COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO E AL EUROGRUPPO Risultati degli esami approfonditi ai sensi del regolamento (UE) n. 1176/2011 sulla prevenzione e la correzione degli squilibri macroeconomici /* COM/2013/0199 final */
COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL
PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO E AL EUROGRUPPO Risultati degli esami approfonditi ai sensi
del regolamento (UE) n. 1176/2011 sulla prevenzione e la correzione degli
squilibri macroeconomici 1. Introduzione La crisi economica
e finanziaria in corso ha indotto una profonda ristrutturazione delle nostre
economie. Tale ristrutturazione deve essere accompagnata da un nuovo tipo di governance
economica nell'UE capace di riconoscere l'interdipendenza tra le nostre
economie e che pone le basi per una crescita e competitività future che siano
intelligenti, sostenibili e inclusive. Data la stretta
interconnessione fra le nostre economie, correggere i problemi del passato e
avviare l'UE su un percorso di sviluppo più sostenibile per il futuro è una
responsabilità condivisa tra gli Stati membri e le istituzioni dell'UE. Nel decennio che
ha preceduto l'inizio della crisi, l'UE non ha dedicato un'adeguata attenzione
all'evoluzione delle economie dei singoli Stati membri. Da un lato perché non
era sufficientemente consapevole degli effetti di ricaduta delle politiche
economiche di uno Stato membro sulle economie di altri Stati membri (effetti di
ricaduta che sono stati particolarmente critici nella zona euro, a causa della
stretta interdipendenza economica dei paesi che condividono una valuta); dall'altro
perché non aveva a disposizione strumenti che le consentivano di individuare,
prevenire e, se necessario, correggere tali squilibri. Di conseguenza, gli
squilibri hanno potuto crescere in modo incontrollato producendo effetti
negativi sia per le economie di diversi Stati membri che per il corretto
funzionamento dell'Unione economica e monetaria. Sulla scorta degli
insegnamenti del passato e determinata ad impedire che si ripetano situazioni
analoghe in futuro, l'UE ha instaurato un nuovo sistema di governance
economica. Nell'ambito di questo nuovo metodo di lavoro, su proposta della
Commissione, il legislatore ha istituito una procedura per gli squilibri
macroeconomici al fine di individuare, prevenire e correggere eventuali
problemi in una fase precoce (regolamento (UE) n. 1176/2011, in appresso "il
regolamento"). La procedura per gli squilibri macroeconomici, insieme al
patto di stabilità e crescita rafforzato che mette l'accento sulla
sostenibilità delle finanze pubbliche, costituisce il nucleo centrale della governance
economica rafforzata dell'UE. Malgrado la decisa
azione intrapresa a livello di politiche da parte degli Stati membri e dell'UE
stia favorendo un riequilibro dell'economia dell'UE e gli indicatori mostrino
un graduale recupero delle precedenti perdite di competitività, gli squilibri
accumulatisi nel corso di vari anni in alcune economie dell'UE continuano a
porre difficoltà notevoli. In particolare, la necessità di riportare sotto
controllo livelli insostenibili di debito pubblico e privato e di raggiungere
un migliore equilibrio tra entrate e spesa frena temporaneamente l'attività
economica e l'occupazione. In alcuni casi la situazione è aggravata dalla
persistenza di rigidità strutturali profondamente radicate nelle economie di
alcuni paesi, che limitano la capacità di aggiustamento e hanno accresciuto
livelli di disoccupazione insostenibili. Le previsioni invernali 2013 della
Commissione prendono in considerazione questi fattori e indicano che il ritorno
a una crescita sostenuta sarà graduale. Sebbene la
situazione vari da uno Stato membro all'altro, è fondamentale che ciascuno di
essi prosegua il processo di riforme. Ci vuole del tempo affinché le riforme
strutturali stimolino la crescita e la creazione di posti di lavoro che, a loro
volta, ridurranno le pressioni sulle finanze pubbliche. Questo è il motivo per
cui una strategia di bilancio credibile a medio termine e un insieme di riforme
strutturali di ampia portata si completano a vicenda. I nuovi strumenti di governance
economica dell'UE sono concepiti per aiutare i governi ad affrontare i problemi
di fondo e a risolverli senza indugio, perseguendo politiche appropriate e
specifiche per paese nell'ambito di un più ampio contesto europeo. Le
istituzioni dell'UE e gli Stati membri stanno lavorando in stretta
collaborazione, consapevoli che l'interdipendenza della zona euro e dell'UE
in generale necessita di un processo decisionale condiviso e maggiormente
approfondito. Questo è l'approccio
globale su cui si è basata la Commissione per elaborare l'analisi annuale della
crescita per il 2013[1],
presentata all'inizio del terzo ciclo del semestre europeo di coordinamento
delle politiche economiche. Nell'ambito di questo processo la Commissione ha
redatto la relazione sul meccanismo di allerta[2],
nella quale ha esaminato tutti gli Stati membri[3]
nel quadro della procedura per gli squilibri macroeconomici al fine di
individuare eventuali squilibri macroeconomici basandosi su un quadro di
valutazione contenente indicatori. Il quadro di valutazione è stato elaborato
dalla Commissione, previa consultazione con il Consiglio e il Parlamento
europeo, nonché con il Comitato europeo per il rischio sistemico (CESR). Gli
indicatori che lo compongono costituiscono la base dell'analisi economica della
situazione di ciascuno Stato membro volta a individuare squilibri sia interni
(quali i livelli del debito pubblico e privato, i prezzi delle abitazioni, la
disoccupazione) che esterni (come le partite correnti, le attività e le
passività internazionali e gli indicatori di competitività). A seguito
dell'analisi, quattordici Stati membri sono stati selezionati per un esame
approfondito. La fonte, la
natura e la gravità degli squilibri individuati da questo processo variano da
uno Stato membro all'altro e richiedono un approccio specifico per paese. Negli
Stati membri che hanno registrato persistenti e notevoli disavanzi delle
partite correnti e perdite di competitività urge adottare misure a sostegno di
un aggiustamento significativo. In uno studio esauriente pubblicato nel
dicembre 2012, la Commissione ha inoltre esaminato i motivi per cui taluni
paesi registrano avanzi elevati e persistenti delle partite correnti[4]. Sebbene siano il segnale di
una sana posizione concorrenziale, gli avanzi delle partite correnti possono
anche derivare da fallimenti del mercato o dalla debolezza della domanda
interna e delle opportunità di investimento. Gli squilibri macroeconomici
registrati nell'UE hanno determinato una cattiva allocazione delle risorse nei
paesi in avanzo, con conseguenze negative per la crescita. Sulla base degli
esami approfonditi che accompagnano la presente comunicazione, la Commissione
ha individuato squilibri in tutti i paesi selezionati nella relazione sul
meccanismo di allerta: Belgio, Bulgaria, Danimarca, Spagna, Francia, Italia,
Ungheria, Malta, Paesi Bassi, Slovenia, Finlandia, Svezia e Regno Unito[5]. La sezione 2 riassume
le conclusioni generali che si possono trarre da questa analisi; la sezione 3
presenta le principali conclusioni per paese[6];
la sezione 4 presenta brevemente le conclusioni e delinea le prossime tappe del
processo di governance economica dell'UE. 2. Principali risultati trasversali degli
esami approfonditi L'aggiustamento
macroeconomico è in corso sebbene con differenze a livello di natura e di ritmo
fra gli Stati membri. Questo processo è descritto
negli esami approfonditi che, fornendo dei dati, ne esaminano i principali
fattori quali la riduzione dei disavanzi delle partite correnti, la convergenza
del costo del lavoro per unità di prodotto, la correzione dei prezzi eccessivi
degli immobili residenziali e la riduzione dell'indebitamento del settore
privato. Vista la diversità dei problemi e degli squilibri, le differenze tra i
paesi in termini di crescita persisteranno probabilmente anche nei prossimi
anni[7]. La debolezza
dell'attività economica e le prospettive economiche fragili possono aver
acuito, in alcuni casi, i rischi derivanti dagli squilibri macroeconomici
analizzati e gli effetti di ricaduta che questi possono avere su altri paesi. Inoltre, nella maggior parte dei casi l'aggiustamento non è stato
ancora completato. In particolare, lo stock accumulato di passività verso l'estero
(misurato dalla posizione patrimoniale netta sull'estero, fortemente negativa,
e dal debito estero netto), l'indebitamento privato e la situazione del mercato
degli immobili residenziali restano problematici in alcuni Stati membri. Solo
superando queste difficoltà le economie indebitate potranno riprendere la
crescita e competere, garantire la stabilità finanziaria e ridurre la
disoccupazione. In diversi Stati membri sarà necessario monitorare con
attenzione gli squilibri macroeconomici individuati e affrontarli con un deciso
impegno a favore delle riforme strutturali. Molte delle misure da adottare
per garantire un'adeguata correzione degli squilibri esterni ed interni
promuovono anche la crescita economica a medio termine. In questo modo la
strategia dell'UE per stimolare la crescita e gli investimenti a medio termine
comprende le misure che devono essere adottate nell'ambito della procedura per
gli squilibri macroeconomici. Dagli esami
approfonditi risulta, in particolare, quanto segue: ·
l'aggiustamento delle posizioni sull'estero
è in corso, nonostante diversi Stati membri rimangano vulnerabili a causa dell'elevato
livello delle passività nette verso l'estero; ·
malgrado i miglioramenti nell'andamento delle
esportazioni, che derivano da incrementi della competitività di costo, diversi
Stati membri devono intensificare i loro sforzi per recuperare competitività
o potenziarla, sia nel mercato interno che a livello mondiale; ·
i fattori della competitività non di costo
continuano a svolgere un ruolo fondamentale, ad esempio occorre intervenire a
livello di: composizione delle esportazioni e contenuto tecnologico,
diversificazione geografica delle esportazioni, struttura delle imprese,
contenuti importati delle esportazioni, ruolo dei fattori produttivi intermedi,
investimenti nella R&S e nell'innovazione; ·
un processo di riduzione dell'indebitamento è
in atto nel settore privato di molte economie, ma rimangono elevati i livelli
del debito privato e forti le pressioni per la riduzione dell'indebitamento; ·
i mercati degli immobili residenziali sono
in fase di aggiustamento in vari paesi che hanno registrato una forte
espansione del settore abitativo prima della crisi. Non sono da
escludere ulteriori aggiustamenti al ribasso tenuto conto della situazione del
settore bancario, che rimane vulnerabile, dell'inasprimento delle condizioni
del credito e dell'incertezza economica. 3. Conclusioni per Stato membro La presente
sezione descrive gli esami approfonditi per paese e, come previsto dal
regolamento, indica se la Commissione ritiene che esistano squilibri e se li
ritiene eccessivi. Il BELGIO presenta
squilibri macroeconomici da monitorare e che necessitano un intervento. In
particolare è opportuno continuare a prestare attenzione agli sviluppi
macroeconomici in materia di competitività esterna dei beni e all'indebitamento,
soprattutto per quanto riguarda le conseguenze del livello elevato del debito
pubblico per l'economia reale. Più specificamente, il Belgio registra da
tempo un declino nelle sue quote del mercato delle esportazioni a causa di
persistenti perdite di competitività di costo e non di costo. Mentre le
esportazioni di merci belghe vengono gradualmente reindirizzate verso regioni
più dinamiche, si intensifica la specializzazione in prodotti intermedi
sensibili ai costi. Quest'ultima evoluzione mette in risalto il ruolo svolto
dai fattori di costo nell'andamento delle esportazioni del Belgio, dove la
progressione del costo del lavoro supera quella osservata presso i suoi partner
commerciali. Nel corso dell'ultimo anno, il governo ha annunciato e avviato misure
per ridurre il crescente divario salariale. Si prevede tuttavia che questa
correzione sarà prolungata e che il problema sarà risolto solo a medio termine,
mentre diversi partner commerciali stanno attuando riforme al fine di
migliorare la propria competitività. In termini di competitività non di costo è
necessario adottare provvedimenti affinché le attività di ricerca si traducano
maggiormente nello sviluppo di nuovi prodotti a più elevato contenuto
tecnologico. La perdita complessiva di competitività, limitando le prospettive
di crescita, aggrava i problemi derivanti dall'elevato debito pubblico, che
espone il Belgio al rischio di turbolenze finanziarie, cui si aggiunge il
rischio di passività potenziali considerevoli per il settore finanziario. Su un
orizzonte a lungo termine si dovrà inoltre conciliare la sostenibilità delle
finanze pubbliche con l'incidenza sul bilancio dell'invecchiamento della
popolazione. La
BULGARIA presenta squilibri macroeconomici da monitorare e che
necessitano un intervento. In particolare è opportuno prestare un'attenzione
costante all'impatto della riduzione dell'indebitamento delle imprese, nonché
all'aggiustamento continuo delle posizioni sull'estero, della competitività e
del mercato del lavoro. Più specificamente
la Bulgaria ha rapidamente accumulato squilibri durante la fase di forte
espansione che ha coinciso con la sua adesione all'Unione europea. In un
contesto di recupero, elevati afflussi di capitali stranieri hanno contribuito
al surriscaldamento dell'economia nazionale e alla forte crescita del settore
degli immobili residenziali. Con l'insorgere della crisi la Bulgaria ha
intrapreso un rapido processo di riduzione dell'indebitamento e ha adottato
misure per mantenere la stabilità finanziaria. Sebbene abbiano registrato un
aggiustamento rapido e considerevole, le partite correnti della Bulgaria
dovrebbero tornare a registrare un disavanzo moderato con la ripresa, la quale
comporterà un incremento delle importazioni. Di conseguenza l'aggiustamento
dell'indebitamento estero netto sarà rallentato. Per sostenere la competitività
di costo e la crescita delle esportazioni sarà importante garantire che il
costo del lavoro per unità di prodotto rifletta un aumento della produttività.
L'indebitamento delle imprese non finanziarie, compreso l'aumento dei ritardi
di pagamento, indica che le pressioni per la riduzione dell'indebitamento
impediscono una crescita economica più dinamica. Il segmento dei
lavoratori poco qualificati del mercato del lavoro sembra essere stato particolarmente
colpito dalla crisi e merita una maggiore attenzione. La disoccupazione è
aumentata in misura notevole e sarebbe opportuno adottare misure per impedire
che la disoccupazione diventi di natura più strutturale. A causa del
disallineamento fra domanda e offerta di competenze determinati settori
iniziano a risentire di una penuria di manodopera, il che rivela la necessità
di un ampio pacchetto di misure in materia di politiche attive del mercato del
lavoro, di politiche dell'istruzione e di sviluppo regionale. In futuro, la
Bulgaria deve adoperarsi per rafforzare la capacità di aggiustamento del
mercato del lavoro, consentire una graduale riduzione dell'indebitamento delle
imprese ed evitare il riemergere di squilibri insostenibili. La
DANIMARCA presenta squilibri macroeconomici da monitorare e che
necessitano un intervento. In particolare è opportuno prestare un'attenzione
costante agli aggiustamenti in corso sul mercato degli immobili residenziali,
all'elevato livello di indebitamento delle famiglie e del settore privato e ai
fattori della competitività esterna. Più
specificamente, le esportazioni hanno avuto un andamento negativo a causa dell'aumento
del costo del lavoro per unità di prodotto dovuto alla forte crescita salariale
e, soprattutto, alla debole crescita della produttività. Oltre a ciò, l'andamento
negativo delle esportazioni è in parte dovuto a una composizione sfavorevole
del mercato delle esportazioni. Negli ultimi anni ci sono stati miglioramenti a
questo riguardo, ma nella congiuntura attuale è difficile valutare il loro
carattere sostenibile e duraturo. Tenendo conto che la Danimarca registra da
tempo avanzi elevati e crescenti delle partite correnti, questo andamento non è
un segnale di rischio a breve termine. Il debito delle famiglie è aumentato
fino a raggiungere livelli insostenibili a causa dei bassi tassi di interesse e
di un'impennata dei prezzi delle abitazioni negli anni precedenti la crisi
finanziaria. Sebbene un'inversione di tendenza sia già in corso e i rischi
siano inoltre attenuati dalle elevate posizioni patrimoniali nette delle
famiglie, il processo di correzione si protrarrà a lungo, il che potrebbe
rappresentare un rischio per la stabilità economica e finanziaria. La
SPAGNA presenta squilibri macroeconomici eccessivi. Sebbene l'aggiustamento
sia in corso, la portata della correzione necessaria richiede un intervento
deciso e prolungato. In particolare, i livelli molto elevati del
debito interno e del debito estero continuano a rappresentare un rischio per la
crescita e la stabilità finanziaria. La decisa azione intrapresa a livello di
politiche sia da parte dell'UE che della Spagna ha prodotto un visibile
aggiustamento dei flussi, la riduzione dei costi di finanziamento e l'attenuazione
dei rischi immediati. Tuttavia gli sviluppi dell'ultimo anno, fra cui un'ulteriore
contrazione dell'attività economica, l'impennata della disoccupazione e la
necessità di un sostegno pubblico per la ricapitalizzazione di un certo numero
di banche, hanno messo in luce i rischi che questi squilibri rappresentano per
la crescita, l'occupazione, le finanze pubbliche e la stabilità finanziaria. Più
specificamente, la Spagna è stata interessata da importanti squilibri esterni e
interni, strettamente interconnessi. I massicci afflussi di capitale negli anni
del boom hanno contribuito all'accumulo di elevate passività nette verso l'estero
e hanno provocato una grande bolla nel settore degli immobili residenziali ed
edilizio. Dopo lo scoppio della bolla, l'esposizione delle banche a attivi
dubbi di questi due settori ha messo a rischio la stabilità finanziaria. Tali
rischi per il settore bancario vengono efficacemente attenuati mediante il
programma di assistenza al settore finanziario, la ristrutturazione e la
ricapitalizzazione delle banche più colpite e il rafforzamento del quadro di
regolamentazione e di vigilanza[8]. L'aggiustamento
degli squilibri esterni è in corso ma non è ancora completato, dato che la
Spagna deve ottenere un persistente avanzo delle partite correnti per ridurre
lo stock delle passività nette verso l'estero: l'attuale miglioramento del
saldo delle partite correnti e della competitività di costo può essere in parte
dovuto a fattori congiunturali. L'aggiustamento della posizione finanziaria del
settore privato prosegue, ma continuerà a pesare sulla crescita economica e
sulle prospettive di bilancio a medio termine. Il mercato degli immobili
residenziali non si è ancora stabilizzato. Le rigidità dei mercati dei prodotti
e del lavoro contribuiscono ad accrescere un livello di disoccupazione già
elevato e più in generale ostacolano l'aggiustamento dell'economia. Nel
complesso, la vulnerabilità a possibili shock reali e finanziari resta elevata
e con essa la possibilità di effetti di ricaduta negativi sul resto della zona
euro. Per rimediare a queste difficoltà è necessario un intervento continuativo
nei mercati dei prodotti e dei servizi, nel mercato del lavoro, nel settore
finanziario e nelle finanze pubbliche. Inoltre, la
significativa diminuzione delle entrate dovuta al riequilibrio dell'economia, l'aumento
della spesa sociale e i costi della ricapitalizzazione delle banche hanno
determinato una forte pressione sui disavanzi pubblici e un notevole aumento
del debito pubblico. Una correzione duratura del disavanzo di bilancio
eccessivo nel medio termine richiede progressi simultanei a livello di
correzione degli squilibri macroeconomici, sostenuti da ulteriori riforme
strutturali atte a stimolare la crescita e la creazione di posti di lavoro e a
ridurre le rigidità strutturali che ostacolano l'aggiustamento. La
FRANCIA presenta squilibri macroeconomici da monitorare e che
necessitano un intervento deciso. In particolare, è opportuno prestare un'attenzione
costante al deterioramento della bilancia commerciale e dei livelli di
competitività, connesso sia a fattori di costo che a fattori non di costo, nel
contesto di un peggioramento della posizione sull'estero e di un debito
pubblico elevato. Date le dimensioni dell'economia francese, è importante
intervenire per ridurre il rischio di effetti negativi sul suo funzionamento e
sul funzionamento dell'Unione economica e monetaria. Più specificamente, il crescente disavanzo
commerciale riflette il lungo declino nelle quote del mercato delle
esportazioni, dovuto a persistenti perdite di competitività di costo e non di
costo. I salari sono aumentati rapidamente e incidono sui prezzi e sulla
redditività delle imprese. La redditività contenuta e decrescente delle imprese
private, in particolare nel settore manifatturiero, non solo ha pesato sul loro
indebitamento ma, soprattutto, può avere compromesso la loro capacità di
innovare e di rafforzare la loro competitività non basata sui prezzi. Questi
problemi di competitività sono stati aggravati da altri fattori, fra cui la
diminuzione del numero di imprese esportatrici. In particolare è probabile che
le rigidità del mercato del lavoro francese, che hanno anche contribuito all'evoluzione
del costo del lavoro, abbiano limitato la capacità di aggiustamento dell'economia
e ostacolato l'evoluzione della produttività. I problemi di competitività e il
crescente debito pubblico espongono la Francia a potenziali turbolenze sui
mercati finanziari e al rischio di spiazzamento degli investimenti privati. L'ITALIA
presenta squilibri macroeconomici da monitorare e che necessitano un
intervento deciso. In particolare l'andamento delle esportazioni e la
relativa perdita di competitività, nonché l'elevato debito pubblico in un
contesto di crescita debole, devono essere oggetto di un'attenzione costante
nell'ambito di un ampio programma di riforme al fine di ridurre il rischio di
effetti negativi sul funzionamento dell'economia italiana e dell'Unione
economica e monetaria, viste in particolare le dimensioni di questa economia. Più specificamente, in un contesto di forte
avversione al rischio nei mercati finanziari, l'elevato debito pubblico dell'Italia
pesa sulle prospettive di crescita del paese tramite vari canali, in
particolare la rilevante pressione fiscale necessaria per il servizio del
debito, le difficoltà di finanziamento per le banche italiane e, di
conseguenza, per il settore privato, la crescente incertezza macroeconomica e
un margine molto limitato per politiche di bilancio anticicliche e per una
spesa pubblica a sostegno della crescita. Per
porre l'elevato rapporto debito pubblico/PIL dell'Italia su uno stabile
percorso discendente l'Italia ha attuato una strategia per conseguire un
consistente risanamento di bilancio ma le prospettive di crescita debole
rendono difficile, ma ancor più importante, raggiungere e mantenere i
consistenti avanzi primari che sono necessari. La
diminuzione della competitività esterna dell'Italia, in atto sin dalla fine
degli anni Novanta, si riflette nella perdita sostanziale di quote del mercato
delle esportazioni. La stagnazione della produttività,
cresciuta più lentamente rispetto al costo del lavoro, ha comportato l'aumento
del costo del lavoro per unità di prodotto rispetto ad altri paesi e il
notevole apprezzamento del tasso di cambio effettivo nominale dell'Italia tra
il 2003 e il 2009 ha ulteriormente compromesso la competitività di costo. L'elevata
pressione fiscale, specialmente sul lavoro e sul capitale, influisce
negativamente anche sulla competitività. Inoltre, i risultati dell'Italia nel
settore delle esportazioni continuano a risentire di una specializzazione
merceologica sfavorevole e la scarsa dotazione di capitale umano del paese
ostacola il passaggio ad un modello di specializzazione tecnologicamente più
avanzato. Ostacoli istituzionali e normativi, un contesto sfavorevole alle
imprese e caratteristiche strutturali a livello aziendale ostacolano la
capacità di numerose imprese italiane di crescere, limitando gli incrementi di
produttività e l'espansione internazionale. Questi fattori limitano anche l'afflusso
di investimenti diretti esteri, perdendo così un'altra importante fonte
potenziale di incremento della produttività. Infine, la recessione a doppia v
ha gravemente compromesso la capacità del settore bancario italiano di
sostenere l'aggiustamento economico necessario per correggere gli squilibri. L'UNGHERIA
presenta squilibri macroeconomici da monitorare e che necessitano un
intervento deciso. In particolare, al fine di ridurre il rischio di
importanti effetti negativi sul funzionamento dell'economia, è opportuno prestare
massima attenzione all'aggiustamento in corso della posizione patrimoniale
netta sull'estero fortemente negativa, dovuta soprattutto alla riduzione dell'indebitamento
nel settore privato a fronte di un elevato debito pubblico e di un contesto
imprenditoriale fragile. Più specificamente, l'Ungheria è impegnata
nell'aggiustamento dell'ingente stock di debito esterno ed interno (pubblico e
privato), un processo che dovrebbe continuare nel medio termine. Per il terzo anno consecutivo, la posizione
patrimoniale netta sull'estero è migliorata grazie all'avanzo delle partite
correnti, consentito principalmente da un calo
della domanda interna, dovuto a sua volta alla riduzione dell'indebitamento nel
settore privato (soprattutto nel settore delle famiglie). Allo stesso tempo, una rapida diminuzione del
credito alle imprese (esacerbata dal clima di incertezza politica e da elevate
soprattasse per il settore finanziario) ha concorso a un livello storicamente
basso di investimenti, che ha contribuito ad
accrescere la vulnerabilità dell'Ungheria, a peggiorare ancor più le
prospettive di crescita potenziale e a mantenere un elevato livello di
disoccupazione, il che rende più difficile l'aggiustamento e il risanamento del
bilancio. Il debito pubblico, relativamente
elevato rispetto ai paesi vicini, è diminuito grazie
ad una serie di misure di risanamento del bilancio, nonché a entrate
straordinarie derivanti dalla soppressione del regime pensionistico privato
obbligatorio. Tuttavia, l'incertezza politica
e il basso potenziale di crescita, unito a una quota elevata del debito
denominato in valuta estera e al notevole indebitamento del settore pubblico e
privato, possono avere un impatto importante sulle condizioni di finanziamento
dell'Ungheria, che potrebbero inasprirsi in futuro. MALTA presenta squilibri macroeconomici da
monitorare e che necessitano un intervento. In particolare è
opportuno prestare attenzione alla sostenibilità a lungo termine delle finanze
pubbliche e continuare a tenere sotto controllo l'ampio settore finanziario e,
soprattutto, lo stretto legame tra le banche rivolte al mercato interno e il
mercato immobiliare, che rappresenta un rischio per la stabilità finanziaria. Più
specificamente, la sostenibilità a lungo termine delle finanze pubbliche è
messa a rischio dal previsto costo elevato legato all'invecchiamento della
popolazione e da altre passività potenziali considerevoli. Sebbene il mercato
immobiliare non sembri esposto a un rischio immediato di espansione e
contrazione, è particolarmente importante per la stabilità finanziaria
garantirne il corretto funzionamento. Di conseguenza, è giustificato un
monitoraggio periodico dell'evoluzione del mercato immobiliare. È opportuno non
sopravvalutare i rischi per la stabilità finanziaria interna derivanti dalla
presenza di un settore finanziario di grandi dimensioni, vista l'esposizione
molto limitata verso l'economia nazionale delle banche rivolte al mercato
internazionale; tuttavia è importante un monitoraggio periodico e continuo
delle attività di tali banche e delle banche nazionali minori. Inoltre, la
stabilità delle principali banche nazionali beneficerebbe di nuove misure tese
a rafforzare le riserve per perdite da prestiti in maniera da limitare i rischi
derivanti dalla loro esposizione al settore immobiliare. I
PAESI BASSI presentano squilibri macroeconomici da monitorare e
che necessitano un intervento. In particolare, è opportuno prestare
attenzione agli sviluppi macroeconomici connessi al debito del settore privato
e alle pressioni per la riduzione dell'indebitamento, unitamente alle altre
inefficienze del mercato degli immobili residenziali. Sebbene il notevole
avanzo delle partite correnti non presenti rischi paragonabili a quelli
derivanti da forti disavanzi, la Commissione continuerà a monitorare l'evoluzione
delle partite correnti anche nei Paesi Bassi. Più specificamente,
nel corso di decenni si sono accumulati rigidità e fattori distorsivi che
spiegano le modalità di finanziamento degli acquisti di immobili residenziali e
i comportamenti di risparmio per settore. I crediti per gli immobili
residenziali hanno assunto una grande importanza nello stato patrimoniale degli
istituti finanziari, man mano che le famiglie contraevano prestiti dando come
garanzia il loro patrimonio immobiliare. Parallelamente le società non
finanziarie registrano, dalla metà degli anni Novanta un'eccedenza di
risparmio strutturale. Ne è conseguita una situazione nella quale coesistono un
notevole e persistente avanzo delle partite correnti e un elevato livello del
debito lordo e del patrimonio delle famiglie. Nella congiuntura attuale, le
ripercussioni del mercato degli immobili residenziali sull'economia reale, in
particolare attraverso un effetto ricchezza e un effetto fiducia negativi,
pregiudicano l'attività economica. La
FINLANDIA presenta squilibri macroeconomici da monitorare e che
necessitano un intervento. In particolare, è opportuno prestare un'attenzione
costante al notevole deterioramento della posizione delle partite correnti e
all'andamento negativo delle esportazioni, dovuti alla ristrutturazione del
settore industriale e a fattori di competitività di costo e non di costo. Più
specificamente, la perdita di competitività indebolisce la posizione economica
del paese e rischia di compromettere la prosperità e il livello di vita futuri,
soprattutto in quanto l'invecchiamento della popolazione pone già dei problemi
in tal senso. La Finlandia ha perso rapidamente quote di mercato a livello
mondiale e il saldo delle partite correnti è andato peggiorando diventando un
disavanzo nel 2011, che secondo le previsioni dovrebbe aumentare. La
diminuzione del saldo delle partite correnti sembra dovuto principalmente ad un
deterioramento della competitività non legata ai prezzi e a ritardi nella
ristrutturazione necessaria di alcuni settori. Inoltre, la competitività di
costo risente dell'aumento significativo del costo del lavoro per unità di
prodotto a seguito di accordi salariali che non hanno rispecchiato pienamente
il calo della produttività durante la crisi e/o l'andamento della produttività
settoriale. La Finlandia esporta beni intermedi e d'investimento principalmente
verso economie mature a crescita lenta e le imprese sono esposte agli aumenti
del prezzo dell'energia e al conseguente deterioramento delle ragioni di scambio.
Al contrario, i rischi relativi al mercato degli immobili residenziali e all'indebitamento
delle famiglie sembrano relativamente limitati. La principale preoccupazione a
tale riguardo è connessa alla situazione finanziaria delle famiglie finlandesi,
con un basso tasso di risparmio e una posizione di debitori netti. La
SLOVENIA presenta squilibri macroeconomici eccessivi; per
arrestarne il rapido accumulo e per correggerli è necessario un intervento
urgente. Fino ad oggi, i livelli di debito pubblico e privato sono al di
sotto delle soglie di allerta definite nel quadro di valutazione e anche il
debito estero netto è relativamente contenuto. Tuttavia, in un contesto
caratterizzato dall'accelerazione dell'andamento economico negativo, l'indebitamento
delle imprese e la riduzione dello stesso rappresentano un rischio sostanziale
per la stabilità del settore finanziario, anche per la loro correlazione con il
livello del debito sovrano. Tali rischi sono aggravati dalla limitata capacità
di aggiustamento dei mercati del lavoro e dei capitali e da una struttura
economica dominata dalla partecipazione statale. Periodi di incertezza politica
e ostacoli giuridici alle riforme hanno impedito alla Slovenia di correggere
adeguatamente i propri squilibri e di migliorare la sua capacità di
aggiustamento, rendendola più vulnerabile in un periodo di accresciute
difficoltà di finanziamento del debito sovrano. Più
specificamente, la Slovenia continua a combattere con l'eredità della sua
precedente fase di forte espansione. Il livello di indebitamento delle imprese
è ancora insostenibile, il che aumenta il numero dei crediti in sofferenza.
Nonostante la dimensione del settore bancario sloveno sia relativamente modesta
e inferiore alla metà della media della zona euro, le principali banche sono
sottocapitalizzate a causa del continuo deteriorarsi dei loro portafogli
crediti e la loro dipendenza dai finanziamenti pubblici costituisce una grave
minaccia per l'economia. Allo stesso tempo, anche lo Stato è soggetto a
difficoltà di finanziamento. È in corso la necessaria riduzione della leva
finanziaria, ma il processo è ostacolato da frizioni sui mercati del lavoro e
dei capitali e da livelli di produzione estremamente bassi. La dipendenza delle
imprese dai finanziamenti bancari e l'intricata rete di partecipazioni statali
limitano la portata dell'aggiustamento e falsano l'allocazione delle risorse.
Le precedenti perdite di competitività di costo non sono state recuperate e le
attuali politiche in materia di salario minimo rischiano di causarne di nuove
in futuro, quando il mercato del lavoro sarà in ripresa. L'insufficiente
aggiustamento, la scarsa competitività di costo e le partecipazioni statali
scoraggiano gli investimenti diretti privati ed esteri. La Slovenia ha perso
quote del mercato delle esportazioni e l'andamento delle esportazioni è molto
peggiore di quello di altri paesi analoghi. Questi problemi necessitano misure
urgenti nei settori finanziario, delle imprese pubbliche e delle riforme
microeconomiche al fine di evitare che gravi squilibri raggiungano rapidamente
livelli insostenibili. Difficoltà di
finanziamento ricorrenti dello Stato sottolineano la necessità di proseguire il
risanamento di bilancio assieme a riforme strutturali. Per migliorare la
stabilità finanziaria e i risultati macroeconomici in maniera duratura occorre
una strategia coerente che comprenda anche le finanze pubbliche. La
SVEZIA presenta squilibri macroeconomici da monitorare e che necessitano
un intervento. In particolare, è opportuno prestare un'attenzione costante
agli sviluppi macroeconomici connessi al debito del settore privato e alla
riduzione dell'indebitamento, unitamente alle rimanenti inefficienze del
mercato degli immobili residenziali. Sebbene il notevole avanzo delle partite
correnti non presenti rischi paragonabili a quelli derivanti da forti
disavanzi, la Commissione continuerà a monitorare l'evoluzione delle partite
correnti in Svezia. Le società non finanziarie hanno già in parte
operato un processo di riduzione dell'indebitamento. È probabile che le recenti
riforme in materia di tassazione delle imprese riducano ulteriormente il
livello di indebitamento delle imprese, limitando la minimizzazione delle
imposte da parte delle società multinazionali. Il debito delle famiglie si è
stabilizzato ma sono ancora presenti i principali fattori che vi
contribuiscono: la distorsione a favore del debito nella tassazione degli
immobili residenziali e il lento ritmo di ammortamento dei mutui ipotecari.
Anche i bassi tassi d'interesse sui mutui ipotecari contribuiscono all'indebitamento
delle famiglie. D'altro canto, da vari indicatori relativi all'indebitamento
delle famiglie e alle condizioni della domanda e dell'offerta di credito non
risultano esserci pressioni imminenti a favore della riduzione dell'indebitamento.
Il mercato degli immobili residenziali è rimasto stazionario nel corso dell'ultimo
anno e le preoccupazioni circa una possibile sopravvalutazione si sono
dissipate. Tuttavia, il mercato degli immobili residenziali continua a
rappresentare una potenziale fonte di instabilità per il futuro. Nonostante
alcune misure recenti, l'offerta di immobili residenziali rimane limitata dalle
gravose procedure di pianificazione, dalla scarsa concorrenza nel settore
edilizio e dalla regolamentazione dei mercati locativi. Queste inefficienze,
insieme alla distorsione a favore del debito nella tassazione degli immobili
residenziali, tendono ad influenzare al rialzo i prezzi delle abitazioni e l'indebitamento
delle famiglie. Il
REGNO UNITO presenta squilibri macroeconomici da monitorare e
che necessitano un intervento. In particolare, è opportuno continuare a
prestare attenzione agli sviluppi macroeconomici nel settore dell'indebitamento
delle famiglie, connesso ai livelli elevati di debito ipotecario e alle caratteristiche
del mercato degli immobili residenziali, nonché all'andamento sfavorevole della
competitività esterna, soprattutto per quanto riguarda le esportazioni di merci
e la debole crescita della produttività. Più specificamente, il Regno Unito deve
far fronte alle tensioni tra le esigenze di ridurre l'indebitamento, di
mantenere la stabilità finanziaria e di evitare di compromettere gli
investimenti e la crescita. L'aumento dell'indebitamento delle famiglie è stato
causato principalmente dal livello elevato e dalla volatilità dei prezzi delle
abitazioni, dovuti ad un'offerta di immobili residenziali insufficiente e
rigida. La riduzione dell'indebitamento delle famiglie e la correzione dei
prezzi delle abitazioni sono proseguite nel 2012, ma è probabile che la
situazione cambi una volta che l'economia migliorerà e le transazioni degli
immobili residenziali torneranno a livelli più normali. Sono state adottate
delle misure volte ad incrementare le costruzioni residenziali ma la loro
efficacia non è ancora dimostrata. In conseguenza degli elevati prezzi
delle abitazioni e del diffuso e crescente ricorso a mutui ipotecari a tasso
variabile, le famiglie sono particolarmente esposte alle variazioni dei tassi d'interesse.
Lo stock di debito delle imprese britanniche è modesto, tuttavia alcune di esse
hanno difficoltà ad accedere a finanziamenti adeguati per gli investimenti. Il
Regno Unito deve parimenti far fronte alla duplice sfida di sostenere il
dinamismo che caratterizzava l'esportazione di servizi prima della crisi e di
stimolare i fattori determinanti della produttività dei settori industriali per
recuperare la competitività esterna che ha subito una parziale erosione negli
anni precedenti la crisi. Il saldo commerciale netto del 2012 è stato minore
del previsto. Nel complesso gli investimenti pubblici rimangono modesti e non è
chiaro quando e in che misura riprenderanno gli investimenti privati. Sulla
base delle politiche attuali, il flusso del credito può normalizzasi solo
quando migliorerà la situazione macroeconomica generale. Permane il divario di
competenze che potrà essere superato solo con sostanziali investimenti a lungo
termine. Date le dimensioni dell'economia britannica, gli squilibri possono
generare effetti di ricaduta sulle altre economie europee. 4. Conclusioni Sulla base dell'analisi la Commissione
conclude che la Slovenia, sebbene sia in una posizione ancora gestibile,
sta rapidamente accumulando squilibri macroeconomici eccessivi. È opportuno
che la Slovenia completi rapidamente e con decisione le riforme avviate e
introduca misure dettagliate e di ampia portata nel suo prossimo programma
nazionale di riforma e nel programma di stabilità al fine di arrestare e
invertire questa tendenza. Sulla base della analisi la Commissione
conclude che, nonostante i progressi significativi compiuti nel 2012, la
Spagna presenta ancora squilibri macroeconomici eccessivi. È opportuno
che la Spagna preservi la spinta alle riforme introducendo misure dettagliate e
di ampia portata nel suo prossimo programma nazionale di riforma e nel
programma di stabilità. La Commissione è pronta ad avviare fin da
subito una stretta collaborazione con questi due Stati membri per elaborare
dette misure, nel pieno rispetto dei processi nazionali e con la partecipazione
adeguata degli organismi nazionali portatori di interessi. Nel mese di maggio
la Commissione valuterà questi pacchetti di misure nell'ambito del semestre
europeo per verificarne l'adeguatezza alla luce dei problemi rilevati. In base
ai risultati della valutazione, la Commissione si pronuncerà sulla necessità di
adottare ulteriori provvedimenti nel quadro della procedura per gli squilibri
eccessivi. La Commissione si aspetta inoltre che gli
altri undici paesi membri con squilibri non considerati eccessivi (Belgio,
Bulgaria, Danimarca, Francia, Italia, Ungheria, Malta, Paesi Bassi,
Finlandia, Svezia e Regno Unito) tengano conto dei risultati
degli esami approfonditi nei loro programmi nazionali di riforma e nei loro
programmi di stabilità e convergenza. Su questa base e nell'ambito del semestre
europeo, il 29 maggio la Commissione proporrà raccomandazioni politiche per la
correzione di questi squilibri e la prevenzione di nuovi. In base ai dati effettivi per il 2012
convalidati da Eurostat e alle previsioni di primavera 2013 dei servizi della
Commissione, il 29 maggio la Commissione rivedrà la situazione nel quadro della
procedura per i disavanzi eccessivi in corso e, se necessario, adotterà le
opportune raccomandazioni al Consiglio. Allegato: procedura per gli squilibri macroeconomici 2013 Relazione sul meccanismo di allerta 2013. Il 28 novembre 2012 la Commissione europea
ha presentato la seconda relazione sul meccanismo di allerta[9], elaborata a norma del
regolamento n. 1176/2011. La relazione sul meccanismo di allerta funge da
primo filtro per individuare gli Stati membri che richiedono un esame
approfondito per accertare la presenza di squilibri o di squilibri eccessivi[10]. Nella relazione sul
meccanismo di allerta 2013 la Commissione ha esaminato la situazione di tutti gli
Stati membri, ad eccezione dei quattro paesi che stanno attuando un'ampia serie
di riforme nell'ambito di programmi di aggiustamento economico (Grecia,
Irlanda, Portogallo e Romania)[11].
La Commissione ha concluso che un esame approfondito era giustificato nel
caso dei seguenti Stati membri: Belgio, Bulgaria, Danimarca, Spagna, Francia,
Italia, Cipro, Ungheria, Malta, Paesi Bassi, Slovenia, Finlandia, Svezia e
Regno Unito. Si tratta degli stessi dodici Stati membri per i quali erano
già stati individuati degli squilibri durante il ciclo precedente nel maggio 2012[12], con l'aggiunta di Malta e dei
Paesi Bassi. Sebbene la relazione sul meccanismo di allerta 2013 concluda che
non è necessario effettuare esami approfonditi per gli altri Stati membri, la
Commissione presenterà raccomandazioni specifiche a ciascuno di essi nell'ambito
del semestre europeo per rafforzare il coordinamento delle politiche economiche
e di bilancio[13]. Esami approfonditi. Gli esami approfonditi analizzano gli sviluppi
macroeconomici allo scopo di individuare squilibri (la loro fonte, natura e
gravità) e di valutare in particolare se sono eccessivi ai sensi del
regolamento sulla procedura per gli squilibri macroeconomici. Gli esami
approfonditi vertono su un'ampia serie di questioni che dimostrano una
sorveglianza più accurata degli sviluppi macroeconomici a livello dell'UE, con
l'obiettivo di sostenere una graduale correzione degli squilibri esistenti e di
prevenire l'insorgere di nuovi. Gli esami approfonditi si avvalgono di un'ampia
serie di statistiche e di altre informazioni disponibili e tengono conto del
lavoro metodologico svolto dai servizi della Commissione in collaborazione con
gli Stati membri[14].
Conformemente alla vigente legislazione, per preparare gli esami approfonditi e
la presente comunicazione la Commissione ha effettuato missioni di sorveglianza
specifiche e ha intrapreso un dialogo con gli Stati membri e gli altri
organismi portatori di interessi. Raccomandazioni politiche e azioni di
follow-up. Sulla base degli
esami approfonditi e della valutazione dei programmi nazionali di riforma e dei
programmi di stabilità o convergenza che le devono essere presentati entro il 30
aprile, il 29 maggio la Commissione proporrà delle raccomandazioni politiche
che saranno adottate dal Consiglio. Per gli Stati membri che presentano
squilibri queste raccomandazioni (nell'ambito del braccio preventivo della
procedura per gli squilibri macroeconomici) fanno parte della sorveglianza
macroeconomica integrata del semestre europeo. Se ritiene inadeguate le
misure degli Stati membri con squilibri eccessivi, la Commissione raccomanda al
Consiglio di raccomandare che gli Stati membri interessati adottino misure
correttive. Gli Stati membri interessati dovranno quindi presentare un piano d'azione
correttivo nell'ambito del braccio correttivo della procedura per gli squilibri
macroeconomici. Il piano di azione correttivo sarà valutato dalla Commissione e
dal Consiglio. La Commissione ne controllerà attentamente l'attuazione e, come
gli Stati membri interessati, elaborerà delle relazioni periodiche che saranno
pubblicate. [1] COM(2012)
750 del 28.11.2012. [2] COM(2012)
751 del 28.11.2012. [3] Ad
eccezione dei paesi tenuti al rispetto di un programma di aggiustamento. [4] Commissione
europea, direzione generale degli Affari economici e finanziari: "Current
account surpluses in the EU", European Economy 9/2012. [5] L'esame
approfondito relativo a Cipro non è pubblicato, visto l'accordo politico
raggiunto tra l'Eurogruppo e le autorità cipriote sugli elementi fondamentali
di un programma di aggiustamento macroeconomico e di finanziamento ufficiale.
Ai paesi tenuti al rispetto di un programma di aggiustamento non si applica la
procedura per gli squilibri macroeconomici, in quanto sono già sottoposti ad
una sorveglianza economica rafforzata nell'ambito di tale programma connesso
all'assistenza finanziaria che ricevono. Questo principio è stato adesso
confermato con l'approvazione del pacchetto «two-pack» che consiste di due
regolamenti che intendono rafforzare ulteriormente il pilastro economico
dell'Unione economica e monetaria. L'applicazione della procedura per gli
squilibri macroeconomici è stata inoltre sospesa per la Grecia, l'Irlanda, il
Portogallo e la Romania. [6] La
presente comunicazione ottempera all'obbligo sancito dall'articolo 6, paragrafo
1, e dall'articolo 7, paragrafo 1, del regolamento (UE) n. 1176/2011 (il
regolamento sulla procedura per gli squilibri macroeconomici) che prevede che
la Commissione informi il Parlamento europeo, il Consiglio, l'Eurogruppo e il
CESR di eventuali squilibri rilevati in base agli esami approfonditi. Gli esami
approfonditi sono pubblicati a norma dell'articolo 5, paragrafo 3,
contemporaneamente alla presente comunicazione. Ai sensi dell'articolo 7,
paragrafo 1, la Commissione informa inoltre in quali casi ritiene che gli
squilibri siano eccessivi. [7] Si
vedano le previsioni invernali dei servizi della Commissione, pubblicate il 22
febbraio 2013, European Economy, 1 (2013). [8] Si
veda la relazione dei servizi della Commissione sul programma di assistenza
finanziaria per la ricapitalizzazione degli istituti finanziari in Spagna, European
Economy-Occasional Papers, pagg. 118, 121, 126 e 130. [9] COM(2012)
751 final. [10] Ai
sensi dell'articolo 2, paragrafi 1 e 2, del regolamento sulla procedura per gli
squilibri macroeconomici, per "squilibri" si intende ogni tendenza
che possa determinare sviluppi macroeconomici che hanno, o potrebbero avere,
effetti negativi sul corretto funzionamento dell'economia di uno Stato membro,
dell'Unione economica e monetaria o dell'intera Unione; per "squilibri
eccessivi" si intendono squilibri gravi, compresi quelli che mettono o
potrebbero mettere a rischio il corretto funzionamento dell'Unione economica e
monetaria. [11] Per
la Grecia, l'Irlanda, il Portogallo e la Romania si vedano le ultime relazioni
sulle verifiche di conformità, European Economy-Occasional Papers, pagg.
123, 127, 124 e 116 rispettivamente. [12] Si
vedano European Economy-Occasional Papers, pagg. 99-110, e la
comunicazione della Commissione "Azione per la stabilità, la crescita e
l'occupazione", COM(2012) 299 final del 30.5.2012. [13] Per
una spiegazione e una descrizione dettagliata della procedura per gli squilibri
macroeconomici, si veda "'The Surveillance of Macroeconomic Imbalances in
the Euro Area", Quarterly Report on the Euro Area, 1(2012): 7-15. [14] Il
lavoro metodologico si è incentrato sugli squilibri esterni, in particolare gli
avanzi delle partite correnti (si veda ad esempio "Current Account
Surpluses in the EU", European Economy, 9(2012)), la competitività
di prezzo e la competitività non basata sui prezzi, la sostenibilità esterna
(si veda ad esempio "'The Dynamics of International Investment
Positions", Quarterly Report on the Euro Area, 3(2012):7-19), gli
scambi ("A Closer Look at Some Drivers of the Trade Performance at Member
State Level", Quarterly Report on the Euro Area, 2(2012):29-39), le
norme salariali (si veda "'Labour Market Developments in Europe-2012",
European Economy, 5(2012)), i prezzi delle abitazioni (si veda
ad esempio "Assessing the Dynamics in House Prices in the Euro
Area", Quarterly Report on the Euro Area, 4(2012):7-18),
l'indebitamento del settore privato e la sua riduzione (si veda ad esempio
"Indebtedness, Deleveraging Dynamics and Macroeconomic Adjustment", European
Economy-Economic Papers, 477 (forthcoming 2013)).