19.1.2013   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 17/6


Risoluzione del Comitato delle regioni «I negoziati in corso sul quadro finanziario pluriennale»

2013/C 17/02

IL COMITATO DELLE REGIONI

visto il proprio parere riveduto sul nuovo quadro finanziario pluriennale per il periodo successivo al 2013, adottato il 9 ottobre 2012,

visto il progetto di conclusioni del Consiglio europeo,

1.

si rammarica del fatto che il Consiglio europeo del 22 e 23 novembre 2012 non sia stato in grado di raggiungere un accordo sul nuovo quadro finanziario pluriennale per il periodo successivo al 2013;

2.

sottolinea l'importanza di raggiungere un accordo e mette in guardia contro le conseguenze del ritardo sulla preparazione della programmazione, in particolare per quanto riguarda il quadro strategico comune per i fondi del periodo successivo al 2014, il che avrà un grave impatto sugli investimenti da realizzare nelle regioni e nelle città dell'UE;

3.

prende atto del fatto che il Consiglio europeo riconosce che «un bilancio europeo è importante per la coesione dell'Unione e per l'occupazione e la crescita in tutti i nostri paesi»; tale riconoscimento, tuttavia, è incompatibile con le proposte di tagli alla politica di coesione avanzate da alcuni Stati membri; sottolinea che, ad ogni modo, è necessario più tempo per analizzare più approfonditamente le conseguenze delle cifre e delle proposte che sono oggetto del negoziato;

4.

sottolinea al tempo stesso di essere pienamente consapevole, come organo dell'Unione europea che rappresenta gli enti locali e regionali, dei problemi economici cui gli Stati membri sono confrontati e ritiene che la priorità assoluta debba essere quella di stabilire economie forti, in cui il peso delle lungaggini burocratiche sia ridotto e capaci di creare maggiori opportunità occupazionali negli Stati membri;

5.

ribadisce la sua richiesta di un bilancio pluriennale dell'UE credibile quale strumento d'investimento a beneficio di tutti gli Stati membri e le regioni dell'UE e almeno della stessa entità, in termini di stanziamenti di impegno in percentuale dell'RNL, di quello approvato per l'attuale periodo di programmazione 2007-2013 e sostiene la richiesta del Parlamento di un bilancio in grado di rilanciare la crescita in linea con gli obiettivi della strategia Europa 2020 e di rispondere adeguatamente ai bisogni degli enti locali e regionali in termini di coesione territoriale, economica e sociale;

6.

insiste sull'importanza del ruolo del Parlamento europeo nel processo di negoziazione, non solo per quanto riguarda la procedura di approvazione applicabile all'intero QFP, ma anche in considerazione del fatto che un gran numero di questioni figuranti nel progetto di conclusioni del Consiglio europeo (versione del 22 novembre 2012), e in particolare nei punti relativi alla sottorubrica 1b (coesione), alla rubrica 2 (PAC) e al quadro strategico comune, come pure alle questioni orizzontali, sono soggette alla procedura di codecisione;

7.

rammenta che i Trattati (articolo 312 del TFUE) contengono disposizioni specifiche per il caso in cui il QFP non fosse adottato prima della scadenza, alla fine del 2013, delle basi giuridiche di tutti i programmi di spesa pluriennali dell'UE, ad eccezione del primo pilastro della politica agricola comune (PAC);

8.

si oppone ai tagli al bilancio della coesione. Ricorda che la politica di coesione è uno strumento d'investimento che stimola la competitività in modo sostenibile e contribuisce alla riduzione delle disparità tra le regioni;

9.

ricorda che, per le questioni relative alla politica di coesione di cui all'articolo 177, come ad esempio il metodo di ripartizione delle dotazioni nazionali e i massimali in materia di politica di coesione e di sviluppo rurale, si applica la procedura di codecisione con consultazione obbligatoria del CdR e il diritto di quest'ultimo di adire la Corte di giustizia dell'Unione europea a norma dell'articolo 263, paragrafo 3, del TFUE;

10.

con riferimento ai propri pareri adottati dall'inizio del 2012 in merito alle diverse proposte legislative della Commissione europea, ribadisce quanto segue:

a.

per quanto riguarda la sottorubrica 1a, 1b e i fondi compresi nel quadro strategico comune (QSC):

è a favore di un aumento dei finanziamenti per la ricerca e l'innovazione;

chiede che si ripristini il bilancio inizialmente proposto per il meccanismo per collegare l'Europa (Connecting Europe) per finanziare gli investimenti nelle reti transeuropee e sostiene la creazione di un QSC per i due fondi strutturali e il Fondo di coesione, il FEASR e il FEAMP;

riafferma la propria opposizione chiara e netta a qualsiasi forma di condizionalità macroeconomica;

si compiace che sia stata accettata la proposta di costituire una nuova categoria di «regioni in transizione» e la necessità di tenere conto della situazione specifica e unica delle regioni ultraperiferiche;

ribadisce la necessità di mantenere, per tutte le regioni che non rientrano più nell'obiettivo Convergenza, una «rete di sicurezza» pari ai due terzi della loro dotazione attuale;

-sostiene l'idea che debbano essere garantiti il livello delle risorse destinate alle regioni meno sviluppate, nonché la riduzione delle disparità nell'intensità degli aiuti pro capite poiché ciò rappresenta l'obiettivo prioritario della politica di coesione;

si rammarica che nel progetto di conclusioni del Consiglio europeo venga proposto un taglio del 26 % per l'obiettivo della coesione territoriale europea; apprezza tuttavia che la richiesta del CdR di aumentare il tasso di cofinanziamento all'85 % sia stata accolta;

approva l'introduzione di un tasso di cofinanziamento maggiorato di 10 punti percentuali per gli Stati membri con temporanee difficoltà di bilancio;

condivide la proposta che prevede che l'IVA non recuperabile sia una spesa ammissibile a un contributo proveniente dai fondi del QSC;

ribadisce le proprie obiezioni alla proposta di creare una riserva di efficacia e di efficienza;

b.

per quanto riguarda la rubrica 2:

si rammarica che il progetto di conclusioni del Consiglio europeo proponga un massimale dei pagamenti diretti da parte degli Stati membri su base volontaria;

esorta a ripartire il sostegno diretto in modo più equo tra gli Stati membri con pagamenti diretti per ettaro inferiori al 90 % della media UE nel corso del prossimo periodo, avviando il processo dinamico volto a colmare il divario già con l'inizio del nuovo periodo di programmazione e raggiungendo la media UE a metà delle prossime prospettive finanziarie;

approva l'introduzione di un tasso del 30 % per l'ecosostenibilità;

sostiene l'opzione dei trasferimenti di bilancio dal primo al secondo pilastro;

appoggia l'inserimento delle regioni in transizione nel regolamento sullo sviluppo rurale;

si oppone alla creazione di una nuova riserva per le crisi nel settore agricolo e, in particolare, alla proposta di rimborsare gli importi non spesi sotto forma di pagamenti diretti;

11.

approva il fatto che il progetto di conclusioni del Consiglio europeo preveda di mantenere il programma di aiuti alimentari agli indigenti, ma si oppone fermamente all'idea che tale programma venga finanziato attingendo alla dotazione dell'FSE;

12.

considera che la riduzione del 47 % degli importi destinati al Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione in rapporto alla dotazione attuale sia completamente contraddittoria rispetto al contesto attuale di crisi. È consapevole che il progetto di conclusioni del Consiglio europeo è stato redatto partendo dall'assunzione che il futuro FEG non si applicherà al settore agricolo.

Entrate e risorse proprie

13.

si rammarica che i negoziati siano stati incentrati sul taglio delle spese del bilancio UE, senza prestare la dovuta attenzione alle entrate e all'esigenza imprescindibile di riformare l'attuale sistema per dotare l'UE di risorse proprie e per abolire l'attuale sistema di correzioni finanziarie ed esenzioni;

14.

si compiace della proposta di destinare i due terzi del gettito raccolto dagli Stati membri che si sono impegnati ad introdurre una TTF nel quadro della procedura di cooperazione rafforzata a una nuova risorsa propria nel bilancio dell'UE e di ridurre il contributo basato sull'RNL di questi Stati al bilancio UE in misura corrispondente;

15.

incarica il proprio Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Presidente della Commissione europea, al Presidente del Consiglio europeo, al Presidente del Parlamento europeo, alla presidenza cipriota del Consiglio dell'UE e alle prossime presidenze irlandese e lituana.

Bruxelles, 30 novembre 2012

Il presidente del Comitato delle regioni

Ramón Luis VALCÁRCEL SISO