COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI Quadro UE per la qualità nell'anticipazione dei cambiamenti e delle ristrutturazioni /* COM/2013/0882 final */
1. Introduzione La presente comunicazione propone un quadro UE
per la qualità nell'anticipazione dei cambiamenti e delle ristrutturazioni
(QFR). Tale iniziativa prende spunto dal Libro verde "Ristrutturare e
anticipare i cambiamenti: quali insegnamenti trarre dall'esperienza
recente?", del 17 gennaio 2012[1], e dalla richiesta avanzata
dal Parlamento europeo in data 15 gennaio 2013 con la risoluzione
relativa all'informazione e alla consultazione dei lavoratori,
all'anticipazione e alla gestione delle ristrutturazioni, adottata a norma
dell'articolo 225 del TFUE e conosciuta come relazione Cercas[2]. Notevoli sono le sfide che dobbiamo affrontare
se vogliamo far fronte al problema della disoccupazione ed aumentare i livelli
di occupazione mediante un maggiore uso di politiche attive del mercato del
lavoro e la riforma dei sistemi di istruzione e formazione, per garantire che
le persone in cerca di un impiego posseggano le competenze necessarie e che le
imprese possano contare su una forza lavoro competitiva. Tutto ciò richiede
un'ottima capacità di anticipazione nonché gli strumenti adeguati per garantire
nella misura più ampia possibile un equilibrio tra offerta e domanda di lavoro.
È in questo più ampio contesto che va considerata l'agevolazione delle attività
imprenditoriali e delle transizioni nel mercato del lavoro mediante una
migliore previsione delle esigenze in termini di capitale umano. Per quanto necessari ed inevitabili, gli adeguamenti
economici e le ristrutturazioni possono avere conseguenze a livello sociale ed
occupazionale che devono essere affrontate tramite il ricorso a strumenti
programmatici appropriati. Durante il terzo trimestre del 2013 l'Osservatorio
sulla ristrutturazione in Europa (ERM)[3] ha registrato un totale di
250 operazioni di ristrutturazione, nel corso delle quali sono stati creati
57 081 posti di lavoro annunciati e ne sono stati persi 27 792; il
risultato è dunque una perdita netta di 29 289 posti di lavoro. Il QFR richiede un miglioramento
nell'identificazione e nel monitoraggio di determinati principi e pratiche
ottimali di anticipazione dei cambiamenti e di gestione delle attività di
ristrutturazione nelle imprese nonché da parte delle autorità pubbliche. Più
specificamente tali principi e pratiche dovrebbero agevolare gli investimenti
in capitale umano, favorendo la riallocazione delle risorse umane in attività
ad elevato potenziale di crescita, capaci di offrire impieghi di qualità,
conformemente a quanto stabilito dalla strategia Europa 2020, migliorando nel
contempo la qualità delle condizioni di lavoro. Le impostazioni descritte nel presente QFR
contribuiranno a favorire la competitività a lungo termine delle imprese e a
mantenere un'elevata occupabilità dei loro lavoratori, attenuando allo stesso
tempo i rischi correlati, compreso l'impatto dei cambiamenti a livello sociale.
Una simile impostazione è altresì coerente con i più importanti obiettivi
politici dell'UE, in particolare con quelli fissati dalla strategia
Europa 2020 e da altre iniziative principali finalizzate al conseguimento
di una competitività economica sostenibile e di una ripresa che sia fonte di
occupazione, specialmente nell'economia reale. Il presente QFR affronta essenzialmente le
dimensioni sociale e occupazionale dell'anticipazione dei cambiamenti strutturali.
Adottare una prospettiva più ampia sui cambiamenti strutturali significa
considerarne non solo le ripercussioni sulla forza lavoro, ma anche gli effetti
sull'industria e più in generale sul tessuto sociale nelle città e nelle
regioni in cui tali cambiamenti strutturali si producono. Discutere di
cambiamenti strutturali in tale prospettiva significa anche affrontare il ruolo
spettante alle politiche industriali e regionali nell'anticipare gli
adeguamenti delle regioni e dell'industria ai cambiamenti strutturali. A tale
riguardo sono pertinenti le strategie di "specializzazione
intelligente", da adottare nel quadro dei fondi strutturali dell'UE per il
periodo 2013-2020; la Commissione dovrebbe pertanto proseguire ulteriormente su
tale cammino. La Commissione ritiene che, presentando a tutte
le parti interessate le pratiche ottimali sviluppatesi in questo settore nel
corso degli anni, sia possibile accrescere la consapevolezza e contribuire ad
un'attuazione più efficace e generalizzata di una gestione dei cambiamenti e
delle ristrutturazioni maggiormente anticipativa, costruttiva e socialmente
responsabile, a vantaggio di tutte le parti interessate e della società nel suo
complesso. A tal fine, la Commissione invita gli Stati
membri a sostenere e promuovere l'attuazione del QFR tramite i mezzi
appropriati, ed esorta tutte le parti interessate a cooperare sulla base dei
principi e delle pratiche ottimali esposte. La Commissione provvederà a
monitorare le modalità di applicazione del QFR e terrà conto dell'esigenza di
rivederlo entro il 2016, informando il Parlamento europeo dei risultati. 2. Contesto programmatico L'Unione europea dispone di un quadro giuridico
completo per disciplinare le modalità con cui il dialogo sociale nell'ambito
delle imprese e dei gruppi di imprese deve affrontare, tra le altre questioni,
l'anticipazione dei cambiamenti e gli eventi di ristrutturazione. Utilizziamo i Fondi strutturali, in particolare
il Fondo sociale europeo, per sostenere l'adeguamento economico, le transizioni
nel mercato del lavoro e la protezione sociale dei lavoratori licenziati o a
rischio di esubero. L'UE ha inoltre creato uno strumento specifico, il Fondo
europeo di adeguamento alla globalizzazione (FEG), per aiutare i lavoratori che
hanno perso il loro posto di lavoro. In aggiunta, le parti sociali e la Commissione
hanno lanciato diverse iniziative specifiche concernenti l'anticipazione e la
gestione dei cambiamenti e delle ristrutturazioni (per ulteriori dettagli si
veda l'allegato I). L'ultima di tali iniziative, il Libro verde sulle
ristrutturazioni del gennaio 2012, ha identificato le pratiche e le
politiche di maggior successo nell'anticipazione dei cambiamenti e nelle
ristrutturazioni durante gli anni più bui della crisi[4].
Tutte queste iniziative vanno considerate parte
integrante dello sforzo profuso dalla Commissione per rimettere in carreggiata
l'economia europea mediante l'attuazione della strategia Europa 2020, il
semestre europeo ed altre importanti iniziative nei settori dell'occupazione, delle
competenze e della politica industriale. La Commissione ha recentemente preso
l'iniziativa di modernizzare l'acquis dell'Unione in materia di diritto
fallimentare. Tale riforma del diritto fallimentare dell'UE punta a favorire la
sopravvivenza delle imprese ed offre una seconda possibilità agli imprenditori.
Uno dei principali obiettivi di questo nuovo approccio europeo, orientato al
salvataggio in materia di insolvenza e fallimento delle imprese, è quello di
salvaguardare i posti di lavoro e tutelare l'occupazione. 2.1. Il
contributo della normativa giuslavoristica dell'UE alle ristrutturazioni. Le direttive UE in materia di informazione e
consultazione dei lavoratori[5] dispongono principalmente
il coinvolgimento dei rappresentanti dei lavoratori nel processo di
ristrutturazione, riconoscendo loro diritti procedurali di informazione e
consultazione. Essi hanno un ruolo essenziale nel promuovere un'impostazione
finalizzata ad anticipare i cambiamenti e ad affrontarli in modo collaborativo. La consultazione tempestiva dei lavoratori e la
condivisione di informazioni risultano fondamentali al fine di anticipare i
cambiamenti, di prepararsi per le ristrutturazioni e di gestirle in modo
appropriato. Tali fattori possono inoltre contribuire a ridurre le perdite di posti
di lavoro, mantenendo nel contempo i livelli di occupabilità e riducendo i
costi di adeguamento mediante il ricorso alla flessibilità interna. Nel quadro di una politica volta a migliorare la
regolamentazione la Commissione ha realizzato un "controllo di
qualità" della normativa dell'UE in materia di coinvolgimento dei
lavoratori, esaminando tre direttive concernenti l'informazione e la
consultazione dei lavoratori a livello nazionale[6] (la direttiva 98/59/CE
in materia di licenziamenti collettivi, la direttiva 2001/23/CE in materia
di trasferimenti di imprese e la direttiva 2002/14/CE concernente un
quadro generale relativo all'informazione e alla consultazione dei lavoratori). L'esito di tale controllo indica che l'attuale
quadro normativo risulta complessivamente idoneo allo scopo perseguito. Le tre
direttive sono generalmente pertinenti, efficaci, coerenti e si rafforzano a
vicenda; i benefici che offrono sono verosimilmente preponderanti rispetto ai
costi. Le direttive sembrano inoltre avere contribuito ad attenuare l'impatto
della recessione e le conseguenze sociali negative prodotte dalle operazioni di
ristrutturazione durante la crisi. Ciononostante, la valutazione ha messo in luce
alcune lacune e carenze concernenti il campo di applicazione ed il
funzionamento delle direttive. L'esclusione delle piccole imprese, delle
amministrazioni pubbliche (contrariamente alle imprese pubbliche, che sono
incluse) e dei marittimi dal campo di applicazione delle direttive è stata
messa in discussione da alcune parti interessate in quanto riduce l'utilità
pratica delle direttive per una parte significativa della forza lavoro. Il controllo di qualità ha inoltre attirato
l'attenzione su alcuni fattori che, in determinate circostanze, possono aver
contribuito a ridurre l'efficacia delle direttive, tra i quali: la (ridotta)
incidenza degli organismi di rappresentanza; la qualità della loro
partecipazione (in particolare le modalità per le consultazioni, che sono
spesso limitate e formali); la loro influenza strategica; un'insufficiente
consapevolezza dei diritti e degli obblighi; il rispetto e l'applicazione della
legge. Sembra pertanto che non siano stati pienamente realizzati alcuni degli
obiettivi di tali direttive, in particolare la riduzione del numero di licenziamenti
collettivi, il miglioramento nella gestione e nell'anticipazione dei
cambiamenti, nonché una maggiore occupabilità e adattabilità dei lavoratori. Infine, il controllo di qualità ha indicato
possibili incongruenze tra le direttive concernenti l'informazione e la
consultazione dei lavoratori, in particolare per quanto riguarda le
definizioni. Affrontando tali carenze sarà possibile migliorare anche le
ristrutturazioni a livello societario. Per quanto riguarda le azioni di tipo non
legislativo, la ricerca ha messo in luce l'importanza di creare una cultura del
dialogo sociale, in cui lavoratori e datori di lavoro siano messi a conoscenza
dei diritti e degli obblighi di cui sono titolari in materia di informazione e
consultazione nell'ambito dell'impresa, e in cui tali diritti vengano
efficacemente fatti rispettare in caso di mancata osservanza. Per quanto concerne il quadro normativo la
Commissione si è impegnata ad esaminare la possibilità di consolidare le
direttive in materia di informazione e consultazione, come ha confermato la
Commissione stessa tramite la comunicazione REFIT[7],
adottata il 2 ottobre 2013. La Commissione consulterà le parti
sociali a livello europeo in conformità al disposto dell'articolo 154
TFUE. 2.2. Gli
strumenti di sostegno finanziario dell'UE Il successo dell'industria e delle imprese
europee sui mercati mondiali dipende dall'accesso ad una manodopera altamente
qualificata ed adattabile. Con oltre 10 miliardi di euro di investimenti
annui in tutta l'UE, il Fondo sociale europeo (FSE) rappresenta il principale
strumento finanziario impiegato per migliorare le competenze della forza lavoro
e la sua capacità di adattamento ai cambiamenti. L'FSE persegue tali obiettivi
sostenendo le riforme dei sistemi di istruzione iniziale, con particolare
attenzione ad una migliore corrispondenza tra le competenze sviluppate dal
sistema di istruzione e quelle richieste sul mercato del lavoro (per esempio,
dotando le persone di competenze trasferibili quali quelle in ambito
informatico, linguistico o imprenditoriale), agevolando la transizione dalla
scuola al lavoro (ad esempio promuovendo la formazione professionale,
l'apprendistato o i tirocini supplementari) o migliorando i programmi di
apprendimento permanente sia sul posto di lavoro che in altri ambiti. Tutti
questi interventi contribuiscono a migliorare la competitività in quanto non si
limitano ad offrire alle persone migliori possibilità di trovare un impiego, ma
aiutano anche i datori di lavoro a reperire personale con le competenze
richieste e la capacità di adattarsi ai cambiamenti. Per sfruttare al massimo le potenzialità
dell'FSE è essenziale che tutti i soggetti interessati, in particolare le parti
sociali, siano coinvolti nella programmazione e, ove opportuno, anche
nell'attuazione degli interventi. In vista del prossimo periodo finanziario
2014-2020 è necessario come minimo che gli Stati membri rispettino le norme
stabilite dall'imminente atto delegato della Commissione relativo
all'applicazione del principio di partenariato. Il Fondo europeo di adeguamento alla
globalizzazione (FEG) integra gli interventi dell'FSE ed offre un sostegno
individuale, temporaneo e puntuale ai lavoratori in esubero, nella maggior
parte dei casi oggetto di un licenziamento collettivo, che versino in situazioni
di difficoltà. Il FEG aiuta i lavoratori a far fronte alle conseguenze negative
della ristrutturazione finanziando interventi come l'assistenza nella ricerca
di un impiego, l'orientamento professionale, la formazione e la
riqualificazione su misura, la promozione dell'imprenditorialità, nonché le
indennità individuali a favore dei partecipanti alle varie attività di
formazione e riqualificazione. Dal suo avvio, all'inizio del 2007, fino
all'agosto 2013 il FEG ha ricevuto 110 domande provenienti da 20 Stati membri,
ed ha fornito sostegno ad oltre 100 000 lavoratori[8]. Ripartizione delle domande FEG per settore industriale nel periodo 2007-Agosto 2013 Industria automobilistica || 19 Macchinari ed attrezzature || 12 Prodotti tessili || 10 Industrie grafiche || 9 Costruzione di edifici || 7 Telefoni cellulari || 6 Metalli; apparecchi elettronici || 5 Articoli di abbigliamento || 4 Commercio al dettaglio || 3 Calzature; carpenteria e falegnameria; lavorazione dei metalli; elettrodomestici; costruzione navale || 2 Altro (20 settori) || 1 Durante il prossimo periodo di programmazione
2014-2020 sia l'FSE che il FEG continueranno a finanziare gli investimenti in
capitale umano. L'FSE e la nuova iniziativa per l'occupazione giovanile
offriranno un forte sostegno all'occupazione giovanile e all'attuazione dei
sistemi di garanzia per i giovani, mentre il FEG servirà a cofinanziare misure
a sostegno dei lavoratori in esubero non solo a seguito della globalizzazione,
ma anche a causa di gravi crisi economiche. Il FESR contribuisce inoltre al rafforzamento
della coesione economica e sociale eliminando le principali disparità regionali
mediante il sostegno allo sviluppo e all'adeguamento strutturale delle economie
regionali, compresa la riconversione delle regioni industriali in declino e
delle regioni in ritardo di sviluppo ed il sostegno alla cooperazione
transfrontaliera, transnazionale ed interregionale. Questo sostegno rafforza la
competitività e l'innovazione, creando e salvaguardando posti di lavoro stabili
e garantendo lo sviluppo sostenibile. Durante il prossimo periodo di
programmazione 2014-2020 il FESR continuerà a perseguire tale obiettivo. Il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale
(FEASR) per il periodo successivo al 2013 offre diversi strumenti volti ad
accompagnare i cambiamenti economici e sociali nelle zone rurali. Esso sostiene
lo sviluppo delle aziende agricole e delle imprese, gli investimenti volti a
creare, migliorare ed ampliare i servizi di base alle popolazioni e le relative
infrastrutture, nonché la cooperazione economica, ambientale o sociale tra le
diverse parti interessate. Tali iniziative possono essere integrate da azioni
formative ed informative rivolte agli operatori dei settori agricolo,
alimentare e forestale, nonché alle PMI operanti nelle zone rurali. Anche il Fondo europeo per gli affari marittimi
e la pesca (FEAMP) sostiene gli investimenti in capitale umano necessari per
garantire una migliore corrispondenza tra le competenze degli operatori e
quelle richieste sul mercato, sia nel settore della pesca e dell'acquacoltura,
sia più in generale sul mercato del lavoro, per esempio sostenendo gli
apprendistati o l'apprendimento permanente. Il FEAMP può inoltre contribuire al
rafforzamento della competitività dei settori della pesca e dell'acquacoltura,
così come delle industrie marittime e delle economie costiere. Anche
Erasmus+, il programma dell'UE per l'istruzione, la formazione e la gioventù
per il periodo 2014-2020, contribuisce a sostenere le politiche in materia di
apprendimento permanente. Il programma è strutturato in modo tale da integrare
i diversi settori educativi e da colmare il divario tra i diversi tipi di
apprendimento formale, non formale ed informale. Il nuovo programma Erasmus+
sosterrà tra l'altro le riforme negli Stati membri volte a modernizzare i
sistemi di istruzione e formazione e a promuovere l'innovazione,
l'imprenditorialità e l'occupabilità. 2.3. Iniziative
settoriali In vari settori industriali particolarmente
colpiti dalle misure di ristrutturazione, come il settore automobilistico,
siderurgico, della difesa, chimico, tessile e della stampa, negli ultimi anni
ha avuto luogo un'intensa cooperazione a livello di UE tra la Commissione, le
autorità nazionali e regionali ed i principali rappresentanti dell'industria e
dei sindacati, oppure nel contesto del dialogo sociale europeo. Tale
cooperazione ha prodotto orientamenti specifici per i soggetti interessati su
come meglio anticipare e gestire i cambiamenti e le ristrutturazioni[9]. Va ricordato che molte delle pratiche
ottimali presentate di seguito nel QFR sono già messe in atto da numerose
industrie e in vari settori industriali. Nell'allegato II figurano alcuni
esempi di tali raccomandazioni per quanto concerne i settori automobilistico e
siderurgico. 2.4. Il
Libro verde del gennaio 2012 Nel quadro della strategia Europa 2020, ed
in particolare delle iniziative faro "Una politica industriale per l'era
della globalizzazione" e "Un'agenda per nuove competenze e per
l'occupazione", la Commissione ha adottato il Libro verde dal titolo
"Ristrutturare e anticipare i cambiamenti: quali insegnamenti trarre
dall'esperienza recente?", che si prefigge di individuare politiche e
pratiche di successo per la ristrutturazione e l'adattamento ai cambiamenti in
fase di recupero dalla crisi economica nella prospettiva di mantenere la
competitività della forza lavoro e di agevolare le transizioni professionali. PUNTI PRINCIPALI DELLE RISPOSTE AL LIBRO VERDE[10] Esiste
un ampio consenso circa l'estrema importanza di adottare atteggiamenti
proattivi ed anticipativi, in modo particolare a livello d'impresa, ma anche a
livello regionale e settoriale. Quasi
tutte le risposte hanno messo in evidenza l'importanza del dialogo sociale e
della trasparenza nel processo decisionale, quali fattori fondamentali per
creare un clima di fiducia e consenso tra tutte le parti interessate. È
stata più volte ribadita l'essenzialità della formazione e del miglioramento
delle competenze come caratteristica permanente della vita lavorativa, al fine
di aumentare la competitività delle imprese e l'occupabilità dei lavoratori. Vi è
stata divergenza di vedute in merito all'adeguatezza di uno strumento UE in
questo campo. Le
parti sociali europee si sono mostrate d'accordo sull'importanza e sulla
pertinenza di questo argomento per il loro lavoro e sulla loro disponibilità ad
una collaborazione più estesa. 3. Implicazioni
strategiche più ampie 3.1. Il
contesto macroeconomico La crisi finanziaria e del debito sovrano,
iniziata nel 2008, ha avuto gravi ripercussioni sull'economia europea. Sulla
crescita dei prossimi anni continueranno a pesare le conseguenze della crisi,
come la riduzione della leva finanziaria, la frammentazione dei sistemi
finanziari e dei mercati del credito e gli elevati livelli di disoccupazione.
Gli effetti della crisi sono destinati a scomparire man mano che verranno
corretti gli squilibri macroeconomici accumulati. Ci vorrà tempo prima che il
mercato del lavoro dia segni di miglioramento: in molte regioni d'Europa si
prevede che la disoccupazione continuerà a registrare tassi spropositatamente
elevati ancora per qualche tempo, e nel complesso la situazione sociale rimane
negativa. Questo contesto crea alcune difficoltà strategiche. Per garantire il
ritorno ad una crescita sostenibile occorre modificare anche la composizione
della produzione. In particolare, i paesi che prima della crisi hanno
sperimentato forti squilibri esterni devono espandere i rispettivi settori di
esportazione e migliorare la competitività, sia essa basata o meno sui prezzi.
Deve aumentare il peso dei settori di beni e servizi scambiabili, con il
conseguente trasferimento di risorse dal settore di beni e servizi non
scambiabili. Un aumento della produttività può richiedere l'adozione di
tecnologie più efficienti sotto il profilo delle risorse, maggiori investimenti
nello sviluppo di competenze, un miglior sostegno e modalità differenti di
organizzazione della produzione. Nello stesso tempo il contesto macroeconomico
attuale, caratterizzato dalla debolezza della richiesta di manodopera, dal
persistere di un indice ridotto di avviamento al lavoro e da quote crescenti di
disoccupazione di lunga durata, aumenta i costi sociali dei processi di
ristrutturazione attualmente in corso. Una simile situazione richiede
l'adozione di quadri programmatici efficaci che permettano di sostenere ed
accompagnare tutte le parti coinvolte in tali processi. 3.2. Le
ristrutturazioni e la ripresa fonte di occupazione nel quadro della strategia
Europa 2020 L'UE ha reagito alle gravi ripercussioni della
crisi con determinazione e con riforme economiche, che hanno permesso di
compiere progressi nel ripristino della stabilità macroeconomica e dei mercati
finanziari tramite il miglioramento della governance e l'introduzione di
riforme programmatiche e normative atte a soddisfare i requisiti di una vera
unione monetaria. Nel 2010 la Commissione ha adottato la strategia
Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva[11]. Ogni anno l'analisi annuale della
crescita (AGS) stabilisce le priorità fondamentali per l'anno successivo. L'AGS
per il 2014 conferma che le massime priorità programmatiche dell'UE sono la
promozione della crescita e della competitività, la lotta alla disoccupazione e
la risposta alle conseguenze sociali della crisi. L'AGS sottolinea che, in un simile contesto, le
ristrutturazioni vanno di pari passo con il ritorno alla crescita, giacché le
imprese e le famiglie riducono l'eccessivo indebitamento e i fattori di
produzione vengono impiegati in settori maggiormente produttivi dell'economia. La
ripresa economica richiede l'individuazione di nuove fonti di crescita e di
competitività sostenibili nel lungo termine, che permettano all'economia
europea di sviluppare attività ad elevata intensità di conoscenze e altamente
produttive; – tale obiettivo non può essere raggiunto senza un processo di
ristrutturazione adeguatamente gestito della base industriale dell'UE, e più in
generale dell'economia. L'AGS ribadisce inoltre l'esigenza di sostenere
la creazione di posti di lavoro in settori destinati a creare notevoli
opportunità d'impiego nei prossimi anni. L'economia verde, il settore digitale
e la sanità sono stati identificati come settori in rapida crescita che
emergono dalle profonde trasformazioni strutturali della nostra economia e
della nostra società. Occorre quindi elaborare quadri strategici che puntino
attivamente sulle politiche del mercato del lavoro e dello sviluppo delle
competenze per sostenere la creazione di posti di lavoro in tali settori e per
anticipare e adeguarsi ai nuovi modelli di crescita, in particolare per le
startup tecnologiche in rapida crescita. A livello europeo lo sviluppo di queste priorità
programmatiche avviene nel quadro del semestre europeo, durante il quale
vengono sottoposte agli Stati membri raccomandazioni per riforme strutturali
atte a sostenere la crescita economica, la competitività e l'occupazione.
Occorre altresì compiere un esame più approfondito delle nostre politiche
microeconomiche e dei relativi meccanismi di governance e di attuazione. È
necessario integrare le riforme della politica macroeconomica realizzate per
stabilizzare l'economia dell'UE con interventi ben coordinati di politica
microeconomica in grado di valorizzare le nostre potenzialità produttive e di
aumentare la competitività. 3.3 Il ruolo
della politica industriale Le incertezze macroeconomiche e le rigidità
strutturali delineano una prospettiva preoccupante per l'economia europea,
sebbene i principali indicatori attualmente disponibili suggeriscano che la
performance industriale è destinata a migliorare. I risultati degli scambi con
l'estero sono notevolmente migliorati, tuttavia ci troviamo ancora al di sotto
dei livelli di produzione raggiunti prima della crisi e il livello degli
investimenti privati rimane limitato. Nel 2010 la Commissione ha presentato un
programma integrato di politica industriale[12] che è stato
successivamente aggiornato nell'ottobre 2012[13]. Una delle priorità
centrali della nuova politica industriale consiste nell'aiutare l'industria
europea a riprendersi rapidamente dalla crisi economica e a realizzare gli
adeguamenti necessari. Ciò significa sostenere la ridistribuzione della
manodopera dalle attività e dai settori in declino a quelli in crescita. Una
migliore capacità di anticipazione e di gestione delle ristrutturazioni aiuterà
sia i lavoratori sia le imprese ad adattarsi meglio alle transizioni imposte
dall'eccesso di capacità e dalla modernizzazione, nonché alle esigenze di
innovazione derivanti dai cambiamenti economici e dagli adeguamenti
strutturali. Sostenere l'industria europea significa
principalmente investire nell'innovazione e in nuove competenze che permettano
di aspirare a posti di lavoro migliori. Per imporsi a livello mondiale mediante
l'innovazione, l'Europa ha bisogno di professionisti altamente qualificati.
Maggiori investimenti nella ricerca, la promozione dell'innovazione e una
manodopera adeguatamente qualificata sono gli elementi essenziali per uscire
dalla crisi attuale e garantire la crescita futura. Questo approccio integrato
rappresenta l'essenza stessa della strategia Europa 2020 per la
crescita e l'occupazione. Una politica industriale competitiva ed
efficiente si fonda su mercati del lavoro dinamici. Stimolare le potenzialità
occupazionali dei principali mercati mediante nuove sinergie con le politiche
pertinenti dell'UE, ed affrontare le sfide del mercato del lavoro derivanti dai
cambiamenti strutturali mediante il dialogo sociale rappresentano quindi gli
elementi portanti di una politica industriale competitiva ed efficiente. I cambiamenti strutturali e l'innovazione sono
fattori che contribuiscono sia alla perdita che alla creazione di posti di
lavoro. Soltanto con l'adozione di strategie costruttive, fondate in
particolare sull'innovazione, potremo agevolare transizioni socialmente inclusive
ed affrontare le difficoltà legate alla crescente disoccupazione ed
all'esclusione sociale. 3.4. Le
dinamiche dei mercati del lavoro Il semestre europeo è un nuovo approccio che
permetterà agli Stati membri ed alle istituzioni dell'UE di rafforzare il
coordinamento della politica economica e delle politiche sociali ed
occupazionali, nonché di monitorare gli interventi a sostegno degli obiettivi
della strategia Europa 2020, in particolare di quelli legati all'occupazione. In un momento in cui le conseguenze sociali
della crisi sono ancora fortemente avvertite e il tasso di disoccupazione
rimane ai massimi storici[14], risulta essenziale
ripristinare le dinamiche dei mercati del lavoro in tutta l'Unione. Nel
pacchetto sull'occupazione[15] varato nel 2012 la Commissione
ha sottolineato l'importanza delle transizioni verso un'occupazione di qualità,
degli investimenti in competenze e della mobilità. Una tempestiva anticipazione dei cambiamenti e
del fabbisogno di capitale umano può contribuire ad una ripresa fonte di
occupazione e ad agevolare la transizione verso una crescita intelligente,
sostenibile ed inclusiva, promuovendo significativamente la competitività delle
imprese, migliorando l'occupabilità dei lavoratori e le condizioni di lavoro e
sostenendo l'occupazione. Le autorità pubbliche, anche a livello regionale,
hanno un interesse diretto a partecipare al raggiungimento di tali obiettivi,
attenuando nel contempo il disagio sociale. Evitare i licenziamenti collettivi ed il
conseguente declino di intere regioni o la delocalizzazione di intere
industrie, spesso accompagnati dalle gravi ripercussioni transfrontaliere che
tutto ciò comporta, è un obiettivo essenziale che può essere realizzato
agevolando la riconversione economica ed efficaci transizioni economiche. A
tale riguardo, il QFR aiuterà a rafforzare la capacità delle imprese, dei
lavoratori e delle regioni di adattarsi agevolmente ad un contesto economico in
rapida evoluzione. Un altro aspetto importante è rappresentato dai
costi sociali potenzialmente elevati che possono derivare dalle operazioni di
ristrutturazione e che le autorità pubbliche sono chiamate a sostenere, in
particolare per quanto riguarda la disoccupazione, l'aumento delle
disuguaglianze e della povertà, ecc. Tali costi gravano pesantemente sulle
finanze pubbliche e possono ostacolare la ripresa economica a livello
nazionale. La definizione di una prospettiva europea comune sui processi di
ristrutturazione potrebbe contribuire a prevenire tali costi oppure a
distribuirne l'onere tra i diversi soggetti interessati coinvolti nelle
operazioni di ristrutturazione. L'UE ha costruito un solido sistema
occupazionale e di tutela sociale che, insieme a livelli di istruzione
relativamente elevati, ha costituito la base della sua prosperità economica e
sociale. D'altro canto tale sistema, progettato per sostenere la stabilità
occupazionale senza attribuire particolare importanza alla promozione della
capacità di adattamento dei lavoratori, risulta oggi sempre più inadatto a
fornire ai singoli lavoratori una vera prospettiva di futuro professionale nel
momento in cui il loro posto di lavoro è a rischio. La rapida evoluzione dei contesti
imprenditoriali attuali e futuri metterà alla prova le capacità organizzative
richieste per garantire l'anticipazione dei cambiamenti e una rapida ed agevole
ridistribuzione delle risorse, particolarmente di quelle umane, dai settori in
declino a quelli emergenti. Considerando la crisi economica e finanziaria e la
contemporanea accelerazione dei cambiamenti, ora più che mai è essenziale che
l'Europa affronti tali debolezze. Una buona capacità di anticipazione delle
ristrutturazioni ed una gestione socialmente responsabile delle stesse
contribuiranno in misura significativa alla realizzazione di questo obiettivo. La sicurezza nelle transizioni professionali
riveste un'importanza cruciale. Una carriera professionale caratterizzata da
una serie di cambi di lavoro è oggi una realtà per molti lavoratori. La qualità
delle transizioni determinerà la qualità della carriera professionale di un
lavoratore e risulta essenziale affinché le persone dispongano degli strumenti
necessari per mantenere la loro occupabilità e per far sì che le transizioni
risultino proficue. L'accesso all'apprendimento permanente è fondamentale per
preservare l'occupabilità sia dei lavoratori in attivo che di quelli
disoccupati. L'anticipazione delle ristrutturazioni potrebbe
prevenire le situazioni di crisi mediante una gestione proattiva e negoziata
delle operazioni di ristrutturazione e dei cambiamenti strutturali. Tali
strategie dovrebbero comprendere misure quali il monitoraggio continuo del
fabbisogno di manodopera e di competenze e programmi permanenti per lo sviluppo
delle competenze dei lavoratori, al fine di sostenerne l'occupabilità ed
agevolarne le transizioni verso nuovi posti di lavoro qualora si verifichi una
ristrutturazione. I servizi pubblici per l'impiego (SPI) hanno un
ruolo importante nel sostenere le transizioni nel mercato del lavoro, in quanto
fungono da ponte tra le persone in cerca di lavoro e i datori di lavoro.
Sebbene la struttura dei servizi pubblici per l'impiego varii da paese a paese,
in tutti i paesi tali servizi aiutano a conciliare la domanda e l'offerta sul
mercato del lavoro mediante servizi informativi, di collocamento e di sostegno
attivo a livello locale, nazionale ed europeo. Una maggiore collaborazione tra
i servizi pubblici per l'impiego può aiutarli ad offrire una risposta più
efficace ai problemi posti dalle ristrutturazioni. L'iniziativa Nuove competenze per nuovi lavori
si prefigge di prevedere meglio il futuro fabbisogno di competenze, di favorire
una migliore corrispondenza tra le competenze e le esigenze del mercato del
lavoro e di colmare il divario tra il mondo dell'istruzione e quello del
lavoro. La comunicazione intitolata "Ripensare l'istruzione"[16] stabilisce un quadro programmatico
globale per l'istruzione e la formazione al fine di garantire che la manodopera
sia in possesso delle competenze adeguate. Apprendistati di alta qualità ed altri sistemi
di apprendimento sul lavoro, come i tirocini, aiutano a fornire le competenze
richieste dal mercato del lavoro e possono quindi contribuire a migliorare la
corrispondenza tra competenze e fabbisogni e la competitività economica. La
Commissione ha lanciato l'Alleanza europea per l'apprendistato[17],
che ha l'obiettivo di potenziare l'offerta, la qualità e l'immagine degli
apprendistati. Essa ha anche proposto un quadro per la qualità dei tirocini[18] al fine di migliorarne la qualità[19]. Il potenziale di mobilità dei lavoratori all'interno dell'UE non viene
pienamente sfruttato per affrontare le sfide della ristrutturazione. La
Commissione presenterà una proposta di regolamento volto a rafforzare la rete
EURES per meglio gestire il problema degli sbilanciamenti e degli squilibri nel
mercato del lavoro europeo e per agevolare le assunzioni in tutta l'UE, in
particolare mediante il miglioramento dell'accesso dei lavoratori ai servizi di
sostegno alla mobilità dei lavoratori all'interno dell'UE. Nei prossimi mesi la
Commissione lavorerà anche per semplificare e migliorare le norme che regolano
il coordinamento della sicurezza sociale e le loro ripercussioni sulla mobilità
dei lavoratori. 3.5. Una
questione fondamentale per le PMI Un quadro europeo potrebbe rivelarsi utile anche
per le piccole e medie imprese (PMI), che si trovano ad affrontare maggiori
difficoltà nell'anticipare i cambiamenti e nel reperire lavoratori qualificati.
Occorre tenere debitamente conto delle loro specificità e in particolare della
loro necessità di un contesto stabile e prevedibile, che consenta loro di
essere competitive sia sui mercati locali che su quelli globali. Invece di
gravare le PMI di ulteriori oneri, il QFR prevede quindi che siano altri
soggetti interessati (imprese più grandi, autorità pubbliche) a prendere le
iniziative che permetteranno alle PMI, dotate di risorse umane e finanziarie
inferiori, di sviluppare le loro strategie di pianificazione e di prevedere il
loro fabbisogno di competenze mediante una formazione adeguata dei loro lavoratori. In fase di attuazione delle azioni previste dal presente QFR occorre
inoltre prestare particolare attenzione alle specificità delle PMI in rapida
crescita, che spesso richiedono processi rapidi di assunzione e ridistribuzione
del personale, nonché la disponibilità di una riserva di lavoratori
qualificati. 3.6. Una
questione emergente per un settore pubblico in evoluzione Anche i dipendenti del settore pubblico in quasi
tutti i paesi hanno risentito della crisi, in quanto i governi mirano a ridurre
le dimensioni del settore pubblico. La riforma della pubblica amministrazione
ha compreso blocchi e tagli degli stipendi, modifiche degli accordi
contrattuali e delle condizioni di lavoro e riduzione del personale. Considerando che gli impiegati del settore pubblico,
compresi i funzionari pubblici, assistono ad un'equiparazione progressiva del
loro rapporto di lavoro ai rapporti contrattuali vigenti nel settore privato,
in particolare per quanto riguarda la stabilità del posto di lavoro, sembra
legittimo e necessario estendere anche a loro l'applicazione dei meccanismi di
adattamento proposti. Va inoltre considerato che il settore pubblico
occupa circa il 25% della forza lavoro in Europa ed ha un ruolo essenziale
nello sviluppo della nostra economia e della nostra società. Stimolare
l'innovazione nel settore pubblico (ad esempio tramite un rafforzamento della
collaborazione, la ricerca congiunta di soluzioni insieme ai cittadini, la
promozione di una cultura della sperimentazione) può avere un ruolo importante
nel miglioramento della qualità dei posti di lavoro nel settore pubblico nonché
dei servizi che quest'ultimo fornisce. Un settore pubblico efficace ed
innovativo genera più innovazione nell'intera economia, da cui derivano più
posti di lavoro ed una maggiore crescita. La Commissione invita pertanto gli Stati membri
a studiare le possibilità di applicare il QFR proposto agli impiegati del
settore pubblico, indipendentemente dalla natura legale del loro rapporto di
lavoro. La
transizione descritta assume particolare rilevanza quando la fornitura di
servizi che in precedenza rientrava fra le competenze dei monopoli pubblici
viene aggiudicata tramite sistemi di concessione; il rinnovo delle concessioni
può infatti implicare eventi di ristrutturazione. Tali circostanze
richiederanno alle parti coinvolte un certo grado di mobilità della manodopera
nonché capacità di anticipazione e lavoro di gestione. Tali sforzi, come anche
il sostegno pubblico richiesto, saranno maggiori nel caso in cui il sistema di
concessioni venga introdotto per la prima volta. 4. Conclusioni Sulla base delle prove e delle argomentazioni
presentate, la Commissione presenta a tutte le parti interessate il seguente
QFR, basato su esempi pratici riscontrati in diversi sistemi di relazioni
industriali e in una serie di contesti nazionali e sociali. Sebbene alcune
delle pratiche ottimali descritte di seguito non siano automaticamente
trasferibili, esse possono fungere da fonte d'ispirazione e di orientamento. La Commissione invita: •
gli Stati membri a sostenere e diffondere il QFR,
nonché a promuoverne l'applicazione generalizzata, ed esorta tutte le parti
interessate a cooperare sulla base dei principi e delle pratiche ottimali
descritte; •
tutte le parti interessate ad elaborare ed attuare
principi e strumenti specifici per sostenere le PMI nei loro sforzi di
ristrutturazione; •
gli Stati membri a prendere in considerazione
l'applicazione del QFR proposto agli impiegati del settore pubblico,
indipendentemente dalla natura legale o contrattuale del loro rapporto di
lavoro; •
gli Stati membri e le regioni a ricorrere ai fondi
dell'UE, conformemente alle norme che disciplinano gli aiuti di Stato, per
sostenere investimenti volti ad anticipare ed agevolare i mutamenti industriali
anche sotto il profilo di una politica industriale inquadrata nella strategia
Europa 2020, nonché a sviluppare il capitale umano tramite attività
formative e di miglioramento delle competenze, oltre ad attenuare le
conseguenze sociali negative delle ristrutturazioni sostenendo il reimpiego dei
lavoratori in esubero (FSE e FEG); •
le parti sociali a contribuire al rafforzamento del
presente QFR e ad agevolare il processo di adeguamento economico tramite
l'elaborazione e la negoziazione al livello pertinente (nazionale, settoriale,
aziendale, ecc.) di quadri d'intervento per l'anticipazione dei cambiamenti e
delle ristrutturazioni e per la flessibilità interna. La Commissione monitorerà le modalità di
applicazione del QFR nell’UE ed invierà relazioni di monitoraggio al Parlamento
europeo ed alle parti sociali. In base a tali relazioni e ad una valutazione
politica di accompagnamento la Commissione valuterà la necessità di rivedere il
QFR entro il 2016. Tale revisione mirerà a stabilire se siano necessarie
ulteriori azioni, compresa una proposta legislativa.
Quadro UE per la
qualità
nell'anticipazione
dei cambiamenti e delle ristrutturazioni Anticipazione, gestione e
monitoraggio/valutazione A partire dalla fine degli anni '90 il ricorso a
nuove pratiche sia all'interno che all'esterno delle imprese ha dimostrato che
l'anticipazione del fabbisogno di competenze e di formazione, unita ad una
ristrutturazione responsabile, può portare a risultati positivi se vi è
collaborazione tra le parti interessate a livello sociale e regionale. Al di là della validità degli obiettivi sociali
ed occupazionali, l'anticipazione ed una ristrutturazione ben gestita
rappresentano i presupposti per il successo economico e il miglioramento delle
condizioni di lavoro. Non perdere di vista l'opportunità strategica di
un'evoluzione del posto di lavoro e inquadrare i processi di cambiamento
nell'ambito di progetti a lungo termine (invece di prendere decisioni guidate
dal desiderio di guadagni a breve termine o da obiettivi di valorizzazione
degli attivi) sono fattori essenziali per la sostenibilità e la competitività
delle imprese. Tale affermazione è valida per interi settori economici e per
intere regioni ed economie. Le pratiche ottimali descritte
più avanti sono pertanto suddivise in base al momento in cui tali misure devono
essere adottate: strumenti ed interventi di anticipazione, da adottare su base
permanente o per la gestione di processi di ristrutturazione specifici. Particolare importanza va
attribuita anche alla valutazione ed al monitoraggio successivi dei processi di
ristrutturazione ad opera di tutti i soggetti interessati, in quanto consentono
di identificare i punti deboli e le iterazioni di tali processi e rendono
possibile il conseguente miglioramento dei futuri processi di ristrutturazione.
Anche le iniziative volte a monitorare la situazione dei lavoratori dopo il
licenziamento (valutazione a lungo termine della carriera dei lavoratori
licenziati, banca dati per l'analisi di serie temporali dei percorsi
professionali gestiti) aiutano a valutare i risultati ottenuti in termini di
transizioni professionali completate con esiti positivi. La valutazione ed il
monitoraggio comprendono l'analisi delle misure di ristrutturazione e la
pubblicazione dei risultati, la revisione delle strategie di sviluppo in base all'esperienza
ed alle ripercussioni della ristrutturazione, ecc.). Una questione a più livelli
che coinvolge molteplici parti interessate L'anticipazione del fabbisogno di capitale umano
e la gestione delle ristrutturazioni coinvolgono molteplici parti interessate
(imprese, rappresentanti dei lavoratori, parti sociali, servizi per l'impiego
pubblico, autorità ed amministrazioni pubbliche, ecc.) a diversi livelli
(europeo, nazionale, regionale, settoriale ed aziendale). La coerenza e le sinergie tra
le azioni di tutte le diverse parti interessate, come anche un adeguato
coordinamento della pianificazione e degli interventi di anticipazione e
ristrutturazione, sono elementi essenziali per garantire l'efficienza e la
sostenibilità delle soluzioni adottate. Ai fini di una maggiore semplicità di
comprensione, il QFR è strutturato come una serie di schede di pratiche
ottimali rivolte a ciascuna delle parti coinvolte: imprese, rappresentanti dei
lavoratori, parti sociali, lavoratori e autorità nazionali e regionali[20]. La lista di controllo sui processi di
ristrutturazione del 2009[21] contiene una raccolta più
completa di pratiche ottimali in questo campo. Tutte le pratiche ottimali
illustrate nelle schede si fondano su esperienze reali di imprese,
rappresentanti dei lavoratori ed altri soggetti interessati, e coloro che sono
chiamati ad attuarle le ritengono essenziali per garantire un adeguamento
rapido, agevole, economicamente efficiente e socialmente accettabile ai
cambiamenti ed alle ristrutturazioni, soprattutto in circostanze difficili.
Indipendentemente dalla loro applicabilità ad altri contesti – che va valutata
caso per caso – l'importanza loro attribuita dalle parti che le mettono in
pratica ne giustifica l'inclusione nel QFR come fonte di ispirazione per tutti
gli altri soggetti coinvolti. Tali pratiche ottimali sono spesso state
ispirate o promosse da regolamentazioni ed altri meccanismi di sostegno
pubblico. La banca dati Eurofound dell'ERM, contenente la legislazione in tema
di ristrutturazioni[22], fornisce informazioni
comparative sulle regolamentazioni nazionali. La banca dati dell'ERM relativa
agli strumenti di sostegno per le ristrutturazioni[23]
fornisce informazioni su circa 400 misure negli Stati membri dell'Unione
europea e in Norvegia. I governi nazionali, le organizzazioni dei datori di
lavoro e i sindacati sono alcuni degli organismi che forniscono sostegno alle
imprese che si trovano ad affrontare una ristrutturazione ed ai lavoratori
interessati. Le azioni e gli strumenti indicati nel presente
QFR potrebbero essere ammessi a beneficiare di un sostegno a titolo dei fondi
strutturali dell'UE (in particolare l'FSE e il FESR), nonché del FEG. DATORI DI LAVORO Al fine di mantenere
la loro competitività e ridurre i costi di ristrutturazione, le imprese anticipano
il fabbisogno di capitale umano e gestiscono i cambiamenti. Le PMI possono non
essere in grado di attuare tutte le pratiche ottimali esposte di seguito. ANTICIPAZIONE DEI CAMBIAMENTI La pianificazione
strategica effettuata dai datori di lavoro, con la continua partecipazione dei
rappresentanti dei lavoratori conformemente agli strumenti di contrattazione
collettiva, informazione e consultazione dei lavoratori, comprende la
prospezione dei posti di lavoro e delle competenze, inclusi i seguenti elementi: o
monitoraggio strategico
a lungo termine della
situazione economica e finanziaria dell'impresa e degli sviluppi tecnologici e
del mercato; o
mappatura continua dei
posti di lavoro e del fabbisogno di competenze; o
misure indirizzate ai
singoli lavoratori: misure di
flessibilità (flessibilità a lungo termine dell'orario di lavoro, rotazione dei
compiti lavorativi, ecc.); misure di formazione (introduzione di consulenti per
la formazione, elaborazione di revisioni individuali delle competenze; piani di
formazione individuale, anche per dotare i lavoratori di competenze
trasversali, ecc.); misure per lo sviluppo della carriera professionale
("giornate informative sulle opportunità di carriera", "punti di
informazione sulle opportunità di carriera", misure di rotazione dei
compiti lavorativi, ecc.); misure per promuovere la mobilità interna ed
esterna, ecc.; o
partnership esterne con le regioni, con gli istituti di
istruzione e formazione e con il contesto imprenditoriale. GESTIONE DEI PROCESSI DI RISTRUTTURAZIONE Le pratiche ottimali
nella gestione delle operazioni di ristrutturazione comprendono, tra l'altro: o
creare un consenso
interno mediante una diagnosi
congiunta basata su logiche aziendali chiare a favore del cambiamento e tramite
l'informazione e la consultazione completa dei lavoratori sin dalle fasi
iniziali; o
contribuire
all'organizzazione di un
sostegno personalizzato ai lavoratori il cui licenziamento non possa essere
evitato; o
coinvolgere i soggetti
esterni sin dalle fasi
iniziali (autorità regionali, università, centri di formazione e soggetti che
intervengono lungo la catena di approvvigionamento). RAPPRESENTANTI DEI LAVORATORI I rappresentanti dei
lavoratori, anche tramite i comitati aziendali europei, rappresentano un punto
di riferimento per la direzione aziendale nell'anticipazione e nella gestione
dello sviluppo dei posti di lavoro e delle competenze richiesti, nonché nel
condurre determinate operazioni di ristrutturazione. ANTICIPAZIONE DEI CAMBIAMENTI o
Mappatura continua dei
posti di lavoro e del fabbisogno di competenze delle imprese; o
misure destinate ai
singoli lavoratori, compresa la promozione della mobilità interna ed esterna. GESTIONE DEI PROCESSI DI RISTRUTTURAZIONE o
Elaborare insieme alla
direzione un sistema congiunto di diagnosi; o
concordare procedure
specifiche per l'impresa dirette ad affrontare particolari situazioni di
ristrutturazione; o
contribuire, in
particolare tramite la negoziazione, all'elaborazione e all'attuazione di
tutti i meccanismi richiesti per fornire sostegno ai singoli lavoratori e
garantirne il seguito adeguato; o
seguire ed assistere i
lavoratori in esubero nella
ricerca di un nuovo posto di lavoro e/o delle opportunità di riconversione
professionale appropriate; o
partecipare a partnership
esterne, a reti più estese ed a meccanismi atti a fornire sostegno ai
singoli lavoratori e a promuovere l'inclusione dell'intera catena di
approvvigionamento nella preparazione e nella gestione delle operazioni di
ristrutturazione. SINGOLI LAVORATORI Dal punto di vista
del singolo lavoratore, l'anticipazione dipende dalla sua capacità di
scegliere e di trovarsi in condizioni di migliorare la propria occupabilità
nonché di compiere transizioni professionali. Per quanto concerne
l'occupabilità, altri soggetti (datori di lavoro, rappresentanti dei
lavoratori, parti sociali, autorità) hanno un ruolo cruciale nel sostenere,
motivare e appoggiare i singoli lavoratori. ANTICIPAZIONE DEI CAMBIAMENTI A condizione che gli
strumenti e le opportunità siano disponibili, è importante per i lavoratori: o
migliorare la propria capacità
di raccogliere le informazioni necessarie per comprendere la situazione; o
riesaminare le loro competenze ed aggiornare il proprio
orientamento professionale; o
aumentare la loro occupabilità
e mobilità e compiere transizioni professionali fattibili; o
esercitare il loro diritto
all'istruzione e alla formazione ed accettarne gli obblighi corrispondenti. GESTIONE DEI PROCESSI DI RISTRUTTURAZIONE o
Raccogliere
informazioni sulla strategia
aziendale, sui piani di ristrutturazione e sugli sviluppi del mercato del
lavoro; mantenere contatti con i rappresentanti e partecipare ai procedimenti
di informazione e di consultazione; o
esaminare eventuali
azioni per evitare di essere licenziati: elaborare un piano d'azione individuale per la
ricerca di un impiego; essere disponibili alla mobilità all'interno
dell'impresa o tra imprese diverse; richiedere coaching, formazione sulle
domande di impiego, orientamento professionale e programmi formativi specifici
orientati alle offerte di impiego; o
utilizzare gli
strumenti di sostegno individuale disponibili per il personale: mantenere i
contatti con le unità di riconversione; iscriversi agli uffici di collocamento;
chiedere l'assistenza del datore di lavoro durante il periodo precedente il
licenziamento; fare domanda di programmi di formazione nei periodi di
disoccupazione; utilizzare gli strumenti di sostegno all'imprenditorialità
laddove questi ultimi siano disponibili. PARTI SOCIALI ED ORGANIZZAZIONI SETTORIALI Le parti sociali e
le organizzazioni settoriali possono svolgere un ruolo importante
nell'anticipazione dei cambiamenti, nell'identificazione dei posti di lavoro e
del fabbisogno di competenze nonché nella gestione delle operazioni di
ristrutturazione, guidando o integrando gli interventi a livello aziendale,
nazionale o regionale attraverso il dialogo sociale e la contrattazione
collettiva. ANTICIPAZIONE DEI CAMBIAMENTI o
Mappatura dei posti di
lavoro e del fabbisogno di competenze: partecipare ai sistemi di allarme preventivo a tutti i livelli; o
elaborare quadri per il
coinvolgimento dei lavoratori:
promuovere la contrattazione collettiva in materia di anticipazione dei
cambiamenti e di ristrutturazioni a livello di UE, nazionale, settoriale,
regionale, locale e aziendale; o
elaborare misure
indirizzate ai singoli lavoratori: sostenere la riconversione, istituire o contribuire a programmi per
lo sviluppo di competenze a livello regionale, regionale ed aziendale; o
elaborare misure
dirette a promuovere la mobilità interna ed esterna: agevolare le transizioni professionali all'interno e
all'esterno dell'impresa; promuovere misure innovative per il miglioramento della
mobilità. GESTIONE DEI PROCESSI DI RISTRUTTURAZIONE o
Effettuare una diagnosi
congiunta: condividere le
conoscenze disponibili sul contesto economico con i membri, gli affiliati e
tutte le parti interessate; promuovere la comunicazione, la creazione di reti e
la governance a livello multilaterale; o
esaminare e negoziare
tutte le possibili alternative al licenziamento: promuovere il coordinamento dei sindacati a livello
di UE per aiutare i Comitati aziendali europei (CAE); incoraggiare le
negoziazioni a livello di UE in caso di ristrutturazioni transnazionali;
negoziare politiche di transizione professionale; o
garantire un sostegno
individuale ai lavoratori in esubero: offrire sostegno alle cellule di mobilità interne ed esterne,
istituire fondi per la formazione settoriale finalizzata alla riconversione
professionale. AUTORITÀ NAZIONALI E REGIONALI Le autorità nazionali plasmano la legislazione
applicabile, definiscono e realizzano gli obiettivi programmatici, gestiscono
gli strumenti di previsione e dispongono della capacità istituzionale di
fornire sostegno ai lavoratori. Le autorità regionali coordinano il lavoro
svolto dalle parti interessate nell'anticipare e nel gestire le operazioni di
ristrutturazione e nel promuovere lo sviluppo regionale e la riconversione
economica e sociale. ANTICIPAZIONE DEI CAMBIAMENTI o
Mappatura continua dei
posti di lavoro e del fabbisogno di competenze: sostenere piani nazionali per l'occupazione e lo
sviluppo di competenze, creare strumenti di previsione e anticipazione;
elaborare misure per migliorare la corrispondenza tra le competenze fornite dai
sistemi d'istruzione e formazione e quelle richieste dal mercato del lavoro; o
elaborare misure
indirizzate ai singoli lavoratori: rafforzare le politiche attive per il mercato del lavoro, offrire
piani di qualificazione, sostenere lo sviluppo di competenze generiche e
trasversali, concentrarsi sul miglioramento delle competenze degli adulti meno
qualificati, offrire servizi di orientamento professionale, contribuire alla
convalidazione dei sistemi di apprendimento non formale od informale;
promuovere politiche regionali di apprendimento permanente; o
elaborare misure
dirette a promuovere la mobilità interna ed esterna: sviluppare incentivi atti a promuovere la mobilità
geografica e professionale, predisporre quadri giuridici ed operativi per le
transizioni professionali, elaborare sistemi di certificazione e di
trasmissibilità delle competenze, promuovere sistemi di qualificazione;
istituire banche dati contenenti informazioni sulle necessità dei datori di
lavoro, garantire la corrispondenza tra domanda di lavoro da un lato e posti
vacanti e fabbisogno di competenze dall'altro; o
elaborare misure per
favorire l'adeguamento economico a livello regionale: promuovere la cooperazione tra soggetti interessati
a livello regionale, sostenere la pianificazione e la condivisione del rischio
in materia di occupazione e di competenze, creare o rafforzare gli osservatori
regionali per il monitoraggio dei cambiamenti economici, dei posti di lavoro e
delle competenze, creare sistemi di allarme preventivo, stabilire rapporti di
lavoro regolari con le imprese, incluse le imprese sociali e le agenzie per lo
sviluppo; concludere patti territoriali per l'occupazione e sviluppare
partnership pubblico-private e strutture istituzionali per lo sviluppo delle
competenze; o
pur nel rispetto delle
norme applicabili in materia di aiuti di Stato, avvalersi appieno dei fondi
strutturali dell'UE sulla base dei principi di "specializzazione
intelligente" nel settore della ricerca e dell'innovazione, concentrandosi
sugli investimenti atti ad agevolare e accompagnare il cambiamento strutturale
e favorendo l'innovazione sociale per promuovere transizioni professionali
socialmente inclusive e la creazione di posti di lavoro. GESTIONE DEI PROCESSI DI RISTRUTTURAZIONE o
Effettuare una diagnosi
congiunta: raccogliere
informazioni in materia di licenziamenti a livello nazionale, regionale e
settoriale, monitorare l'incidenza delle ristrutturazioni su regioni e settori
specifici; istituire sistemi di allarme preventivi, riunire i soggetti
interessati per effettuare una diagnosi congiunta; o
esaminare tutte le
alternative possibili prima di procedere ai licenziamenti: promuovere il rilancio delle regioni colpite
dalle ristrutturazioni, monitorare i piani sociali; rafforzare i servizi
pubblici per l'impiego, elaborare programmi per il reinserimento nel lavoro,
favorire la creazione diretta di posti di lavoro, istituire meccanismi per la
condivisione dei rischi, sostenere le acquisizioni da parte dei lavoratori di
imprese in difficoltà o prive di eredi; istituire unità mobili di riconversione
professionale, promuovere la regione presso nuovi investitori, sostenere la
ricerca di nuovi utilizzatori di impianti abbandonati; o
offrire un sostegno
individuale ai lavoratori in esubero, anche mediante i servizi pubblici per
l'impiego (SPI): programmi di
formazione (portali per la formazione e l'orientamento professionale, cellule
pubbliche di riconversione professionale, corsi di formazione); misure atte a
promuovere la mobilità (piattaforme per il reinserimento nel lavoro per PMI ed
imprese sociali, sostegno alle cooperative di lavoratori, piani di mobilità
geografica, sostenere la creazione di riserve di posti di lavoro da parte di
gruppi di datori di lavoro, corrispondere sussidi ed indennità di cessazione
dal servizio); corrispondere prestazioni di disoccupazione ai lavoratori
vulnerabili; o
agevolare le
partnership tra le parti
interessate pertinenti, coinvolgere i servizi pubblici per l'impiego (SPI)
nell'attuazione di piattaforme locali per i lavoratori in esubero, coordinare
l'uso dei fondi strutturali e del FEG conformemente alle norme in materia di aiuti
di Stato, impiegare i gruppi d'intervento regionali come mezzo per mobilitare
tutte le risorse e tutti i soggetti interessati, organizzare transizioni
professionali; istituire servizi a risposta rapida, creare sistemi di sostegno
alle PMI e piattaforme multilaterali (contratti di transizione professionale),
promuovere la creazione di start-up e di nuove imprese mediante politiche
efficaci per stimolare la crescita regionale, la creazione di nuovi posti di
lavoro e l'imprenditorialità. LA COMMISSIONE EUROPEA La Commissione si
impegna a o
monitorare le modalità di applicazione del QFR in tutta
l'UE; o
inviare le relazioni di
monitoraggio al Parlamento europeo e alle parti sociali garantendone un'ampia
diffusione; o
valutare la necessità di rivedere
il QFR entro il 2016. Tale revisione mirerà a stabilire se siano necessarie
ulteriori azioni, compresa una proposta legislativa. o
sostenere i lavori di
programmazione dei Fondi strutturali e di investimento europei (Fondo
sociale europeo, Fondo europeo di sviluppo regionale, Fondo di coesione, Fondo
europeo agricolo per lo sviluppo rurale, Fondo europeo per gli affari marittimi
e la pesca), dei Fondi che operano nell'ambito di un quadro strategico comune e
del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione, anche mediante
iniziative di apprendimento tra pari, attività di rete ed assistenza tecnica; o
considerare la
possibile rifusione delle tre direttive in materia di coinvolgimento dei
lavoratori; a tale riguardo la prima fase di consultazione delle parti
sociali potrebbe avvenire durante la prima metà del 2014. Tabella 1: Riepilogo dei soggetti interessati
e delle pratiche ottimali || ANTICIPAZIONE DEI CAMBIAMENTI || GESTIONE DEI PROCESSI DI RISTRUTTURAZIONE IMPRESE, RAPPRESENTANTI DEI LAVORATORI, PARTI SOCIALI ED ORGANIZZAZIONI SETTORIALI || Effettuare una sorveglianza strategica del contesto economico, imprenditoriale e di mercato; realizzare una mappatura dei posti di lavoro e del fabbisogno di competenze; elaborare un piano pluriennale per i posti di lavoro e le competenze; elaborare misure di flessibilità, formazione e sviluppo della carriera indirizzate ai singoli lavoratori; promuovere la mobilità interna ed esterna; provvedere all'informazione, alla consultazione e alla contrattazione collettiva sulle questioni di cui sopra. || Promuovere il consenso interno mediante una diagnosi congiunta; esplorare tutte le possibili opzioni prima di ricorrere ai licenziamenti; predisporre un sostegno personalizzato ed individuale per i lavoratori in esubero; provvedere all'informazione, alla consultazione e alla contrattazione collettiva sulle questioni di cui sopra; coinvolgere i soggetti esterni. SINGOLI LAVORATORI || Aumentare la propria capacità di raccogliere le informazioni necessarie per comprendere la situazione; riesaminare le proprie competenze ed aggiornare il proprio orientamento professionale; aumentare la propria occupabilità e mobilità e compiere transizioni professionali fattibili; esercitare il proprio diritto all'istruzione e alla formazione ed accettarne gli obblighi corrispondenti. || Raccogliere informazioni sulla strategia aziendale; esplorare le iniziative possibili per evitare di essere licenziati; fare uso del sostegno individuale e personalizzato. AUTORITÀ NAZIONALI E REGIONALI || Sviluppare strumenti di previsione e di anticipazione in materia di occupazione e di competenze nonché lo scambio di informazioni sul mercato del lavoro; rafforzare le politiche attive del mercato del lavoro, promuovere piani di qualificazione e servizi di consulenza, fornire un sostegno finanziario; promuovere la cooperazione tra i soggetti interessati e la condivisione dei rischi; elaborare quadri per favorire le transizioni professionali; effettuare una sorveglianza strategica del contesto economico, imprenditoriale e di mercato; realizzare una mappatura dei posti di lavoro e del fabbisogno di competenze; elaborare un piano pluriennale per l'occupazione e lo sviluppo delle competenze; elaborare misure di flessibilità, formazione e sviluppo della carriera indirizzate ai singoli lavoratori; promuovere la mobilità interna ed esterna; concludere patti territoriali per l'occupazione e creare partenariati pubblico-privato. || Raccogliere dati sui licenziamenti, monitorare le ripercussioni della ristrutturazione, sostenere la creazione di sistemi di allarme preventivo; rafforzare i servizi pubblici per l'impiego, istituire programmi per il reinserimento nel lavoro, promuovere la creazione di posti di lavoro; sostenere le piattaforme locali per la mobilità, promuovere la mobilità mediante il pagamento di indennità e sostenere i gruppi finanziariamente vulnerabili; promuovere partenariati e coordinare l'impiego dei fondi strutturali; predisporre sistemi di allarme preventivo, riunire i soggetti interessati per effettuare diagnosi congiunte; predisporre unità mobili di riconversione, promuovere l'attrattiva e la creazione di posti di lavoro; sostenere misure di formazione e mobilità. [1] COM(2012) 7 final. [2] http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=-//EP//TEXT+TA+P7-TA-2013-0005+0+DOC+XML+V0//IT. [3] L'Osservatorio sulla ristrutturazione in Europa (ERM)
è una raccolta unica di dati relativi ad eventi di ristrutturazione su ampia
scala in tutta l'Unione; esso si occupa di monitorare le conseguenze annunciate
che le ristrutturazioni producono sull'occupazione nei paesi dell'UE-28 e in
Norvegia. L'ERM si basa sulle informazioni pubblicate da testate giornalistiche
selezionate (da tre a cinque per ciascun paese). Sono presi in considerazione
tutti gli eventi che implicano la creazione o la perdita di almeno 100 posti di
lavoro o che incidono almeno sul 10% della forza lavoro di imprese con un
minimo di 250 lavoratori. Poiché l'ERM si basa su determinate testate
giornalistiche selezionate, la copertura che offre delle attività di
ristrutturazione aventi luogo negli Stati membri è puramente indicativa e non
può considerarsi rappresentativa. Ciononostante, i dati dell'ERM offrono una buona
panoramica della ristrutturazione del mercato del lavoro, coerente con i dati
provenienti da altre fonti più rappresentative, quali l'indagine sulle forze di
lavoro nell'Unione europea. [4] Nella risoluzione adottata il 15 gennaio
2013 il Parlamento europeo ha chiesto alla Commissione di presentare una nuova
iniziativa per l'informazione e la consultazione dei lavoratori,
l'anticipazione e la gestione delle ristrutturazioni, basata sulle
raccomandazioni dettagliate fornite dal Parlamento in tale risoluzione. [5] Cfr. elenco nell'allegato I. [6] SWD(2013) 293, http://ec.europa.eu/social/main.jsp?langId=en&catId=89&newsId=1942&furtherNews=yes. [7] Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al
Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni dal titolo
"Adeguatezza ed efficacia della regolamentazione
(REFIT):
Risultati e prossime tappe", del 2 ottobre 2013,
COM(2013)0685 final. [8] Si veda la relazione della Commissione al Parlamento europeo e al
Consiglio sulle attività del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione
nel 2012, del 14 novembre 2013, COM(2013) 782 final. [9] Per i settori automobilistico e dell'acciaio, cfr. http://ec.europa.eu/enterprise/sectors/automotive/cars-2020/index_en.htm e http://ec.europa.eu/enterprise/sectors/metals-minerals/files/steel-action-plan_it.pdf. [10] Per ulteriori dettagli sui risultati del Libro verde: http://ec.europa.eu/social/main.jsp?langId=it&catId=699&consultId=9&furtherConsult=yes. [11] COM(2010) 2020 Europa 2020 - Una strategia per
una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. [12] COM (2010) 614 - Una politica industriale
integrata per l'era della globalizzazione – Riconoscere il ruolo centrale di
concorrenzialità e sostenibilità. [13] COM(2012) 582 - Un'industria europea più forte per la
crescita e la ripresa economica. [14] Progetto di relazione comune sull'occupazione
che accompagna la comunicazione della Commissione sull'analisi annuale della
crescita 2014, del 13 novembre 2013, COM(2013)801 final. [15] Verso una ripresa fonte di occupazione,
COM(2012) 173 final del 18.4.2012, http://ec.europa.eu/social/main.jsp?catId=1039&langId=en. [16] COM (2012) 669 final. [17] http://ec.europa.eu/education/apprenticeship/index_en.htm [18] Proposta di raccomandazione del Consiglio su
un quadro di qualità per i tirocini, del 4 dicembre 2013, COM(2013)
857 final. [19] A tale riguardo sono altresì importanti i
programmi di sostegno alla formazione e alle borse di ricerca, come le borse di
ricerca Marie-Sklodowska Curie istituite nell'ambito dell'iniziativa Orizzonte
2020. [20] Poiché le pratiche ottimali nell'anticipazione
e nella gestione delle ristrutturazioni spesso coinvolgono una pluralità di
soggetti a diversi livelli, nelle diverse schede molte azioni sono descritte in
modo analogo, con una spiegazione del ruolo specifico assegnato a ciascuna
delle parti coinvolte. [21] http://ec.europa.eu/social/main.jsp?catId=782&langId=en. Si veda anche l'allegato 1. [22] http://www.eurofound.europa.eu/emcc/erm/rll/. [23] http://www.eurofound.europa.eu/emcc/erm/supportinstruments/. Si veda anche "Public instruments to support restructuring in Europe - ERM Report 2011", http://www.eurofound.europa.eu/publications/htmlfiles/ef1165.htm. ALLEGATO I DIRETTIVE DELL'UE IN MATERIA DI PARTECIPAZIONE E TUTELA DEI LAVORATORI NEI
CASI DI RISTRUTTURAZIONE La tutela dei lavoratori subordinati in caso
d'insolvenza del datore di lavoro: •
la direttiva 2008/94/CE, concernente
l'insolvenza del datore di lavoro, mira a fornire un minimo di tutela ai
lavoratori subordinati in caso d'insolvenza del datore di lavoro. Essa obbliga
gli Stati membri ad istituire un organismo (un organismo di garanzia) per
garantire il pagamento ai lavoratori dei diritti non pagati. Gli Stati membri
devono inoltre adottare le misure necessarie per garantire che il mancato
pagamento di contributi obbligatori dovuti dal datore di lavoro prima
dell'insorgere dell'insolvenza non leda i diritti alle prestazioni dei
lavoratori subordinati, nella misura in cui i contributi salariali siano stati
trattenuti sui salari loro versati; L'informazione e la consultazione dei
lavoratori a livello nazionale: •
la direttiva 2002/14/CE, che istituisce un
quadro generale relativo all'informazione ed alla consultazione dei lavoratori
nella Comunità europea, mira a intensificare il dialogo all'interno delle
imprese ed a garantire il coinvolgimento dei lavoratori a monte del processo
decisionale con l'obiettivo di favorire l'anticipazione dei problemi e la
prevenzione delle crisi. Tale direttiva si applica alle imprese che impiegano
almeno 50 addetti o agli stabilimenti che impiegano almeno
20 addetti, e dispone che i rappresentanti dei lavoratori debbano essere
informati e consultati in merito agli sviluppi della situazione economica
dell'impresa, allo sviluppo dell'occupazione e alle decisioni suscettibili di
comportare cambiamenti in materia di organizzazione del lavoro e di contratti
di lavoro; •
la direttiva 2001/23/CE, concernente il
mantenimento dei diritti dei lavoratori in caso di trasferimenti di imprese, di
stabilimenti o di parti di imprese o di stabilimenti, prevede che i diritti e
gli obblighi che risultano da un contratto di lavoro o da un rapporto di lavoro
esistente alla data del trasferimento siano trasferiti dal cedente (la parte
che perde la veste di datore di lavoro) al cessionario (in sintesi, il
"nuovo" datore di lavoro). La direttiva prevede inoltre che il
trasferimento non deve costituire motivo di licenziamento da parte del cedente
o del cessionario. In aggiunta alla tutela dei diritti dei lavoratori, la
direttiva sui trasferimenti di imprese, di stabilimenti o di parti di imprese o
di stabilimenti prevede che sia il cedente sia il cessionario debbano fornire
determinate informazioni ai rappresentanti dei lavoratori interessati dal
trasferimento proposto e che, qualora una delle parti preveda misure nei
confronti dei dipendenti, i loro rappresentanti debbano essere consultati al
fine di ricercare un accordo; •
la direttiva 98/59/CE in materia di
licenziamenti collettivi dispone che un datore di lavoro che prevede di
effettuare licenziamenti collettivi deve fornire ai rappresentanti dei
lavoratori informazioni specifiche relative ai licenziamenti proposti e deve
procedere in tempo utile a consultazioni con i rappresentati dei lavoratori al
fine di giungere ad un accordo. Nelle consultazioni devono essere esaminate le
possibilità di evitare o ridurre i licenziamenti collettivi, nonché di
attenuarne le conseguenze ricorrendo a misure sociali di accompagnamento intese
in particolare a facilitare la riqualificazione e la riconversione dei
lavoratori licenziati. La direttiva stabilisce inoltre l'obbligo per il datore
di lavoro di notificare all'autorità pubblica competente ogni progetto di licenziamento
collettivo, e dispone che tali licenziamenti collettivi non possano produrre
effetti prima di 30 giorni da tale notifica;
L'informazione e la consultazione dei
lavoratori a livello transnazionale: •
la direttiva 94/45/CE, riguardante
l'istituzione di un comitato aziendale europeo (CAE) o di una procedura per
l'informazione e la consultazione dei lavoratori nelle imprese e nei gruppi di
imprese di dimensioni comunitarie (rifusa nella direttiva 2009/38/CE), si
applica alle imprese o ai gruppi di imprese che impiegano almeno 1 000
lavoratori ed almeno 150 lavoratori per Stato membro in due Stati membri. Tale
direttiva prevede l'istituzione di un comitato aziendale europeo di
rappresentanza dei lavoratori negli Stati membri in cui opera il gruppo di imprese;
tale comitato deve essere informato e consultato riguardo all'evoluzione delle
attività e ad eventuali cambiamenti significativi previsti; •
tre direttive prevedono il coinvolgimento dei
lavoratori (vale a dire l'informazione, la consultazione e, in alcuni casi, la
partecipazione all'organo di vigilanza o di amministrazione) nelle imprese che
adottano lo statuto della società europea (direttiva 2001/86/CE) o lo statuto
della società cooperativa europea (direttiva 2003/72/CE), o derivanti da
fusioni transfrontaliere (direttiva 2005/56/CE). INIZIATIVE RECENTI IN MATERIA DI
ANTICIPAZIONE E GESTIONE
DEI CAMBIAMENTI E DELLE RISTRUTTURAZIONI Negli ultimi anni la Commissione europea ha
avviato una serie di iniziative specifiche in materia di anticipazione e
di gestione dei cambiamenti e delle ristrutturazioni (ad esempio la creazione
del forum "Ristrutturazione" nel quale si è discusso di molti esempi
di pratiche innovative). Nel 2002 e nel 2005 si sono svolti due cicli di
consultazioni delle parti sociali europee, che hanno prodotto una serie di
"Orientamenti di riferimento per la gestione del cambiamento e delle sue
conseguenze sociali"[1]. Il testo, tuttavia, non
prevedeva alcun meccanismo adeguato di attuazione e di diffusione, ed è rimasto
perlopiù ignorato. La Commissione europea ha inoltre finanziato numerosi
studi in materia[2] ed ha sostenuto il
Programma di lavoro congiunto delle parti sociali europee, che comprende
altresì un progetto integrato concernente le ristrutturazioni nei paesi
dell'UE-27. Nel 2009 la Commissione ha pubblicato un'utile
raccolta di pratiche ottimali in vigore in Europa per quanto concerne
l'anticipazione, la preparazione e la buona gestione delle ristrutturazioni,
intitolata "Lista di controllo sui processi di ristrutturazione"[3]. Tale lista di controllo va considerata
come un mezzo per integrare e completare la serie di pratiche ottimali
illustrate nel QFR proposto. Vi è inoltre la banca
dati Eurofound dell'ERM relativa agli strumenti di sostegno per le
ristrutturazioni[4], che fornisce informazioni
su circa 400 misure adottate negli Stati membri dell'Unione europea ed in
Norvegia. I governi nazionali, le organizzazioni dei datori di lavoro ed i
sindacati sono alcuni degli organismi che forniscono sostegno alle imprese ed
ai lavoratori interessati dalle ristrutturazioni. La descrizione degli
strumenti di sostegno comprende le caratteristiche, i soggetti coinvolti, le
fonti di finanziamento, i punti di forza, le debolezze ed i risultati.
L'obiettivo è informare i governi, le parti sociali ed altri soggetti coinvolti
sui diversi tipi di aiuto che possono essere offerti. Nel 2012 il Libro
Verde sulla ristrutturazione[5], pubblicato dalla
Commissione europea, ha identificato le pratiche e le politiche di maggior
successo nel campo delle ristrutturazioni e dell'adeguamento ai cambiamenti al
fine di promuovere l'occupazione, la crescita e la competitività nel quadro
della strategia Europa 2020. Il 15 gennaio
2013, infine, il Parlamento europeo ha adottato la relazione Cercas, che
contiene richieste specifiche di intervento da parte della Commissione nel
campo delle ristrutturazioni. ALLEGATO II ORIENTAMENTI DELL'UE IN MATERIA DI PRATICHE OTTIMALI CONCERNENTI
L'ANTICIPAZIONE E LA GESTIONE DELLE RISTRUTTURAZIONI NELL'INDUSTRIA
AUTOMOBILISTICA E SIDERURGICA AUTOVETTURE L'8 novembre 2012 la Commissione europea ha adottato il piano d'azione
CARS 2020, che elenca una serie di misure
programmatiche specifiche da attuare nei prossimi anni. Successivamente la
Commissione ha istituito il gruppo di esperti del piano d'azione CARS 2020
per monitorar l'attuazione del piano d'azione. Per quanto riguarda in particolare la questione degli adeguamenti
industriali, il piano d'azione CARS 2020 sottolinea l'importanza di un dialogo
sociale costruttivo a tutti i livelli (aziendale, locale, nazionale e di UE)
come elemento essenziale per anticipare e gestire adeguatamente i processi di
ristrutturazione. Tale processo è soprattutto di responsabilità dell'industria,
tuttavia la Commissione, gli Stati membri e le autorità locali svolgono un
ruolo complementare. In particolare, la Commissione si è impegnata a: – continuare a
seguire/valutare le attività di ristrutturazione per quanto concerne il
rispetto rigoroso della normativa dell'UE, in particolare in materia di aiuti
di Stato e di regole del mercato interno; – identificare le buone
pratiche e promuovere un approccio di anticipazione nelle ristrutturazioni, in
consultazione con i rappresentanti delle regioni ad alta intensità di industrie
automobilistiche, con i servizi per l'impiego e con le parti interessate del
settore, comprese le parti sociali; – rilanciare la task
force interservizi per studiare e seguire i principali casi di chiusura o di
importante ridimensionamento di impianti di produzione di automobili. La task
force è stata attiva ed estremamente efficiente in casi passati riguardanti
l'industria automobilistica. Essa razionalizzerebbe l'impiego dei fondi UE
pertinenti (fornendo assistenza tecnica, riducendo i tempi di attesa, offrendo
consulenza sull'uso più efficace delle risorse, controllando e riferendo); – invitare gli Stati
membri a considerare il ricorso al Fondo europeo di adeguamento alla
globalizzazione (FEG) nei casi di chiusura e importante ridimensionamento degli
stabilimenti; – incoraggiare gli
Stati membri a utilizzare meccanismi di flessibilità del lavoro e a ricorrere
al loro cofinanziamento a titolo dell'FSE a favore dei fornitori che potrebbero
aver bisogno di tempo supplementare per trovare nuovi clienti a seguito di una
chiusura/di un ridimensionamento di uno stabilimento automobilistico. INDUSTRIA SIDERURGICA Il piano d'azione per l'acciaio è stato adottato dalla
Commissione europea l'11 giugno 2013[6]. Esso elenca una
serie di misure programmatiche specifiche da adottare nei prossimi anni.
Successivamente la Commissione ha istituito il gruppo di esperti di alto
livello sull'acciaio per monitorare l'attuazione del piano d'azione. In tale contesto, la Commissione ha invitato gli Stati membri a: – esaminare la
possibilità di utilizzare, insieme alle autorità regionali, il Fondo sociale
europeo (FSE) per la riqualificazione e la riconversione dei lavoratori,
anche attraverso l'istituzione di una misura di finanziamento specifica per il
settore siderurgico; – studiare la
possibilità di utilizzare i Fondi strutturali insieme alle autorità
regionali nel prossimo periodo di programmazione, nella prospettiva di
attenuare l'impatto sociale dei processi di ristrutturazione nel settore
siderurgico; – facilitare il
dialogo tra le parti sociali finalizzato al raggiungimento di un accordo su
interventi temporanei a salvaguardia dei posti di lavoro, quali l'eventuale
introduzione di regimi di lavoro flessibile, in particolare per far
fronte ad aggiustamenti ciclici. L'industria è stata esortata
a: – svolgere un ruolo
attivo per ovviare agli squilibri ed alle carenze di competenze; – continuare il
necessario adeguamento dell'industria conformemente alle pratiche
ottimali in materia di anticipazione dei processi di cambiamento e
ristrutturazione, anche attraverso il dialogo sociale e un adeguato
coinvolgimento delle parti interessate a livello regionale; – esaminare i
bisogni di ristrutturazione e i possibili aggiustamenti della capacità
produttiva in funzione della futura domanda di settori chiave, tenendo
conto della necessità di affrontare in modo diverso le tendenze strutturali e
cicliche; – collaborare con le
altre parti interessate, in particolare le autorità nazionali e regionali,
in modo da garantire che la sovraccapacità ciclica sia affrontata
mediante misure temporanee finanziate con fondi pubblici che
salvaguardino l'occupazione nel lungo periodo. [1] http://ec.europa.eu/social/main.jsp?catId=782&langId=en. [2] Si veda ad esempio il progetto finanziato dal progetto
pilota del Parlamento europeo "Accompagnare i lavoratori nei mutamenti
industriali" e gestito dal Centro internazionale di formazione
dell'Organizzazione internazionale del lavoro (ITC-OIL, Torino), che contiene
una descrizione esaustiva dei sistemi nazionali di anticipazione e gestione
delle ristrutturazioni nei paesi dell'UE-27, sul sito http://ec.europa.eu/social/main.jsp?catId=819&langId=en. [3] http://ec.europa.eu/social/main.jsp?catId=782&langId=en. [4] http://www.eurofound.europa.eu/emcc/erm/supportinstruments/. Si veda anche "Public instruments to support restructuring in Europe - ERM Report 2011", http://www.eurofound.europa.eu/publications/htmlfiles/ef1165.htm. [5] (COM(2012 7 final), http://ec.europa.eu/social/main.jsp?langId=it&catId=699&consultId=9&furtherConsult=yes. [6] http://ec.europa.eu/enterprise/sectors/metals-minerals/files/steel-action-plan_it.pdf