26.11.2014   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 424/9


Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema «Le relazioni commerciali transatlantiche e il punto di vista del CESE su una cooperazione rafforzata e un eventuale accordo di libero scambio tra l'UE e gli USA»

(parere d'iniziativa)

2014/C 424/02

Relatore:

KRAWCZYK

Correlatore:

BOYLE

Alla sua sessione plenaria dell'11 luglio 2013 il Comitato economico e sociale europeo ha deciso, conformemente al disposto dell'articolo 29, paragrafo 2, del suo Regolamento interno, di elaborare un parere d'iniziativa sul tema:

Le relazioni commerciali transatlantiche e il punto di vista del CESE su una cooperazione rafforzata e un eventuale accordo di libero scambio tra l'UE e gli USA.

La sezione specializzata Relazioni esterne, incaricata di preparare i lavori del Comitato in materia, ha formulato il proprio parere in data 20 maggio 2014.

Alla sua 499a sessione plenaria, dei giorni 4 e 5 giugno 2014 (seduta del 4 giugno), il Comitato economico e sociale europeo ha adottato il seguente parere con 187 voti favorevoli, 7 voti contrari e 10 astensioni.

1.   Conclusioni

1.1

Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) ritiene che un partenariato transatlantico su commercio e investimenti (TTIP) coronato da successo potrebbe essere un fattore significativo per avere una crescita reale e ristabilire l'ottimismo. Di fronte alla ripresa alquanto lenta dopo la crisi finanziaria ed economica del 2008, un accordo equilibrato potrebbe aiutare l'economia europea ad agganciare la crescita economica e la creazione di posti di lavoro.

1.2

Il CESE accoglie con favore le notevoli opportunità offerte da un accordo commerciale di ampio respiro tra l'Unione europea (UE) e gli Stati Uniti d'America (USA), non soltanto per un aumento degli scambi e degli investimenti fra le due sponde dell'Atlantico, ma anche per il suo contributo potenziale allo sviluppo di norme e standard rafforzati a livello mondiale, che recherebbe un vantaggio al sistema commerciale multilaterale in quanto tale.

1.3

In considerazione della diffusa e legittima domanda avanzata dai cittadini europei riguardo alla completa trasparenza dei negoziati commerciali, il CESE richiama l'attenzione del Consiglio e della Commissione europea (CE) sulla coerente e scrupolosa applicazione dell'articolo 218 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE) e in particolare del paragrafo 10: «Il Parlamento europeo è immediatamente e pienamente informato in tutte le fasi della procedura».

1.4

In linea con il Trattato di Lisbona, è assolutamente indispensabile che la Commissione europea (CE) riconosca il ruolo istituzionale del CESE per tutta la durata dei negoziati del TTIP. Una piena trasparenza e un'ampia consultazione del Comitato e degli altri soggetti interessati della società civile sono essenziali se si vuole che un eventuale accordo ottenga un esteso sostegno pubblico. I testi dell'accordo devono essere condivisi con i soggetti interessati fin dalle primissime fasi del processo negoziale.

1.5

È importante che i benefici del TTIP siano ripartiti equamente fra imprenditori, lavoratori, consumatori e cittadini.

1.6

Via via che i negoziati vanno avanti e che le conclusioni delle valutazioni d'impatto vengono rese note, occorre aggiornare e monitorare le proiezioni statistiche e le previsioni economiche.

1.7

Il TTIP recherà grandi benefici nel settore regolamentare. Il fermo impegno assunto da entrambe le parti — fare in modo, cioè, che il TTIP non comporti un abbassamento degli standard attuali — è di fondamentale importanza. La realizzazione di questo impegno sarà cruciale per conquistare un ampio sostegno pubblico e politico. Il CESE si riserva il diritto di giudicare il risultato finale alla luce di tutte queste considerazioni.

1.8

Diversamente da quasi tutti gli altri accordi commerciali bilaterali, le economie e i vantaggi potenziali del TTIP riguardano gli ostacoli non tariffari agli scambi. Anche se si prevede che dalla riduzione dei dazi verrà solo il 20 % circa delle economie realizzabili, per alcune industrie strategiche si riscontrano dei picchi che devono essere affrontati. In materia di accesso al mercato la reciprocità è importante.

1.9

È essenziale un capitolo forte sul commercio e lo sviluppo sostenibile: si tratta di un ingrediente che sarà tenuto sotto stretta osservazione dalla società civile delle due sponde dell'Atlantico.

1.10

Gli investimenti transatlantici possono svolgere un ruolo importante di stimolo a favore della crescita. La proposta di inserire una procedura di risoluzione delle controversie investitore-Stato (ISDS) ha suscitato notevoli preoccupazioni nell'opinione pubblica su entrambe le sponde dell'Atlantico. A questo proposito la Commissione ha lanciato una consultazione pubblica online sul tema Protezione degli investimenti e ISDS nell'accordo TTIP. Alla fine di questo processo si rende indispensabile un dialogo trasparente e inclusivo. Il CESE può da parte sua svolgere un ruolo importante di facilitatore.

1.11

Il TTIP ha generato un interesse enorme fra tutti i settori della società civile dell'UE e degli Stati Uniti. Il CESE ha già stabilito eccellenti contatti con i sindacati e con le organizzazioni delle imprese, degli agricoltori, dei consumatori e degli ambientalisti statunitensi. Vi è una chiara volontà di mantenere e sviluppare questa posizione, e il Comitato è in un'ottima posizione per promuovere e incoraggiare il dialogo e la cooperazione in corso.

1.12

Il CESE si rallegra del fatto che un gruppo di monitoraggio costituito da tre dei propri membri potrà accedere ai documenti su un piano di parità rispetto al gruppo consultivo di esperti istituito dalla Commissione. Il Comitato ritiene che si riconosca così il suo ruolo di organo consultivo ufficiale sancito dal Trattato di Lisbona.

Raccomandazioni

1.13

Il TTIP deve essere riconosciuto dal CESE come una priorità per l'intera durata dei negoziati e della sua attuazione. Il CESE deve seguire da vicino tutti gli aspetti dei negoziati relativi al TTIP. Occorre adottare un approccio basato su progetti e individuare — in consultazione con la società civile dell'UE e degli USA e con la Commissione europea — i settori che più meriterebbero in futuro di essere trattati.

1.14

L'approccio in materia di coerenza regolamentare dovrebbe essere ambizioso e trasparente, e le buone pratiche dovrebbero essere alla base dei negoziati. È essenziale che siano rispettate le garanzie formulate da entrambe le parti circa il fatto che non vi sarà alcun abbassamento degli standard.

1.15

L'accordo dovrebbe contenere meccanismi efficaci e prevedere una cooperazione in campo regolamentare, per facilitare fin dalle prime fasi la consultazione sulle nuove regolamentazioni che potrebbero avere un impatto sugli interessi delle due parti. Rimane salvo il diritto dell'UE, dei suoi Stati membri o degli Stati Uniti di adottare regolamentazioni al livello che ritengono opportuno su temi come la protezione della salute, dei consumatori, del lavoro e dell'ambiente.

1.16

Le due parti devono dare prova di ambizione per quanto riguarda i dazi e adoperarsi per la loro abrogazione e/o graduale eliminazione, anche nei settori più delicati. Questo obiettivo va realizzato in modo da risultare vantaggioso per entrambe le parti.

1.17

Lo svolgimento di negoziati commerciali bilaterali non dovrebbe indebolire l'impegno dell'UE nei confronti dell'OMC e di un forte accordo globale multilaterale.

1.18

Un forte e solido capitolo sullo sviluppo sostenibile deve far parte integrante dell'accordo, i cui elementi essenziali sono i seguenti:

riconferma da parte dei due contraenti dei propri obblighi derivanti dall'adesione all'Organizzazione internazionale del lavoro (OIL);

le otto convenzioni fondamentali dell'OIL recepite dalla Dichiarazione ministeriale di Singapore adottata dall'OMC nel 1996 quale fondamento minimo;

riconferma del comune impegno ad attuare, promuovere e far rispettare la legislazione e le iniziative in campo ambientale;

impegno a garantire e promuovere la conservazione, l'utilizzo sostenibile, la gestione delle risorse naturali e gli accordi multilaterali fondamentali in campo ambientale.

1.19

Il CESE dovrebbe facilitare un ampio dialogo sul tema dell'ISDS al termine della consultazione della Commissione europea Protezione degli investimenti e ISDS nell'accordo TTIP. A tal fine, la Commissione dovrebbe chiarire come intende valutare e considerare i risultati della consultazione e fornire una definizione preliminare di termini quali frivolous (pretestuoso o inconsistente), rispetto allo scopo dichiarato di eliminare le frivolous claims (controversie pretestuose o inconsistenti), o public purpose (finalità pubblica), rispetto alle eccezioni previste per il divieto di espropriazione.

1.20

Nell'ambito del suo progetto incentrato sul TTIP, il CESE dovrebbe formulare un parere d'iniziativa riguardante l'ISDS.

1.21

Il CESE sostiene l'inserimento di un capitolo dedicato alle questioni rilevanti per le PMI.

1.22

La specificità dei servizi pubblici deve essere mantenuta, in osservanza degli obblighi stabiliti dal TFUE.

1.23

Assicurare un approvvigionamento energetico affidabile e l'accesso alle materie prime strategiche riveste un'importanza fondamentale. Il TTIP dovrebbe anche promuovere l'efficienza energetica e le fonti rinnovabili, nonché garantire il diritto per ciascuna parte di mantenere o stabilire standard e regolamentazioni in questo settore, pur lavorando a favore della maggiore convergenza possibile tra gli standard nazionali dell'UE e degli USA.

1.24

È essenziale che sulle due sponde dell'Atlantico vi sia parità di accesso agli appalti pubblici. Qualunque disposizione in questo senso non deve compromettere la capacità degli Stati membri dell'UE e dei loro enti regionali e locali di perseguire le proprie politiche sociali e ambientali frutto di un processo democratico.

1.25

Le due parti dell'accordo dovrebbero riconoscere che la promozione e la protezione degli interessi dei consumatori sono cruciali per conquistare un ampio sostegno pubblico a qualunque forma di accordo.

1.26

Occorre tenere in considerazione i criteri europei in vigore nei settori agricolo e agroalimentare, nonché rispettare il principio di precauzione sancito dal Trattato di Lisbona.

1.27

Il TTIP dovrebbe trovare un modo pratico di garantire la certezza del diritto per le imprese, sulla base di indicazioni geografiche.

1.28

Le sessioni informative per la società civile alla fine di ogni tornata negoziale dovrebbero essere mantenute per tutta la durata dei negoziati e dovrebbero durare fino all'ultima fase di consultazione negoziale precedente la firma dell'accordo. Tali sessioni otterrebbero un sostegno del pubblico ben maggiore se la Commissione precisasse che si tratta di una consultazione e che i negoziatori terranno in debita considerazione le opinioni espresse dalle parti interessate.

1.29

Un forte meccanismo congiunto di monitoraggio della società civile deve fare parte integrante di qualunque accordo. Esso dovrebbe stabilire per ciascuna delle parti l'obbligo di consultare i rappresentanti della società civile, grazie a un apposito gruppo consultivo nazionale (GCN) che preveda una rappresentanza equilibrata degli interessi economici, sociali e ambientali. Per quanto riguarda l'UE, il CESE dovrebbe essere una componente essenziale di questo meccanismo. Ogni GCN dovrebbe:

avere il potere di rivolgere raccomandazioni alle rispettive autorità nazionali e agli organi politici congiunti (ad es. il comitato per il commercio e lo sviluppo sostenibile) dell'accordo, e le autorità politiche dovrebbero reagire a tali raccomandazioni in modo efficace e in tempi certi;

essere abilitato a ricevere osservazioni formali da parte di altre organizzazioni della società civile in merito all'attuazione del capitolo sullo sviluppo sostenibile e a trasmetterle alle autorità politiche affinché queste diano una risposta;

avere il diritto di emettere pareri e raccomandazioni sulla base di osservazioni presentate da terzi;

avere la possibilità, a determinate condizioni, di chiedere alle parti di avviare una procedura di consultazione o di risoluzione delle controversie per violazione delle disposizioni del capitolo sullo sviluppo sostenibile.

1.30

È anche essenziale disporre che i meccanismi nazionali di monitoraggio delle due parti si riuniscano almeno una volta all'anno in un organo congiunto incaricato di valutare l'attuazione del capitolo sullo sviluppo sostenibile e di rivolgere comunicazioni e raccomandazioni congiunte alle parti.

1.31

Occorre attivare i dialoghi transatlantici sul lavoro e sull'ambiente previsti dal Consiglio economico transatlantico. Si ribadisce così l'invito già lanciato dal CESE nel parere del marzo 2009 (1).

1.32

Il CESE dovrebbe stabilire, come priorità immediata, un gruppo di contatto UE-USA.

2.   Introduzione

2.1

Nell'annunciare l'avvio di colloqui per un ampio partenariato transatlantico su commercio e investimenti tra gli Stati Uniti e l'Unione europea, una dichiarazione congiunta emessa dal Presidente della Commissione europea José Manuel Barroso, dal Presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy e dal Presidente americano Barack Obama spiegava che «con questo negoziato, gli Stati Uniti e l'Unione europea avranno l'opportunità non solo di espandere il commercio e gli investimenti attraverso l'Atlantico, ma anche di contribuire allo sviluppo di regole globali in grado di rafforzare il sistema multilaterale degli scambi».

2.2

Queste dichiarazioni sottolineano il potenziale, insito nell'accordo, di assumere un ruolo di modello in un contesto multilaterale. In tempi recenti l'UE ha aperto e, in alcuni casi, concluso negoziati su una serie di accordi commerciali bilaterali. Tali accordi bilaterali potrebbero presentare un potenziale considerevole, ma il CESE ribadisce la propria netta preferenza per un solido accordo multilaterale negoziato attraverso l'OMC. È importante che l'UE continui su questa strada e sviluppi i modesti risultati della Conferenza ministeriale di Bali del 2013.

3.   Contesto politico

3.1

Su entrambe le sponde dell'Atlantico e in entrambi i grandi partiti americani si registra la ferma volontà politica di chiudere con successo i negoziati per il TTIP. L'obiettivo dovrebbe essere quello di concludere i negoziati durante il mandato dell'attuale amministrazione Obama.

3.2

Il CESE ribadisce l'impegno a proseguire i colloqui in toni cordiali e positivi fino in fondo ed è incoraggiato dal fatto che entrambe le parti negoziali assicurino che le trattative non porteranno a un abbassamento degli standard. Di fronte alla notevole criticità della questione e alle richieste urgenti della società civile allargata di adottare il massimo grado di trasparenza, il Comitato seguirà da vicino i negoziati e attende con interesse uno scambio di buone pratiche al riguardo.

3.3

Il CESE osserva che qualunque fase negoziale, fino ad arrivare all'accordo finale, avrà bisogno di un forte sostegno da parte dei cittadini europei «direttamente rappresentati, a livello dell'Unione, nel Parlamento europeo» (articolo 10, paragrafo 2, del Trattato sull'Unione europea (TUE)). Il CESE sollecita pertanto il Consiglio e la Commissione a rispettare scrupolosamente le procedure stabilite all'articolo 218 del TFUE, in particolare il paragrafo 10 che recita: «Il Parlamento europeo è immediatamente e pienamente informato in tutte le fasi della procedura».

3.4

Occorre che le due parti negoziali compiano uno sforzo considerevole per tenere regolarmente aggiornata la società civile e per consultarla durante tutto il processo negoziale. È essenziale una piena trasparenza ed è assolutamente indispensabile che i testi siano condivisi con i soggetti interessati alla prima occasione possibile, consentendo così di presentare tempestivamente osservazioni costruttive in una fase in cui si può tenere conto della loro sostanza durante il processo negoziale. Ciò faciliterebbe anche una transizione agevole al momento della nomina della nuova Commissione europea.

3.5

Il clima transatlantico è stato turbato dalle rivelazioni sulle attività di spionaggio dell'Agenzia per la sicurezza nazionale (NSA) degli Stati Uniti. Facendo un collegamento fra la delicata questione dell'NSA e i colloqui commerciali in corso, il 18 novembre 2013, di fronte al Bundestag, la cancelliera tedesca Angela Merkel ha dichiarato: «In questo momento, il rapporto transatlantico e quindi anche i negoziati per un accordo di libero scambio sono indubbiamente messi alla prova dalle accuse che pesano sugli Stati Uniti. Si tratta di accuse gravi che hanno bisogno di spiegazioni e, cosa ancora più importante per il futuro, deve essere costruita una nuova fiducia». Il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione (2) per chiarire che l'approvazione dell'accordo commerciale UE-USA da parte sua «potrebbe essere compromessa» se la «sorveglianza di massa generalizzata» dell'NSA non dovesse cessare. Il CESE spera che questi problemi possano essere risolti con diplomazia e buona volontà.

3.6

I negoziati per il TTIP saranno la cartina di tornasole per il recupero della fiducia necessaria, ed è importante ricordare la nota positiva introdotta dalla comunicazione che l'Ufficio esecutivo del Presidente Obama ha rivolto allo speaker della Camera dei rappresentanti nel marzo 2013, e che definisce il tono dei negoziati: «I potenziali vantaggi giustificano pienamente lo sforzo». È in questo spirito che il Comitato formula le proprie considerazioni.

4.   Studi sull'impatto economico, sociale e ambientale del TTIP

4.1

È giusto nutrire un certo scetticismo sulle prospettive di successo finali, in particolare alla luce delle passate esperienze, come l'iniziativa presa nel 1998 da Sir Leon Brittan e i più recenti dialoghi transatlantici degli anni 2000. Al fine di garantire un esito che risulti vantaggioso per entrambe le parti occorre puntare a studi congiunti che esaminino più in profondità quali sono le prospettive di creazione di occupazione su entrambe le sponde dell'Atlantico e dove si rischia di perdere posti di lavoro. In ogni caso, non vi sarà nuova occupazione senza una crescita. In questo contesto sono degni di nota anche i risultati dello studio effettuato dalla società Copenhagen Economics nel 2010 circa l'impatto degli investimenti diretti esteri in uscita dall'UE, da cui emerge che non ci saranno effetti negativi apprezzabili sull'occupazione.

4.2

L'UE dovrebbe avere l'ambizione di arrivare a un risultato positivo con i negoziati TTIP. In materia di accesso al mercato la reciprocità è importante. Studi recenti (3), compresa la valutazione d'impatto effettuata dalla Commissione, mostrano che vi saranno benefici solo in presenza di un accordo esaustivo.

4.3

I negoziati dovrebbero costruire sui successi già realizzati. Si calcola che il rapporto UE/USA generi già un totale di 13 milioni di posti di lavoro e quasi 3  900 miliardi di dollari in investimenti, rappresentando il 45 % del PIL mondiale.

4.4

Sono state effettuate anche alcune proiezioni statistiche intensive. Il Centre for Economic Policy Research (CEPR, Centro di ricerca per la politica economica) ha calcolato che un accordo esaustivo porterebbe a un aumento del PIL pari a 119 miliardi nell'UE e a 95 miliardi negli USA.

A sua volta, la Business Coalition for Transatlantic Trade (Coalizione d'imprese per il commercio transatlantico) ha calcolato che il TTIP creerà 0,5 milioni di posti di lavoro altamente retribuiti nell'UE e negli USA.

4.5

Esistono però anche previsioni meno ottimistiche: ad esempio, il CEPR stima che la maggior parte dell'occupazione sarà creata nei settori meno qualificati, mentre i posti di lavoro altamente qualificati del comparto dell'elettronica subiranno una flessione particolarmente marcata nell'UE. Secondo il CEPR, lo 0,2- 0,5 % della manodopera europea potrebbe essere costretto a cambiare lavoro in seguito alla ristrutturazione dell'economia causata dal TTIP. È importante che simili mutamenti siano individuati precocemente e che si adottino le misure appropriate nei settori e negli Stati membri colpiti, al fine di identificare le competenze trasferibili e riconvertire questa manodopera qualificata.

4.6

È inevitabile che gli effetti di una riuscita del TTIP non siano ripartiti equamente: essi obbediranno infatti a variabili nazionali, regionali e settoriali. Pertanto, mentre i negoziati proseguono, le proiezioni statistiche devono essere costantemente aggiornate e monitorate: le promesse devono essere verificate alla luce della realtà in evoluzione.

4.7

È essenziale che il CESE incoraggi — per mantenersi aggiornato — tutti gli studi di valutazione d'impatto eventualmente necessari, in particolare nei settori della creazione di occupazione, della mobilità del lavoro, della qualità dell'impiego e dell'applicazione della tecnologia.

4.8

Questi studi sono già parte integrante del processo europeo (ad es. la valutazione d'impatto sulla sostenibilità degli scambi commerciali attualmente condotta dalla Commissione europea (4)), ma è assolutamente indispensabile che tale processo sia ad ampio spettro, aperto, trasparente e ricettivo rispetto a un contributo costante della società civile. Il CESE desidera apportare il suo essenziale e regolare contributo in questa materia. Vi dovrebbero essere un impegno costante e costruttivo e un riconoscimento di fondo del ruolo della società civile a tutto campo. Il presente parere costituisce il primo contributo del CESE in questa direzione.

4.9

Il CESE si riserva il diritto di giudicare il risultato finale alla luce di tutti questi impegni.

5.   Eliminazione dei dazi nel commercio transatlantico

5.1

Anche se i dazi sono relativamente bassi, sulle due sponde dell'Atlantico si registrano comunque alcuni picchi per prodotti strategici, come il tabacco, i prodotti tessili e l'abbigliamento, lo zucchero, le calzature, i prodotti lattiero-caseari e alcuni vegetali. Inoltre, gli Stati Uniti mantengono dazi elevati sui preparati alimentari, i preparati di pesce e di carne, i preparati a base di cereali, la pasta e il cioccolato. Per gli operatori di questi settori, l'eliminazione dei dazi potrebbe costituire un particolare incentivo ad avviare attività di esportazione.

5.2

Inoltre, il commercio transatlantico è caratterizzato da una quantità significativa di scambi fra aziende e di commercio di beni intermedi. I prodotti finali sono spesso il risultato di una catena dell'approvvigionamento piuttosto complessa in cui anche i dazi di piccola entità possono avere un effetto significativo sulla concorrenzialità di un prodotto. Per questo, si dovrebbe eliminare il numero più elevato possibile di dazi fin dal primo giorno dell'accordo. Per i dazi rimanenti, il periodo di transizione non dovrebbe superare i 5 anni.

6.   Superare le differenze di fondo in materia di regolamentazione e definizione degli standard

6.1

È generalmente riconosciuto, sia negli USA sia nell'UE, che il massimo potenziale del TTIP si colloca nel settore della regolamentazione. Il CESE accoglie favorevolmente il fermo impegno assunto dal capo negoziatore dell'UE Ignacio García Bercero, secondo il quale l'obiettivo di questi negoziati non è, sia ben chiaro, «un abbassamento degli standard».

6.2

Si tratta di un punto fondamentale per il CESE, ed è alla luce di questa dichiarazione, nonché del fatto che è stata ribadita dal capo negoziatore statunitense Dan Mullaney nel corso della riunione d'informazione con la società civile del novembre 2013, che il Comitato non sottolinea nel presente parere alcune delle tante difficoltà che si presenterebbero qualora questo impegno non fosse onorato nella sua interezza.

6.3

Gli Stati Uniti sono non soltanto il primo partner commerciale dell'UE, ma anche un partner dal modo di pensare simile, con cui l'Unione condivide molti ideali e valori. I punti in comune fra l'UE e gli USA superano di gran lunga le loro divergenze. Si tratta di una situazione rara, nonché di un'ottima base per un risultato ambizioso. Al fine di liberare il pieno potenziale delle esportazioni, l'UE deve concentrarsi sull'eliminazione e la risoluzione degli ostacoli non tariffari in un modo che risulti vantaggioso per entrambe le parti, mantenendo nel contempo il livello attuale di protezione dei cittadini, dei consumatori, dei lavoratori e dell'ambiente, oltre a non abbassare gli standard. È questa la base da cui partire.

6.4

Vi sono però approcci diversi in materia di regolamentazione e definizione degli standard, che richiederanno un esame assai approfondito in una serie di settori come i prodotti chimici, la sicurezza degli alimenti, l'agricoltura, i veicoli a motore, i cosmetici, il settore tessile e dell'abbigliamento e i farmaci. In molti settori dovrebbe essere possibile ottenere vantaggi per entrambe le parti grazie a una maggiore coerenza regolamentare e armonizzazione, nonché al reciproco riconoscimento dei test e delle valutazioni di conformità, per raggiungere risultati simili attraverso processi simili. Qualunque via si prenda, essa dovrà comunque seguire gli standard internazionali.

6.5

Nell'interesse della facilitazione degli scambi, la modernizzazione delle procedure e la cooperazione doganale dovrebbero portare a una semplificazione e all'eliminazione delle ispezioni e degli oneri superflui.

6.6

Una caratteristica essenziale di una più stretta cooperazione di tipo regolamentare tra l'UE e gli USA dovrebbe consistere nella promozione e nello scambio delle buone prassi, nonché nel miglioramento della sicurezza, della salute e del benessere economico dei cittadini sulle due sponde dell'Atlantico.

6.7

Lo stesso livello di ambizione dovrebbe guidare i negoziati sugli ostacoli tecnici al commercio (TBT): in questo campo, un capitolo «TBT-plus», mosso dall'obiettivo di non abbassare gli standard, potrebbe essere uno dei modi di promuovere la fiducia nei rispettivi sistemi di regolamentazione.

6.8

Occorre prevedere meccanismi efficaci per evitare che sorgano nuovi ostacoli, ricorrendo a una consultazione tempestiva sulle regolamentazioni che potrebbero avere un impatto significativo sull'industria degli USA o dell'UE, purché si dia a tutti i soggetti interessati la possibilità di fornire un contributo. Ciò deve avvenire senza pregiudicare il diritto di introdurre regolamentazioni in conformità del livello di protezione dei cittadini/consumatori, nonché degli standard in materia di lavoro e ambiente che le parti ritengono adeguati per motivi di pubblico interesse.

6.9

È importante che le pratiche per l'adozione delle regolamentazioni sulle due sponde dell'Atlantico e la cooperazione in materia regolamentare fra gli USA e l'UE si basino su una serie di principi quali la trasparenza, la responsabilità e una definizione delle politiche che raccoglie i propri elementi decisionali in modo imparziale e aperto, sentendo tutte le voci della società.

6.10

Le differenze esistenti fra le parti in materia di norme e di standard potrebbero essere considerevolmente ridotte in futuro grazie a un dialogo e a una consultazione ad ampio spettro e precoce, che ha il potenziale di ridurre al minimo le differenze e abbassare i costi sia per i produttori che per i consumatori.

7.   Lo sviluppo sostenibile e le differenze fra gli standard

7.1

L'UE e gli USA svolgono un ruolo importante nel dibattito sullo sviluppo sostenibile a livello mondiale e nella cooperazione internazionale volta a facilitare il raggiungimento degli obiettivi connessi. Allo stesso tempo è importante che l'UE e gli USA lavorino entrambi in direzione dello sviluppo sostenibile nei suoi tre pilastri (crescita economica, sviluppo sociale e protezione dell'ambiente) per il benessere dei propri cittadini. In questo contesto, il TTIP e in particolare il suo capitolo relativo al commercio e allo sviluppo sostenibile offrirà a entrambe le parti l'opportunità di ribadire il loro impegno a promuovere lo sviluppo sostenibile tramite le politiche rispettive, nonché mediante i flussi commerciali e di investimenti, il dialogo e la cooperazione potenziati nel quadro fornito dal futuro accordo.

7.2

Dal dicembre 2009, in linea con il Trattato di Lisbona (5), l'UE ha cercato di inserire un capitolo sul commercio e lo sviluppo sostenibile in ogni accordo commerciale che ha negoziato. Questo approccio è sostenuto con convinzione dal CESE e anche dal PE.

7.3

È importante che il nuovo accordo ribadisca il diritto delle parti a introdurre regolamentazioni e a stabilire le priorità, le politiche e le leggi proprie nel campo dello sviluppo sostenibile, in linea con gli impegni delle parti nei confronti degli standard e degli accordi internazionali.

7.4

Il CESE plaude all'impegno — spesso citato — della Commissione a non abbassare gli standard dell'UE in materia di protezione della salute, della sicurezza, dell'ambiente, dei lavoratori e dei consumatori. Il CESE dovrebbe da parte sua verificare il rispetto di tale impegno, affinché questa garanzia non venga messa in pericolo.

7.5

Il CESE dovrebbe approfondire la questione, individuando le principali preoccupazioni e suggerendo un modo positivo di andare avanti, occupandosi fra l'altro degli aspetti riguardanti le questioni sociali. Il TTIP deve essere riconosciuto dal CESE come una priorità per l'intera durata dei negoziati e della sua attuazione.

7.6

Le parti dovrebbero ribadire il loro impegno a garantire l'efficace attuazione e rispetto della loro legislazione in materia di lavoro. Esse dovrebbero anche confermare gli obblighi risultanti dalla loro adesione all'OIL, compresa la Dichiarazione sui principi e i diritti fondamentali nel lavoro, adottata nel 1998 e vincolante per tutti i membri dell'Organizzazione. Le otto convenzioni fondamentali dell'OIL (fatte proprie dalla Dichiarazione ministeriale di Singapore approvata dall'OMC nel 1996) devono rimanere il fondamento minimo per gli aspetti sociali di qualunque capitolo sullo sviluppo sostenibile da inserire nel TTIP, sulla falsariga di quanto fatto per tutti gli accordi di libero scambio recentemente conclusi dall'UE (6).

7.7

L'UE ha sempre promosso «l'agenda sociale» in fase di completamento del proprio mercato interno, e del resto il CESE è un esempio concreto dell'impegno dell'Unione a favore del dialogo e del consenso. Pur rispettando il modello sociale degli USA, per vari aspetti diverso da quello dell'UE, quest'ultima dovrebbe promuovere e proteggere con energia il proprio modello basato sulla solidarietà sociale.

7.8

Le parti dovrebbero riconoscere l'importanza della governance ambientale mondiale e delle regole volte ad affrontare le sfide comuni nel settore dell'ambiente. Esse dovrebbero ribadire il loro impegno a garantire l'efficace attuazione e rispetto della loro legislazione in tale settore. Inoltre, dovrebbero riaffermare il loro impegno a continuare ad adottare misure per garantire e promuovere la conservazione, l'uso e la gestione sostenibili delle risorse naturali. In questo contesto, dovrebbero poi riconfermare la loro adesione agli accordi ambientali multilaterali.

7.9

Il TTIP dovrebbe anche fornire l'opportunità all'UE e agli USA di promuovere ulteriormente gli scambi e gli investimenti a sostegno dello sviluppo sostenibile, ad esempio la liberalizzazione del commercio di beni e servizi ambientali (in linea con l'iniziativa annunciata a Davos il 24 gennaio 2014, cui aderiscono entrambe le parti), la promozione della responsabilità sociale delle imprese, ecc.

7.10

Rispetto agli USA, l'UE non ha ancora inserito le questioni riguardanti il lavoro e l'ambiente, di cui al capitolo sullo sviluppo sostenibile, nella procedura generale di risoluzione delle controversie: questi temi sono invece sottoposti a una procedura di consultazione che non può dar luogo a sanzioni commerciali. La logica che si cela dietro questa posizione non è chiara, e il CESE chiede alla Commissione di essere più esplicita.

8.   Investimenti

8.1

Con l'entrata in vigore del Trattato di Lisbona, l'UE dispone ora di competenze nel settore degli investimenti. Un nuovo accordo sostituirebbe tutti i trattati bilaterali in materia di investimenti (TBI) conclusi fra gli USA e nove Stati membri.

8.2

A livello multilaterale, l'Unione europea e gli Stati Uniti aderiscono all'accordo dell'OMC sulle misure relative agli investimenti correlati agli scambi commerciali (TRIM). Tuttavia, tale accordo si applica solo alle misure che riguardano gli scambi di beni, ma non di servizi, o altri settori strategici sviluppatisi negli ultimi 20 anni. Inoltre, l'UE e gli USA hanno raggiunto un accordo nell'aprile 2012 relativamente a un insieme ambizioso di principi sugli investimenti, e hanno invitato altri paesi a seguire il loro esempio.

8.3

La questione dell'inserimento di un meccanismo ISDS ha sollevato un grande interesse da parte del pubblico e notevoli preoccupazioni su entrambe le sponde dell'Atlantico. Il CESE si compiace che la Commissione abbia riconosciuto il considerevole livello di preoccupazione del pubblico suscitato dalla forte litigiosità caratteristica di alcune controversie (7), e che la stessa abbia deciso di tenere una consultazione pubblica specificamente dedicata alla protezione degli investimenti e all'ISDS in risposta all'elevato interesse del pubblico per questo tema. La consultazione pubblica indetta il 27 marzo 2014 è un buon esempio di come si possa incoraggiare la società civile a fornire il proprio contributo ai negoziati.

8.4

Il CESE ritiene essenziale che qualunque disposizione in materia di ISDS proposta nel TTIP non precluda la possibilità degli Stati membri dell'UE di emettere regolamentazioni nell'interesse del pubblico. Il Comitato prende atto degli sforzi finalizzati a una maggiore trasparenza e si propone di formulare un parere d'iniziativa sul meccanismo ISDS.

8.5

Al paragrafo 8 della scheda informativa pubblicata il 3 ottobre 2013, la Commissione presenta le proprie proposte per fermare il possibile abuso della procedura ISDS. Il Comitato tuttavia vede ancora una certa mancanza di chiarezza nella definizione di numerosi termini, tra cui frivolous claims e public purpose. È essenziale che si proceda con urgenza a formulare una definizione adeguata di tali nozioni.

8.6

Il CESE considera importante che la posizione negoziale dell'UE preveda diverse condizioni per l'inclusione dell'ISDS nell'accordo, una delle quali riguarda il fatto che le disposizioni pertinenti devono consentire agli Stati membri di perseguire in modo non discriminatorio obiettivi legittimi di politica pubblica, come quelli in materia sociale, di ambiente, sicurezza, protezione dei consumatori, stabilità del sistema finanziario, sanità e sicurezza pubblica. È importante che quest'affermazione diventi un principio guida per i negoziatori dell'UE e sia chiaramente indicata nell'accordo.

9.   PMI

9.1

Nell'Unione europea e negli Stati Uniti, le PMI e le start-up sono motori fondamentali di crescita e creazione di posti di lavoro. Oltre 20 milioni di imprese nell'UE e 28 milioni negli USA sono PMI. Sulle due sponde dell'Atlantico, le PMI rappresentano un'importante fonte di innovazione, nuovi prodotti e nuovi servizi, e traggono già beneficio dagli scambi transatlantici.

9.2

Il TTIP sarà particolarmente prezioso per le PMI, dato che gli ostacoli al commercio tendono a pesare in modo sproporzionato sulle imprese di minori dimensioni, che hanno meno risorse per superarli rispetto alle imprese più grandi. I benefici che le PMI possono trarre dal TTIP riguardano i dazi, le questioni regolamentari e gli ostacoli non tariffari, i servizi, il commercio elettronico, gli appalti pubblici, le dogane e le facilitazioni commerciali, nonché i diritti di proprietà intellettuale.

9.3

Il CESE sostiene l'inserimento nel TTIP di un capitolo dedicato alle questioni riguardanti le PMI. Tale capitolo potrebbe introdurre meccanismi che consentano alle due parti di collaborare per facilitare la partecipazione delle PMI al commercio transatlantico. Le disposizioni potrebbero anche prevedere l'istituzione di un comitato per le PMI che interagirebbe con il mondo delle piccole imprese, e lo sviluppo di informazioni sul web e di altre risorse per aiutare le PMI a capire le norme dell'accordo e come trarne beneficio.

10.   Interessi dei consumatori

10.1

La fiducia dei consumatori è essenziale per il successo del TTIP: si tratta di un elemento che induce i consumatori a spendere, con effetti positivi sulla crescita e l'occupazione. Pertanto, è indispensabile fornire ai consumatori garanzie tali da generare fiducia nel mercato transatlantico. La dichiarazione esplicita secondo cui non vi sarà alcun abbassamento degli standard attuali costituisce un buon inizio. La sfida risiede ora nel trasformare questo impegno in realtà, offrendo un quadro giuridico chiaro in modo da evitare che tale abbassamento possa verificarsi e, tra le altre iniziative, mantenendo la società civile debitamente informata ed aggiornata riguardo al processo di convergenza regolamentare. Andrebbero inoltre previste disposizioni al fine di preservare il diritto dei cittadini di chiedere l'applicazione di tali disposizioni in caso di violazione.

10.2

Vi è preoccupazione che l'apertura delle frontiere e la rimozione degli ostacoli al commercio possano portare a una diffusione e un impatto maggiori degli alimenti contaminati. Il TTIP offre un'ottima occasione per sviluppare un sistema di allarme unico che sia valido sia per l'UE che per gli USA. L'obiettivo sarebbe migliorare la protezione dei consumatori e ridurre al minimo gli effetti negativi sul commercio in caso di insorgenza di una malattia.

10.3

La tracciabilità degli ingredienti alimentari e dei loro derivati è essenziale per garantire sicurezza, qualità e scelte informate da parte dei consumatori. Il TTIP è un'opportunità per l'UE e gli USA di capire meglio la complessità delle filiere e delle reti mondiali di approvvigionamento alimentare, nonché di elaborare approcci solidi, compatibili e interoperabili per garantire la tracciabilità e la genuinità degli alimenti, compresi i sistemi per l'identificazione degli animali.

10.4

Occorre infine istituire dei sistemi obbligatori di rendicontazione e scambio d'informazioni sui nuovi prodotti, in modo da seguire l'immissione sul mercato dei nanomateriali prodotti, per i quali si dovrebbe anche stabilire un ampio inventario aperto al controllo da parte del pubblico.

11.   Servizi

11.1

Molti dati statistici dimostrano che l'aumento degli scambi e degli investimenti nel settore dei servizi potrebbe rappresentare una delle principali potenzialità di crescita. Per questo motivo è importante negoziare impegni concreti in materia di servizi (compresi quelli finanziari) dalle due parti. Un migliore accesso al mercato è considerato una priorità per le imprese dell'UE.

11.2

I negoziati devono anche tenere pienamente conto della specificità dei servizi pubblici nell'UE, che occorre mantenere in osservanza degli obblighi stabiliti dal TFUE.

11.3

La cooperazione regolamentare dovrebbe anche riguardare i servizi e prevedere una migliore collaborazione fra i regolatori, una maggiore trasparenza e l'eliminazione dei requisiti superflui e onerosi.

12.   Settori agricolo e agroalimentare

12.1

L'accordo dovrebbe essere ambizioso per quanto riguarda le questioni sanitarie e fitosanitarie (SPS); in questo ambito gli USA e l'UE dovrebbero cercare di negoziare un ambizioso capitolo «SPS-plus».

12.2

Le modalità di produzione agricola e agroalimentare si sviluppano in condizioni molto diverse a seconda che si tratti degli USA o dell'UE (ad es. per quanto concerne il benessere degli animali, la regolamentazione della sicurezza alimentare, i prodotti per la protezione delle colture). Negli Stati Uniti, per decidere se commercializzare o meno un prodotto, ci si basa unicamente su considerazioni scientifiche, mentre in Europa questo tipo di decisioni è retto dal «principio di precauzione». Nei negoziati è quindi opportuno tener conto di questa differenza d'approccio.

12.3

L'impegno della Commissione europea, citato in precedenza, a non abbassare gli standard UE, ivi compresi quelli che garantiscono la protezione dei consumatori, dovrebbe rendere più vigili riguardo alle questioni legate alla sicurezza alimentare (informazioni sugli OGM, presenza di ormoni nel cibo, alimenti trattati con detergenti chimici, ecc.), garantendo al tempo stesso il rispetto sistematico del principio di precauzione (sancito dal Trattato di Lisbona). Gli sforzi profusi per migliorare la compatibilità dei sistemi regolamentari di USA e UE dovrebbero rispettare l'elevato livello degli standard in materia di sicurezza alimentare vigenti su entrambe le sponde dell'Atlantico.

13.   Appalti pubblici

13.1

Quello degli appalti pubblici è un tema particolarmente delicato in cui l'UE dovrebbe avere un approccio più offensivo, dato che al momento attuale le imprese statunitensi beneficiano dell'apertura del mercato europeo più di quanto non facciano le imprese europee in quello statunitense. È essenziale che qualunque accordo raggiunto preveda pari livelli di accesso agli appalti pubblici sulle due sponde dell'Atlantico.

13.2

I negoziatori devono garantire che non risulti compromesso il diritto degli Stati membri dell'UE e dei loro enti regionali e locali di perseguire le proprie politiche sociali e ambientali democraticamente formulate.

14.   Protezione dei dati

Si teme che il TTIP possa produrre un indebolimento delle norme relative alla riservatezza dei dati sia nell'UE che negli USA, esponendo i cittadini a rischi per i loro dati e a violazioni della loro vita privata. In linea con l'impegno di cui al punto 6.1, è di fondamentale importanza che non vi sia alcun abbassamento degli standard di protezione in questo settore e che ai cittadini dell'UE sia garantito il medesimo livello di tutela attualmente offerto dalla normativa UE in materia di protezione dei dati, quando questi stessi cittadini interagiscono con imprese situate negli USA.

15.   Energia e materie prime strategiche

15.1

Garantire un approvvigionamento di energia affidabile riveste un'importanza cruciale. Nell'intero impianto del TTIP occorre pensare all'elaborazione di norme per la sicurezza dell'approvvigionamento di energia e di materie prime strategiche, con lo scopo di individuare le carenze presenti e future in termini di forniture e infrastrutture, tali da incidere sugli scambi energetici, nonché prevedere meccanismi atti a rispondere alle crisi e alle interruzioni delle forniture.

15.2

L'efficienza energetica e la promozione delle energie rinnovabili sono un aspetto fondamentale della politica energetica dell'UE e degli USA. Il TTIP dovrebbe promuovere questi obiettivi e garantire il diritto per ciascuna parte di mantenere o introdurre standard e regolamentazioni riguardanti ad esempio il rendimento energetico dei prodotti, delle apparecchiature e dei processi, nonché lavorare per la maggior convergenza possibile degli standard nazionali europei e americani.

16.   Indicazioni geografiche

L'UE esporta verso gli USA prodotti ad elevato valore aggiunto in cui il sistema di indicazioni geografiche (IG) svolge un ruolo fondamentale. Questo sistema protegge i prodotti europei dalle imitazioni e dalle frodi ed evita che i consumatori siano tratti in inganno. L'accordo dovrebbe trovare un modo pratico di garantire la certezza del diritto per le imprese, sulla base delle indicazioni geografiche.

17.   Ruolo e coinvolgimento della società civile

17.1

Il CESE accoglie con grande favore il processo ormai consolidato per cui dopo ogni tornata negoziale si svolge un'ampia riunione informativa con la società civile. È estremamente importante che tutti i soggetti interessati continuino ad essere consultati, e che il CESE sia accolto come una componente vitale di questo processo. Tuttavia, vi sono preoccupazioni da parte della società civile per il fatto che i testi dei negoziati sono dichiarati confidenziali senza reale necessità, il che ostacola l'attività d'informazione. Questa pratica rischia di compromettere gravemente la fiducia e il sostegno del pubblico verso qualunque tipo di accordo TTIP risulti dai negoziati.

17.2

Il Consiglio economico transatlantico, nonché le carenze e le disparità fra i 5 dialoghi transatlantici (imprese, consumatori, legislatori, lavoro e ambiente) sono stati trattati in modo esauriente nel parere emesso dal CESE nel marzo 2009 (8). Come dimostrano i dialoghi transatlantici delle imprese e dei consumatori, simili organi, se creati e gestiti correttamente, possono apportare un importante contributo al processo negoziale. Il CESE pertanto ribadisce il suo invito ad attivare i dialoghi transatlantici del lavoro e dell'ambiente.

17.3

Come indicato qui sopra, il TTIP appare promettente, ma suscita anche preoccupazioni, e il ruolo della società civile sarà fondamentale nell'approvazione o rifiuto di quanto prodotto dai negoziati.

Nella nuova generazione di accordi commerciali bilaterali sottoscritti dall'UE è sempre previsto un meccanismo di monitoraggio della società civile.

17.4

Ciascuno di questi meccanismi sarà sui generis, dal momento che dipende dalle circostanze effettive. Tuttavia, il CESE è irremovibile sul fatto che, per quanto riguarda il TTIP, questo meccanismo deve essere trovato il prima possibile e il CESE deve essere consultato circa la sua configurazione.

18.   Il ruolo del CESE

18.1

È assolutamente indispensabile che il ruolo istituzionale del CESE sia riconosciuto e che sia mantenuto un dialogo regolare fra il CESE, la Commissione e il Parlamento europeo per tutta la durata del processo negoziale.

18.2

Il Trattato di Lisbona riconferma il ruolo del Comitato in quanto ponte fra la società civile e le altre istituzioni europee, ruolo che costituisce parte integrante della stretta cooperazione fra il CESE e la Commissione. Data l'importanza potenziale del TTIP, è essenziale che:

la Commissione riconosca il ruolo del Comitato e continui a coinvolgerlo in tutti gli aspetti del processo negoziale. In proposito, il CESE si rallegra del fatto che un gruppo di monitoraggio costituito da tre dei propri membri potrà accedere ai documenti su un piano di parità rispetto al gruppo consultivo della Direzione generale Commercio della Commissione;

sia mantenuto un ruolo inclusivo per la società civile durante tutto l'arco del processo negoziale;

sia istituito un meccanismo di monitoraggio congiunto della società civile, forte e pienamente rappresentativo, quale che sia la situazione all'indomani dell'accordo. Il CESE deve svolgere un ruolo cardinale in qualunque organismo di questo tipo.

18.3

Anche se gli Stati Uniti non si sono dati una struttura equivalente al CESE, la missione a Washington del febbraio 2014 ha dimostrato che oltreoceano la società civile organizzata dispone di strutture mature. Essa è complementare alla struttura a tre gruppi esistente in seno al CESE. Il TTIP quindi rappresenta per il CESE un'ottima occasione di portare avanti la propria politica, da tempo esistente, di sviluppare rapporti con la società civile d'oltreoceano. A questo fine, si raccomanda che l'istituzione di un gruppo di contatto UE-USA sia trattata come una priorità immediata.

18.4

Il presente parere è l'inizio, e non la fine, del coinvolgimento del CESE nel processo del TTIP. È auspicabile che il CESE continui a lavorare a un progetto proprio, con l'intento di partecipare al monitoraggio del processo di negoziazione del TTIP per conto della società civile. Potrebbero rientrare in questa iniziativa, per fare un esempio, altri pareri, audizioni pubbliche, seminari, convegni, ecc., su argomenti quali lo sviluppo sostenibile, le PMI, l'ISDS e gli appalti pubblici, nonché analisi settoriali specifiche.

Bruxelles, 4 giugno 2014.

Il presidente del Comitato economico e sociale europeo

Henri MALOSSE


(1)  GU C 228 del 22.9.2009, pag. 32.

(2)  http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=-//EP//TEXT+TA+P7-TA-2014-0230+0+DOC+XML+V0//IT&language=IT

(3)  Cfr. Reducing Transatlantic Barriers to Trade and Investment — An Economic Assessment (Ridurre le barriere transatlantiche agli scambi commerciali e agli investimenti: una valutazione economica) — Centre for Economic Policy Research, Londra, marzo 2013 (http://trade.ec.europa.eu/doclib/docs/2013/march/tradoc_150737.pdf).

(4)  http://www.trade-sia.com/ttip/

(5)  Articolo 207 del TFUE che stabilisce i principi della politica commerciale dell'UE, articolo 3, paragrafo 5, e articolo 21 del TUE che definiscono i principi generali dell'azione esterna dell'UE anche in riferimento al sostegno dell'UE al commercio e allo sviluppo sostenibile.

(6)  GU L 127 del 14.5.2011, pag. 62.

(7)  Attualmente alcune controversie testimoniano la forte litigiosità di imprese private contro Stati sovrani, ad es. Veolia vs. Egitto e Philip Morris vs. Australia.

(8)  GU C 228 del 22.9.2009, pag. 32.