resta essenziale,
anche attraverso l'uso di strumenti come gli indicatori per genere ed età. Un altro passo decisivo è
la riforma o l'eliminazione delle sovvenzioni dannose per l'ambiente, come
quelle per i combustibili fossili, e la loro sostituzione con interventi
intelligenti sotto il profilo climatico, meno nocivi dal punto di vista
ambientale e che contribuiscano più efficacemente alla riduzione della povertà.
La coerenza politica implica anche adeguati meccanismi di coordinamento per il
dialogo fra le parti interessate e il controllo e la valutazione delle
politiche e dei risultati. Non va trascurata l'importanza
del livello regionale. L'Unione europea incoraggia attivamente lo sviluppo e
l'integrazione regionale, che possono stimolare il commercio, gli investimenti
e la mobilità, e promuovere la pace e la stabilità. A livello mondiale,
attuare l'agenda post-2015 richiederà anche un efficiente sistema
internazionale di governance, mercati finanziari stabili e cooperazione
economica, con i necessari livelli di regolamentazione. Le istituzioni di
governance mondiale devono essere efficaci e trasparenti, con sistemi di
valutazione e comunicazione dello stato di avanzamento dei progetti rispetto
agli obiettivi. Occorre continuare a tendere verso una migliore governance
delle istituzioni finanziarie internazionali. Le agende del G7 e del G20 sono
inoltre esempi del tipo di impegni politici che possono fare una grossa
differenza. I beni pubblici globali
necessitano a loro volta di politiche e azioni internazionali coordinate, anche
attraverso una migliore attuazione degli accordi internazionali che svolgono un
ruolo centrale nella realizzazione di vari OSS. Molte questioni sono mondiali o
transfrontaliere, e per essere affrontate richiedono pertanto specifici accordi
di cooperazione internazionale. Anche le politiche nazionali devono essere
coerenti e allineate con gli accordi internazionali. L'Unione europea è
un'attiva sostenitrice e Parte di una serie di accordi internazionali, ed è
disposta ad assumere un ruolo guida e a contribuire all'attuazione di
interventi in una serie di settori, come le convenzioni multilaterali in
materia di salute, in materia di ambiente, e la gestione internazionale degli
oceani. In un mondo sempre più
interconnesso, tutti i paesi devono sistematicamente tenere conto delle
ripercussioni, sia positive che negative, che le loro politiche possono avere
sugli altri. A tal fine, tutti i paesi industrializzati a reddito medio-alto e
tutte le economie emergenti devono impegnarsi a creare sistemi per valutare
l'impatto dell'adozione di nuove politiche sui paesi più poveri. Per l'UE, la coerenza delle politiche
per lo sviluppo è un impegno giuridico a tenere conto degli obiettivi di
cooperazione allo sviluppo nelle politiche che essa attua e che sono tali da
poter avere ripercussioni sui paesi in via di sviluppo. Ciò significa affrontare
eventuali impatti negativi delle politiche nazionali sui paesi terzi e
promuovere sinergie fra i settori economico, sociale e ambientale. 3.2.
Sviluppo di capacità per attuare l'agenda L'agenda
post-2015 può concretizzarsi solo se tutti i partner sono dotati di istituzioni
efficienti e dispongono delle necessarie competenze e capacità umane per
eliminare la povertà e raggiungere uno sviluppo sostenibile. Ciò comprende la
capacità di valutare le necessità, raccogliere dati, controllare l'attuazione e
rivedere le strategie. Per realizzare gli OSS, è necessario sviluppare capacità
e competenze ulteriori e nuove, a tutti i livelli e in tutti i paesi, anche
nell'UE. Lo sviluppo
delle capacità, compreso lo sviluppo istituzionale e organizzativo, sarà
efficiente solo se assunto e gestito da chi ne ha bisogno. Deve essere
improntato sull'apprendimento e su iniziative di arricchimento delle conoscenze
così come su un dialogo continuo, leale e costruttivo sulle politiche e i
risultati in materia di sviluppo. Questo approccio dovrebbe concentrarsi sullo
sviluppo delle risorse umane e di sistemi e processi di pianificazione,
gestione e controllo. Tutti i
partner della cooperazione internazionale, comprese le organizzazioni
internazionali, devono rafforzare e affinare il sostegno apportato ai processi
di sviluppo delle capacità, incluso l'uso delle reti e di sistemi per lo
scambio di conoscenze, l'apprendimento fra pari e il coordinamento fra tutti i
partner dello sviluppo. Si può trattare di ogni tipo di partenariato di cooperazione,
da quella nord-sud o sud-sud agli approcci triangolari e regionali, con il
coinvolgimento di parti interessate pubbliche e private. Sforzi particolari
sono necessari nei paesi meno sviluppati (PMS) e negli Stati fragili, dove è
necessario preparare le condizioni per la transizione e sviluppare la
resilienza delle popolazioni più vulnerabili. L'Unione
europea è determinata a migliorare e a integrare il sostegno allo sviluppo
delle capacità in tutti i settori della cooperazione in un'ottica multipartecipativa.
L'UE riconosce che lo sviluppo delle capacità dei paesi partner è un fattore
chiave per migliorare l'efficacia degli aiuti e facilita già processi di
apprendimento fra pari e la creazione di reti attraverso iniziative, ad
esempio, di cooperazione tecnica e programmi di sviluppo istituzionale. L'UE
intensificherà il rafforzamento delle capacità nel settore delle statistiche e
del controllo nei paesi partner. 3.3.
Mobilitazione e impiego efficace delle finanze pubbliche nazionali I governi nazionali hanno
la responsabilità principale dell'attuazione di politiche economiche
sostenibili, che comporta anche la responsabilità di una mobilitazione e un
impiego efficienti delle risorse pubbliche, incluse le risorse naturali. Le finanze pubbliche
devono inoltre essere gestite in modo sano, ed è necessario garantire
l'adozione e il rafforzamento di misure di audit, di controllo, di lotta contro
la frode e contro la corruzione, nonché una corretta amministrazione fiscale e
la comunicazione di informazioni da parte di ciascun paese, per aumentare la
trasparenza finanziaria e contrastare i flussi finanziari illeciti. Benché i redditi
nazionali pubblici siano aumentati significativamente negli ultimi anni, la
pressione fiscale in molti paesi resta bassa. Oltre a fornire un margine di
bilancio per la spesa nazionale destinata alle priorità di sviluppo, la
raccolta e l'uso efficaci e trasparenti delle risorse pubbliche nazionali
rafforzano la rendicontabilità
a livello interno e contribuiscono a una sana relazione governo-cittadini.
Pertanto, approfondire e ampliare la base delle risorse nazionali e migliorarne
la gestione e l'impiego efficace in tutti i paesi è fondamentale per
l'eliminazione della povertà e per lo sviluppo sostenibile. Il bilancio del capitale
naturale può aiutare i paesi ricchi di risorse naturali e rafforzarne la
governance e la trasparenza, contribuendo così alla crescita economica. La
trasformazione operata dall'economia verde offre nuove opportunità importanti
come motore della crescita economica sostenibile. L'Unione europea si è
impegnata a rafforzare i suoi sforzi in questo ambito, sia internamente che
attraverso il sostegno ai paesi in via di sviluppo. La crescente integrazione
dei mercati finanziari internazionali e della globalizzazione economica pone
nuove sfide all'aumento dei redditi nazionali. È pertanto necessario cooperare
a livello internazionale per garantire un contesto fiscale trasparente,
collaborativo ed equo, che permetta di incrementare la mobilitazione del
reddito interno.
Il debito è un elemento
importante, che deve essere considerato nel contesto delle finanze pubbliche
generali. Il finanziamento sostenibile del debito, sostenuto da una sua
gestione efficiente, è un elemento fondamentale della stabilità finanziaria e
di una politica di bilancio sostenibile. Tutti i paesi dovrebbero
impegnarsi a mobilitare e a utilizzare efficacemente le finanze pubbliche
nazionali, anche per quanto riguarda i beni pubblici globali come il clima e la
biodiversità, e i settori fondamentali per l'eliminazione della povertà e lo
sviluppo sostenibile, come l'agricoltura e l'energia. Tutti i paesi dovrebbero
applicare salvaguardie ambientali e sociali e promuovere e attuare programmi
che portino a una maggiore resilienza, e quindi a un risparmio in termini di
costi a lungo termine. Integrare gli obiettivi climatici nel finanziamento
pubblico a livello nazionale è fondamentale sia per raccogliere le risorse per
azioni in materia di cambiamenti climatici, sia per evitare investimenti non
sostenibili e costi negativi sul lungo termine. Tutti i paesi dovrebbero
impegnarsi a raggiungere livelli ottimali di entrate pubbliche, misurate ad
esempio dal rapporto imposte / prodotto interno lordo (PIL), anche rafforzando
le istituzioni competenti, aumentando le capacità delle amministrazioni fiscali
e riformando i sistemi fiscali nazionali per ampliare se del caso la base
imponibile e garantire politiche fiscali eque e giuste. Ogni paese deve inoltre
garantire l'esistenza di sistemi di gestione efficiente, sostenibile e
trasparente di tutte le risorse pubbliche, inclusa la gestione del debito e
della tesoreria e la gestione del reddito ottenuto dalle risorse naturali. Ciò
significa realizzare programmi di riforma governativi e rafforzare le
istituzioni responsabili della pianificazione e del controllo di bilancio,
comprese le istituzioni superiori nazionali indipendenti di audit, i parlamenti
e la società civile. Dovrebbero essere promosse le politiche di apertura in
materia di dati, compreso lo sviluppo di portali nazionali di dati aperti. Per garantire condizioni
uniformi nella tassazione delle imprese locali e internazionali dovrebbe essere
rafforzata la cooperazione internazionale ai fini del contrasto dei flussi
finanziari illeciti. Dovrebbero essere inoltre accresciute la trasparenza e la
rendicontabilità delle industrie estrattive, compresa la divulgazione dei
pagamenti da parte delle società ai governi. La cooperazione
internazionale dovrebbe essere rafforzata anche in materia di fiscalità. Tutti
i paesi dovrebbero rispettare le norme minime di buona governance nel settore
fiscale (trasparenza, scambio di informazioni e concorrenza fiscale leale) e
impegnarsi ad adottare normative nazionali per combattere l'evasione fiscale,
l'elusione fiscale e la pianificazione fiscale aggressiva e per evitare una
concorrenza fiscale dannosa. Tutti i paesi dovrebbero lavorare all'attuazione
delle raccomandazioni riguardanti l'erosione della base imponibile e il
trasferimento degli utili. 3.4. Mobilitazione e impiego efficace delle finanze pubbliche
internazionali Il finanziamento pubblico
internazionale rimane un elemento importante e catalizzatore del finanziamento
globale di cui dispongono i paesi in via di sviluppo, e nei prossimi 15 anni,
per attuare questa ambiziosa agenda, ne aumenterà l'esigenza. Come ha indicato
il Segretario generale delle Nazioni Unite nella sua relazione di sintesi,
l'agenda post-2015 deve basarsi sui principi di universalità, responsabilità
condivisa e solidarietà. La Commissione europea appoggia pertanto fortemente
l'appello del Segretario generale delle Nazioni Unite che invita tutti i paesi
industrializzati a raggiungere il traguardo ONU dello 0,7% per quanto riguarda
il rapporto APS/RNL, e a concordare un calendario concreto di realizzazione
degli impegni assunti nell'ambito degli aiuti pubblici allo sviluppo. Le economie in via di
sviluppo e le economie emergenti sono state il motore della crescita mondiale
negli ultimi dieci anni. Dati i continui miglioramenti in campo economico e
finanziario in molti paesi in via di sviluppo, nel periodo post-2015 il
finanziamento pubblico internazionale deve essere modulato così da far
accelerare il ritmo dei cambiamenti e renderli sostenibili. Un numero crescente
di paesi che non sono membri del Comitato per gli aiuti allo sviluppo (CAS)
dell'OCSE apportano già finanziamenti significativi. Questi partner stanno
aiutando a trasformare il panorama dei finanziamenti allo sviluppo attraverso
strategie e modalità alternative di cooperazione, e dovrebbero contribuire
maggiormente al sostegno dei paesi più bisognosi. Data la loro importanza, e in
linea con i suggerimenti formulati nella relazione di sintesi del Segretario
generale delle Nazioni Unite, i paesi a reddito medio-alto e le economie
emergenti dovrebbero impegnarsi ad aumentare i propri contributi al
finanziamento pubblico internazionale, stabilendo a tal fine specifici
obiettivi e calendari. L'Unione europea e i suoi
Stati membri forniscono più del 50% di tutti gli aiuti pubblici allo sviluppo,
e continueranno a mantenere un forte impegno collettivo. I termini temporali
per gli impegni finanziari dell'UE dovrebbero essere decisi nell'ambito del
sopra menzionato impegno globale, che dovrebbe garantire che tutti i paesi ad
alto reddito, così come i paesi a reddito medio-alto e le economie emergenti,
apportino il loro giusto contributo per sostenere i paesi più poveri nel
raggiungimento degli obiettivi concordati a livello internazionale. Il ruolo e la rilevanza
dei finanziamenti pubblici internazionali variano a seconda dei paesi. Le
risorse dovrebbero essere destinate dove sono più necessarie e dove hanno il
maggiore impatto. A tale riguardo, è fondamentale che tutti i finanziatori si
sforzino di invertire la tendenza al calo degli aiuti verso i paesi più poveri.
Come indicato dal Segretario generale delle Nazioni Unite, tutti i paesi ad
alto reddito dovrebbero rispettare l'obiettivo dell'ONU di destinare lo 0,15%
dell'RNL agli aiuti allo sviluppo per i PMS, come previsto dal programma
d'azione di Istanbul[13].
I paesi a reddito medio alto e le economie emergenti dovrebbero anche
impegnarsi ad aumentare i loro contribuiti ai PMS, stabilendo a tal fine
obiettivi e calendari. Le risorse pubbliche
internazionali messe a disposizione da tutti i finanziatori devono essere
stanziate e usate in modo efficace, in linea con i principi di titolarità,
accento sui risultati, partenariato inclusivo, trasparenza e rendicontabilità
reciproca. Tutti i finanziatori dovrebbero compiere sforzi concreti per
migliorare la trasparenza, rafforzare la realizzazione dei risultati e la
rendicontabilità, sostenere la misurazione e la dimostrazione di risultati
sostenibili, applicare linee direttrici per le situazioni di conflitto e di
fragilità[14]
e ridurre la frammentazione dell'architettura degli aiuti internazionali. In tempi di restrizioni
economiche, sfruttare appieno le potenzialità dei finanziamenti pubblici è un
aspetto essenziale. Gli aiuti pubblici allo sviluppo possono contribuire a
promuovere altri mezzi d'attuazione se correttamente concepiti e utilizzati.
Possono moltiplicare le risorse pubbliche nazionali sostenendo migliori
politiche tributarie e fiscali, sbloccare progetti di infrastrutture attraverso
partenariati combinati e partenariati pubblico-privato, e possono promuovere
gli scambi in campo scientifico e tecnologico. Dato che l'agenda
post-2015 deve essere pienamente coerente con gli obiettivi climatici e deve
promuoverli, è importante garantire che il relativo quadro finanziario sia a
sua volta assolutamente coerente e allineato con i finanziamenti per il clima,
come sottolineato dalla relazione di sintesi del Segretario generale delle
Nazioni Unite. Va osservato in questo contesto che l'Unione europea ha già
deciso, per il periodo 2014-2020, di destinare il 20% del suo bilancio – anche
per le azioni esterne – a progetti e politiche per il clima. L'UE continua
inoltre a impegnarsi ad adempiere agli obblighi ad essa incombenti in virtù
delle convenzioni internazionali, anche per quanto riguarda la biodiversità e
altre questioni globali chiave. 3.5.
Stimolare il commercio per eliminare la povertà e promuovere lo sviluppo
sostenibile Il commercio è un fattore
chiave della crescita inclusiva e dello sviluppo sostenibile, ed è pertanto
un'importante strumento per l'attuazione dell'agenda post-2015. L'Unione europea
riconosce la supremazia dell'Organizzazione mondiale del commercio (OMC) per
quanto riguarda le questioni di natura commerciale a livello mondiale, e
ritiene che il sistema commerciale multilaterale regolamentato svolga un ruolo
preziosissimo nel creare condizioni di concorrenza eque per tutti i paesi, e
soprattutto per quelli in via di sviluppo. L'UE rinnova quindi il suo pieno
impegno verso l'agenda di Doha per lo sviluppo e l'attuazione del pacchetto di
Bali, in particolare l'accordo sull'agevolazione degli scambi e gli elementi
relativi ai PMS, che promuoveranno una maggiore integrazione di tali paesi nei
mercati internazionali e nelle catene globali del valore. L'Unione europea si
impegnerà in maniera costruttiva nei prossimi negoziati sul programma di lavoro
post-Bali per completare prontamente il ciclo di trattative. Molti paesi, in particolare le economie emergenti,
si sono avvalsi con successo delle potenzialità di un sistema commerciale aperto per
dare impulso agli scambi commerciali e per avere buoni tassi di crescita del PIL. Se questi
cambiamenti hanno contribuito a far uscire centinaia di milioni di persone
dalla povertà, non tutti i paesi in via di sviluppo hanno goduto di questo
miglioramento. I PMS, in particolare, restano ai margini del commercio
mondiale. Ogni paese ha la grossa
responsabilità di massimizzare le potenzialità del commercio ai fini della
crescita inclusiva e dello sviluppo sostenibile, attraverso una buona
governance e politiche e riforme nazionali solide. Lo scopo è creare un
contesto normativo stabile che sia favorevole al settore privato e agli
investimenti, e che contribuisca all'integrazione del paese nelle catene del
valore regionali e globali. Al tempo stesso, ogni paese deve garantire norme in
materia di lavoro riconosciute a livello internazionale e qualifiche adeguate
per i lavoratori, promuovendo parallelamente la transizione verso l'economia
verde. I paesi più vulnerabili
del mondo, specialmente i PMS, incontrano tuttavia particolari ostacoli
derivanti dalla carenza di capacità, dall'inadeguatezza delle infrastrutture o
da un'insufficiente diversificazione della produzione, e devono quindi essere
aiutati ad integrarsi nel sistema commerciale globale per trarne così il massimo
dei vantaggi in termini economici, sociali e ambientali. A tale riguardo, un
più facile accesso ai mercati e gli aiuti al commercio svolgono un ruolo
fondamentale. Il mercato dell'Unione
europea è quello più aperto ai paesi in via di sviluppo. L'UE ha semplificato
le sue norme d'origine e per i paesi più bisognosi ha potenziato il sistema di
informazioni sulle modalità di accesso al suo mercato. Ha altresì predisposto
strumenti unilaterali per favorire lo sviluppo sostenibile, fra cui il sistema
di preferenze generalizzate (SPG). Nell'ambito dell'SPG+, inoltre, prevede
preferenze commerciali supplementari per le economie vulnerabili impegnate ad
attuare concretamente 27 convenzioni internazionali fondamentali in materia di
diritti umani e diritti del lavoro, tutela ambientale e buona governance.
Inoltre, l'iniziativa "Tutto tranne le armi" accorda un accesso al
mercato in esenzione da dazi e quote per tutti i prodotti dei PMS tranne le
armi e le munizioni. Tutti i paesi industrializzati e le economie emergenti
dovrebbero concedere ai prodotti dei PMS un accesso ai loro mercati libero da
dazi e contingenti. L'Unione europea e i suoi
Stati membri si collocano anche al primo posto mondiale per quanto riguarda
l'apporto di aiuti al commercio (un terzo del totale mondiale). Questo
comprende anche il rafforzamento delle capacità per soddisfare le norme europee
e beneficiare di tutti i vantaggi derivanti dagli accordi commerciali e dalle preferenze commerciali unilaterali dell'UE.
L'Unione europea cercherà di aggiornare la sua strategia in materia di aiuti al
commercio alla luce degli esiti dei negoziati post-2015. Tutti i paesi
industrializzati e le economie emergenti dovrebbero aumentare i loro aiuti al
commercio per i PMS, contribuendo in base ai principi d'efficacia dello
sviluppo. Per sfruttare appieno le
potenzialità del commercio, ogni paese deve integrare sempre di più, nelle sue
politiche commerciali, le questioni relative all'"oltre frontiera":
si tratta di questioni come l'agevolazione degli scambi, le regolamentazioni e
norme tecniche, le disposizioni in materia di lavoro e di ambiente, gli
investimenti, i servizi, i diritti di proprietà intellettuale e gli appalti
pubblici. L'Unione europea affronta tali questioni nei suoi accordi
commerciali, anche con i paesi in via di sviluppo. Tutti i paesi dovrebbero
inoltre valutare l'impatto degli accordi commerciali sulla sostenibilità e le
loro ripercussioni sui PMS. L'UE ha rafforzato
l'integrazione dello sviluppo sostenibile nella sua politica commerciale: ciò significa
che include sistematicamente in tutti i suoi accordi commerciali, con partner
sia industrializzati che in via di sviluppo, disposizioni relative allo
sviluppo sostenibile, compresi gli aspetti del lavoro e dell'ambiente. Il
coinvolgimento dei rappresentanti della società civile nell'attuazione di
queste disposizioni è fondamentale al fine del conseguimento di risultati.
Tutti i paesi dovrebbero rafforzare l'integrazione dello sviluppo sostenibile
nella loro politica commerciale. La sinergia fra commercio
e sviluppo sostenibile può essere promossa anche riducendo o eliminando gli
ostacoli tariffari e non tariffari per i beni, le tecnologie e i servizi
ambientali, come pure per i prodotti rispettosi dell'ambiente. A tale riguardo,
l'UE è fermamente impegnata a concludere rapidamente un accordo plurilaterale
sui prodotti e i servizi ambientali (l'"accordo sui beni ecologici"),
e invita un maggior numero di paesi a unirsi ai negoziati in corso. Per conseguire gli OSS
occorre un'agenda commerciale trasformativa che migliori il comportamento
responsabile e la legislazione così come la trasparenza lungo tutte le catene
d'approvvigionamento. Le risorse naturali sono un motore dello sviluppo grazie
al loro sfruttamento e commercio, ma occorre investire maggiori sforzi per
promuovere un approvvigionamento, un commercio e un uso lecito, responsabile,
sostenibile e trasparente sia delle risorse naturali che delle materie prime,
anche attraverso una legislazione europea riguardante le informative per paese
e gli accordi bilaterali, come ad esempio con i paesi esportatori di legname.
La Commissione europea ha inoltre presentato recentemente una proposta relativa
all'approvvigionamento responsabile dei minerali provenienti da zone di
conflitto e ad alto rischio[15].
Le misure internazionali
per combattere il commercio illegale dannoso per l'ambiente (che tocca ad
esempio gli animali selvatici, le sostanze pericolose e le risorse naturali)
devono essere rafforzate – un buon esempio di quel che può essere realizzato a tale
proposito sono gli accordi volontari di partenariato che l'UE sta negoziando
nel contesto della sua iniziativa riguardante l'applicazione delle normative,
la governance e il commercio nel settore forestale. L'elaborazione di
orientamenti e norme internazionali, così come sistemi pubblici e privati di
sostenibilità (come i sistemi di commercio equo) possono a loro volta apportare
benefici economici, ambientali e sociali. 3.6.
Guidare un cambiamento trasformativo attraverso la scienza, la tecnologia e l'innovazione Le soluzioni apportate
dalla scienza, dalla tecnologia e dall'innovazione sono importanti motori ai
fini dell'attuazione della visione del mondo post-2015. La scienza, la
tecnologia e l'innovazione, compresa la digitalizzazione, possono generare
cambiamenti profondi in un periodo di tempo relativamente breve, ma non è detto
che affrontino automaticamente i problemi sociali e ambientali: tutte le parti
interessate devono sfruttarne le potenzialità a vantaggio di uno sviluppo
intelligente, sostenibile e inclusivo. Tutti i partner devono quindi
incoraggiare un'innovazione che aiuti i cittadini a sfuggire alla povertà, che
generi un'occupazione di qualità, ottimizzi sistemi e catene del valore
complessi, incoraggi modelli di consumo e di produzione sostenibili, riduca la
vulnerabilità alle catastrofi e ad altri choc e promuova un uso efficiente
delle risorse scarse. Tutti i paesi devono promuovere l'acquisizione di
competenze superiori o specifiche che favoriscano e sostengano la scienza, la
tecnologia e l'innovazione. Nei paesi in via di sviluppo, in particolare,
dovrebbero essere sfruttate appieno le potenzialità delle tecnologie
d'informazione e di comunicazione e le loro applicazioni come motori di una
crescita inclusiva e sostenibile, di innovazione e imprenditorialità. Poiché sono le imprese a
detenere la maggior parte delle tecnologie, il loro trasferimento è possibile
solo a condizioni convenute di comune accordo, anche nel rispetto dei diritti
di proprietà intellettuale. I governi devono incoraggiare e agevolare la
diffusione, la condivisione e il trasferimento delle tecnologie attraverso un
contesto abilitante e incentivi a livello nazionale che siano tarati sulla
sostenibilità e forniscano un'adeguata protezione dei diritti di proprietà intellettuale
secondo le norme dell'OMC. Occorre incoraggiare i partenariati pubblico-privato
e gli investimenti nella ricerca e nello sviluppo, garantendo al contempo che
contribuiscano allo sviluppo sostenibile. Per promuovere
l'attuazione degli OSS, tutti i paesi dovrebbero aumentare il livello di
cooperazione bilaterale, regionale e multilaterale nel campo della scienza,
della tecnologia, dell'innovazione e della ricerca mirata alle soluzioni,
comprese le tecnologie dell'informazione e della comunicazione. Per facilitare
lo sviluppo e l'accesso a tecnologie vitali ed ecocompatibili, è necessaria non
solo la cooperazione nord-sud, ma anche quella sud-sud e quella triangolare, in
particolare per i PMS. Le economie emergenti svolgono un ruolo importante nello
sviluppo e nel trasferimento di tecnologia e di sviluppo di capacità per i PMS,
così come nella cooperazione scientifica e tecnologica. La cooperazione in
materia di trasferimento tecnologico dovrebbe andare al di là del puro sviluppo
tecnologico e dovrebbe includere investimenti a lungo termine adattati ai
contesti locali, dovrebbe prevedere un impegno con le comunità e gli utenti e
garantire che venga tenuto conto delle necessità delle persone e dell'ambiente
("progetto incentrato sulla persona e sull'ambiente"). Le Nazioni Unite
dovrebbero continuare a facilitare l'accesso alle informazioni sulle tecnologie
esistenti e promuovere la coerenza e il coordinamento fra i meccanismi
tecnologici, compresi quelli nuovi. Per apportare valore aggiunto ed evitare doppioni,
la Commissione europea propone che ogni nuovo meccanismo debba funzionare come
una stanza di compensazione fra le iniziative esistenti, volta a promuovere il
coordinamento e le sinergie fra di esse, garantendo al tempo stesso la
partecipazione di tutte le parti interessate. L'introduzione di una piattaforma
on-line, che si basi sulle iniziative esistenti e le completi, come suggerito
nella relazione di sintesi del Segretario generale delle Nazioni Unite,
potrebbe contribuire alla realizzazione di questo obiettivo. L'UE si è impegnata a
promuovere la scienza, la tecnologia e l'innovazione, sia al proprio interno
che in cooperazione con i paesi e regioni partner a livello internazionale.
Orizzonte 2020, il programma di ricerca e innovazione dell'UE, stanzia il 60%
del suo bilancio a supporto dello sviluppo sostenibile, ed è aperto alla
partecipazione a livello del mondo intero. L'Unione europea promuove il libero
accesso alle pubblicazioni e – come progetto pilota – ai dati risultanti dalle
ricerche a finanziamento pubblico nell'ambito di Orizzonte 2020 per facilitare
la condivisione delle conoscenze e rafforzare le capacità di ricerca e
innovazione, anche nei paesi in via di sviluppo. Nell'ambito della cooperazione
allo sviluppo appoggia l'innovazione e le capacità di trasferimento tecnologico
attraverso programmi d'istruzione superiore, specialmente nel settore
dell'agricoltura sostenibile e della sicurezza alimentare, allo scopo di
aumentare la sostenibilità indirizzando la produzione agricola su un percorso
di crescita a tal fine e di tradurre i risultati della ricerca in soluzioni
pratiche. Attraverso la sua partecipazione a vari partenariati, l'Unione
europea svolge anche un ruolo in materia di prevenzione, preparazione e
risposta a crisi e catastrofi. 3.7.
Mobilitare il settore privato nazionale e internazionale Le imprese e i
consumatori saranno gli attori chiave della transizione verso uno sviluppo
sostenibile, dato che il settore privato – dai piccoli portatori di interesse
alle grandi multinazionali – è un importante motore per l'innovazione, la
crescita sostenibile, la creazione di occupazione, il commercio e la riduzione
della povertà. Esso svolge anche un ruolo cruciale negli investimenti per l'uso
efficiente delle risorse e le infrastrutture, come i sistemi di trasporto
sostenibili, le reti energetiche e le infrastrutture digitali, che sono
fondamentali per la crescita economica di un paese. L'attuazione dell'agenda
post-2015 richiede quindi un contesto imprenditoriale favorevole alle iniziative
del settore privato, che sostenga le microimprese e le piccole e medie imprese,
conferisca posizioni di potere alle donne e aumenti l'inclusione finanziaria. I
consumatori dovrebbero essere messi in condizione di fare scelte consapevoli
grazie a migliori informazioni sulle credenziali di sostenibilità dei prodotti,
anche attraverso la promozione e l'uso della certificazione di sostenibilità.
Le norme e i criteri di sostenibilità sottendono una serie di misure per
realizzare gli OSS, come gli incentivi fiscali, gli appalti pubblici, la
comunicazione di informazioni d'impresa e l'etichettatura dei prodotti. Benché le imprese
ottengano risultati migliori nel ridurre il loro impatto ambientale e sociale,
il settore privato ha ancora enormi potenzialità per accrescere il proprio
contributo all'eliminazione della povertà e allo sviluppo sostenibile. Le
imprese dovrebbero sistematicamente analizzare l'impatto ambientale e sociale
dei prodotti che utilizzano e producono effettuando un'analisi del loro ciclo
di vita: a tal fine hanno a disposizione un gran numero di norme, principi e
orientamenti, e l'agenda post‑2015 fornisce un'ottima occasione per
cominciare ad affrontare tali questioni. Un esempio è quello del lavoro per lo
sviluppo di catene di approvvigionamento agricolo responsabili. I governi e il settore
privato devono lavorare insieme a una visione comune di crescita sostenibile e
inclusiva, ai fini della quale i governi dovrebbero fissare il quadro
regolamentare, garantendone l'applicazione e predisponendo incentivi, mentre il
settore privato dovrebbe effettuare investimenti più sostenibili. L'entità
della combinazione fra fondi pubblici, prestiti di istituzioni finanziarie
internazionali e fondi del settore privato continuerà a crescere nei prossimi
decenni, anche per gli investimenti sostenibili in infrastrutture e imprese
climaticamente intelligenti e per una maggiore inclusione finanziaria. Un presupposto importante
per lo sviluppo del settore privato è l'accesso al finanziamento, insieme alla
presenza di strutture giudiziarie e quadri regolamentari adeguati. L'esistenza
di norme e istituzioni semplici, trasparenti e stabili, sostenute da efficaci
sistemi giudiziari e di risoluzione delle controversie, è un elemento
fondamentale per un contesto imprenditoriale inclusivo e favorevole, e per la
promozione di investimenti sostenibili. Una sfida per le autorità locali e
nazionali è quella di creare le condizioni per la progressiva formalizzazione
del settore informale (garanzia di servizi migliori e maggior gettito fiscale),
senza scoraggiare il dinamismo e l'innovazione. Per raggiungere una
crescita sostenibile e inclusiva occorre promuovere modelli imprenditoriali
innovativi che integrino i poveri nei mercati, come consumatori o come
produttori. Occorre spingere le imprese a portare avanti le iniziative di
successo che servono a migliorare le condizioni di lavoro e le opportunità
ambientali, come l'accordo sulla sicurezza antincendio e degli edifici in
Bangladesh[16]
e la piattaforma europea "Imprese e biodiversità"[17]. Il settore privato può
essere un motore di trasformazione anche affrontando questioni quali la
trasparenza, le condizioni di lavoro, la salute e la sicurezza sul lavoro,
l'accesso alla previdenza sociale, l'ascolto e la responsabilizzazione, così
come le questioni dei rifiuti, dell'inquinamento, dell'efficienza delle risorse
e della tutela dell'ambiente. Può anche sostenere attivamente il rafforzamento
dello Stato di diritto. Una maggiore efficienza nell'uso delle risorse,
orientata verso un'economia circolare, risulta efficace anche sotto il profilo
economico. Attraverso una maggiore responsabilizzazione per le imprese e per i
prodotti - specialmente in settori con forti effetti moltiplicatori come
l'agricoltura, l'energia, le tecnologie digitali, le infrastrutture e i settori
verdi -, il settore privato avrà un impatto molto forte e contribuirà alla
realizzazione di una crescita inclusiva e sostenibile. Questo a sua volta
porterà a feedback positivi, poiché l'eliminazione di carenze, ad esempio nelle
infrastrutture di trasporto o di energia, permette di sciogliere i blocchi
critici che ostacolano la crescita economica in molti PMS e la loro
partecipazione alle catene globali del valore. Per incrementare le
iniziative d'impresa sono necessari partenariati multipartecipativi. Le piccole
e medie imprese sono importanti motori di creazione di occupazione, ma spesso
non dispongono di economie di scala e delle capacità per investire in
tecnologie innovative o per partecipare pienamente a programmi di sostenibilità.
I partenariati con grandi multinazionali, ad esempio attraverso l'iniziativa Global Compact delle
Nazioni Unite[18],
possono aiutare le piccole e medie imprese a realizzare le loro potenzialità di
sviluppo sostenibile e di innovazione. L'Unione
europea si adopera già molto per facilitare l'impegno del settore privato nei
paesi in via di sviluppo e continuerà a farlo. Attraverso la cooperazione allo
sviluppo, l'UE promuove l'impegno delle imprese in settori come l'energia
sostenibile, l'agricoltura sostenibile, la pesca, la silvicoltura e
l'agroindustriale, le tecnologie di informazione e di comunicazione, le
infrastrutture sostenibili, le infrastrutture verdi e l'economia verde. L'UE
spinge le imprese a investire di più e in modo più responsabile nei paesi in
via di sviluppo, anche con approcci differenziati e specifici nei paesi fragili
e teatro di conflitti che hanno un bisogno urgente d'occupazione e di
opportunità economiche per ripristinare la coesione sociale, la pace e la
stabilità politica. L'UE lavora con i governi partner per creare un
contesto imprenditoriale favorevole, anche aumentando il sostegno alle piccole
e medie imprese, promuovendo l'ecoimprenditorialità,
rafforzando la posizione delle donne come imprenditrici e come lavoratrici, e
incrementando l'inclusione finanziaria. L'UE
sta adottando misure per premiare sul mercato le imprese che si assumono una
responsabilità sociale e ambientale, per diffondere le buone prassi, migliorare
i processi di autoregolamentazione e coregolamentazione e accrescere la
divulgazione, da parte delle società, di informazioni sociali e ambientali. Dialogando con i paesi partner, continuerà inoltre a
promuovere orientamenti in materia di sostenibilità, anche sulla responsabilità
sociale delle imprese. L'Unione europea incoraggia
attivamente l'impegno costruttivo delle imprese e l'adesione a principi e
orientamenti concordati a livello internazionale, compresi i principi guida su
imprese e diritti umani delle Nazioni Unite. 3.8.
Sfruttare gli effetti positivi della migrazione Fra le tendenze mondiali
che avranno ripercussioni complesse e su vasta scala sull'agenda post-2015,
l'emigrazione fornisce l'esempio di una questione che può essere gestita in
modo da contribuire positivamente alla realizzazione degli OSS. Per i singoli individui,
l'emigrazione può essere una delle strategie più potenti e immediate di
riduzione della povertà. Le persone si spostano per sfuggire all'indigenza e ai
conflitti, per adattarsi ai cambiamenti climatici e alle crisi ambientali ed
economiche, per cercare protezione da persecuzioni o danni gravi, e per
migliorare la situazione finanziaria, lo stato di salute e il livello
d'istruzione delle loro famiglie. Benché l'emigrazione abbia indubbiamente
contribuito a progredire nel raggiungimento di molti OSM, quella forzata o mal
gestita può essere fonte di sofferenza, può esporre i migranti al rischio di
finire nelle reti dei trafficanti, può mettere sotto pressione le capacità dei
paesi di destinazione e può far aumentare le tensioni sociali. Tutti i paesi
devono impegnarsi a gestire la migrazione in modo efficace nel pieno rispetto
dei diritti e della dignità dei migranti, riducendone la vulnerabilità.
Trattandosi di un fenomeno multidirezionale, una migliore governance delle
migrazioni richiederà un'intensificazione dei partenariati fra gli Stati e le
altre parti interessate. Il nuovo partenariato
mondiale deve promuovere un approccio più collaborativo per aumentare i
vantaggi della migrazione internazionale per lo sviluppo sostenibile, e per
ridurre le vulnerabilità. La comunità internazionale deve impegnarsi a lavorare
insieme per definire un quadro esaustivo che affronti la migrazione legale e
irregolare nei paesi di origine, di transito e di destinazione, e che tratti
anche aspetti come la salute, l'istruzione e l'occupazione. Occorrono
iniziative per consentire ai migranti in situazione regolare di conservare una
parte maggiore dei loro guadagni, in particolare riducendo i costi delle
rimesse e i costi d'assunzione, per rivendicare la trasferibilità dei
diritti previdenziali acquisiti, e per sfruttare tutte le loro
potenzialità riconoscendo le loro competenze e qualifiche, lottando al tempo
stesso contro le discriminazioni. La responsabilità internazionale della
gestione della migrazione va condivisa. La comunità internazionale potrebbe
inoltre promuovere misure relative all'accesso dei migranti ai servizi
pubblici, all'assistenza sanitaria, all'istruzione
e ad altri
servizi. L'Unione europea ha aperto la strada a una politica esterna in materia
di migrazione – l'approccio globale in materia di migrazione e mobilità[19] –
equilibrata ed esaustiva, che è diventata un efficiente quadro che permette ai
paesi terzi e alle regioni terze di impegnarsi su questioni di migrazione e
asilo in modo reciprocamente vantaggioso. Questo approccio ha consentito all'UE
di acquisire un'esperienza positiva nel garantire coerenza fra la migrazione e
gli obiettivi di sviluppo. Per fare un passo in più, la Commissione europea sta
elaborando un'agenda europea sulla migrazione, impostata in modo equilibrato e
completo per collegare meglio la politica europea in materia di migrazione e le
sue politiche esterne, fra cui la politica di sviluppo, promuovendo una
maggiore cooperazione interna ed esterna.
IV. COMPONENTI PRINCIPALI DEL PARTENARIATO MONDIALE –
MONITORAGGIO, RENDICONTABILITÀ E VALUTAZIONE
Poiché
il successo dell'agenda post-2015 dipende dalla collaborazione fra i paesi e
dal mantenimento degli impegni assunti, è importante monitorare e valutare gli
avanzamenti compiuti in materia di attuazione. Il quadro di monitoraggio,
rendicontabilità e valutazione deve essere parte integrante dell'agenda e deve
fondarsi sui principi di trasparenza, inclusività e reattività, efficienza ed
efficacia. Deve riguardare tutti i risvolti degli OSS così come tutti i mezzi
d'attuazione, compresi tutti gli aspetti del finanziamento. Il processo deve
incoraggiare e aiutare i paesi a massimizzare i progressi, a concepire e
valutare politiche efficaci, a condividere le esperienze e a illustrare le
migliori prassi. Deve essere tanto efficiente quanto efficace, apportando
valore aggiunto senza sovrapposizione di sforzi o risorse. Il quadro deve
basarsi su sistemi di monitoraggio e rendicontabilità già consolidati, come
quelli stabiliti dagli accordi internazionali. Come
indicato nella relazione di sintesi del Segretario generale delle Nazioni
Unite, la nuova agenda deve diventare parte di un contratto fra i cittadini,
compresa la società civile e il settore privato, e i governi. Il quadro di
questo programma deve basarsi su un approccio a più livelli, che operi su scala
locale, nazionale, regionale e internazionale garantendone la coerenza, e che
coinvolga rappresentanti di tutti i gruppi di interesse incoraggiandone la
partecipazione agli aspetti sia di monitoraggio che di rendicontabilità. Va
prestata attenzione alle necessità dei gruppi discriminati e delle persone in
situazione di vulnerabilità. I governi nazionali devono rendere conto sia alle
parti interessate nazionali sui progressi compiuti a livello interno, sia alla
comunità internazionale per il contributo apportato agli obiettivi e ai
traguardi globali. Mossi da una visione mondiale, i governi dovranno tradurre
l'agenda post-2015 in ambiziose azioni sul piano nazionale, in funzione
delle condizioni e delle capacità dei paesi. La pianificazione nazionale deve
essere inclusiva e trasparente. Gli aggiornamenti sui progressi compiuti devono
tenere conto dei punti di vista della società civile e devono essere
pubblicamente disponibili per garantire un'ampia partecipazione di questa al
processo post-2015. Il
livello regionale potrebbe costituire un'utile sede per le valutazioni
paritetiche e l'acquisizione di conoscenze, incoraggiare i paesi a fissare
traguardi ambiziosi e stimolare il processo di attuazione. Il lavoro a livello
regionale potrebbe anche contribuire a garantire progressi sulle questioni
transfrontaliere, come la gestione integrata dei bacini fluviali, e su
obiettivi condivisi come l'efficienza energetica, le energie rinnovabili e
riserve ittiche sane. A livello globale, i progressi nella realizzazione degli
obiettivi e dei traguardi globali devono essere valutati in base alle relazioni
nazionali, completate da altre relazioni, ad esempio su specifiche finalità o
su specifici temi. Il Forum politico di alto livello dell'ONU sullo
sviluppo sostenibile è il forum principale in questo contesto, e ha un ruolo di
supervisione fondamentale nel mantenimento degli impegni politici e nel
facilitare la valutazione dei progressi e delle migliori prassi, formulando
anche raccomandazioni per nuove azioni a livello nazionale o internazionale. Il
Forum potrebbe far tesoro dell'esperienza del Partenariato globale per
un'efficace cooperazione allo sviluppo, che offre utili metodologie, fra cui il
dialogo multipartecipativo e la raccolta e il controllo dei dati condotti dai
singoli paesi, che dimostrano il potenziale trasformativo di un processo di
monitoraggio inclusivo sui comportamenti e sui livelli d'ambizione. Va
osservato che altri organi settoriali dell'ONU possono fornire contributi
importanti per il monitoraggio e la valutazione dell'agenda post-2015, e già
controllano l'attuazione degli impegni internazionali esistenti. La Relazione
sullo sviluppo sostenibile globale potrebbe fornire una panoramica esaustiva
dei progressi realizzati. Si dovrebbe tenere conto anche del lavoro del Forum
per la cooperazione allo sviluppo, e i vari organi delle Nazioni Unite
dovrebbero alimentare un unico approccio ONU in materia di presentazione delle
relazioni. Nell'ambito dei più ampi sforzi per garantire un
monitoraggio e una valutazione solidi, dovrebbe risultare utile per l'agenda
post-2015 un quadro di misurazione OCSE/CAS modernizzato, che permetterebbe di
seguire i finanziamenti esterni per tutti gli obiettivi globali in modo
coerente. Questo quadro dovrebbe inoltre valorizzare adeguatamente le modalità
di finanziamento diverse dalle sovvenzioni e fissare giusti incentivi per
l'apporto di finanziamento dello sviluppo. La riunione ad alto livello del CAS
del dicembre 2014 ha compiuto passi avanti nell'adattare la prassi attuale
relativa ai finanziamenti esterni allo sviluppo e nell'eliminare i disincentivi
ai prestiti ai paesi più bisognosi. Ulteriori progressi sono necessari per gli
ambiti di lavoro ancora in sospeso. L'efficacia del monitoraggio, della valutazione e
della rendicontabilità dipendono dall'affidabilità dei dati e degli indicatori
di progresso informativi che possono consentire confronti fra paesi e regioni.
Dovrebbe essere stabilito un insieme di base di indicatori adeguati e orientati
sui risultati, che vadano al di là del PIL e che consentano una misurazione sia
quantitativa che qualitativa dei progressi realizzati. La Commissione europea
sostiene la proposta del Segretario generale delle Nazioni Unite di elaborare
indicatori attraverso un processo tecnico, condotto da esperti, nell'ambito del
sistema delle Nazioni Unite, a cui l'UE resta pronta a contribuire. Le
relazioni sui progressi compiuti devono essere basate su dati aperti, affidabili
e aggiornati, che attingano principalmente ai sistemi statistici nazionali, e
se possibile disaggregati per livelli e per gruppi. A questo fine, occorre
migliorare la disponibilità e la qualità dei dati. Dovrebbero essere utilizzate
le opportunità - fornite dal progresso tecnologico e in particolare dalle nuove
tecnologie d'informazione e di comunicazione – di sfruttare grandi quantità di
dati ("megadati") e di migliorare il monitoraggio in tempo reale e la
raccolta di dati disaggregati. Oltre ai dati socioeconomici, possono risultare
utili anche le informazioni geospaziali (come i dati estratti dal programma
Copernicus dell'UE, la Rete mondiale dei sistemi di osservazione della Terra e
il Sistema globale di osservazione del clima) e il monitoraggio in loco. La
tendenza globale a una maggiore apertura dei dati rappresenta un'opportunità
per migliorare la trasparenza, l'efficienza dell'amministrazione pubblica,
l'elaborazione delle politiche sulla base di fatti concreti e la
rendicontabilità. Una "rivoluzione dei
dati" – la trasformazione del modo in cui i dati sono prodotti e
utilizzati per dare impulso allo sviluppo sostenibile – ne aumenterebbe la
trasparenza e la pubblica accessibilità, migliorerebbe la qualità e la
comparabilità delle statistiche nazionali ufficiali, e permetterebbe di
sfruttare la ricerca e la tecnologia per la raccolta e analisi delle
informazioni. Seguire l'evoluzione dei progressi deve essere un processo
gestibile, anche per i PMS, senza per questo sminuire l'ambizione trasformativa
dell'agenda. Occorrono sforzi supplementari e approcci innovativi per
raccogliere i dati nei contesti di conflitto e di fragilità. L'Unione europea conferma
il suo impegno per l'introduzione e l'attuazione di un solido e ambizioso
sistema di monitoraggio, rendicontabilità e valutazione. Gli insegnamenti
tratti dalla strategia Europa 2020 potrebbero risultare utili per il
monitoraggio e la valutazione, dato che l'UE ha predisposto degli indicatori
per determinare e raffrontare i passi compiuti dagli Stati membri e fornire
orientamenti per aiutarli a realizzare progressi più rapidi verso gli obiettivi
stabiliti.
V. PROSPETTIVE FUTURE
Sulla base delle
conclusioni del Consiglio su un'agenda post-2015 trasformativa, la presente
comunicazione impronterà le posizioni dell'UE nei preparativi per la terza
Conferenza sul finanziamento dello sviluppo, che si terrà ad Addis Abeba nel
luglio 2015, e per il vertice post-2015 che l'ONU organizzerà a New York nel
settembre 2015. Contribuirà inoltre alla preparazione della 21a Conferenza
delle parti della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti
climatici che avrà luogo a Parigi nel dicembre 2015. L'UE e gli Stati membri
continueranno a elaborare posizioni comuni più dettagliate durante i negoziati,
per dare all'Unione europea una sola voce[20].
L'UE si impegna a
svolgere un ruolo costruttivo nei negoziati intergovernativi per tutto il 2015
e a contribuire all'adozione di un'agenda veramente trasformativa. La
Commissione europea è pronta a fare la sua parte nella piena attuazione di
questo programma, sia in seno all'UE che nell'ambito della sua azione esterna,
assistita ove necessario dal Servizio europeo per l'azione esterna, in
cooperazione con tutti i suoi partner. [1]
A/68/970,"Report of the Open Working Group of the General Assembly on
Sustainable Development Goals" ("Relazione del gruppo di lavoro
aperto dell'Assemblea generale sugli obiettivi di sviluppo sostenibile"),
12 agosto 2014. [2]
A/69/315*, "Report of the Intergovernmental Committee of Experts on
Sustainable Development Financing" ("Relazione del
Comitato intergovernativo di esperti sul finanziamento dello sviluppo
sostenibile"), 15 agosto 2014. [3]
A/69/700, "The Road to Dignity by 2030: Ending Poverty, Transforming
All Lives and Protecting the Planet" ("La strada verso la dignità
entro il 2030: porre fine alla povertà, trasformare la vita di tutti e
proteggere il pianeta"), 4 dicembre 2014. [4]
COM(2013)92, "Un'esistenza dignitosa per tutti: sconfiggere la povertà e
offrire al mondo un futuro sostenibile ", 27 febbraio 2013. [5]
COM(2013)531, "Oltre il 2015: verso un'impostazione globale e integrata al
finanziamento dell'eliminazione della povertà e dello sviluppo
sostenibile", 16 luglio 2013. [6]
COM(2014)335, "Un'esistenza dignitosa per tutti: dalla visione all'azione
collettiva", 2 giugno 2014. [7]
11559/13 "Un'agenda globale post 2015", 25 giugno 2013. [8]
17553/13 "Finanziamento dell'eliminazione della povertà e dello sviluppo
sostenibile oltre il 2015", 12 dicembre 2013. [9]
16827/14, "Un'agenda post 2015 trasformativa", 16 dicembre 2014. [10]
COM(2010)2020, "EUROPA 2020 - Una strategia per una crescita intelligente,
sostenibile e inclusiva", 3 marzo 2010. [11]
Ai sensi dell'articolo 208, paragrafo 1, del trattato sul funzionamento
dell'Unione europea, l'"Unione tiene conto degli obiettivi della
cooperazione allo sviluppo nell'attuazione delle politiche che possono avere
incidenze sui paesi in via di sviluppo". [12]
Decisione n. 1386/2013/UE su un programma generale di azione dell'Unione in
materia di ambiente fino al 2020, "Vivere bene entro i limiti del nostro
pianeta ", 20 novembre 2013. [13]
A/CONF.219/7, "Report of the Fourth United Nations Conference on the
Least Developed Countries" ("Relazione della quarta Conferenza
delle Nazioni Unite sui paesi meno sviluppati"), 9-13 maggio 2011. [14] Ad
esempio, il Nuovo patto per un intervento negli Stati fragili (2012), e i
Principi per un efficace intervento internazionale negli Stati fragili e nelle
situazioni di fragilità (OCSE, 2007). [15]
COM(2014)111, "Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del
Consiglio che istituisce un sistema europeo di autocertificazione
dell'esercizio del dovere di diligenza nella catena di approvvigionamento per
gli importatori responsabili di stagno, tungsteno, tantalio, dei loro minerali
e di oro, originari di zone di conflitto e ad alto rischio", 5 marzo 2014. [16]
Si veda http://bangladeshaccord.org/. [17]
Si veda http://ec.europa.eu/environment/biodiversity/business/index_en.html. [18]
Si veda https://www.unglobalcompact.org/. [19]
COM(2011)0743, "L'approccio globale in materia di migrazione e mobilità",
18 novembre 2011, e doc. 9417/2012, "Conclusioni del Consiglio
sull'approccio globale in materia di migrazione e mobilità", 3 maggio
2012. [20]
Si veda 16827/14, "Un'agenda post 2015 trasformativa", 16 dicembre
2014. ALLEGATO Il presente
allegato elenca una serie di possibili azioni che potrebbero contribuire
all'efficace attuazione dell'agenda post-2015. Presenta inoltre proposte di
azioni che potrebbero essere realizzate specificamente dall'Unione europea,
purché esista un accordo sul quadro generale e sulle sue modalità d'attuazione. 1) Un contesto politico
favorevole e abilitante a tutti i livelli Azioni collettive ·
Predisporre
un contesto politico abilitante ai fini della realizzazione di specifici
traguardi e obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS), attraverso un insieme di
misure politiche integrato e coerente basato sui principi dei diritti
dell'uomo, della buona governance e dello Stato di diritto, del sostegno
alle istituzioni democratiche, dell'inclusività, della non discriminazione e
della parità di genere. ·
Scambiarsi
esperienze sugli strumenti economici efficaci, sui quadri regolamentari e la
loro attuazione, sulle politiche nazionali e sulle migliori prassi di
sostenibilità (come
incentivi fiscali, riesame di sovvenzioni e appalti). ·
Impegno
di tutti i paesi industrializzati e le economie emergenti a predisporre
meccanismi di valutazione sistematica dell'impatto che ha, sui paesi in via di
sviluppo, l'adozione di nuove politiche. ·
Incoraggiare
gli organismi pubblici a concludere quanto più possibile appalti sostenibili,
ad esempio utilizzando criteri per creare e aumentare la domanda di prodotti e
servizi sostenibili, e promuovere lo scambio di migliori prassi. ·
Aumentare
la coerenza delle politiche a livello nazionale e internazionale, in modo da
garantire che sostengano l'attuazione dell'agenda post-2015. ·
Sostenere
lo sviluppo e il rafforzamento di politiche e contesti istituzionali abilitanti
in altri paesi, compresi quelli in situazioni di fragilità. ·
Istituire
sistemi giudiziari indipendenti ed efficienti. ·
Rafforzare
gli accordi e i quadri internazionali e la loro attuazione (compresi le
convenzioni fondamentali dell'OIL, gli accordi multilaterali sull'ambiente, gli
accordi sui beni pubblici globali, il "Quadro di programmazione decennale
sul consumo e la produzione sostenibili", i regolamenti sanitari
internazionali e il quadro della Nazioni Unite per la riduzione dei rischi di
catastrofi) per garantire una migliore integrazione e un miglior coordinamento
fra gli stessi. ·
Sostenere
l'elaborazione di norme internazionali in materia di sostenibilità.
Impegnarsi
per garantire che le istituzioni multilaterali lavorino in modo coerente e
complementare.
Azioni a livello UE In aggiunta: ·
Promuovere
un maggiore uso a livello internazionale dell'approccio della coerenza delle
politiche ai fini dello sviluppo. ·
Garantire
la coerenza fra l'agenda post-2015 e la strategia Europa 2020 per la crescita e
l'occupazione, in particolare per quanto riguarda il cambiamento climatico, le
energie rinnovabili, gli oceani, i rifiuti e l'utilizzo efficiente delle
risorse. ·
Contribuire
attivamente ai dialoghi, aiutare i paesi partner nel loro impegno di
consolidamento dei quadri normativi, dei sistemi giudiziari, degli strumenti
economici, delle condizioni sociali, degli appalti sostenibili e di altre
politiche connesse, e negli sforzi di applicazione ed attuazione della
legislazione, anche attraverso partenariati internazionali, scambi di
conoscenze e rafforzamento delle capacità. ·
Contribuire
al consolidamento degli accordi internazionali e alla loro attuazione, compresi
gli accordi sui beni pubblici globali, ad. es. il clima, la biodiversità o gli
oceani, per garantire una migliore integrazione e un miglior coordinamento fra
gli stessi (in particolare per quanto riguarda la serie di accordi
multilaterali sull'ambiente). ·
Contribuire
all'elaborazione di norme internazionali in materia di sostenibilità. 2) Sviluppo di capacità per attuare l'agenda Azioni collettive ·
Aiuto
reciproco, fra tutti i partner della cooperazione internazionale, a sviluppare
le proprie capacità attraverso iniziative e reti d'apprendimento. ·
Monitoraggio
e valutazione degli specifici risultati conseguiti in materia di sviluppo delle
capacità e loro integrazione, se del caso, nel dialogo politico. Azioni a livello UE In
aggiunta: ·
Migliorare
e integrare il sostegno allo sviluppo delle capacità, in particolare per i
paesi meno sviluppati (PMS), in tutti i settori della cooperazione, in
un'ottica multipartecipativa. ·
Facilitare
i processi di apprendimento fra pari e la creazione di reti attraverso
iniziative come i gemellaggi e programmi di sviluppo istituzionale. ·
Migliorare
i sistemi di sostegno allo sviluppo delle capacità con particolare attenzione
ai partenariati multipartecipativi. ·
Avvalersi
di procedure come il riesame della strategia Europa 2020 per condividere le
migliori prassi e sviluppare conoscenza e consapevolezza negli Stati membri
dell'UE per accelerare i progressi dell'Unione relativi all'attuazione degli
OSS. 3) Mobilitazione e impiego efficace
delle finanze pubbliche nazionali Azioni collettive ·
Impegno
a raggiungere livelli ottimali di entrate pubbliche (misurate come rapporto
imposte / PIL), applicando fra l'altro le seguenti misure: o
rafforzamento
delle istituzioni competenti, anche sviluppando le capacità nelle
amministrazioni fiscali e il sistema giudiziario; o
promozione
dello sviluppo e dell'uso di strumenti di valutazione pubblica o di iniziative
per migliorare la riscossione delle entrate; o
riforma
dei sistemi fiscali nazionali per ampliare la base imponibile e garantire
politiche fiscali eque, giuste e sostenibili; o
adozione
di normative nazionali per contrastare i flussi finanziari illeciti; o
adozione
di normative nazionali per attuare le norme minime di buona governance nel
settore fiscale (trasparenza, scambio di informazioni e concorrenza fiscale
leale), contro l'evasione fiscale, l'elusione fiscale e la pianificazione
fiscale aggressiva e per evitare una concorrenza fiscale dannosa; o
partecipazione
a iniziative regionali e internazionali di cooperazione in materia fiscale per
garantire condizioni uniformi nella tassazione delle imprese locali e
internazionali; o
elaborazione
e attuazione di una norma globale per lo scambio automatico di informazioni
fiscali, prestando particolare attenzione al sostegno dei PMS; o
attuazione
delle raccomandazioni riguardanti l'erosione della base imponibile e il
trasferimento degli utili, e o
maggior
spazio alla voce della società civile per garantire trasparenza e rendicontabilità.
Predisposizione di
sistemi di gestione efficiente, sostenibile e trasparente di tutte le
risorse statali, anche applicando le seguenti misure:
o
rafforzamento
delle istituzioni responsabili della pianificazione e del controllo di
bilancio, comprese le istituzioni superiori nazionali indipendenti di audit, i
parlamenti e la società civile; o
promozione
dello sviluppo e dell'uso di strumenti di valutazione pubblica o iniziative per
migliorare il sistema di gestione delle finanze pubbliche, e formulazione e
attuazione di programmi di riforma delle finanze pubbliche credibili,
pertinenti, controllati e guidati dai governi; o
garanzia
della sostenibilità a lungo termine e della trasparenza delle finanze
pubbliche, anche attraverso l'attuazione di strategie di gestione del debito e
della tesoreria, la realizzazione di una gestione sostenibile e trasparente del
reddito ottenuto da risorse naturali, e il rafforzamento delle istituzioni
competenti; o
garanzia
che tutte le risorse statali siano usate in modo coerente per conseguire gli
obiettivi prefissati, incentivando gli investimenti e gli approcci sostenibili
ed evitando spese per sovvenzioni dannose per l'ambiente; o
investimenti
nella gestione ambientale e rafforzamento della resilienza degli ecosistemi,
della resilienza ai cambiamenti climatici e alle catastrofi, per ridurre i
costi di disinquinamento e di ricostruzione. Azioni a livello UE In aggiunta:
Incrementare gli
aiuti a favore degli sforzi condotti a livello nazionale per attuare le
politiche in materia di finanza pubblica e la riforma delle
amministrazioni, e promuovere un contesto fiscale internazionale trasparente,
collaborativo ed equo.
Questo presuppone il sostegno al rafforzamento delle capacità: negli
ambiti legati alle finanze pubbliche; ai fini di un'analisi più
approfondita dell'impatto dei cambiamenti di politica; ai fini della
definizione di norme fiscali internazionali.
Esaminare
l'attuazione delle direttive sulla contabilità e la trasparenza, comprese
le informative per paese delle società multinazionali, entro il 2018.
Portare avanti
politiche per lottare contro l'erosione della base imponibile e il
trasferimento degli utili, attuare lo scambio automatico di informazioni e
migliorare la rendicontabilità e l'inclusione finanziaria.
4) Mobilitazione
e impiego efficace delle finanze pubbliche internazionali Azioni
collettive
Apporto,
da parte di tutti i paesi, del giusto contributo per sostenere i paesi più
poveri nel raggiungimento degli obiettivi concordati a livello
internazionale:
i. l'UE e tutti i paesi ad
alto reddito dovrebbero destinare lo 0,7% del loro RNL agli aiuti pubblici allo
sviluppo (APS);
ii. i paesi a reddito
medio-alto e le economie emergenti dovrebbero impegnarsi ad aumentare i propri
contributi al finanziamento pubblico internazionale, stabilendo a tal fine
specifici obiettivi e calendari;
iii. i termini temporali per
il conseguimento di questi obiettivi dovrebbero essere decisi nell'ambito
dell'impegno generale dei paesi di cui sopra ai punti i) e ii). L'UE è pronta
ad andare oltre, e a compiere progressi più rapidi, a condizione che anche i
paesi sopra indicati abbiano la volontà di assumere impegni altrettanto
ambiziosi;
iv. nell'ambito di tale
impegno, l'UE e tutti i paesi ad alto reddito dovrebbero realizzare l'obiettivo
dell'ONU di destinare lo 0,15% dell'RNL agli aiuti allo sviluppo per i PMS,
mentre i paesi a reddito medio alto e le economie emergenti dovrebbero a loro
volta aumentare gli aiuti ai PMS.
Tutti i donatori,
compresi i donatori emergenti, dovrebbero fornire sempre più aiuti allo
sviluppo in base ai principi d'efficacia dello sviluppo.
Azioni a livello UE In aggiunta: ·
L'UE
e i suoi Stati membri sono determinati a migliorare l'efficacia delle loro
politiche di cooperazione allo sviluppo, in linea con gli obblighi assunti
nell'ambito del Partenariato globale per un'efficace cooperazione allo sviluppo
(GPEDC), e a seguire i principi sull'efficacia dell'aiuto e dello sviluppo
convenuti a Busan. ·
L'UE
attuerà gli specifici impegni convenuti nell'ambito del GPEDC, con particolare
accento sui seguenti aspetti: maggiore trasparenza; minore frammentazione dei
donatori; migliori prestazioni, rendicontabilità, misurazione e dimostrazione
dei risultati sostenibili; attuazione dell'approccio convenuto nelle situazioni
di conflitto e fragilità; incremento dell'impegno pubblico / privato per
aumentare l'impatto sullo sviluppo. ·
L'UE
lavorerà per una maggiore razionalizzazione e per ridurre la frammentazione
dell'architettura degli aiuti internazionali, anche per quanto riguarda il
finanziamento internazionale dei beni ambientali globali. ·
L'UE
ribadisce il suo impegno a rispettare gli obblighi derivanti dalle convenzioni
internazionali, fra cui quelle sul cambiamento climatico, la biodiversità, gli
oceani e altre questioni globali chiave, e invita tutti i paesi a fare lo
stesso. In tale contesto, l'UE ha già deciso, per il periodo 2014-2020, di
destinare il 20% del suo bilancio a progetti e politiche per il clima. 5)
Stimolare il commercio per eliminare la povertà e promuovere lo sviluppo sostenibile Azioni collettive ·
Come
fa già l'Unione europea, tutti i paesi industrializzati e le economie emergenti
devono concedere un accesso ai loro mercati libero da dazi e contingenti per
tutti i prodotti di tutti i PMS tranne le armi e le munizioni.
Attuare
il pacchetto di Bali, compreso l'accordo sull'agevolazione degli scambi e
gli elementi relativi ai PMS:
o
attuare
gli orientamenti dell'Organizzazione mondiale del commercio sulle regole
d'origine preferenziali per i PMS; o
promuovere
l'operatività della deroga nel settore dei servizi per i PMS;
realizzare
progressi nell'affrontare la questione del cotone in modo
"ambizioso, rapido e specifico" nell'ambito dei negoziati
sull'agricoltura.
·
Aumentare
gli aiuti al commercio a sostegno delle priorità di sviluppo dei paesi
beneficiari, in modo trasparente e coerente con i principi d'efficacia dello
sviluppo. ·
Valutare
l'impatto degli accordi commerciali sulla sostenibilità e le loro ripercussioni
sui PMS. ·
Integrare
la dimensione dello sviluppo sostenibile nella politica commerciale, ad esempio
includendo sistematicamente le disposizioni relative allo sviluppo sostenibile
negli accordi commerciali, compresi gli aspetti del lavoro e dell'ambiente. ·
Promuovere
iniziative multilaterali e plurilaterali, come i negoziati per liberalizzare il
commercio dei beni e servizi ambientali e facilitare gli scambi e gli
investimenti in questo settore. ·
Intensificare
i lavori negli organismi internazionali di normalizzazione (come
l'Organizzazione internazionale di normalizzazione, ISO) in relazione al
commercio e alla sostenibilità. ·
Rinnovare
gli sforzi collettivi volti a promuovere il commercio intraregionale, in
particolare in Africa, anche con misure di agevolazione degli scambi. ·
Rafforzare
le misure internazionali per combattere il commercio illegale, come la lotta
contro il commercio illegale della fauna selvatica, il disboscamento illegale e
la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata. Azioni a livello UE In
aggiunta: ·
Monitorare
l'applicazione del sistema di preferenze generalizzate dell'UE e riferire in
merito. ·
Continuare
a includere sistematicamente le disposizioni relative allo sviluppo sostenibile
in tutti gli accordi commerciali, compresi gli aspetti del lavoro e
dell'ambiente, e proseguire nell'efficace attuazione di queste disposizioni. ·
Portare
avanti i negoziati relativi all'accordo plurilaterale sui prodotti e i servizi
ambientali ("accordo sui beni ecologici"). ·
Attuare
l'impegno di mantenere i finanziamenti per l'agevolazione degli scambi, anche
contribuendo a un meccanismo internazionale di agevolazione degli scambi. ·
Migliorare
l'accesso agli aiuti al commercio per i PMS. ·
Rivedere
la strategia in materia di aiuti al commercio alla luce degli esiti dei
negoziati post‑2015. ·
Continuare
a promuovere partenariati
multipartecipativi
innovativi integrati per migliorare le condizioni di occupazione, salute e
sicurezza dei lavoratori. ·
Continuare
a sostenere l'impegno a favore dell'integrazione commerciale regionale in tutte
le parti del mondo, in particolare fornendo assistenza tecnica in ambito
commerciale e rafforzando le capacità, ad esempio per l'agevolazione degli
scambi, per migliorare i sistemi sanitari
e fitosanitari, le norme industriali e i sistemi di controllo della
qualità, o per sostenere la partecipazione a sistemi e norme di sostenibilità. 6)
Guidare un cambiamento trasformativo attraverso la scienza, la tecnologia e
l'innovazione Azioni collettive ·
Aumentare
il livello di cooperazione bilaterale, regionale e multilaterale nel campo
della scienza, della tecnologia, dell'innovazione e della ricerca mirata alle
soluzioni. ·
Sensibilizzare
i governi, le imprese e i ricercatori sul modo di utilizzare i diritti di
proprietà intellettuale per stimolare la crescita. ·
Rafforzare
le capacità nel settore della scienza, della tecnologia, dell'innovazione,
della ricerca e della digitalizzazione nei paesi in via di sviluppo, e
promuovere la mobilità internazionale e intersettoriale e il libero accesso
alle pubblicazioni delle ricerche a finanziamento pubblico.
Migliorare l'accesso
all'istruzione e alla formazione nei paesi in via di sviluppo per favorire
l'acquisizione delle competenze necessarie all'innovazione, alla creazione
di occupazione e alla crescita.
·
A
livello delle Nazioni Unite, facilitare l'accesso alle informazioni sulle
tecnologie esistenti e promuovere la coerenza e il coordinamento fra i
meccanismi legati alla tecnologia, compresi quelli nuovi. Azioni a livello UE In aggiunta: ·
Promuovere
il libero accesso alle pubblicazioni e – come progetto pilota – ai dati
risultanti dai lavori di ricerca finanziati nell'ambito di Orizzonte 2020. ·
Facilitare
la condivisione delle conoscenze e rafforzare le capacità di ricerca, anche nei
paesi in via di sviluppo. ·
Sostenere
l'innovazione e lo sviluppo tecnologico in collaborazione con i paesi a basso e
medio reddito in settori come la salute e le malattie legate alla povertà,
l'agricoltura sostenibile e la sicurezza alimentare, così come nel quadro
dell'innovazione a livello comunitario. ·
Appoggiare
l'innovazione e le capacità di trasferimento tecnologico attraverso programmi
d'istruzione superiore. ·
Lavorare
in modo costruttivo e aperto con tutti gli altri partner alle proposte a
sostegno della scienza, della tecnologia, dell'innovazione e del rafforzamento
delle capacità per i PMS. ·
Continuare
a contribuire alle iniziative mondiali rilevanti, come la Rete mondiale dei
sistemi di osservazione della Terra, il Gruppo intergovernativo di esperti sul
cambiamento climatico e l'Alleanza mondiale per le malattie croniche, e continuare
a sostenere le rilevanti collaborazioni dell'UE con partner dei paesi terzi
quale il Secondo programma di partenariato Europa-paesi in via di sviluppo per
gli studi clinici. ·
Sostenere
la formazione dei governi, delle imprese e dei ricercatori relativa all'uso dei
diritti di proprietà intellettuale, e fornire assistenza tecnica ai governi per
attinenti progetti legislativi. 7) Mobilitare il settore privato nazionale e
internazionale Azioni per il settore privato ·
Proteggere
i diritti dell'uomo, anche intervenendo su questioni quali le condizioni di
lavoro, la salute e la sicurezza sul lavoro, l'accesso alla previdenza sociale,
l'ascolto, la responsabilizzazione, e le problematiche di genere. ·
Adottare
e promuovere modelli di investimento sostenibile e responsabile, e migliorare
progressivamente la sostenibilità e le prestazioni dei prodotti e dei servizi. ·
Partecipare
ai sistemi di scambio di quote di emissione e contribuire alla mobilitazione di
finanziamenti per l'adattamento ai cambiamenti climatici e la conservazione
della biodiversità. ·
Riferire
in modo esauriente sui risultati ottenuti in campo sociale e ambientale e sulle
condizioni di lavoro, e condividere le migliori prassi attraverso reti
internazionali di imprese. ·
Sviluppare
informazioni, norme e sistemi affidabili e comparabili in materia di
sostenibilità (come i sistemi di commercio equo), così come certificazioni per
i prodotti e i servizi che possono apportare benefici sul piano economico,
ambientale e sociale. ·
Nel
settore finanziario, usare metodi innovativi per ampliare l'inclusione
finanziaria, anche per quanto riguarda le microimprese e le piccole e medie
imprese. ·
Sviluppare
e attuare politiche aziendali per rafforzare la trasparenza, lottare contro la
corruzione attiva e passiva e l'evasione fiscale, ed elaborare sistemi per
valutare i rischi e attenuare i potenziali impatti negativi delle attività o
degli investimenti nei paesi in via di sviluppo. Azioni collettive ·
Creare
un contesto imprenditoriale favorevole alle iniziative del settore privato,
dotato di un quadro giuridico prevedibile, che rafforzi il sostegno alle
microimprese e alle piccole e medie imprese, promuova la transizione
dall'economia informale all'economia formale, favorisca l'ecoimprenditorialità,
rafforzi la posizione delle donne come imprenditrici e come lavoratrici e
incrementi l'inclusione finanziaria. ·
Sostenere
lo sviluppo e l'ampliamento dei mercati finanziari, così come l'elaborazione di
appropriati quadri regolamentari che garantiscano la stabilità dei sistemi
finanziari e forniscano incentivi agli investimenti sostenibili. ·
Introdurre
incentivi finanziari e di tipo normativo per le pratiche aziendali responsabili
e promuovere l'incremento di soluzioni di mercato per lo sviluppo sostenibile,
ad esempio attraverso una regolamentazione e un sostegno a favore
dell'eco-design, di una maggiore durata di vita dei prodotti e di una maggiore
riciclabilità. ·
Facilitare
l'impegno del settore privato, in particolare, nei settori dell'energia
sostenibile, dell'agricoltura sostenibile, della silvicoltura e
dell'agroindustriale, delle infrastrutture sostenibili, delle infrastrutture
verdi e dell'economia verde. ·
Promuovere
un uso innovativo dei finanziamenti pubblici allo sviluppo per far leva su
maggiori risorse per realizzare gli obiettivi di sviluppo sostenibile e
sostenere l'espansione del settore privato locale.
Promuovere l'uso e
la diffusione della certificazione di sostenibilità.
Continuare a
promuovere gli orientamenti per la comunicazione di informazioni sulla
sostenibilità attraverso il dialogo con le imprese e i paesi partner.
Azioni a livello UE In
aggiunta: ·
Mirare
a usi innovativi dei finanziamenti allo sviluppo dell'UE per far leva su
maggiori risorse per realizzare gli obiettivi di sviluppo e sostenere
l'espansione del settore privato locale nelle economie dei PMS. ·
Promuovere
la partecipazione delle imprese nell'applicazione e nella diffusione di sistemi
e certificazioni di sostenibilità sia nell'UE che nel resto del mondo. ·
Promuovere
l'integrazione delle considerazioni sulla biodiversità nelle pratiche aziendali
e il ruolo delle imprese nella conservazione della biodiversità. ·
Promuovere
la responsabilità e la comunicazione di informazioni in materia di
sostenibilità (anche attraverso orientamenti in materia di responsabilità
sociale delle imprese) per mezzo del dialogo con i paesi partner, le imprese e
le parti sociali. ·
Continuare
a esigere che le grandi imprese comunichino informazioni sulle politiche, sui
rischi e sui risultati riguardanti le questioni ambientali, sociali e di
personale, sul rispetto dei diritti dell'uomo, sulla lotta contro la corruzione
attiva e passiva, e sulla diversità. ·
Sostenere
lo sviluppo di infrastrutture di trasporto sostenibile, l'attuazione delle
convenzioni e degli accordi internazionali sul trasporto e l'agevolazione degli
scambi, e lo sviluppo delle capacità produttive necessarie per migliorare la
competitività dei trasporti. La tabella di marcia per l'impiego efficiente
delle risorse propone un sistema di trasporti a basso impiego di carbonio,
efficiente nell'impiego delle risorse, sicuro e competitivo da attuare entro il
2050, che promuova una rete di trasporti pulita, moderna ed efficiente. ·
Sostenere
gli sforzi di cooperazione regionale. 8) Sfruttare gli effetti positivi della migrazione Azioni collettive ·
Sviluppare
politiche coerenti e globali per gestire la migrazione in tutti i suoi aspetti. ·
Ridurre
i costi delle rimesse pagati dai migranti a meno del 3%, così come i costi
d'assunzione. ·
Aumentare
le possibilità di riconoscimento delle competenze e delle qualifiche a livello
transfrontaliero, e la trasferibilità dei diritti acquisiti. ·
Adottare
provvedimenti per ridurre la migrazione forzata, ad esempio sviluppando la
resilienza agli choc esterni, fra cui i conflitti e i cambiamenti climatici. ·
Proteggere
i diritti dei lavoratori migranti conformemente alle norme e alle regole
dell'OIL, e i diritti degli sfollati. ·
Sostenere
l'integrazione dei migranti. Azioni a livello UE In
aggiunta: ·
Migliorare
la gestione della migrazione grazie a una cooperazione operativa fra paesi
partner, ad es. tramite dialoghi regionali e bilaterali nel quadro della
politica esterna dell'UE in materia di migrazione. 9) Monitoraggio,
rendicontabilità e valutazione Azioni collettive ·
Tradurre
l'agenda post-2015 in azioni nazionali, tenendo conto delle priorità, delle
circostanze e delle capacità nazionali. Il livello di ambizione globale
dovrebbe incoraggiare la fissazione di obiettivi nazionali ambiziosi. ·
Stabilire
un processo di pianificazione per l'attuazione dell'agenda post-2015 che sia
inclusivo e trasparente, e i cui aggiornamenti sui progressi compiuti siano
pubblici per incoraggiare un'ampia partecipazione dei cittadini al processo. ·
Sensibilizzare
i cittadini all'agenda post-2015 e alle azioni intraprese a livello nazionale e
internazionale. ·
Impegnarsi
a portare avanti un processo di valutazione multipartecipativo; coinvolgere
pienamente le parti interessate al processo di monitoraggio e predisporre
sistemi di rendicontabilità a livello nazionale. ·
Avviare
un processo di monitoraggio, rendicontabilità e valutazione a livello globale,
che stimi i progressi nella realizzazione degli obiettivi e traguardi globali
in base alle relazioni nazionali, completate da altre relazioni, ad esempio su
specifiche finalità o su specifici temi, come la contabilizzazione del capitale
naturale. ·
Lavorare
insieme all'individuazione di obiettivi che a livello mondiale, regionale, o di
specifici paesi, sono lungi dall'essere realizzati, e proporre azioni
correttive. ·
Migliorare
la disponibilità, la qualità e l'analisi dei dati, ad es. sostenendo gli sforzi
di raccolta e monitoraggio, rafforzare il monitoraggio in tempo reale e la
raccolta di dati disaggregati, e incoraggiare le politiche di apertura in
materia di dati. Azioni a livello UE In
aggiunta: ·
Impegnarsi
attivamente nell'introduzione e nell'attuazione di un solido e ambizioso
sistema di monitoraggio, rendicontabilità e valutazione a livello globale,
condividere l'esperienza dell'UE in quest'ambito e fornire contributi importanti
alla Relazione sullo sviluppo sostenibile globale. ·
Intensificare
il rafforzamento delle capacità nel campo della statistica e del monitoraggio
nei paesi partner. Contribuire, grazie alla ricerca e all'innovazione dell'UE,
a colmare le lacune per quanto riguarda la disponibilità di dati statistici e
geospaziali a livello mondiale e a fornire consulenza politica sulla base di
fatti concreti. ·
Continuare
a coinvolgere le parti interessate nel lavoro di attuazione e di valutazione
dei progressi compiuti nella realizzazione degli OSS, tenendo conto delle
necessità dei gruppi discriminati e delle persone in situazione di
vulnerabilità.