6.3.2014   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 67/116


Parere del Comitato economico e sociale europeo in merito alla proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio su una cooperazione rafforzata tra i servizi pubblici per l’impiego (SPI)

COM(2013) 430 final — 2013/0202 (COD)

2014/C 67/23

Relatrice: DRBALOVÁ

Il Parlamento europeo, in data 1o luglio 2013, e il Consiglio, in data 8 luglio 2013, hanno deciso, conformemente al disposto degli articoli 149 e 304 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE), di consultare il Comitato economico e sociale europeo in merito alla:

Proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio su una cooperazione rafforzata tra i servizi pubblici per l'impiego (SPI)

COM(2013) 430 final — 2013/0202 (COD).

La sezione specializzata Occupazione, affari sociali, cittadinanza, incaricata di preparare i lavori del Comitato in materia, ha formulato il proprio parere in data 3 ottobre 2013.

Alla sua 493a sessione plenaria, dei giorni 16 e 17 ottobre 2013 (seduta del 17 ottobre), il Comitato economico e sociale europeo ha adottato il seguente parere con 174 voti favorevoli, 1 voto contrario e 1 astensione.

1.   Conclusioni e raccomandazioni

1.1

Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) approva la proposta della Commissione di istituire una rete europea dei servizi pubblici per l'impiego (SPI) che servirà da punto di partenza per comparare le rispettive prestazioni su scala europea, individuare le buone pratiche e favorire l'apprendimento reciproco allo scopo di rafforzare la capacità di fornire servizi, oltre a migliorare l'efficienza dei servizi prestati. Questa rete dovrebbe innanzitutto svolgere una funzione consultiva e di coordinamento.

1.2

Il CESE constata che a livello regionale esistono già strutture funzionanti, comprese le reti di osservatori del mercato del lavoro, che contribuiscono efficacemente alla realizzazione degli obiettivi comuni dell'UE in materia di occupazione previsti dalla strategia Europa 2020. Raccomanda alla Commissione e agli Stati membri, nel rispetto della sussidiarietà e della diversità nell'insieme dell'UE, di dare maggiore organicità al rapporto tra gli SPI e gli osservatori regionali.

1.3

Nel quadro delle misure previste dall'agenda per nuove competenze e per l'occupazione, il CESE riconosce il ruolo importante degli SPI nell'attuare le priorità tese a rafforzare ciascuna delle quattro componenti della flessicurezza.

1.4

Il CESE raccomanda alla Commissione di specificare chiaramente nel testo del documento i legami tra la rete europea, recentemente istituita, degli SPI e il comitato per l'occupazione (EMCO) e di indicare con precisione la natura e lo scopo degli interventi di modernizzazione concepiti dagli SPI, che non dovrebbero avere un carattere obbligatorio.

1.5

Il CESE ritiene che la definizione dei parametri di riferimento dei servizi pubblici per l'impiego, essendo basata su indicatori quantitativi e qualitativi tesi a misurare le prestazioni degli SPI, rappresenti una forma utile di cooperazione. Il CESE approva innanzitutto l'utilizzo di indicatori statistici per valutare le prestazioni e l'efficacia dei servizi per l'impiego e delle politiche attive a favore dell'occupazione. Il CESE sottolinea tuttavia che ciò potrebbe avere l'effetto di migliorare l'adattabilità e la reattività dei lavoratori in vista di un rientro duraturo nel mercato del lavoro e di trasferimenti armoniosi all'interno di tale mercato.

1.6

Quanto all'adozione del quadro generale e degli atti delegati, il CESE raccomanda alla Commissione di stabilire chiaramente nel suo documento il tenore futuro di tali atti. Il CESE propone di precisare in modo più concreto il contenuto della proposta in modo tale che questo elenchi gli indicatori di base del quadro generale. Gli atti delegati dovrebbero poi completare gli aspetti meno importanti di questi indicatori di base, in conformità dell'articolo 290 del TFUE.

1.7

Il CESE chiede alla Commissione di delimitare con precisione la funzione di ciascuna delle parti di cui all'articolo 4 relativo alla cooperazione. La proposta in esame non dovrebbe ridurre il ruolo delle parti sociali a quello di "parti associate" ma dovrebbe, al contrario, rafforzarne l'influenza nel quadro del processo di modernizzazione degli SPI. La proposta in esame dovrebbe inoltre tener conto del ruolo della società civile in base al principio del partenariato.

1.8

Il CESE raccomanda altresì che i soggetti interessati contribuiscano tutti alle conclusioni e alle raccomandazioni della rete europea degli SPI.

1.9

Il CESE raccomanda alla Commissione di invitare gli Stati membri - nella misura in cui questi ultimi intendano adattare con successo i modelli organizzativi, gli obiettivi strategici e le procedure degli SPI a un contesto in rapida evoluzione - a creare il quadro tecnico, umano e finanziario allo scopo di rafforzare le capacità degli SPI e di metterli in grado di svolgere il loro nuovo ruolo multifunzionale.

1.10

Il CESE è convinto che le nuove competenze degli SPI, in particolare nel settore delle politiche attive a favore dell'occupazione, debbano trovare riscontro in capacità e in un sostegno finanziario adeguati. I fondi stanziati per il programma EaSI (1) andrebbero mantenuti e il finanziamento dovrebbe essere duraturo.

1.11

Il CESE si rallegra per le conclusioni raggiunte e per gli impegni sottoscritti da tutti i soggetti interessati che hanno partecipato alla conferenza sull'occupazione giovanile svoltasi a Berlino il 3 luglio 2013.

2.   Introduzione

2.1

La strategia Europa 2020 (2) ha stabilito per tutti gli Stati membri l'obiettivo comune e ambizioso di portare, entro il 2020, al 75 % il tasso di occupazione per le donne e gli uomini di età compresa tra i 20 e i 64 anni. Per il raggiungimento di questo obiettivo, i servizi pubblici per l'impiego (SPI) hanno un ruolo centrale da svolgere.

2.2

Gli orientamenti per le politiche occupazionali per il 2020 (3) vedono negli SPI degli attori centrali che rivestono una funzione cruciale per l'attuazione delle raccomandazioni n. 7 "incrementare la partecipazione al mercato del lavoro" e n. 8 "sviluppare una forza lavoro qualificata". Le conclusioni che i direttori degli SPI hanno adottato con il titolo Making the employment guidelines work (Far funzionare gli orientamenti in materia di occupazione) nella riunione tenutasi a Budapest il 23 e 24 giugno 2011 definiscono proprio il contributo degli SPI alla realizzazione della strategia Europa 2020.

2.3

La politica dell'occupazione e del mercato del lavoro è tuttora di competenza degli Stati membri, che sono anche responsabili dell'organizzazione, della dotazione in termini di risorse umane e del funzionamento dei loro SPI. Tuttavia, le attuali modalità di cooperazione volontaria degli Stati membri, introdotte nel 1997 con la creazione di un gruppo consultivo informale (4) degli SPI, hanno raggiunto i loro limiti e non corrispondono più alle necessità e sfide odierne. Manca un dispositivo che permetta di individuare rapidamente le prestazioni scarse e gli eventuali problemi strutturali collegati; è inoltre assente un'informazione sistematica sui risultati degli attuali metodi di definizione dei parametri di riferimento e di apprendimento reciproco.

2.4

Inoltre, nelle discussioni informali tenutesi a Dublino il 7 e 8 febbraio 2013 (5) in sede di Consiglio Occupazione e politica sociale (EPSCO), i ministri sono giunti alla conclusione che una cooperazione più stretta e mirata tra gli SPI consentirebbe di condividere in modo più proficuo le pratiche ottimali ed hanno quindi chiesto alla Commissione di elaborare una proposta dettagliata in merito a un'iniziativa "sull'apprendimento comparativo".

2.5

Il 17 giugno 2013 la Commissione europea ha pubblicato una proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio che si colloca sulla scia dell'iniziativa faro Un'agenda per nuove competenze e per l'occupazione  (6) e del pacchetto Occupazione (7) del 2012. La Commissione ha così proposto di dare una veste ufficiale alla cooperazione dei servizi pubblici per l'impiego e di istituire una rete europea di questi servizi.

2.6

Questa rete dovrebbe funzionare per il periodo 2014-2020 in collegamento con la strategia Europa 2020. Il suo funzionamento sarà valutato e riesaminato dopo quattro anni. Il suo finanziamento sarà garantito tramite gli stanziamenti del programma per l'occupazione e l'innovazione sociale (EaSI) e la sua segreteria sarà assicurata dalla Commissione europea con le risorse umane di cui essa dispone attualmente.

2.7

L'azione di incentivazione compiuta attraverso questa rete dovrebbe contribuire a:

realizzare la strategia Europa 2020 e i suoi principali obiettivi in materia di occupazione;

migliorare il funzionamento dei mercati del lavoro nell'UE;

migliorare l'integrazione dei mercati del lavoro;

aumentare la mobilità geografica e professionale;

lottare contro l'esclusione sociale e integrare le persone che sono escluse dal mercato del lavoro.

2.8

Nel quadro delle prime discussioni tenutesi in seno al Consiglio nel luglio 2013, la maggior parte degli Stati membri si è rallegrata per la proposta della Commissione e ha esaminato gli obiettivi fissati con un atteggiamento positivo. Sono stati sollevati dubbi innanzitutto riguardo ai legami reciproci con i lavori del comitato per l'occupazione (EMCO) e alle possibili sovrapposizioni, alle competenze troppo numerose della Commissione, al tenore degli atti delegati e alle imprecisioni in termini di finanziamento.

3.   Osservazioni generali

3.1

Il CESE si rallegra in linea generale per tutte le iniziative che la Commissione europea prende per realizzare gli obiettivi della strategia Europa 2020 nel settore dell'occupazione e del mercato del lavoro, rafforzare la cooperazione tra gli Stati membri, sviluppare le competenze e adattarle alle necessità delle imprese e dei lavoratori, nonché sostenere la mobilità geografica e professionale.

3.2

Tenuto conto dell'emergenza della situazione, soprattutto in certi Stati membri, e dell'aumento della disoccupazione - specialmente giovanile e di lunga durata -, il CESE approva la proposta della Commissione di istituire una rete europea dei servizi pubblici per l'impiego (SPI), che fungerà da punto di partenza per comparare le rispettive prestazioni su scala europea, individuare le buone pratiche e favorire l'apprendimento reciproco allo scopo di rafforzare la capacità di fornire servizi, oltre a migliorare l'efficienza dei servizi prestati.

3.3

Numerosi Stati membri - sollecitati non solo dalle sfide a lungo termine legate ai cambiamenti a livello mondiale e tecnologico e all'invecchiamento della forza lavoro, ma anche dalle misure di emergenza a breve termine volte ad attenuare le conseguenze del rallentamento dell'economia - stanno già modernizzando i loro SPI, con esiti alterni, attraverso una ristrutturazione che può implicare un accentramento oppure - al contrario - un decentramento, ampliandone il campo di attività e cercando di realizzarne pienamente il potenziale.

3.4

Il CESE ritiene che gli SPI debbano assolutamente adattarsi alle nuove esigenze del mercato del lavoro, ossia l'invecchiamento della forza lavoro, la crescita dell'economia della terza età e dell'economia verde, le nuove competenze ed esigenze delle nuove generazioni, lo sviluppo delle TIC e delle innovazioni tecnologiche, e anche il maggior disallineamento tra offerta e domanda di competenze.

3.5

Gli SPI devono affrontare contemporaneamente le sfide a breve e a lungo termine. Devono reagire in modo immediato, flessibile e creativo ai cambiamenti del loro contesto in generale, combinare interventi a breve termine con soluzioni durature e prevedere i rischi sociali.

3.6

Il CESE è convinto che queste nuove competenze degli SPI, in particolare nel quadro delle politiche attive a favore dell'occupazione, debbano trovare riscontro in capacità e in un sostegno finanziario adeguati. In numerosi Stati membri la situazione non sembra tuttavia orientarsi in tal senso, soprattutto in un periodo di tagli di bilancio e di misure di risparmio. Attualmente, le risorse previste per il funzionamento degli SPI dovrebbero, invece, essere rafforzate, soprattutto per quel che concerne il personale, in modo da garantire un seguito di qualità che conduca a nuove opportunità di occupazione. Gli SPI che possono vantare un buon funzionamento potrebbero, in futuro, essere trasformati in centri di competenze.

3.7

Nel 2010 Eurofound, la Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro, ha elaborato su richiesta del CESE una nota informativa intitolata Finanziare e applicare programmi attivi a favore del mercato del lavoro durante la crisi  (8) che descrive - sulla base di esempi provenienti da dieci Stati membri - i mutamenti delle interazioni tra politiche attive e passive a favore dell'occupazione e il deteriorarsi dell'andamento delle spese, in rapporto al PIL, a favore di misure di attivazione, in particolare negli Stati membri in cui la disoccupazione è in rapido aumento.

3.8

L'obiettivo della proposta della Commissione è favorire, attraverso misure di incentivazione (ai sensi dell'art. 149 del TFUE), la cooperazione tra gli Stati membri, assicurare una migliore integrazione e un miglior funzionamento dei mercati del lavoro nell'UE, contribuire a migliorare la mobilità geografica e professionale e lottare contro l'esclusione sociale.

3.9

La rete da poco creata attuerà in particolare le seguenti iniziative: elaborare e introdurre, su scala europea, i sistemi di definizione dei parametri di riferimento dei servizi pubblici per l'impiego; organizzare l'assistenza reciproca; adottare e applicare interventi di modernizzazione e rafforzamento degli SPI nei settori chiave; preparare relazioni sull'occupazione.

3.10

La proposta della Commissione si colloca sulla scia di attività precedenti e di studi sul modello economico degli SPI, sui sistemi di misurazione delle loro prestazioni e sul loro ruolo in materia di flessicurezza, previsione delle qualifiche richieste e adattabilità dei cittadini alle nuove professioni.

3.11

Il CESE è convinto che, in futuro, l'attività degli SPI non potrà mai più essere una semplice routine (9). Gli SPI devono progressivamente trasformarsi in agenzie multifunzionali che facilitano tipologie di transizione diverse, sul mercato del lavoro, tra il periodo degli studi e il primo lavoro, o tra carriere, all'interno dell'UE. Devono assicurare l'interazione tra gli operatori del mercato del lavoro e incoraggiarli a cooperare e a innovare, devono agire in stretta cooperazione con i loro partner pubblici e privati (10) e garantire che gli operatori del mercato del lavoro si uniformino alle politiche condotte in questo settore.

3.12

Il CESE ritiene che gli SPI dovrebbero concentrarsi in modo più netto sulla questione dell'offerta di lavoro, senza però rimettere in discussione il loro ruolo in rapporto al pagamento dei sussidi, in quanto i datori di lavoro incontrano problemi crescenti al momento di selezionare e assumere i lavoratori di cui necessitano. Specialmente le piccole e medie imprese hanno spesso bisogno di un sostegno maggiore da parte degli SPI e per questo motivo è opportuno rafforzare la cooperazione tra questi servizi e le imprese.

3.13

Anche in un periodo di forte disoccupazione persiste un disallineamento tra l'offerta di competenze e le necessità del mercato del lavoro. Attraverso la rete HoPES (11), gli SPI partecipano ai dibattiti e alle consultazioni sulla funzione delle competenze nel contesto economico e sociale. Si tratta di collegare il mondo del lavoro e quello dell'istruzione, e di stabilire una comprensione comune delle qualifiche e delle competenze. Per gli SPI, questo implica attuare partenariati con le diverse parti interessate e assicurare l'equilibrio tra l'offerta e la domanda di qualifiche, di fronte a una maggiore complessità dei mercati locali del lavoro (12).

3.14

Il CESE riconosce il ruolo unico svolto dagli SPI per attuare ogni componente della flessicurezza. Lo studio sul ruolo degli SPI in rapporto alla flessicurezza sui mercati del lavoro europei  (13) ha mostrato, grazie ad esempi di buone pratiche, che gli SPI sono consapevoli della necessità di un nuovo approccio nei loro servizi e hanno adottato un ampio ventaglio di strategie e misure per sostenere la flessicurezza. Gli SPI dovrebbero continuare a impegnarsi per rafforzare le loro capacità, e riuscire così a svolgere la loro funzione di intermediari e di misuratori della flessicurezza.

3.15

Il CESE ritiene che gli SPI debbano innanzitutto occuparsi delle persone o delle categorie di lavoratori più difficili da collocare sul mercato del lavoro e con esigenze specifiche. Si tratta in questo caso di disoccupati da lungo tempo, lavoratori anziani, donne, giovani, persone con disabilità e migranti. In quest'ottica, è opportuno applicare pienamente le disposizioni volte a lottare contro ogni forma di discriminazione, e garantirne il seguito.

3.16

Nel quadro della lotta condotta in tutta l'Europa contro la forte disoccupazione giovanile, il CESE evidenzia peraltro il ruolo importante degli SPI nel realizzare l'iniziativa Garanzia per i giovani; si rallegra inoltre che i direttori di tali servizi abbiano assunto l'impegno, alla conferenza sull'occupazione giovanile tenutasi il 3 luglio 2013 a Berlino, di svolgere un ruolo cruciale per favorire l'occupazione dei giovani in Europa, aumentare l'efficacia della loro azione e rafforzare la cooperazione con le altri parti interessate (14).

4.   Osservazioni specifiche

4.1

Secondo la proposta di decisione in esame, la rete europea dei servizi pubblici per l'impiego dovrebbe agire in stretta cooperazione con il comitato per l'occupazione (EMCO) e apportare un contributo ai suoi lavori trasmettendo informazioni e relazioni sull'attuazione delle politiche a favore dell'occupazione. Il CESE ritiene opportuno che nel testo della decisione vengano enunciati chiaramente le funzioni consultive di questa rete e i suoi rapporti con il comitato per l'occupazione. La rete avrà una funzione consultiva e di coordinamento, e la sua creazione non può essere considerata una semplice misura di armonizzazione delle strutture degli SPI o dei sistemi sociali.

4.2

Il CESE non può ignorare che a livello regionale esistono già strutture funzionanti, comprese le reti di osservatori regionali del mercato del lavoro, che contribuiscono efficacemente alla realizzazione degli obiettivi comuni dell'UE in materia di occupazione previsti dalla strategia Europa 2020.

Al fine di dare maggiore organicità al rapporto tra gli SPI e gli osservatori regionali, il CESE richiama l'attenzione sulla necessità di definire:

a)

le modalità di adesione alla rete europea da parte degli osservatori regionali del mercato del lavoro, di natura pubblica, costituiti direttamente dalle regioni;

b)

un migliore raccordo tra la rete europea degli osservatori regionali del mercato del lavoro e la rete europea degli SPI;

c)

le modalità di adesione e accesso a tale rete europea da parte degli osservatori regionali del mercato del lavoro, sia di quelli di natura privata, sia di quelli di natura pubblica non gestiti direttamente dalle regioni, ma operanti sotto le loro direttive in modo funzionale ai loro obbiettivi;

d)

ogni altro atto necessario al miglior funzionamento e collegamento di tutte le strutture esistenti, allo scopo di utilizzare tutti gli strumenti disponibili, in modo da coinvolgere tutti i livelli di governo e intervenire a tutti i livelli: nazionale, regionale e locale.

4.3

Tra il 2014 e il 2020 il finanziamento destinato ad ampliare la cooperazione tra gli SPI verrà dalla sezione Progress di EaSI). La proposta legislativa in esame non incide sul bilancio e non richiede risorse umane supplementari. Per quel che concerne i progetti sviluppati dalla rete o destinati alle attività di apprendimento reciproco che sono poi realizzati all'interno dei diversi SPI, gli Stati membri possono beneficiare di un finanziamento proveniente dal Fondo sociale europeo (FSE), dal Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e dal programma quadro Orizzonte 2020. Per il CESE, conta soprattutto che le risorse assegnate a titolo dei fondi strutturali vengano mantenute e che il finanziamento sia duraturo. Le nuove competenze degli SPI, in particolare nel quadro delle politiche attive a favore dell'occupazione, devono trovare riscontro in capacità e in un sostegno finanziario adeguati.

4.4

L'articolo 3 della proposta definisce le iniziative della rete.

L'articolo 3, paragrafo 1, lettera a), prevede che la rete sviluppi e attui, tra i servizi pubblici per l'impiego a livello europeo, sistemi per la definizione di parametri di riferimento basati su elementi concreti, che si fondino sull'uso di indicatori quantitativi e qualitativi per valutare le prestazioni degli SPI e raccogliere dati per individuare un idoneo veicolo di apprendimento reciproco.

Il CESE approva il principio alla base di questa formulazione. Ritiene che la definizione dei parametri di riferimento dei servizi pubblici per l'impiego, essendo basata su indicatori quantitativi e qualitativi tesi a misurare le prestazioni degli SPI, rappresenti una forma utile di cooperazione. Il CESE approva innanzitutto l'utilizzo di indicatori statistici per valutare le prestazioni e l'efficacia dei servizi per l'impiego e delle politiche attive a favore dell'occupazione. Sarebbe opportuno utilizzare gli indicatori di input (ad esempio, la dotazione finanziaria) più come indicatori di contesto. Tra gli altri indicatori che il CESE considera appropriati figurano ad esempio il numero di persone registrate (per Stato), il numero totale di intermediari e il loro numero per candidato, i tassi di rientro e di rientro duraturo nel mercato del lavoro, l'occupazione dopo tre e sei mesi, la durata media della disoccupazione, il tasso di allineamento tra offerta e domanda di lavoro, la durata di un'occupazione e il tipo di lavoro ottenuto alla fine di un programma organizzato nel quadro di una politica attiva a favore dell'occupazione, la percentuale di lavoratori che partecipano ad azioni di formazione, le spese sostenute o - ancora - il numero di lavoratori provenienti da Stati membri o da paesi terzi.

Occorre dare la priorità a chi è più distante dal mercato del lavoro, bisogna esaminare e comparare i risultati ottenuti dagli SPI delle regioni i cui contesti sono simili dal punto di vista del tasso di disoccupazione e dell'andamento economico.

L'articolo 3, paragrafo 1, lettera c) prevede che la rete adotti e attui un piano per modernizzare e rafforzare gli SPI in settori di importanza cruciale.

Il CESE raccomanda di precisare questa formulazione affinché risulti manifesto che la rete degli SPI avrà, nei fatti, soltanto una funzione consultiva. Il CESE ritiene necessario precisare in questa disposizione quali dovrebbero essere la natura e la finalità dei piani di modernizzazione elaborati dagli SPI. Secondo il Comitato, questi piani non possono in alcun caso avere un carattere obbligatorio.

4.5

L'articolo 4 relativo alla cooperazione si sofferma sulla cooperazione e sugli scambi d'informazione con le parti sociali, compresi altri prestatori di servizi per l'impiego. Il CESE ritiene opportuno che in queste disposizioni il ruolo di ogni parte interessata venga definito in modo più chiaro.

4.5.1

Il CESE insiste sul fatto che le parti sociali sono gli attori principali del mercato del lavoro e svolgono un ruolo indispensabile nel processo di modernizzazione degli SPI, e per questo motivo dovrebbero disporre di una collocazione adeguata all'interno della nuova struttura. Nel suo documento di lavoro sul ruolo delle parti sociali nel processo di gestione degli SPI, in particolare nei periodi di crisi, l'Organizzazione internazionale del lavoro mostra chiaramente, basandosi sull'esempio di quattro Stati membri dell'UE, che la modifica delle strutture degli SPI porta a una modifica del ruolo, della partecipazione e dell'influenza delle parti sociali. Mentre in Austria le modalità di azione si ampliano, specie a livello regionale, in Germania e in Danimarca la loro influenza si riduce e il loro ruolo è più consultivo che codecisionale. Nel Regno Unito, per ragioni storiche, è assente la partecipazione istituzionale delle parti sociali (15). Per questo motivo il CESE apprezza tutta una serie di iniziative delle parti sociali europee lanciate nel quadro del loro programma di lavoro congiunto (16).

4.5.2

In tale contesto il CESE segnala un'evoluzione sfavorevole, vale a dire la nuova decisione 2012/733/UE della Commissione in merito a EURES. Nella riunione di aprile del comitato consultivo per la libera circolazione dei lavoratori (17), i rappresentanti delle parti sociali hanno espresso la loro profonda inquietudine per il timore che il ruolo delle parti sociali possa essere ridotto a quello di parti associate.

4.5.3

In numerosi pareri il CESE ha mostrato di approvare l'invito della Commissione a favore della creazione di partenariati tra tutte le parti interessate volti a sostenere la creazione di posti di lavoro, ad aumentare l'occupazione, a sviluppare le competenze e a lottare contro l'esclusione sociale. Per quanto concerne in particolare la lotta contro la forte disoccupazione dei giovani in Europa, il CESE ha evidenziato il ruolo degli istituti d'istruzione, delle agenzie consultive, delle organizzazioni della società civile (organizzazioni giovanili, movimenti femminili, organizzazioni di sostegno alle persone con disabilità, ecc.), delle famiglie e dei cittadini, in quanto si tratta dell'unico mezzo per risollevare assieme e completamente la situazione sui mercati europei del lavoro.

4.5.4

Il CESE si rallegra inoltre dello sviluppo del partenariato tra i servizi per l'impiego (PARES) (18) teso a favorire il dialogo su scala europea per facilitare i passaggi nel mercato del lavoro. La complessità dei mercati del lavoro non accenna a diminuire e tutti gli attori dei servizi per l'impiego devono cooperare. Il CESE approva inoltre il programma della Commissione europea per un dialogo tra i servizi pubblici per l'impiego, che punta a sostenere l'apprendimento reciproco.

4.6

Ai sensi dell'articolo 7 relativo all'adozione di un quadro generale, la Commissione è autorizzata ad adottare atti delegati, in conformità dell'articolo 8 della proposta in esame, che definiranno un approccio generale per l'attuazione delle iniziative per la definizione di parametri di riferimento e per l'apprendimento reciproco di cui all'articolo 3, paragrafo 1. In via generale, il CESE è favorevole al ricorso ad atti delegati allo scopo di modificare certe disposizioni relative all'approccio generale appena citato. Sarà tuttavia necessario disporre di altre informazioni per poter determinare gli argomenti che questi atti delegati potrebbero concretamente modificare. Il CESE propone di precisare in modo più concreto il contenuto della proposta allo scopo di affinare gli indicatori di base del quadro generale. Gli atti delegati dovrebbero poi completare gli aspetti meno importanti di questi indicatori di base, in conformità dell'articolo 290 del TFUE.

4.7

La proposta in esame segnala che queste nuove iniziative della Commissione verranno ad aggiungersi alla cooperazione tra gli SPI nel quadro di EURES, ai sensi degli articoli 45 e 46 del Trattato. Il CESE ritiene che il testo dovrebbe esplicitare le sinergie tra la rete da poco creata degli SPI ed EURES (19). Tale rete dovrebbe sostenere un mandato più ampio per EURES e il suo ruolo di strumento chiave per assicurare l'allineamento tra competenze e necessità del mercato europeo del lavoro, e per migliorare la mobilità all'interno dell'UE. La rete può inoltre cooperare con altre organizzazioni, come le agenzie per l'orientamento professionale.

Bruxelles, 17 ottobre 2013

Il presidente del Comitato economico e sociale europeo

Henri MALOSSE


(1)  Programma per l'occupazione e l'innovazione sociale (EaSI), che integra e amplia la copertura dei tre programmi esistenti, vale a dire Progress (Programma per l’occupazione e la solidarietà sociale), EURES (Servizi per l’occupazione in Europa) e European Progress Microfinance Facility (Strumento europeo Progress di microfinanza).

(2)  COM(2010) 2020 final.

(3)  Decisione 2010/707/UE del Consiglio, del 21 ottobre 2010, sugli orientamenti per le politiche degli Stati membri a favore dell’occupazione.

(4)  Si tratta del gruppo consultivo informale della Commissione europea chiamato HoPES (Heads of Public Employment Services - direttori dei servizi pubblici per l'impiego).

(5)  Riunione informale EPSCO tenutasi a Dublino il 7 e 8 febbraio 2013.

(6)  COM(2010) 682 final.

(7)  COM(2012) 173 final.

(8)  Cfr. John Hurly, Finanziare e applicare programmi attivi a favore del mercato del lavoro durante la crisi, Eurofound, 2010.

(9)  Cfr. Contributo dei servizi pubblici dell'occupazione alla strategia Europa 2020 - Documento finale sulla strategia per SPO 2020, 2012.

(10)  La Commissione europea ha lanciato l'iniziativa PARES, il partenariato tra i servizi pubblici e privati per l'impiego dell'UE, che rappresenta un asse prioritario d'azione nel quadro della comunicazione che la stessa Commissione ha pubblicato nel 2011 sul tema Un'agenda per nuove competenze e per l'occupazione.

(11)  Cfr. The Case for Skills: A Response to the Recommendations regarding the Future Role of Public Employment Services under the New Skills for New Jobs Agenda (La questione delle competenze: una risposta alle raccomandazioni sul ruolo futuro dei servizi pubblici per l'impiego nel quadro dell'agenda per nuove competenze e per l'occupazione), Rete europea dei direttori dei servizi pubblici per l'impiego, settembre 2011.

(12)  Cfr. R.A. Wilson, Anticipating skills needs of the labour force and equipping people for new jobs: which role for public employment services in early identification of skill needs and labour up-skilling? (Prevedere le qualifiche necessarie della forza lavoro e attrezzare i lavoratori per i nuovi posti di lavoro: il ruolo degli SPI nell'individuazione tempestiva dei bisogni in termini di qualifiche e nella riqualificazione della forza lavoro), relazione per la Commissione europea. Danish Technological Institute/ÖSB Consulting/Warwick Institute for Employment Research, 2010.

(13)  The role of the Public Employment Services related to ‘Flexicurity’ in the European Labour Markets (Il ruolo degli SPI in rapporto alla flessicurezza sui mercati del lavoro europei) Relazione finale, Policy and Business Analysis, Danish Technological Institute/ ÖSB Consulting/Tilburg University/Leeds Metropolitan University, marzo 2009.

(14)  Conferenza sull'occupazione giovanile (Konferenz zur Jugendbeschäftigung), tenutasi il 3 luglio 2013 a Berlino, contributo della rete HoPES.

(15)  J. Timo Weishaupt, Labour Administration and Inspection Programme: Social Partners and the Governance of Public Employment Services: Trends and Experiences from Western Europe, (Programma sull'amministrazione e l'ispezione del lavoro: le parti sociali e la governance degli SPI: tendenze ed esperienze nell'Europa occidentale), 2011.

(16)  L'accordo autonomo sui mercati del lavoro inclusivi (2010) è basato sull'analisi congiunta dei principali fattori del mercato del lavoro (2009).

(17)  Cfr. il verbale della riunione del comitato consultivo per la libera circolazione dei lavoratori, tenutasi il 12 aprile 2013 a Bruxelles.

(18)  PARES rappresenta una delle misure di accompagnamento della Commissione, nel quadro dell'agenda per nuove competenze e per l'occupazione, volta a sostenere la flessicurezza.

(19)  Cfr. GU L 328 del 28.11.2012, pagg. 21-26.