RELAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI Settima relazione sull'attuazione della direttiva concernente il trattamento delle acque reflue urbane (direttiva 91/271/CEE) /* COM/2013/0574 final */
INDICE 1........... Introduzione................................................................................................................... 2 2........... Valutazione di conformità globale.................................................................................... 3 2.1........ Reti fognarie................................................................................................................... 4 2.2........ Trattamento secondario.................................................................................................. 4 2.3........ Trattamento più spinto.................................................................................................... 4 2.4........ Grandi centri urbani/grandi autori
degli scarichi................................................................ 7 2.5........ Aree sensibili.................................................................................................................. 7 3........... Tendenze osservabili relativamente
alla conformità........................................................... 7 4........... Misure passate e future di
riduzione dell'inquinamento...................................................... 8 5........... Miglioramento grazie al
cofinanziamento.......................................................................... 9 6........... Azione di conformità passata......................................................................................... 10 7........... Il «nuovo approccio» alla
promozione della conformità.................................................. 10 8........... Conclusioni e prospettive.............................................................................................. 11 1. Introduzione La direttiva concernente il trattamento delle acque reflue
urbane[1] (di seguito
denominata «la direttiva») è uno dei principali strumenti della politica
delle risorse idriche europea. Il suo obiettivo] è garantire la protezione dell'ambiente
dalle conseguenze negative dello scarico di acque reflue delle aree urbane
(centri urbani di grandi/piccole dimensioni) e di acque reflue industriali
biodegradabili provenienti dal settore agroalimentare (ad es. industria del
latte, industria delle carni, birrerie, ecc.). La direttiva prevede la corretta
raccolta delle acque reflue e disciplina gli scarichi di acque reflue
specificando il tipo minimo di trattamento da effettuare e definendo valori
limite massimi per le emissioni o le principali sostanze inquinanti (carico
organico e nutrienti)[2]. La piena attuazione
della direttiva è una condizione preliminare per il raggiungimento degli
obiettivi ambientali stabiliti dalla direttiva quadro sulle acque (DQA) dell'UE[3]
e dalla direttiva quadro sulla strategia per l'ambiente marino[4]. L'attuazione della direttiva in oggetto è stata difficile
prevalentemente a causa degli aspetti finanziari e di pianificazione relativi a
investimenti considerevoli nelle infrastrutture, quali sistemi fognari e
impianti di trattamento. Un livello di attuazione carente di attuazione può causare
l'inquinamento organico di fiumi e laghi, nonché l'accumulo di carichi di
nutrienti eccessivi (eutrofizzazione)[5] che interessa soprattutto
ambienti particolarmente sensibili, quali laghi, acque costiere e marine. Secondo
la relazione relativa all'attuazione della DQA[6], l'inquinamento
originato da fonti puntuali rappresentava ancora un elemento di pressione
significativo per il 22% dei corpi idrici dell'UE. L'eutrofizzazione rimane una
seria minaccia per circa il 30% dei corpi idrici in 17 Stati membri. Gli
scarichi di acque reflue non trattate o sottoposte a un trattamento
insufficiente contribuiscono in modo significativo a tali problemi. L'inquinamento delle acque reflue può altresì accelerare la
perdita di biodiversità e deteriorare le forniture di acqua potabile o le acque
di balneazione, causando problemi di sanità pubblica, che comprendono l'insorgenza
di malattie legate all'acqua, in particolare alle piccole forniture di acqua,
malattie dovute all'esposizione ad acque di balneazione inquinate (inquinamento
organico, inquinamento causato da fioritura algale dovuta a eccesso di
nutrienti) o il consumo di pesce contaminato, ecc. Tali impatti possono altresì
comportare conseguenze negative per taluni settori economici, quali il turismo
o la molluschicoltura[7]. Gli sforzi per l'attuazione della direttiva da parte degli
Stati membri hanno già prodotto miglioramenti significativi nel trattamento
delle acque reflue. Di conseguenza, la qualità delle acque in Europa è
migliorata in modo significativo negli ultimi decenni e gli effetti degli
inquinanti sono diminuiti[8]. Tuttavia, l'attuazione
non è ancora completata e rimangono problemi di inquinamento. La proposta della Commissione relativa al 7°
programma di azione in materia di ambiente (7° PAA)[9]
e il nuovo «Piano di salvaguardia per le risorse idriche europee»[10]
riconoscono l'importanza di questa direttiva e sottolineano la necessità di un
rafforzamento dell'azione per garantirne l'effettiva attuazione. La presente 7a relazione sull'attuazione della
direttiva descrive i progressi fatti fino al 2009-2010. La relazione riporta
altresì tendenze relative alla conformità e presenta il nuovo approccio alla
«promozione della conformità» e le fasi di tale approccio verso l'informazione
e la comunicazione al pubblico. Oltre alla presente relazione, è disponibile un
allegato in cui sono riportate delle tabelle[11] e una
«relazione» tecnica[12] dettagliata. Le
differenze tra i dati comunicati e quanto pubblicato nella presente relazione
sono dovute al modo in cui era organizzata in passato la gestione dei dati tra
la Commissione e gli Stati membri. I servizi della Commissione propongono
pertanto un «nuovo approccio» anche in relazione alle informazioni in materia
di conformità e sollecitano gli Stati membri a fornire informazioni online più
aggiornate a livello nazionale (cfr. punto 7). 2. Valutazione di
conformità globale L'obiettivo della valutazione di conformità è analizzare il
grado di conformità alla direttiva sulla base delle informazioni fornite dagli
Stati membri. Si basa sull'applicazione degli orientamenti e della metodologia
disponibili nella rete Reportnet dell'AEA[13]. I dati
comunicati sulle infrastrutture nel settore delle acque reflue sono disponibili
nel sistema di informazione sulle acque per l'Europa (Water Information
System for Europe, WISE) per le aree urbane riportate e i loro impianti di
trattamento[14]. Questo esercizio di comunicazione sull'attuazione della
direttiva si è rivelato un successo. Per la prima volta, i 27 Stati membri
hanno fornito informazioni per la relazione e con largo anticipo. La relazione
riguarda quasi 24 000 centri urbani di piccole e grandi dimensioni con una
popolazione superiore a 2 000 abitanti (che generano un inquinamento
corrispondente a quello prodotto da una popolazione di 615 milioni di persone,
cosiddetti abitanti equivalenti[15]). Quasi 18 000
centri urbani di piccole e grandi dimensioni (ovvero, l'81% del carico di
inquinante) si trovano nei 15 Stati membri che hanno aderito all'Unione europea
prima del 2004 (UE-15). I restanti centri si trovano nei 12 Stati membri che
sono entrati a far parte dell'UE nel 2004 e nel 2007 (UE-12). La
valutazione di conformità è stata svolta per 26 Stati membri, dato che per la
Romania nessuno dei termini di conformità concordati nel trattato di adesione
era scaduto nel 2010. La Croazia è entrata a far parte dell'Unione europea il 1°
luglio 2013 e non è pertanto considerata in questo esercizio di comunicazione. Per numerosi altri Stati membri che hanno aderito all'UE
nel 2004 o nel 2007, altri termini prescritti sono scaduti durante il periodo
di riferimento della relazione. Tuttavia, molti fra i loro centri urbani devono
ancora rispettare le scadenze del 2010 e successive, pertanto non sono state
oggetto della valutazione della presente relazione. I principali risultati dell'analisi sull'attuazione vengono
riportati in sintesi qui di seguito (per i dati dettagliati per Stato membro,
cfr. tabella 1 nell'allegato, che comprende altresì informazioni sui termini
scaduti nei 12 Stati membri che hanno aderito all'UE nel 2004-2007). 2.1. Reti
fognarie Gran parte degli Stati membri dell'UE raccoglie le proprie
acque reflue a livelli molto elevati con un tasso medio di conformità pari al 94%
(dal 92%). Circa 15 Stati membri registrano persino una conformità del 100%.
Tutti gli Stati membri hanno mantenuto o migliorato i risultati registrati in
precedenza. Tuttavia, vi sono ancora paesi in cui la raccolta delle acque
reflue non avviene o è solo parziale. Cinque Stati membri registravano ancora
percentuali di conformità inferiori al 30% nel 2009-2010 (BG, CY, EE, LV, SI). 2.2. Trattamento
secondario Nel 2009-2010, complessivamente l'82% delle acque reflue
dell'UE è stato sottoposto a trattamento secondario conformemente alle
disposizioni della direttiva, registrando un aumento di quattro punti
percentuali rispetto ai dati della relazione precedente. Quattro Stati membri
hanno raggiunto una conformità del 100% e altri sei registrano livelli di
conformità pari o superiori al 97%. Tuttavia, gli Stati membri dell'UE-12
continuano a restare indietro relativamente alle percentuali di conformità
registrate, con solo il 39% delle proprie acque reflue sottoposte a un
opportuno trattamento secondario. Solo CZ, HU, LT e SK hanno registrato valori
di conformità compresi tra l'80 e il 100%. 2.3. Trattamento
più avanzato Questo tipo di trattamento delle acque reflue, noto altresì
come trattamento terziario, integra il trattamento secondario, qualora
necessario, ed è essenzialmente mirato all'eliminazione di nutrienti per
contrastare l'eutrofizzazione o ridurre l'inquinamento batteriologico che può
avere conseguenze sulla salute umana (ad esempio, sulle aree in cui vi è acqua
potabile o sulle acque di balneazione)[16].
Complessivamente, è stato registrato un tasso di conformità del 77%. Si sono
avuti, tuttavia, ritardi particolari nell'attuazione del trattamento più spinto
negli Stati membri dell'UE-12, nei quali solo il 14% delle acque reflue è
sottoposto a un trattamento adeguato. Per quanto riguarda gli aspetti positivi,
quattro paesi hanno registrato una conformità del 100%. Figura 1. Risultati di
conformità a livello dell'UE-27, dell'UE-15 e dell'UE-12 relativamente all'articolo
3 della direttiva (reti fognarie), in verde, all'articolo 4 (trattamento
secondario), in rosa, e all'articolo 5 (trattamento più spinto), in blu. Sono
riportati valori medi, ponderati in base alle dimensioni dello SM. I risultati a livello dell'UE-27, dell'UE-15 e dell'UE-12
sono riportati nella figura 1[17]. I valori a livello dell'UE-15 sono in genere elevati,
persino molto elevati in paesi, quali Germania, Paesi Bassi e Austria. I
risultati a livello dell'UE-12 sono abbastanza bassi, in particolare per quanto
riguarda il trattamento più avanzato. I valori a livello dell'UE-27 sono altresì elevati e molto simili
a quelli registrati a livello dell'UE-15 (sebbene lievemente più bassi), per le
seguenti ragioni: a) importanza relativamente maggiore dei dati relativi alle
reti fognarie e al trattamento da parte dei paesi dell'UE-15. A livello dell'UE-15
tutti i termini di conformità sono scaduti, pertanto vi è un'abbondante
quantità di acque reflue soggette ai vincoli della conformità e i relativi
risultati di conformità sono anch'essi elevati; b) importanza inferiore dei dati relativi alle reti
fognarie e al trattamento da parte dei paesi dell'UE-12, nei quali i risultati
relativi alla conformità si riferiscono solo a una parte dei loro centri urbani
di grandi/piccole dimensioni, ovvero ai centri soggetti ai requisiti di
conformità entro il 2009-10. Figura 2. Risultati di
conformità per Stato membro relativamente all'articolo 3 della direttiva (reti
fognarie), in verde, all'articolo 4 (trattamento secondario), in rosa, e all'articolo
5 (trattamento più spinto), in blu. La classificazione proposta riporta i paesi
in ordine crescente di conformità, indicando prima i paesi con i livelli di
conformità più bassi in base all'articolo 5. In Slovacchia (articolo 5) e
Romania (articoli 3, 4 e 5) vengono indicati i dati sulla base del concetto
«impianti predisposti» anziché i dati effettivi sulla conformità, in
considerazione del fatto che i termini relativi a tali articoli non erano
ancora scaduti per l'anno di riferimento (non sono stati richiesti dati
relativi alla conformità, tuttavia gli Stati membri hanno comunque comunicato
la raccolta e il trattamento effettivi delle acque reflue). A Cipro e in
Lettonia i risultati di conformità sono pari allo 0% in quanto i sistemi
fognari e gli impianti di trattamento non erano ancora pienamente operativi
nell'anno oggetto della comunicazione (2009); tuttavia, da allora sono stati
compiuti progressi significativi e i tassi di conformità recenti sono molto più
elevati. I risultati nazionali riportati alla figura 2 si
riferiscono ai dati e alla situazione nel 2009 o 2010. I servizi della
Commissione sono consapevoli del fatto che in numerosi Stati membri, in
particolare in quelli che registrano tassi di conformità più bassi, sono stati
compiuti progressi significativi da allora e i tassi di conformità effettivi sono
spesso (molto) più alti (in particolare a Cipro e in Lettonia). 2.4. Grandi
centri urbani/grandi autori degli scarichi La presente relazione individua 585 grandi centri urbani, ciascuno dei quali
produce acque reflue equivalenti (o superiori) a una popolazione di 150 000
abitanti. Il carico inquinante prodotto da questi grandi centri urbani da soli
è pari al 45% del carico totale che confluisce nelle reti fognarie. In questi 585
grandi centri, circa il 91% del carico inquinante è sottoposto a trattamento
più spinto (in base al miglior trattamento possibile). Si tratta di un
miglioramento rispetto alla precedente relazione, in base alla quale tale
trattamento veniva applicato solo al 77% del carico inquinante. Tuttavia, il
livello di conformità varia in modo significativo tra i grandi centri urbani/i
grandi autori degli scarichi in questione. A titolo esemplificativo, solo undici capitali su 27[18]
degli Stati membri dell'UE possono dichiarare la «piena conformità» ai
requisiti dei trattamenti più rigorosi, qualora applicabili (cfr. tabella 2 e
commenti riportati in allegato per i dati dettagliati sulle capitali dell'UE). 2.5. Aree
sensibili Rispetto alla relazione precedente, la percentuale di
territorio dell'UE designata come sensibile o ritenuta tale è aumentata fino a
raggiungere un valore di quasi il 75% nel 2010. Gli aumenti più rilevanti
sono stati registrati in Francia e Grecia. I dettagli sulle aree sensibili
negli Stati membri dell'UE sono disponibili nel visualizzatore di mappe WISE.[19] 3. Tendenze osservabili
relativamente alla conformità Nell'ambito di una valutazione dei progressi compiuti verso
la piena conformità di tutti gli Stati membri occorre distinguere tra gli Stati
dell'UE-15 e gli Stati membri che sono entrati a far parte dell'UE nel 2004 e
nel 2007. I requisiti di conformità sono stai modifcati più volte
essenzialmente a causa dei processi di allargamento e dei periodi di transizione
per fasi previsti dalla direttiva e ormai scaduti. Tutti i termini per gli
Stati dell'UE-15 sono scaduti il 31 dicembre 2005, ma per gli Stati dell'UE-12
sono ancora in corso e termineranno con l'ultimo termine definitivo in scadenza
nel 2018. Sono disponibili unicamente i dati relativi all'UE-15 fino al 2004.
Di conseguenza, è stato possibile misurare i progressi compiuti da tutti i 27
Stati membri solo dalla 5ª relazione (2005-2006). Confrontando tutti i
risultati pubblicati nelle precedenti relazioni della Commissione è possibile
dimostrare che si è verificato un aumento del tasso di conformità indicativo.
Vi è solo un'eccezione: la diminuzione registrata dalla 5ª alla 6ª relazione era
dovuta al fatto che alcuni fra gli Stati membri che avevano riportato i
risultati più bassi in termini di attuazione non hanno inviato le informazioni
necessarie da includere nella 5ª relazione (2005-2006). Nonostante ciò, vale la
pena evidenziare che si è registrato un aumento della tendenza alla conformità
dalla 6ª relazione (2007-2008) alla 7ª relazione (2009-2010), dovuto al fatto
che gli Stati membri dell'UE-12 erano tenuti per la prima volta a rispettare
obblighi/termini di conformità, senza che ciò incidesse sui risultati positivi
complessivi. Figura 3. Tassi di conformità nel
corso degli anni: la figura riflette l'evoluzione della conformità
relativamente alle reti fognarie, al trattamento biologico o secondario e al
trattamento più spinto attraverso le varie relazioni sull'attuazione
(dalla seconda relazione in poi) negli anni rispettivamente riportati (dal
1998 al 2009-2010). Non tutti i risultati erano disponibili in tutte le
relazioni: in caso di valori mancanti, la figura non visualizza i relativi dati
e si evidenzia una tendenza discontinua. 4. Misure passate e
future di riduzione dell'inquinamento La Commissione ha altresì valutato la riduzione dell'inquinamento
verificatasi a seguito dell'attuazione della direttiva e le riduzioni previste
nei prossimi anni in una situazione di piena conformità. Tale esercizio di
valutazione è avvenuto nell'ambito del progetto FATE[20]
(relativo alla valutazione del destino e dell'impatto delle sostanze inquinanti
negli ecosistemi terrestri e acquatici). Nel 2011-2012 il Centro comune di ricerca
(JRC) della Commissione ha pubblicato due relazioni[21]
in cui si analizzato i dati relativi ai carichi inquinanti e alle riduzioni
registrati a seguito di numerose politiche dell'UE (compresa la direttiva
quadro sulle acque, la direttiva nitrati e la direttiva in materia di
trattamento delle acque reflue urbane) attuate in passato (1985-2005), nonché
ai carichi inquinanti e alle riduzioni previste (fino al 2020, prendendo
il 2005 come anno di riferimento). Per quanto riguarda le riduzioni di nutrienti registrate in
passato, la direttiva sul trattamento delle acque reflue urbane ha ottenuto
risultati positivi nel controllo delle emissioni di nutrienti da fonti puntuali
e nella riduzione delle immissioni nelle acque superficiali europee. Tali risultati
sono descritti in una delle relazioni del JRC menzionate, relativa ai carichi
di nutrienti a lungo termine nei mari europei: Long term nutrient loads
entering the European Seas. In base alla relazione, il confronto tra
le stime dei carichi di nutrienti relative al 2005 e quelle riferite al 1991 a
livello continentale europeo evidenzia una diminuzione del 9% delle emissioni
complessive di azoto e una riduzione di circa il 15% del carico complessivo di
fosforo, principalmente dovute a una diminuzione delle emissioni da fonti
puntuali. La relazione ha altresì evidenziato che la diminuzione registrata
nel Mar del Nord e nel Mar Baltico era legata essenzialmente alla
riduzione dell'inquinamento da fonti puntuali a seguito dell'attuazione di
tecnologie avanzate per il trattamento delle acque reflue. Per quanto riguarda le tendenze future in condizioni di status quo
(ovvero, ipotizzando che non vengano applicate misure di mitigazione della
quantità di nutrienti), una delle principali conclusioni della relazione
sottolinea che questo scenario comporterebbe un aumento delle emissioni di
nutrienti di origine terrestre entro il 2020. Ipotizzando la piena attuazione
della direttiva sul trattamento delle acque reflue urbane, sarebbe possibile
conseguire riduzioni significative delle emissioni da fonti puntuali. In alcune
parti d'Europa, tuttavia, la piena attuazione di tale direttiva potrebbe (in
una prima fase) comportare persino un aumento delle emissioni da fonti puntuali
per quanto riguarda le emissioni non provenienti da reti fognarie, in
particolare nel bacino del Danubio inferiore, in quanto i piccoli centri urbani
privi di sistemi fognari richiederebbero un sistema di raccolta e scarico più
organizzato che comporterebbe la creazione di nuove fonti puntuali al momento
non presenti. Sebbene ciò possa ridurre l'efficacia della riduzione dei
nutrienti nel Mar Nero, produrrebbe comunque dei miglioramenti ambientali, ad
esempio in termini di riduzione dell'inquinamento delle falde freatiche che non
è oggetto dello studio. Ai fini della redazione della presente
relazione sull'attuazione è stato effettuato un calcolo specifico relativo ai
carichi inquinanti generati dalla parte di acque reflue non conformi
provenienti dai centri urbani (stima della «deviazione dalla conformità»). Il
computo non ha tenuto conto dei centri urbani di piccole/grandi dimensioni non
soggetti a requisiti di conformità (ad esempio, qualora i termini previsti dai
trattati di adesione non fossero ancora scaduti nel 2009 o nel 2010, l'ultimo
anno al quale fanno riferimento le comunicazioni degli Stati membri). In base a
tali stime, i carichi inquinanti annui complessivi generati dalle acque reflue
urbane in violazione della direttiva sono stati pari a circa 603 kt/a[22]
di azoto, 78 kt/a di fosforo e 3 900 kt/a di inquinamento organico totale[23].
Nel confrontare le cifre sopra indicate con il
carico totale annuo stimato di nutrienti immessi nei mari europei (azoto e
fosforo), nella sua relazione Long term nutrient loads entering the European
Seas il JRC evidenzia che l'azoto generato dalla quota non conforme di
acque reflue è pari a circa il 15% degli scarichi complessivi di azoto in mare.
Per quanto riguarda il fosforo, il rapporto è persino più elevato, giungendo ad
attestarsi al 35% della quantità di fosforo totale. Tali rapporti dimostrano quanto
sia importante dare piena attuazione alla direttiva in tutta l'Unione europea. Complessivamente, la suddetta relazione del
JRC giunge alla conclusione che la mitigazione delle fonti puntuali di
nutrienti rappresenta l'opzione più efficace per ridurre le emissioni di
nutrienti verso i mari europei. Tuttavia, tale opzione è relativamente poco
praticabile e l'ulteriore riduzione dei nutrienti emessi da fonti puntuali
richiede costi ingenti. 5. Miglioramenti mediante
il cofinanziamento I fondi messi a disposizione dall'UE possono
essere impiegati per sostenere l'attuazione della direttiva, in particolare il
Fondo di coesione e il Fondo regionale europeo per lo sviluppo regionale (FESR)
che offre assistenza alle regioni in ritardo di sviluppo o che devono affrontare
difficoltà strutturali per conseguire lo sviluppo sostenibile. Tali fondi
sostenuto in modo significativo gli Stati membri e le regioni nei loro
investimenti nelle infrastrutture necessarie per il trattamento delle acque
reflue durante vari periodi di programmazione. Il sostegno finanziario
previsto a favore di investimenti per impianti e infrastrutture relativi alle
acque reflue era di circa 14,3 miliardi di EUR in 21 Stati membri nell'attuale
periodo di programmazione 2007-2013. Sono prevalentemente, sebbene non
unicamente, i «nuovi» Stati membri ad aver stanziato la percentuale più
ampia dei loro fondi a favore delle infrastrutture per il trattamento delle
acque reflue. Negli anni oggetto della comunicazione 2009-2010, i fondi
cumulativi complessivamente stanziati nelle categorie «acque reflue» sono stati
pari a 3,5 miliardi di EUR per il 2009 e a 9,7 miliardi di EUR per il
2010. Fra gli Stati membri con gli importi cumulativi stanziati più elevati
sono da annoverare la Polonia (3,3 miliardi di EUR), la Romania (1,2
miliardi di EUR) e l'Ungheria (0,6 miliardi di EUR). Nonostante il contributo significativo dei
fondi dell'UE, lo studio sulla politica dell'Unione europea sulle acque
dolci Fitness check of EU freshwater policy sottolinea che finora gran
parte delle risorse necessarie per l''attuazione della politica idrica dell'UE deve
provenire direttamente dagli Stati membri. In base a uno studio[24]
condotto in 22 Stati membri, sussiste ancora un divario a livello di copertura
finanziaria relativamente alla conformità futura alla direttiva da parte di
tali Stati membri. Tale divario è essenzialmente dovuto al fatto
che in gran parte degli Stati membri i progressi verso il pieno recupero dei
costi dagli utenti dell'acqua e l'attuazione del principio del chi inquina
paga, previsto dalla direttiva quadro sulle acque (DQA), sono stati lenti o
insufficienti. Per promuovere tali politiche di tariffazione dei servizi idrici
la Commissione ha proposto alcune condizioni ex ante, compresi i
requisiti previsti dalla DQA in materia di tariffazione dei servizi idrici che
gli Stati membri devono soddisfare nell'ambito della futura politica di
coesione dell'UE (2014-2020) per il finanziamento di progetti nel settore
idrico. 6. Azione di conformità
passata La Commissione ha inteso garantire la conformità attraverso
un dialogo continuo e, laddove necessario, l'avvio di procedimenti di
infrazione, alcuni dei quali risalenti al 1997. Ad oggi, sono ancora aperte
circa 20 cause collettive orizzontali[25] nei confronti di 10
Stati membri dell'UE-15. La recente valutazione della politica offerta (relazione Fitness
check of EU freshwater policy[26]) è giunta alla
conclusione che l'efficace applicazione della direttiva è stata positivamente
influenzata dai procedimenti di infrazione, che ne hanno accelerato l'attuazione.
Sebbene l'azione di attuazione delle norme a livello dell'UE sia un processo
relativamente lento che richiede tempo, la maggior parte delle cause è stata
risolta in fase pregiudiziale. Alcuni esempi positivi riguardano la Francia (procedimenti
contro 682 piccoli centri urbani per violazione della direttiva, avviati nel 1998
e nel 2000) e il Belgio (175 centri urbani di piccole/grandi dimensioni
originariamente in violazione della direttiva nell'ambito di un procedimento di
infrazione avviato nel 1998). In entrambi i casi, tutti questi centri urbani di
grandi/piccole dimensioni suddetti si erano conformati alla alla direttiva.
Anche in Italia 475 centri urbani piccoli/grandi sono risultati in
violazione della direttiva quando il procedimento è stato avviato nel 1998;
ora, solo 110 di essi si trovavano ancora in una situazione di non conformità
al momento dell'emissione della sentenza della Corte. Oltre ai tre paesi
suddetti, Spagna e Grecia hanno registrato i progressi più evidenti dall'ultimo
esercizio di comunicazione tra gli Stati membri nei confronti dei quali era in
corso un procedimento di infrazione, in particolare relativamente agli obblighi
in materia di trattamento. 7. Il «nuovo approccio»
alla promozione della conformità Nonostante gli incoraggianti segnali di progresso, si
registra ancora un divario significativoin termini di attuazione, in
particolare negli Stati membri che sono entrati a far parte dell'UE nel 2004
e negli anni successivi. Appare evidente che in assenza di un impegno
rafforzato livello dell'UE, nazionale, regionale e locale i ritardi nell'attuazione
della direttiva nei «nuovi» Stati membri saranno lunghi quanto quelli
registrati negli Stati membri dell'UE-15, se non più lunghi. La prospettiva di conseguire
i progressi necessari unicamente tramite procedimenti di infrazione non è
incoraggiante. Considerata l'attuale crisi e i crescenti vincoli imposti dai
bilanci nazionali, la Commissione ha individuato nella direttiva lo strumento indicato
per avviare un'iniziativa pilota a favore di un «nuovo approccio» nella
promozione della conformità e dell'attuazione. Questo «nuovo approccio» è illustrato nella proposta
relativa al 7° programma di azione in materia di ambiente (PAA) e nel «Piano di
salvaguardia per le risorse idriche europee». L'obiettivo prioritario 4 del 7°
PAA di «sfruttare al massimo i vantaggi della legislazione unionale in materia
di ambiente» prevede lo svolgimento di azioni specifiche[27],
in particolare: ·
istituire a livello nazionale sistemi per la
diffusione attiva di informazioni sulle modalità di attuazione della
legislazione dell'UE in materia di ambiente, insieme a una panoramica a livello
dell'UE dei risultati conseguiti nei singoli Stati membri [cosiddetto Quadro
strutturato di attuazione e informazione, (Structured Implementation and
Information Framework, SIIF)]; ·
stilare accordi di partenariato per l'attuazione
della direttiva tra gli Stati membri e la Commissione. Il Piano di salvaguardia per le risorse idriche ha l'obiettivo
di «migliorare i tassi di conformità relativi al trattamento delle acque reflue
entro il 2018 attraverso una pianificazione degli investimenti a lungo termine
(compresi i fondi UE e i prestiti BEI)». In termini pratici, il Piano di
salvaguardia ha annunciato l'intenzione della Commissione di collaborare con
gli Stati membri alla preparazione di piani di attuazione, che possono essere
redatti sotto forma di accordi di partenariato per l'attuazione della direttiva
entro il 2014. I servizi della Commissione hanno avviato la realizzazione
di queste azioni con un seminario[28] tenutosi a dicembre 2012
e riferiranno regolarmente sui progressi compiuti in materia di attuazione. 8. Conclusioni e
prospettive A quasi 20 anni dall'adozione della direttiva in materia di
trattamento delle acque reflue urbane, i progressi realizzati nel 201 verso la
sua attuazione sono stati considerevoli. I tassi di conformità medi relativi
all'UE-15 sono pari all'88% per il trattamento secondario e a percentuali
superiori per i sistemi di reti fognarie e il trattamento più spinto (rispettivamente 97
e 90%). Paesi come Austria, Germania e Paesi Bassi hanno agito da apripista e
dato ampia attuazione alla direttiva, seguiti da vicino da numerosi altri
Stati. Per questi paesi, la priorità è mantenere e rinnovare le infrastrutture
esistenti. Inoltre, dal 2010 sono stati attuati ulteriori investimenti negli
Stati membri dell'UE-15 che presentavano ritardi in termini di conformità alla
direttiva, a seguito dei procedimenti di di infrazione della Commissione. Un
impegno costante nei prossimi anni consentirà di completare con successo (in
larga misura) l'attuazione della direttiva in questi 15 Stati membri entro il 2015
o il 2016. Si tratterebbe di un ritardo di 10 anni dalla scadenza dell'ultimo
termine previsto nella direttiva originaria. Il quadro è differente negli Stati membri che hanno aderito
all'UE nel 2004 o in anni successivi. La loro distanza dal raggiungimento dell'obiettivo
è ancora notevole, con una conformità media del 72% per le reti fognarie e
rispettivamente del 39% e 14% per i trattamenti secondari e più avanzati. In
assenza di un maggiore impegno a tutti i livelli, i ritardi prevsiti potrebbero
essere gli stessi se non maggiori di quelli registrati nell'UE-15, con la
possibilità per i ritardatari di raggiungere la piena conformità alla direttiva
solamente nel 2028. Un altro aspetto che desta preoccupazione è la mancanza di
conformità in un numero significativo di "grandi città". Ad esempio,
solo undici capitali su 27 degli Stati membri dell'UE hanno una rete fognaria e
un impianto di trattamento conforme a standard di oltre 20 anni fa.
Considerato l'elevato carico inquinante di questi grandi autori di scarichi, il
livello di inquinamento ambientale provocato è ancora considerevole. Questa 7ª relazione sull'attuazione della direttiva
contiene per la prima volta una valutazione dettagliata dei dati relativi alla
conformità dei 27 Stati membri. Le infrastrutture di comunicazione realizzate
nell'ambito del sistema di informazione sulle acque per l'Europa (Water
Information System for Europe, WISE) stanno funzionando bene. Il processo è
stato migliorato e la tempistica di elaborazione e valutazione dei dati ridotta
in modo significativo. Tuttavia, in alcuni Stati membri vi è ancora margine per
ulteriori miglioramenti nei sistemi di monitoraggio e comunicazione. Ciò spiega
i bassi livelli di attuazione o la mancanza di coerenza tra i dati registrati
durante i vari esercizi di comunicazione. La proposta relativa al 7° programma di azione in materia di
ambiente e il nuovo Piano di salvaguardia per le risorse idriche europee
sottolineano l'importanza della raccolta e del trattamento delle acque reflue
urbane. Nelle sue recenti iniziative politiche, la Commissione ha annunciato la
sua intenzione di rafforzare il proprio sostegno all'impegno degli Stati membri
in materia di attuazione promuovendo un «nuovo approccio» al raggiungimento
della conformità. Nel dicembre 2012 i servizi della Commissione hanno avviato
le attività nell'ambito di questo "nuovo approccio" allo scopo di
incoraggiare gli Stati membri a elaborare o rivedere i propri piani di
attuazione entro il 2014. [1] Direttiva 91/271/CEE, GU L 135
del 30.5.1991. [2] Per maggiori dettagli sul campo
di applicazione, gli obiettivi e le disposizioni della direttiva, cfr.: http://ec.europa.eu/environment/water/water-urbanwaste/index_en.html. [3] Direttiva 2000/60/CE, GU L 327
del 22.12.2000. [4] Direttiva 2008/56/CE, GU L 164
del 25.6.2008. [5] Per eutrofizzazione, si intende
«l'arricchimento dell'acqua con composti azotati e/o fosforo il quale causa una
crescita rapida delle alghe e di forme di vita vegetale più elevate, con
conseguente indesiderabile rottura dell'equilibrio degli organismi presenti in
tali acque e deterioramento della qualità delle acque in questione». [6] Per maggiori dettagli, cfr. http://ec.europa.eu/environment/water/water-framework/implrep2007/index_en.htm#third. [7] Per maggiori dettagli: AEA (2010):
L'ambiente in Europa — Stato e prospettive nel 2010 — Qualità delle acque
dolci. [8] Per maggiori dettagli: AEA (2012):
European Waters-assessment of status and pressures [9] COM(2012) 710
definitivo. Per
maggiori dettagli, cfr. http://ec.europa.eu/environment/newprg/pdf/7EAP_Proposal/en.pdf. [10] COM(2012) 673
definitivo. Per maggiori dettagli, cfr. http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=COM:2012:0673:FIN:IT:PDF. [11] SWD(2013)298. [12] 7ª valutazione tecnica delle
informazioni relative all'attuazione della direttiva 91/271/CEE del Consiglio,
del 21 maggio 1991, concernente il trattamento delle acque reflue urbane,
modificata dalla direttiva 98/15/CE della Commissione, del 27 febbraio 1998.
(Situazione al 31 dicembre 2009 o al 31 dicembre 2010). Valutazione a cura
della società di consulenza della Commissione Umweltbundesamt GmbH (Austria). [13] Per ulteriori
dettagli, cfr. http://rod.eionet.europa.eu/obligations/613. [14] http://www.eea.europa.eu/data-and-maps/data/waterbase-uwwtd-urban-waste-water-treatment-directive-3. [15] L'espressione «abitante
equivalente», a.e., è riportata nella direttiva e indica il carico organico
generato prevalentemente dagli abitanti di un centro urbano di piccole/grandi
dimensioni e da altre fonti, quali la popolazione non residente (turisti) e le
industrie agroalimentari. [16] Inoltre, le tecnologie relative al
trattamento terziario (ad esempio, ozonizzazione, clorurazione, raggi UV,
tecnologie a membrana, filtri di sabbia) sono oggetto di ampie discussioni in
quanto costituiscono alcune tra le opzioni più promettenti per l'attenuazione
dei microinquinanti (sostanze contaminanti emergenti, comprese le sostanze
farmaceutiche e i prodotti per la cura personale, o altre sostanze chimiche
industriali) introdotti nell'ambiente acquatico. [17] La tabella 1
(cfr. allegato) riflette i risultati per Stato membro e a livello UE-27, UE-15,
UE-12, classificati per intervalli di conformità. [18] Amsterdam,
Atene, Berlino, Bratislava, Copenaghen,
Helsinki, Madrid, Parigi, Stoccolma, Vienna e Vilnius. [19] http://www.eea.europa.eu/themes/water/interactive/soe-wfd/urban-waste-water-treatment-directive-viewer. [20] http://fate.jrc.ec.europa.eu/rational/home. [21] http://bookshop.europa.eu/en/scenario-analysis-of-pollutants-loads-to-european-regional-seas-for-the-year-2020-pbLBNA25159/ e http://publications.jrc.ec.europa.eu/repository/bitstream/111111111/15938/1/lbna24726enc.pdf. [22] Chiloton/anno. [23] Basato sulla
domanda chimica d'ossigeno (DCO). [24] COWI 2010: Compliance
Costs of the Urban Wastewater Treatment Directive. Relazione finale http://ec.europa.eu/environment/water/water-urbanwaste/info/pdf/Cost%20of%20UWWTD-Final%20report_2010.pdf. [25] Un elenco delle principali cause
relative a procedure di infrazione (ad oggi) e relative sentenze dagli anni 2009-2010
è riportato nell'allegato alla relazione (rispettivamente
tabella 3 e 4). [26] SWD(2012)393 [27] L'allegato VI (pag. 102 pp) della
valutazione di impatto (SWD(2012)397 definitivo) riporta informazioni
dettagliate sull'azione pilota in materia di acque reflue urbane. [28] https://circabc.europa.eu/w/browse/340cea09-390f-4c11-8e99-712c519c21e4.