31.7.2015   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 251/1


Parere del Comitato economico e sociale europeo in merito alla «Proposta di mappatura delle strategie macroregionali in Europa»

(parere d’iniziativa)

(2015/C 251/01)

Relatore:

Etele BARÁTH

Il Comitato economico e sociale europeo, in data 27 febbraio 2014, ha deciso, conformemente al disposto dell’articolo 29, paragrafo 2, del proprio regolamento interno, di elaborare un parere d’iniziativa sul tema

«Proposta di mappatura delle strategie macroregionali in Europa».

La sezione specializzata unione economica e monetaria, coesione economica e sociale, incaricata di preparare i lavori del Comitato in materia, ha formulato il proprio parere in data 3 febbraio 2015.

Alla sua 505a sessione plenaria, dei giorni 18 e 19 febbraio 2015 (seduta del 18 febbraio), il Comitato economico e sociale europeo ha adottato il seguente parere con 166 voti favorevoli, 1 voto contrario e 6 astensioni.

Introduzione

Le risposte fornite finora dall’Europa alla crisi generale che ha fatto seguito alla crisi finanziaria sono state insufficienti. Numerose analisi sottolineano che le decisioni sono state eccessivamente incentrate sul settore finanziario e che il carattere estremamente gerarchico del meccanismo decisionale dell’UE impedisce di adottare le misure necessarie per allentare le tensioni sociali. Si osserva una considerevole disparità tra gli obiettivi e i piani di azione della strategia Europa 2020, intesi a sostenere lo sviluppo a lungo termine dell’UE, e le risorse disponibili. Il rafforzamento della coerenza tra le differenti misure di politica economica ha assunto un’importanza capitale.

Anche se alcuni paesi dell’Europa centrorientale hanno recuperato il loro ritardo, si è accentuato lo scarto fra altri Stati membri in materia sia di produzione economica che di reddito e di tenore di vita. Alcune specificità regionali non hanno fatto altro che rafforzare questo fenomeno, e in certe regioni si sono già manifestate tensioni insostenibili.

Sia la trasformazione della politica sociale necessaria per uscire dalla crisi che gli obiettivi e i programmi rinnovati della politica di coesione evidenziano la necessità di mettere l’accento sulla dimensione territoriale delle politiche europee.

Ciò è stato riconosciuto dalla nuova Commissione europea quando ha varato il programma Un nuovo inizio per la crescita economica, l’occupazione e il miglioramento delle condizioni di vita. Il programma della Commissione europea per il periodo 2015-2017, che prevede un aumento significativo delle risorse per gli investimenti e lo sviluppo e la riduzione degli ostacoli giuridici e organizzativi, rappresenta una nuova opportunità e responsabilità anche per le strategie macroregionali. Il fatto che le dieci priorità definite nel programma di lavoro rafforzano direttamente o indirettamente l’interconnessione reciproca e lo sviluppo congiunto delle macroregioni europee rappresenta uno strumento per la ridefinizione del ruolo delle politica macroregionale, nonché della collocazione e della fattibilità delle strategie.

Una pratica di governance di nuovo tipo, imperniata sullo sviluppo, fortemente decentrata, caratterizzata da un più sistematico coinvolgimento degli interlocutori economici e sociali, e che tenga conto delle strategie macroregionali, potrebbe fornire un importante contributo al rilancio della crescita e all’aumento dell’efficacia e dell’efficienza degli investimenti (1).

Attraverso una governance rinnovata, le strategie macroregionali possono essere un eccellente strumento per accelerare il processo di sviluppo, rafforzare la coesione territoriale e favorire l’attuazione della strategia Europa 2020, salvaguardando al tempo stesso il patrimonio ambientale, che riveste un’importanza non minore. I tre «no» non costituiscono più un ostacolo: il quadro finanziario pluriennale 2014-2020 offre delle possibilità di bilancio, il quadro strategico comune stabilisce le regole e nella pratica si è sviluppato un piccolo meccanismo di gestione.

Con il presente parere di iniziativa il CESE intende attuare quanto deciso nella plenaria dell’autunno 2013, analizzare l’impatto delle strategie macroregionali in Europa, in particolare dal punto di vista della società civile, e avanzare proposte per l’integrazione della strategia macroregionale nella politica europea di sviluppo.

1.   Conclusioni e raccomandazioni

1.1.

Il Comitato economico e sociale europeo, avendo esaminato la situazione delle strategie macroregionali nonché i pareri e le proposte in materia (2), è giunto alla conclusione che i risultati ottenuti dimostrano chiaramente la necessità di sviluppare le strategie macroregionali a livello europeo. Le macroregioni non devono dividere ma unire.

1.2.

Il CESE raccomanda al Consiglio europeo di prendere posizione in favore di un’integrazione della politica macroregionale nella struttura di governance dell’Unione e di chiedere l’elaborazione di orientamenti validi per l’intero territorio dell’UE in vista della preparazione di una strategia di sviluppo macroregionale finalizzata allo sviluppo economico e sociale.

1.3.

Il CESE ritiene che le strategie macroregionali rivestano un ruolo sempre più importante per il futuro dell’UE. I programmi macroregionali già in vigore:

hanno contribuito, sul piano politico, a far emergere un livello europeo intermedio, attualmente inesistente, in grado di ravvicinare punti di vista federalisti e nazionali diametralmente opposti,

come strumento di governance fondato sulla cooperazione orizzontale, hanno apportato una soluzione al problema dell’eccessiva concentrazione gerarchica e burocratica,

hanno contribuito a coinvolgere sistematicamente la sfera civile, e in particolare le parti economiche e sociali, nell’intero processo di elaborazione e di attuazione delle strategie.

1.4.

Le strategie macroregionali possono contribuire a migliorare la competitività economica, ad aumentare il prodotto interno lordo — cosa alquanto auspicabile — e, al di là di ciò, ad accrescere il valore aggiunto europeo. Grazie al monitoraggio basato su una banca dati appropriata, all’applicazione del principio di partenariato e alla valutazione comparativa fondata sulle esperienze, esse si sono dimostrate una politica efficace. Pertanto:

1.4.1.

si potrebbe evidenziare meglio, nel quadro del semestre europeo, l’attuazione degli obiettivi di Europa 2020 a livello territoriale;

1.4.2.

nel quadro della valutazione intermedia degli obiettivi e dei risultati generali e settoriali della strategia Europa 2020 è possibile integrare, in un’ottica di efficacia, gli elementi ambientali e urbanistici di sviluppo delle cooperazioni macroregionali previsti nei vari «accordi di partenariato»;

1.4.3.

sulla base degli 11 obiettivi strategici della politica di coesione previsti per il periodo 2014-2020, il rafforzamento del contesto macroregionale delle misure previste dai programmi operativi ne garantirebbe il valore aggiunto, l’efficacia e l’efficienza a livello europeo;

1.4.4.

il contesto macroregionale dei programmi di cooperazione territoriale previsti nel quadro del programma urbano e relativi alla rete dei centri urbani dell’UE potrà favorire l’integrazione socioculturale e la realizzazione delle condizioni necessarie per il soddisfacimento delle esigenze sociali;

1.4.5.

verrà creato un nuovo strumento macroregionale per la tutela dell’ambiente e lo sfruttamento sostenibile delle risorse.

1.5.

Il CESE raccomanda di rafforzare la struttura di governance a livello europeo, coinvolgendo la società civile e le amministrazioni territoriali e urbane in tutte le fasi del processo decisionale, a fianco del gruppo di coordinamento ad alto livello composto da rappresentanti dei 28 Stati membri e responsabile della gestione macroregionale.

2.   Discussione

2.1.

L’esperienza mostra, e le analisi della Commissione lo confermano, che le strategie macroregionali creano un valore aggiunto europeo per quanto riguarda:

il rafforzamento dell’identità europea e regionale,

la pianificazione e l’attuazione delle strategie europee,

l’utilizzazione coordinata delle risorse.

2.2.

Le strategie macroregionali offrono nuovi strumenti, che rispondono a un’esigenza fortemente sentita, dato che:

le risposte date alla crisi non sono complesse, e occorre quindi trovare un equilibrio tra i differenti aspetti territoriali e sociali,

le elezioni del Parlamento europeo hanno mostrato che le relazioni tra l’UE e la società civile continuano a essere problematiche,

si impone una riforma del sistema istituzionale dell’UE (ad esempio per quanto riguarda democratizzazione e decentramento, rafforzamento delle strutture orizzontali, efficacia ed efficienza nell’attuazione delle politiche e partenariato socioeconomico).

2.3.

Le strategie macroregionali sono attuali in quanto:

le elezioni hanno dato luogo alla formazione di una nuova Commissione, che ha definito nuove priorità e i cui obiettivi di fondo, in particolare la creazione di posti di lavoro, il rafforzamento della crescita e l’efficacia degli investimenti previsti dalle imprese, dipendono in larga misura dalle capacità di adeguamento regionale,

è in preparazione la revisione intermedia della strategia Europa 2020, e nel 2015 dovrebbero essere adottati gli orientamenti riveduti, che dovrebbero prevedere, tra l’altro, il rafforzamento dell’approccio macroregionale,

si constata che le strategie macroregionali già adottate e in corso di attuazione (regione danubiana, regione del Baltico) hanno messo in luce nuove risorse dal punto di vista sia della governance che del valore aggiunto europeo, ad esempio nel campo della salvaguardia dell’ambiente (mari) e della prevenzione delle catastrofi (protezione dalle inondazioni), nonché in alcuni settori e campi di cooperazione economica, come il turismo e i settori sensibili all’innovazione,

le iniziative della Commissione (Adriatico, Alpi) si estendono nello spazio e rendono ancor più necessario, per gli Stati membri e le regioni, pianificare i collegamenti macroregionali (con particolare attenzione per il coinvolgimento dei paesi terzi nella cooperazione),

le possibilità di cooperazione macroregionale (regione mediterranea, costa atlantica) dimostrate dalla sfera socioeconomica sono indice di un’evoluzione significativa anche nell’ambito politico, che ha contribuito in misura rilevante al coordinamento delle strategie marittime e di quelle per la terraferma,

le cooperazioni macroregionali di carattere storico si rafforzano lungo le grandi infrastrutture transfrontaliere e lineari, in particolare grazie allo sviluppo degli assi macroregionali del meccanismo per collegare l’Europa,

negli accordi di partenariato relativi al periodo di programmazione 2014-2020 è divenuto obbligatorio dimostrare la presenza di un elemento di cooperazione macroregionale.

2.4.

Le strategie macroregionali, orientate per loro natura sullo sviluppo, sono in grado di contribuire in misura significativa al rafforzamento e all’attuazione della politica di sviluppo dell’Unione, più in particolare quando si tratta di iniziative che scaturiscono dalla base. I principali settori (funzioni) che si possono prendere in considerazione sono i seguenti:

attività economica delle piccole e medie imprese,

ricerca, istruzione, insegnamento delle lingue, cooperazione culturale e sanitaria,

cooperazione in materia di energia, difesa dell’ambiente, logistica e servizi pubblici (risorse idriche, acque reflue, rifiuti),

pianificazione comune degli organismi pubblici, delle istituzioni regionali e degli enti locali,

cooperazione in materia di sicurezza e di immigrazione,

misure pratiche per il rafforzamento della concorrenza sul mercato (cooperazione concreta sul mercato del lavoro, per sostenere le PMI o generare fondi per lo sviluppo),

cooperazione nel settore statistico.

Si tratta per la maggior parte di settori nei quali le iniziative di integrazione avviate prevalentemente dal basso sono giustificate, in quanto il ruolo regolatore diretto delle istituzioni europee è marginale.

2.5.

I partecipanti alle strategie macroregionali devono cooperare come soggetti investiti di una responsabilità orizzontale dai loro governi.

2.6.

L’approccio macroregionale riflette, sia nell’ottica che negli strumenti di governance, le direzioni di rinnovamento dell’Unione europea:

la sua governance politica e la sua gestione strategica consentono di coordinare la partecipazione di soggetti di livelli diversi in maniera tale da non necessitare la creazione di nuove istituzioni di grande portata,

tale approccio è in grado di integrare le politiche e i programmi dei differenti livelli (le politiche e i programmi europei, nazionali e di cooperazione territoriale, quelli dei paesi associati o candidati all’adesione, gli strumenti settoriali, finanziari ecc.),

esso coordina gli strumenti politici, strategici e finanziari allo scopo di garantire un’attuazione efficace ed efficiente,

favorisce la soppressione delle frontiere regionali tra le organizzazioni territoriali di gestione e i differenti settori,

infine, garantisce una comprensione chiara del concetto di titolarità nel corso dell’intero processo di definizione e di attuazione della strategia.

2.7.

Per essere efficace, una governance macroregionale deve disporre dei seguenti elementi:

una capacità di pianificazione strategica,

una banca dati affidabile, riferita specificamente al territorio in questione, e capacità di analisi,

un adeguato organismo esecutivo,

un sistema di controllo a vasto raggio, applicato sia alla pianificazione che all’attuazione,

adeguati mezzi di comunicazione,

la necessaria capacità di adattamento,

la necessaria trasparenza delle attività, ai fini del loro controllo.

2.8.

Secondo la definizione delle strategie macroregionali, una macroregione è caratterizzata da quanto segue:

si estende su una zona con caratteristiche geografiche, economiche e culturali comuni,

è confrontata alle stesse sfide e opportunità,

i differenti soggetti che vi sono presenti attuano una cooperazione rafforzata, coordinando le loro risorse per promuovere la coesione territoriale.

2.9.

Nell’attuale pratica europea, due tipi di macroregione corrispondono a tale definizione. Entrambi si caratterizzano per la possibilità di accogliere partecipanti di paesi terzi:

le macroregioni di tipo lineare, essenzialmente legate alle grandi infrastrutture, come quella della regione danubiana o le regioni site lungo i corridoi,

le macroregioni che coprono una vasta area, come la macroregione del Baltico, quella adriatica, quella alpina, quella mediterranea e quella atlantica.

2.10.

Con la creazione dell’Unione, le frontiere storiche dell’Europa sono divenute virtuali dal punto di vista funzionale. La prospettiva macroregionale rende possibile una rielaborazione funzionale della mappa d’Europa. Basandosi sui sistemi macroregionali, i meccanismi di cooperazione aperta rafforzata o in via di rafforzamento riflettono già la condotta politica del XXI secolo, che favorirà, in un’Europa democratica, una cooperazione che si rinnova in favore dell’economia e di una società inclusiva, salvaguardando al tempo stesso l’ambiente.

3.   Osservazioni generali e proposte per ampliare il ruolo delle strategie macroregionali

3.1.

Se si riducono le disparità regionali e se si ha cura di favorire uno sviluppo armonioso, che tenga conto sia delle esigenze sociali che delle condizioni ambientali, è possibile trovare un equilibrio tra, da un lato, le nuove linee di forza delle strategia Europa 2020 e della governance economica e finanziaria e, dall’altro, la concezione «non solo PIL».

3.2.

Le strategie macroregionali contribuiscono a migliorare la coesione territoriale rafforzando i meccanismi di solidarietà. Inoltre, tenendo conto delle particolarità territoriali, è possibile coordinare meglio gli strumenti di sviluppo.

3.3.

Le proposte relative allo sviluppo macroregionale coordinato e i vantaggi economici derivanti dalla cooperazione macroregionale rafforzata contribuiranno ad attirare maggiori investimenti sia nel settore dell’innovazione che in quello — importante — delle capacità di produzione e di approvvigionamento.

3.4.

Le reti e i legami istituzionali ed economici all’interno delle macroregioni possono attenuare considerevolmente gli effetti della crisi legata alla globalizzazione, valorizzando le risorse e contribuendo a ridurre le disparità tra regioni caratterizzate da livelli di sviluppo differenti. Le regioni metropolitane e le altre regioni urbane sviluppate e caratterizzate da una dinamica di sviluppo possono svolgere un ruolo di primo piano nel quadro di questo processo.

3.5.

Le regioni metropolitane, policentriche e organizzate in reti, racchiudono un importante potenziale economico e di innovazione e sono motori della creazione di posti di lavoro, ma comportano anche rischi non trascurabili per l’ambiente. Le strategie macroregionali possono compensare i rischi di cambiamento climatico derivanti dall’addensamento urbano su vasta scala, e pianificarne l’eliminazione.

3.6.

Le strategie macroregionali possono inoltre promuovere lo sviluppo proporzionato dei centri urbani di piccole e medie dimensioni, nonché contribuire a consolidare i legami tra essi e, in tal modo, rafforzare i valori locali e regionali.

3.7.

La politica macroregionale può contribuire alla riduzione dei divari territoriali ed economici adattando i programmi prioritari della strategia Europa 2020 ai differenti contesti regionali.

3.8.

La strategia macroregionale può essere uno strumento adeguato per costituire la massa critica necessaria per combinare i punti di forza economici, sociali e ambientali mettendoli al servizio dello sviluppo. Ciò può rivestire particolare importanza nel quadro dei programmi transnazionali transfrontalieri.

3.9.

Per la loro portata le strategie macroregionali sono in grado di contribuire a uno sviluppo più equo e a costo ragionevole dei servizi di interesse generale, e di promuovere l’accesso all’informazione e alla conoscenza nonché le condizioni della mobilità.

Bruxelles, 18 febbraio 2015.

Il presidente del Comitato economico e sociale europeo

Henri MALOSSE


(1)  Relazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni sulla governance delle strategie macroregionali, COM(2014) 284 final.

(2)  Macro-regional areas and strategies, and related horizontal matters. [Pareri del CESE recenti e in preparazione sul tema delle aree e delle strategie macroregionali e delle relative questioni orizzontali — punti chiave].