52014DC0388

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO concernente una consultazione sulle possibilità di pesca per il 2015 nell’ambito della politica comune della pesca /* COM/2014/0388 final */


COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO

concernente una consultazione sulle possibilità di pesca per il 2015

nell’ambito della politica comune della pesca

Introduzione

Le possibilità di pesca per il 2015 saranno stabilite per la prima volta nell’ambito della nuova politica comune della pesca (PCP)[1]. La fissazione delle possibilità di pesca deve contribuire al conseguimento degli obiettivi della nuova PCP. Insieme agli altri strumenti di gestione istituiti dalla nuova PCP, la definizione di possibilità di pesca conformi all’obiettivo del rendimento massimo sostenibile (maximum sustainable yield - MSY) dovrebbe garantire la sostenibilità ambientale a lungo termine delle attività di pesca e una gestione di tali attività in grado di conseguire vantaggi a livello socioeconomico e occupazionale e di contribuire alla disponibilità dell’approvvigionamento alimentare.

Le possibilità di pesca devono essere fissate in conformità all’articolo 2, paragrafo 2, del regolamento sulla PCP, in linea con l’obiettivo di ricostituire gradualmente e mantenere le popolazioni degli stock ittici al di sopra dei livelli di biomassa in grado di produrre il rendimento massimo sostenibile. L’obiettivo dell’MSY deve essere raggiunto per quanto possibile entro il 2015 e comunque, in modo progressivo, entro il 2020 per tutti gli stock ittici. Questo obiettivo contribuirà al raggiungimento di un buono stato ecologico entro il 2020, come previsto dalla direttiva quadro sulla strategia per l’ambiente marino[2] e dalla PCP.

Per conseguire tale obiettivo, le proposte della Commissione punteranno a ricondurre nel più breve tempo possibile l’impatto delle flotte pescherecce sugli stock (vale a dire la mortalità per pesca) a livelli che consentano di ripristinare la biomassa necessaria a produrre il rendimento massimo sostenibile. Una volta raggiunto questo risultato, la Commissione proporrà eventuali altre misure per incrementare ulteriormente la ricostituzione degli stock.

Nel 2015 entrerà inoltre in vigore l’obbligo di sbarco per alcune attività di pesca[3]. Le possibilità di pesca per gli stock cui si applica l’obbligo di sbarco devono essere fissate tenendo conto del fatto che tali possibilità non sono più riferite agli sbarchi, bensì alle catture[4], partendo dal principio che ciò non deve compromettere il conseguimento dell’obiettivo dell’MSY né provocare un aumento della mortalità per pesca nell’attività in questione.

La Commissione elaborerà le sue proposte per le possibilità di pesca tenendo conto dei migliori pareri scientifici disponibili formulati dal Consiglio internazionale per l’esplorazione del mare (CIEM) e dal comitato scientifico, tecnico ed economico per la pesca (CSTEP) per il conseguimento dell’MSY. Nel caso degli stock per i quali non si dispone di un parere, nel proporre le possibilità di pesca la Commissione applicherà l’approccio precauzionale in conformità all’articolo 2, paragrafo 2, del regolamento sulla PCP. Su richiesta della Commissione, il CIEM ha formulato un parere riguardante un quadro di riferimento per la valutazione del buono stato ecologico degli stock di pesci e molluschi sfruttati a fini commerciali (descrittore n. 3 della direttiva quadro sulla strategia per l’ambiente marino)[5]. Saranno realizzati ulteriori lavori per dimostrare in che modo il rendimento massimo sostenibile contribuisce al conseguimento di un buono stato ecologico e assicura quindi la coerenza nell’attuazione della politica comune della pesca e della direttiva quadro sulla strategia per l’ambiente marino.

La presente comunicazione stabilisce i principi per l’elaborazione delle proposte della Commissione relative alle possibilità di pesca per il 2015[6]. Le parti interessate sono invitate a presentare le loro osservazioni alla Commissione entro il 30 settembre 2014.

In base all’articolo 50 del regolamento sulla PCP, la Commissione riferisce annualmente al Parlamento europeo e al Consiglio in merito ai progressi realizzati nel conseguimento del rendimento massimo sostenibile e alla situazione degli stock ittici. La presente comunicazione intende fornire anche queste informazioni.

La nuova PCP e le proposte dei TAC per il 2015

Gestione mediante piani pluriennali

La nuova politica comune della pesca prevede che vengano adottati piani pluriennali. Per risolvere la situazione di stallo interistituzionale e facilitare l’elaborazione e l’introduzione di piani pluriennali nell’ambito della nuova PCP è stata istituita una task force interistituzionale che ha concluso i propri lavori nell’aprile 2014 e ha trasmesso una relazione alle istituzioni europee.

La relazione è basata sulle disposizioni che disciplinano i piani pluriennali nell’ambito della nuova PCP. Scopo dei piani pluriennali è di offrire un quadro solido e duraturo per la gestione delle attività di pesca, che garantisca una pesca sostenibile e in grado di fornire rese stabili ed elevate all’industria alieutica, secondo un approccio basato sugli ecosistemi e volto a ridurre al minimo gli impatti negativi della pesca sull’ecosistema marino. L’obiettivo dell’MSY e il calendario stabilito per conseguirlo costituiscono l’elemento centrale dei piani. L’obiettivo dell’MSY, espresso mediante intervalli di valori, dovrebbe comprendere valori di riferimento per la conservazione. Le decisioni adottate nell’ambito dei piani devono essere basate sui migliori pareri scientifici disponibili. I piani dovrebbero consentire una certa flessibilità nelle decisioni annuali sulle possibilità di pesca. Se necessario, essi dovrebbero permettere di adottare misure di conservazione alternative per determinati stock secondo un approccio regionalizzato. Nelle attività di pesca multispecifica i piani dovrebbero identificare le specie che definiscono l’attività di pesca e garantire che tutti gli stock siano gestiti conformemente all’obiettivo dell’MSY.

La Commissione proporrà quanto prima possibile piani pluriennali elaborati secondo le indicazioni della presente relazione e valuterà la necessità di adeguare le proposte di piani esistenti per tener conto dei più recenti pareri scientifici. Essa sta inoltre valutando la possibilità di presentare nuove proposte intese a sostituire i piani di ricostituzione o di gestione che hanno raggiunto i propri obiettivi o che devono essere adeguati alla nuova PCP.

Stock per i quali si dispone di una valutazione dell’MSY

La politica comune della pesca mira a conseguire, nella misura del possibile, tassi di sfruttamento corrispondenti all’MSY entro il 2015. Per questo motivo la Commissione intende proporre per il 2015 totali ammissibili di cattura (TAC) compatibili con l’MSY per gli stock, sempre più numerosi, per i quali si dispone di valutazioni complete e di stime dell’MSY. Nelle ultime valutazioni rientravano in questa categoria 46 stock di interesse primario per l’Unione presenti nell’Atlantico nordorientale e nel Mar Baltico (cfr. infra e allegato I). Sono stati esaminati i dati relativi all’ultimo triennio per il Mediterraneo e il Mar Nero, ma per queste zone non è noto il numero di stock che non hanno formato oggetto di valutazione.

Il fatto di posticipare oltre il 2015 (ma comunque non oltre il 2020) il conseguimento dell’obiettivo MSY sarebbe accettabile solo se la sostenibilità economica e sociale delle flotte interessate fosse gravemente minacciata dal raggiungimento di tale obiettivo. Tale prassi è conforme alla PCP riformata.

La Commissione continuerà ad applicare i piani pluriennali vigenti compatibili con l’MSY. Nel caso in cui i piani vigenti non siano più applicabili (ad esempio perché è stato conseguito un obiettivo diverso da quello dell’MSY), la Commissione adotterà le proposte relative alle possibilità di pesca sulla base dell’MSY.

La semplificazione della gestione costituisce una priorità della nuova politica comune della pesca. La Commissione esaminerà pertanto il valore aggiunto di un sistema di gestione basato sulla limitazione dello sforzo di pesca a complemento del sistema basato sui TAC. La Commissione intende eliminare gli strumenti di gestione che non offrono un valore aggiunto per il conseguimento degli obiettivi della nuova PCP.

Per gli stock per i quali si dispone di una valutazione dell’MSY e che sono condivisi con paesi terzi o gestiti tramite organizzazioni regionali di gestione della pesca, la Commissione cercherà di giungere a un accordo sullo stesso approccio con i partner interessati.

Altri stock

Nei casi in cui le informazioni scientifiche siano insufficienti per determinare tali livelli si dovrebbero prendere in considerazione parametri approssimativi. Nel prosieguo vengono identificate cinque possibili situazioni. In tutti i casi la Commissione intende formulare proposte basate sui pareri scientifici e che non compromettano le esigenze di conservazione degli stock.

Stock per i quali si dispone di dati per la determinazione di indicatori proxy dell’MSY

In questa categoria rientrano gli stock per i quali si dispone di dati abbondanti e che hanno formato oggetto di valutazione analitica e di previsioni delle tendenze. Generalmente si dispone di un indicatore proxy dell’MSY. L’approccio per la fissazione dei TAC sarà simile a quello adottato per gli stock per i quali si dispone di una valutazione completa dell’MSY.

La Commissione intende valutare ulteriormente l’esigenza e la possibilità di migliorare la conoscenza di questi stock per giungere a una valutazione completa dell’MSY nel prossimo futuro.

Stock le cui tendenze sono state valutate mediante indagini o per i quali si dispone di serie temporali di cattura per lo sviluppo di indicatori proxy dell’MSY

I pareri del CIEM relativi a tali stock sono unicamente di tipo quantitativo e i limiti di cattura sono proposti senza disporre di una valutazione dell’MSY. Per le sue proposte la Commissione intende avvalersi dei pareri aggiornati del CIEM sugli stock, esaminando la situazione caso per caso alla luce del principio precauzionale.

Per ciascuno di questi stock la Commissione prevede di realizzare in un prossimo futuro una valutazione della necessità e della possibilità di migliorarne la conoscenza per consentire la determinazione di indicatori proxy dell’MSY.

Stock di cui si presume la stabilità

Nel dicembre 2013 il Consiglio e la Commissione hanno concordato sull’opportunità di mantenere invariati i TAC relativi a 25 stock, salvo indicazione contraria contenuta nei pareri scientifici. Si tratta in generale di stock prelevati unicamente come catture accessorie o che registrano bassi tassi di utilizzazione dei contingenti, sul cui stato si dispone di informazioni limitate e che rivestono scarsa importanza economica.

Stock per i quali non si dispone di pareri scientifici

Nei casi in cui non si dispone di pareri scientifici è opportuno applicare il principio precauzionale in modo sistematico, predefinito e trasparente, conformemente al disposto dell’articolo 2, paragrafo 2, della PCP.

Stock di acque profonde

Nel 2014 il Consiglio stabilirà le possibilità di pesca per gli stock di acque profonde per il periodo 2015-2016. Gli stock di acque profonde devono essere gestiti in modo sostenibile, per tener conto della vulnerabilità di alcuni di essi e delle forme di vita presenti nelle profondità marine. Per molti stock ancora non si dispone di conoscenze e di dati scientifici sufficienti per effettuare un’analisi scientifica. È quindi indispensabile applicare il principio precauzionale in modo sistematico, predefinito e trasparente conformemente al disposto dell’articolo 2, paragrafo 2. Nel presentare le sue proposte la Commissione terrà in debita considerazione gli impegni assunti nell’ambito delle risoluzioni delle Nazioni Unite 61/105 del 2006, 64/72 del 2009 e 66/68 del 2011, nonché degli orientamenti internazionali per la gestione delle attività di pesca d’altura elaborati dall’Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura delle Nazioni Unite nel 2008.

Obbligo di sbarcare la totalità delle catture

Nel 2015 entrerà in vigore l’obbligo di sbarco per[7]:

· la piccola pesca pelagica (sgombro, aringa, sugarello, melù, pesce tamburo, acciuga, argentina, sardina e spratto);

· la grande pesca pelagica[8] (tonno rosso, pesce spada[9], tonno bianco, tonno obeso, marlin azzurro e marlin bianco);

· la pesca a fini industriali (capelin, cicerello, busbana norvegese e altri);

· la pesca del salmone nel Mar Baltico; e

· le specie che definiscono le attività di pesca, al più tardi a decorrere dal 1º gennaio 2015 e tutte le altre specie nelle attività di pesca praticate nel Mar Baltico, al più tardi a decorrere dal 1º gennaio 2017.

Gli Stati membri hanno cooperato a livello regionale all’attuazione degli obblighi di sbarco. Il Parlamento e Consiglio stanno inoltre esaminando la proposta della Commissione volta ad allineare i regolamenti in materia di misure tecniche e di controllo alle norme riguardanti l’obbligo di sbarco.

Per le attività di pesca interessate le possibilità di pesca sono fissate tenendo conto del fatto che tali possibilità non sono più riferite agli sbarchi, bensì alle catture. Tali adeguamenti potrebbero comportare la necessità di modificare i TAC in funzione dell’entità dei precedenti rigetti e della necessità di evitare un aumento della mortalità per pesca.

La Commissione ha chiesto al CIEM di includere nelle pertinenti valutazioni degli stock e nelle previsioni di cattura i dati disponibili sui rigetti praticati nelle suddette attività di pesca. Il CIEM utilizzerà i dati disponibili sui rigetti praticati negli ultimi anni nella misura in cui tali dati sono convalidati per l’uso nelle valutazioni e nei pareri per il 2015. Ciò dovrebbe tradursi in un adeguamento delle possibilità di pesca per gli stock soggetti all’obbligo di sbarco nel 2015. È essenziale che tali adeguamenti rimangano compatibili con il conseguimento dell’MSY.

Nell’ambito della nuova PCP gli Stati membri sono incoraggiati a realizzare progetti pilota per prepararsi ad attuare l’obbligo di sbarco nel rispetto delle possibilità di pesca disponibili. Gli Stati membri possono avvalersi dei rispettivi contingenti nazionali per sostenere progetti pilota per il miglioramento dei dati. Questo si rivelerà utile per le possibilità di pesca nel periodo successivo al 2015.

La nuova PCP prevede una serie di misure che consentono un più ampio margine di flessibilità nella gestione degli stock nelle attività di pesca cui si applica l’obbligo di sbarco[10]. La flessibilità interannuale dei contingenti, la flessibilità interspecie (la possibilità di imputare le catture di una specie, a determinate condizioni, al contingente della specie bersaglio), le esenzioni “de minimis” e le esenzioni sulla base dell’elevata capacità di sopravvivenza sono pertinenti per le possibilità di pesca. Nel formulare le future proposte relative alle possibilità di pesca si terrà conto delle informazioni riguardanti tali disposizioni in materia di flessibilità.

Mar Mediterraneo

L’obiettivo dell’MSY si applica anche agli stock del Mediterraneo che non sono gestiti mediante TAC. La Commissione e gli Stati membri stanno valutando se gli obiettivi dei piani di gestione nazionali adottati nell’ambito del regolamento per il Mediterraneo[11] sono coerenti con l’obiettivo dell’MSY. Qui di seguito sono enumerati i piani già adottati o in procinto di esserlo:

CROAZIA – Pescherecci da traino

CROATIA – Ciancioli

CIPRO – Pescherecci da traino

GRECIA – Ciancioli

GRECIA – Pescherecci da traino

FRANCIA – Pescherecci da traino

FRANCIA – Gangui

FRANCIA – Sciabiche da spiaggia

SPAGNA – Pescherecci da traino

SPAGNA – Ciancioli

SPAGNA – Sciabiche da natante (Murcia)

SPAGNA – Sciabiche da natante (Baleari)

SPAGNA – Sciabiche da natante (Catalogna)

SPAGNA – Draghe (Andalusia)

ITALIA – Reti da circuizione (4 plani)

ITALIA – Pescherecci da traino (8 piani)

ITALIA – Sciabiche da natante (Liguria-Toscana)

SLOVENIA – Pescherecci da traino

SLOVENIA – Ciancioli

MALTA – Pescherecci da traino

MALTA – Reti da circuizione (2 piani)

Evoluzione dello stato degli stock

La pesca eccessiva è diminuita nelle acque europee dell’Atlantico, nel Mare del Nord e nel Mar Baltico. Per gli stock per i quali si dispone di una valutazione dell’MSY, la pesca eccessiva è passata dal 94% degli stock nel 2003 al 63% nel 2009 e al 41% nel 2012. È aumentata la percentuale degli stock che hanno formato oggetto di valutazione.

Il numero degli stock che, secondo le stime disponibili, sono sfruttati a livelli corrispondenti all’MSY è passato da appena 2 nel 2003 a 13 nel 2009 e a 27 nel 2012 (allegato Ia).

Il numero di stock per i quali si dispone di una valutazione completa dell’MSY è passato da 34 nel 2005 a 35 nel 2009 e a 46 nel 2014. Progressi significativi sono stati compiuti per quanto riguarda il numero di stock per i quali si dispone di un parere quantitativo, che sono passati da 59 nel 2003 a 71 nel 2014 grazie ai nuovi metodi introdotti dal CIEM nel 2013.

Con l’aumentare del numero di stock oggetto di valutazione risulta evidente che la pesca eccessiva è ancora diffusa in tutto il Mediterraneo, come indicato nelle figure 1 e 3. È urgente adottare azioni efficaci per eliminare gradualmente l’eccessivo sfruttamento delle risorse.

Figura 1. Numero di stock per i quali si dispone di una valutazione per il periodo 2007-2012 per sottoregione del Mediterraneo e per il Mar Nero.

Figura 2. Numero di stock per i quali si dispone di una valutazione per il periodo 2007-2012 per attività di pesca nel Mediterraneo e nel Mar Nero.

Figura 3. Numero di stock che risultano sovrasfruttati in base alla valutazione per il periodo 2007-2012 per attività di pesca nel Mediterraneo e nel Mar Nero.

Un’analisi preliminare figura nell’allegato Ic. Per alcune zone è stata valutata soltanto una parte delle risorse. Nonostante i recenti miglioramenti, non si conosce lo stato di buona parte delle risorse nel Mar Mediterraneo e nel Mar Nero.

Nel prosieguo si illustrano, regione per regione, le conoscenze di cui si dispone attualmente sullo stato degli altri stock ittici[12].

Stock pelagici dell’Atlantico nordorientale

La maggior parte degli stock di aringa (Mare del Nord, acque ad ovest della Scozia, Mare d’Irlanda e Mar Celtico) è sfruttata entro i limiti o al livello dell’MSY. Per il 2014 sono stati fissati in tutti i casi TAC corrispondenti all’MSY.

Per alcuni altri stock si è registrato un peggioramento della situazione: il sugarello occidentale e l’aringa nelle acque nordoccidentali dell’Irlanda sono soggetti a un’eccessiva pressione di pesca. Per lo sgombro è stato raggiunto un accordo finalizzato a una gestione sostenibile tra le Isole Fær Øer, la Norvegia e l’UE. In base al parere del CIEM per il 2014 questo stock sembra essere aumentato in misura significativa.

Mare del Nord, Skagerrak e Kattegat

Nello Skagerrak e nel Mare del Nord (Fladen Ground) il merluzzo carbonaro, la passera di mare, l’eglefino e lo scampo sono sfruttati a livelli compatibili con l’MSY. Tutti gli altri stock sono sovrasfruttati o non se ne conosce lo stato.

Nonostante il recente aumento della consistenza dello stock e la diminuzione della mortalità per pesca, lo stock di merluzzo bianco del Mare del Nord è appena al di sopra dei valori limite di biomassa e molto al di sotto del livello precauzionale. La mortalità per pesca è ancora superiore ai livelli MSY. Benché siano diminuiti, i rigetti rappresentano tuttora il 25% circa degli sbarchi. Nel Kattegat la consistenza dello stock di merluzzo bianco è estremamente ridotta ed è necessario affiancare ulteriori misure alla riduzione dei TAC e dello sforzo di pesca.

Mar Baltico

Il Consiglio ha seguito la posizione comune adottata dalle direzioni degli Stati membri del Baltico nell’ambito del forum BALTFISH per quanto riguarda la fissazione dei TAC in base ai pareri scientifici.

L’aringa del Baltico centrale, l’aringa del Mare di Botnia e lo spratto del Mar Baltico sono sfruttati in modo compatibile con l’MSY. Tuttavia dall’ultimo parere scientifico emerge che per lo stock di merluzzo bianco del Baltico occidentale il tasso di mortalità per pesca previsto dal piano vigente è di gran lunga inferiore al valore necessario per conseguire l’obiettivo MSY. L’evoluzione dello stock orientale di merluzzo bianco rende impossibile utilizzare gli attuali modelli di valutazione. Nel 2014 la Commissione proporrà un nuovo piano pluriennale per il Mar Baltico.

Ovest della Scozia, Mare d’Irlanda e Mar Celtico

Nelle acque ad ovest della Scozia la consistenza di alcuni stock di pesce bianco diversi dall’eglefino rimane modesta. I rigetti si mantengono elevati ed è necessario adottare misure per contenere tale fenomeno. In alcuni casi, come ad esempio nel Mare d’Irlanda, le misure elaborate dagli Stati membri per ridurre la mortalità del merluzzo bianco ed evitare le catture indesiderate hanno permesso di arginare quest’ultimo fenomeno. Altre misure sono ancora in fase di valutazione ed è necessario intensificare gli sforzi in questa direzione.

Nel Mar Celtico gli effetti dei recenti tassi elevati di reclutamento di giovanili si vanno esaurendo ed è stato quindi necessario ridurre le possibilità di pesca. Sulla scorta del parere MSY sono state ridotte in misura significativa le possibilità di pesca per il merluzzo bianco e il merlano. La pratica dei rigetti ha rappresentato un problema anche per lo stock di eglefino, che per di più ha attraversato un periodo di scarso reclutamento. L’esame delle misure in materia di selettività adottate nel 2012 per il Mar Celtico non ha consentito allo CSTEP di trarre conclusioni certe circa il loro contributo agli obiettivi di conservazione.

Pareri basati sull’MSY sono stati formulati per tutti gli stock di scampo, ad eccezione di un’unica unità funzionale. Questo vale anche per la zona del Porcupine Bank, che continua a formare oggetto di un fermo stagionale della durata di un mese e alla quale è assegnato un TAC distinto.

Il CIEM ha fornito valutazioni dell’MSY per 18 stock e per 14 stock ha raccomandato una riduzione, in molti casi sostanziale, delle possibilità di pesca. Per 12 di questi stock le possibilità di pesca per il 2014 sono state fissate applicando il parere MSY.

Specie di acque profonde

Per la maggior parte degli stock di acque profonde non sono disponibili proiezioni a causa della mancanza di dati. Per la maggior parte degli stock i recenti pareri del CIEM raccomandano di ridurre o comunque di non espandere le attività di pesca nel periodo 2015‑2016, a meno che non ne sia stata accertata la sostenibilità. Particolare preoccupazione destano il pesce specchio atlantico, gli squali pelagici, l’occhialone, i berici e alcuni stock di granatiere. Il CIEM osserva che in molti casi la pesca di specie di acque profonde è esercitata nell’ambito di attività multispecifiche che comportano volumi relativamente elevati di catture accessorie di specie non bersaglio. La fissazione dei TAC per le specie bersaglio dovrebbe pertanto tener conto dell’impatto esercitato sulle specie catturate come catture accessorie.

Zona iberico-atlantica e Golfo di Biscaglia

Poche valutazioni sono disponibili per gli stock presenti nel Golfo di Biscaglia e nella zona iberico-atlantica. Si registra un miglioramento per il nasello, il rombo giallo e la rana pescatrice. Nonostante un buon tasso di reclutamento, lo stock di nasello continua ad essere sovrasfruttato e la sua sostenibilità a lungo termine è a rischio. Nel 2012 la Commissione ha sottoposto ad audit i sistemi di registrazione delle catture e dello sforzo di pesca degli Stati membri. Sono state concordate azioni di follow-up e i controlli stanno migliorando.

Per lo scampo del Mare Cantabrico il parere scientifico raccomanda ancora la sospensione dell’attività di pesca.

Mediterraneo e Mar Nero

Tra il 2007 e il 2012 la Commissione generale per la pesca nel Mediterraneo (GFCM) e lo CSTEP hanno realizzato oltre 300 valutazioni. Il numero degli stock per i quali si dispone di una valutazione è passato da 29 nel 2007 a 104 nel 2012. Tuttavia le conoscenze sono ancora lungi dall’essere esaustive in quanto il numero totale degli stock sfruttati a fini commerciali è nettamente più elevato.

Il numero degli stock che hanno formato oggetto di valutazione è più elevato nella zona centro‑occidentale del bacino che in quella orientale. Esistono pochissime informazioni sullo stato degli stock presenti nelle sottoregioni meridionali.

I livelli di sfruttamento superano di gran lunga gli obiettivi MSY. Su 97 stock, il 91% risulta sottoposto ad eccessivo sfruttamento. Il nasello, la triglia e il gambero rosa sono gli stock demersali maggiormente interessati da questo fenomeno. Tra gli stock di piccoli pelagici, sardina e acciuga sono quelli più sovrasfruttati.

Dei 7 stock del Mar Nero di cui si conosce lo stato, 5 sono sottoposti a un prelievo eccessivo. Fra gli stock gestiti mediante TAC, il rombo chiodato risulta sovrasfruttato e lo spratto è sfruttato in modo sostenibile dal 2007.

Stock ittici altamente migratori presenti nell’Oceano Atlantico e nel Mar Mediterraneo

In questi stock rientrano il tonno rosso, il tonno bianco, il tonno tropicale, il pesce spada e il pesce vela, che sono valutati e gestiti nell’ambito della Commissione internazionale per la conservazione dei tonnidi dell’Atlantico (ICCAT).

La maggior parte dei tonnidi ha un ciclo vitale lungo e le relative valutazioni non vengono realizzate annualmente. Le informazioni disponibili sullo stato di conservazione dei vari stock sono tutt’altro che omogenee e lasciano un certo margine di incertezza. Le ultime valutazioni (2013) relative al pesce spada dell’Atlantico indicano una netta ripresa dello stock, che nei primi anni 2000 risultava invece eccessivamente sfruttato. Anche il tonno bianco dell’Atlantico settentrionale è stato oggetto di valutazione nel 2013. I tassi di mortalità per pesca risultano inferiori al livello MSY, ma la biomassa dello stock deve ancora ricostituirsi a livelli in grado di produrre il rendimento massimo sostenibile.

Negli ultimi anni si è registrato un aumento delle dimensioni dello stock di tonno rosso dell’Atlantico orientale e del Mediterraneo. Anche se la valutazione presenta un cospicuo margine di incertezza, l’attuazione del piano di ricostituzione dell’ICCAT ha permesso di ridurre la mortalità per pesca, che in base alle stime è attualmente inferiore al livello MSY. A medio termine un prelievo ittico esercitato in base ai TAC attuali consentirà probabilmente la piena ricostituzione dello stock.

Evoluzione della situazione economica

In tutte le zone di pesca i risultati economici delle flotte dell’UE hanno registrato negli ultimi anni un progressivo miglioramento, passando da un margine di profitto netto dell’1% nel 2008 a un margine del 6% nel 2011. Le entrate sono aumentate in misura superiore ai costi, nonostante questi ultimi siano complessivamente cresciuti nel 2011 a causa del rincaro dei carburanti. Il valore aggiunto lordo (VAL) generato nel 2011 è ammontato a 3,4 miliardi di EUR (+4% rispetto al 2010), il profitto lordo a 1,3 miliardi di EUR (+7%) e l’utile netto a 410 milioni di EUR (+22%). Nel 2011 gli sbarchi della flotta peschereccia unionale sono diminuiti, ma il valore di prima vendita è aumentato. Tuttavia, essendo la flotta unionale estremamente diversificata, non tutti i segmenti sono stati caratterizzati da questa tendenza.

Esperienze maturate nella transizione verso una pesca praticata nel rispetto dei livelli MSY

Gli esempi riportati di seguito illustrano come in alcuni casi sia stato possibile instaurare un’attività di pesca in grado di produrre il rendimento massimo sostenibile.

I risultati economici della flotta dipendente dalla pesca del merluzzo bianco nel Mar Baltico sono migliorati in modo significativo con l’attuazione del pertinente piano di gestione, che ha permesso di avvicinarsi a una situazione di MSY. A fronte di tassi di cattura sostanzialmente stabili, le dimensioni dello stock hanno iniziato ad aumentare, con ricadute positive sulla redditività. I costi dell’attività di cattura sono diminuiti grazie alla riduzione del consumo di carburante e dei costi di capitale. Il valore aggiunto lordo dei pescherecci rappresentativi è aumentato di oltre il 40% tra il 2008 e il 2011. Nel 2011 queste flotte hanno generato un utile lordo sei volte superiore rispetto al 2008 e del 40% più elevato rispetto al 2009.

Nel caso della pesca della sogliola e della passera di mare nel Mare del Nord la transizione verso una pesca praticata nel rispetto dell’MSY ha permesso di preservare la redditività della maggior parte delle flotte nonostante i costi di carburante siano aumentati del 32% fino al 2011. Ciò è dovuto al fatto che gli sbarchi di passera di mare sono cresciuti del 51% dal 2008 al 2011, mentre i costi associati all’attività di pesca sono drasticamente diminuiti con l’aumentare della consistenza degli stock.

Dal 2009 lo stock di sogliola della Manica occidentale è sfruttato a livelli di rendimento massimo sostenibile. Dal 2009 al 2013 le dimensioni dello stock hanno registrato un aumento del 16% e le catture sono cresciute del 24%. I prezzi della sogliola e di altre specie bersaglio regolamentate da questo piano di gestione sono cresciuti fino al 2011. La maggiore stabilità di queste attività di pesca può aver contribuito a migliorare significativamente le possibilità di investimento nelle flotte.

Calendario

Nella tabella che segue è riportato il calendario di lavoro previsto.

Regolamento sulle possibilità di pesca || Pareri || Proposta della Commissione || Possibile adozione da parte del Consiglio

Stock dell’Atlantico, del Mare del Nord, dell’Antartico e di altre zone || Fine giugno - fine ottobre || Ottobre || Dicembre

Mar Baltico || Fine maggio || Agosto || Ottobre

Mar Nero || Fine ottobre || Novembre || Dicembre

Acque profonde || Maggio - giugno || Settembre || Novembre

Conclusioni

La presente comunicazione definisce, per la prima volta dopo l’entrata in vigore della nuova PCP, i principi di base per la fissazione delle possibilità di pesca. Si invitano gli Stati membri, i consigli consultivi e i soggetti interessati a riflettere sugli orientamenti illustrati e a far pervenire alla Commissione raccomandazioni e suggerimenti volti a garantire che le possibilità di pesca per il 2015 contribuiscano al conseguimento degli obiettivi della nuova PCP.

ALLEGATO Ia – Pareri scientifici per gli stock dell’Atlantico nordorientale e delle acque adiacenti[13]

 

I limiti biologici di sicurezza sono pertinenti ai fini dell’applicazione dell’articolo 15, paragrafo 8, del regolamento n. 1380/2013.

* Rispetto a una crescente percentuale di stock oggetto di pareri quantitativi.

 

Nella tabella 5 non figurano gli stock per i quali vengono formulati pareri non quantificati.

L’analisi non comprende: specie di acque profonde, compresi molva, brosmio e pesce tamburo; i TAC per le catture accessorie di aringa; i TAC collegati a un’altra decisione per il medesimo stock (ad esempio il merluzzo carbonaro nelle acque ad ovest della Scozia), i TAC corrispondenti a scambi di possibilità di pesca con paesi terzi, i TAC fuori dalla zona dell’Atlantico nordorientale, i TAC per i quali viene praticata una pesca non regolamentata sullo stesso stock (ad esempio il melù prima del 2006), gli stock per i quali è stato formulato un parere ma non è stato fissato un TAC (ad esempio lo smeriglio), i TAC gestiti principalmente mediante sistemi di gestione dello sforzo (ad esempio il cicerello). Se un TAC si applica a due specie che hanno formato oggetto di valutazione (ad esempio il rombo giallo e la rana pescatrice nelle zone VII e VIII) l’analisi si riferisce alla più abbondante delle due specie da esso regolamentate.

I dati concernenti le acque europee dell’Oceano Atlantico sono stati compilati con lo stesso metodo utilizzato nelle precedenti edizioni della relazione; sono state modificate soltanto le diciture riportate in alcune colonne relative agli anni per tenere conto del fatto che i dati sono raccolti e le misurazioni sono effettuate due anni prima dell’anno in cui il parere è formulato.

Allegato Ib. Situazione degli stock con riguardo all’Fmsy[14]

Figura 1: percentuali, in peso sbarcato nell’UE, di stock demersali pescati al livello Fmsy o a un livello inferiore (grigio chiaro), al di sopra del livello Fmsy (=sovrasfruttati) (nero) o di cui non si conosce lo stato (a quadretti). Nel Mediterraneo la percentuale di catture praticate da stock di cui si ignora lo stato non è stata completamente valutata, ma si ritiene che possa corrispondere al 70-85% degli sbarchi. I titoli di ciascun riquadro indicano gli sbarchi valutati [tonnellate (t) o migliaia di tonnellate (kt)].

Figura 2: percentuali, in peso sbarcato nell’UE, di stock pelagici pescati al livello Fmsy o a un livello inferiore (grigio chiaro), al di sopra del livello Fmsy (=sovrasfruttati) (nero) o di cui non si conosce lo stato (a quadretti)). Nel Mediterraneo la percentuale di catture praticate da stock di cui si ignora lo stato non è stata completamente valutata, ma si ritiene che possa corrispondere al 70-85% degli sbarchi. I titoli di ciascun riquadro indicano gli sbarchi valutati [tonnellate (t) o migliaia di tonnellate (kt)].

Figura 3: percentuali di stock demersali pescati al livello Fmsy o a un livello inferiore (grigio chiaro), al di sopra del livello Fmsy (=sovrasfruttati) (nero) o di cui non si conosce lo stato (a quadretti). Nel Mediterraneo la percentuale di catture praticate da stock di cui si ignora lo stato non è stata completamente valutata.

Figura 4: percentuali di stock pelagici pescati al livello Fmsy o a un livello inferiore (grigio chiaro), al di sopra del livello Fmsy (=sovrasfruttati) (nero) o di cui non si conosce lo stato (a quadretti). Nel Mediterraneo la percentuale di catture praticate da stock di cui si ignora lo stato non è stata completamente valutata.

L’analisi riportata nelle figure 1-4 riguarda l’anno per il quale si dispone dei dati di cattura più recenti. Per gli stock del Mediterraneo lo stato dello stock è considerato noto per un periodo massimo di tre anni successivo all’ultima valutazione.

[1] Regolamento (UE) n. 1380/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell’11 dicembre 2013, relativo alla politica comune della pesca, che modifica i regolamenti (CE) n. 1954/2003 e (CE) n. 1224/2009 del Consiglio e che abroga i regolamenti (CE) n. 2371/2002 e (CE) n. 639/2004 del Consiglio, nonché la decisione 2004/585/CE del Consiglio (GU L 354 del 28.12.2013, pag. 22).

[2] Direttiva 2008/56/CE (GU L 164 del 25.06.2008, pag. 19).

[3] Piccola pesca pelagica, grande pesca pelagica, pesca a fini industriali, pesca del salmone e specie che definiscono le attività di pesca nelle acque unionali del Mar Baltico (articolo 15, paragrafo 1, del regolamento (UE) n. 1380/2013).

[4] Articolo 16, paragrafo 2, del regolamento (UE) n. 1380/2013.

[5]http://www.ices.dk/sites/pub/Publication%20Reports/Advice/2014/Special%20Requests/EU_Draft_recommendations_for_the_assessment_of_MSFD_Descriptor3.pdf

[6] Per gli stock di acque profonde il riferimento al 2015 si intende fatto al periodo 2015-2016, in quanto le possibilità di pesca per tali stock sono stabilite per un periodo di due anni.

[7] Tutte le catture di specie soggette a limiti di cattura e, nel Mediterraneo, anche le catture di specie soggette a taglie minime quali definite nell’allegato III del regolamento (CE) n. 1967/2006 del Consiglio, del 21 dicembre 2006, relativo alle misure di gestione per lo sfruttamento sostenibile delle risorse della pesca nel mar Mediterraneo e recante modifica del regolamento (CEE) n. 2847/93 e che abroga il regolamento (CE) n. 1626/94 (GU L 409 del 30.12.2006, pag. 11).

[8] Fatti salvi gli obblighi internazionali.

[9] Nel Mediterraneo, in funzione degli obblighi internazionali.

[10] Articolo 15 del regolamento (UE) n. 1380/2013.

[11] Regolamento (CE) n. 1967/2006 del Consiglio.

[12] Un’analisi esaustiva dello stato degli stock ittici è reperibile all’indirizzo www.ices.dk per l’Atlantico e per le acque adiacenti e all’indirizzo https://stecf.jrc.ec.europa.eu per tutte le altre zone.

[13] I pareri sono formulati sulla base di dati e misurazioni raccolti due anni prima dell’anno cui il parere si riferisce.

[14] Analisi preliminare. La Commissione ha chiesto allo CSTEP di effettuare una revisione metodologica.