COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI Investire nel settore sociale a favore della crescita e della coesione, in particolare attuando il Fondo sociale europeo nel periodo 2014-2020 /* COM/2013/083 final */
COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL
PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO
E AL COMITATO DELLE REGIONI Investire nel settore sociale a favore della
crescita e della coesione, in particolare attuando il Fondo sociale europeo nel
periodo 2014-2020 Introduzione La strategia Europa
2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva[1] definisce obiettivi il cui
scopo è far uscire dalla povertà e dall'esclusione sociale almeno 20 milioni di
persone e ad aumentare al 75% il tasso di occupazione della popolazione di età
tra i 20 e i 64 anni. Le iniziative faro della strategia Europa 2020, e in
particolare la Piattaforma europea contro la povertà e l'esclusione sociale
e l’Agenda per nuove competenze e per l'occupazione appoggiano gli
sforzi compiuti per raggiungere questi obiettivi. Il semestre europeo fornisce
il quadro di riferimento per l’orientamento e il monitoraggio delle riforme
economiche e sociali degli Stati membri. Il Metodo aperto
di coordinamento in materia di protezione e di inclusione sociale ha
contribuito all'orientamento delle riforme strutturali avviate dagli Stati
membri in questi settori. La promozione della coesione
economica, sociale e territoriale e la lotta contro l'esclusione sociale e le
discriminazioni costituiscono obiettivi fondamentali dell'Unione europea,
iscritti nel trattato[2].
La Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea
prevede che le istituzioni europee e gli Stati membri, quando recepiscono la
legislazione dell'UE, rispettino i diritti individuali, civili, politici,
economici e sociali. Nel suo discorso sullo
stato dell'Unione del 2012, il Presidente della Commissione europea José Manuel
Barroso ha sottolineato che: "Sono proprio i paesi europei che
dispongono dei migliori sistemi di protezione sociale e nei quali la
concertazione sociale è più sviluppata a figurare tra le economie più
efficienti e competitive del mondo." Tuttavia
le sfide poste dalla crisi, hanno generato in molti paesi un aumento del
rischio di povertà, di esclusione sociale e di esclusione dal mercato del
lavoro.[3]
Gli squilibri aumentano all'interno degli Stati membri e tra di essi. Questa
situazione non compromette solo gli obiettivi della strategia Europa 2020 e la
competitività dell'Europa in un ambiente globalizzato, ma potrebbe avere
notevoli conseguenze economiche e sociali negative, considerando che non sono
solo le persone ma la società nel suo insieme a sopportare le conseguenze economiche e sociali della disoccupazione, della povertà e
dell'esclusione sociale.[4] Gli attuali sistemi di protezione sociale
hanno permesso di ottenere migliori risultati sul piano sociale ma si scontrano
con le conseguenze dell'evoluzione demografica e della crisi economica e
finanziaria. Ne deriva che la pressione sui bilanci pubblici e il rischio di
carenze strutturali sul mercato del lavoro rafforzano la necessità di
modernizzare le politiche sociali al fine di ottimizzare la loro efficacia, la
loro efficienza e le rispettive modalità di finanziamento. È fondamentale
ottimizzare l'utilizzazione delle risorse ed evitare che gli effetti negativi
della crisi perdurino, sia nei paesi che subiscono pesanti restrizioni di
bilancio, sia negli Stati membri che dispongono di un più ampio margine di
manovra. Per ottenere la crescita economica e migliorare la competitività
occorre investire nel capitale umano, che costituisce il fondamento della
produttività e dell'innovazione[5]. Le politiche sociali svolgono tre funzioni: investire nel settore sociale, garantire la protezione
sociale e stabilizzare l'economia. Grazie agli investimenti nel settore sociale
si sviluppano e rafforzano le capacità attuali e future delle persone. In altri
termini, le politiche sociali non hanno solo effetti immediati, ma anche
effetti durevoli, positivi nel tempo, in particolare per l'occupazione e i
redditi da lavoro. Gli investimenti sociali non riparano
semplicemente i guasti, ma preparano le persone ad affrontare i rischi della
vita. Di conseguenza la modernizzazione presuppone un orientamento
delle decisioni di finanziamento verso risultati attesi, considerando sotto un
angolo sistematico il ruolo che svolgono le politiche sociali nelle varie tappe
della vita: dalla scuola sino alla malattia e alla vecchiaia, passando per i
periodi di lavoro e di disoccupazione. Spesso le politiche
sociali svolgono due o addirittura tre delle funzioni sopraindicate, che
possono rafforzarsi reciprocamente. In generale, la funzione di protezione
consente, nelle situazioni difficili, di mantenere gli investimenti realizzati
nel capitale umano. Sarebbe quindi fuorviante destinare diverse parti di un
bilancio a una funzione specifica. La parte "investimenti" delle
spese collegate a una determinata politica dipende dalle caratteristiche di
elaborazione di quest'ultima (condizionalità, durata, ecc.), dalle specificità
del contesto nazionale (complementarietà rispetto ad altre politiche) e dalle
circostanze (durata del ciclo economico, traiettoria di crescita). Ad esempio,
le strutture di accoglienza dei bambini svolgono un ruolo di protezione, ma
rappresentano inoltre un investimento importante, se ben configurate: esse
permettono all'individuo di migliorare le sue competenze e la sua integrazione.
Le strutture di accoglienza della prima infanzia hanno consentito alla Svezia
di registrare uno dei più elevati tassi di occupazione femminile in Europa,
grazie a politiche dell'occupazione adatte alle famiglie, a generosi congedi
parentali e a investimenti nei servizi universali di custodia e assistenza per
i figli. Sistemi
di protezione sociale ben concepiti, in grado di coniugare importanti
investimenti sociali alle due altre funzioni - la protezione e la stabilizzazione
-, aumentano l'efficacia e la redditività delle politiche sociali, contribuendo a favorire l'equità e l'inclusione sociale. La modernizzazione delle politiche sociali, in
particolare, presuppone che le misure di attivazione svolgano un ruolo più importante. Le persone possono in
tal modo, nella misura delle loro capacità, partecipare attivamente alla
società e all'economia. I regimi di assistenza dovrebbero prevedere una
strategia di uscita, in modo tale che essi sarebbero per principio di natura
temporanea. La condizionalità, in quanto strumento per raggiungere un obiettivo
appropriato e specifico (ad esempio, la partecipazione alla formazione),
s'iscrive in questa prospettiva. L'assistenza dovrebbe essere concessa prioritariamente
a coloro che ne hanno bisogno nel momento in cui ne hanno bisogno. I servizi e
le prestazioni individualizzati e integrati (ad esempio, forniti attraverso
sportelli unici) possono aumentare l'efficacia delle politiche sociali, mentre
procedure semplificate possono aiutare le persone in condizioni di necessità ad
ottenere più facilmente prestazioni e servizi ed evitare la sovrapposizione dei
regimi e delle spese. La presente
comunicazione è accompagnata da una raccomandazione della Commissione
intitolata "Investire nell'infanzia: rompere il circolo vizioso dello
svantaggio sociale" e da una serie di documenti di lavoro dei servizi
della Commissione. Questa nozione costituisce il "Pacchetto d'investimenti
sociali" e fornisce un quadro politico di ri-orientamento, ove necessario,
delle politiche degli Stati membri verso investimenti
lungo tutto l'arco della vita, al fine di garantire la qualità e la sostenibilità
dei bilanci delle politiche sociali e di quelli dei governi e del settore
privato nel suo insieme, come ha indicato anche il Parlamento europeo nella sua
risoluzione sul "Patto per gli investimenti sociali"[6]. Questo approccio si iscrive
negli orientamenti dell'analisi annuale della crescita,
che invita gli Stati membri a "investire in una
crescita in grado di creare posti di lavoro e inclusiva", e nella
prospettiva di modernizzazione dei sistemi di protezione
sociale, destinata a garantirne l'efficacia, l’adeguatezza e la
sostenibilità. Il pacchetto comprende orientamenti che
contribuiranno alla realizzazione degli obiettivi della strategia Europa 2020,
collegando le politiche sociali alle riforme iscritte nelle raccomandazioni del
semestre europeo per raggiungere gli obiettivi della strategia Europa 2020,
nonché ai pertinenti fondi dell'UE. È opportuno misurare
la povertà con maggiore precisione ed ottenere quanto prima le statistiche
sociali che consentiranno di seguire, nell'UE, le tendenze e i risultati.[7] Il pacchetto è
perfettamente complementare al pacchetto Occupazione[8], che definisce i passi da
compiere verso una ripresa fonte di occupazione, al Libro bianco sulle pensioni[9], che espone una strategia per
ottenere pensioni adeguate, sostenibili e sicure, e al pacchetto Occupazione
dei giovani[10],
vertente specificamente sulla situazione dei giovani. Esse si basano inoltre
sul quadro regolamentare proposto per l'attuazione della politica di coesione
per il prossimo periodo di finanziamento 2014-2020, e in particolare sull'ambito
di applicazione del Fondo sociale europeo (FSE), nonché sulla proposta di
dedicare almeno il 20% dei fondi dell' FSE in ciascuno Stato membro a
promuovere l'inclusione sociale e lottare contro la povertà.
1.
Le sfide
L'evoluzione
demografica A
partire dal 2013, per la prima volta, la popolazione in età di lavoro in Europa
sarà in diminuzione, mentre la quota delle persone anziane conoscerà un forte aumento.
Laddove oggi ogni persona di età
superiore a 65 anni è sostenuta da quattro in età attiva, nel 2040 sarà
sostenuta solo da due. Esistono
differenze tra i vari paesi, regioni e settori. Se, nell'insieme dell'Unione,
la popolazione è aumentata di poco negli ultimi anni, in un certo numero di
Stati membri, tutti situati nella parte orientale dell'Unione, essa è
costantemente diminuita nel corso dell'ultimo decennio.
Alcune regioni svantaggiate, nelle quali aumenta la popolazione delle comunità
emarginate, devono affrontare sfide specifiche. L'invecchiamento della
popolazione, l'aumento dei tassi di dipendenza e la diminuzione della
popolazione attiva minacciano i bilanci destinati alle politiche sociali e la
loro sostenibilità[11].
La crisi economica ha ulteriormente incrementato la disoccupazione, diminuito
le entrate fiscali e aumentato il numero di persone che hanno bisogno di
prestazioni, e ciò minaccia la sostenibilità dei nostri sistemi di protezione
sociale. Tutti gli Stati membri
sono interessati dall'evoluzione demografica, ma le rispettive situazioni sono
molto differenziate per quanto riguarda il numero di anni di vita in buona
salute e la speranza di vita. Queste differenze sono dovute a un certo numero
di fattori determinanti per la salute, in particolare l'evoluzione delle
condizioni di vita, delle condizioni di lavoro e dei modi di vita. Lo stesso
vale per l'accessibilità alle cure sanitarie di qualità. Come aumentare
l'efficienza delle politiche sociali Mettendo sotto
pressione i bilanci degli Stati membri, in un periodo in cui è necessario
compiere ulteriori sforzi per raggiungere gli obiettivi della strategia Europa
2020, la crisi aggrava i problemi che derivano dall'evoluzione demografica. Nella misura in cui
rappresentano circa il 29,5% del PIL, i bilanci pubblici destinati alle
politiche sociali, in cui le pensioni e la sanità rappresentano una gran parte,
sono oggetto di stretta sorveglianza nel contesto del risanamento di bilancio.
Numerose riforme sono incentrate sul miglioramento dell'efficienza, ma bisogna
riconoscere che altri cambiamenti mal configurati hanno ripercussioni negative
sulla povertà, sulla produttività, sulla crescita economica, sulla salute e
sulla coesione sociale. Per garantire la
sostenibilità e la qualità dei bilanci pubblici destinati alle politiche
sociali, gli Stati membri devono trovare il modo di aumentarne l’efficienza e
l'efficacia tenendo conto dei principali cambiamenti demografici e sociali.[12] In alcuni casi, data la
molteplicità delle prestazioni, delle agenzie e delle condizioni di
attribuzione, i costi amministrativi aumentano e le persone maggiormente
bisognose non sono sufficientemente in grado di far valere i loro diritti. Inoltre,
un monitoraggio insufficiente non permette di ridurre i costi inutili. Alcune
prestazioni in denaro e alcuni servizi sociali sono inoltre poco noti e le persone
che hanno bisogno di assistenza non vi hanno accesso.[13] Anche tra Stati membri
con simili bilanci destinati alle politiche sociali, alcuni ottengono risultati
molto migliori di altri nel settore dell'occupazione, della riduzione della
povertà e della salute. Ciò indica che è possibile utilizzare meglio le risorse[14]. L'analisi annuale della crescita, che lancia
il semestre europeo 2013, mostra che l'attuale processo di ristrutturazione
delle nostre economie provoca perturbazioni, è politicamente ambizioso e
socialmente difficile, ma che è necessario gettare le basi di una crescita e di
una competitività intelligenti, sostenibili e inclusive. L'analisi ha inoltre
sottolineato la necessità di riformare i sistemi di assistenza sanitaria al
duplice scopo di garantire l'accesso a cure di qualità e di utilizzare le
risorse pubbliche in modo più efficace. La necessaria accelerazione delle
riforme è stata presa in considerazione nelle raccomandazioni specifiche per
paese 2012, che invitano a prolungare la vita attiva e ad incoraggiare il
lavoro offrendo migliori opportunità (di lavoro) alle donne e ai giovani,
migliorando l'efficacia dei trasferimenti sociali e dei sistemi di assistenza e
garantendo l'accesso a servizi di qualità. Risorse private
destinate ad integrare lo sforzo pubblico Le risorse delle
politiche sociali non si limitano alle risorse pubbliche. Una parte non
trascurabile proviene dalle persone e dalle famiglie. Anche le organizzazioni
senza fini di lucro forniscono servizi sociali su grande scala, come i centri
di accoglienza per i senza tetto, l'assistenza agli anziani, ai disabili e i
centri di consulenza per le prestazioni sociali in generale. Le imprese sociali[15] possono integrare gli sforzi
del settore pubblico e compiere un'opera pionieristica nella creazione di nuovi
mercati, ma il sostegno che esse ricevono attualmente è insufficiente[16]. Le organizzazioni a fini di
lucro del settore privato dovrebbero essere ulteriormente incoraggiate a
sfruttare il potenziale d'investimento sociale, in particolare grazie ad un
ambiente sociale e professionale in buona salute e senza rischi. Non si tratta
solo della responsabilità sociale delle imprese ma, ad esempio, della
formazione sul lavoro, delle strutture interne per l'accoglienza dei bambini,
della promozione della salute e di luoghi di lavoro accessibili e aperti alle
famiglie. Nel settore sociale,
gli Stati membri non fanno sufficientemente ricorso a formule di finanziamento
innovative, anche facendo appello al settore privato e all'ingegneria finanziaria
mediante strumenti come la microfinanza, le garanzie sostenute da politiche e alle
obbligazioni di investimenti sociali[17],
che dovrebbero permettere di realizzare economie di bilancio. Necessità di investire nel capitale umano lungo tutto l'arco della vita
e di garantire mezzi di sussistenza sufficienti Se si vuole che gli
obiettivi della strategia Europa 2020 siano raggiunti, occorre realizzare
azioni correttive su vasta scala per rispondere ai problemi incontrati dai
cittadini nelle varie tappe della loro esistenza. I bambini che crescono
nella povertà vi restano spesso per tutta la vita. Ad esempio, le forti
disuguaglianze di istruzione[18]
e di salute durante l'infanzia si aggravano spesso nel corso dell'esistenza. È
quindi importante prendere in considerazione i fattori determinanti per la
salute lungo tutto l'arco della vita. Cattivi risultati scolastici avranno
direttamente un impatto negativo sulle possibilità di occupazione e sui redditi
da lavoro. È questo il caso, ad esempio, dei bambini Rom, che sono
particolarmente esposti al rischio di emarginazione sociale ed economica e di
discriminazione. Solo la metà di loro ha accesso ai corsi di istruzione e
all'assistenza per la prima infanzia, circa la metà della media dell'UE, e in
alcuni Stati membri meno del 10% termina il ciclo di istruzione secondaria, con
conseguenti successivi bassi tassi di occupazione. Nella Repubblica
ceca, solo 2 su 10 Rom che vivono in località emarginate seguono una formazione
formale o corsi di istruzione secondaria, con evidenti conseguenze sul loro
destino lavorativo.[19] La necessità di
investire nel capitale umano inizia in tenera età e continua per tutta la vita.
Il tasso di disoccupazione dei giovani è attualmente pari al 23,4% ed è in
aumento. Allo stesso tempo, non si fanno progressi nella riduzione
dell'abbandono scolastico e nel mancato completamento del terzo livello
d'istruzione. Inoltre, una proporzione pericolosamente elevata di giovani
disoccupati non partecipa ad alcun ciclo d'istruzione e di formazione (NEET – not
in employment, education or training), e ciò rappresenta il 12,9% dei giovani
europei (età tra i 15 e i 24 anni), ovvero 7,5 milioni in totale nel 2011. Di
conseguenza, in alcuni Stati membri i giovani sono relativamente più esposti al
rischio di povertà degli anziani. Tali rischi, combinati alla mancanza di
lavoro, rappresentano una notevole preoccupazione anche in molte zone rurali
dell'UE, nelle quali i giovani incontrano sempre più difficoltà ad accedere al
mercato del lavoro o a trovare un'occupazione rispetto ai coetanei che vivono
nelle aree urbane e nelle grandi città.[20] Sia i lavoratori
giovani che quelli più anziani sono colpiti dal rapido aumento della
disoccupazione di lunga durata. Questa circostanza li pone a rischio di povertà
e rappresenta un pericolo per la loro occupabilità, per la stabilità delle loro
famiglie e per la loro salute mentale e fisica. Oltre ai giovani, anche
le donne (più anziane), i disoccupati, i disabili e i migranti che vivono in
Europa affrontano notevoli difficoltà ed elevatissimi livelli di disoccupazione
(19,6% nel 2011, rispetto alla media del 9,7%). Il tasso di occupazione dei
disabili è di circa il 25% più basso delle persone senza disabilità. Inoltre,
il rischio di povertà e di esclusione sociale delle persone nate all'estero
nella fascia di età tra i 25 e i 54 anni supera la media degli altri di più del
10% nell'insieme dell'UE[21].
Anche le differenze dei rischi di povertà dopo i trasferimenti sociali tra i
migranti e i cittadini dell'UE è significativo, con 8 punti percentuali[22]. Inoltre, i bambini
provenienti da famiglie migranti hanno un rischio più elevato di abbandono
scolastico precoce. Inoltre, i mercati del
lavoro non sono ancora inclusivi. In alcuni paesi, il ritmo al quale le
donne e le persone di origine immigrata entrano nel mercato del lavoro
progredisce molto lentamente e il numero medio di ore di lavoro rimane basso.
La segmentazione e la polarizzazione del mercato del lavoro danno luogo a forti
disuguaglianze nel mercato in un certo numero di paesi e i sistemi sociofiscali
possono creare ostacoli al lavoro, in particolare per le persone a basso
reddito e a quelle che apportano il secondo salario della famiglia. I
prepensionamenti e gli scarti tra l'età effettiva e l'età legale di
pensionamento rallentano l'attività economica. Per molte persone,
l'attività remunerata che svolgono attualmente non è sufficiente a far uscire
la loro famiglia dalla povertà. I lavoratori poveri rappresentano un terzo
degli adulti in età da lavoro esposti al rischio di povertà.[23] Malgrado gli sforzi di
modernizzazione dei sistemi di protezione sociale, i progressi compiuti variano
molto tra i vari Stati dell'UE, e in un certo numero di essi troppo spesso, le
politiche sociali non impediscono a talune categorie della popolazione di
cadere nella povertà e nell'esclusione sociale o di subire la disoccupazione di
lunga durata. In mancanza di protezione sociale, i tassi di povertà potrebbero
addirittura raddoppiare; tuttavia, un numero sempre maggiore di persone o
riceve prestazioni insufficienti o non ha alcuna copertura. Un numero crescente
di famiglie è in una situazione di crisi finanziaria.[24] In alcuni paesi, le
disuguaglianze di reddito disponibile sono aumentate e, nello stesso tempo, le
condizioni di vita di numerose persone in situazione di vulnerabilità si sono
aggravate, in termini assoluti, in modo sproporzionato. Tale evoluzione è contraria al diritto sociale dei cittadini di condurre una vita degna.[25]
Secondo una stima relativa all'anno 2009[26]
ogni notte potrebbero esservi nell'Unione 410.000 senzatetto. Nella maggior
parte degli Stati membri, questa cifra aumenta e un numero molto più elevato di
persone è sotto minaccia di espulsione.[27]
Porre rimedio alle
disparità tra donne e uomini I problemi specifici
che pongono le persistenti disuguaglianze tra le donne e
gli uomini devono essere risolti in modo coerente.[28] Nell'UE, il numero di donne che vive in condizioni di povertà supera
di 12 milioni quello degli uomini. Non solo le donne percepiscono salari più
bassi, ma sono meno presenti sul mercato del lavoro e lavorano meno ore, in
parte a causa delle mansioni domestiche non retribuite, della custodia dei
figli e dei compiti di assistenza di lungo periodo; in particolare: ·
il tasso di attività della donne è ancora del 16,4%
al di sotto di quello degli uomini, e ciò riflette una divisione persistente
tra i due sessi nelle responsabilità domestiche (64,9% contro il 77,6% per la
fascia di età tra i 15 e i 64 anni nel 2011); ·
una proporzione maggiore di donne lavora a tempo
parziale, e ciò fa sì che il numero medio di ore settimanali lavorate è del
17,0% inferiore a quello degli uomini (33,7 ore contro il 40,6 nel 2011); ·
uno scarto retributivo del 16,2% (2010, in
retribuzione media oraria), in parte dovuto al fatto che le donne ricevono retribuzioni
inferiori per uguali attività, in parte poiché il lavoro femminile è
concentrato in attività meno retribuite. Prendendo in
considerazione tutti questi elementi, lo scarto di retribuzione tra i due sessi
può essere stimato a più del 40% in media.[29]
Dal momento che questa disuguaglianza è presente per l'intero ciclo di vita e i
suoi effetti negativi tendono a accumularsi nel tempo, tale situazione provoca
una diminuzione del PIL, minori contributi di sicurezza sociale e un tasso di
povertà superiore tra le donne anziane (il 18% delle donne di età pari o
superiore a 65 anni è a rischio di povertà, rispetto al 13% degli uomini). Un
ambiente di provenienza svantaggiato o l'appartenenza ad una minoranza etnica
aggravano queste disuguaglianze.
2.
Cosa è necessario? Investimenti sociali semplici, mirati e soggetti
a condizioni
Malgrado
le importanti differenze che separano gli Stati membri, essi devono tutti
affrontare sfide strutturali, sociali e demografiche. Quelli che hanno precocemente
integrato un modello di crescita comprendente gli investimenti sociali nelle
loro politiche sociali, in modo coerente e prima della crisi, beneficiano di una
crescita più inclusiva degli altri.[30]
La modernizzazione delle politiche sociali è una questione di interesse comune
a livello dell'UE. Politiche sociali inefficaci in un paese possono infatti
avere ripercussioni sugli altri, in particolare nella zona euro. La mancanza di
investimenti nelle politiche sociali di sviluppo del capitale umano, ad esempio
nell'istruzione e nelle strutture di accoglienza dell'infanzia, genera livelli
di istruzione inferiori e un abbassamento globale delle competenze in alcuni
Stati membri.[31]
Ciò può spiegare in particolare le differenze di competitività economica tra
gli Stati membri e gli squilibri attuali osservati nell'Unione economica e
monetaria, nella misura in cui livelli di istruzione e competenze di bassa
qualità comportano una manodopera meno produttiva. Negli Stati membri a bassa
competitività economica i lavoratori altamente qualificati possono avere
inoltre la tendenza ad abbandonare i paesi d'origine per trovare lavoro
altrove, riducendo la produttività ulteriormente. Poiché devono
affrontare sfide strutturali di lungo periodo, gli Stati membri devono
adattarsi per garantire la qualità e la sostenibilità dei loro modelli sociali
e il loro contributo alla stabilizzazione dell'economia. Se una persona non è
temporaneamente in grado di trovare un lavoro, è opportuno mettere l'accento
sul miglioramento delle sue competenze per aiutarla a ritornare sul mercato del
lavoro. Questo accompagnamento deve essere realizzato grazie a un approccio
mirato, incentrato sui bisogni individuali e attuato nel modo economicamente
più efficiente. Per consentire di
sfruttare tutto il potenziale di partecipazione alla vita sociale ed economica
delle persone, sarà necessario sostenerle nelle tappe critiche della loro vita,
a iniziare dall'infanzia e dalla gioventù. L'innovazione sociale deve
costituire parte integrante degli adeguamenti necessari grazie alla sperimentazione
di nuove strategie politiche, le più efficaci delle quali saranno conservate.
2.1.
Rafforzare la sostenibilità e la qualità dei sistemi
sociali grazie a politiche semplificate e meglio mirate
Per raggiungere gli obiettivi della strategia
Europa 2020, è opportuno adottare una nuova strategia che tenga conto dei
vincoli di bilancio e delle sfide demografiche degli Stati membri. Le politiche
sociali devono rispondere a due esigenze indissociabili: la qualità e la
sostenibilità fiscale. È quindi opportuno in primo luogo utilizzare le risorse
disponibili in modo più redditizio ed efficace, elaborando politiche
semplificate, meglio mirate e basate sulla condizionalità. L'universalismo e la
selettività sono due nozioni da utilizzare in modo intelligente. Ad esempio, un
insegnamento prescolastico ampiamente accessibile ai bambini, come avviene ad
esempio in Francia, ha dimostrato i suoi effetti positivi importanti e durevoli
sulla capacità dei bambini di avere buoni risultati scolastici e, a lungo
termine, di ottenere salari più elevati nel mercato del lavoro. Il documento di lavoro
dei servizi della Commissione sull'investimento nella salute[32] mostra in che modo
investimenti intelligenti nella salute possono dare migliori risultati nel
settore della salute, della produttività, dell'occupabilità, dell'inclusione
sociale e dell'efficacia e utilizzazione delle risorse pubbliche, contribuendo
alla sostenibilità fiscale dei sistemi sanitari[33], investendo nel capitale umano
e garantendo l'equità in materia di salute.[34]
È opportuno ottimizzare
le spese aumentando gli sforzi per ridurre la frode e gli oneri amministrativi
per gli utilizzatori e i prestatari di servizi. È possibile consolidare la
struttura finanziaria grazie ad un miglior sistema di riscossione delle imposte,
ad un ampliamento delle basi imponibili, ad una revisione critica delle voci di
spesa e a un regime fiscale meglio adeguato alla crescita comprendente, ad
esempio, imposte ambientali. Le politiche sociali dovrebbero infine sforzarsi
di raggiungere coloro che hanno più bisogno, garantendo un migliore tasso di
utilizzazione e una maggiore adeguatezza e sostenibilità. La Commissione invita gli Stati membri: ·
a dare maggiore importanza agli investimenti
sociali al momento dell'allocazione delle risorse e nell'ambito della struttura
globale delle politiche sociali; si tratta pertanto di mettere maggiormente
l'accento sui servizi di custodia dei bambini, l'istruzione, la formazione, le misure
attive del mercato del lavoro, l'assistenza all'alloggio, il reinserimento e i
servizi sanitari; a migliorare la sostenibilità dei sistemi sanitari[35]; le strutture finanziarie
dovrebbero essere rafforzate, in particolare, rendendo più efficace la raccolta
delle entrate, ampliando le basi imponibili e rendendo i regimi fiscali meglio
adeguati alla crescita ed evitando impatti negativi sulla domanda di
manodopera; i progressi dovrebbero essere indicati nei programmi nazionali di
riforma (PNR); ·
a semplificare la gestione dei sistemi di
prestazione per gli utilizzatori e i prestatari, riducendo gli oneri
amministrativi e la frode e dando ai gruppi destinatari la possibilità di far
valere meglio i loro diritti; questo obiettivo potrebbe in particolare essere
raggiunto creando sportelli unici e riducendo il numero di prestazioni diverse
per un singolo caso; ad orientare meglio le politiche sociali al fine di
garantire che le persone che ne hanno più bisogno possano beneficiare di un
aiuto adeguato senza ulteriori oneri per le finanze pubbliche. La Commissione sosterrà l'azione degli Stati membri: ·
controllando, nel quadro del semestre europeo,
l'efficienza e l'efficacia dei sistemi sociali e l'importanza che essi
attribuiscono all'investimento sociale, al fine di migliorarne anche la qualità
e la sostenibilità; conformemente al mandato ricevuto dal Consiglio[36] e come annunciato nel suo
programma di lavoro per il 2013, il comitato per la protezione sociale (CPS)
analizzerà il finanziamento dei sistemi di protezione sociale e l'efficacia e
l'efficienza delle spese di protezione sociale. Per raggiungere questo
obiettivo entro la fine del 2013, sarà opportuno in particolare elaborare un
metodo. Questi lavori si baseranno sull'analisi e lo scambio di buone prassi
nel quadro del metodo aperto di coordinamento sulla protezione e l'inclusione sociale
(MAC sociale); ·
Creazione nel 2013 di un gruppo di esperti
indipendenti che esprimerà pareri per investire efficacemente nella salute [37].
2.2.
Proseguire politiche di mobilitazione e di sostegno
con un'assistenza mirata, condizionale e più efficacie
I governi e i datori di
lavoro degli Stati membri devono mobilitarsi per continuare ad aumentare la
partecipazione della manodopera, in particolare eliminando gli ultimi ostacoli
alla piena partecipazione al mercato del lavoro e favorendo la creazione di
posti di lavoro e la domanda di manodopera. Alle linee d'azione
annunciate nei pacchetti "Occupazione" e "Ripensare
l'istruzione"[38]
che mettono l'accento sull'offerta e sulla domanda nel mercato del lavoro, è
opportuno aggiungere investimenti nelle politiche sociali, nei servizi e nelle
prestazioni in denaro, che costituiscono misure di mobilitazione e di abilitazione.
Gli investimenti sociali dovrebbero privilegiare i risultati per le persone e
la società. L'aiuto fornito alle persone deve offrire loro una strategia
d'uscita, essere concesso quando è necessario e, per principio, a titolo
temporaneo. In alcuni casi, i servizi sociali risultano più utili di una
prestazione in denaro. Inoltre, alcuni tipi di aiuto dovrebbero basarsi sulla
reciprocità: in altre parole essi dovrebbero essere subordinati, com'è il caso
degli assegni di disoccupazione, alla realizzazione da parte del beneficiario,
nella misura delle proprie capacità, di un obiettivo adeguato e determinato,
come avviene spesso, ad esempio, nel caso delle indennità di disoccupazione. A tale riguardo
l'applicazione della raccomandazione sull'inclusione attiva[39]e degli orientamenti previsti
dal presente pacchetto[40]
risulta essenziale. Le misure devono rispondere alle esigenze delle persone e
non dipendere dalla natura della prestazione o dal "gruppo
destinatario". Gli sportelli unici e i contratti individuali si inscrivono
in una strategia semplificata che risponde ai bisogni degli individui. L'elaborazione
dei bilanci di riferimento[41]può
favorire l'attuazione della raccomandazione. I sistemi di prelievo e
di prestazioni dovrebbero rendere il lavoro finanziariamente attraente e le
politiche sociali dovrebbero, dal canto loro, garantire sufficienti mezzi di
sussistenza. È opportuno eliminare gli ostacoli alla partecipazione al mercato
del lavoro delle donne e di altri lavoratori sottorappresentati. Gli interventi
devono avere un carattere preventivo e permettere un accesso ai servizi
essenziali, come i conti di pagamento di base, internet, i trasporti[42], le strutture di accoglienza
dei minori, l' istruzione e la sanità. I prodotti di consumo e i servizi devono
essere proposti al miglior prezzo[43] e l'inclusione finanziaria deve essere rafforzata. L'attuazione del
pacchetto legislativo sui "conti bancari", che comprende misure volte
a fornire a tutti i consumatori dell'UE un conto di pagamento con tutte le
funzionalità di base e segue la raccomandazione del 2011 sull'accesso a un
conto di pagamento di base[44], sarà essenziale. L'investimento sociale
svolge un ruolo particolare per le persone maggiormente colpite dalla
disoccupazione, dalla povertà, dalle cattive condizioni degli alloggi, dai
problemi di salute e dalla discriminazione. Ad esempio, numerosi Rom vivono in
condizioni di estrema emarginazione e sono in una situazione socioeconomica
deplorevole. Sono quindi necessarie politiche incentrate sulle loro esigenze e
in grado di offrire un aiuto integrato. La lotta contro il problema dei
senzatetto, incentrata sulla prevenzione e sull'intervento precoce, è una
condizione necessaria per creare una società solidale e può generare importanti
economie nei settori degli alloggi d'emergenza, delle cure sanitarie e della
prevenzione della criminalità. A tale proposito, sarà opportuno riesaminare le
disposizioni e le prassi in materia di espulsione. L'innovazione sociale è
un elemento essenziale degli investimenti sociali, considerando che le
politiche sociali devono essere costantemente adattate in funzione di nuove
sfide. Ciò suppone la necessità di sviluppare e realizzare nuovi prodotti,
servizi e modelli, analizzarli e privilegiare i più efficaci ed efficienti. Nel
settore delle politiche sociali, gli innovatori necessitano di un quadro di
riferimento e di sostegno per verificare e promuovere, ad esempio, nuovi
meccanismi finanziari, e misurare e valutare l'impatto delle loro attività. L'innovazione sociale
deve essere estesa, inscriversi nel quadro delle politiche ed essere collegata
a priorità come l'applicazione delle raccomandazioni specifiche per paese, in
particolare attraverso l'FSE. Le imprese sociali e il
terzo settore possono integrare lo sforzo pubblico e compiere un'opera
pionieristica nella creazione di nuovi servizi e di nuovi mercati per i
cittadini e per le amministrazioni pubbliche; esse hanno bisogno a tale scopo,
tuttavia, di acquisire competenze ed essere assistite. È importante, per gli
Stati membri, sostenere gli imprenditori sociali incentivandoli a creare le
loro imprese e ad attuare un ambiente regolamentare favorevole[45]. Il presente pacchetto di
misure[46]
contiene esempi di progetti riusciti, nonché orientamenti di utilizzazione dei
fondi dell'UE, in particolare l'FSE. La Commissione invita gli Stati membri: ·
ad applicare pienamente la raccomandazione della
Commissione del 2008 sull'Inclusione attiva – anche, ove possibile, attraverso
l'FSE e il FESR –, integrando i suoi tre pilastri: un aiuto sufficiente al
reddito, mercati del lavoro in grado di favorire l'inserimento e i servizi di
assistenza; a stabilire quadri di riferimento giuridici in grado di garantire
un accesso a servizi sociali efficaci, di qualità e abbordabili nel rispetto
della regolamentazione dell'UE; a definire, sulla base del metodo che la Commissione
elaborerà in collaborazione con il comitato della protezione sociale (CPS), bilanci
di riferimento per rendere disponibile un'assistenza al reddito efficiente e
adeguata fondata sui bisogni sociali individuati a livello locale, regionale e
nazionale[47].
I progressi dovrebbero essere indicati nei programmi nazionali di riforma (PNR); ·
a colmare il divario retributivo tra le donne e gli
uomini e ad eliminare altri ostacoli alla partecipazione delle donne e degli
altri lavoratori sottorappresentati nel mercato del lavoro, in particolare
incoraggiando i datori di lavoro a porre fine alle discriminazioni sul luogo di
lavoro e a offrire misure di conciliazione tra vita professionale e vita
familiare (come le strutture di accoglienza dei minori), luoghi di lavoro
adeguati con accesso, tra l'altro, a soluzioni basate sulle TIC, l'accessibilità
digitale, una gestione della diversità, programmi di perfezionamento e di
formazione, per il riconoscimento delle competenze e delle qualifiche, nonché
per la mobilità e lo svolgimento di più carriere lavorative in sequenza; questo
obiettivo dovrebbe essere raggiunto in particolare grazie a disposizioni
regolamentari relative al mercato del lavoro e al congedo parentale e ad incentivi
fiscali; dovrebbero essere adottate misure per far sì che l'armonizzazione
della fiscalità e dei sistemi di prestazione sociale rendano remunerativo il
lavoro (tetti di prestazioni degressivi o incentivi fiscali collegati
all'esercizio di un'attività lavorativa). A tale scopo, è opportuno fare
ricorso agli strumenti offerti dall'FSE, dal FESR, dal Fondo europeo
d'integrazione (FEI) e dal Fondo europeo asilo e migrazione; ·
a risolvere il problema dei senzatetto grazie a
strategie globali fondate sulla prevenzione, a metodi che
diano l'assoluta priorità all'alloggio e al riesame delle disposizioni e delle
prassi relative alle espulsioni, tenendo conto delle principali conclusioni
tratte dagli orientamenti in materia contenuti nel presente pacchetto; ·
a ricorrere al Fondo europeo di aiuti agli
indigenti, per quanto necessario, al fine di affrontare il problema della
indigenza materiale e dei senzatetto, anche contribuendo alle misure di
accompagnamento che favoriscono l'inserimento sociale; ·
ad applicare la raccomandazione della Commissione
sull'accesso a un conto di pagamento di base.[48];
a proporre prodotti di consumo e
servizi al miglior prezzo e a migliorare l'inclusione finanziaria; ·
ad elaborare strategie concrete per l'innovazione
sociale, come le partnership che raggruppano i settori pubblico e privato e il
terzo settore, aiuti finanziari adeguati e prevedibili (compresa la
microfinanza) e mezzi di formazione, di messa in rete e di tutoring destinati a
sostenere le politiche fondate su dati probanti, a trarre pienamente vantaggio
dalle possibilità di finanziamento dell'FSE, del FESR, del FEASR, del FEI e del
programma dell'UE per il cambiamento e l'innovazione sociale, dando maggiore
spazio ai progetti di successo; a dare la priorità alla politica sociale
nell'applicazione delle raccomandazioni per paese e a presentare relazioni
attraverso i piani d'azione nazionali; ·
a sostenere gli imprenditori sociali[49] prevedendo misure di incentivazione per la creazione e lo sviluppo di
imprese e permettendo loro di ampliare le loro conoscenze e le loro reti,
fornendo un ambiente regolamentare propizio in linea con l'iniziativa per
l'imprenditoria sociale[50]
e il Piano d'Azione Imprenditorialità 2020[51]; ·
ad esplorare e ad elaborare soluzioni innovative
volte ad ottenere fondi privati supplementari per gli investimenti sociali, ad
esempio grazie alle partnership pubblico-privato. La Commissione sosterrà l'azione degli
Stati membri: ·
monitorando le riforme di inclusione attiva[52] nel quadro del semestre
europeo, mettendo a punto un metodo di elaborazione dei bilanci di riferimento
nel 2013 e verificando l’adeguatezza del sostegno al reddito ricorrendo a tali
bilanci fissati in collaborazione con gli Stati membri; ·
spiegando alle autorità pubbliche e ai prestatari
di servizi il modo in cui è opportuno applicare ai servizi sociali la
regolamentazione dell'UE in materia di aiuti di Stato, di mercato interno e di
appalti pubblici[53]
grazie ad una guida aggiornata[54]
e a regolari scambi d'informazione; ·
preparando una raccomandazione sulle buone prassi
in materia di integrazione dei Rom, basandosi sulle esperienze degli Stati
membri, e presentando relazioni annuali sui progressi compiuti nell'attuazione
della strategia nazionale d'integrazione dei Rom nel quadro del semestre
europeo; facilitando l'integrazione dei Rom grazie allo scambio di buone
prassi, nonché lo sviluppo della cooperazione transnazionale, attraverso una
rete di punti di contatto nazionali dei Rom; ·
presentando un'iniziativa legislativa volta a
rafforzare l'accesso ai conti di pagamento
di base, migliorando la trasparenza e la comparabilità delle spese bancarie e
facilitando il cambio di conto bancario; ·
informando meglio le persone sui loro diritti
sociali mediante guide sulla protezione sociale di più facile utilizzazione, contribuendo
all'attuazione di servizi che consentano a ciascuno di seguire l'evoluzione dei
propri diritti a pensione; inoltre, la Commissione contribuirà alla lotta
contro le discriminazioni basate sulla nazionalità, ridurrà gli ostacoli che
devono affrontare i lavoratori mobili grazie a una direttiva che avrà lo scopo
di migliorare l'applicazione e il rispetto dei diritti di libera circolazione; ·
fornendo, nel 2013, orientamenti agli Stati membri
sul modo di trarre vantaggio dall'innovazione sociale nell'applicazione delle
raccomandazioni per paese; questi orientamenti conterranno in particolare
esempi sul modo di utilizzare i fondi strutturali e d'investimento europei; ·
Presentando nel 2013 una relazione sull'attuazione
della comunicazione "Solidarietà in materia di salute: riduzione delle
disuguaglianze sanitarie nell'UE"[55].
2.3.
Investire nel settore sociale lungo tutto l'arco
della vita
L'aiuto dovrebbe
concentrarsi sulle esigenze specifiche dei vari momenti della vita: l'infanzia,
la gioventù, il passaggio dalla scuola al lavoro, la parentalità, la carriera
dall'inizio alla fine e la vecchiaia. Ciò suppone la necessità di adattare i
servizi integrati, le prestazioni in denaro e l'assistenza in funzione delle
tappe critiche della vita, prevenendo le future difficoltà. La raccomandazione
della Commissione intitolata "Investire nell'infanzia: spezzare il circolo
vizioso dello svantaggio sociale"[56],
che fa parte del presente pacchetto di misure, è una buona illustrazione del
modo in cui l'investimento sociale mirato può essere integrato in una politica
basata sull'universalità dei diritti e aumentare l'uguaglianza delle
opportunità. È essenziale dedicare
particolare attenzione ai bambini per elaborare un'economia della conoscenza
sostenibile, efficacie e competitiva e una società equa tra le generazioni. La
questione dell'adeguamento delle future pensioni dipende dal capitale umano di
coloro che sono oggi bambini. Se non si provvederà ad un riequilibrio,
l'aumento della speranza di vita e la netta diminuzione della popolazione
attiva potrebbero generare una struttura di spese sbilanciata verso le
prestazioni destinate alla vecchiaia, un aumento generale delle spese dello
Stato e una riduzione delle risorse disponibili per i giovani e i bambini. Vi è
ampio consenso sul fatto che un'istruzione e un'assistenza di qualità per la
prima infanzia costituiscono un mezzo efficiente per evitare l'abbandono
scolastico e migliorare i risultati scolastici, la salute, le prospettive di
occupazione e la mobilità sociale. Spezzare il circolo
vizioso delle disuguaglianze da una generazione all'altra implica la necessità
di mobilitare una serie di politiche, aiutando i bambini, ma anche le famiglie
e le comunità. A tale scopo, è opportuno prendere in considerazione
contemporaneamente le prestazioni in denaro e le prestazioni in natura, la
parità di accesso ad un'istruzione di qualità, la riduzione dell'abbandono
scolastico, l'eliminazione della segregazione scolastica e del ricorso abusivo
all'istruzione per alunni con esigenze speciali. Investire nella salute
sin dalla più tenera età permette alle persone di rimanere attive più a lungo e
in migliori condizioni di salute, migliora la produttività della manodopera e
riduce la pressione finanziaria sui sistemi sanitari. È particolarmente
importante promuovere la salute ed incoraggiare la prevenzione lungo tutto
l'arco della vita. In tale contesto, è anche importante sottolineare i vantaggi
che derivano dagli investimenti realizzati nei settori della salute e della
sicurezza nel lavoro.[57] Il pacchetto per l'occupazione giovanile della
Commissione europea[58]
s'inscrive nell'attuale situazione di elevata disoccupazione giovanile. Esso
propone una serie di azioni volte a garantire che ogni giovane riceva
un'offerta di lavoro di buona qualità, la possibilità di seguire corsi
d'istruzione e formazione continua, un apprendistato o un tirocinio entro
quattro mesi dall'inizio della disoccupazione o dall'abbandono dei corsi
formali d'istruzione. Questa "garanzia giovani" migliora la sicurezza
del lavoro in giovane età favorendo le transizioni dalla scuola all'attività
lavorativa. Il pacchetto dovrebbe essere integrato da opportunità di migliorare
le competenze attraverso politiche di apprendimento lungo tutto l'arco della
vita. Il programma Erasmus per tutti[59]
proposto dalla Commissione, aiuterà i giovani a seguire corsi di formazione e
ad acquisire competenze, incrementando il loro sviluppo personale, le loro
conoscenze linguistiche e migliorando le prospettive generali di lavoro. In fasi successive
della vita, le politiche della salute e dell'invecchiamento attivo consentono
alle persone di dare il meglio di sé. I contributi dei più anziani alla società,
e in particolare la loro capacità di prendersi cura degli altri e di effettuare
attività di volontariato, sono spesso sottovalutate ed è opportuno fornire a
queste persone un adeguato sostegno. Il 2012 Anno europeo dell'invecchiamento
attivo e della solidarietà tra generazioni ha aumentato la consapevolezza del
contributo che i più anziani possono dare alla società ed ha costituito uno
stimolo per iniziative politiche come ad esempio il nuovo piano federale per i
cittadini anziani in Austria. Il presente pacchetto
comprende esempi di come l'esigenza di un'assistenza di lungo periodo può
essere affrontata mediante la prevenzione, la riabilitazione e la creazione di
ambienti maggiormente a misura degli anziani, sviluppando modalità più
efficienti di fornire assistenza[60].
La diffusa carenza di personale sanitario e di operatori nel settore
dell'assistenza di lungo periodo può essere affrontata attraverso incentivi
volti a sviluppare l'occupazione nei "lavori con camici bianchi" e
migliorando le condizioni di lavoro in questo settore. Anche trasporti
accessibili ed abbordabili e adeguate opportunità di alloggio possono
consentire agli anziani e ai disabili di vivere in modo autonomo quanto più a
lungo possibile, riducendo il bisogno di assistenza di lungo periodo. La Commissione invita gli Stati membri: ·
ad attuare la raccomandazione "Investire
nell'infanzia: spezzare il circolo vizioso dello svantaggio sociale" in
modo integrato attraverso una combinazione di prestazioni in denaro e in
natura, migliorando l'accesso all'educazione di qualità della prima infanzia,
alla salute e ai servizi sociali. Ad affrontare il problema delle
disuguaglianze nell'infanzia eliminando la segregazione scolastica e il ricorso
abusivo all'insegnamento per alunni con esigenze speciali; a rendere più
visibile e disponibile l'istruzione e l'assistenza per la prima infanzia, in
linea con gli obiettivi di Barcellona[61]
sull'assistenza all'infanzia e con gli obiettivi europei sull'istruzione e
l'assistenza alla prima infanzia[62]; ad
elaborare relazioni sui progressi compiuti nei programmi
nazionali di riforma (PNR); a utilizzare l'FSE, il FESR e il FEASR per
promuovere l'accesso alla salute e ai servizi sociali e all'istruzione e
assistenza per la prima infanzia; ·
ad attuare la raccomandazione sulle "Politiche
volte a ridurre l'abbandono scolastico precoce" e a sviluppare politiche
globali e basate su prove contro l'abbandono scolastico precoce, comprendenti
misure di prevenzione, intervento e compensazione[63]; ·
a utilizzare i Principi di base dell'invecchiamento
attivo e della solidarietà tra generazioni[64] e un indice d'invecchiamento
attivo[65]
al fine di monitorare la condizione degli anziani nel mercato del lavoro, la
loro partecipazione sociale, le possibilità di vita autonoma e le opportunità
offerte dalla partnership europea d'innovazione nel settore dell'invecchiamento
attivo e sano, per valutare sino a che punto gli anziani possono realizzare il
loro potenziale[66]
. La Commissione sosterrà l'azione degli Stati membri: ·
migliorando la raccolta longitudinale di dati, con
particolare attenzione ai dati riguardanti i bambini, per avviare uno sviluppo
meglio informato e monitorare le politiche sociali con un approccio che considera
l'intero arco della vita; presentando relazioni sui progressi compiuti nel rapporto
‘Sviluppi dell’occupazione e sociali’[67]; ·
verificando l'efficacia dei trasferimenti
condizionali in contante per sostenere l'istruzione e l'assistenza alla prima
infanzia, attraverso un progetto di ricerca finanziato da PROGRESS; ·
lavorando insieme al comitato per la protezione
sociale (CPS) nel 2013 su una relazione incentrata sulle politiche di
assistenza di lungo periodo a sostegno di un invecchiamento sano e attivo,
aumentando le capacità di esistenza autonoma dei cittadini di ogni età,
utilizzando tutto il potenziale offerto dalle nuove tecnologie, compresa la
telesanità (e-health), e verificando i progressi compiuti verso una protezione
sociale sostenibile e adeguata contro i rischi di assistenza di lungo periodo..
La Commissione svilupperà inoltre un "manuale per i decisori
politici" da inviare agli Stati membri, al fine di assistere
nell'elaborazione delle strategie di assistenza di lungo periodo, basandosi
sulle attività che saranno effettuate nel 2013-2014 dall'Istituto di studi delle
prospettive tecnologiche (IPTS) del Centro comune di ricerca della Commissione
europea (JRC).
3.
Orientamenti sull'utilizzazione dei
fondi dell'UE per il periodo 2014-2020
Il bilancio dovrebbe
essere un "catalizzatore per la crescita e l'occupazione in tutta
Europa, in particolare esercitando un effetto moltiplicatore sugli investimenti
nel capitale produttivo umano".[68]
Tuttavia la parte delle risorse attribuite dagli Stati membri all'occupazione, lo
sviluppo del capitale umano, la salute e le politiche sociali – in particolare
nell'ambito dell'FSE – è diminuito dal 1989. Per questo motivo la Commissione
ha proposto, per il periodo 2014-2020, che almeno il 25% dei fondi della
politica di coesione dovrebbero essere destinati al capitale umano e agli
investimenti sociali, vale a dire gli investimenti nelle persone dell'FSE. Ha
inoltre proposto che almeno il 20 % del totale delle risorse dell'FSE in ciascuno
Stato membro sia attribuito all'obiettivo tematico di "promozione dell'inclusione
sociale e di lotta contro la povertà". Sino ad oggi, il Fondo
sociale europeo, nell'ambito del periodo di programmazione 2007-2013, ha
generato benefici per più di 50 milioni di persone, di cui più di 4,5 milioni
di disoccupati e 5 milioni di inattivi per il solo anno 2011; 75 miliardi di euro
sono stati utilizzati per offrire ai cittadini nuove competenze e migliori
prospettive di occupazione e permettere loro di realizzare in tal modo il loro potenziale.
I programmi dell'FSE hanno contribuito ad ammortizzare gli effetti negativi
della crisi, a mantenere l'occupazione e a preparare la ripresa. Il FESR ha
sbloccato 18 miliardi di euro a favore delle misure di inclusione sociale,
principalmente nel settore dell'istruzione, della salute delle infrastrutture
sociali. I Fondi strutturali e
di investimento[69],
in particolare l'FSE, nonché il programma PROGRESS 2007-2013, il programma per
il cambiamento e l'innovazione sociale (PSCI) per il periodo 2014-2020 e il
Fondo di aiuti europei agli indigenti (FEAD) sono strumenti importanti per
l'attuazione, da parte degli Stati membri, della strategia definita nel
programma di investimento sociale. L'aiuto finanziario concesso a titolo della
politica di coesione, che ha lo scopo di rafforzare la coesione economica,
sociale e territoriale dell'insieme dell'Unione, rimarrà, insieme alle riforme
necessarie e alla modernizzazione che figurano nella presente comunicazione,
uno strumento importante nel corso del periodo di programmazione 2014-2020 per
la realizzazione degli obiettivi della strategia Europa 2020. Per favorire una
crescita inclusiva, la Commissione ha invitato gli Stati membri a fare in modo
che le politiche dell'occupazione, dello sviluppo del capitale umano, della
modernizzazione dei servizi pubblici, dell'investimento territoriale e
dell'inclusione sociale prendano in considerazione le raccomandazioni per
paese, nonché la sottostante analisi delle principali sfide individuate nei
documenti di lavoro dei servizi della Commissione per la valutazione dei programmi
di riforma nazionali e dei programmi di stabilità[70]. Il FESR può essere
complementare al FSE[71]
in particolare per investire nella salute, nelle infrastrutture sociali, di
supporto all’alloggio ed educative e nell'assistenza alla riabilitazione fisica
ed economica delle comunità urbane e rurali sfavorite.
Questi investimenti possono avere un impatto sulle riforme sociali, come
la lotta contro la segregazione negli istituti di istruzione, il passaggio a
cure basate sulla collettività e a politiche di alloggio integrate. Il regolamento recante
disposizioni comuni[72]
fissa le priorità per i Fondi strutturali e di investimento europei. Essi
saranno utilizzati per l'applicazione delle raccomandazioni per paese e i programmi
nazionali di riforma da parte degli Stati membri. I progressi compiuti verso la
realizzazione degli obiettivi saranno oggetto di monitoraggio nel quadro del semestre
europeo. Gli Stati membri possono
ricorrere ai Fondi strutturali e di investimento europei per finanziare
l'attuazione degli orientamenti descritti nella presente comunicazione, in
particolare grazie all'innovazione sociale, all'economia sociale e all'imprenditoria
sociale.[73]
Parte dell'FSE, con il contributo del FESR, servirà soprattutto all'innovazione
sociale[74]
al fine di finanziare strategie innovative sperimentali e la loro attuazione su
scala più vasta, elemento che faciliterà l'elaborazione di misure sociali più
efficaci. La Commissione presenterà
orientamenti maggiormente dettagliati nel quadro degli orientamenti operativi
che pubblicherà entro la metà del 2013 sul modo in cui gli Stati membri possono
utilizzare al meglio i Fondi strutturali e di investimento europei per
raggiungere gli obiettivi tematici. Questi orientamenti contribuiranno alla
realizzazione delle riforme e alla sostenibilità e all'efficacia dei servizi pubblici.
Ad esempio, nel settore della povertà dei minori, sottolineerà gli interventi
che risultano necessari in un paese in cui la popolazione Rom è importante, i
servizi di accoglienza dei bambini sono insufficienti e vi sono notevoli disuguaglianze
in materia di risultati scolastici. Altri temi saranno ad esempio l'innovazione,
l'assistenza ai bambini, la salute, la deistituzionalizzazione e l'inclusione
attiva. Oltre ai Fondi
strutturali e di investimento europei, il PSCI, Horizon 2020, COSME[75] e il programma di salute
contengono anche disposizioni particolari di finanziamento dell'innovazione
sociale. Grazie all'FSE, le politiche sociali instaurate a titolo
sperimentale nei settori pubblico e privato potranno essere applicate su scala più
larga. Il FEAD consentirà agli Stati membri di porre rimedio ai problemi della
carenza alimentare, dei senzatetto e dell'indigenza infantile, garantendo in
tal modo mezzi di sussistenza sufficienti. Infine, le risorse dell'UE possono
essere integrate attraverso finanziamenti provenienti dalla Banca mondiale,
dalla Banca di sviluppo del Consiglio d'Europa e dal gruppo della Banca europea
degli investimenti. La Commissione invita gli Stati membri: ·
a destinare le risorse della politica di coesione e
di sviluppo rurale allo sviluppo del capitale umano, che comprende in
particolare l'occupazione, l'inclusione sociale, la riduzione delle disuguaglianze
geografiche, l'invecchiamento attivo, l'accessibilità dei servizi sociali,
educativi e sanitari, nonché l'istruzione e la formazione permanenti; le risorse
dovrebbero essere attribuite in quantità sufficiente per effettuare i
cambiamenti strutturali proposti in Europa 2020; a fare in modo che gli
interventi finanziati dai fondi corrispondano alle raccomandazioni per paese e
si basino su una strategia di investimento sociale; ·
a rispondere, mediante un'azione coordinata dei
Fondi strutturali e di investimento europei, alle molteplici esigenze delle persone
sfavorite, comprese quelle che vivono nelle zone povere e isolate; ·
a ricercare i modi per integrare le risorse dell'UE
mediante finanziamenti provenienti dalla Banca mondiale, dalla Banca di
sviluppo del Consiglio d'Europa e dal gruppo della Banca europea degli
investimenti; ·
a sperimentare nuove strategie (come l'innovazione resa
possibile dalle TIC) in materia di politiche sociali, anche attraverso il PSCI,
e a valorizzare le innovazioni più efficaci grazie al Fondi strutturali e di
investimento europei; ·
ad associare le parti interessate, in particolare
le organizzazioni della società civile vicine ai gruppi che beneficiano di interventi
sociali, alla programmazione e all'attuazione, facilitando loro l'accesso ai finanziamenti. La Commissione sosterrà l'azione degli Stati
membri: ·
elaborando orientamenti operativi affinché i Fondi
strutturali e di investimento europei si basino interamente su una strategia di
investimento sociale entro la metà del 2013, garantendo il monitoraggio delle
realizzazioni e dei risultati dei programmi, sulla base delle informazioni inviate
dagli Stati membri conformemente alle disposizioni definite nella
regolamentazione relativa ai fondi strutturali; nel caso in cui dovessero
emergere preoccupazioni, la Commissione esaminerà attentamente questo punto con
gli Stati membri nel quadro delle procedure previste dal regolamento recante
disposizioni comuni; ·
stimolando la condivisione delle conoscenze; la
Commissione creerà in particolare una banca di conoscenza in collaborazione con
gli Stati membri ed Eurofound entro la metà del 2013 per contribuire alla
condivisione delle esperienze e delle buone prassi nel quadro dei Fondi
strutturali e di investimento europei; contribuirà, attraverso l'FSE, al
finanziamento della "cartografia della povertà" identificando le zone
in cui le disuguaglianze sono gravi e molteplici, per fare in modo che gli interventi
siano a vantaggio della popolazione destinataria; ·
rafforzando, attraverso l'FSE, le capacità delle
autorità nazionali e regionali per quanto riguarda l'applicazione di politiche efficaci
comprendenti la promozione dell'imprenditoria sociale.
4.
Iniziative mirate dell'UE
Questa sezione espone un insieme di iniziative
riprese nella presente comunicazione e che sono volte essenzialmente ad
elaborare una strategia integrata e mirata in materia di investimenti sociali.
4.1.
Misure volte a stimolare il finanziamento degli
investimenti sociali
La Commissione continuerà a dare il suo
appoggio, attraverso i fondi strutturali, in particolare l'FSE, ma potranno
essere usati nuovi strumenti di finanziamento che dovrebbero essere sfruttati per
facilitare il risanamento di bilancio mediante un maggiore coinvolgimento dei
finanziamenti privati: ·
Favorire l'accesso delle imprese sociali al
finanziamento: Fondi per l'imprenditoria sociale europea Come indica l'iniziativa per l'imprenditoria
sociale, gli imprenditori sociali svolgono un ruolo cruciale nella promozione
dell'inclusione sociale e degli investimenti nel capitale umano. Le imprese
sociali devono tuttavia poter accedere più facilmente ai fondi privati, che contribuiscono
al finanziamento delle loro attività e permettono loro di svilupparsi. Nella
sua proposta, la Commissione include non solo un fondo di sostegno per le
imprese sociali nel quadro del programma per il
cambio sociale e l'innovazione a partire dal 2014, ma anche un
regolamento[76]
che istituisce un'etichetta per i Fondi europei per l'imprenditoria sociale,
che consente agli investitori di reperire facilmente i fondi che danno un aiuto
alle imprese sociali europee e di ottenere facilmente informazioni fondamentali
sull'imprenditoria sociale. Il regolamento proposto avrà l'effetto di eliminare
gli ostacoli alla raccolta di fondi in tutta Europa e semplificherà gli
investimenti, aumentandone l'efficacia. La Commissione elaborerà inoltre un
metodo di valutazione dei vantaggi socioeconomici generati dalle imprese sociali
e organizzerà una conferenza di alto livello all'inizio del 2014 destinata a diffondere
le buone prassi in materia di aiuto all'imprenditoria sociale. ·
Studiare le possibilità di ricorrere a nuovi
strumenti finanziari Nel settore degli investimenti
sociali, i finanziamenti innovativi provenienti dal settore privato e dal terzo
settore sono indispensabili per integrare lo sforzo pubblico. Il microfinanziamento
può svolgere un ruolo importante in questo ambito. La creazione di nuove
piccole imprese è essenziale per realizzare gli obiettivi della strategia Europa
2020 in materia di occupazione e di inclusione. Tuttavia uno dei principali
ostacoli alla creazione di imprese è il mancato accesso ai finanziamenti, in
particolare il microcredito. La Commissione ha proposto di prorogare lo
strumento di microfinanziamento Progress nel quadro del programma per il
cambiamento sociale e l'innovazione, basandosi su un bilancio di circa 92
milioni di euro a partire dal 2014. Questi fondi consentiranno di finanziare il
rafforzamento delle capacità degli organismi di microcredito e di dare un aiuto
finanziario alle persone che intendono creare una loro piccola impresa ma hanno
difficoltà ad ottenere un prestito classico. ·
Obbligazioni a impatto sociale Le obbligazioni
a impatto sociale, che favoriscono la partecipazione
di capitali privati al finanziamento di programmi sociali in cambio di vantaggi
finanziari ottenuti presso il settore pubblico se il programma ottiene
risultati sociali positivi, sono piste da esplorare tra le altre. La Commissione
offrirà il suo aiuto agli Stati membri facilitando lo scambio di esperienze.
4.2.
Mezzi di sussistenza sufficienti / migliore
conoscenza dei diritti sociali
La Commissione vigilerà sull'applicazione delle
disposizioni volte a proteggere coloro che hanno maggiormente bisogno e
garantirà una migliore diffusione delle informazioni presso i consumatori
vulnerabili, offrendo inoltre un'assistenza mirata alle persone sfavorite per
consentire loro di effettuare scelte consapevoli: ·
Garantire mezzi di sussistenza sufficienti La maggior parte degli Stati membri dispone di
un regime di reddito minimo, la cui adeguatezza potrebbe tuttavia essere
migliorata. L'importo di tale reddito dovrebbe essere calcolato in modo tale da
consentire alle persone di vivere in modo degno, e allo stesso tempo mantenere l’incentivo
al lavoro. Nel quadro del semestre europeo, la Commissione sorveglierà la
pertinenza dell'aiuto al reddito e ricorrerà a tale scopo ai bilanci di
riferimento dal momento in cui saranno stabiliti in collaborazione con gli Stati
membri. ·
Rafforzare e razionalizzare le capacità amministrative
per creare sportelli unici Il modello dello sportello unico contribuisce all'efficienza
e all'efficacia dei sistemi di protezione sociale. Semplifica l'organizzazione,
migliora la prestazione di servizi e consente a più persone di beneficiarne. Questo
approccio migliora l'accessibilità di informazioni adeguate ai loro destinatari,
il coordinamento tra i vari livelli di intervento pubblico e le capacità, e ciò
può ridurre l'onere amministrativo che grava sui clienti e sui prestatari. La
Commissione aiuterà gli Stati membri facilitando lo scambio di buone prassi, in
particolare attraverso la "banca delle conoscenze" che creerà in collaborazione
con Eurofound. Saranno disponibili fondi dell'FSE nel quadro dell'obiettivo
tematico "rafforzamento della capacità istituzionale e creazione di
un'amministrazione pubblica efficacie". La Commissione dedicherà particolare
attenzione a questi approcci quando valuterà l'attuazione, da parte degli Stati
membri, delle strategie di inclusione attiva. ·
Migliorare l'inclusione finanziaria I conti di pagamento
sono uno strumento essenziale per la partecipazione delle persone all'economia
e alla società. Il versamento dei salari e delle prestazioni e il pagamento
della fatture di consumo corrente sono sempre più spesso effettuate per via bancaria.
Un conto bancario è inoltre essenziale per accedere ad altri servizi finanziari
di base, come i prestiti ipotecari, i prestiti al consumo, l'assicurazione vita,
i pagamenti elettronici e gli investimenti. Per questo motivo la Commissione presenta
una proposta di direttiva sull'accesso ai punti di pagamento di base. ·
Proteggere le persone contro le difficoltà finanziarie La crisi finanziaria ha mostrato le
conseguenze estremamente negative che una serie di prassi irresponsabili di
concessione o acquisizione di prestiti possono provocare sui consumatori e sui
prestatari. I consumatori che acquistano un bene immobile o che sottoscrivono
un prestito ipotecario devono essere correttamente informati sui rischi e gli istituti
che operano in questo settore dovrebbero realizzare le loro attività in modo
responsabile. La Commissione ha pubblicato un documento di lavoro sulle misure
e sulle prassi nazionali per evitare le procedure di sequestro[77]. La Commissione intende
inoltre rafforzare la protezione dei consumatori proponendo una direttiva relativa
ai contratti di credito vertenti su beni immobili ad uso residenziale. Pubblicherà
inoltre all'inizio del 2013 uno studio che individuerà e analizzerà le tecniche
e le buone prassi legali per rafforzare la protezione dei consumatori. Queste
iniziative s'inscrivono in una strategia preventiva destinata a ridurre le
difficoltà finanziarie e ridurre il problema dei senzatetto. ·
Migliorare l'efficacia energetica La nuova direttiva sull'efficacia energetica[78] incoraggia gli Stati
membri a includere requisiti di carattere sociale nei loro regimi nazionali,
tiene conto delle esigenze specifiche delle persone sfavorite e contribuisce a
lottare contro la precarietà energetica introducendo contatori intelligenti e
fatture particolareggiate che consentono ai consumatori vulnerabili di ottenere
in tempo opportuno informazioni chiare e credibili sul loro consumo di energia
e di avere possibilità reali di ridurre il consumo. ·
Migliorare l'accesso dei cittadini all'informazione
Informazioni accessibili, in particolare sui
servizi di ricerca di un posto di lavoro, sulle prestazioni di disoccupazione,
sugli assegni familiari, sulle cure sanitarie o le borse di studio sono essenziali
per garantire l'uguaglianza delle opportunità e la partecipazione dei cittadini
all'economia e alla società. Per facilitare l'accesso dei cittadini a queste informazioni,
la proposta di direttiva relativa all'accessibilità dei siti web degli enti del
settore pubblico[79]
garantirà a tutti i cittadini, compresi i disabili e gli anziani, l'accessibilità
totale a una serie di siti web del settore pubblico. D'altro canto, la Commissione
consentirà alle persone di trovare più facilmente informazioni sui loro diritti
sociali in guide di facile accesso sulla protezione sociale e faciliterà la
creazione di servizi grazie ai quali le persone potranno seguire l'evoluzione
dei loro diritti a pensione. Inoltre, la Commissione favorirà una migliore
applicazione e un maggiore rispetto del diritto alla libera circolazione
proponendo una direttiva che sarà presentata nel corso del primo semestre del 2013.
4.3.
Investire nell'infanzia / istruzione e accoglienza
della prima infanzia
Continuare a sviluppare il potenziale dell'istruzione
e dell'accoglienza della prima infanzia per trasformarlo in un investimento
sociale volto a risolvere le disuguaglianze e a raccogliere le principali sfide
dell'infanzia, nel quadro di interventi mirati sulla prima infanzia: ·
Migliorare l'accesso ai servizi di accoglienza
dei minori L'istruzione e l'accoglienza dei minori in
tenera età hanno effetti positivi lungo tutto l'arco della vita. Essi
consentono ad esempio di prevenire l'abbandono scolastico, di migliorare le
prospettive di occupazione e di facilitare la mobilità sociale. L'istruzione e
l'accoglienza per la prima infanzia sono essenziali per raccogliere, grazie a
misure adottate sin dalla più tenera età, le sfide che devono affrontare i minori
sfavoriti. Sono inoltre fondamentali per rimuovere gli ostacoli alla partecipazione
dei genitori al mercato del lavoro. La raccomandazione sull'investimento
nell'infanzia invita a garantire una migliore accessibilità dei servizi di
istruzione e di assistenza per la prima infanzia basandosi su una strategia
integrata di miglioramento delle possibilità per i minori, al fine di
realizzare gli obiettivi di Barcellona. La Commissione avvia
inoltre uno studio per esaminare in che modo i regimi di sussidi
condizionali possono favorire l'utilizzazione dei servizi d'istruzione e di
assistenza per la prima infanzia. La Commissione europea e
l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) intensificano
la loro cooperazione ad azioni di individuazione delle migliori prassi al fine
di migliorare la qualità e l'accessibilità dell'istruzione
e dell'assistenza per la prima infanzia in tutta Europa. ·
Ridurre l'abbandono scolastico I giovani che
abbandonano prematuramente la scuola sono molto più esposti alla
disoccupazione, alla povertà e all'esclusione sociale. La strategia Europa 2020
ha lo scopo di abbassare il tasso di abbandono scolastico al di sotto del 10%. Ancora
oggi il 13,5% dei giovani abbandona prematuramente il sistema scolastico. La
riduzione dell'abbandono scolastico è tra le priorità d'investimento del Fondo
sociale europeo, cui possono ricorrere gli Stati membri per elaborare politiche
conformi alla strategia integrata che figura nella raccomandazione del Consiglio
del 2011[80]
adottando in particolare misure di prevenzione, d'intervento e di rimotivazione
scolastica. L'attuazione del nuovo programma "Erasmus per tutti"[81] nei settori dell'istruzione, della
formazione, della gioventù e dello sport che tiene conto della necessità di
aumentare gli investimenti dell'UE nei settori dell'istruzione
e della formazione, può incoraggiare le iniziative
d'istruzione inclusiva.
5.
Conclusione – La via da seguire
La crisi ha sottolineato
l'interdipendenza delle economie dell'UE e ha mostrato che le istituzioni del
mercato del lavoro e i sistemi di protezione sociale disponevano di mezzi di
reazione allo shock molto differenziati. Ha inoltre confermato il ruolo della
politica sociale e dei relativi bilanci nella stabilità generale dell'UE. Anche
se le politiche sociali rientrano in primo luogo nell'ambito di competenza
degli Stati membri, l'UE sostiene e integra le azioni di
questi ultimi. La governance economica
è stata rafforzata e i bilanci degli Stati membri sono oggetto di una maggiore
sorveglianza. Questo approccio deve essere integrato con una migliore vigilanza
delle politiche nei settori sociali, che consentirà nel tempo di gestire le
crisi, di assorbire gli shock e di garantire un livello d'investimento sociale sufficiente
in tutta Europa. Tale questione deve essere inoltre presa in considerazione
nelle discussioni che si tengono attualmente sulla dimensione sociale dell'Unione
economica e monetaria. La strategia d'investimenti sociali si propone
di riorientare le politiche degli Stati membri verso investimenti sociali nei
settori che ne hanno bisogno, al fine di garantire la qualità e la sostenibilità
dei sistemi sociali collegando gli sforzi compiuti ad una migliore
utilizzazione dei fondi dell'UE, in particolare l'FSE. La Commissione invita
gli Stati membri a realizzare azioni e a seguire gli orientamenti che figurano
nella presente strategia, secondo tre assi principali: 1. Rafforzare
gli investimenti sociali nel quadro del semestre europeo ·
gli Stati membri sono invitati a rafforzare la
partecipazione, a tutti i livelli, dei soggetti interessati, in particolare le
parti sociali e le organizzazioni della società civile, alla modernizzazione della
politica sociale nel quadro della strategia Europa 2020; ·
gli Stati membri sono invitati a prendere in
considerazione, nei loro programmi nazionali di riforma, gli orientamenti
presenti nella presente strategia di investimenti sociali, dedicando particolare
attenzione: ·
alla necessità di attribuire un ruolo più
importante agli investimenti sociali nelle loro politiche sociali, in particolare
per quanto riguarda l'assistenza ai minori, l'istruzione, la formazione, le
politiche attive nel mercato del lavoro, l'assistenza in materia di alloggi, il
reinserimento e i servizi sanitari; ·
all'applicazione di strategie integrate d'inclusione
attiva, in particolare fissando bilanci di riferimento, garantendo una migliore
copertura delle prestazioni e dei servizi e semplificando i sistemi sociali, in
particolare attraverso l'instaurazione di un sistema di sportelli unici e la
razionalizzazione delle prestazioni. ·
La Commissione dedicherà particolare attenzione
alla riforma della protezione sociale nonché al ruolo dato agli investimenti
sociali e all'inclusione attiva nelle raccomandazioni specifiche per paese e
nei successivi semestri europei. Assisterà inoltre gli Stati membri grazie ad
un miglior controllo dei risultati, che analizzerà attentamente in
collaborazione con il sistema statistico europeo vigilando affinché le statistiche[82] sulla povertà e i risultati
delle politiche sociali e sanitarie[83]
siano di migliore qualità e siano comunicate in tempo utile. 2. Ottimizzare
l'utilizzazione dei fondi dell'UE per favorire gli investimenti sociali ·
Gli Stati membri sono invitati a prendere
debitamente in considerazione gli investimenti sociali nella programmazione dei
fondi dell'UE, in particolare dell'FSE, per il periodo 2014-2020. Dovranno esplorare
la possibilità di mettere a punto formule di finanziamento e di ingegnerie
finanziarie innovative, ricavando insegnamenti dalle esperienze relative in
particolare alle obbligazioni di investimento sociale, al microfinanziamento e
all'aiuto alle imprese sociali. ·
La Commissione darà un sostegno attivo agli Stati
membri nella loro programmazione, sulla base degli orientamenti contenuti nella
presente strategia e di altri orientamenti tematici operativi, ad esempio sull'innovazione
sociale, la deistituzionalizzazione e la sanità. 3. Razionalizzare la governance e la
comunicazione ·
Attraverso i comitati interessati, gli Stati membri
sono invitati a presentare proposte volte a rafforzare la dimensione sociale
della strategia Europa 2020 e a collegarla ulteriormente alle procedure attuali
- come il metodo aperto di coordinamento - e una migliore comunicazione dei
risultati ottenuti dai sistemi sociali degli Stati membri. La Commissione continuerà
a rafforzare gli strumenti di orientamento e di monitoraggio, basandosi sugli
strumenti attualmente disponibili a livello macroeconomico, di bilancio e di governance
in materia di occupazione, al fine di limitare e correggere gli scarti nel
settore delle politiche sociali. Il confronto e il controllo dei risultati
faranno parte di questo esercizio e si baseranno sul monitoraggio dei risultati
nel settore della protezione sociale.[84] ·
La Commissione opererà in stretta collaborazione
con gli Stati membri nell'ambito delle formazioni del Consiglio interessate, del
CPS e di altri comitati per incoraggiare la riflessione, proseguendo il dialogo
con tutti gli attori coinvolti, in particolare nel quadro della Convenzione
annuale della piattaforma contro la povertà e l'esclusione. [1] Comunicazione della Commissione "Europa 2020 – Una
strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva", COM
(2010) 2020 del 3 marzo 2010, conclusioni del Consiglio europeo del
17 giugno 2010. [2] Articolo 3 del
trattato sull'Unione europea. [3] Il numero di persone esposte al rischio di povertà e di
esclusione sociale è aumentato dal 2008 in 18 dei 26 Stati membri per i quali erano
disponibili dati nel 2011 (Eurostat). [4] Si veda il documento di lavoro SWD(2013)38 dei servizi
della Commissione "Evidence on Demography and Social Trends – Social
Policies' Contribution to Inclusion, Employment and the Economy". [5] Come sottolineato nella comunicazione della Commissione
"Un'industria europea più forte per la crescita e la ripresa
economica", COM (2012) 582 del 10 ottobre 2012. [6] Risoluzione del Parlamento europeo del 20 novembre 2012
sul "Patto per gli investimenti sociali - Una risposta alla crisi". [7] Si veda il documento di lavoro SWD(2013)38 dei servizi
della Commissione "Evidence on Demography and Social Trends – Social
Policies. Contribution to Inclusion, Employment and the Economy" [8] Comunicazione della Commissione "Verso una ripresa
fonte di occupazione, COM (2012) 173 del 18 aprile 2012. [9] Libro bianco della Commissione "Un'agenda dedicata
a pensioni adeguate, sicure e sostenibili, COM (2012) 55 del 16 febbraio 2012. [10] Comunicazione della Commissione "Aiutare i giovani a
entrare nel mondo del lavoro", COM (2012) 727 del 5 dicembre 2012. [11] Per un'analisi particolareggiata delle ripercussioni di
bilancio dell'invecchiamento della popolazione, è opportuno fare riferimento
alla relazione del 2012 sull'invecchiamento, al seguente indirizzo: http://ec.europa.eu/economy_finance/publications/european_economy/2012/pdf/ee-2012-2_en.pdf
[12] Si veda il documento di lavoro SWD(2013)38 dei servizi
della Commissione "Evidence on Demography and Social Trends – Social
Policies' Contribution to Inclusion, Employment and the Economy". [13] Si veda il documento di lavoro SWD(2013)39 dei servizi
della Commissione "Report on Follow-up on the Implementation by the Member
States of the 2008 European Commission Recommendation on Active Inclusion of
People Excluded from the Labour Market – Towards a social investment
approach". [14] Si veda il documento di lavoro SWD(2013)38 dei servizi
della Commissione "Evidence on Demography and Social Trends – Social
Policies' Contribution to Inclusion, Employment and the Economy". [15] L'economia sociale, definita anche "terzo
settore", comprende soggetti non governativi, come le organizzazioni
locali, le organizzazioni di volontariato e le imprese sociali che
intraprendono attività di prestazioni sociali. Le imprese sociali sono
principalmente imprese a vocazione sociale i cui utili sono generalmente
reinvestiti nell'impresa o nella comunità e che non hanno lo scopo di
massimizzare i profitti dei proprietari e degli azionisti. [16] Come ha sottolineato la comunicazione COM (2011) 682 della
Commissione, del 25 ottobre 2011, dal titolo "Iniziativa per
l'imprenditoria sociale. Costruire un ecosistema per promuovere le imprese
sociali al centro dell'economia e dell'innovazione sociale". [17] Grazie alle obbligazioni ad effetto sociale, un
investitore privato finanzia generalmente un prestatario di servizi sociali per
l'applicazione di un programma sociale. In cambio il settore pubblico promette
("obbligazione") di rimborsargli l'investimento sociale, ad un tasso
remunerativo, se il programma raggiunge la finalità sociale desiderata. [18] Ad esempio, l'accesso limitato a un insegnamento di
qualità e a misure supplementari di sostegno scolastico, la mancanza di
assistenza ai genitori o di accesso ad altre possibilità (non scolastiche) di
apprendimento, ecc. [19] Banca mondiale, Unità del settore dello sviluppo umano,
Regione Europa e Asia centrale: Europe and Central Asia
Roma Inclusion: An Economic Opportunity for Bulgaria, Czech Republic, Romania
and Serbia Policy Note, (30
settembre 2010) [20] Si veda in proposito il documento di lavoro dei servizi
della Commissione SWD(2012) 44 final del 7 marzo 2012. [21] Fonte: Eurostat, EU-SILC 2008 [22] Fonte: Eurostat, EU-SILC 2008 [23] Rivista trimestrale sull'occupazione e la situazione
sociale nell'UE, dicembre 2012. [24] Per crisi finanziaria si intende la situazione nella quale
si trovano le famiglie che devono attingere ai loro risparmi o indebitarsi per
coprire le spese correnti. [25] Si veda anche la Carta dei diritti
fondamentali dell'Unione europea che, al capitolo III sull'uguaglianza,
stabilisce i diritti del bambino (art. 24) e degli anziani (art. 25) e fa
riferimento anche all'uguaglianza tra uomini e donne (art. 23) e
all'integrazione dei disabili (art. 26). [26] Secondo la definizione ETHOS:
http://www.feantsa.org/files/freshstart/Toolkits/Ethos/Leaflet/EN.pdf [27] "A social inclusion roadmap for Europe 2020",
H. Frazer, E. Marlier, I. Nicaise, 2010. [28] Si veda il documento di lavoro dei servizi SWD(2013)38 della
Commissione "Evidence on Demography and Social Trends – Social
Policies' Contribution to Inclusion, Employment and the Economy" [29] Sulla base di calcoli della Commissione. [30] Si veda il documento di lavoro SWD(2013)38 dei servizi
della Commissione "Evidence on Demography and Social Trends – Social
Policies' Contribution to Inclusion, Employment and the Economy" [31] Si veda "OECD (2012) Starting Strong III: A
quality toolbox for Early Childhood Education and Care", OCSE, Parigi
- per verificare l'influenza delle politiche educative prescolastiche sui
risultati dell'inchiesta PISA (2009) e per saperne di più sulle differenze tra
gli Stati membri in materia di investimenti in queste politiche. [32] Si veda il documento di lavoro SWD(213)43 dei servizi
della Commissione "Investing in Health". [33] Conclusioni del Consiglio, 3054a riunione del Consiglio
Affari economici e finanziari, Bruxelles, 7 dicembre 2010. [34] Conclusioni del Consiglio, su valori e principi comuni nei
sistemi sanitari dell'Unione europea (2006/C 146/01). [35] Questo percorso dovrebbe basarsi
sulla relazione congiunta del comitato di politica economica e della
commissione sui sistemi sanitari, nonché sulla cooperazione degli Stati membri
che sono parte del processo di riflessione del Consiglio sui sistemi sanitari e
sulle malattie croniche. [36] Consiglio EPSCO del 17 febbraio 2012: "Avviare lavori
sul finanziamento dei sistemi di protezione sociale, invitando altri comitati
competenti a prendere parte a questi importanti lavori". [37] Decisione della Commissione 2012/C 198/06 del 5 luglio
2012 sulla creazione di un gruppo di esperti indipendenti che esprimerà pareri
per investire efficacemente nella salute. [38] Comunicazione COM(2012) 669 della Commissione del 20
novembre 2012– "Ripensare l'istruzione: investire nelle abilità in vista
di migliori risultati socioeconomici". [39] Raccomandazione del 3.10.2008 della Commissione, relativa
all'inclusione attiva delle persone escluse dal mercato del lavoro
(2008/867/CE) pubblicata nella GU L. 307/11 del 18.11.2008. [40] Si veda il documento di lavoro SWD(2013)39 dei servizi
della Commissione "Report on Follow-up on the Implementation by the
Member States of the 2008 European Commission Recommendation on Active
Inclusion of People Excluded from the Labour Market – Towards a social
investment approach". [41] I bilanci di riferimento comprendono un elenco dei beni e
servizi necessari a una famiglia di dimensioni e composizione date per vivere
ad un determinato livello di benessere, con i relativi costi mensili o annui
stimati. Fonte: European Consumer Debt Network
(2009). Handbook of reference budgets, pag. 5. [42] Si veda anche il quadro regolamentare UE sui diritti dei
passeggeri e i trasporti pubblici, il regolamento (UE) n. 1177/2010. [43] Il prezzo più basso che un consumatore potrebbe pagare per
un bene o un servizio determinato, compreso l'eventuale acquisto di beni o
servizi raggruppati. [44] Raccomandazione 2011/442/UE della Commissione del 18
luglio 2011 sull'accesso a un conto di pagamento di base. [45] Le regole comunitarie sugli aiuti di Stato devono essere
rispettate (sarebbe inoltre possibile sfruttare le possibilità offerte, ad
esempio, dal regolamento generale di esenzione per categoria (CE) n. 800/2008 o
dal regolamento (CE) n. 1998/2006 relativo all'applicazione degli articoli 87 e 88 del trattato agli aiuti d'importanza
minore (de minimis)). [46] Si veda il documento di lavoro dei servizi della
Commissione "Social Investment through the
European Social Fund". [47] Come indicato nei principi comuni sull'inclusione attiva
adottati dal Consiglio il 12 dicembre 2008. [48] Raccomandazione 2011/442/UE della Commissione, del 18
luglio 2011, sull'accesso a un conto di pagamento di base,
http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2011:190:0087:01:EN:HTML
[49] L'asse "imprenditoria sociale" del programma per
il cambio sociale e l'innovazione (per un importo di 90 milioni di euro)
favorisce lo sviluppo del mercato e dell'investimento sociale e facilita
l'accesso delle imprese sociali al finanziamento, mettendo a loro disposizione
fondi propri, quasi fondi propri, strumenti di prestito e sovvenzioni. [50] Comunicazione COM (2011) 682 della Commissione, del 25
ottobre 2011, "Iniziativa per l'imprenditoria sociale. Costruire un
ecosistema per promuovere le imprese sociali al centro dell'economia e
dell'innovazione sociale". [51] Comunicazione della Commissione, Piano d'azione
"Imprenditorialità 2020", COM(2012) 795 del 9 gennaio 2013. [52] Si vedano le note 38 e 39. [53] Le proposte della Commissione di una direttiva sugli
appalti pubblici (COM(2011) 896 final) e di una direttiva sulle procedure
d'appalto degli enti erogatori nei settori dell'acqua, dell'energia, dei
trasporti e dei servizi postali (COM(2011) 895 final) sono attualmente in corso
di negoziazione. [54] Guida all'applicazione delle norme UE sugli aiuti di
stato, gli appalti pubblici e il mercato interno ai servizi di interesse
economico generale, e in particolare ai servizi sociali di interesse generale. [55] Comunicazione della Commissione: "Solidarietà in
materia di salute: riduzione delle disuguaglianze sanitarie nell'UE" COM(2009)
567 final. [56] Raccomandazione della Commissione "Investire
nell'infanzia – Spezzare il circolo vizioso dello svantaggio sociale" C(2013)
778". [57] COM(2007) 62 final del 21 febbraio 2007. [58] Comunicazione della Commissione "Aiutare i giovani a
entrare nel mondo del lavoro", COM (2012)727 del 5 dicembre 2012. [59] Comunicazione della Commissione – "Erasmus per tutti:
il programma UE per l'istruzione, la formazione, la gioventù e lo sport"
COM(2011) 787 del 23 novembre 2011. [60] Si veda il documento di lavoro SWD(2013)41 dei servizi
della Commissione "Long-Term Care in Ageing Societies - Challenges and
Policy Options". [61] Nel 2002, nel corso del vertice di Barcellona, il
Consiglio europeo ha posto i seguenti obiettivi: garantire un'assistenza
all'infanzia entro il 2010 1) almeno al 90% dei bambini tra i 3 anni e l'età
d'inizio della scuola dell'obbligo e 2) almeno al 33% dei bambini di età
inferiore a 3 anni. [62] Entro il 2020, almeno il 95% dei bambini tra i 4 anni e
l'età d'inizio della scuola dell'obbligo dovrebbero partecipare ai corsi di
istruzione destinati alla prima infanzia. Conclusioni del Consiglio del
12 maggio 2009, su un quadro strategico per la cooperazione europea
nel settore dell'istruzione e della formazione (Istruzione e formazione 2020),
allegato I alle conclusioni (GU C 119 del 28.5.2009, pag. 7). [63] Raccomandazione del Consiglio del 28 giugno 2011 sulle
politiche volte a ridurre l'abbandono scolastico, GU 2011/C 191/01. [64] Conclusioni del Consiglio del 6 dicembre 2012. [65] Documento strategico della Commissione europea e dell'UNECE
(2013 di prossima pubblicazione) - Active Ageing Index (Indice di
invecchiamento attivo), disponibile all'indirizzo: http://europa.eu/ey2012 [66] L'obiettivo della partnership d'innovazione per un
invecchiamento attivo e in buona salute è di aumentare di due anni la durata
media di vita in buona salute dei cittadini dell'Unione entro il 2020. È parte dell'iniziativa faro "Unione per l'innovazione"
nell'ambito della strategia "Europa 2020". [67] Disponibile solo in inglese, “Employment and Social
Development” [68] Conclusioni del Consiglio europeo (7-8 febbraio 2013). [69] Fondo sociale europeo (FSE), Fondo europeo di sviluppo regionale
(FESR), Fondo di coesione, Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR),
Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca. [70] http://ec.europa.eu/europe2020/index_en.htm
[71] Si veda il documento di lavoro SWD(2013)44 dei servizi
della Commissione "Social Investment through
the European Social Fund". [72] Proposta di REGOLAMENTO DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONNSIGLIO
recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo
sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo
sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca compresi
nel quadro strategico comune e disposizioni generali sul Fondo europeo di
sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo e sul Fondo di coesione, e che abroga
il regolamento (CE) n. 1083/2006. [73] Si veda il documento di lavoro SWD(2013)44
dei servizi della Commissione "Social Investment through the European
Social Fund". [74] La Commissione ha proposto un investimento destinato
all'economia sociale e alle imprese sociali nel regolamento relativo alla
politica di coesione per il periodo 2014-2020. [75] Programma per la competitività delle imprese e delle Piccole
e medie imprese. [76] Proposta legislativa COM(2011) 862 della Commissione del 7
dicembre 2011 in vista dell'adozione di un regolamento del Parlamento europeo e
del Consiglio relativo ai Fondi europei per l'imprenditoria sociale. [77] Documento di lavoro dei servizi della Commissione SEC(2011)
357 del 31 marzo 2011 "National measures and practices to avoid foreclosure
procedures for residential mortgage loans". [78] Art. 7, paragrafo 7, lettera a) e art. 10 della direttiva
2012/27/UE del Parlamento europeo e del Consiglio relativa all'efficacia
energetica, che modifica le direttive 2009/125/CE e 2010/30/UE e abroga le
direttive 2004/8/CE e 2006/32/CE. [79] Proposta legislativa della Commissione in vista
dell'adozione di una direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa
all'accessibilità dei siti web degli enti pubblici", COM(2012) 721 final
del 3 dicembre 2012. [80] Raccomandazione
(2011/C 191/01) del Consiglio concernente le politiche di riduzione
dell'abbandono scolastico. [81] Comunicazione
COM(2011)787 final della Commissione, del 23 novembre 2011 "Erasmus per tutti:
il programma UE per l'istruzione, la formazione, la gioventù e lo sport". [82] Comunicare meglio le statistiche dell'UE sul reddito e
sulle condizioni di vita, fornire variabili sull'esclusione e la valutazione
della situazione finanziaria alla fine dell'anno di riferimento, raccogliere
più rapidamente ed eventualmente su base intrannuale dati sui redditi mensili
delle famiglie e studiare la possibilità di mettere a punto un modulo annuale sulle
strategie di adattamento. [83] Attraverso indicatori sanitari della Comunità europea
(ECHI). [84] Documento 13723/12 del Consiglio: Il meccanismo di
controllo dei risultati nel settore della protezione sociale descrive le
variazioni annuali significative dal punto di vista statistico ("tendenze
sociali da sorvegliare") mediante indicatori fondamentali che fanno parte della
tabella di marcia degli indicatori di protezione sociale e innescano il monitoraggio
tematico delle tendenze sociali da sorvegliare.