RELAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO Terza relazione sull’attuazione da parte dell’Ucraina del piano d’azione sulla liberalizzazione dei visti /* COM/2013/0809 final - 2014/ () */
I. Introduzione Il dialogo UE-Ucraina in materia di visti, che esamina le
condizioni per l’esenzione dal visto per i cittadini dell’Ucraina che si recano
nell’UE, è stato avviato il 29 ottobre 2008. Il piano d’azione sulla
liberalizzazione dei visti (in appresso: piano d’azione)[1] è stato presentato dalla
Commissione all’Ucraina il 22 novembre 2010. Tale piano d’azione stabilisce una serie di parametri di
riferimento precisi per l’Ucraina in merito a
quattro cosiddetti blocchi[2]
di questioni rilevanti, in vista sia dell’adozione di un quadro legislativo,
politico e istituzionale (fase 1), sia della sua attuazione effettiva e sostenibile
(fase 2). La Commissione
ha regolarmente riferito al Parlamento europeo e al Consiglio in merito all’attuazione
del piano d’azione. La prima relazione sui progressi compiuti dall’Ucraina
nell’attuazione del piano d’azione è stata presentata il 16 settembre 2011[3]. La seconda
relazione sui progressi compiuti dall’Ucraina nell’attuazione del piano d’azione
è stata pubblicata il 9 febbraio 20123. Nell’aprile 2012 si
è svolta una riunione di alti funzionari, durante la quale è stata presentata tale
seconda relazione sui progressi compiuti e sono state discusse le fasi
successive del processo. L’Ucraina ha presentato la terza relazione
sui progressi compiuti il 22 luglio di quest’anno e ha fornito un aggiornamento
l’11 ottobre, data limite per tener conto dei nuovi sviluppi legislativi. Le missioni di valutazione
su tutti e quattro i blocchi del piano d’azione si sono svolte nel settembre
2013 e hanno visto la partecipazione di nove esperti. Il 27 settembre si è
svolta una riunione di alti funzionari con l’Ucraina. La presente relazione della Commissione è la terza relazione sui
progressi compiuti in merito alla prima fase del piano d’azione; essa presenta
la valutazione esaustiva e consolidata della Commissione sui progressi compiuti
dall’Ucraina verso la conformità con i parametri di riferimento della prima
fase del piano d’azione sull’istituzione del quadro legislativo, politico e istituzionale. Al
di là dei parametri di riferimento del piano d’azione, in altri contesti di
dialogo, come il dialogo informale tra organi giudiziari avviato nel febbraio
2013, il comitato di cooperazione, il consiglio di cooperazione e il vertice, nonché
nel contesto di attuazione dell’agenda di associazione, vengono monitorate le
questioni connesse alla riforma del sistema giudiziario e della procura. II. Valutazione
delle misure nell’ambito dei quattro blocchi del piano d’azione sulla
liberalizzazione dei visti Blocco 1: Sicurezza
dei documenti, ivi inclusi gli elementi biometrici Valutazione generale Il
quadro normativo fondamentale (diritto primario) è già stato ampiamente
predisposto. Sono stati adottati piani d’azione sia per la graduale diffusione dei
passaporti biometrici conformi alle norme dell’Organizzazione internazionale
dell’aviazione civile (ICAO), sia per l’eliminazione dei passaporti non conformi a tali
norme. La
Commissione ritiene che l’Ucraina soddisfi ampiamente i parametri di riferimento
fissati nell’ambito del blocco 1. L’impiego delle impronte digitali come
caratteristiche biometriche obbligatorie per i passaporti sarà oggetto di
ulteriori chiarimenti e devono ancora essere adottati i
necessari atti legislativi atti a fissare le procedure di emissione. Commenti dettagliati ·
Adozione di un quadro giuridico per l’emissione
di passaporti internazionali biometrici a lettura ottica nel pieno rispetto
delle più elevate norme ICAO sulla base della gestione sicura delle identità
(registro civile e documenti originatori) e tenendo conto di un’adeguata
protezione dei dati personali È stata adottata
una legge quadro[4],
entrata in vigore il 20 novembre 2012, che istituisce un registro demografico
statale unico e un elenco dei dati che saranno raccolti e utilizzati per
rilasciare documenti d’identità o di viaggio mediante caratteristiche relative
ai dati biometrici. La legge introduce 14 tipi di documenti biometrici d’identità,
di viaggio e di residenza per i cittadini ucraini, gli stranieri e gli apolidi,
tra cui il passaporto internazionale e il passaporto interno: quest’ultimo
è il documento dì identità utilizzato principalmente per richiedere un
passaporto internazionale. La legge
sancisce gran parte delle norme fondamentali che regolano il rilascio di
documenti di viaggio conformi all’ICAO (principio “una persona-un documento”, nessuna
proroga della validità, norme sulla protezione dei dati che indicano gli scopi
per i quali i dati vengono raccolti, memorizzati e utilizzati, ecc.). Per
quanto riguarda la rilevazione delle caratteristiche biometriche, la legge
cita chiaramente la foto e la firma digitalizzate ma menziona le impronte
digitali soltanto come un elemento supplementare facoltativo, senza precisare
esplicitamente quali siano le dita di cui si devono raccogliere le impronte;
non indica neanche quali eccezioni siano ritenute appropriate e quali siano le
procedure da seguire. È necessario indicare chiaramente quali impronte debbano essere
raccolte e memorizzate nel passaporto. Anche il riferimento che la legge fa
alle raccomandazioni ICAO dev’essere articolato in maniera più dettagliata. Sarà necessario
adottare misure attuative sulle procedure di rilascio nonché ulteriori
specifiche tecniche, vista la sospensione di quelle adottate nel marzo 2013, e si
potrebbe cogliere l’occasione per semplificare e rendere più flessibili le procedure
della domanda. ·
Adozione di un piano d’azione contenente un
calendario per la completa diffusione dei passaporti biometrici internazionali conformi
alle norme dell’ICAO, anche presso i consolati ucraini all’estero, e la
completa eliminazione dei passaporti non conformi a tali norme Già
nel 2011 è stato adottato un piano d’azione per eliminare i passaporti non
conformi alle norme dell’ICAO, che prevede una serie di misure e azioni da
attuare entro il 24 novembre 2015; il piano indica inoltre che l’eliminazione
si realizzerà in modo graduale, parallelamente al rilascio dei documenti
biometrici, ma non specifica il calendario
di diffusione dei documenti biometrici. Per quanto riguarda la diffusione dei passaporti biometrici
conformi alle norme ICAO, l’11 settembre 2013 è stato adottato un piano d’azione
per il periodo 2013-2016 che dovrà essere valutato una volta che sarà disponibile
la traduzione inglese. ·
Istituzione di programmi di formazione e
adozione di codici etici in materia di anticorruzione destinati ai funzionari
di qualsiasi autorità pubblica che si occupi di passaporti internazionali,
passaporti interni e altri documenti originatori L’Ufficio
statale competente per la migrazione (SMS), che fa parte del ministero degli Interni,
è l’organismo responsabile della gestione del registro e dell’emissione di
passaporti internazionali e di altri documenti d’identità. Nel 2011 è stato
già adottato un codice etico, concernente soprattutto l’integrità della
funzione pubblica, le dichiarazioni patrimoniali e le norme sugli informatori;
un altro codice più generale per i funzionari degli organismi del ministero
degli Interni è stato adottato nel 2012[5].
Occorre considerare l’opportunità di effettuare aggiornamenti, a causa delle successive
modifiche realizzate nel quadro giuridico complessivo in materia di
anticorruzione (per ulteriori dettagli cfr. la sezione sul blocco 3). La divisione
anticorruzione è stata istituita nell’ambito dell’SMS nell’aprile 2012 per
combattere e prevenire la corruzione. Un piano d’azione annuale sulla
prevenzione e il contrasto dei reati di corruzione viene approvato dal
direttore dell’SMS. Benché non sia
prevista una formazione specifica per i funzionari responsabili dei
passaporti internazionali, sono stati organizzati numerosi corsi di
formazione interni avanzati e specializzati per i funzionari dell’SMS, in
collaborazione con le università, già tenuti quest’anno (giugno 2013). I corsi
prevedono un programma di una settimana e riguardano la lotta alla corruzione e
la tecnologia biometrica; le lezioni sono tenute dalla divisione anticorruzione. Il loro
contenuto sembra esaustivo e contribuisce a sensibilizzare i dipendenti
pubblici in merito alla corruzione e alle eventuali sanzioni. L’efficacia di
queste misure dovrà essere ulteriormente valutata una volta avviato il rilascio
dei documenti biometrici. Blocco 2: Immigrazione
irregolare, ivi inclusa la riammissione Valutazione generale Per quanto riguarda la gestione delle frontiere
sono già in vigore tutte le leggi necessarie e il relativo quadro
istituzionale, comprensivi di disposizioni in materia di formazione e
codici etici per la lotta alla corruzione. Lo scambio di informazioni interagenzia dev’essere
migliorato offrendo la possibilità di scambiare informazioni a livello
regionale e locale. Per
quanto riguarda la gestione
della migrazione l’Ucraina
ha gettato le basi per garantire un efficiente sistema di gestione della
migrazione ed è in vigore il quadro legislativo pertinente. Anche
per quanto riguarda l’asilo esiste
una solida base legislativa, ampiamente in linea con le norme europee e
internazionali, benché siano necessari ulteriori miglioramenti, con particolare
riguardo all’estensione della definizione di protezione sussidiaria e
temporanea e alle disposizioni concernenti l’assistenza sanitaria da fornire ai
richiedenti asilo. È in vigore buona parte del quadro istituzionale, benché
maggiori risorse debbano essere stanziate a favore dell’attuazione legislativa. Commenti dettagliati per settore politico Blocco 2 / tema 1 — Gestione
delle frontiere ·
Adozione di tutte le misure necessarie per
attuare il programma di contrasto in relazione allo sviluppo e alla
ricostruzione delle frontiere di Stato e al concetto di sviluppo per il Servizio
della guardia nazionale di frontiera, in entrambi i casi per il periodo fino al
2015, ivi compreso un quadro giuridico per la collaborazione interagenzia
che coinvolga il Servizio della guardia di frontiera, le autorità di contrasto
e le altre agenzie che partecipano alla gestione delle frontiere, per
consentire al servizio della guardia nazionale di frontiera di partecipare all’individuazione
e all’indagine di casi di criminalità transfrontaliera in collaborazione con
tutte le autorità di contrasto competenti. Il quadro legislativo
era già in atto con la legge sul controllo delle frontiere, in vigore dal
dicembre 2010, insieme alla modifica di una serie di altri strumenti e atti legislativi.
Negli ultimi due anni sono stati apportati solo alcuni cambiamenti minori alla
legislazione sulle frontiere. Uno di questi, concernente le disposizioni del
nuovo codice di procedura penale, ha interessato le competenze del Servizio
della guardia nazionale di frontiera (SBGS), che ha perso il diritto di avviare
un’azione penale preliminare, mentre il controllo procedurale spetta alla
procura (che emette l’ordine di missione). Nella fase attuativa sarà necessario
chiarire le esatte conseguenze per le capacità dell’SGBS quale efficace agenzia
di contrasto della criminalità transfrontaliera. La demarcazione
delle frontiere di Stato è iniziata nel novembre 2012 sul confine tra Ucraina e
Russia ed è considerevolmente progredita sul confine tra Ucraina e Moldova (il 95%
di questo confine, pari a 1 163 km in totale, è stato completato, e
comprende l’88% del segmento transnistriano). Il confine Ucraina-Moldova dovrà
essere portato a termine entro la fine del 2013. Alla frontiera con la
Bielorussia i lavori non sono ancora cominciati, ma nel giugno 2013 l’Ucraina e
la Bielorussia hanno firmato un protocollo sullo scambio delle note di ratifica
in merito all’accordo sulla frontiera di Stato concluso dai due paesi già nel
maggio 1997. Auspicabilmente il documento avvierà i lavori concreti sulla
demarcazione del confine Ucraina-Bielorussia. Nonostante la mancanza di
demarcazione esiste un meccanismo di controllo delle frontiere, le quali
sono sotto il controllo delle autorità competenti di entrambe le parti. In termini di
cooperazione internazionale, l’SBGS sta attivamente sviluppando i rapporti con
le autorità dei paesi confinanti e con altri soggetti attivi nell’ambito delle
frontiere internazionali. Questa attività di sviluppo è proseguita e
attualmente è sempre più rivolta alla cooperazione concreta. Sono stati registrati
notevoli progressi soprattutto nel settore del monitoraggio congiunto delle
frontiere sulla base degli accordi bilaterali con i paesi confinanti: l’accordo
con l’Ungheria è in vigore dal maggio 2012, quello con la Russia dal febbraio
2012. La cooperazione con Frontex procede nell’ambito del nuovo piano di
cooperazione per il periodo 2013-2015 con particolare riguardo per le
operazioni congiunte, l’analisi dei rischi, lo scambio di informazioni, la
formazione del personale e la cooperazione tecnologica. La
collaborazione interagenzia è uno dei settori che richiedono ancora attenzione.
Sono stati mossi i primi passi ma un’efficace collaborazione interagenzia –
soprattutto per quanto riguarda lo scambio di informazioni – è ancora limitata
al livello più alto delle organizzazioni. È fondamentale riconoscere il valore
aggiunto della collaborazione interagenzia non soltanto per l’SBGS ma anche per
le altre autorità attive nella prevenzione della criminalità transfrontaliera
e considerare attentamente, anche da un punto di vista giuridico, se sussistano
ostacoli inutili. Lo scambio di informazioni interagenzia si sta concretizzando
attraverso il Centro analitico e di contatto virtuale, che collega specifiche
unità dell’SBGS, il ministero degli Interni, il ministero degli Esteri, l’Ufficio
statale competente per la migrazione, il Servizio statale delle dogane, il
Servizio di sicurezza e l’Agenzia nazionale per la funzione pubblica, mentre
l’SBGS svolge un ruolo di coordinamento. Il Centro ha prodotto relazioni
analitiche congiunte in virtù delle quali i dirigenti dell’SBGS e il Servizio statale
delle dogane stanno adottando decisioni nell’ambito della protezione delle
frontiere. ·
Adozione di una strategia nazionale di gestione integrata
delle frontiere e di un piano di azione per la sua efficace attuazione, contenente
un calendario e obiettivi specifici per l’ulteriore sviluppo di legislazione,
organizzazione, infrastrutture e attrezzature nonché di sufficienti risorse
finanziarie e umane nel settore della gestione delle frontiere I documenti
principali erano già disponibili: una strategia approvata nel 2006 e un
piano d’azione 2007-2015, con l’obiettivo di trasformare l’SBGS in una
moderna agenzia di contrasto europea. Nel luglio 2012 è stato adottato un testo
sulla riforma delle squadre mobili mentre le strategie (i “concetti”) per la
guardia costiera e l’aviazione sono state approvate nel 2011. I risultati
ottenuti suggeriscono che, in generale, i concetti summenzionati siano applicati
con successo (per esempio non si ricorre più ai soldati di leva per il
controllo delle frontiere e tutto il personale SBGS è a contratto e riceve una
formazione specializzata e mirata ai compiti cui è preposto). Per quanto
riguarda l’aviazione, sono stati acquistati altri velivoli e la formazione
impartita ai piloti è conforme all’ICAO. Per quanto concerne le risorse
marittime, sono stati portati a termine i progetti previsti (dispiegamento della
motovedetta “Oral”) e sono in corso di elaborazione un nuovo concetto di
formazione e un sistema di istruzione post-laurea. Un sistema di
comunicazione e informazione integrato interagenzia, denominato “Arkan”, viene
utilizzato per il controllo di persone, veicoli e merci che attraversano il
confine di Stato. Il sistema collega nove diversi ministeri e agenzie, consente
attività di supporto informativo e funzionale e permette agli utenti di gestire
e accedere alle reciproche banche dati, nonché di scambiare informazioni, in
modo protetto e sicuro. Benché “Arkan” sia già operativo, il suo utilizzo è
limitato poiché non è possibile alcuno scambio di informazioni interagenzia tra
livelli locali e regionali. ·
Istituzione di programmi di formazione e
adozione di codici etici in materia di anticorruzione destinati specificamente a
guardie di frontiera, autorità doganali e altri funzionari coinvolti nella
gestione delle frontiere L’Accademia SGBS
ha ulteriormente migliorato il livello e le condizioni di formazione. Per
quanto riguarda la struttura istituzionale, uno speciale dipartimento è stato
allestito nell’ambito dell’SGBS con compiti specifici per prevenire la
corruzione. Quanto al programma di studio, l’Accademia SBGS prevede 114 ore di
lezione di materie giuridiche sulla lotta alla corruzione e il codice di condotta
del personale responsabile della gestione delle frontiere. Per questo personale
è anche prevista una formazione specializzata a livello avanzato. Sono state
varate anche altre misure concrete: esistono un Ufficio pubblico di assistenza
presso il quale i cittadini possono sporgere denuncia e un numero verde attivo 24
ore su 24. Si stanno inoltre svolgendo campagne anticorruzione, anche in
cooperazione con alcune ONG. Per quanto
riguarda le dogane, il ministero delle Entrate statali e dei dazi ha anche rafforzato
il dipartimento della sicurezza interna che si occupa di casi di corruzione, il
quale ha ricevuto poteri più ampi per individuare e prevenire i reati di
corruzione in ambito doganale. La strategia anticorruzione per le dogane si
propone di ridurre la corruzione tra il personale mediante lavoro preventivo e
favorire un atteggiamento critico nei confronti di coloro che accettano
bustarelle. L’operazione “Frontiere di Stato 2013” è stata varata nel febbraio
2013 per affrontare il problema. Blocco 2/ tema 2 — Gestione
della migrazione ·
Adozione di un quadro giuridico per la politica
di migrazione che fornisce un’efficace struttura istituzionale per la gestione
della migrazione, norme sull’ingresso e il soggiorno di stranieri, misure
per il reinserimento dei cittadini ucraini (che tornano volontariamente o nell’ambito
dell’accordo di riammissione UE-Ucraina), il monitoraggio dei flussi migratori
e misure di lotta all’immigrazione irregolare (ivi incluse le procedure di
riammissione, i diritti delle persone soggette a tali procedure, le
condizioni di trattenimento, gli sforzi per portare a termine gli accordi di
riammissione con i principali paesi di origine e la rilevazione interna degli
immigrati irregolari ) Una legge quadro su stranieri e apolidi è già stata adottata; in vigore
dal settembre 2011, essa contiene norme sull’ingresso, il soggiorno e il
rimpatrio. In seguito alle precedenti raccomandazioni della Commissione, altre
cinque leggi successive sono state modificate per sancire norme dettagliate
sulla procedura di espulsione, sui documenti rilasciati ai migranti e sulle
ulteriori competenze del Servizio della guardia nazionale di frontiera in materia di rimpatrio
forzato. Altre norme operative sono state
aggiunte sotto forma di atti legislativi, chiarendo così le procedure sul
soggiorno legale. Formalmente il
reinserimento dei cittadini ucraini rimpatriati volontariamente o riammessi fa parte del
piano d’azione sull’integrazione rivolto a migranti e cittadini. Alcuni aspetti
specifici (la convalida della formazione professionale svolta in maniera
informale durante periodi di lavoro all’estero) sono stati trattati mediante atti
legislativi. Un approccio più esaustivo al reinserimento della forza lavoro è
stato auspicato dal presidente (nel suo discorso annuale alla Verkhovna Rada, tenuto
nel giugno 2013), che ha incaricato il ministero delle Politiche sociali di
presentare una legge e un programma nazionale mirato al riguardo. Le norme sul
rimpatrio volontario sono state integrate in un atto legislativo del 2012 ma
sarebbe utile un’ulteriore definizione del meccanismo. L’espulsione
obbligatoria o forzata di un migrante irregolare comporta il trattenimento
dello straniero in un centro per la custodia dei migranti (MCC) per il periodo
necessario ad attuare la decisione giudiziaria sull’espulsione obbligatoria, che
non deve superare i dodici mesi, come previsto dalle pertinenti disposizioni
della legge del 2011 sullo status giuridico dei cittadini stranieri e
degli apolidi[6].
Non è previsto alcun controllo giurisdizionale della decisione sul
trattenimento amministrativo in un MCC, salvo quando sia associato a un ricorso
sul merito, ossia l’espulsione[7];
le autorità di contrasto hanno solo l’obbligo di notificare la procura entro 24
ore. Per quanto attiene alla capacità istituzionale, l’ufficio
statale competente per la migrazione (SMS) è l’agenzia principale per l’attuazione
e il coordinamento della politica migratoria. È stato istituito nel 2011 ed è
ormai del tutto operativo, avvalendosi di 199 funzionari presso l’ufficio
centrale e di 5 133 funzionari dislocati negli uffici regionali; alcuni
piani prevedono di assumere altre 1 500 persone per far fronte alla
migrazione irregolare. L’ufficio è competente per la migrazione legale e
irregolare, sebbene per quest’ultima (per esempio il trattenimento), occorre
coinvolgere le autorità di contrasto a causa della sua natura civile. Circa le riammissioni, l’Ucraina
ha concluso accordi di riammissione con l’Unione europea (in
vigore dal 1°
gennaio 2008). È stato firmato un protocollo di
attuazione con l’Austria; negoziati per protocolli simili sono giunti alla fase
finale con la Repubblica ceca, la Polonia e l’Estonia e sono in corso con altri
12 Stati membri. Un nuovo accordo in materia di riammissione accelerata è stato
firmato con la Russia ed è entrato in vigore nel 2013. Sono in corso negoziati
con diversi altri paesi (paesi dei Balcani occidentali, Svizzera e Islanda). Il
Comitato misto UE-Ucraina per la riammissione si è riunito nel
maggio 2012 e, durante la discussione di alcune questioni tecniche, ha
osservato che non vi erano gravi problemi per l’attuazione pratica dell’accordo. ·
Adozione di una strategia nazionale di gestione
della migrazione per l’effettiva attuazione del quadro giuridico per la
politica di migrazione, nonché di un piano d’azione contenente un
calendario, obiettivi specifici, attività, risultati, indicatori di prestazioni
e le necessarie risorse umane e finanziarie La strategia in materia di migrazione e asilo è stata adottata il
30 maggio 2011, e ha individuato tendenze, principi e priorità, insieme a un
piano d’azione che definisce le attività, il calendario e le autorità
responsabili. Una commissione interinale interagenzia ha avuto il compito di
attuare la politica migratoria ed è stato creato un consiglio di coordinamento
per coordinare le attività del piano d’azione. ·
Creazione di un meccanismo per il
controllo della consistenza dei flussi migratori, per la definizione di un
profilo migratorio relativo all’Ucraina regolarmente aggiornato con dati sia
sulla migrazione illegale che legale, nonché per l’istituzione degli organismi
responsabili della raccolta e dell’analisi dei dati sulla consistenza dei
flussi migratori Un meccanismo
per il controllo della consistenza dei flussi migratori è in corso di
elaborazione sulla base di una risoluzione del Consiglio dei ministri del 2012,
come sottosistema di “Arkan” (il sistema di comunicazione e informazione
integrato interagenzia, cfr. il precedente tema 1 sulla gestione delle
frontiere). I termini di riferimento sono stati definiti. I profili migratori
vengono periodicamente aggiornati; per il più recente, quello del 2012 (emesso
nel 2013), l’ufficio statale competente per la migrazione aveva già assunto un
ruolo guida con l’attiva assistenza degli esperti dell’OIL. Per quanto
riguarda l’analisi dei rischi, sulla base di una strategia adottata nel 2011 è
ancora in corso di definizione una metodologia volta a combattere l’immigrazione
irregolare mediante un centro analitico e di contatto. Attualmente tutto il
lavoro viene svolto dall’unità di analisi nell’ambito dell’ufficio statale
competente per la migrazione con la raccolta manuale di dati statistici e
di altro tipo, senza alcun supporto TI da parte delle agenzie competenti. Blocco 2 / tema 3 — Politica
di asilo ·
Adozione della legislazione in materia di asilo
conformemente alle norme internazionali (Convenzione di Ginevra del 1951 e
Protocollo di New York) e alle norme dell’UE, accertamento dei motivi per
concedere la protezione internazionale (ivi comprese le forme di
protezione sussidiaria), norme procedurali sull’esame delle domande di
protezione internazionale e diritti dei richiedenti asilo e dei rifugiati È in vigore una legge quadro del 2011 concernente i rifugiati e le
persone bisognose di protezione sussidiaria temporanea, che fornisce una solida
base giuridica per le procedure di asilo, ampiamente in linea con le norme
europee e internazionali. Tuttavia, alcuni aspetti sono ancora suscettibili di
miglioramenti, dal momento che nonostante le precedenti raccomandazioni della
Commissione e quella dell’UNHCR, contenuta in una relazione per paese del
luglio di quest’anno[8], la legge non è stata
modificata. In particolare, la definizione di protezione sussidiaria e
temporanea dev’essere ampliata e l’assistenza sanitaria necessaria – almeno
quella di emergenza – dev’essere offerta gratuitamente ai richiedenti asilo.
Per quanto riguarda quest’ultimo aspetto, l’SMS ha già redatto una bozza. In
seguito alle raccomandazioni emanate, nel 2012 sono state adottate azioni per
adeguare altri strumenti legislativi alla legge quadro, riconoscendo vari
diritti alle persone che godono di protezione temporanea e sussidiaria (istruzione,
assistenza sanitaria, assegni familiari, servizi sociali, ecc.). Anche per quanto riguarda la procedura di asilo è in vigore una
legge, sebbene occorrano alcuni miglioramenti, in particolare per quanto
riguarda il termine per la presentazione dei ricorsi, che attualmente è di
cinque giorni, benché secondo le autorità ucraine questo termine non sarebbe
applicato rigidamente dai tribunali. È altresì necessario fare riferimento specifico
alle informazioni sul paese di origine. Occorre chiarire questioni quali il diritto all’interpretazione,
la riservatezza dei colloqui, i motivi del rifiuto e l’inammissibilità delle
domande di asilo. Infine, è necessario specificare ulteriormente le norme sul
trattenimento, con particolare riguardo alla necessità dell’autorizzazione giudiziaria. Relativamente al
gratuito patrocinio, esiste una legge su questa forma di assistenza da
applicarsi a partire dal 2014, apparentemente anche mediante “cliniche legali”
che forniscono avvocati anche a stranieri e richiedenti asilo; le modalità di
finanziamento non sono del tutto chiare. Tuttavia, la legge prevede soltanto il
gratuito patrocinio per i cittadini di paesi con i quali l’Ucraina ha firmato
un accordo bilaterale sul gratuito patrocinio – una disposizione che in pratica
esclude molti richiedenti asilo dall’accesso al gratuito patrocinio. A livello
politico, nel luglio 2012 è stato adottato un piano d’azione sull’integrazione
dei rifugiati e delle persone bisognose di protezione supplementare; ciò
comporta la necessità di un maggiore coordinamento tra le diverse autorità, tra
cui il ministero delle Politiche sociali, ma d’altro canto occorre affrontare questioni
importanti come la certezza delle disposizioni di bilancio per l’attuazione del
piano. A livello
istituzionale, l’ufficio statale competente per la migrazione (SMS) è la
principale agenzia del governo che decide in merito ai richiedenti asilo. Per
quanto riguarda l’attuazione del piano, sarebbe necessario aumentare il
personale che si occupa dei richiedenti asilo e rendere più flessibile il
processo decisionale. Nei rapporti con la società civile e l’UNHCR non sono stati
registrati sensibili miglioramenti. Blocco 3: Ordine
pubblico e sicurezza Valutazione generale Il quadro legislativo e politico sulla prevenzione e la lotta
contro la criminalità organizzata è stato stabilito. La legge sulla
criminalità organizzata è stata adottata, insieme alla strategia (“politica
statale”) e al relativo piano d’azione, che sono sostanzialmente in linea con
le norme europee e internazionali. Il
quadro legislativo, politico e istituzionale sulla prevenzione e la lotta
contro la tratta
degli esseri umani è
consolidato ed essenzialmente in linea con le norme europee e internazionali.
Il piano d’azione per il 2012‑2015 prevede un approccio olistico alla
lotta contro la tratta degli esseri umani. Per
quanto concerne la politica
anticorruzione, benché negli ultimi due anni siano stati compiuti considerevoli progressi,
sono ancora necessari miglioramenti per completare il quadro legislativo e
politico. Per
quanto riguarda la cooperazione
tra le autorità di contrasto, in termini generali il
coordinamento è stato migliorato, allo scopo di garantire uno scambio di
informazioni più efficace. È in vigore il quadro legislativo e politico sulla
prevenzione e la lotta contro il riciclaggio di denaro e il finanziamento
del terrorismo, in linea con le norme europee e internazionali. L’Ucraina ha
aderito a tutte le convenzioni delle Nazioni Unite e del Consiglio d’Europa in
materia di ordine pubblico e sicurezza e a gran parte delle convenzioni sulla
lotta contro il terrorismo. Sarà
necessario adottare ulteriori misure per favorire la conclusione di accordi con
Europol e Eurojust. Il
quadro legislativo e istituzionale adottato in materia di protezione dei
dati è in linea con le norme europee, benché siano ancora necessari alcuni
aggiustamenti per ampliare le competenze dell’autorità di vigilanza per la
protezione dei dati. L’Ucraina
ha messo in atto il quadro legislativo, politico e istituzionale necessario per
la politica antidroga, conforme alle norme europee e internazionali. Il
quadro legislativo concernente la cooperazione giudiziaria in materia penale
è stato ulteriormente consolidato. L’Ucraina ha già firmato il secondo
protocollo aggiuntivo alla convenzione del Consiglio d’Europa di assistenza
giudiziaria in materia penale e ha inserito adeguate disposizioni nel nuovo codice di procedura
penale. Al
di là dei parametri del piano d’azione, è importante notare che l’Ucraina ha
adottato alcune misure per riformare il sistema giudiziario e la procura, ambito
strettamente legato alla riforma costituzionale. Commenti
dettagliati Blocco 3/ tema 1 – Prevenzione e
lotta contro la criminalità organizzata, il terrorismo e la corruzione ·
Adozione di una strategia globale in materia di
lotta contro la criminalità organizzata, insieme a un piano d’azione
contenente un calendario, obiettivi specifici, attività, risultati, indicatori
di prestazioni e le necessarie risorse umane e finanziarie La legge, riveduta
nel 2011, sull’organizzazione e i principi giuridici della lotta contro la
criminalità organizzata costituisce la base legislativa per la lotta contro la
criminalità organizzata, istituendo un quadro organizzativo generale e un
sistema di autorità statali responsabili e definendone le competenze e i metodi
di cooperazione. Oltre alla legge, esiste una strategia (“concetto”) per le
politiche statali sulla lotta contro la criminalità organizzata che risale
all’ottobre 2011, e che è stata integrata da un piano d’azione adottato nel
gennaio 2012. Il quadro
giuridico per la prevenzione e la lotta contro la criminalità organizzata è
stato portato a termine modificando il codice penale e soprattutto tramite le
pertinenti disposizioni del nuovo codice di procedura penale entrato in vigore
il 19 novembre 2012. Il codice di procedura penale contiene disposizioni
essenziali alla lotta contro la criminalità organizzata e in particolare norme
dettagliate sulle misure investigative relative alle operazioni di
infiltrazione, mentre il codice penale fissa i criteri in base ai quali i reati
vengono considerati atti di criminalità organizzata suscettibili di pene più
severe. La protezione dei testimoni è ulteriormente rafforzata dall’introduzione
di misure precauzionali, anche se sarebbe auspicabile introdurre altre
specifiche disposizioni in materia di cooperazione degli ex membri di
gruppi criminali con le autorità di contrasto, realizzando programmi
speciali che offrano incentivi e ricompense alla cooperazione. In merito alle procedure
penali, per accrescere l’efficacia della lotta contro la criminalità organizzata
sarebbe opportuno introdurre modalità più avanzate di confisca (poteri estesi
di confisca, provvedimenti di confisca non basati sulla condanna, confisca per
equivalente e di conseguenza l’istituzione di un’agenzia indipendente per la
gestione dei beni sequestrati e confiscati). Circa il quadro
politico, l’attuazione del “concetto” per le politiche statali e del relativo
piano d’azione dettagliato procede scrupolosamente, nel pieno rispetto
degli obiettivi e delle scadenze, con particolare attenzione all’analisi della
legislazione pertinente e delle successive modifiche, nonché allo sviluppo di
un efficace meccanismo di cooperazione. Viene svolta inoltre una sistematica
analisi annuale delle cause e delle condizioni determinanti tramite un registro
unificato di tutte le indagini preliminari elaborato nell’ambito dell’ufficio
del procuratore generale. Infine, per ciò
che concerne la struttura istituzionale, il nuovo codice di procedura penale
definisce chiaramente il ruolo di coordinamento e controllo dell’ufficio del
procuratore generale, stabilendo il soggetto con potere decisionale in caso
di controversie. Le autorità statali istituite specificamente per lottare
contro la criminalità organizzata – sia nell’ambito del ministero degli Interni
che dei servizi di sicurezza – potranno migliorare ulteriormente il sistema
delle autorità statali coinvolte nella lotta contro la criminalità organizzata. ·
Adozione di una legge in materia di tratta degli
esseri umani e adozione di un piano d’azione per l’efficace attuazione del
programma statale di lotta contro la tratta degli esseri umani, contenente un
calendario, obiettivi specifici, attività, risultati, indicatori di prestazioni
e sufficienti risorse umane e finanziarie La legge sulla
lotta contro la tratta di esseri umani è entrata in vigore nell’ottobre 2011. Essa
stabilisce le principali disposizioni in materia di prevenzione e lotta contro
la tratta degli esseri umani, nonché in materia di aiuto e protezione da
offrire alle vittime, in linea con le pertinenti norme internazionali e dell’Unione
(Convenzione del Consiglio d’Europa). Negli ultimi due anni questa legge è
stata integrata da vari strumenti legislativi che migliorano e consolidano sostanzialmente
il quadro giuridico e danno seguito a quasi tutte le raccomandazioni contenute
nella seconda relazione della Commissione sui progressi compiuti. Per
attuare la legge, alcuni provvedimenti giuridici secondari (risoluzioni del
Consiglio dei ministri) sono stati adottati nel maggio 2012, allo scopo di
introdurre procedure di riconoscimento standardizzate per la concessione dello
status di vittime della tratta e, successivamente, nell’agosto 2012, in merito al
meccanismo nazionale di interazione tra i funzionari preposti alla lotta contro
la tratta. L’obiettivo di quest’ultimo provvedimento era quello di evitare
sovrapposizioni di competenze e di istituire un sistema generale. Dal
punto di vista dei diritti procedurali delle vittime, alcune nuove disposizioni
in materia di protezione dei testimoni, contenute nel nuovo codice di procedura
penale (in vigore dal 19 novembre 2012), riguardano
anche le vittime della tratta (udienze a porte chiuse, partecipazione a
distanza alle indagini preliminari e al procedimento penale). I diritti procedurali
potrebbero essere ulteriormente rafforzati da un sistema che preveda l’adozione
di misure precauzionali prima del colloquio con le potenziali vittime e
garantisca la riservatezza già in questa fase. Per quanto concerne le vittime
straniere, sarebbe opportuno integrare la legislazione sullo status giuridico
degli stranieri, per consentire loro di ricevere permessi di soggiorno dopo il
riconoscimento dello status. Nel
maggio 2012 è stato adottato un piano d’azione recante le misure previste fino
al 2015, con l’indicazione specifica di calendari, obiettivi, risultati e
indicatori di prestazioni. Si prevede di intensificare l’aiuto alle vittime (riabilitazione
e assistenza sociale, giudiziaria, medica e psicologica) grazie a un sistema
concreto di monitoraggio e a un migliore coordinamento. In fatto di
prevenzione, sono previste campagne d’informazione e altre attività di
sensibilizzazione, con una specifica dotazione di bilancio. Sono stati anche
adottati (con un bilancio specifico) programmi di formazione avanzata per il
personale governativo, compresi i funzionari in prima linea. Tuttavia, la
dotazione di bilancio per l’assistenza potrebbe essere resa più specifica per
assicurare risorse sufficienti sia a livello nazionale che a livello locale. Dal
punto di vista istituzionale, il ministero delle Politiche sociali è stato
nominato coordinatore nazionale per la prevenzione nel gennaio 2012; i metodi
di cooperazione sono stati concordati con le ONG contemplate nel memorandum di
cooperazione con la Coalizione panucraina delle ONG contro la tratta degli
esseri umani, firmato nell’aprile 2013. Occorre inoltre istituire un sistema
trasparente per il coinvolgimento della società civile nell’offerta di servizi
sociali alle vittime della tratta. Con
riferimento alla lotta contro la tratta degli esseri umani, il procuratore è
tenuto a coordinare le agenzie di contrasto; dall’agosto 2013 nell’ambito della
milizia esiste un dipartimento separato con specifiche competenze investigative. ·
Adozione di una normativa sulla prevenzione e la
lotta alla corruzione e istituzione di un’unica agenzia anticorruzione
indipendente; potenziamento del coordinamento e dello scambio di informazioni
tra le autorità responsabili per la lotta contro la corruzione Dopo l’adozione,
nell’aprile 2011, di una legislazione anticorruzione, l’Ucraina ha introdotto
altre iniziative legislative (i pacchetti legislativi del maggio 2013) per conformarsi
ad alcune raccomandazioni ancora in sospeso formulate dalla Commissione e dal
Gruppo di Stati contro la corruzione (GRECO). Nel contempo occorre sottolineare
che modifiche legislative frequenti e frammentarie, del tutto opposte a un
coerente approccio strategico alle riforme legislative, mettono gravemente a
repentaglio la certezza del diritto e possono complicare l’attuazione delle
politiche anticorruzione. Occorre intensificare gli sforzi per migliorare la
qualità del processo legislativo, elaborare un approccio strategico globale
basato su solide valutazioni d’impatto e svolgere un’opera di
sensibilizzazione sui mutamenti legislativi in atto. Nel quadro del
diritto penale emergono alcuni miglioramenti, come l’ulteriore precisazione della
portata dei reati di corruzione. È stata inoltre adottata una legge che
abolisce gli articoli del codice sugli illeciti amministrativi, i quali
riguardavano reati che comportano la responsabilità penale per corruzione
attiva o passiva. Nel 2012 sono state introdotte norme di condotta etica per
tutte le persone autorizzate a svolgere funzioni governative a livello centrale
o locale. Nel settore
privato sono stati compiuti progressi grazie all’introduzione della
responsabilità penale delle imprese per reati di corruzione commessi nell’interesse
o per conto di persone giuridiche. Non è del tutto chiaro se e come la nuova
legislazione preveda la responsabilità delle imprese in caso di mancata
supervisione o controllo. Le sanzioni attualmente applicabili a persone fisiche
e giuridiche per corruzione nel settore privato non sono sufficientemente
dissuasive. In Parlamento è stato presentato un nuovo progetto di legge volto a
inasprire il livello delle pene, mantenendo però le pene detentive come
alternativa per le persone fisiche in caso di reati meno gravi. Il monitoraggio
della strategia nazionale anticorruzione 2011-2015 è uno dei compiti del
comitato nazionale anticorruzione (CNA). Il corrispondente piano d’azione
(programma statale), coordinato dal ministero della Giustizia, trarrebbe
vantaggio dall’aggiornamento delle misure pianificate in consultazione con la
società civile, oltre che dall’assegnazione di sufficienti fondi di bilancio.
La società civile è rappresentata nell’ambito del CNA (un quinto dei membri); in
pratica, però, lo scorso anno il CNA non si è riunito e un’autentica
partecipazione della società civile a questo comitato avrebbe potuto produrre tutt’al
più scarsi risultati concreti. Infine il GRECO sottolinea i dubbi che gravano
sulla possibilità che il CNA sia veramente “in grado di svolgere una
significativa funzione di monitoraggio”. Con
il nuovo codice di procedura penale, entrato in vigore il 20 novembre 2012, il
ruolo di controllo del procuratore nei procedimenti penali è stato
ulteriormente ampliato. A quanto pare, è in preparazione un nuovo intervento
legislativo sul funzionamento delle procure. Non è ancora chiaro, però, in che
misura l’attuale assetto istituzionale offra garanzie adeguate di indipendenza
ed efficienza, per quanto riguarda sia la specializzazione anticorruzione degli
organismi di contrasto e delle procure, sia la divisione dei compiti e la
cooperazione concreta. Il GRECO
ricorda che le sue raccomandazioni relative all’indipendenza delle procure dall’interferenza
politica non hanno ancora avuto completa attuazione, pur riconoscendo le
difficoltà costituzionali e pratiche che impediscono l’approvazione della
riforma delle procure. Sono stati adottati nuovi emendamenti al codice penale e
al codice di procedura penale, tra cui disposizioni sulle confische per
equivalente e le confische nei confronti di terzi. Quanto
alle immunità, continua a destare preoccupazioni l’immunità dei parlamentari
dai procedimenti penali e dall’arresto, che rischia di ostacolare e
politicizzare i procedimenti giudiziari. Senza il consenso del parlamento
non è possibile svolgere alcun procedimento penale (comprese indagini
preliminari, perquisizioni, intercettazioni, operazioni di infiltrazione)
nei confronti di un parlamentare. Tale situazione può incidere gravemente sull’efficacia
e sulla validità dei procedimenti penali, conducendo in effetti a una
situazione in cui il parlamento si sostituisce al sistema giudiziario. Suscita
qualche perplessità anche l’immunità di giudici e procuratori dall’arresto e
dalla detenzione, soprattutto per quanto riguarda il processo decisionale di
revoca dell’immunità, affidato attualmente al parlamento. In parlamento è stato
presentato un progetto di legge inteso ad attribuire al Consiglio superiore
della giustizia il potere di revocare l’immunità a giudici e procuratori. Benché
l’Ucraina sia dotata di un sistema di dichiarazioni patrimoniali applicabile ai
pubblici funzionari, occorre intensificare gli sforzi per garantire un
meccanismo di verifica solido e indipendente, nonché un sistema di sanzioni
efficace, proporzionato e dissuasivo. In seno alle istituzioni pubbliche sono
stati introdotti meccanismi di controllo interno dedicati, mentre il ministero
delle Entrate statali e dei dazi è stato indicato quale istituzione
responsabile della verifica delle dichiarazioni patrimoniali. È necessario però
introdurre altre misure per garantire che le dichiarazioni patrimoniali abbiano
una maggiore diffusione e siano accessibili elettronicamente. Inoltre non è
ancora chiaro come sarà organizzata l’opera di verifica del ministero delle Entrate
statali e delle imposte, quali metodologie e strumenti saranno utilizzati e in
che modo verrà assicurata la capacità del ministero di svolgere questo nuovo
compito supplementare. L’autorità non avrà neppure il potere di comminare
sanzioni autonomamente; potrà soltanto rinviare i casi ad altre autorità o ad altri
organismi di contrasto. Occorre definire chiaramente le modalità di
cooperazione tra l’autorità statale per le entrate e i tributi e altri
organismi amministrativi e di contrasto per verificare le dichiarazioni
patrimoniali. Per quanto riguarda i conflitti di interesse, se da un lato sono previsti
alcuni controlli interni, dall’altro non esiste alcun sistema di verifica
esterna indipendente. Il regime sanzionatorio dev’essere reso più rigoroso per
garantire che in pratica misure e sanzioni dissuasive possano essere applicate
in tempo utile per porre rimedio al danno già inflitto, o che potrebbe essere
inflitto, all’interesse pubblico. A
metà del 2012 sono state adottate disposizioni legislative
per un nuovo sistema di appalti elettronici; tuttavia, restano da
risolvere alcune questioni, quali l’esigenza di promuovere la trasparenza e di
snellire l’assegnazione degli appalti pubblici; l’esistenza di numerose
esclusioni dal regime degli appalti pubblici; e infine la necessità di chiarire
la portata del concetto di “enti appaltanti” a cui si applicano le norme sugli
appalti pubblici, in particolare quando si tratta di società di proprietà
statale e imprese di interesse pubblico. Attualmente un progetto di legge volto
ad accrescere la trasparenza della spesa pubblica, anche per quanto riguarda le
imprese di proprietà statale, è sottoposto all’esame del parlamento. La
legislazione ucraina impone ai funzionari pubblici di segnalare la corruzione e
prevede disposizioni di carattere generale sulla protezione degli informatori.
In pratica, a quanto pare, tale protezione viene intesa in senso alquanto
restrittivo (limitandosi cioè alle indagini penali). Per porre rimedio a questa
situazione l’Ucraina ha introdotto alcune disposizioni generali in una serie di
regolamenti settoriali. Occorre compiere ancora molti sforzi per ampliare
ulteriormente la portata della protezione e creare una cultura di fiducia nei
meccanismi di segnalazione. Il
finanziamento dei partiti politici e delle campagne elettorali è un settore in
cui permangono gravi carenze. È in preparazione un progetto di legge mirante ad
attuare le raccomandazioni del GRECO ancora in sospeso. All’inizio del 2013 il GRECO ha osservato
che delle 25 raccomandazioni formulate
nei primi due cicli di valutazione congiunta 11 non erano state attuate in
modo soddisfacente. Il GRECO sottolinea che il quadro giuridico di settori fondamentali
come le procure, la riforma della pubblica amministrazione e degli appalti
pubblici “non è ancora stabile; ciò provoca una mancanza di certezza del
diritto e sminuisce le necessarie misure di attuazione”. ·
Adozione di una strategia nazionale per la
prevenzione e la lotta al riciclaggio del denaro e al finanziamento del
terrorismo; adozione di una legge sulla prevenzione del finanziamento del
terrorismo Negli ultimi
anni sono stati rilevati notevoli miglioramenti legislativi nel settore del
riciclaggio del denaro e il sistema vigente per garantire il controllo
della politica generale sembra valido. Ogni anno viene adottato un piano d’azione
annuale che articola nei dettagli la strategia nazionale estesa fino al 2015
(adottata dal Consiglio dei ministri). Il piano d’azione comprende misure
concrete la cui attuazione è chiaramente affidata a istituzioni precise. Il
piano prevede anche scadenze per l’attuazione delle diverse misure. Sotto il profilo
istituzionale, le responsabilità per il controllo dei settori particolari sono condivise
e l’unità d’informazione finanziaria (UIF) svolge un ruolo guida. Il personale
di quest’unità è costituito da analisti altamente qualificati che valutano quotidianamente
i rapporti ricevuti dalle entità segnalanti. Negli ultimi anni sono stati
organizzati programmi istituzionali di rafforzamento della capacità diretti
all’UIF e ad altri organismi di contrasto nel settore del riciclaggio di denaro. Sono stati
adottati alcuni emendamenti legislativi concernenti gli aspetti ancora
irrisolti delle sanzioni contro l’insider trading e la manipolazione del
mercato; entrambi questi comportamenti sono puniti dal codice sugli illeciti
amministrativi o dal codice penale. Le persone giuridiche che risultano
colpevoli di questi reati devono risponderne finanziariamente e rischiano la
revoca della licenza in base alla quale operano sul mercato. I settori che
richiedono ulteriori provvedimenti riguardano la necessità di estendere la
legislazione alle persone politicamente esposte a livello nazionale e di chiarire
che il riciclaggio del denaro è un reato a sé stante, benché una parte
della giurisprudenza già si orienti verso questa direzione. Il riciclaggio del
denaro dev’essere considerato un reato più grave della mera associazione con
criminali allo scopo di occultare le prove dei reati, se si vogliono ottenere
risultati migliori nella lotta contro la criminalità economica su vasta scala,
e di togliere ai gruppi criminali i beni acquisiti in modo illecito. ·
Adozione di un nuovo programma strategico
nazionale sulla droga e relativo piano d’azione; ratifica del memorandum d’intesa
con l’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (EMCDDA) In questo campo sono
già in vigore misure legislative, politiche e istituzionali in linea con le
norme europee e internazionali. Già dal 2010
sono in atto una strategia (“concetto”) per l’attuazione della politica statale
sulla prevenzione della tossicodipendenza e la lotta al traffico degli
stupefacenti, delle sostanze psicotrope e dei precursori per il periodo
2011-2015, e un piano d’azione per la sua attuazione. Esistono un concetto per
un sistema di monitoraggio, che risale al 2011, e un successivo piano d’azione,
adottato nel luglio 2012. Per l’attuazione
di questi documenti politici sono stati adottati numerosi atti legislativi e
varie leggi. Un decreto
presidenziale del 28 agosto 2013 ha approvato una nuova strategia sulla droga
valida fino al 2020. Essa garantisce la sicurezza nazionale conferendo priorità
alla protezione dei diritti dell’uomo (semplificando l’accesso alle droghe
lecite per uso medico, ponendo un’enfasi generale sull’assistenza medica e
legale e rafforzando i profili di prevenzione). A questo scopo, un sistema di
monitoraggio analitico deve consentire alle persone giuridiche di offrire
assistenza medica e di utilizzare sostanze stupefacenti nel loro lavoro.
Esponenti accademici, ONG e organizzazioni internazionali, tra cui il Gruppo Pompidou
del Consiglio d’Europa, sono stati consultati in merito alla proposta di
strategia. Per quanto
riguarda il quadro istituzionale, il servizio statale per il controllo degli
stupefacenti (SSCS) è stato istituito nel 2011 come organismo principale (insieme
a sei uffici regionali realizzati successivamente) competente per l’attuazione
della politica di lotta agli stupefacenti. L’SSCS agisce non soltanto in veste
di coordinatore ma anche come propulsore di azioni volte a favorire la lotta al
traffico di stupefacenti, la riduzione del consumo di stupefacenti, il
raggiungimento di un approccio interagenzia, il rafforzamento della
riabilitazione dei tossicodipendenti e una maggiore sensibilizzazione. La legge
sugli stupefacenti è stata modificata nel marzo 2013 per chiarire i poteri di
coordinamento dell’SSCS e i suoi rapporti con altre parti interessate. Sono migliorati
il coordinamento e la cooperazione interistituzionali e interagenzia. Servono
però precisi stanziamenti di bilancio per assicurare l’attuazione delle misure
e il funzionamento delle strutture istituzionali, soprattutto degli uffici
regionali. Il memorandum d’intesa
firmato tra l’Ucraina (ministero della Sanità) e l’EMCDDA è stato concluso nel
2010 per un periodo di cinque anni ed è in vigore da allora senza alcuna
esigenza di ratifica; la sua attuazione avviene su base continuativa. La
cooperazione è efficace (per esempio vi è un regolare scambio di informazioni
per quanto riguarda i nuovi tipi di stupefacenti, l’attuazione in Ucraina di
nuovi protocolli concernenti le malattie infettive dovute al consumo di
stupefacenti e la registrazione di nuovi indicatori sull’abuso di droga). Il governo sta
esaminando una legge che consentirebbe all’Ucraina di entrare a far parte del
Gruppo Pompidou del Consiglio d’Europa. Per quanto riguarda gli aspetti
concernenti l’attività di contrasto, l’Ucraina non è soltanto un paese di
transito ma anche un paese di destinazione finale per marijuana, oppio e droghe
sintetiche (Subutex); di conseguenza l’ufficio del procuratore generale si
propone di rafforzare le indagini mediante attività formative rivolte ai
funzionari di polizia, un maggiore ricorso ad agenti infiltrati e la creazione
di una divisione speciale nell’ambito del ministero degli Interni. ·
Adozione delle pertinenti convenzioni delle Nazioni
Unite e del Consiglio d’Europa nei settori elencati sopra e sulla lotta contro
il terrorismo L’Ucraina ha aderito a tutte
le convenzioni delle Nazioni Unite e del Consiglio d’Europa attinenti ai
settori summenzionati. L’Ucraina ha ora aderito anche al protocollo del 2001 contro la fabbricazione
e il traffico illeciti di armi da fuoco, loro parti e componenti e
munizioni. Il paese ha ratificato il protocollo nell’aprile 2013, e nel maggio
2013 ha adottato i necessari emendamenti al codice penale, che sono
entrati in vigore il 4 luglio 2013. Blocco 3 / tema 2 — Cooperazione
giudiziaria in materia penale ·
Adozione di un quadro
giuridico sulla reciproca assistenza giudiziaria Il quadro
legislativo nel settore della reciproca assistenza giudiziaria è in vigore ed è
in linea con le norme europee. Come
illustrato in precedenza (al Blocco 3/tema 1), l’Ucraina ha condotto un
processo di riforma della legislazione penale e in materia di procedura penale,
sfociato nell’adozione di un nuovo codice di procedura penale che è in vigore
dal novembre 2012. Una legge sulla reciproca assistenza giudiziaria
era già stata adottata nel giugno 2011. Il nuovo codice di procedura penale
contiene disposizioni specifiche sui principi generali della cooperazione internazionale,
fornisce una base giuridica per l’assistenza giudiziaria internazionale e
prevede le opportune disposizioni in materia di estradizione, assunzione di
procedimenti penali, riconoscimento ed esecuzione delle sentenze penali di
tribunali stranieri e trasferimento di condannati. Per
quanto riguarda il quadro istituzionale, il nuovo codice di procedura penale ha
confermato il ruolo dell’ufficio del procuratore generale e del ministero della
Giustizia quali autorità centrali per l’assistenza giudiziaria internazionale.
Le richieste di cooperazione giudiziaria ricevute durante le indagini
preliminari sono valutate dall’ufficio del procuratore generale; quelle
ricevute durante i procedimenti giudiziari, invece, dal ministero della
Giustizia. Sono stati consentiti i contatti diretti tra autorità, con alcune
eccezioni in casi specifici in cui le autorità centrali mantengono la
competenza. ·
Ratifica del secondo protocollo
alla Convenzione europea di assistenza giudiziaria Il secondo
protocollo aggiuntivo alla Convenzione del Consiglio d’Europa di assistenza
giudiziaria era già stato ratificato ed è entrato in vigore il 1° gennaio 2012,
benché con dichiarazioni e riserve. Le riserve riguardano la notificazione per
posta (articolo 16), le osservazioni transfrontaliere (articolo 17) e le
operazioni di infiltrazione (articolo 19). Il nuovo codice di procedura penale
e altre leggi, come la legge del 1993 sulla criminalità organizzata, con le
successive modifiche, regolano alcune delle situazioni cui si riferiscono le
riserve. Se da un lato le
riserve dell’Ucraina non mettono a repentaglio il livello della
cooperazione internazionale, per migliorare il quadro della cooperazione
giudiziaria sarebbe auspicabile che esse venissero sciolte. Nel nuovo codice
di procedura penale sono state inserite alcune disposizioni speciali del
secondo protocollo aggiuntivo alla Convenzione di assistenza giudiziaria:
presenza di rappresentanti delle autorità straniere nel corso delle attività
procedurali, udienze mediante videoconferenza o conferenza telefonica,
informazioni sui reati, trasferimento temporaneo di detenuti verso il
territorio della parte richiesta, consegne sorvegliate e squadre investigative
comuni. ·
Conclusione di un accordo con Eurojust Un progetto di accordo con Eurojust è
già stato elaborato e siglato nel dicembre 2011 e nell’ufficio del procuratore
generale è già stato allestito un punto di contatto. Tuttavia, le tappe
successive verso la firma dell’accordo dipendono dai risultati dell’analisi
degli emendamenti al quadro legislativo sulla protezione dei dati, attualmente
in corso da parte di Eurojust (cfr. il tema 4 sulla protezione dei dati). Blocco 3 / tema 3 - Cooperazione
in materia di attività di contrasto ·
Istituzione di un adeguato
meccanismo di coordinamento tra le agenzie nazionali pertinenti e una banca
dati comune che garantisce l’accesso diretto in tutta l’Ucraina Il nuovo codice di procedura penale, insieme al progetto
di legge sul pubblico ministero, ha introdotto modifiche di grande rilievo,
dando così seguito alle raccomandazioni formulate in precedenti relazioni della
Commissione. In tali raccomandazioni si chiedeva un riesame delle competenze della
procura, che dovrebbe essere immediatamente informata di tutti gli atti criminali
in modo da poterli classificare, se necessario, come reato specifico
(criminalità organizzata) e assegnare il caso all’autorità competente; si
chiedeva inoltre di innalzare il livello di coordinamento tra le autorità di
contrasto. È stato creato un registro unificato (integrato) delle
indagini preliminari[9]
in cui devono essere inserite immediatamente (entro 24 ore) le principali
informazioni sui reati individuati, quando un organismo di contrasto riceve
informazioni in merito a un reato. Le indagini preliminari possono iniziare al
momento della registrazione. L’ufficio del procuratore generale controlla la
gestione del registro e durante la fase preliminare può avviare attività
investigative, assegnare i casi all’autorità competente e prendere decisioni
procedurali, anche in merito alle richieste di coordinamento per l’assistenza
giudiziaria internazionale. Il codice di procedura penale prevede inoltre l’istituzione
di una nuova unità investigativa, denominata “Ufficio investigativo
statale”, che sarà competente per le indagini preliminari su reati commessi da
funzionari che detengano uno status particolare, giudici e personale di
contrasto. È stata infine introdotta una nuova figura giudiziaria: il giudice
istruttore. Questo magistrato rilascia le autorizzazioni per tutte le attività
investigative che potrebbero limitare diritti e libertà dei cittadini (arresti,
perquisizioni domiciliari, interrogatori, ecc.) ed esercita un controllo
procedurale sulle indagini. Per quanto riguarda il ruolo specifico della
procura nel coordinamento delle indagini relative a reati commessi da gruppi
organizzati, l’ufficio del procuratore generale controlla le attività
investigative svolte dalle unità investigative speciali create in seno al
ministero degli Interni ai sensi della legge sulla criminalità organizzata. Per il
funzionamento dell’Ufficio investigativo statale devono essere adottati
ulteriori provvedimenti, i cui termini temporali sono indicati nelle
disposizioni transitorie e finali del codice di procedura penale. La legge, di
prossima adozione, sul pubblico ministero è anch’essa essenziale a questo
riguardo. Per ciò che
concerne l’istituzione di banche dati centralizzate contenenti informazioni sui
reati commessi da gruppi organizzati, banche dati separate sono operative in
seno al ministero degli Interni e ai servizi di sicurezza. Altre autorità
possono accedervi solo dietro richiesta formale. Nel 2011 il ministero degli
Interni e i servizi di sicurezza hanno emesso un’ordinanza contenente
istruzioni per la cooperazione in materia di contrasto, nel campo della
criminalità organizzata. Quest’ordinanza riguarda i metodi della cooperazione (scambio di informazioni, creazione di gruppi di lavoro, analisi
congiunta dello stato e della struttura dei reati), ma non indica scadenze
temporali precise, che sarebbe necessario aggiungere per garantire un
appropriato e regolare scambio di informazioni e un’adeguata attività di
comunicazione. Non esiste una norma universale per l’istituzione di una “banca
dati comune”: alcuni paesi si sono dotati di un’unica banca dati, altri le
hanno separate. È importante comunque mettere a punto gli strumenti necessari
per una consultazione attiva di tutte le banche dati disponibili, come
illustrato in precedenza. ·
Conclusione di un accordo operativo con Europol,
con particolare riguardo alle disposizioni in materia di protezione dei dati Il negoziato di un accordo operativo con Europol è subordinato
alla valutazione da parte di Europol delle norme pertinenti sulla protezione
dei dati (cfr. il tema 4 sulla protezione dei dati). La
valutazione di Europol è attualmente in corso. L’Ucraina ha compilato due serie di questionari (nell’ottobre
2011 e nel giugno 2012). Europol effettuerà tra breve una missione in Ucraina,
che dovrebbe chiarire ulteriormente la situazione. Blocco 3 / tema 4 —
Protezione dei dati ·
Adozione di una legislazione adeguata sulla protezione
dei dati personali e istituzione di un’autorità di vigilanza indipendente per
la protezione dei dati L’Ucraina si era dotata di una legge
sulla protezione dei dati fin dal gennaio 2011; tale legge presentava però una
serie di carenze. Non esisteva neppure un’autorità di vigilanza indipendente
per la protezione dei dati. Due emendamenti alla legge sulla protezione dei
dati sono stati adottati nel novembre 2012 e nel luglio 2013, unitamente ad
alcuni emendamenti sulla legge relativa al mediatore, in modo da affidare a
quest’ultimo funzioni di protezione dei dati. Gli emendamenti alla legge sulla
protezione dei dati e alla legge sul mediatore entreranno in vigore il 1°
gennaio 2014. Sono stati compiuti notevoli progressi
nel superamento delle carenze individuate e il quadro legislativo è ora
ampiamente in linea con le norme europee, compreso l’acquis dell’UE. Gli emendamenti alla legge sulla
protezione dei dati hanno introdotto l’importante eccezione del trattamento dei
dati a fini artistici o giornalistici, che non si limita al solo giornalismo
professionale. Sono stati precisati i diritti della persona cui si riferiscono
i dati e la definizione di responsabile del trattamento dei dati; il sistema di
registrazione, di cui era stata criticata la pesantezza burocratica, è stato
sostituito da un sistema di notifica dei trattamenti di dati sensibili.
Bisogna però ancora garantire il rispetto dei seguenti elementi: deve essere
reintrodotta nella legge la definizione di consenso della persona cui si
riferiscono i dati personali, e le notifiche devono essere richieste prima
del trattamento dei dati sensibili e non dopo, come è previsto attualmente.
Occorre inoltre prestare particolare attenzione al problema del corretto
equilibrio tra libertà di espressione e diritto alla riservatezza. A tal fine
sarà essenziale interpretare in modo adeguato il concetto di accesso limitato
ai dati personali, per scongiurare il pericolo di effetti negativi sull’informazione
pubblica. Per quanto riguarda il quadro
istituzionale, è stata creata un’autorità di vigilanza indipendente per la
protezione dei dati affidando questo compito al mediatore, la cui indipendenza
è garantita dalle condizioni della sua nomina e della sua revoca, nonché dal
bilancio separato. I poteri del mediatore sono definiti con precisione dalla
legge (informare, ricevere denunce, indagare, segnalare violazioni ai
tribunali, monitorare le nuove prassi, definire le categorie di trattamento dei
dati che devono essere notificate, adottare raccomandazioni, eccetera). Tuttavia,
la competenza del mediatore dovrà essere estesa al settore privato. Il servizio
di protezione dei dati esistente dal 2011 sarà abolito. Un’ordinanza congiunta del
mediatore e del ministero della Giustizia, adottata nel settembre di quest’anno,
contiene un piano d’azione che indica le misure necessarie per il trasferimento
amministrativo delle competenze al mediatore. Resta da vedere in che modo
saranno garantire le necessarie risorse umane e finanziarie e come saranno
ampliate le capacità del mediatore, per consentirgli di far fronte al nuovo
incarico. Prima della fine di quest’anno dovranno essere adottati nuovi
provvedimenti attuativi. Un nuovo progetto di legge che estende i poteri
del mediatore al settore privato e contiene il concetto di consenso della persona
cui si riferiscono i dati personali è attualmente oggetto di una
consultazione interservizi. ·
Ratifica delle convenzioni internazionali
pertinenti, come la Convenzione del Consiglio d’Europa sulla protezione delle
persone rispetto al trattamento automatizzato dei dati a carattere personale e
il suo protocollo del 2001 L’Ucraina ha già
ratificato sia la Convenzione del 1981 del Consiglio d’Europa sulla protezione
delle persone rispetto al trattamento automatizzato dei dati a carattere
personale, sia il protocollo aggiuntivo del 2001 relativo alle autorità di
vigilanza e al flusso transfrontaliero dei dati, che sono entrati in vigore nel
paese dal 1° gennaio 2011. Blocco 4: Relazioni esterne e
diritti fondamentali Valutazione
generale L’Ucraina ha compiuto progressi nell’ambito del
Blocco 4, riguardante relazioni esterne e diritti fondamentali. In
particolare, ha affrontato la questione del rilascio non discriminatorio di
documenti d’identità a rifugiati e apolidi, prorogandone adeguatamente il
periodo di validità. L’Ucraina inoltre ha adottato una legge per la prevenzione
e la lotta contro la discriminazione, nonché una strategia e un piano d’azione
per l’inclusione sociale della minoranza rom, semplificando infine le procedure
di registrazione e di cancellazione della residenza. La normativa antidiscriminazione adottata nel
settembre 2012 rappresenta una passo nella direzione giusta, ma non è ancora
completa. In particolare, la certezza del diritto è ancora insufficiente in
merito al divieto della discriminazione per motivi di identità di genere e
orientamento sessuale, soprattutto per quanto riguarda l’accesso all’occupazione
e la formazione professionale. Inoltre, in assenza dell’inversione dell’onere
della prova e data la mancanza di chiarezza in merito ai meccanismi di
risarcimento, i diritti delle vittime non risultano adeguatamente protetti. Per l’inclusione della minoranza rom sono
stati adottati alcuni documenti (una strategia e un piano d’azione) che però,
pur fornendo un quadro politico specifico e avviando in questo settore un
processo di integrazione, presentano numerose carenze. Le procedure di registrazione e cancellazione
della residenza, benché migliorate, possono presentare ancora difficoltà per i
gruppi vulnerabili. Commenti
dettagliati Blocco
4 / tema 1 - Libertà di circolazione all’interno dell’Ucraina ·
Revisione del quadro giuridico e normativo per
le procedure di registrazione e cancellazione dei cittadini ucraini e il
soggiorno legale di stranieri o apolidi, allo scopo di evitare limitazioni od
obblighi ingiustificati alla loro libertà di circolazione all’interno dell’Ucraina,
con particolare riguardo alle condizioni per il soggiorno legale senza
registrazione della residenza e alle misure adottate in caso di omessa
registrazione, nonché alla responsabilità dei locatari La
legge relativa agli emendamenti a talune leggi dell’Ucraina, riguardante la
registrazione della residenza e del luogo di residenza delle persone in
Ucraina, è entrata in vigore il 5 agosto 2012. Ai
sensi del nuovo quadro giuridico, il sistema di registrazione della residenza è
stato posto sotto la giurisdizione dell’ufficio statale
competente per la migrazione (SMS), un’agenzia del ministero
degli Interni istituita nel dicembre del 2010 (decreto n. 1085/2010 del presidente dell’Ucraina
del 9 dicembre 2010; decreto n. 405/2011 del presidente dell’Ucraina del 6
aprile 2011), cui è stata affidata la responsabilità di una vasta serie di questioni
riguardanti la politica di asilo e migrazione, nonché la registrazione delle
persone. Il
nuovo quadro giuridico ha introdotto alcuni miglioramenti tesi a rendere la
procedura meno onerosa, più rapida e più efficiente. A differenza di quanto
avveniva con la vecchia normativa, la registrazione ora viene effettuata nel
giorno in cui la persona interessata presenta la notifica pertinente all’SMS.
In altri termini, ora la cancellazione dal luogo di residenza precedente e la
registrazione nel nuovo luogo di residenza avvengono contemporaneamente, nello
stesso giorno. La procedura di registrazione può essere effettuata non solo
personalmente, ma anche per mezzo di un rappresentante legale. La possibilità
di registrarsi è stata estesa anche ai casi in cui la persona risiede in un’istituzione
sociale specializzata (case di riposo, collegi, centri di riabilitazione, ecc.)
e non solo in case e appartamenti di proprietà privata. Quale
condizione per la registrazione, resta in vigore il requisito del possesso del
titolo legale di proprietà di un’unità abitativa o fondiaria, oppure di un
contratto con un locatore. La cancellazione della registrazione di residenza
può essere effettuata sulla base di una domanda individuale, di un certificato
di morte, dell’ordinanza di un tribunale per la privazione della proprietà o
dell’uso di un alloggio, ma anche su richiesta del proprietario della
residenza, alla scadenza di un contratto di affitto. Tale situazione può
rendere difficile ottenere o mantenere una registrazione a persone appartenenti
a categorie vulnerabili, come rifugiati o membri della minoranza rom, che
vivono in insediamenti informali; ne consegue la necessità di intraprendere
qualche azione correttiva al riguardo. La possibilità, per le persone senza
fissa dimora, di registrarsi tramite centri di assistenza sociale può rivelarsi
insufficiente a soddisfare le esigenze di questi gruppi. Ai
sensi della legge sulla libertà di circolazione[10], la
registrazione del luogo di residenza di una persona, o la mancanza di tale
registrazione, non possono costituire la base per esercitare i diritti e le
libertà sanciti dalla Costituzione e dalle leggi dell’Ucraina nonché dai
trattati internazionali che vincolano il paese, né un motivo per limitare
tali diritti e libertà. In pratica, però, la conferma della registrazione
costituisce di solito un requisito per l’accesso all’assistenza medica, l’iscrizione
dei figli a scuola, la pensione e le prestazioni sociali; per coloro che si
trovano lontano dal luogo di residenza registrato può risultare difficile usufruire
di tali diritti sociali fondamentali. Sarebbe perciò opportuno rivedere questa
prassi nella fase di attuazione. In
generale, la legge sulla libertà di circolazione e i relativi regolamenti
giuridici riconoscono agli stranieri diritti e responsabilità equivalenti a
quelli dei cittadini ucraini (con alcune eccezioni), a condizione che lo
straniero o apolide goda in Ucraina di uno status giuridico conforme alla
legislazione in materia di asilo e migrazione. Gli stranieri che risiedono in
Ucraina hanno l’obbligo legale di registrare il luogo di residenza entro 10
giorni dal loro arrivo nel nuovo luogo di residenza; comunemente si intende che
tale limite di tempo decorra dal momento del rilascio del permesso legale da
parte delle autorità competenti. Blocco
4 / tema 2 - Condizioni e procedure per il rilascio dei documenti di identità ·
Revisione del quadro giuridico e normativo per
garantire un effettivo accesso ai documenti di viaggio e di identità senza
discriminazioni, in particolare per quanto riguarda i gruppi vulnerabili Le
autorità ucraine hanno dato seguito alla raccomandazione contenuta nella
seconda relazione sui progressi compiuti di non limitare in maniera
irragionevole il periodo di validità dei documenti di soggiorno permanente per
gli apolidi, nonché dei documenti di viaggio e dei documenti interni per i
rifugiati. Nel 2012 la legislazione è stata modificata in modo da portare a
cinque anni la validità del certificato di rifugiato e da garantire che il documento
di viaggio di rifugiato (documento di viaggio
rilasciato in conformità della convenzione relativa allo status dei rifugiati)
sia rilasciato per il periodo di validità del certificato di rifugiato, a
condizione che questo sia rilasciato per non meno di cinque anni (articolo 34,
paragrafo 5). Queste disposizioni sono ora pienamente conformi alla legge sui
rifugiati del 2011. Dovrebbero essere introdotti i necessari adattamenti per
quanto riguarda lo status di protezione sussidiaria e scongiurare le difficoltà
che impediscono di fruire completamente dei diritti più ampi, connessi allo status
di protezione sussidiaria. Blocco
4/ tema 3 - Diritti dei cittadini, compresa la protezione delle minoranze ·
Adozione di una normativa globale
antidiscriminazione, come raccomandato dagli organismi di controllo delle
Nazioni Unite e del Consiglio d’Europa, al fine di garantire una protezione
efficace contro la discriminazione Nel
settembre 2012 l’Ucraina ha adottato la legge per la prevenzione e la lotta
contro la discriminazione, una legge quadro che dovrebbe fornire gli strumenti
necessari per garantire una protezione efficace contro la discriminazione.
Benché l’adozione di questa legge rappresenti un progresso, essa non soddisfa
tutti i requisiti europei e internazionali; in particolare, essa non offre
certezza del diritto sufficiente per il divieto della discriminazione motivata
dall’identità di genere e dall’orientamento sessuale.
La legge non ha neppure contribuito a migliorare la protezione dei diritti
delle vittime, in quanto non è stata introdotta l’inversione dell’onere della
prova. Mancano inoltre le definizioni di alcune forme di
discriminazione, in particolare della segregazione, della vittimizzazione e
delle discriminazioni multiple. Occorre affrontare questi problemi in modo
da fornire assoluta certezza del diritto; è altresì necessario chiarire le
questioni inerenti all’ambito di applicazione della legge (ossia se essa si
estenda al settore privato e se copra tutti gli aspetti dei diritti del lavoro,
compresa la formazione professionale e la partecipazione delle organizzazioni
dei lavoratori) nonché le disposizioni relative alle soluzioni ragionevoli per
i disabili. Nel marzo 2013 il governo ha presentato in parlamento alcuni
emendamenti alla legge, comprendenti tra l’altro il divieto della
discriminazione sul luogo di lavoro sulla base dell’orientamento sessuale e
concernenti anche la questione dell’onere della prova. La proposta non è stata
però messa ai voti durante le sessioni parlamentari di primavera e d’autunno. Benché
sia stato nominato un mediatore, quale istituzione responsabile dell’attuazione
della legge antidiscriminazione, il titolare di quest’incarico non ha poteri
giuridici per trattare gli episodi di discriminazione che si verificano tra singole
persone oppure tra persone ed entità giuridiche. L’Ucraina ha annunciato l’introduzione
di un emendamento legislativo che conferirà al mediatore i poteri per trattare
casi di discriminazione tra cittadini e/o tra cittadini ed entità societarie
oppure soggetti giuridici di diritto privato. Tuttavia, questo emendamento deve
essere ancora adottato. Per quanto
riguarda il tema dell’antidiscriminazione, la Commissione seguirà attentamente
anche gli eventuali sviluppi futuri dei disegni di legge in via di adozione
0711 (successivamente 0945) nonché 0290, tenendo conto delle preoccupazioni
espresse dalla Commissione di Venezia nel suo parere[11].
·
Perseguimento attivo delle specifiche
raccomandazioni degli organismi delle Nazioni Unite, dell’OSCE/ODIHR, del Consiglio
d’Europa/ECRI e delle organizzazioni internazionali per i diritti umani, nell’attuazione
di politiche antidiscriminatorie, nella tutela delle minoranze e nella lotta contro
i reati generati dall’odio L’Ucraina
ha ratificato la Convenzione quadro per la protezione delle minoranze nazionali
nel maggio 1998 e la Carta europea delle lingue regionali e minoritarie nel
gennaio 2006. Ha adottato la legge sui principi della politica linguistica
statale nel giugno 2012. Per
dare seguito alle raccomandazioni già formulate dalla Commissione nella sua
ultima relazione sui progressi compiuti dal paese, l’Ucraina ha adottato una
strategia e un piano d’azione sull’inclusione della minoranza rom
rispettivamente nell’aprile e nel settembre del 2013. Benché i due documenti
siano stati discussi con la società civile a livello locale, essi non sono
stati oggetto di una consultazione con l’OSCE e il Consiglio d’Europa prima
dell’adozione, e alcune importanti raccomandazioni formulate dalla società
civile non sono state inserite nel testo approvato. Per avviare una politica
seria e concreta in questo campo è necessario dotarsi di uno scenario di
riferimento più articolato, che definisca i problemi con dati quantitativi
(per esempio con stime del numero di rom privi di documenti e del numero di
bambini rom che non frequentano la scuola). Inoltre è necessario precisare in
maniera più dettagliata misure e scadenze temporali, reperire risorse adeguate
e coinvolgere concretamente la società civile nel processo di attuazione. Per
garantire un adeguato follow-up di questi documenti politici, durante la fase
di attuazione dovranno essere istituiti un solido organismo di
coordinamento e un valido meccanismo di monitoraggio. Attualmente l’unità responsabile
della politica relativa ai rom fa parte del ministero della Cultura, mentre
numerose questioni chiave nel settore della politica sociale e della protezione
dei diritti umani rientrano nella sfera di competenza di altri dipartimenti
ministeriali. Il
13 dicembre 2006 l’Ucraina ha ratificato il protocollo opzionale della
Convenzione sui diritti delle persone con disabilità, che è entrato in vigore
nel paese il 4 febbraio 2010. L’Ucraina ha adottato una serie di misure
legislative concernenti l’accessibilità di servizi e luoghi pubblici. ·
Ratifica degli strumenti pertinenti delle
Nazioni Unite e del Consiglio d’Europa nella lotta contro la discriminazione L’Ucraina
ha sottoscritto quasi tutti i testi delle Nazioni Unite e del Consiglio d’Europa
in materia di protezione dei diritti umani e lotta contro la discriminazione. Occorre
però compiere ulteriori sforzi per migliorare la normativa nel campo dell’antidiscriminazione
e allineare la legislazione vigente alle disposizioni delle convenzioni internazionali
e dei trattati ratificati, come illustrato in modo più dettagliato in
precedenza. ·
Specificare le condizioni e le circostanze per l’acquisizione
della cittadinanza ucraina Le condizioni e
le circostanze per l’acquisizione della cittadinanza ucraina sono definite
dalla legge sulla cittadinanza dell’Ucraina, adottata il 18 gennaio 2001. L’Ucraina
ha adottato il principio della cittadinanza unica.
La legge promuove il principio dell’uguaglianza di fronte alle legge dei
cittadini ucraini, indipendentemente dai motivi, dall’ordine
e dalla data dell’acquisizione della cittadinanza. Da questo punto di vista, la
legge è conforme alla Convenzione del Consiglio d’Europa sulla cittadinanza,
che è entrata in vigore nel 2000. L’Ucraina ha firmato nel 2006, ma non ha
ancora ratificato, la Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione
della condizione di apolide in relazione alla successione di Stati. III.
Valutazione generale e fasi successive Conformemente
alla metodologia consolidata, la Commissione ha effettuato costanti
valutazioni, riferendo poi regolarmente (prima relazione, settembre 2011;
seconda relazione, febbraio 2012) sul soddisfacimento, da parte dell’Ucraina,
dei parametri del piano d’azione sulla liberalizzazione dei visti, in base alle
informazioni e ai testi della legislazione adottata, forniti dall’Ucraina,
unitamente alle missioni di valutazione in loco svolte da funzionari
della Commissione e del SEAE accompagnati da esperti degli Stati membri. Al di là di questo intenso processo
di comunicazione relativo al piano d’azione, la Commissione ha inoltre
continuato a monitorare i progressi compiuti dall’Ucraina in settori pertinenti
del piano d’azione nel quadro del comitato misto UE-Ucraina sulla facilitazione
dei visti, del comitato misto di riammissione UE-Ucraina e del sottocomitato
misto n. 3 UE‑Ucraina. In ciascuno di questi comitati lo stato del
dialogo e della cooperazione tra l’UE e l’Ucraina è considerato avanzato. Il dialogo UE-Ucraina
in materia di visti ha continuato a costituire uno strumento importante ed
efficace per promuovere le riforme, non solo nel settore della giustizia e
degli affari interni, ma anche oltre. La valutazione ha riscontrato che l’Ucraina
ha compiuto progressi sostanziali in tutti e quattro i blocchi del piano d’azione,
in particolare dalla fine del 2012 in poi, accelerandone l’attuazione
e adottando una serie di importanti pacchetti legislativi per porre rimedio
alle carenze individuate. Tuttavia, restano da soddisfare alcuni importanti
requisiti della prima fase. Per quanto riguarda la sicurezza dei documenti,
l’uso delle impronte digitali come caratteristica biometrica obbligatoria nei
passaporti è un aspetto che la legge deve chiarire in modo più preciso. Nel
campo dell’asilo, occorre introdurre alcuni adeguamenti, soprattutto in
merito alla protezione temporanea e sussidiaria e all’assistenza medica d’emergenza
per i richiedenti asilo. In materia di anticorruzione, è necessario
rafforzare ancora la legislazione: si tratta soprattutto di mettere a punto sanzioni
dissuasive nel settore privato, garantire controlli imparziali sulle
dichiarazioni patrimoniali, rendere più rigorose le norme degli appalti
pubblici e fissare una normativa adeguata per l’immunità. Infine, dev’essere
ulteriormente rafforzato il quadro legislativo riguardante l’antidiscriminazione,
per offrire un’adeguata protezione giuridica contro la discriminazione
conformemente alle norme europee ed internazionali. Si attendono ulteriori
informazioni in merito alle misure previste per il completamento del quadro
legislativo e istituzionale per la protezione dei dati. La Commissione continuerà a
lavorare a stretto contatto con le autorità ucraine, per affrontare rapidamente
i problemi ancora in sospeso individuati in precedenza, con l’obiettivo di
inviare una comunicazione al Parlamento europeo e al Consiglio allorché tutte
le misure richieste dalla prima fase del piano d’azione saranno state adottate. [1]
Documento del Consiglio SEC (2011) 1076 definitivo. [2] I quattro blocchi sono: (1) sicurezza dei
documenti, ivi inclusi gli elementi biometrici; (2) migrazione irregolare, ivi
inclusa la riammissione; (3) ordine pubblico e sicurezza; (4) relazioni esterne
e diritti fondamentali. [3] SW 2012 (10) final. [4] Legge
dell’Ucraina n. 5492 sul registro demografico statale unico e sui
documenti che confermano la cittadinanza ucraina, l’identità della persona e il
suo status speciale. [5]
Ordinanza del ministero degli Interni dell’Ucraina n. 155
del 22 febbraio 2012, che adotta regole di condotta e di etica professionale
per i funzionari degli organismi del ministero degli Interni dell’Ucraina.
Quest’ordinanza riguarda i conflitti di interesse e la prevenzione della
corruzione. [6] Articolo
30, paragrafi 3 e 4, della legge del 2011 sullo status giuridico dei cittadini
stranieri e degli apolidi. [7] Cfr.
in particolare il paragrafo 2 degli articoli da 183 a 185 e l’articolo 256,
paragrafo 9, del codice di procedura amministrativa. [8] http://www.refworld.org/docid/51ee97344.html. [9] Un’ordinanza
emessa dall’ufficio del procuratore generale il 17 agosto 2012 stabilisce la
procedura per la memorizzazione e la conservazione dei dati. [10] Legge 1382-IV del dicembre 2003 sulla libertà di circolazione e la
libera scelta del luogo di residenza in Ucraina. [11] Cfr.
il parere 707/2012 formulato dalla Commissione di Venezia del Consiglio
d’Europa il 18 giugno 2013.