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COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI Prepararsi alle elezioni europee 2014: rafforzare la democrazia e l’efficienza /* COM/2013/0126 final */


COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI

Prepararsi alle elezioni europee 2014: rafforzare la democrazia e l’efficienza

1.           Introduzione

Nel 2014 si terranno le prime elezioni europee dall’entrata in vigore del trattato di Lisbona, appuntamento tanto più importante in quanto l’Unione europea sta avanzando a grandi passi verso un’unione economica e monetaria autentica, di cui la legittimità democratica è elemento fondamentale.

Il trattato di Lisbona ha rinforzato le fondamenta democratiche dell’Unione: potenzia il ruolo politico del cittadino nell’UE[1](grazie ai solidi legami che si stringono tra i cittadini), l’esercizio dei diritti politici e la vita democratica dell’Unione[2]. Potenzia altresì il ruolo del Parlamento europeo come assemblea democratica dei rappresentanti dell’Unione. Inoltre, con l’introduzione dell’iniziativa dei cittadini, il trattato di Lisbona consente una partecipazione più diretta e più piena alla vita democratica dell’Unione[3].

La Commissione europea si è impegnata a sfruttare al massimo le disposizioni vigenti del trattato in modo da aumentare la trasparenza e la dimensione europea delle prossime elezioni, rafforzando la legittimità democratica del processo decisionale dell’UE e avvicinandolo ai cittadini. Questo aspetto è di particolare rilievo a fronte degli interventi necessari a livello dell’UE per affrontare la crisi finanziaria e del debito sovrano, oltre ad essere un potenziale trampolino per ulteriori riforme del trattato intese ad ampliare la base democratica dell’Unione europea.

I cittadini sono direttamente rappresentati, a livello dell’Unione, nel Parlamento europeo[4]. La prospettiva dei cittadini è ribadita nella nuova definizione dei deputati del Parlamento europeo quali “rappresentanti dei cittadini dell’Unione”[5] e non semplicemente “rappresentanti dei popoli degli Stati riuniti nella Comunità”[6]. Nello stesso spirito, il trattato di Lisbona ha aumentato i poteri del Parlamento europeo, consolidandone il ruolo di colegislatore a pieno titolo insieme al Consiglio. Il Parlamento ora decide sulla grande maggioranza della legislazione unionale, ha competenza sull’intero bilancio dell’UE su un piano di parità con il Consiglio e la sua approvazione è necessaria per poter adottare il quadro finanziario pluriennale.

Nella relazione 2010 di valutazione delle elezioni europee 2009[7], la Commissione ha esaminato l’attuazione del diritto dell’UE, la partecipazione e la sensibilizzazione dei cittadini alle elezioni e ai relativi diritti. La relazione del 2010 sulla cittadinanza dell’Unione “Eliminare gli ostacoli all’esercizio dei diritti dei cittadini dell’Unione”[8] ha sottolineato la necessità di sensibilizzare i cittadini dell’UE alle elezioni europee, ai loro diritti e all’impatto delle politiche dell’Unione sulla loro vita. Ha altresì rilevato la necessità di combattere le carenze riscontrate nell’applicare i principi democratici comuni delle elezioni europee e di rimuovere gli ostacoli che i cittadini incontrano nell’esercizio pratico dei loro diritti elettorali.

In considerazione del potenziamento del ruolo e dei poteri del Parlamento europeo, è fondamentale dare maggior rilievo al processo di elezione dei suoi membri.

Nell’auspicare il conseguimento di un’unione economica e monetaria autentica e approfondita, basata su un’unione politica, il presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, nel discorso sullo stato dell’Unione del 2012[9] ha sottolineato che “la credibilità e la sostenibilità dell’unione economica e monetaria dipendono dalle istituzioni e dalla costruzione politica che ha alle spalle. L’unione economica e monetaria pone quindi la questione dell’unione politica, e della democrazia europea su cui deve appoggiarsi.’ In prospettiva di un’unione politica, il presidente Barroso ha annunciato l’impegno della Commissione a prendere iniziative concrete per sviluppare uno spazio pubblico europeo e a presentare ulteriori idee per rendere l’Unione europea più aperta e democratica in tempo utile per un dibattito prima delle elezioni europee del 2014.

Nella comunicazione del 28 novembre 2012 intitolata “Piano per un’Unione economica e monetaria autentica e approfondita - Avvio del dibattito europeo”[10] la Commissione ha proposto di incrementare la legittimità democratica e la responsabilità in quanto elementi necessari di qualsiasi riforma dell’Unione europea. Anche la relazione “Verso un’autentica unione economica e monetaria” redatta dal presidente del Consiglio europeo insieme ai presidenti della Commissione, dell’Eurogruppo e della Banca centrale europea[11] afferma che la legittimità democratica e la responsabilità sono fondamentali per un’unione economica e monetaria autentica.

In tutta Europa si è avviato un dialogo sul futuro dell’Europa a tutti i livelli, a cominciare da una serie di dibattiti tra responsabili politici europei e nazionali e cittadini nel quadro dell’Anno europeo dei cittadini[12]. Molte idee emerse in tale contesto mettono in evidenza la necessità di un vincolo più forte tra l’UE e i cittadini.

Integrazione e legittimità devono avanzare di pari passo. Maggiore democrazia è il corollario della maggiore integrazione istituzionale necessaria per consentire all’Unione di rispondere alle sfide globali di oggi. È urgente in proposito stringere i legami tra i cittadini dell’UE e il processo democratico dell’Unione.

Rispondendo all’impegno del presidente Barroso di approfondire, come primo passo concreto, il dibattito paneuropeo e rafforzare la dimensione europea delle elezioni europee, la presente comunicazione delinea le iniziative della Commissione volte ad agevolare la partecipazione dei cittadini allo scrutinio europeo del 2014 e a tutelarne i principi democratici. La comunicazione è corredata di una raccomandazione intesa a rafforzare l’efficienza e la democrazia nello svolgimento delle elezioni europee[13].

2.           RAFFORZARE LO SVOLGIMENTO DEMOCRATICO DELLE ELEZIONI EUROPEE

Nell’insieme, i cittadini dell’UE sono consapevoli dell’importanza delle elezioni europee in quanto strumento di partecipazione alla vita democratica dell’Unione. Non sono invece consapevoli delle conseguenze di questo scrutinio sulla loro vita quotidiana, né delle scelte politiche a loro disposizione, e questo incide negativamente sull’afflusso alle urne.

· Quasi 6 cittadini su 10 credono che votare alle elezioni europee sia il miglior modo di farsi sentire nell’ambito del processo decisionale dell’UE[14].

· Più di 7 su 10 credono che se i partiti politici indicassero in tutta la documentazione distribuita durante la campagna elettorale a quale partito politico europeo sono affiliati, la partecipazione alle urne aumenterebbe[15].

· Più di 8 su 10 affermano che maggiori informazioni su programmi e obiettivi dei candidati e dei partiti nel Parlamento europeo, sull’impatto dell’UE nella vita di tutti i giorni e sulle elezioni stesse aumenterebbero la motivazione a votare alle elezioni europee.[16]

· 6 cittadini su 10, rispondendo ad una consultazione pubblica, hanno affermato che la loro motivazione a votare verrebbe stimolata da un programma politico volto a migliorare la loro vita quotidiana, e anche da un programma volto a rafforzare l’economia dell’UE e da uno inteso a superare le disparità sociali nell’UE[17].

Da questi sondaggi risulta che i cittadini dell’UE sono decisamente interessati alla possibilità di scegliere tra opzioni politiche di rilievo sulle questioni europee che hanno un impatto diretto sulla loro vita. In proposito, risulta che la preminenza degli argomenti nazionali mette in ombra le questioni di rilevanza UE e incide negativamente sulla partecipazione alle elezioni europee. Come evidenziato dal presidente Barroso nel discorso sullo stato dell’Unione del 2012, il dibattito politico è troppo spesso strutturato come un dibattito tra partiti nazionali, e quindi molto spesso vi è un reale distacco tra partiti politici a livello nazionale e i partiti europei.

Per comunicare meglio la connessione tra i processi politici a livello nazionale e dell’UE, è fondamentale rendere più visibile il collegamento tra i protagonisti del dibattito politico, per esempio potenziando i partiti politici europei e aumentandone la visibilità.

I partiti politici europei, in quanto protagonisti transnazionali con un ruolo chiave nel far sentire la voce dei cittadini a livello europeo, sono gli organi più adatti a far da ponte sul divario tra politica dell’Unione e cittadini. Il trattato di Lisbona conferisce ai partiti politici europei un ruolo fondamentale nella misura in cui “contribuiscono a formare una coscienza politica europea e ad esprimere la volontà dei cittadini dell’Unione.”[18]

Per consentire ai partiti politici europei di compiere pienamente la loro missione, la Commissione ha adottato una proposta di regolamento relativo allo statuto e al finanziamento dei partiti politici europei e delle fondazioni politiche europee[19]. Scopo della proposta è far sì che i partiti politici europei fruiscano di uno status più visibile e di un sistema di finanziamento più flessibile, trasparente ed efficiente.

In base alla proposta, i partiti politici paneuropei sono tenuti ad adottare tutti i provvedimenti adeguati per informare i cittadini dell’Unione dei collegamenti esistenti tra i partiti politici nazionali e i rispettivi candidati ai partiti politici europei[20] durante le elezioni.

Per sottolineare ulteriormente il collegamento tra partiti paneuropei e nazionali, la Commissione raccomanda ai partiti nazionali di render visibile la loro affiliazione ai rispettivi partiti politici paneuropei.

Un collegamento visibile tra i partiti nazionali che i cittadini dell’UE votano e i partiti politici paneuropei cui i partiti nazionali sono affiliati avrà un impatto significativo sulla trasparenza del processo decisionale dell’UE. Un maggiore visibilità dei partiti politici europei durante tutto il processo elettorale, dalla campagna alle urne, aumenterà la responsabilità dei partiti politici che partecipano al processo elettorale europeo e la fiducia degli elettori nel processo stesso: renderà i cittadini più consapevoli delle ripercussioni europee del voto assegnato ad un partito nazionale.

È importante che gli Stati membri incoraggino e semplifichino, nel sistema elettorale, la diffusione all’elettorato delle informazioni sui collegamenti tra partiti nazionali e partiti politici europei. Inoltre, i partiti politici nazionali che partecipano allo scrutinio europeo dovranno rendere pubblica la loro affiliazione ai partiti politici europei prima delle elezioni.

Le elezioni del Parlamento europeo si tengono attualmente in date diverse nei vari Stati membri, il che rafforza la percezione che le elezioni europee sono innanzitutto elezioni nazionali e limita l’impressione che lo scrutinio europeo sia un’impresa comune. Una giornata elettorale europea in cui i seggi chiudano tutti contemporaneamente rifletterebbe meglio la partecipazione comune dei cittadini dell’Unione nel quadro della democrazia rappresentativa sulla quale si fonda l’UE.

Gli Stati membri dovrebbero concordare un giorno comune per le elezioni del Parlamento europeo, in cui i seggi elettorali chiudano tutti contemporaneamente.

3.           UN COLLEGAMENTO PIÙ FORTE TRA I VOTI DEI CITTADINI DELL’UE E L’ELEZIONE DEL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE

Il trattato di Lisbona rafforza il ruolo e la responsabilità del Parlamento europeo rispetto alla Commissione: il Parlamento europeo elegge il presidente della Commissione su proposta del Consiglio europeo che tiene conto dei risultati delle elezioni europee[21].

Il presidente della Commissione è la figura di spicco dell’esecutivo dell’UE, e dovrebbe essere scelto secondo una procedura chiara. Ciascun partito politico dovrebbe render noto quale candidato sostiene alla presidenza della Commissione durante la campagna elettorale.

In linea con il trattato, l’esito delle elezioni europee dovrebbe svolgere un ruolo chiave nel determinare quale candidato diventa presidente della Commissione[22].

Un cittadino su due sarebbe incline a votare alle elezioni europee del 2014 se le principali alleanze politiche europee presentassero ciascuna il loro candidato alla carica di presidente della Commissione, in base ad un programma comune[23].

Come ha sottolineato il presidente Barroso nel discorso sullo stato dell’Unione del 2012, “per approfondire il dibattito politico paneuropeo sarebbe importante che ognuno dei partiti politici europei presentasse il suo candidato alla carica di presidente della Commissione alle elezioni del Parlamento europeo del 2014. Questo […] sarebbe un passo decisivo per rendere ancora più chiara la possibilità di una scelta europea offerta dalle elezioni”.

Nella risoluzione del 22 novembre 2012 sulle elezioni al Parlamento europeo nel 2014[24], il Parlamento esorta i partiti politici europei a nominare candidati alla presidenza della Commissione aspettandosi che tali candidati svolgano un ruolo guida nell’ambito della campagna elettorale parlamentare, in particolare presentando personalmente il loro programma in tutti gli Stati membri dell’Unione. Sottolinea inoltre l’importanza di rafforzare la legittimità politica sia del Parlamento che della Commissione instaurando un collegamento più diretto tra le rispettive elezioni e la scelta dei votanti.

Nella comunicazione del 28 novembre 2012 intitolata “Piano per un’Unione economica e monetaria autentica e approfondita - Avvio del dibattito europeo” [25], la Commissione ha rilevato la nomina dei candidati alla presidenza della Commissione nell’ambito delle elezioni europee del 2014 come una delle misure molto importanti per favorire l’affermarsi di una vera e propria sfera politica europea.

Se partiti politici europei e partiti nazionali rendono noti i rispettivi candidati alla carica di presidente della Commissione insieme ai programmi dei candidati nell’ambito delle elezioni europee, si creerà un collegamento concreto e visibile tra il voto individuale dei cittadini dell’UE per i candidati membri del Parlamento europeo e il candidato alla presidenza della Commissione sostenuto dal partito del candidato membro del Parlamento europeo.

In questo modo il cittadino dell’UE capirebbe meglio quale candidato alla presidenza della Commissione sostiene con il proprio voto. Aumenterebbe allora la legittimità del presidente della Commissione e, più in generale, la legittimità democratica dell’intero processo decisionale dell’UE; ciò contribuirebbe altresì ad aumentare la partecipazione alle elezioni europee in quanto rafforzerebbe il vincolo tra l’elezione dei rappresentanti dei cittadini e la selezione ed elezione del capo dell’esecutivo europeo. Negli Stati Uniti d’America, quando le elezioni al Congresso si tengono nello stesso anno di quelle presidenziali la partecipazione è maggiore rispetto agli anni di metà mandato, nei quali solo circa il 40% degli elettori si reca alle urne.

Le trasmissioni radiotelevisive di argomento politico aiutano l’elettorato a scegliere con cognizione di causa: i partiti politici nazionali dovrebbero avvalersene per informare il pubblico in merito a candidati e programmi, in un contesto di pluralismo mediatico e di dibattito democratico aperto, in linea con l’articolo 11 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea.

4.           AUMENTARE L’EFFICIENZA NELLO SVOLGIMENTO DELLE ELEZIONI EUROPEE RIDUCENDO L’ONERE AMMINISTRATIVO PER GLI STATI MEMBRI

Secondo il diritto dell’UE i cittadini dell’Unione residenti in uno Stato membro di cui non sono cittadini hanno il diritto di voto e di eleggibilità alle elezioni europee alle stesse condizioni dei cittadini di detto Stato[26].

Per salvaguardare la legittimità dello scrutinio europeo, la direttiva 93/109/CE prevede procedure che escludono che i cittadini dell’Unione abbiano diritto di voto e siano eleggibili nel proprio paese d’origine e in quello di residenza nelle stesse elezioni[27].

La relazione della Commissione sulle elezioni europee del 2009[28] ha segnalato problemi di funzionamento in queste procedure: come risulta anche nella relazione del 2010 sulla cittadinanza dell’UE[29], esse comportano sovente oneri eccessivi per le amministrazioni nazionali, sproporzionati all’effettiva portata del problema del voto e dell’eleggibilità multipli. La Commissione ha pertanto annunciato l’intenzione di semplificare tali procedure (azione 19 della relazione del 2010 sulla cittadinanza dell’Unione).

In base a consultazioni con esperti elettorali degli Stati membri, la Commissione ha elaborato raccomandazioni alle autorità elettorali nazionali sui diversi aspetti del meccanismo di prevenzione del voto multiplo. Le raccomandazioni intendono semplificare il meccanismo e renderlo più efficiente nel prevenire gli abusi.

La raccomandazione adottata insieme alla presente comunicazione raccomanda agli Stati membri in particolare di:

· istituire un’autorità di contatto unica in ciascuno Stato membro ai fini di uno scambio più fluido di dati con gli altri Stati membri;

· tener conto, nello scambio di dati, dei calendari elettorali diversi degli Stati membri nello scambio di dati;

· fornire dati personali supplementari eventualmente necessari per identificare con maggiore accuratezza gli elettori dell’UE registrati nelle liste dello Stato membro di residenza.

Tali raccomandazioni, emanate con congruo anticipo rispetto alle elezioni europee, possono contribuire a migliorare sensibilmente il funzionamento del meccanismo di prevenzione degli abusi, aumentandone l’efficienza e riducendo l’onere amministrativo.

5.           ELIMINARE GLI OSTACOLI AI DIRITTI ELETTORALI DEI CITTADINI DELL’UNIONE E GARANTIRE IL RISPETTO DEI PRINCIPI COMUNI DELL’UE

5.1.        Far valere i diritti elettorali dei cittadini dell’Unione residenti in uno Stato membro di cui non sono cittadini

Nella relazione 2010 sulla cittadinanza dell’Unione[30], la Commissione ha sottolineato la necessità di garantire il pieno rispetto dei diritti di voto dei cittadini dell’UE nello Stato membro di residenza (azione 18).

La Commissione ha rilevato che alcuni Stati membri richiedono ai cittadini di altri Stati membri di soddisfare condizioni ulteriori rispetto a quelle previste nella direttiva 93/109/CE relativa alle modalità di esercizio del diritto di voto e di eleggibilità alle elezioni del Parlamento europeo. Tra queste, ad esempio, il possesso della carta d’identità e l’obbligo di rinnovare la registrazione per ogni elezione europea. Ha fatto altresì presente che alcuni Stati membri non risultano informare adeguatamente i cittadini di altri Stati membri dell’UE circa il loro diritto a partecipare alle elezioni europee.

In seguito alla relazione 2010 sulla cittadinanza dell’Unione, la Commissione ha avviato un dialogo con gli Stati membri interessati per far sì che i cittadini dell’Unione residenti in uno Stato membro di cui non sono cittadini possano partecipare alle elezioni europee alle stesse condizioni dei cittadini di detto Stato, secondo il diritto dell’UE.

In conseguenza di questo dialogo, alcuni Stati membri hanno modificato la normativa o ne hanno annunciato le modifiche al fine di conformarla alle disposizioni del diritto dell’UE[31]. La Commissione mantiene i contatti con tali Stati membri per accertare il pieno rispetto dei diritti elettorali dei cittadini su tutto il territorio dell’Unione, anche avviando, laddove opportuno, procedimenti per infrazione a norma dell’articolo 258 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE).

5.2.        Assicurare il rispetto dei principi comuni delle elezioni europee.

Nell’organizzazione delle elezioni europee, tutti gli Stati membri devono rispettare determinati principi comuni: le elezioni sono libere, segrete e a suffragio universale diretto[32]. I principi contenuti nel diritto dell’UE vietano tra l’altro la pubblicazione dei risultati in uno Stato membro prima della chiusura dei seggi in tutti gli Stati membri, al fine di evitare che gli elettori siano influenzati dai risultati degli Stati membri dove la votazione è già terminata, a tutela di un elemento essenziale del principio del libero suffragio.

Come annunciato nella relazione 2010 sulla cittadinanza dell’Unione (azione 17), la Commissione è intervenuta per garantire che questo principio democratico sia rispettato in tutta l’UE durante le prossime elezioni europee. Di conseguenza gli Stati membri hanno adottato le misure necessarie per risolvere i problemi individuati[33].

La Commissione controllerà attentamente l’esecuzione delle misure durante le elezioni europee del 2014 per accertare che siano adeguate e che la pubblicazione ufficiale dei risultati elettorali sia conforme al principio democratico fondamentale suddetto.

5.3.        Deroga ai sensi dell’articolo 22, paragrafo 2, del TFUE

Secondo l’articolo 22, paragrafo 2, del TFUE, i cittadini dell’Unione residenti in uno Stato membro di cui non sono cittadini hanno il diritto di voto e di eleggibilità alle elezioni europee alle stesse condizioni dei cittadini di detto Stato. Sono previste disposizioni derogatorie ove problemi specifici di uno Stato membro lo giustifichino.

Tali deroghe figurano in dettaglio nell’articolo 14, paragrafo 1, della direttiva 93/109/CE, che consente agli Stati membri di riservare il diritto di voto e di eleggibilità agli elettori che hanno completato un periodo minimo di residenza se la percentuale dei cittadini dell’Unione ivi residenti senza averne la cittadinanza e che hanno raggiunto l’età per essere elettori supera il 20% dell’elettorato totale.

Il Lussemburgo è l’unico Stato membro in cui la deroga si giustifica e l’ha fatta valere nelle ultime elezioni limitando il diritto di voto e di eleggibilità dei cittadini di paesi terzi che hanno domicilio legale e residenza a Lussemburgo rispettivamente da almeno due anni e da almeno cinque anni prima dell’iscrizione.

Dalle informazioni che il Lussemburgo ha trasmesso alla Commissione il 31 agosto 2012, il totale dei cittadini dell’UE che hanno raggiunto l’età per votare residenti a Lussemburgo è 383 485, dei quali i residenti senza avere la cittadinanza lussemburghese sono 151 126, ossia il 39,41%, ben al di sopra della soglia del 20%. Le ragioni per applicare la deroga ai sensi dell’articolo 22, paragrafo 2, del TFUE risultano quindi tuttora applicabili.

6.           AUMENTARE LA PARTECIPAZIONE DEI CANDIDATI UE NON CITTADINI DELLO STATO MEMBRO ALLE ELEZIONI EUROPEE: MODIFICA DELLA DIRETTIVA 93/109/CE DEL CONSIGLIO

Nella relazione sulle elezioni europee del 2009, tra le varie ragioni alla base dello scarso afflusso alle urne nelle elezioni europee, la Commissione ha indicato che solo un esiguo numero di cittadini dell’UE residenti in uno Stato membro diverso dal proprio si avvale del diritto di eleggibilità nel paese di residenza: nel 2009 se ne sono candidati solo 81.

La Commissione ha rilevato che i cittadini dell’UE che desiderano candidarsi alle elezioni europee nello Stato membro in cui si sono trasferiti devono affrontare procedure amministrative pesanti e costose. Nella relazione 2010 sulla cittadinanza dell’Unione, la Commissione ha annunciato che avrebbe rilanciato i negoziati su una modifica della direttiva 93/109/CE al fine di semplificare le procedure per i cittadini dell’UE eleggibili, nel rispetto della legittimità delle elezioni europee.

In seguito alla ripresa dei negoziati ad opera della Commissione, il 20 dicembre 2012 il Consiglio ha adottato la direttiva 2013/1/UE[34], recante modifica della direttiva 93/109/CE, che prevede tra l’altro che i candidati non debbano più addurre la prova che non sono decaduti dai diritti elettorali nel loro Stato membro d’origine. Devono invece presentare alle autorità elettorali dello Stato membro di residenza una dichiarazione formale a tale fine. La procedura semplificata si applicherà alle elezioni europee del 2014.

7.           CONCLUSIONE

Quest’anno, 2013, sarà l’Anno europeo dei cittadini e il XX anniversario dell’istituzione della cittadinanza europea con il trattato di Maastricht. Si prevede un ampio numero di manifestazioni, conferenze e dibattiti pubblici in tutta Europa a livello d’Unione, nazionale, regionale e locale. Tali manifestazioni sono finalizzate a sensibilizzare i cittadini dell’Unione ai propri diritti in forza del diritto dell’UE, compreso il diritto di partecipare alla vita democratica dell’Unione, e a stimolare la partecipazione attiva a forum civici sulle politiche e su problematiche dell’Unione.

L’Anno europeo dei cittadini offre innanzitutto l’occasione di ascoltare le preoccupazioni dei cittadini europei, ma anche di sensibilizzarli all’impatto tangibile delle politiche dell’UE nella loro vita, evidenziando l’importanza del loro contributo nel dar forma all’Unione e avviando con loro dibattiti politici sulle questioni europee. L’Anno europeo dei cittadini è la loro occasione di farsi sentire, e la prima, grande opportunità sono proprio le elezioni del Parlamento europeo.

In considerazione delle elezioni europee del 2014, secondo la Commissione:

· gli elettori dovrebbero essere informati dei collegamenti esistenti tra i partiti politici nazionali e i rispettivi candidati ai partiti politici europei durante le elezioni del Parlamento europeo;

· gli Stati membri dovrebbero concordare una data comune per le elezioni del Parlamento europeo, in cui i seggi elettorali chiudano simultaneamente;

· ciascun partito politico europeo dovrebbe nominare il proprio candidato alla presidenza della Commissione europea;

· i partiti nazionali dovrebbero provvedere affinché le trasmissioni radiotelevisive di argomento politico in vista delle elezioni del Parlamento europeo informino i cittadini in merito al candidato che sostengono alla presidenza della Commissione europea e al relativo programma.

La Commissione ritiene che queste raccomandazioni pratiche, innovative ma non rivoluzionarie, possano essere attuate in tempo per le elezioni del Parlamento europeo del 2014. Contribuiranno a stimolare un dibattito europeo e a dar vita ad uno spazio pubblico europeo, per contribuire a porre l’Europa al centro dei dibattiti nazionali in tutta l’UE. Sarà la base dei prossimi passi dell’integrazione europea.

[1]               Trattato sull’Unione europea (TUE), articolo 10, paragrafo 3: “Ogni cittadino ha il diritto di partecipare alla vita democratica dell’Unione. Le decisioni sono prese nella maniera il più possibile aperta e vicina ai cittadini.”

[2]               Il titolo II del TUE integra la cittadinanza dell’UE nelle disposizioni relative ai principi democratici (articolo 9) e rafforza il vincolo tra cittadinanza e democrazia (articoli 10 e 11 del TUE).

[3]               TUE, articolo 11, paragrafo 4: “Cittadini dell’Unione, in numero di almeno un milione, che abbiano la cittadinanza di un numero significativo di Stati membri, possono prendere l’iniziativa d’invitare la Commissione europea, nell’ambito delle sue attribuzioni, a presentare una proposta appropriata su materie in merito alle quali tali cittadini ritengono necessario un atto giuridico dell’Unione ai fini dell’attuazione dei trattati.”

[4]               Articolo 10, paragrafo 2, del TUE.

[5]               Articolo 14, paragrafo 2, del TUE.

[6]               Articolo 189 del trattato che istituisce la Comunità europea.

[7]               COM(2010) 605 def. — Relazione sull’elezione dei membri del Parlamento europeo (Atto del 1976, modificato dalla decisione 2002/772/CE, Euratom) e sulla partecipazione dei cittadini dell’Unione europea alle elezioni del Parlamento europeo nello Stato membro di residenza (direttiva 93/109/CE).

[8]               COM(2010) 603 def.

[9]               Sessione plenaria del Parlamento europeo del 12 settembre 2012, Strasburgo, disponibile sul sito http://ec.europa.eu/soteu2012/.

[10]             COM(2012) 777 final/2.

[11]             http://www.consilium.europa.eu/uedocs/cms_Data/docs/pressdata/en/ec/134069.pdf.

[12]             http://ec.europa.eu/european-debate/index_it.htm.

[13]             C (2013)1303 final.

[14]             Eurobarometro del Parlamento europeo (EB/EP 77.4), “Gli europei a due anni dalle elezioni europee del 2014” Bruxelles, 20 agosto 2012.

[15]             Flash Eurobarometro 364 sui diritti elettorali dei cittadini dell’UE, sondaggio del novembre 2012.

[16]             Idem.

[17]             Consultazione pubblica, “Cittadini dell’Unione: i vostri diritti, il vostro futuro” lanciata dalla Commissione tra maggio e settembre 2012 nell’ambito della relazione 2013 sulla cittadinanza dell’Unione.

[18]             Articolo 10, paragrafo 4, del TUE e articolo 12, paragrafo 2, della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea,

[19]             COM(2012) 499 def.

[20]             Cfr. articolo 17, paragrafo 3, della proposta di regolamento.

[21]             Articolo 17, paragrafo 7, del TUE: “Tenuto conto delle elezioni del Parlamento europeo e dopo aver effettuato le consultazioni appropriate, il Consiglio europeo, deliberando a maggioranza qualificata, propone al Parlamento europeo un candidato alla carica di presidente della Commissione. Tale candidato è eletto dal Parlamento europeo a maggioranza dei membri che lo compongono.” La dichiarazione n. 11, relativa all’articolo 17, paragrafi 6 e 7, del trattato sull’Unione europea, afferma che il Parlamento europeo e il Consiglio europeo sono congiuntamente responsabili del buono svolgimento del processo che porta all’elezione del presidente della Commissione europea e fornisce indicazioni sulle consultazioni necessarie in merito.

[22]             Cfr. nota 21.

[23]             Indagine Eurobarometro EB/EP 77.4, del 20 agosto 2012, già citata.

[24]             Risoluzione del Parlamento europeo del 22 novembre 2012 sulle elezioni al Parlamento europeo nel 2014 (2012/2829(RSP)).

[25]             COM(2012) 777 final/2.

[26]             Articolo 22, paragrafo 2, del TFUE e direttiva 93/109/CE del Consiglio, del 6 dicembre 1993, relativa alle modalità di esercizio del diritto di voto e di eleggibilità alle elezioni del Parlamento europeo per i cittadini dell’Unione che risiedono in uno Stato membro di cui non sono cittadini (GU L 329 del 30.12.1993, pag. 34).

[27]             Il meccanismo consiste in uno scambio di dati tra gli Stati membri sui cittadini registrati come elettori o eleggibili nello Stato membro di residenza. In base ai dati trasmessi dallo Stato membro di residenza, lo Stato membro d’origine deve stralciare dalle proprie liste elettorali i cittadini interessati (o impedir loro con altri mezzi di votare o essere eleggibili).

[28]             COM(2010) 605 def.

[29]             COM(2010) 603 def.

[30]             COM(2010) 603 def.

[31]             Cipro, Polonia e Romania hanno adottato una nuova normativa; Repubblica ceca, Ungheria, Lituania, Slovacchia e Slovenia hanno annunciato modifiche alla normativa che entreranno in vigore in tempo utile per le elezioni europee del 2014; Bulgaria e Malta hanno recentemente adottato una nuova normativa attualmente all’esame; Estonia e Lettonia hanno fornito spiegazioni esaurienti sulla conformità della loro normativa al diritto dell’UE.

[32]             I principi comuni sono contenuti nell’Atto del 1976 relativo all’elezione dei rappresentanti nell’Assemblea a suffragio universale diretto, allegato alla decisione 76/787/CECA, CEE, Euratom del 20 settembre 1976 modificata da ultimo dalla decisione 2002/772/CE, Euratom (GU L 283 del 21.10.2002, pag. 1).

[33]             I Paesi Bassi hanno trasmesso istruzioni alle autorità comunali a tal fine.

[34]             GU L 26 del 26.1.2013, pag. 28.