5.6.2014   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 170/91


Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema Piano d'azione per l'industria siderurgica europea

COM(2013) 407 final

2014/C 170/15

Relatore: ROLIN

Correlatore: KOTOWSKI

La Commissione, in data 3 luglio 2013, ha deciso, conformemente al disposto dell'articolo 304 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, di consultare il Comitato economico e sociale europeo in merito al:

Piano d'azione per l'industria siderurgica europea

COM(2013) 407 final.

La commissione consultiva per le trasformazioni industriali (CCMI), incaricata di preparare i lavori del Comitato in materia, ha formulato il proprio parere in data 21 novembre 2013.

Nella sua 494a sessione plenaria, dei giorni 10 e 11 dicembre 2013 (seduta dell? 11 dicembre), il Comitato economico e sociale europeo ha adottato il seguente parere con 156 voti favorevoli, 5 voti contrari e 9 astensioni.

1.   Conclusioni e raccomandazioni

1.1

Il CESE accoglie con favore il Piano d'azione per l'industria siderurgica europea (in prosieguo anche «il Piano») reso noto dalla Commissione europea l'11 giugno 2013. Considera infatti il Piano un primo passo avanti, che riconosce l'importanza strategica del settore siderurgico per l'Europa e la sua funzione propulsiva ai fini della crescita. Tuttavia, il CESE avverte anche che il successo del Piano dipenderà dai modi in cui queste affermazioni di principio verranno tradotte in realtà.

1.2

Il Piano contiene proposte specifiche, ma per attuarlo occorreranno molti mesi o persino degli anni. Senonché, la rapidità con cui quest'anno produzione e ricavi sono calati rende necessarie azioni immediate e urgenti che aiutino i lavoratori colpiti dalla crisi e ripristinino un clima propizio agli investimenti nella siderurgia e nei settori a valle. Se non si provvederà in tal senso, potrebbero essere chiusi altri impianti e tagliati altri posti di lavoro. In tale contesto, il CESE esorta la Commissione a pubblicare al più presto una tabella di marcia con scadenze precise per l'attuazione del Piano; tabella di marcia che dovrebbe essere discussa con le parti sociali nella prossima riunione del gruppo di alto livello.

1.3

Il Piano resta piuttosto vago quanto alle misure concrete da adottare, e non affronta in maniera adeguata la dimensione ciclica della crisi. Per far sì che la siderurgia continui ad essere un settore strategico per l'industria manifatturiera e per l'occupazione europee, e onde evitare che il suo spazio si restringa ulteriormente, il CESE esorta la Commissione ad adottare una serie di misure urgenti, tra le quali:

una valutazione dettagliata della capacità esistente, con il coinvolgimento delle parti sociali;

misure per agevolare l'uso e il trasporto dei rottami e impedire le esportazioni illegali;

un impiego massiccio dei fondi strutturali, assicurandosi che, nell'allocarli, si presti un'attenzione sufficiente alle esigenze del settore;

nuove misure temporanee con sostegno pubblico (come ad esempio il Kurzarbeit in Germania) e/o il rafforzamento delle misure esistenti, per mantenere la forza lavoro nell'ambito dell'industria siderurgica;

misure di stimolo alla domanda nei settori a valle della siderurgia, come ad esempio quelle proposte per i settori automobilistico ed edile, che vanno attuate immediatamente. Più in generale, si deve garantire un giusto equilibrio tra il risanamento dei conti pubblici — misure di austerità — e politiche industriali attive che generino investimenti e posti di lavoro (1). Per rilanciare la domanda di acciaio, non basterà fare affidamento sui settori dell'auto e delle costruzioni;

un sostegno molto più forte, anche con fondi pubblici, agli investimenti nello sviluppo di tecnologie e processi nuovi, che suscitino un ulteriore potenziamento di impianti e stabilimenti;

un modello sostenibile di produzione dell'acciaio per sostenere l'industria siderurgica europea; bisognerebbe sviluppare e promuovere con urgenza standard di sostenibilità europei, quali il marchio dei prodotti siderurgici da costruzione «SustSteel»;

interventi del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione che, anziché consistere in misure ex post, si concentrino sull'anticipazione dei cambiamenti, ad esempio agevolando l'introduzione di nuove tecnologie e aiutando i lavoratori ad adattarvisi.

1.4

Bisogna inoltre concentrare immediatamente gli sforzi per realizzare politiche europee sostenibili in materia di clima, energia e commercio che consentano al settore di passare a un'economia a basse emissioni di carbonio, nonché efficiente nell'uso dell'energia e delle risorse, senza che ad essere gravata dai relativi costi sia soltanto l'industria siderurgica europea. Per far ciò, occorrerà anche promuovere politiche ambiziose in materia di RS&I, ad esempio nel quadro di Orizzonte 2020, e sostenere attivamente la diffusione di nuove tecnologie pulite ed efficienti nell'uso delle risorse e dell'energia.

1.5

Il CESE appoggia l'obiettivo generale della lotta contro i cambiamenti climatici e sostiene l'azione dell'UE in questo senso. Tuttavia, si devono valutare attentamente le caratteristiche specifiche del settore, in particolare quelle relative alle limitazioni tecnologiche, nonché gli sforzi che sono già stati compiuti. Gli obiettivi fissati per l'industria siderurgica devono essere realizzabili sul piano tecnico così come su quello economico. Essi devono essere configurati in modo tale da evitare che almeno le imprese europee più performanti debbano sostenere costi aggiuntivi derivanti dalle politiche UE in materia di clima, e in particolare dal sistema europeo di scambio di quote di emissioni (ETS), quantomeno finché non si addivenga a un accordo internazionale globale sui cambiamenti climatici che preveda obiettivi e misure identici per l'industria siderurgica di tutto il mondo.

1.6

In tutta Europa, durante il terzo periodo di scambio (2013-2020) e oltre, bisognerebbe ottimizzare misure compensative temporanee volte a controbilanciare gli aumenti dei prezzi dell'energia elettrica indotti in tutta l'UE dall'ETS. Il CESE esorta la Commissione a esaminare ulteriormente tale questione e ad adottare in tempi brevi le misure appropriate.

1.7

Esso appoggia l'idea di istituire un sistema europeo per finanziare lo sviluppo di tecnologie nuove e innovativi nei settori ad alto consumo di energia; sistema che verrebbe a sua volta finanziato dai proventi della vendita delle quote ETS specificamente destinati a questo scopo.

1.8

Bisognerebbe continuare a promuovere l'introduzione di tecnologie di punta come quelle impiegate per il progetto ULCOS. Secondo il CESE, è molto importante monitorare attentamente i dati sulle emissioni di CO2 e l'efficienza energetica degli stabilimenti siderurgici.

1.9

Per la Commissione, garantire la reciprocità e condizioni di parità a livello globale deve costituire una priorità. Data l'assenza di tali condizioni, e considerato il dilagare di tendenze protezionistiche nei paesi con economie emergenti, il CESE esorta la Commissione ad adottare misure più energiche per tutelare l'industria siderurgica europea in maniera rapida e mirata, anche ricorrendo a strumenti di difesa commerciale.

1.10

Il CESE accoglie con favore l'adozione di un quadro di qualità per l'anticipazione dei cambiamenti e le ristrutturazioni, che recepisca le pratiche migliori in questo campo. A suo avviso, tale quadro di riferimento dovrebbe essere usato dai diversi operatori del settore come uno standard minimo europeo per anticipare e gestire i cambiamenti in modo socialmente responsabile, promuovendo corsi di formazione anche per migliorare le competenze del personale e riqualificarlo laddove necessario. Esso dovrebbe inoltre costituire un'opportunità per rendere il settore siderurgico europeo più attrattivo per i giovani più qualificati. Oltre a ciò, bisognerebbe elaborare soluzioni a lungo termine che diano risposte alle sfide del ricambio generazionale. Le parti sociali, a tutti i livelli, possono svolgere un ruolo proattivo al riguardo.

1.11

Il CESE reputa che, per gestire la transizione verso una siderurgia europea più competitiva ma anche socialmente responsabile, si debba garantire alle imprese siderurgiche lo stesso accesso degli altri settori ai fondi europei, nazionali e regionali disponibili.

2.   Introduzione

2.1

Come evidenziato dalla Commissione nel suo Piano d'azione per una siderurgia europea competitiva e sostenibile, «l'UE è il secondo maggiore produttore mondiale di acciaio, con una produzione di oltre 177 milioni di tonnellate di acciaio l'anno, pari all'11 % della produzione mondiale». L'industria siderurgica è ampiamente diffusa in tutta Europa, con almeno 500 impianti di produzione distribuiti in 24 Stati membri.

2.2

Il CESE, da parte sua, ribadisce che il settore dell'acciaio è il cardine della prosperità europea e un anello indispensabile della catena di approvvigionamento dell'UE, poiché sviluppa e realizza migliaia di soluzioni siderurgiche innovative e fornisce così, direttamente o indirettamente, un impiego e un sostentamento a milioni di cittadini europei.

2.3

Purtroppo, però, è ormai evidente che si tratta di un settore colpito molto duramente dalla crisi economica di cui risentono oggi tutti i paesi europei. L'industria siderurgica dipende infatti, per lo sbocco dei suoi prodotti, da settori come l'industria automobilistica e le costruzioni, i quali hanno fatto registrare un drastico calo di attività dal 2008 ad oggi, facendo così diminuire la domanda di acciaio in Europa.

2.4

Una contrazione della domanda che si è manifestata nella chiusura temporanea o permanente di impianti di produzione e nella perdita di oltre 60 000 posti di lavoro nel settore siderurgico.

2.5

Per l'Europa è di vitale importanza adottare azioni tempestive per contenere la crisi che oggi affligge l'industria dell'acciaio. Ecco perché il CESE accoglie con favore questa recente iniziativa della Commissione, che prefigura misure di sostegno per l'industria siderurgica europea.

2.6

Undici anni dopo la scadenza del Trattato CECA (2002), la Commissione propone adesso per la prima volta un piano d'azione globale per l'acciaio. Il Piano è il risultato degli sforzi comuni della Commissione e delle parti sociali per portare avanti la questione della politica industriale sia in generale che riguardo ai principali settori manifatturieri. Esso rappresenta inoltre il primo passo verso un'autentica politica industriale che integri politiche come quella commerciale, quella di R&S, quella ambientale e quelle climatica ed energetica.

2.7

Il Piano delinea una serie di misure e raccomandazioni in materia di domanda, energia ed efficienza energetica, politica climatica, concorrenza, commercio, materie prime, ricerca e innovazione, ma affronta anche aspetti sociali, come l'accesso ai fondi strutturali dell'UE per alleviare il costo sociale dell'anticipazione e gestione dei cambiamenti e la promozione dell'occupazione giovanile per rilanciare la competitività del settore.

2.8

Le parti sociali della siderurgia europea hanno contribuito a questa strategia di lungo termine nel quadro del comitato di dialogo sociale dell'UE, sviluppando una visione «a tutto tondo» delle sfide che il settore è chiamato ad affrontare. Questa analisi comune è servita da piattaforma per la tavola rotonda di alto livello varata dalla Commissione per sviluppare il Piano d'azione per una siderurgia europea competitiva e sostenibile.

2.9

La siderurgia è il nucleo strategico dell'industria manifatturiera europea, ed è tuttora un motore di innovazione tecnologica di vitale importanza per la creazione di valore in settori a valle come quelli automobilistico, delle costruzioni, aerospaziale e dell'energia. Per l'Europa, poi, avere un robusto settore siderurgico è indispensabile, se vuole raggiungere l'obiettivo che si è prefissa di portare dall'attuale 15,2 al 20 % la quota del suo PIL prodotta dall'industria (2).

2.10

L'industria siderurgica europea può contare su molti punti di forza: impianti moderni, prodotti avanzati, clienti esigenti che la costringono a innovare costantemente sui prodotti, un importante mercato interno e una forza lavoro qualificata. Oggi, tuttavia, essa deve confrontarsi con diverse grandi sfide: calo della domanda, aumento dei costi dell'energia, dipendenza da materie prime d'importazione e, in molti casi, concorrenza sleale.

2.11

Il Piano d'azione individua tutte le questioni più importanti che riguardano il settore dell'acciaio, dando particolare rilievo a un elenco delle possibili azioni da realizzare ai vari livelli istituzionali e da parte dei principali attori interessati.

2.12

Come previsto dalla Commissione, un gruppo di alto livello vigilerà sull'attuazione del Piano e ne monitorerà l'impatto sulla competitività, la sostenibilità e la situazione occupazionale del settore.

3.   Osservazioni del CESE

3.1

Il CESE apprezza il fatto che l'allarmante situazione che la siderurgia europea si trova ad affrontare figuri all'ordine del giorno della Commissione. La consultazione delle parti sociali e degli Stati membri ha dato loro l'opportunità di esprimere i loro punti di vista riguardo al settore e ai suoi problemi, nonché di proporre possibili soluzioni affinché l'Europa mantenga un robusto settore siderurgico; e tali consultazioni sono sfociate nell'elaborazione del Piano d'azione per una siderurgia europea competitiva e sostenibile.

3.2

Il Piano è il primo passo per aiutare il settore dell'acciaio a confrontarsi con le molte sfide economiche, sociali e ambientali che oggi lo attendono, creando un «nuovo» quadro di politica industriale che preservi la competitività del settore e ne mantenga la forza lavoro in Europa. Le affermazioni fatte nel Piano sono ottimistiche, ma in ultima analisi il suo successo dipenderà dai modi in cui le sue indicazioni verranno tradotte in realtà: se il Piano non si fonderà su una strategia chiara di breve, medio e lungo termine e non sarà dotato dei necessari strumenti giuridici, finanziari e logistici, esso non potrà realizzare il suo impatto potenziale.

3.3

Ad avviso del CESE, l'attuazione del Piano dovrebbe consentire di:

creare le condizioni quadro per mantenere la competitività internazionale e lo sviluppo sostenibile dell'industria siderurgica europea a breve e lungo termine. La capacità del settore di rispondere alle mutate circostanze economiche è influenzata dalle politiche in materia di ricerca e innovazione, ambiente, energia, commercio e concorrenza, nonché dai bisogni dei consumatori. Il Piano dovrebbe puntare a modulare tali politiche per far sì che esse affrontino in modo adeguato le sfide che attendono la siderurgia;

sostenere l'industria siderurgica — che è stata e continua ad essere duramente colpita dalla crisi economica — mettendola in condizione di far fronte al rallentamento dell'economia. Fin dall'inizio della crisi il settore ha reagito con decisione al calo della domanda di acciaio, tagliando la capacità produttiva sia in modo permanente che in via temporanea. Dal 2008 ad oggi, è stato tagliato il 15,5 % dei posti di lavoro nell'industria siderurgica (fonte: Eurofer).

impedire che il futuro dell'industria siderurgica in Europa sia minacciato. Gli impianti dismessi e gli altiforni spenti potrebbero benissimo non essere sostituiti o rimessi in attività. Il CESE teme che, una volta ripartita la domanda, l'economia dell'UE rischi molto concretamente di diventare un importatore strutturale di acciaio;

migliorare il contesto imprenditoriale e le condizioni normative per la produzione di acciaio nell'UE. In Europa i prezzi delle materie prime e dell'energia e i costi di conformità sono tra i più alti al mondo; i prezzi del gas e dell'elettricità sono, rispettivamente, da tre a quattro volte e due volte più alti che negli Stati Uniti; e, se non si corre ai ripari, il divario è destinato ad aumentare;

sostenere i lavoratori e le regioni, anch'esse duramente colpite dalla crisi, ma anche migliorare i modi di programmare e gestire i cambiamenti, promuovendo la formazione, migliorando le competenze e sostenendo la riqualificazione laddove necessario. Migliaia di posti di lavoro sono già stati tagliati, e molti altri sono ancora minacciati. Inoltre, vi è stato un aumento generalizzato degli impieghi temporanei, che rende più difficile trasferire le competenze fondamentali e il know-how. In alcuni casi ciò può incidere sulla qualità della produzione o mettere a repentaglio la sicurezza fisica dei lavoratori.

Osservazioni generali

3.4

Uno degli obiettivi principali enunciati nella comunicazione della Commissione sulla politica industriale è far sì che la quota di PIL prodotta dall'industria raggiunga il 20 % entro il 2020. Il CESE appoggia questo obiettivo, in quanto dalla sua realizzazione trarrebbe beneficio anche il settore siderurgico. Tuttavia, sarà probabilmente molto difficile realizzarlo senza agevolare l'accesso a istituzioni finanziarie quali la Banca europea per gli investimenti e la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo.

3.5

La situazione di mercato costringerà i produttori di acciaio a effettuare ulteriori, difficili cambiamenti strutturali (non si può escludere la possibilità di fusioni, acquisizioni e fallimenti). Oggi, per i produttori di acciaio, investire massicciamente in innovazione, realizzare tipi di acciaio innovativi, migliorare la gamma dell'offerta di prodotti finiti, ridurre ulteriormente i costi di determinati tipi d'acciaio e fornire servizi utilizzando acciaio di produzione propria, sono attività tanto essenziali quanto difficili o impossibili da finanziare.

«Il corretto quadro normativo»

3.6

Da un recente studio, effettuato su incarico della Commissione per valutare i costi cumulativi di conformità per l'industria siderurgica dell'UE, emerge che, in periodi normali, non sono quei costi i principali fattori del divario di competitività. In periodi di crisi, tuttavia, i costi di conformità possono avere un impatto significativo sulla competitività di tale industria (3). Il quadro normativo dovrebbe essere valutato sia in termini di costi che in termini di benefici.

3.7

Le parti sociali del settore siderurgico devono essere pienamente coinvolte nella valutazione del quadro normativo.

«Il rilancio della domanda di acciaio»

3.8

Come evidenziato dalla Commissione, «la domanda di acciaio dipende dalla situazione economico-finanziaria di pochi settori industriali chiave che utilizzano l'acciaio: le costruzioni e l'industria automobilistica, ad esempio» (4). Purtroppo, l'attuale crisi economica sta mettendo a dura prova la domanda di questi settori, provocando così un calo della domanda lorda di acciaio.

3.9

La Commissione conta sul suo programma «CARS 2020 (5)» e sull'iniziativa di sostegno alla competitività sostenibile del settore delle costruzioni (6) per stimolare la domanda di acciaio in Europa. Tuttavia, considerate la gravità e l'urgenza della situazione attuale del settore siderurgico, tali programmi non sono abbastanza concreti e non saranno sufficienti per incidere già a breve termine su questa situazione.

3.10

La domanda di acciaio può essere rilanciata anche agevolando il varo di grandi infrastrutture orientate al futuro e migliorando il potere d'acquisto dei cittadini europei, allo scopo di innescare una ripresa nel mercato interno.

«Condizioni di parità a livello internazionale»

3.11

Nell'ultimo decennio la siderurgia europea è stata sempre più penalizzata da pratiche commerciali sleali, protezionismo di paesi terzi ed eccessiva concentrazione dei produttori di materie prime. È quindi urgente valutare la possibilità di affrontare con decisione, in maniera rapida e mirata, tutte le pratiche sleali di cui è vittima l'industria siderurgica europea. E ciò è tanto più urgente se si considera l'eccesso di capacità produttiva del settore su scala mondiale, che induce taluni paesi terzi a ricorrere a pratiche commerciali sleali per esportare le loro eccedenze di produzione.

«Politica energetica e politiche in materia di clima, di efficienza energetica e di efficienza nell'impiego delle risorse per promuovere la competitività»

3.12

L'industria siderurgica europea avrà un futuro soltanto se le sue imprese saranno all'avanguardia dell'evoluzione tecnologica mondiale, specie per quanto attiene all'applicazione, se economicamente redditizia, delle più recenti tecnologie produttive nel campo della riduzione delle emissioni di CO2 e dell'efficienza energetica.

3.13

La siderurgia è un'industria a elevato consumo energetico che oggi in Europa deve fare i conti con prezzi dell'energia più alti di quelli praticati nella maggior parte delle economie concorrenti; ed è un'industria a elevata intensità di capitale, per il cui sviluppo a lungo termine è fondamentale che i prezzi dell'energia siano stabili, prevedibili e competitivi a livello mondiale.

3.14

Il Piano d'azione si concentra giustamente sul contributo dei prodotti e materiali siderurgici alla riduzione delle emissioni di CO2. Per quanto concerne i processi produttivi, con le tecnologie attuali l'industria siderurgica è ormai prossima ai suoi limiti e non può quindi raggiungere gli obiettivi proposti dalla Commissione per il 2050. Miglioramenti significativi potranno essere realizzati soltanto con tecnologie radicalmente innovative. La R&S finalizzata all'innovazione (R&S+I) e le risorse per finanziarla assumono pertanto un'importanza fondamentale. In tale contesto, il CESE accoglie con favore la proposta della Commissione di sostenere, nel quadro di Orizzonte 2020, progetti di R&S, pilota e dimostrativi, di nuove tecnologie più pulite e più efficienti nell'uso delle risorse e dell'energia.

3.15

Benché — come si è detto — con le tecnologie attuali la siderurgia sia prossima ai suoi limiti, non tutti gli impianti hanno esaurito il loro potenziale di miglioramento, in termini di efficienza nell'uso dell'energia o delle risorse, sulla base delle tecnologie esistenti. Le imprese dovrebbero quindi essere incoraggiate a investire nelle migliori tecnologie disponibili.

3.16

Oggi sono proprio i prezzi delle risorse e dell'energia a spingere l'industria verso l'innovazione. Se la responsabilità principale degli investimenti in R&S+I incombe alle stesse imprese siderurgiche, è però necessario garantire un sostegno più forte ai progetti di R&S, pilota e dimostrativi, e alla diffusione di nuove tecnologie. Dato che, in termini di costi, l'aggravio principale per l'industria dell'acciaio è rappresentato da quelli delle materie prime e dell'energia, la sfida consiste nel ridurre il divario nel loro costo tra l'UE e le principali economie concorrenti.

3.17

A ciò si aggiunge il fatto che la crisi e i rigorosi vincoli di bilancio hanno gravemente compromesso, in alcuni Stati membri, la possibilità di erogare compensazioni ai produttori di acciaio, con la probabile conseguenza di creare una situazione iniqua in tutta Europa.

Innovazione

3.18

Negli ultimi decenni l'industria siderurgica europea ha mantenuto un vantaggio competitivo sulle sue concorrenti grazie a un'accresciuta efficienza, a innovazioni nei prodotti e a considerevoli aumenti della produttività del lavoro. Nella situazione attuale, tuttavia, sarà difficile compiere ancora progressi in questo campo fintanto che le condizioni del mercato, il contesto normativo e il clima imprenditoriale non saranno migliorati.

3.19

Bisogna che lo sviluppo di nuove tecnologie valide anche sotto il profilo economico vada di pari passo con l'aumento della competitività delle imprese siderurgiche europee nei confronti delle loro concorrenti del resto del mondo. Una produzione che consumi meno energia e materie prime farà diminuire i costi, rendendo così la siderurgia europea più competitiva.

«La dimensione sociale: processi di ristrutturazione e bisogni di competenze»

3.20

Il Piano individua il problema della futura penuria di competenze, dovuta principalmente al cambiamento della piramide delle età, ma non tiene sufficientemente conto della «perdita» di know-how e di competenze causata dai processi di ristrutturazione. Inoltre, il ricambio generazionale imporrà soluzioni sistematiche, soprattutto in considerazione del forte aumento della disoccupazione giovanile.

3.21

Promuovere misure temporanee di sostegno ai lavoratori è essenziale per far fronte alla difficile congiuntura economica, salvaguardare la forza lavoro e preservare le competenze di vitale importanza per il futuro della siderurgia.

Il gruppo di alto livello

3.22

Considerata l'urgenza dei problemi della siderurgia europea, è sconfortante che la Commissione preveda che il gruppo di alto livello si riunisca soltanto una volta all'anno. La rapidità con cui oggi si evolve la situazione del settore renderà infatti necessari aggiornamenti costanti, che consentano di adottare decisioni informate.

3.23

Infine, bisogna che, entro 12 mesi dall'adozione del Piano, sia effettuata una valutazione del suo impatto sulla competitività dell'industria siderurgica europea; e, per assicurarsi che tale valutazione sia la più accurata e obiettiva possibile, è di cruciale importanza associare le parti sociali alle relative discussioni. Vi è bisogno di maggiore cooperazione tra i rappresentanti dei datori di lavoro e quelli dei lavoratori, a livello europeo, nazionale, locale e aziendale, affinché ciascuno si impegni a fare la sua parte per attuare il Piano d'azione.

Bruxelles, 11 dicembre 2013.

Il presidente del Comitato economico e sociale europeo

Henri MALOSSE


(1)  CCMI/108

(2)  COM(2012) 582 final.

(3)  Centre for European Policy Studies, Assessment of Cumulative Cost Impact for the Steel Industry («Valutazione dell'impatto dei costi cumulativi per l'industria siderurgica»), 2013.

(4)  COM(2013) 407.

(5)  COM(2012) 636 final.

(6)  COM(2012) 433 final.


ALLEGATO

al parere del Comitato economico e sociale europeo

Il seguente emendamento, che ha ottenuto più di un quarto dei voti espressi, è stato respinto nel corso delle deliberazioni (articolo 54, paragrafo 3, del Regolamento interno).

Punto 1.11

Modificare come segue:

Il CESE reputa che, per gestire la transizione verso una siderurgia europea più competitiva ma anche socialmente responsabile, si debba garantire alle imprese siderurgiche lo stesso accesso degli altri settori ai fondi europei, nazionali e regionali disponibili.

Motivazione

Una formulazione abbreviata evita di specificare in modo più dettagliato di quali fondi si tratta e garantisce agli operatori una flessibilità sufficiente senza introdurre potenziali distorsioni del mercato nel settore.

Esito della votazione

Voti favorevoli:

:

70

Voti contrari:

:

77

Astensioni:

:

12