22.1.2016   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 24/49


P7_TA(2013)0052

Semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche: Analisi annuale della crescita 2013

Risoluzione del Parlamento europeo del 7 febbraio 2013 sul semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche: Analisi annuale della crescita 2013 (2012/2256(INI))

(2016/C 024/08)

Il Parlamento europeo,

visti l'articolo 225 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea e, in particolare, gli articoli 9 e 151 e l'articolo 153, paragrafo 1, lettera e),

viste le conclusioni del Consiglio europeo del 28 e 29 giugno 2012,

visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare l'articolo 136, in combinato disposto con l'articolo 121, paragrafo 2,

vista la comunicazione della Commissione del 28 novembre 2012 dal titolo «Analisi annuale della crescita per il 2013» (COM(2012)0750),

visto l'articolo 48 del suo regolamento,

visti la relazione della commissione per i problemi economici e monetari e i pareri della commissione per i bilanci, della commissione per lo sviluppo regionale e della commissione per gli affari costituzionali (A7-0032/2013),

A.

considerando che la zona euro nel suo insieme sta vivendo una recessione in due fasi causata dal debito eccessivo e dalla crisi finanziaria;

B.

considerando che la crisi ha avuto conseguenze devastanti sulle vite di milioni di europei, come documentato dalle statistiche ufficiali sull'occupazione: nell'UE, oltre 8 milioni di persone hanno perso il lavoro dal 2008 a oggi; oltre 25 milioni di europei sono attualmente senza lavoro, 11 milioni dei quali sono disoccupati da più di un anno; la disoccupazione colpisce attualmente quasi 10 milioni di giovani; solo nell'ultimo anno, 2 milioni di persone hanno perso il lavoro;

C.

considerando che in alcuni Stati membri la rigidità delle norme relative al mercato del lavoro esclude la flessibilità necessaria per assorbire efficacemente urti come quello della crisi in corso; che l'attuale legislazione del mercato del lavoro tutela in modo sproporzionato chi ne fa parte e influisce negativamente sull'inserimento dei giovani nella popolazione attiva;

D.

considerando che la disparità nei tassi di disoccupazione tra gli Stati membri è comunque cresciuta notevolmente;

E.

considerando doveroso tenere presente che nel 2007, all'inizio della crisi, il disavanzo pubblico medio nella zona euro era solo dello 0,7 %;

F.

considerando doveroso tenere presente che nel 2007, all'inizio della crisi, i paesi che ora si trovano in maggiore difficoltà avevano accumulato disavanzi eccessivi delle partite correnti;

G.

considerando che il disavanzo pubblico medio nella zona euro ha raggiungo l'apice nel 2009 al 6,3 % e che da allora la tendenza si è invertita con la media dei disavanzi pubblici nel 2010 al 6,2 %, nel 2011 al 4,1 % e con un'ulteriore riduzione nei primi due trimestri del 2012;

H.

considerando che l'assunzione di impegni credibili per l'adozione di misure di risanamento favorevoli alla crescita costituisce la premessa per qualunque soluzione sostenibile del problema dell'indebitamento e dei disavanzi eccessivi di gran parte degli Stati membri;

I.

considerando che la crisi mette in evidenza l'esigenza imprescindibile di avviare o portare a termine riforme strutturali equilibrate, differenziate e mirate a una crescita sostenibile;

J.

considerando che il mercato unico è un fattore chiave per la crescita economica e l'occupazione in Europa e che un'attuazione più ambiziosa della direttiva sui servizi da sola potrebbe già comportare, secondo le stime, un ulteriore aumento dell'1,8 % del PIL; che specialmente nelle circostanze economiche attuali l'Unione non può permettersi di lasciare che questi potenziali di crescita immediata rimangano inutilizzati; che per poter beneficiare di questi potenziali ancora inutilizzati e immediati sono pertanto indispensabili un recepimento, un'attuazione, un'applicazione e un'esecuzione rigorose delle disposizioni sul mercato unico;

K.

considerando che livelli insostenibili di debito hanno effetti pregiudizievoli sulla situazione economica globale e che occorre nel contempo sostenere e perfezionare assolutamente la disciplina di bilancio e macroeconomica onde evitare che si prefigurino i livelli generalizzati di disavanzo e debito registrati in Europa nell'ultimo decennio, poiché essi hanno avuto effetti disastrosi sulla crescita sostenibile e la stabilità finanziaria, nonché sull'occupazione in diversi Stati membri;

L.

considerando che questa strategia di stretta di bilancio mira a contenere l'aumento della spesa pubblica al di sotto del tasso di crescita tendenziale del PIL a medio termine;

M.

considerando che la futura prosperità economica dell'Europa dipende in modo cruciale dalla sua capacità di utilizzare pienamente le sue risorse lavorative, anche attraverso una maggiore partecipazione delle donne e dei giovani al mercato del lavoro;

N.

considerando che un risanamento di bilancio lento e graduale è preferibile a una strategia di riduzione degli squilibri delle finanze pubbliche rapida e improvvisa ma che la situazione economica di alcuni Stati membri non lascia spazio ad alternative per riguadagnare l'accesso al mercato e avere rendimenti dagli investimenti;

O.

considerando che l'indice IPCA evidenzia notevoli differenze all'interno dell'UEM;

P.

considerando che le misure di consolidamento adottate da vari Stati membri hanno raggiunto una dimensione senza precedenti;

Q.

considerando che, nonostante gli sforzi di riforma e di risanamento intrapresi dagli Stati membri, i mercati delle obbligazioni sovrane della zona euro sono a tutt'oggi in difficoltà, il che si riflette negli elevati differenziali di rendimento (spread) e in una forte volatilità dei tassi di interesse; che tra le cause scatenanti e basilari delle disparità senza precedenti vi sono le preoccupazioni dei mercati finanziari per la solidità delle finanze pubbliche e private di diversi Stati membri;

R.

considerando che il divario di competitività nella zona euro ha incidenza sulle differenze dei tassi di interesse sovrani;

S.

considerando che gli elevati tassi di interesse sovrani in alcuni Stati membri della zona euro sono dovuti in parte alla percezione di una mancanza di credibilità della loro capacità di effettuare riforme strutturali;

T.

considerando che la zona euro non è riuscita, nei primi dieci anni dell'euro, a utilizzare la riduzione complessiva dei tassi di interesse sovrani per chiudere il divario di competitività, problema che peraltro si riflette nei disavanzi delle partite correnti costantemente eccessivi e nel costo unitario del lavoro in rapida ascesa in alcuni Stati membri;

U.

considerando che l'aggiustamento attualmente in corso in alcuni paesi sarebbe politicamente, economicamente e socialmente meno impegnativo se nei primi dieci anni dell'euro si fosse approfittato del clima economico positivo a tal fine;

V.

considerando che la concessione di crediti al settore privato, il quale è il perno per il finanziamento dell'economia reale, resta debole e che i flussi di credito privati si sono ridotti, nonostante i diversi programmi di liquidità avviati dalla BCE;

W.

considerando che le piccole e medie imprese (PMI) sono il motore dell'economia europea e che gli Stati membri devono sostenerle riducendo gli oneri amministrativi a loro carico;

X.

considerando che l'aggiustamento deve essere ritenuto credibile se si vuole che i flussi di investimento diano i loro frutti;

Y.

considerando che la capacità contributiva dei contribuenti è soggetta a notevole pressione in vari Stati membri; che secondo le stime l'economia sommersa in Europa rappresenta il 22,1 % dell'attività economica complessiva e che le perdite in termini di imposte che ne derivano ammontano a circa 1 000 miliardi di euro all'anno; che sistemi fiscali semplici, prevedibili e contenuti favoriscono il rispetto degli obblighi fiscali;

Z.

considerando che l'analisi annuale della crescita per il 2013 (AGS 2013) intende definire le priorità economiche per il 2013;

AA.

considerando che il pilastro del consolidamento di bilancio propizio alla crescita dovrebbe essere predisposto di pari passo con i pilastri delle riforme strutturali mirate alla crescita nonché con quelli della solidarietà e della democrazia in ogni Stato membro;

AB.

considerando che il mercato unico è il motore fondamentale dell'UE per la crescita e l'occupazione attraverso le economie di scala e una concorrenza maggiore, ma che gli Stati membri si mostrano poco rigorosi nell'attuazione della legislazione del mercato interno, specialmente per quanto riguarda la direttiva sui servizi;

AC.

considerando che ciascuno Stato membro deve trovare l'unità nazionale in relazione a una strategia di riforma perché possa essere compresa e appoggiata dalle persone e dai diversi attori economici, evitando così divisioni, resistenze e azioni fondate unicamente su interessi particolaristici a breve termine, che ostano al raggiungimento degli obiettivi stabiliti;

AD.

considerando che la politica di concorrenza basata sui principi dei mercati aperti e della parità di condizioni in tutti i settori è un elemento fondamentale per il funzionamento senza restrizioni del mercato interno;

1.

plaude allo spirito dell'analisi annuale della crescita (AGS) per il 2013 quale presentata dalla Commissione; ritiene che essa sia un seguito adeguato per il semestre europeo 2012 in generale e per l'AGS 2012 in particolare; accoglie con favore, nello specifico, la maggiore chiarezza delle strategie per paese che la Commissione ha introdotto stabilendo un ordine di priorità dei progressi nei paesi della zona euro nonché dei progressi in termini strutturali piuttosto che in termini nominali;

2.

accoglie con favore il fatto che l'AGS 2013 riconosca che per uscire dalla crisi è necessaria una svolta globale verso settori e attività in grado di favorire la crescita sostenibile e la creazione di posti di lavoro «verdi», sottolinea che le soluzioni dirette in particolare alla crisi finanziaria e del debito sovrano, segnatamente riforme strutturali adeguate, devono andare di pari passo con misure volte a rilanciare a lungo termine la competitività dell'economia europea e ripristinare la fiducia;

3.

concorda con la Commissione sul fatto che per uscire dalla crisi è necessario un risanamento di bilancio che promuova la crescita; ricorda che l'elemento chiave nella relazione tra crescita e risanamento è la composizione del risanamento; sottolinea a questo proposito che la giusta combinazione di misure sul fronte della spesa e sul fronte del reddito dipende dal contesto, benché i risanamenti basati sui tagli alla spesa improduttiva piuttosto che sull'aumento delle entrate tendano ad essere più duraturi e favorevoli alla crescita nel medio termine, anche se più recessivi nel breve termine;

4.

plaude al progetto di disposizioni concordate nel «two pack», relative a una vigilanza e a una valutazione più qualitative delle finanze pubbliche nonché a valutazioni costi-benefici degli investimenti pubblici;

5.

accoglie favorevolmente i progetto di disposizioni concordate nel «two pack» tese a rafforzare il dialogo economico e la vigilanza generale nel processo del semestre europeo da parte dei parlamenti nazionali e del Parlamento europeo;

6.

deplora la mancata attuazione negli Stati membri delle politiche e degli interventi concordati a livello dell'UE, che impedisce alle misure pattuite di produrre il loro pieno potenziale;

7.

invita la Commissione a continuare a vigilare sul suo orientamento strategico e a rettificarlo alla luce di una valutazione complessiva dei costi-benefici della combinazione tra politiche attuata nell'UE nonché, ove necessario, a rivedere e chiarire ulteriormente le sue raccomandazioni strategiche per il prossimo anno, come enunciate nell'AGS;

8.

sollecita gli Stati membri a correggere i loro disavanzi eccessivi entro i termini fissati dal Consiglio e ricorda che nel «six pack» sono previsti margini di flessibilità;

9.

incoraggia gli Stati membri a migliorare i loro quadri di bilancio nazionali in vista della promozione di politiche di bilancio efficaci e sostenibili;

10.

sottolinea il fatto che gli Stati membri dovrebbero portare avanti strategie differenziate secondo le rispettive situazioni di bilancio e insiste sul fatto che gli Stati membri devono contenere l'aumento della spesa pubblica al di sotto del tasso di crescita tendenziale del PIL a medio termine;

11.

accoglie con favore il riconoscimento del ruolo del mercato unico e la necessità di superare gli ostacoli che ancora limitano il settore dei servizi; ricorda che c'è ancora molto da fare per realizzare un vero mercato unico europeo;

12.

invita la Commissione a monitorare la situazione con cui sono confrontati gli Stati membri alla luce della grave recessione economica nei termini stabiliti nel PSC riveduto;

13.

invita la Commissione e il Consiglio a conseguire un equilibrio tra le esigenze di investimenti produttivi pubblici e privati e gli obiettivi in materia di consolidamento finanziario, valutando accuratamente i programmi di investimenti mirati a sostenere la crescita nella propria valutazione dei programmi di stabilità e convergenza, rispettando al contempo le disposizioni stabilite dalla legislazione europea; ritiene che un risanamento di bilancio favorevole alla crescita possa simultaneamente avviare le finanze pubbliche verso un percorso di sostenibilità e ristabilire la fiducia degli investitori;

14.

attende con interesse, a questo proposito, la relazione della Commissione sulla qualità della spesa pubblica e la revisione delle azioni possibili entro i limiti del quadro di riferimento dell'UE in materia di qualificazione dei programmi di investimento;

15.

invita la Commissione a dare avvio in via prioritaria allo sviluppo di modalità per assicurare che gli elementi legati alla disciplina di bilancio siano accompagnati, in parallelo, da proposte concrete mirate alla crescita e alla creazione di posti di lavoro nonché a stimolare gli investimenti privati che siano fattori di crescita e solidarietà tra gli Stati membri e di legittimità democratica, nonché dalle necessarie riforme strutturali, segnatamente dirette a ridurre la disoccupazione giovanile, favorire meglio l'incontro tra le qualifiche dei giovani e le esigenze del mercato del lavoro, combattere la frammentazione del mercato del lavoro, migliorare la sostenibilità dei sistemi pensionistici, aumentare l'efficacia dei sistemi di imposizione, migliorare la concorrenza nel settore dei servizi, agevolare l'accesso al credito, ridurre la burocrazia, eliminare inutili livelli di governo e combattere l'evasione fiscale; plaude alla maggiore legittimità democratica all'interno del semestre europeo; rammenta l'esigenza di maggiore legittimità democratica all'interno del semestre europeo;

16.

invita la Commissione e il Consiglio a operare per migliorare continuamente e adeguatamente la qualità, la specificità nazionale e l'adeguatezza delle raccomandazioni per paese;

17.

ribadisce che, per preservare la credibilità dell'analisi annuale della crescita e dell'intero processo del semestre, il Consiglio deve giustificare i motivi di un suo eventuale rifiuto di seguire le raccomandazioni della Commissione basate su detta analisi; accoglie con favore il principio «comply or explain» («conformarsi o spiegare») introdotto dal «six pack», riguardante le raccomandazioni specifiche per paese, secondo cui il Consiglio è pubblicamente responsabile di qualunque modifica che apporta alle proposte della Commissione, e ritiene che tale principio debba essere rafforzato nella pratica;

18.

invita la Commissione e il Consiglio a garantire che gli investimenti in ricerca, sviluppo e innovazione siano intensificati e ottimizzati, e che i risultati siano trasformati senza indugio, dal settore sia pubblico che privato in Europa, in un vantaggio competitivo e in una maggiore produttività;

19.

invita la Commissione e il Consiglio a intensificare gli sforzi per ridurre la dipendenza dalle importazioni di energia e materie prime al fine di creare un'Europa più sostenibile dal punto di vista ambientale, economico e sociale;

20.

invita gli Stati membri a concordare quanto prima un quadro finanziario pluriennale (QFP), garantendo il rafforzamento del suo ruolo di fonte di investimenti a lungo termine indispensabili in settori e attività in grado di favorire la crescita sostenibile e la creazione di posti di lavoro «verdi»; sottolinea l'importanza della struttura dei bilanci dell'UE, che dovrebbero rilanciare investimenti nei settori a valore aggiunto;

21.

invita inoltre la Commissione a presentare una strategia globale per promuovere la crescita sostenibile nel contesto degli obiettivi di UE2020, che includa il completamento del mercato interno, l'intensificazione della concorrenza, un'autentica politica industriale europea, una politica di coesione solida e opportunamente finanziata e la garanzia che l'Europa impieghi la propria forza e influenza nelle relazioni commerciali esterne; invita la Commissione a valorizzare in pieno le fonti di crescita derivanti dalla capacità di attrarre investimenti esteri diretti e dal commercio con paesi terzi, approfondendo ed espandendo le relazioni commerciali transatlantiche; ritiene che un'agenda di questo tipo debba comprendere gli obiettivi congiunti di rinnovare e aprire il mercato transatlantico, rafforzare le norme di fondo dell'ordine economico internazionale ed estendere il sistema multilaterale regolamentato per includere nuovi membri e nuovi settori di opportunità economiche; invita la Commissione ad accelerare la conclusione degli accordi di libero scambio attualmente in corso;

22.

accoglie con favore il riconoscimento del ruolo del mercato unico e la necessità di superare gli ostacoli che ancora frenano il settore dei servizi; ricorda che c'è ancora molto da fare per realizzare un vero mercato unico europeo; invita la Commissione ad accelerare l'esecuzione dell'applicazione della legislazione relativa al mercato interno; esorta gli Stati membri ad applicare pienamente la legislazione sul mercato interno, in particolare la direttiva sui servizi;

23.

accoglie con favore la prima relazione sullo stato dell'integrazione del mercato unico 2013, che accompagna e integra l'analisi annuale della crescita; sottolinea che il mercato unico svolge un ruolo centrale nel ristabilire la competitività dell'Unione incrementando così la crescita economica e l'occupazione; invita la Commissione e gli Stati membri ad affrontare nel modo adeguato le relative carenze nelle raccomandazioni per paese e a rafforzare la valutazione continua e periodica dell'attuazione e dell'applicazione delle disposizioni concernenti il mercato unico per una crescita economica più forte;

24.

esprime preoccupazione per il fatto che molti Stati membri stiano perdendo il passo in termini di produttività; insiste sul ruolo delle riforme strutturali per affrontare questo problema; chiede alla Commissione di riferire nella sua prossima analisi annuale della crescita sul monitoraggio dell'evoluzione della produttività del capitale e delle risorse;

25.

sottolinea che un'attuazione rigorosa di una politica di concorrenza dell'UE basata sui principi dei mercati aperti e della parità di condizioni in tutti i settori è un elemento fondamentale per il buon funzionamento del mercato interno e un presupposto essenziale per la creazione di posti di lavoro sostenibili e basati sulla conoscenza;

26.

sottolinea che sforzi decisi da parte degli Stati membri per sostenere le finanze pubbliche, a un ritmo adeguato, sono necessari, ma possono avere successo unicamente se gli squilibri macroeconomici eccessivi vengono ridotti; rileva che detti obiettivi possono essere conseguiti congiuntamente tramite la crescita dell'eurozona nel suo complesso;

27.

prende atto dell'aggiunta di un nuovo indicatore nel quadro di valutazione degli squilibri macroeconomici relativo al settore finanziario; deplora che la Commissione non abbia rispettato la procedura prevista dal regolamento (UE) n. 1176/2011, secondo cui: «la Commissione dovrebbe cooperare strettamente con il Parlamento europeo e il Consiglio nell'elaborazione del quadro di valutazione e degli indicatori macroeconomici e macrofinanziari per gli Stati membri», e più precisamente secondo cui «la Commissione dovrebbe presentare alle commissioni competenti del Parlamento europeo e al Consiglio proposte di commenti sui piani di istituzione e adeguamento degli indicatori e delle soglie»;

28.

ricorda alla Commissione che, per fomentare la fiducia interistituzionale e un dialogo economico di elevata qualità, è fondamentale attenersi più rigorosamente in futuro alla procedura prevista dal regolamento (UE) n. 1176/2011;

29.

invita la Commissione e il Consiglio a intervenire in modo completo e rapido per conferire una dimensione e un'efficacia reali al patto per la crescita e l'occupazione, come concordato al Consiglio europeo del 28 e 29 giugno 2012;

30.

sollecita una rapida adozione del cosiddetto «two pack»;

31.

prende atto dell'entrata in vigore del trattato sulla stabilità, sul coordinamento e sulla governance (patto di bilancio); ritiene che il patto di bilancio dovrebbe essere recepito quanto prima nella legislazione secondaria dell'Unione sulla base di una valutazione delle esperienze raccolte nella sua applicazione e in conformità del TUE e del TFUE;

32.

accoglie con favore il «Piano d'azione per rafforzare la lotta alla frode fiscale e all'evasione fiscale» della Commissione, le raccomandazioni sulle «misure destinate a incoraggiare i paesi terzi ad applicare norme minime di buona governance in materia fiscale» e quelle sulla «pianificazione fiscale aggressiva», adottati dalla Commissione il 6 dicembre 2012; sostiene la posizione proattiva assunta dalla Commissione e in particolare dal Commissario per la fiscalità, l'unione doganale, la lotta antifrode, l'audit e le statistiche; invita gli Stati membri a dare un seguito alle raccomandazioni della Commissione, agire immediatamente e in modo coordinato contro i paradisi fiscali e adottare una pianificazione fiscale aggressiva, per assicurare così una più equa distribuzione dello sforzo di bilancio e un gettito maggiore per gli Stati membri;

33.

valuta positivamente il fatto che finalmente «tutti gli Stati membri riconoscono l'importanza di adottare misure concrete per combattere l'evasione fiscale e la frode fiscale, anche in tempi di ristrettezze di bilancio e crisi economica», come affermato nelle conclusioni del Consiglio affari economici e monetari del 13 novembre 2012;

34.

ricorda che lo scopo della legislazione comune sui quadri di bilancio degli Stati membri è di assicurare che gli Stati membri continuino a rispettare le norme concordate in comune e di non specificare le scelte politiche di uno Stato membro;

35.

chiede alla Commissione di presentarsi dinanzi alle competenti commissioni del Parlamento per esporre ogni anno l'analisi annuale della crescita all'inizio di novembre, a partire dal 4—5 novembre 2013, onde concedere al Parlamento un lasso di tempo sufficiente per elaborare le sue posizioni nel successivo semestre europeo;

36.

si rammarica che la Commissione, nella sua comunicazione «Analisi annuale della crescita 2013» (COM(2012)0750), non tratti opportunamente il ruolo del bilancio dell'UE nel processo del semestre europeo; si rammarica, in particolare, che la Commissione, pur proponendo delle priorità fondamentali, non fornisca dati fattuali e concreti su come il bilancio dell'UE possa realmente svolgere un ruolo propulsivo, catalizzatore, sinergico e complementare in relazione alle politiche e agli investimenti locali, regionali e nazionali varati per attuare tali priorità;

37.

è del parere che i finanziamenti a livello di UE possano generare risparmi per i bilanci di tutti gli Stati membri e che ciò vada evidenziato; ritiene che il bilancio dell'UE possa svolgere un ruolo essenziale nello stimolare la crescita, favorire la creazione di posti di lavoro e ridurre efficacemente gli squilibri macroeconomici in tutta l'Unione, e anche, fondamentalmente, per la realizzazione degli «obiettivi UE 2020»; deplora ancora una volta il fatto che la Commissione non tratti tale aspetto nella sua comunicazione sull'analisi annuale della crescita;

38.

prende atto della valutazione della Commissione secondo cui i livelli di debito accumulati dai soggetti pubblici e privati limitano le possibilità di nuove attività e nuovi investimenti negli Stati membri; invita tuttavia gli Stati membri a non considerare il loro contributo al bilancio dell'UE basato sull'RNL nazionale come una variabile modificabile nel quadro dei loro sforzi di risanamento, e a non cercare di ridurre artificialmente il volume della spesa del bilancio UE destinata a stimolare la crescita, in contrasto con gli impegni politici che hanno assunto ai massimi livelli; è peraltro pienamente consapevole della tensione economica esistente fra la necessità di risanare le finanze pubbliche a breve termine e un potenziale aumento, nel caso di alcuni Stati membri, del loro contributo basato sull'RNL dovuto a un aumento del livello dei pagamenti nel bilancio dell'UE; ribadisce pertanto i propri fermi inviti a riformare i meccanismi di finanziamento del bilancio dell'UE — con un accordo nel quadro dei negoziati sul QFP 2014-2020 — riducendo al 40 %, entro il 2020, la quota del bilancio UE rappresentata dai contributi degli Stati membri basati sull'RNL, contribuendo così agli sforzi di risanamento degli Stati membri (1);

39.

ricorda che il bilancio europeo è soprattutto un bilancio d'investimento, visto che il 94 % del totale viene reinvestito negli Stati membri;

40.

chiede alla Commissione di fornire informazioni aggiornate sugli sforzi compiuti attualmente dagli Stati membri per riprogrammare e accelerare l'uso dei fondi strutturali e di coesione dell'UE al fine di sostenere la crescita e la coesione sociale, in particolare per le PMI, e lottare contro la disoccupazione giovanile;

41.

incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione.


(1)  Testi approvati, P7_TA(2012)0245.