12.6.2015   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 195/22


Parere del Comitato europeo delle regioni — Verso un approccio integrato al patrimonio culturale per l'Europa

(2015/C 195/04)

Relatrice

:

Cristina Mazas Pérez-Oleaga (ES/PPE), ministro degli Affari economici e fiscali e dell'occupazione, Comunità autonoma della Cantabria

Testo di riferimento

:

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni — Verso un approccio integrato al patrimonio culturale per l'Europa

COM(2014) 477 final

I.   RACCOMANDAZIONI POLITICHE

IL COMITATO EUROPEO DELLE REGIONI

La diversità e l'approccio integrato al patrimonio culturale

1.

accoglie con favore la comunicazione dal titolo Verso un approccio integrato al patrimonio culturale per l'Europa, il cui duplice obiettivo è, da un lato, valutare le ricadute economiche e sociali del patrimonio culturale e, dall'altro, evidenziare il fatto che l'Europa si trova a una svolta decisiva, ossia dinanzi alla possibilità di rispondere alle sfide del settore del patrimonio culturale tramite un approccio strategico, globale e integrato. Il Comitato approva più in particolare l'accento posto dalla comunicazione sull'importanza di cogliere le opportunità che consentiranno di favorire una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, nonché il fatto che essa inviti a sfruttare appieno i fondi europei destinati al patrimonio culturale. Il Comitato condivide il parere della Commissione secondo cui lo scambio delle migliori pratiche e idee richiede l'attuazione, dal livello locale a quello europeo, di una cooperazione più stretta e coordinata, e a tal fine propone la propria collaborazione;

2.

riconosce il lavoro proficuo svolto da tempo dal Consiglio d'Europa a favore del patrimonio culturale e invita a mantenere una stretta collaborazione a livello sia della legislazione che delle prassi. Per quanto riguarda il tema della comunicazione, il Comitato richiama l'attenzione sulla convenzione quadro di Faro sulla protezione del patrimonio culturale, la quale tutela tutte le forme di patrimonio culturale che esistono in Europa e che, insieme, costituiscono il fondamento comune della memoria, della comprensione reciproca, dell'identità, del senso di appartenenza e della creatività (1). Allo stesso tempo, il CdR segue con attenzione il Forum mondiale dell'Unesco sulla cultura e le industrie culturali, i cui obiettivi sono in sinergia con la posizione dello stesso Comitato secondo cui è necessario, nel quadro del programma di sviluppo per il post-2015, integrare pienamente la cultura e il patrimonio culturale, nel rispetto assoluto del principio di sussidiarietà (2);

3.

sottolinea l'importanza del ruolo che spetta a tutti i livelli di governo, tramite l'associazione attiva degli attori interessati, nella protezione e nel sostegno del patrimonio culturale europeo, come pure, tenuto conto delle sfide del XXI secolo, nella valorizzazione della diversità del patrimonio culturale al servizio della ripresa economica. Come stabilito dal Trattato di Lisbona, l'Unione rispetta la ricchezza della sua diversità culturale e linguistica e vigila sulla salvaguardia e sullo sviluppo del patrimonio culturale europeo (3). L'Unione contribuisce al pieno sviluppo delle culture degli Stati membri nel rispetto delle loro diversità nazionali e regionali e del principio di sussidiarietà, evidenziando nel contempo il retaggio culturale comune (4). È dalla diversità culturale, storica e sociale che nasceranno le innovazioni di domani in campo economico, scientifico, artistico e politico, come pure nella vita di tutti i giorni;

4.

sottolinea che il patrimonio culturale è parte integrante dei settori della cultura e della creazione, è costituito dalla somma delle risorse, beni e conoscenze materiali, immateriali e naturali ereditati dal passato, può aiutare a dare un volto ai comuni, alle città e alle regioni nonché apportare un notevole contributo per realizzare gli obiettivi della strategia Europa 2020 e rafforzare la coesione sociale. Il patrimonio culturale è un valore e un bene comune che, se riconosciuto, può contribuire allo sviluppo di una visione del futuro. La conservazione del patrimonio, la sua valorizzazione e la garanzia della sua durata sono una missione, una responsabilità e un obiettivo comuni. Per quanto riguarda la protezione e la salvaguardia del patrimonio culturale degli Stati membri dell’UE, il Comitato è d’accordo con la Commissione nel sottolineare l’importanza dell’articolo 36 del Trattato (5), del regolamento del Consiglio (CE) n. 116/2009 relativo all’esportazione di beni culturali (6), nonché della direttiva 2014/60/UE relativa alla restituzione dei beni culturali usciti illecitamente dal territorio di uno Stato membro;

5.

ritiene che il ruolo del patrimonio culturale continui ad essere sottovalutato: in effetti, la quota di aiuti di Stato destinata agli obiettivi legati al patrimonio culturale non smette di diminuire. Tenendo conto che il patrimonio culturale è qualcosa di più che un valore economico, e che i tagli di bilancio possono avere un impatto su tale patrimonio, risulta necessario ricercare nuovi modi per finanziare la salvaguardia dell'immenso patrimonio culturale europeo. Pertanto il Comitato si rallegra dei progressi compiuti dalla Commissione europea in materia di misure legislative, dell'estensione — nel quadro della modernizzazione delle norme relative agli aiuti di Stato — del campo di applicazione del regolamento generale di esenzione per categoria (7) agli aiuti destinati a promuovere la cultura e la conservazione del patrimonio; questo sviluppo riconosce, da un lato, l'importanza del patrimonio culturale in quanto fattore di creazione di posti di lavoro e, dall'altro, il ruolo che svolge nella trasmissione di identità e valori costitutivi di una società: due caratteristiche, queste, che vanno prese in considerazione nell'assegnazione degli aiuti di Stato;

6.

osserva che il patrimonio naturale forma parte integrante del patrimonio culturale e si rammarica che la comunicazione non menzioni questo aspetto. A tale proposito, accoglie con favore il fatto che nel regolamento (UE) n. 651/2014 della Commissione (8) venga chiaramente riconosciuto che «poiché il patrimonio naturale occupa un posto rilevante nel patrimonio artistico e culturale, ai sensi del presente regolamento la conservazione del patrimonio comprende anche il patrimonio naturale connesso a quello culturale o formalmente riconosciuto dalle autorità pubbliche competenti di uno Stato membro»;

7.

accoglie con favore l'introduzione, nella direttiva 2014/52/UE recentemente riveduta sulla valutazione dell'impatto ambientale (9), dell'idea per cui occorre tenere conto anche dell'impatto potenziale dei progetti pubblici e privati sul patrimonio culturale. Tali disposizioni europee potranno avere un effetto di incoraggiamento sulle misure adottate dagli enti territoriali in campo culturale, così come sullo sviluppo integrato e sulla fattibilità della protezione e della conservazione del patrimonio culturale nel quadro dei loro piani complessi di urbanismo e di sviluppo territoriale;

8.

richiama l’attenzione sul fatto che la distruzione di beni culturali nonché gli scavi illeciti e il traffico di opere d’arte minacciano la sostenibilità e la protezione del patrimonio culturale e continuano a richiedere un’azione collettiva a livello europeo e internazionale. Tale azione necessita di canali aperti di comunicazione e di una stretta cooperazione tra gli Stati membri dell’UE, come pure con i paesi candidati all’adesione e i paesi terzi. Il Comitato accoglie con favore l’introduzione del sistema di informazione del mercato interno (IMI), istituito dal regolamento (UE) n. 1024/2012, e attende con interesse la creazione di un modulo di tale sistema specificamente mirato ai beni culturali, che dovrebbe facilitare l’attuazione della direttiva 2014/60/UE;

9.

ritiene che la Commissione dovrebbe affrontare in modo efficace la mancanza, a livello dell’UE, di dati riguardanti il contributo del patrimonio culturale alla crescita economica e alla coesione sociale. Pertanto esorta a creare e mettere in funzione una banca dati europea alla quale contribuiscano i vari progetti già sviluppati in tal senso (10). Incoraggia, inoltre, la messa a punto di norme che possano servire come base per l'elaborazione di analisi costi/benefici: tali analisi, infatti, sono in grado di quantificare l’entità del contributo economico e sociale del patrimonio culturale evidenziando i vantaggi effettivi apportati da questo patrimonio e fungendo da punto di partenza per ulteriori misure di conservazione;

10.

sostiene il metodo aperto di coordinamento (MAC) nel quadro dell'agenda europea della cultura, in quanto esso struttura la cooperazione culturale mediante obiettivi strategici e facilita la comunicazione tra gli Stati membri, la diffusione delle buone pratiche e l'apprendimento reciproco. Il CdR raccomanda di esaminare, in collaborazione con la Commissione europea, la possibilità di essere anch'esso rappresentato dal 2015 nei gruppi di lavoro previsti dal nuovo piano di lavoro per la cultura. Il Comitato ribadisce inoltre che i rappresentanti nazionali dovrebbero consultarsi sistematicamente con gli attori locali e regionali in modo da prepararsi ad affrontare le questioni nel modo più responsabile ed efficace possibile (11) ed assicurarsi che le competenze, le conoscenze e l'esperienza maturate a livello locale e regionale, come pure le proposte creative e innovative riguardanti i risultati ottenuti nei settori chiave, siano valorizzate grazie alla diffusione delle buone pratiche.

Patrimonio culturale e identità

11.

sottolinea che il patrimonio culturale rappresenta uno dei fondamenti dell'identità locale, regionale, nazionale ed europea. La sua conservazione e tutela, come pure il rafforzamento dell'identità sociale a livello locale e regionale, sono fattori essenziali di continuità, che garantiranno la conservazione dei valori comunitari per le generazioni future e il mantenimento delle specificità tradizionali e delle conoscenze. Il patrimonio culturale è incentrato sulla società e svolge un ruolo di primo piano nella lotta contro la povertà e l'esclusione sociale in quanto fonte di sviluppo economico e coesione sociale. Al tempo stesso, la familiarizzazione con il patrimonio culturale a livello locale e regionale dovrebbe fare parte integrante di tutti i programmi dell'istruzione formale;

12.

sottolinea che i valori culturali locali — la creazione artistica, letteraria, audiovisiva e architettonica, il lavoro creativo, la cultura contemporanea, l'artigianato, il folklore, il patrimonio archeologico, storico, religioso ed etnografico, i dialetti, la musica, gli alimenti e la gastronomia, le specificità paesaggistiche e naturali, le conoscenze e i saperi tradizionali, il know how, le tradizioni viventi, ecc. — sono strettamente legati all'identità, la quale affonda le proprie radici nel patrimonio materiale, immateriale e naturale delle comunità. Il Comitato rammenta che lo sviluppo della cultura a livello locale rafforza l'identità e la peculiarità dei singoli luoghi; anche la combinazione, nel rispetto reciproco, delle diverse identità contribuisce a costruire il patrimonio culturale comune. Vengono così elaborati dei prodotti culturali che hanno un valore unico basato sui luoghi stessi, e questi fattori culturali assumono rilievo anche a livello europeo (12);

13.

sottolinea che è il patrimonio culturale immateriale che determina l'identità di una regione e che la sua valorizzazione favorisce lo sviluppo regionale. Nel quadro delle cooperazioni transfrontaliere e transnazionali si registrano numerosi esempi di buone pratiche relative allo sviluppo di strategie basate sulle risorse culturali immateriali. Concentrandosi su tutto ciò che è unico e particolare, esse richiamano l'attenzione sugli aspetti di cui possiamo essere fieri, rafforzando al tempo stesso l'attrattività locale o regionale dal punto di vista della competitività delle imprese (13) e contribuendo a creare posti di lavoro;

14.

fa osservare che la protezione del patrimonio culturale contribuisce a sviluppare un sentimento di identità, tramite una sensibilizzazione delle persone ai valori di tale patrimonio, la promozione di un senso di appartenenza, il collegamento con i concetti di riprogettazione degli spazi pubblici (placemaking) e la capacità stessa di apprezzarli. Ciò può contribuire a sviluppare il partenariato sociale e le strutture di partenariato pubblico-privato, mentre l'impegno costante a conservare il patrimonio culturale è in grado di creare occupazione e di incoraggiare l'economia sociale. Sotto questo profilo, considera appropriato lo scambio di esperienze in corso in altri Stati in materia di inventario e protezione globale del patrimonio locale.

Il patrimonio culturale come risorsa economica

15.

reputa importante che la politica di sviluppo sostenibile del patrimonio culturale produca effetti benefici a breve, medio e lungo termine sul miglioramento della situazione economica e della qualità della vita nella regione interessata. Il patrimonio culturale può costituire un motore per la pianificazione dello sviluppo locale e regionale inclusivo e lo sviluppo delle industrie creative, e contribuisce alla crescita economica ampliando l'accesso ai beni culturali. Un elemento importante della competitività è l'apertura a soluzioni innovative per la conservazione del patrimonio culturale, attuate anche tramite partenariati pubblico-privati;

16.

insiste sulla necessità di integrare meglio nella strategia Europa 2020 riveduta il settore del patrimonio culturale, la cultura, la creatività e le iniziative faro collegate, e di assicurarsi che la strategia tenga conto degli elementi che dimostrano il contributo apportato dal patrimonio culturale all'economia;

17.

considera necessario aumentare le risorse messe a disposizione dei settori della cultura e della creazione legati al patrimonio culturale nel bilancio dei nuovi fondi (ad esempio, il FESR, l'FSE, il FEASR e il FEP) e programmi (ad esempio, il programma Europa creativa e il 7o programma quadro) dell'UE e inserire meglio il patrimonio culturale nel nuovo ciclo finanziario dell'UE (2014-2020); si rallegra in particolare della mappatura delle azioni riguardanti il patrimonio culturale nelle politiche e nei programmi dell'UE (14); raccomanda di sfruttare appieno le risorse dell'UE al fine di elaborare e attuare delle strategie locali e regionali con obiettivi creativi e innovativi. Inoltre, resta di fondamentale importanza creare delle sinergie ottimali tra i fondi e i programmi europei al fine di garantirne l'efficacia e l'efficienza. La Commissione europea dà il proprio contributo grazie agli orientamenti relativi al coordinamento, alle sinergie e alla complementarietà tra i fondi strutturali e d'investimento, Orizzonte 2020 e altri programmi dell'Unione gestiti direttamente dalla Commissione nel settore della ricerca, dell'innovazione e della competitività (15);

18.

sottolinea che, nel quadro dello sviluppo dell'economia regionale e delle strategie e programmi di sviluppo regionale, territoriale e urbano, è fortemente auspicabile tenere conto della conservazione delle culture e delle risorse culturali portatrici di valori, del carico che può essere sostenuto dall'ambiente e dalle regioni, nonché delle considerazioni legate alla protezione dell'ambiente. Agli interventi, alle misure e agli strumenti rispettosi dell'ambiente e della natura, come pure efficienti dal punto di vista energetico — che potrebbero prevenire gli effetti delle catastrofi naturali (le inondazioni, ad esempio) o causate dall'uomo — spetta un ruolo importante per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici e anche per garantire l'efficacia dello sviluppo basato sui punti di forza locali e regionali;

19.

reputa importante utilizzare lo sviluppo patrimoniale degli edifici, che può conferire nuove funzioni ai siti del patrimonio nel quadro del risanamento urbano e contribuire, con l'apporto delle piccole e medie imprese, all'occupazione e alla creazione di posti di lavoro. La credibilità professionale della riabilitazione degli edifici aumenta quando l’intervento è effettuato impiegando non soltanto materiali tradizionali, ma anche tecniche tradizionali e moderne. Tali conoscenze, come pure il monumento stesso, devono essere conservate e trasferite nel quadro della formazione professionale. Una manodopera formata e specializzata sarà richiesta sul mercato. A livello locale e regionale esistono numerosi esempi di buone pratiche in materia di sostegno e promozione di un ambiente creativo, di sfruttamento delle possibilità offerte dalla diversità culturale, di integrazione delle strategie culturali nello sviluppo locale e regionale al fine di realizzare gli obiettivi della strategia Europa 2020, e il Comitato europeo delle regioni contribuisce alla diffusione delle conoscenze e alla condivisione delle esperienze in materia. Questi approcci e modelli pratici favoriscono la creazione di un ecosistema culturale sostenibile incoraggiando lo spirito imprenditoriale creativo;

20.

accoglie con favore la scelta della Commissione di evidenziare, nel quadro del valore economico del patrimonio culturale, l'industria delle costruzioni europea e gli investimenti nel patrimonio storico, che creano occupazione e contribuiscono al lancio di nuove attività economiche; incoraggia gli enti locali e regionali a partecipare alla gestione del patrimonio architettonico e degli edifici storici — pubblici in molti casi — e a sfruttarli in modi diversi, così da generare delle entrate e garantirne la manutenzione e la sostenibilità; fa osservare che anche il programma delle capitali europee della cultura rappresenta un contributo importante dell'Unione alla conservazione e alla rivalutazione del patrimonio architettonico, nel cui ambito si potrebbero riportare in vita numerosi siti storici e quartieri urbani parallelamente ai processi di gestione e riflessione relativi al patrimonio industriale e ai siti industriali dismessi;

21.

sottolinea che gli enti locali e regionali, in quanto livello di governo più vicino ai cittadini, devono assumere un ruolo di primo piano nello sviluppo di una responsabilità in materia di protezione dell'ambiente edificato e naturale, nella trasformazione positiva delle mentalità e nella mobilitazione della popolazione in tal senso. Un controllo regolare delle condizioni del patrimonio architettonico dovrebbe essere prassi comune, e le autorità dovrebbero altresì incoraggiare la diffusione delle pratiche di manutenzione e la formazione dei funzionari e dei proprietari del monumento;

22.

ribadisce che, a tutti i livelli, la politica per le PMI deve tenere conto e poter essere applicata a diversi modelli di imprese, al fine di massimizzare la creazione di posti di lavoro e la crescita economica sostenibile (ad esempio, le industrie culturali e creative) (16);

23.

in tutti i settori del patrimonio culturale, si raccomanda di incoraggiare la partecipazione dei capitali privati, il che richiede al tempo stesso degli incentivi fiscali e la formazione di un'opinione pubblica responsabile per quanto riguarda la conservazione del patrimonio materiale e immateriale; rammenta che il settore privato, nel quadro della responsabilità sociale delle imprese, svolge spesso, grazie a donazioni o ad altre forme di sostegno, un ruolo importante nella promozione della cultura, ma che gli enti locali e regionali possono contribuire alla creazione di un ambiente in grado di favorire un uso migliore degli aiuti in questione (17).

Turismo culturale

24.

è convinto che il patrimonio culturale costituisca un motore potente per lo sviluppo locale e regionale di tutta la popolazione e che esso crei dei beni materiali consistenti grazie alla promozione di un turismo culturale sostenibile, di qualità e responsabile, il cui sviluppo si basa sul patrimonio materiale e immateriale delle comunità locali e regionali. Il Comitato europeo delle regioni ritiene che sia già oggi essenziale creare delle sinergie tra le strategie di turismo sostenibile e le industrie creative e culturali locali e regionali al fine di sostenere la crescita dell'economia e dell'occupazione e di facilitare l'accesso alla cultura;

25.

sottolinea tuttavia l’importanza di trovare il giusto equilibrio tra l’espansione del settore del turismo culturale e la protezione del patrimonio culturale;

26.

per quanto riguarda lo sfruttamento del potenziale multifunzionale del patrimonio culturale, richiama l'attenzione sugli itinerari culturali che, all'interno di un paese e al di là delle sue frontiere, con la partecipazione della popolazione e di tutti gli attori interessati, danno un notevole contributo alla diffusione dei valori culturali locali e regionali, favorendo al tempo stesso, in modo complesso, l'occupazione e la creazione di posti di lavoro nonché il funzionamento delle imprese (ad esempio, fabbricazione e trasporto di prodotti locali, alloggio, ristoranti). Gli itinerari delineati in base al principio di organizzazione tematica (18) — come denominatore comune — collegano spesso destinazioni turistiche, comuni, villaggi meno noti, rafforzando così la diversità dell'offerta turistica e la visibilità del patrimonio culturale (architettonico, paesaggistico, culinario e immateriale) delle zone rurali. Gli itinerari culturali (piste pedonali, ciclabili, ecc.) possono dare un contributo significativo anche per migliorare la salute della popolazione;

27.

fa presente che, nel quadro del turismo culturale legato alla gastronomia, le specialità gastronomiche locali rappresentano un elemento della cultura in grado di attirare turisti grazie ai prodotti agricoli e alimentari locali e tradizionali. Sottolinea che la produzione alimentare sostenibile e le misure volte a proteggere la diversità del patrimonio gastronomico locale e regionale contribuiscono alla creazione di nuovi posti di lavoro sostenibili, che possono svolgere un ruolo importante per la crescita e la coesione locale e regionale;

28.

insiste sul notevole valore aggiunto dei programmi di cooperazione territoriale europea per la conservazione e il sostegno transfrontalieri del patrimonio culturale: tramite la soppressione delle frontiere, danno maggiore visibilità all'Europa e alle sue regioni, città e comuni grazie alla cooperazione locale e regionale; in materia di turismo culturale, favoriscono il commercio di prodotti locali, e per quanto riguarda le industrie creative, permettono lo scambio di competenze e di conoscenze, il rafforzamento dell'economia regionale e l'apertura di nuovi sbocchi. Essi contribuiscono a prevenire la scomparsa delle competenze e dell'artigianato tradizionali confrontati alle sfide demografiche (19). Il Comitato reputa importante che anche le strategie di sviluppo macroregionale possano contribuire, nel quadro della cooperazione transnazionale, alla coesione sociale, economica e territoriale, trasformando i valori del patrimonio culturale europeo in un prodotto turistico e mettendo in atto delle soluzioni innovative e creative.

Il patrimonio culturale nella società dell'informazione

29.

riconosce che una delle sfide della strategia digitale per l'Europa consiste nella digitalizzazione del patrimonio culturale e dei monumenti storici europei, nella loro accessibilità online e nella loro conservazione per le generazioni future, ambito nel quale sono stati già compiuti dei progressi (20). Nel ripensare l'approccio globale e il ruolo del patrimonio culturale, occorre fare in modo di raggiungere un pubblico che sia al contempo ampio e nuovo, sfruttando i vantaggi della tecnologia e ricorrendo ai nuovi strumenti di comunicazione, il che favorisce la creazione di comunità, lo scambio e l'aumento delle conoscenze, le attività culturali, l'apprendimento e la ricerca; ritiene che la digitalizzazione e le nuove tecnologie creino al tempo stesso delle possibilità di innovazione per migliorare la competitività; le industrie creative e innovative e i materiali culturali digitalizzati messi a loro disposizione si rafforzano reciprocamente;

30.

sottolinea che i musei, le biblioteche e gli archivi svolgono un ruolo importante, in termini di patrimonio culturale, per il rafforzamento della coesione comunitaria. Nella società dell'informazione del XXI secolo occorre riflettere sul ruolo e sul futuro delle biblioteche locali — finanziate e gestite dagli enti locali in numerosi Stati membri — tenendo conto dell'accessibilità e della diffusione delle conoscenze sul patrimonio culturale. Nel pianificare i contenuti dei nuovi servizi e dei nuovi media digitali non si deve tenere conto soltanto di criteri di economicità, ma anche delle esigenze sociali e culturali (21). Le conferenze, formazioni e visite di studio realizzate nel quadro dei gemellaggi tra le città potrebbero contribuire allo scambio di esperienze relative alla ricerca di soluzioni attuali e alle buone pratiche;

31.

reputa essenziale il ruolo dei progetti dell'UE nella promozione della digitalizzazione e sottolinea l'importanza della piattaforma culturale Europeana, che riunisce i contenuti online delle biblioteche, dei musei e degli archivi europei con l'obiettivo di garantire a tutti la possibilità di accedere su Internet al patrimonio culturale e scientifico europeo. Riconosce che le questioni relative ai diritti d'autore e il chiarimento dei diritti online restano una sfida ed è favorevole alla definizione di un quadro giuridico per la digitalizzazione;

32.

riconosce che il patrimonio cinematografico — la creazione cinematografica in quanto fonte di informazioni sulla storia della società europea — forma parte integrante del patrimonio culturale europeo; a tale proposito è auspicabile sfruttarne meglio il potenziale industriale e culturale. Alcuni ostacoli persistono per quanto riguarda la digitalizzazione dei film e la loro messa a disposizione online (22); inoltre, i cinema svolgono un ruolo importante nella rappresentazione della cultura e della civiltà proprie a ciascun popolo. Dato che la rivoluzione digitale e il carico finanziario potrebbero determinare dei cambiamenti permanenti per l'industria locale e regionale, il CdR ribadisce la propria richiesta relativa agli sforzi congiunti e alla cooperazione da attuare per evitare la scomparsa delle piccole sale cinematografiche (23) e incoraggia gli enti locali e regionali a utilizzare appieno i fondi dell'Unione destinati a modernizzare i cinema di quartiere;

33.

insiste sull'importanza di un'acquisizione precoce delle competenze digitali, in modo da fornire ai giovani gli strumenti necessari per beneficiare appieno delle nuove forme di accesso alla cultura ed essere meglio preparati alle professioni del futuro, e in particolare da aiutarli, e aiutare una gran parte della società, a gestire bene gli effetti del «passaggio al digitale» (24).

Integrazione del patrimonio culturale nella società

34.

si rallegra del fatto che nella comunicazione siano riconosciuti i risultati dei programmi e delle iniziative dell'Unione volte a sensibilizzare l'opinione pubblica al valore societale del patrimonio culturale e a promuovere il dialogo interculturale. Conviene sul fatto che il marchio del patrimonio europeo e le capitali europee della cultura siano iniziative che evidenziano la ricchezza, la diversità e gli aspetti comuni delle culture europee (25), e insiste sulla necessità, per le città candidate, di elaborare, sulla base delle risorse locali e regionali disponibili, un programma culturale specifico e di conferirgli una dimensione spiccatamente europea, con delle ricadute positive a lungo termine per il settore della cultura e la città ospitante (26). È opportuno ricordare che la percezione sociale del valore del patrimonio europeo come fattore di sviluppo può contribuire alla definizione di indicatori standardizzati nel contesto europeo che consentano di misurare l’impatto di questo settore sull’economia dei territori e sulla creazione e il mantenimento di posti di lavoro;

35.

ritiene che la proclamazione di un «Anno europeo del patrimonio culturale», come proposto dal Consiglio dell’Unione europea (27), contribuirebbe ad avvicinare il patrimonio culturale a un pubblico più ampio;

36.

riconosce l'importanza del premio dell'Unione europea per il patrimonio culturale/premio Europa nostra, istituito per garantire il riconoscimento del lavoro esemplare effettuato nell'ambito della protezione del patrimonio e della diffusione dei risultati tecnici di alto livello, che mobilita i cittadini impegnati, la società civile, gli enti locali e regionali, le fondazioni private e le imprese al fine di riportare in vita monumenti e siti storici, impresa alla quale contribuisce anche il nuovo programma Europa creativa, mettendo in particolare evidenza le attività transnazionali dei settori culturali e creativi (28);

37.

ritiene che le sanzioni in caso di atti vandalici contro i monumenti, l’ambiente e le sue componenti artistiche, nonché i siti archeologici, debbano essere ulteriormente rafforzate;

38.

condivide l'idea secondo cui le attività di ricerca nel settore del patrimonio culturale contribuiscono alla conservazione, allo sviluppo e alla promozione di tale patrimonio. Il Settimo programma quadro per la ricerca e lo sviluppo tecnologico (7o PQ), le iniziative di programmazione congiunta e il programma Orizzonte 2020 possono garantire il dinamismo e la conservazione del patrimonio culturale europeo grazie alla promozione delle attività di ricerca e innovazione intese a lottare contro i cambiamenti climatici e i rischi e le catastrofi naturali. Accoglie con favore il lancio imminente di un programma e di un quadro d'azione per la ricerca e l'innovazione nel settore del patrimonio culturale, e a questo proposito chiede che venga messo a punto un meccanismo di cooperazione in partenariato con gli enti locali e regionali;

39.

insiste sulla necessità di garantire a tutti l'accesso ai beni e ai servizi culturali, riducendo le disuguaglianze di opportunità tra i ricchi e i poveri, gli abitanti delle città e quelli delle zone rurali, i giovani e gli anziani, nonché le persone con disabilità. Le misure volte a ridurre tali disparità daranno i loro frutti soltanto se saranno attuate con il contributo e la partecipazione degli interessati e ampliando le possibilità di accesso alle competenze. Le pari opportunità sono una condizione imprescindibile della democrazia culturale;

40.

reputa importante che le giovani generazioni imparino a conoscere il proprio patrimonio materiale e immateriale, comprendano l'importanza di proteggerlo e partecipino alla promozione dei beni culturali (ad esempio, nel quadro delle Giornate europee del patrimonio). Ritiene che, grazie a queste conoscenze, si potranno realizzare dei partenariati intesi allo sfruttamento sostenibile del patrimonio culturale e all'utilizzo consapevole dell'ambiente. Raccomanda che, nel quadro delle Giornate europee del patrimonio, il contenuto della settimana tematica venga definito in modo da costituire una rete tra le attività culturali degli enti locali;

41.

ritiene che il volontariato sia una forma promettente di partecipazione della popolazione locale e di sviluppo delle relazioni pubbliche, svolga un ruolo importante nell'acquisizione delle conoscenze e nella nascita di un interesse per la cultura, nonché contribuisca a prevenire l'emarginazione di gruppi vulnerabili della società.

Cooperazione e approccio partecipativo

42.

al fine di consolidare la continuità, lo sviluppo e la visibilità del patrimonio culturale, il CdR reputa importante che i valori intrinseci della catena del patrimonio culturale siano protetti e sfruttati in modo sostenibile e che gli enti locali e regionali e le istituzioni competenti per l'insegnamento, la cultura e il patrimonio culturale cooperino e si sviluppino, preferibilmente in modo sistematico, il che potrebbe rivelarsi utile per informare la popolazione in modo comprensibile. La cooperazione è sinonimo di creazione di fiducia, di contatti tra i popoli e di garanzia di trovare soluzioni comuni alle sfide comuni;

43.

sottolinea il ruolo importante che i gemellaggi transfrontalieri tra le città svolgono nella conoscenza — reciproca, interattiva e incentrata sull'esperienza — del patrimonio culturale locale e regionale e della sua diversità, grazie alla partecipazione attiva dei cittadini. A tale proposito sottolinea il valore aggiunto, a livello UE, del programma L'Europa per i cittadini nell'attuazione di programmi di gemellaggio e di creazione di reti di città; grazie ai progetti di «memoria» dotati di una dimensione europea, esso favorisce la tolleranza e una migliore comprensione della storia e della diversità dell'Unione europea e crea un legame tra l'Europa e i cittadini. Il CdR accoglie con grande favore anche la scelta di portare avanti tale programma nel nuovo quadro finanziario dell'UE (29);

44.

raccomanda di premiare le migliori pratiche in materia di protezione del patrimonio culturale derivanti dai partenariati e dalle cooperazioni tra enti locali, il che permetterà anche di rafforzare l'identità dell'Unione europea;

45.

reputa importante, a livello dei comuni rurali e delle città, che siano lanciate e attivate delle cooperazioni tematiche nel settore del patrimonio culturale e che sia incoraggiata la partecipazione attiva di tutti gli attori interessati al processo decisionale, in modo da promuovere una governance partecipativa efficace. Insiste sul valore e sull'importanza della governance multilivello (30), che facilita, tra le altre cose, la diffusione delle migliori pratiche in materia di politica del patrimonio culturale, lo sviluppo della democrazia partecipativa, l'apprendimento reciproco, la nascita di nuove forme di partenariato e di dialogo, nonché l'efficacia e la coerenza delle politiche settoriali collegate al patrimonio culturale;

46.

osserva che la rivalutazione dell'importanza della cultura e del patrimonio culturale è un processo a lungo termine, che riguarda tutti gli attori della società. Il CdR ritiene che questo cambiamento di mentalità potrà essere realizzato soltanto se si riuscirà a far sì che una parte ancora più ampia della popolazione si senta coinvolta, ad esempio grazie alla riduzione delle disuguaglianze sociali, nello sviluppo delle comunità locali, nel rafforzamento delle possibilità di partecipazione alla società, nella creazione di un'apertura alle novità e nello sviluppo delle attitudini necessarie per concepire, imparare a conoscere e apprezzare le competenze in materia di innovazione e i valori culturali; reputa che rientri nella responsabilità comune assicurare, con la partecipazione di tutti i soggetti, l'acquisizione di conoscenze e di una cultura competitive, indispensabili per raccogliere le sfide cui l'Unione è confrontata. A tale proposito il CdR accoglie con soddisfazione e condivide il punto 28 delle conclusioni del Consiglio Cultura del 25 novembre 2014, in cui si invita a considerare la possibilità di organizzare un Anno europeo del patrimonio culturale. In questo modo si contribuirebbe al raggiungimento degli obiettivi comuni nel contesto paneuropeo;

47.

sottolinea l’importante ruolo che la cultura può svolgere nelle questioni di politica estera ai fini del superamento delle differenze e del riconoscimento dei valori comuni e condivisi tra i popoli. Chiede pertanto di dare maggiore visibilità alle relazioni culturali ad alto livello, e a tale riguardo prende atto dei recenti sforzi volti a includere la diplomazia culturale nelle relazioni esterne dell’Unione europea, in particolare attraverso l’azione preparatoria in materia di «Cultura nelle relazioni esterne dell'UE»;

48.

sottolinea la necessità di rafforzare anche la cooperazione nella lotta contro il traffico illecito di beni culturali. Esorta pertanto gli Stati membri a ratificare la convenzione dell’Unesco del 1970 e la convenzione di Unidroit del 1995 e a garantire la loro efficace attuazione attraverso un adeguato recepimento nella legislazione nazionale e il rafforzamento dell'azione di polizia e dei controlli doganali alle frontiere dell’UE.

Bruxelles, 16 aprile 2015

Il Presidente del Comitato europeo delle regioni

Markku MARKKULA


(1)  Convenzione quadro del Consiglio d'Europa sul valore del patrimonio culturale per la società, Faro, 27 ottobre 2005.

(2)  Dichiarazione di Firenze dal titolo Cultura, creatività e sviluppo sostenibile. Ricerca, innovazione, opportunità — Terzo forum mondiale dell'Unesco sulla cultura e le industrie culturali (FOCUS), 4 ottobre 2014.

(3)  Articolo 3, paragrafo 3, del TUE.

(4)  Articolo 167 del TFUE.

(5)  L’articolo 36 del Trattato prevede divieti o restrizioni all’importazione, all’esportazione o al transito per motivi di protezione del patrimonio artistico, storico o archeologico nazionale.

(6)  Il regolamento (CE) n. 116/2009 del Consiglio relativo all'esportazione di beni culturali istituisce disposizioni volte a garantire che le esportazioni di beni culturali siano sottoposte a controlli uniformi alle frontiere esterne dell’Unione. I beni culturali includono, tra l’altro, i prodotti diretti di scavi, scoperte o siti archeologici in uno Stato membro.

(7)  Regolamento (UE) n. 651/2014 della Commissione che dichiara alcune categorie di aiuti compatibili con il mercato interno in applicazione degli articoli 107 e 108 del Trattato (aiuti agli investimenti per la cultura e la conservazione del patrimonio: 100 milioni di EUR per progetto; aiuti al funzionamento per la cultura e la conservazione del patrimonio: 50 milioni di EUR per impresa).

(8)  Considerando 72.

(9)  Direttiva 2014/52/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 aprile 2014, che modifica la direttiva 2011/92/UE concernente la valutazione dell'impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati.

(10)  Il progetto Cultural Heritage Counts for Europe: Towards an European Index for Valuing Cultural Heritage (Il patrimonio culturale è importante per l'Europa: verso un indice europeo per la valorizzazione del patrimonio culturale), menzionato nella comunicazione della Commissione, potrebbe rappresentare un efficace contributo per raccogliere, a livello dell'Unione, in una mappatura europea, i dati sul settore in questione provenienti dalle ricerche condotte a livello nazionale, regionale, locale e/o settoriale.

(11)  CdR 2391/2012 fin.

(12)  CdR 2391/2012 fin.

(13)  Ad esempio, in materia di cooperazione transnazionale, il progetto Cultural Capital Counts (2011-2014) riunisce dieci territori di sei paesi dell'Europa centrale con l'obiettivo comune di promuovere lo sviluppo regionale tenendo conto delle tradizioni, delle conoscenze e dei saperi, e di valorizzare il loro patrimonio culturale nel quadro di tale collaborazione. Il progetto, cofinanziato dal FESR, è attuato nel quadro del programma Central Europe.

(14)  Commissione europea — Mapping of Cultural Heritage actions in European Union policies, programmes and activities, http://ec.europa.eu/culture/library/reports/2014-heritage-mapping_en.pdf

(15)  Enabling synergies between European Structural and Investment Funds, Horizon 2020 and other research, innovation and competitiveness-related Union programmes — Guidance for policy-makers and implementing bodies, http://ec.europa.eu/regional_policy/sources/docgener/guides/synergy/synergies_en.pdf

(16)  CdR 151/2011 fin.

(17)  CdR 401/2011 fin.

(18)  Ad esempio, la «strada di Sissi» (Austria, Germania, Ungheria e Italia), che unisce castelli, manieri, parchi e caffè collegati in qualche modo con la regina Elisabetta d'Ungheria.

(19)  Ad esempio, l'«Accademia degli artigianati» (Ungheria — Slovenia): si tratta di un progetto scaturito dalla situazione vulnerabile dei mestieri dell'artigianato; infatti, i partecipanti a questo tipo di formazione erano sempre meno numerosi, e alcune scuole industriali e artigianali erano state chiuse. Il progetto ha invertito tale tendenza, creato nuove possibilità per i giovani e contribuito alla conservazione del patrimonio culturale con la partecipazione di un migliaio di imprenditori.

(20)  Survey Report on Digitisation in European Cultural Heritage Institutions 2014 — Rete tematica ENUMERATE (gennaio 2014).

(21)  CdR 104/2010 fin.

(22)  Quarta relazione sull'attuazione della raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio relativa al patrimonio cinematografico e alla competitività delle attività industriali correlate (Commissione — relazione intermedia 2012-2013), 1o ottobre 2014.

(23)  CdR 293/2010 fin.

(24)  CdR 2391/2012 fin.

(25)  CdR 191/2011 fin.

(26)  CdR 2077/2012 fin.

(27)  Conclusioni del Consiglio sulla governance partecipativa del patrimonio culturale (2014/C 463/01) http://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:52014XG1223(01)&from=IT

(28)  CdR 401/2011 fin.

(29)  Regolamento (UE) n. 390/2014 del Consiglio che istituisce il programma «L'Europa per i cittadini» per il periodo 2014-2020.

(30)  Carta della governance multilivello in Europa.