17.11.2015   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 383/84


Parere del Comitato economico e sociale europeo in merito alla Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo, al Comitato delle regioni e alla Banca europea per gli investimenti «Una strategia quadro per un’Unione dell’energia resiliente, corredata da una politica lungimirante in materia di cambiamenti climatici»

[COM(2015) 80 final]

e alla

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio «Raggiungere l’obiettivo del 10 % di interconnessione elettrica — Una rete elettrica europea pronta per il 2020»

[COM(2015) 80 final]

(2015/C 383/12)

Relatrice:

SIRKEINEN

Correlatore:

COULON

La Commissione europea, in data 9 marzo e 25 marzo 2015, ha deciso, conformemente al disposto dell’articolo 304 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, di consultare il Comitato economico e sociale europeo in merito alla:

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo, al Comitato delle regioni e alla Banca europea per gli investimenti Una strategia quadro per un’Unione dell’energia resiliente, corredata da una politica lungimirante in materia di cambiamenti climatici

[COM(2015) 80 final] e alla:

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio Raggiungere l’obiettivo del 10 % di interconnessione elettrica — Una rete elettrica europea pronta per il 2020

[COM(2015) 80 final].

La sezione specializzata Trasporti, energia, infrastrutture, società dell’informazione, incaricata di preparare i lavori del Comitato in materia, ha formulato il proprio parere in data 16 giugno.

Nella sua 509a sessione plenaria, dei giorni 1 e 2 luglio 2015 (seduta del 1o luglio), il Comitato economico e sociale europeo ha adottato il seguente parere all’unanimità con 100 voti favorevoli.

1.   Conclusioni e raccomandazioni

Il CESE è giunto alle seguenti conclusioni:

1.1.

la politica energetica dell’UE è parzialmente riuscita, in particolare, a incrementare l’uso delle energie rinnovabili e ad ampliare la scelta per i consumatori. Tuttavia, resta il fatto che la maggior parte delle questioni di politica energetica vengono ancora affrontate principalmente in funzione degli interessi nazionali.

1.2.

Le sfide da affrontare sono aumentate, e riguardano i rischi per la sicurezza dell’approvvigionamento di gas, l’aumento dei costi energetici, che danneggia i consumatori e indebolisce la competitività industriale, e gli effetti che quote elevate di energie rinnovabili intermittenti determinano sulla stabilità del sistema dell’energia elettrica.

1.3.

Per garantire l’approvvigionamento energetico in Europa, occorrono ingenti investimenti. E gli investitori necessitano di un quadro politico il più prevedibile e affidabile possibile.

1.4.

Se si vogliono conseguire i risultati attesi dagli europei, il tema dell’energia deve essere affrontato in maniera più coerente. E, se si vuole che il mercato interno dell’energia sia pienamente funzionante, è indispensabile che gli Stati membri cooperino tra loro.

1.5.

La proposta di un’Unione europea dell’energia deve non solo essere sostenuta, ma anche attuata con urgenza, dato che potrebbe fare della libera circolazione dell’energia la quinta libertà dell’UE!

Il CESE, da parte sua, raccomanda quanto segue:

1.6.

Per il successo dell’iniziativa, sarebbe necessario inviare un messaggio più chiaro (una visione portante) riguardo ai vantaggi che i cittadini e le imprese europee trarranno dall’Unione dell’energia.

1.7.

Oltre che alla sicurezza dell’approvvigionamento energetico e alla sostenibilità, bisognerebbe dare un’elevata priorità all’intervento sui costi dell’energia per i cittadini e le imprese. Laddove gli aumenti dei prezzi finali dell’elettricità sono dovuti ad interventi politici, è legittimo attendersi una correzione.

1.8.

L’energia dovrebbe diventare una componente centrale delle politiche esterne dell’UE per far fronte alla crescente concorrenza nel settore delle fonti energetiche e alla necessità di diversificare le fonti di approvvigionamento.

1.9.

Nell’elaborare le proposte di revisione dei diversi ambiti della normativa energetica, come indicato nella tabella di marcia sostenuta dal CESE, la Commissione dovrebbe evitare incoerenze e aumenti di costi e puntare invece a semplificare i processi.

1.10.

Dovrebbero essere utilizzati metodi capaci di rendere attivi i consumatori, metodi sviluppati in cooperazione con i consumatori stessi e che includano anche un impiego innovativo delle TIC. La povertà energetica dovrebbe essere affrontata in primo luogo attraverso misure di politica sociale.

1.11.

Per sfruttare il grande potenziale di aumento dell’efficienza energetica, in particolare nei campi dell’edilizia e dei trasporti, occorrono idee innovative in materia di finanziamenti.

1.12.

Occorre una riforma strutturale del sistema di scambio di quote di emissione (ETS) ma è altrettanto importante adottare misure nei settori non interessati dal sistema ETS.

1.13.

Fintantoché la parità di condizioni a livello globale non diventerà una realtà, il problema della rilocalizzazione delle emissioni di carbonio dovrà essere preso seriamente in considerazione. Alle imprese industriali più efficienti va garantita una piena compensazione per gli aumenti dei costi diretti e indiretti.

1.14.

Lo sviluppo delle energie rinnovabili, comprese le bioenergie, ha bisogno di essere sostenuto senza tuttavia aumentare i costi per gli utenti.

1.15.

Per affrontare le future sfide energetiche, occorre rafforzare il finanziamento della R&I. Considerare l’energia come un fattore di produzione da utilizzare nel modo più efficace e sostenibile possibile significa aprire ampie potenzialità di crescita e occupazione in Europa.

1.16.

Una nuova governance in materia di politica energetica deve garantire la coerenza tra i diversi aspetti di tale politica, nonché la realizzazione degli obiettivi a livello dell'UE. Il dialogo europeo per l’energia (DEE), proposto dal CESE come misura di sostegno, dovrebbe essere attivato senza indugio.

1.17.

Occorre attuare con urgenza misure volte ad aumentare l’interconnessione delle reti elettriche e ad accelerare le procedure di approvazione. Inoltre, si potrebbe valutare se sia realmente possibile fissare uno stesso obiettivo per tutti gli Stati membri.

2.   Introduzione

2.1.

La politica energetica nell’UE ha tre obiettivi principali: sicurezza degli approvvigionamenti, sostenibilità e competitività. La legislazione dell’UE riguarda i mercati dell’energia nonché gli aspetti climatici e ambientali dell’energia. Nel settore energetico, l’UE sostiene finanziariamente l’R&S e lo sviluppo delle infrastrutture. L’efficienza del consumo di energia è, per sua natura, di competenza perlopiù locale o nazionale, con alcuni aspetti relativi al mercato interno da tenere in considerazione. I Trattati conferiscono agli Stati membri il diritto di decidere in merito all’utilizzo delle loro risorse energetiche e al loro mix energetico.

2.2.

Le politiche energetiche adottate in Europa sono risultate parzialmente efficaci. Gli obiettivi (20-20-20 entro il 2020) fissati per ridurre le emissioni di gas a effetto serra e aumentare l’uso di fonti di energia rinnovabili verranno apparentemente raggiunti prima del previsto, e sembra che quelli in materia di efficienza energetica siano ormai pressoché conseguiti, benché in parte ciò sia un effetto della crisi economica. I mercati sono stati aperti, e le possibilità di scelta dei consumatori sono aumentate. Tuttavia, resta il fatto che, nella pratica, le politiche energetiche sono ancora trattate principalmente come una questione nazionale. La legislazione dell’UE è stata attuata lentamente o non completamente, e non è stato creato un vero mercato interno funzionante. A livello europeo come a quello nazionale, le politiche concernenti i diversi aspetti dell’energia sono ancora frammentate e spesso squilibrate.

2.3.

Per modificare questa situazione, nel 2010 il think tank Notre Europe-Istituto Jacques Delors ha proposto la creazione di una Comunità europea dell’energia, e tale iniziativa è stata sostenuta attivamente dal CESE.

2.4.

Di recente, poi, in campo energetico sono emerse nuove sfide. In alcuni Stati membri sussistono forti preoccupazioni riguardo alla sicurezza dell’approvvigionamento energetico. I consumatori, in special modo quelli vulnerabili, risentono gravemente dell’aumento dei costi dell’energia; e ciò in misura ancora maggiore in una fase di recessione economica. L’industria si batte per mantenere la propria competitività di fronte alla diminuzione dei prezzi dell’energia nelle regioni del mondo concorrenti; ma, se in molti Stati membri continua il declino industriale, ciò, unitamente alla rilocalizzazione delle emissioni di carbonio, pone a repentaglio non solo la crescita e l’occupazione ma anche la transizione energetica. Malgrado gli importanti successi conseguiti nel campo delle fonti di energia rinnovabili, l’Europa rischia di perdere la sua posizione di avanguardia. In alcuni paesi una quota sempre più elevata di rinnovabili comporta problemi di gestione del sistema elettroenergetico, rendendo sempre meno redditizia la produzione di energia tradizionale. Secondo la Commissione (1), tra il 2020 e il 2030 saranno necessari investimenti nell’ordine di 2  000 miliardi di euro, compresi gli investimenti nelle infrastrutture di produzione e distribuzione, per garantire l’approvvigionamento energetico, a prescindere dalla questione dell’impiego di fonti energetiche convenzionali o alternative.

3.   Comunicazione della Commissione

3.1.

La nuova Commissione guidata da Jean-Claude Juncker ha inserito la politica energetica tra i suoi dieci settori prioritari. Nell’ottobre 2014, il Consiglio europeo ha fissato gli obiettivi politici per la politica in materia di energia e clima fino al 2030: una riduzione delle emissioni di gas a effetto serra pari ad almeno il 40 % rispetto al 1990, una quota di energie rinnovabili pari ad almeno il 27 % e un aumento dell’efficienza energetica pari ad almeno il 27 %.

3.2.

Il 25 febbraio 2015 la Commissione ha presentato la sua comunicazione intitolata «Una strategia quadro per un’Unione dell’energia resiliente corredata da una politica lungimirante in materia di cambiamenti climatici» (2). La strategia dell’Unione dell’energia si articola in cinque dimensioni, strettamente interconnesse e che si rafforzano a vicenda, intese a migliorare la sicurezza dell’approvvigionamento energetico, la sostenibilità e la competitività:

sicurezza energetica, solidarietà e fiducia,

piena integrazione del mercato europeo dell’energia,

efficienza energetica per contenere la domanda,

decarbonizzazione dell’economia,

ricerca, innovazione e competitività.

3.3.

Delineando tale strategia, la Commissione presenta la sua visione complessiva di un’Unione dell’energia; e, dopo aver descritto brevemente le sfide da affrontare in quelle cinque dimensioni, propone di affrontare queste sfide seguendo 15 punti d’azione. Nella tabella di marcia allegata alla comunicazione sono elencate le azioni previste dalla Commissione, che riguardano principalmente quest’anno e il 2016. Si tratta perlopiù di revisioni della legislazione esistente.

3.4.

Nello stesso pacchetto, la Commissione ha pubblicato una comunicazione sul tema «Raggiungere l’obiettivo del 10 % di interconnessione elettrica. Una rete elettrica europea pronta per il 2020» (3), e una comunicazione sul tema «Il protocollo di Parigi — Piano per la lotta ai cambiamenti climatici mondiali dopo il 2020» (4).

4.   Osservazioni generali

4.1.

Il Comitato ritiene l’iniziativa della Commissione europea per un’Unione europea dell’energia affine alla precedente idea di una Comunità europea dell’energia, e di conseguenza sostiene questa iniziativa.

4.2.

Per essere in grado di soddisfare l’enorme fabbisogno, gli investitori hanno bisogno quanto prima di un quadro legislativo prevedibile e affidabile in vigore dal 2020. I punti d’azione e la tabella di marcia presentati dalla Commissione non includono grandi cambiamenti, ma prevedono una revisione e un aggiornamento dell’attuale legislazione. L’elemento più importante è l’attuazione. Adesso è estremamente importante rispettare i tempi stretti previsti dal calendario. E naturalmente è altrettanto importante che né il Parlamento né il Consiglio indugino su tali questioni.

4.3.

Il successo di questa iniziativa richiede, tuttavia, a parere del CESE, un messaggio più chiaro (una visione portante) sui vantaggi che i cittadini e le imprese europee trarranno dall’Unione dell’energia. Tale visione dovrebbe restare in cima alle priorità di tutti i responsabili delle decisioni pertinenti.

4.4.

Tra le parti interessate vi è una diffusa preoccupazione per la mancanza di coerenza nella legislazione e l’interferenza in troppi aspetti dell’economia energetica. Per poter conseguire i risultati attesi dagli europei, in particolare in relazione alle nuove sfide, il tema dell’energia deve essere affrontato in maniera più coerente. Ciò vale per i diversi obiettivi ed ambiti di intervento della politica energetica, nonché per gli interessi nazionali contrapposti a quelli più ampi comuni a tutta l’UE.

4.5.

Il CESE è convinto che, se si vogliono conseguire gli obiettivi di politica energetica, siano indispensabili tanto un mercato interno dell’energia pienamente funzionante quanto la cooperazione tra gli Stati membri. Servono più fonti energetiche rinnovabili per ridurre la dipendenza dall’esterno e le emissioni. È già evidente che, per far funzionare meglio un sistema in cui una quota maggiore dell’energia elettrica è ricavata da fonti rinnovabili intermittenti, occorre un mercato più ampio di quello nazionale. Su un mercato più ampio, inoltre, sono più bassi i costi per la generazione di riserve, la gestione dei picchi e lo stoccaggio (di gas).

4.6.

Oltre che alla sicurezza dell’approvvigionamento energetico e alla sostenibilità, bisognerebbe dare un’elevata priorità all’intervento sui costi dell’energia per i cittadini e le imprese. Quando i cittadini si sentono sempre più lontani dall’UE e subiscono gli effetti della crisi economica, una delle loro preoccupazioni principali in materia di energia riguarda senza dubbio i costi di quest’ultima. Ciò vale anche per le imprese, in particolare piccole e medie, e per i loro lavoratori, che competono sui mercati internazionali.

4.7.

Laddove gli aumenti dei prezzi finali dell’energia, e in particolare dell’elettricità, sono principalmente dovuti a decisioni politiche in materia di tasse e accise, è legittimo attendersi dei correttivi a questa politica fiscale. La Commissione dovrebbe procedere con i suoi piani di revisione dei prezzi e di orientamento delle misure di sostegno. Nel contempo, la Commissione dovrebbe spiegare quali conseguenze avranno sui prezzi le previste modifiche al sistema di sistema di scambio delle quote di emissione nonché la promessa abolizione dei sussidi (5) alle fonti di energia dannose per l’ambiente.

5.   Osservazioni specifiche

Sicurezza energetica, solidarietà e fiducia

5.1.

Il CESE è d’accordo con la Commissione nel ritenere che i fattori chiave della sicurezza dell’approvvigionamento siano il completamento del mercato interno dell’energia e un consumo energetico più efficiente. Un’attenzione decisamente maggiore merita inoltre la situazione geopolitica internazionale. La concorrenza mondiale per le risorse energetiche è destinata a intensificarsi; e tale questione, unitamente alla diversificazione dell’approvvigionamento energetico dell’UE, dovrebbe essere posta al centro delle azioni di politica esterna e commerciale dell’UE.

5.2.

La diversificazione delle fonti energetiche dipende in gran parte dalle scelte di approvvigionamento e dal mix energetico a livello nazionale. L’UE può e deve sostenere lo sviluppo delle infrastrutture. L’approvvigionamento di gas è attualmente oggetto di un’attenzione particolare. Lo sviluppo della domanda di gas nell’UE dovrebbe formare oggetto di un’analisi approfondita, e le proiezioni relative agli investimenti in infrastrutture dovrebbero essere adeguate a tale evoluzione. Maggiore attenzione dovrebbe essere rivolta alle altre fonti energetiche, ad esempio a quelle interne.

5.3.

Gli Stati membri dovrebbero ormai aver compreso che, su un mercato (come quello del gas naturale o di altre fonti di energia) in cui si trovano a fronteggiare un fornitore in posizione dominante o un cartello, è nel loro interesse rafforzare la cooperazione e lo scambio di informazioni. Tale cooperazione, tuttavia, non dovrebbe ostacolare il funzionamento del mercato. È doveroso attendersi che gli Stati membri diano prova di reciproca solidarietà — solidarietà, però, che non potrà che basarsi sulla fiducia e sul rispetto delle regole e degli impegni comuni. I problemi delle isole energetiche richiedono un’attenzione speciale, anche per quanto riguarda la specificità di queste ultime rispetto al continente.

Piena integrazione del mercato interno dell’energia

5.4.

L’ammodernamento delle reti dell’energia elettrica e del gas riveste un’importanza fondamentale per la creazione dell’Unione dell’energia. La questione dell’interconnessione elettrica verrà discussa nella sezione 6, che si basa sulla comunicazione della Commissione su questo tema.

5.5.

I mercati dell’energia, e in particolare quelli dell’elettricità, risentono dell’incompleta attuazione delle direttive pertinenti e della cooperazione ancora debole tra gli operatori dei sistemi di trasmissione e le autorità di regolamentazione nazionali. Il CESE sostiene le proposte avanzate dalla Commissione in proposito, ma mette in guardia contro l’aumento dei costi e degli oneri amministrativi.

5.6.

I legami tra mercati all’ingrosso e al dettaglio sono deboli, o quantomeno poco perspicui: occorre quindi una maggiore trasparenza per quanto riguarda la definizione dei prezzi. E l’inadeguatezza dei segnali di prezzo per gli investimenti e la mancanza di flessibilità dal lato della domanda sembrano essere problemi cruciali. Nuove sfide sono poste dall’aumento della quota di energie rinnovabili nonché dall’eccesso di capacità rispetto al fabbisogno di bilanciamento e alla necessità di far fronte ai carichi di punta. È necessario un riesame della normativa pertinente; ma, nell’elaborare le proposte legislative, la Commissione dovrebbe evitare un aumento dei costi per gli utenti, sostenendo nel contempo soluzioni atte a favorire i mercati transfrontalieri.

5.7.

I mercati del gas e dell’elettricità, in un numero crescente di casi, di fatto si sono già trasformati in mercati regionali tra paesi vicini. Si tratta di un’evoluzione positiva in direzione di mercati di dimensioni europee, che dovrebbe essere sostenuta dai legislatori. In particolare, le buone pratiche e le esperienze positive dovrebbero essere condivise tra le regioni ma anche con l’UE. Anche in questo caso occorre evitare di accrescere gli oneri amministrativi.

5.8.

È nell’interesse di tutti rendere attivi i consumatori nei mercati dell’energia, ma ciò non può essere imposto. Servono metodi scelti accuratamente (in particolare un utilizzo innovativo delle TIC) e sviluppati in collaborazione con i consumatori stessi, al fine di sfruttare appieno il potenziale racchiuso nella risposta alla domanda e, di conseguenza, nella riduzione dei costi.

5.9.

In molti Stati membri, i consumatori vulnerabili lo sono ancora di più per via dell’attuale situazione economica. Il CESE condivide l’idea della Commissione di sostenere questi consumatori, in primo luogo attraverso misure adeguate di politica sociale. L’Osservatorio della povertà energetica, proposto in precedenza dal Comitato, darebbe un utile contributo a individuare i bisogni effettivi in questo campo.

L’efficienza energetica come mezzo per moderare la domanda di energia

5.10.

Per quanto riguarda l’efficienza energetica, il CESE concorda con la Commissione nel ritenere che la maggior parte del lavoro vada svolta a livello nazionale e locale. In questo campo, un intervento dell’UE decisamente efficace è stata l’introduzione delle norme, soggette ad un riesame periodico, sull’etichettatura energetica e la progettazione ecocompatibile.

5.11.

Il CESE accoglie con favore l’intenzione della Commissione di presentare proposte per garantire che le misure di efficienza e la risposta dal lato della domanda possano competere a parità di condizioni sul mercato dell’energia, a condizione che l’obiettivo sia soddisfare gli interessi reali degli utenti.

5.12.

Il CESE concorda sul fatto che, nei settori dell’edilizia e dei trasporti, il potenziale di efficienza energetica (o in realtà di risparmio energetico) è notevole e dovrebbe essere sfruttato con interventi accuratamente pianificati. Ad esempio la certificazione energetica e i sistemi di etichettatura per i materiali da costruzione dovrebbero essere riveduti. E occorrono idee innovative in materia di finanziamenti.

La decarbonizzazione dell’economia

5.13.

Il CESE sta elaborando un parere distinto sul tema «In previsione di Parigi». Il Comitato sostiene principalmente gli sforzi che l’UE sta compiendo in vista della conferenza di Parigi, assolutamente cruciali per ottenere impegni sufficienti e giuridicamente vincolanti a livello mondiale.

5.14.

Il CESE appoggia inoltre, come già in altri suoi pareri, le proposte di riforma strutturale del sistema di scambio di quote di emissione (ETS). Altrettanto importanti sono le decisioni sulle misure future, principalmente nazionali, nei settori non interessati dall’ETS.

5.15.

Fintantoché la parità di condizioni a livello globale non diventerà una realtà, il problema della rilocalizzazione delle emissioni di carbonio dovrà essere preso seriamente in considerazione dall’UE. Alle industrie ad alta intensità energetica, a rischio di rilocalizzazione delle emissioni di carbonio, deve essere garantita una compensazione per i maggiori costi, sia diretti che indiretti, dell’ETS dell’UE, in relazione alla loro efficienza sotto il profilo delle emissioni di gas a effetto serra, in modo che alle industrie che ottengono i risultati migliori sia assicurato un risarcimento integrale. Per i risarcimenti indiretti occorre prevedere un quadro a livello europeo che consenta di evitare distorsioni della concorrenza all’interno dell’UE.

5.16.

Il CESE sostiene caldamente l’obiettivo di assicurare all’UE il ruolo di leader mondiale nelle energie rinnovabili. Occorrono misure di sostegno, che dovrebbero però risultare in linea con le regole della concorrenza e del mercato, essere basate sul mercato ed evitare di far crescere i prezzi dell’energia per gli utenti finali. Il sostegno alle tecnologie mature e competitive dovrebbe essere gradualmente eliminato. Il CESE appoggia gli sforzi compiuti in tal senso dalla Commissione.

5.17.

Oltre alle energie rinnovabili, tra gli obiettivi dell’UE dovrebbe figurare lo sviluppo di ogni genere di soluzione e di tecnologia in materia di decarbonizzazione (tecnologie pulite).

5.18.

Il CESE condivide l’opinione della Commissione secondo cui l’UE ha bisogno di investimenti nella bioeconomia di origine vegetale, che rappresenta un’importante fonte di energia rinnovabile non intermittente. Nell’elaborare i piani relativi a tali investimenti, devono essere presi in considerazione l’impatto sull’ambiente, l’uso del suolo e la produzione alimentare. Anche l’energia idroelettrica può offrire delle potenzialità.

Un’Unione dell’energia per la ricerca, l’innovazione e la competitività

5.19.

Il CESE sostiene la nuova strategia proposta in materia di ricerca e innovazione, ma ribadisce la sua convinzione, già espressa in diversi suoi pareri, che, per affrontare le sfide che si profilano nel campo dell’energia, sono necessarie maggiori risorse. Il CESE sottolinea la necessità, in particolare, di stimolare i finanziamenti privati attraverso provvedimenti dell’UE e di aumentare la partecipazione alla cooperazione mondiale in materia di R&S.

5.20.

La competitività dell’UE, tuttavia, non dipende solo dalla sua posizione di leader nelle tecnologie legate all’energia e al clima. È infatti altrettanto — se non addirittura più — importante considerare l’energia come un fattore di produzione da utilizzare nel modo più efficiente e sostenibile possibile, nonché migliore rispetto ai concorrenti. Si tratta di un metodo più generale e più sicuro per garantire la crescita e la creazione di posti di lavoro in Europa.

5.21.

La transizione è fondamentale in tutti i settori dell’economia. Il CESE sottolinea la sua ferma opinione secondo cui questa transizione deve essere giusta ed equa. La formazione e l’apprendimento lungo tutto l’arco della vita sono misure fondamentali per il successo. Il dialogo sociale, a livello UE e nazionale, svolge un ruolo centrale in questo processo.

La governance dell’Unione dell’energia

5.22.

Il CESE assicura il suo pieno sostegno agli sforzi dalla Commissione volti a rendere coerenti i diversi aspetti della politica energetica e a garantire il coordinamento tra gli Stati membri. La nuova governance deve inoltre mirare ad assicurare la realizzazione di obiettivi a livello dell'UE per il 2030. Occorre tuttavia evitare di imporre agli Stati membri nuovi obblighi in materia di programmazione e di presentazione di relazioni, provvedendo invece a semplificare quelli già esistenti.

5.23.

Il CESE constata con soddisfazione che la sua iniziativa di avviare un dialogo sull’energia con le parti interessate è stata fatta propria dalla Commissione. Si attende ora un piano d’azione dettagliato in materia.

6.   Osservazioni in merito alla comunicazione sul raggiungimento dell’obiettivo del 10 % in materia di interconnessione

6.1.

L’aumento della quota di elettricità intermittente ottenuta da fonti rinnovabili richiede una capacità di rete più elevata, così come l’obiettivo di ridurre i costi delle capacità di picco e di riserva. La necessità di una maggiore capacità di interconnessione è in molti casi del tutto palese, quando non addirittura urgente. Sorprende che in così tanti casi l’obiettivo del 10 % sia ancora così lontano dall’essere raggiunto. Le misure proposte nella comunicazione vanno accolte con favore. Il CESE si è già espresso in merito alla questione, anche in un recente parere d’iniziativa sulla cooperazione europea in materia di reti energetiche.

6.2.

L’approccio per progetti di interesse comune sembra quello appropriato. Appare inoltre opportuno dare la priorità al finanziamento di progetti che faranno crescere in maniera più significativa la capacità di interconnessione, attualmente su livelli inferiori al 10 %; ma sembra ragionevole tener conto anche della situazione economica nei paesi in questione.

6.3.

Occorre garantire con urgenza la piena attuazione del regolamento TEN-E. E sono assolutamente necessari sforzi intesi ad abbreviare le procedure di approvazione. Si tratta inoltre di un settore in cui si dovrebbero esplorare tutte le possibilità di agevolare e accelerare i processi, coinvolgendo in una fase precoce gli attori locali. A tal fine il CESE ha, tra l’altro, proposto di istituire il Dialogo europeo per l’energia. Questo aspetto dovrebbe essere preso in considerazione al momento di sviluppare la proposta di un forum dedicato alle infrastrutture energetiche.

6.4.

Si potrebbe inoltre valutare se sia effettivamente possibile fissare uno stesso obiettivo per tutti gli Stati membri, indipendentemente dalle dimensioni, dal mix energetico, dal vicinato ecc. Un prezzo dell’energia elettrica livellato potrebbe essere utilizzato come indicatore di una sufficiente capacità di interconnessione.

Bruxelles, 1o luglio 2015

Il presidente del Comitato economico e sociale europeo

Henri MALOSSE


(1)  COM(2014) 903 final.

(2)  COM(2015) 80 final.

(3)  COM(2015) 82 final.

(4)  COM(2015) 81 final.

(5)  Il cui importo è stimato dal Fondo monetario internazionale in 330 miliardi di euro all’anno.