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2.3.2013 |
IT |
Gazzetta ufficiale dell'Unione europea |
C 62/1 |
Risoluzione del Comitato delle regioni «Pacchetto legislativo sulla politica di coesione post 2013»
2013/C 62/01
IL COMITATO DELLE REGIONI
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alla luce dei negoziati sul quadro finanziario pluriennale (QFP) attualmente in corso, è fermamente convinto che la politica di coesione necessita di una gestione efficace della spesa e di una robusta dotazione di bilancio; invita pertanto gli Stati membri a riconsiderare tali restrizioni di bilancio e a mantenere almeno l'attuale livello di finanziamento; |
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esprime il suo pieno appoggio all'équipe negoziale della commissione REGI nel dialogo a tre; ricorda in particolare la comunanza di idee con il PE su aspetti quali le "regioni in transizione", l'equilibrio tra la strategia Europa 2020 e gli obiettivi dei Trattati, un effettivo coinvolgimento degli enti locali e regionali, l'opposizione alla condizionalità macroeconomica e alla riserva di efficacia; spera quindi che tali aspetti potranno trovare posto nel pacchetto finale; |
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invoca la piena applicazione del principio della governance multilivello e una maggiore partecipazione degli enti locali e regionali alla definizione dei futuri accordi di partenariato e programmi operativi; sostiene la proposta della Commissione europea di elaborare un codice di condotta europeo in materia di partenariati; deplora quindi fortemente la decisione del Consiglio di opporsi a un tale strumento e invita gli Stati membri riluttanti a riconsiderare la loro posizione, poiché quella attuale trasmette un segnale negativo rispetto alla loro volontà di cooperare con i partner legittimi; |
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è favorevole a una più forte responsabilità democratica e ritiene che il Consiglio dovrebbe affrontare diverse questioni finanziarie – come il metodo di assegnazione dei fondi a livello nazionale e regionale, il tasso massimo, la rete di sicurezza, ecc. – nel quadro dei negoziati riguardanti il pacchetto legislativo sulla politica di coesione e non nell'ambito del QFP, in modo che il Parlamento europeo possa partecipare pienamente a queste discussioni e il CdR abbia la possibilità di pronunciarsi; |
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deplora ancora una volta che il PIL e l'RNL (e in misura minore il numero dei disoccupati) siano gli unici criteri utilizzati per determinare il livello di assegnazione di fondi strutturali in una determinata regione, e sottolinea la necessità di avvalersi di indicatori supplementari per poter meglio valutare le esigenze e le sfide di carattere sociale e ambientale. |
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Relatore |
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Marek WOŹNIAK (PL/PPE), presidente della regione Wielkopolska |
Risoluzione del Comitato delle regioni -Pacchetto legislativo sulla politica di coesione post 2013
I. RACCOMANDAZIONI POLITICHE
IL COMITATO DELLE REGIONI
Introduzione
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1. |
adotta la presente risoluzione politica riguardante i negoziati interistituzionali in corso sul pacchetto legislativo sulla politica di coesione post 2013, tenendo conto delle posizioni precedentemente adottate tra febbraio e luglio 2012 e in risposta ai recenti dibattiti e alle prese di posizione del Parlamento europeo e del Consiglio; |
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2. |
alla luce dei negoziati sul quadro finanziario pluriennale (QFP) attualmente in corso, è fermamente convinto che la politica di coesione sia una politica di investimenti e necessiti di una gestione efficace della spesa e di una robusta dotazione di bilancio, che non può essere ridotta se si vuole stimolare la crescita e l'occupazione, aumentare la competitività e attenuare le disparità territoriali tra le regioni dell'UE, in particolare nei periodi di crisi; considerando l'importanza fondamentale che riveste nella lotta alla crisi economica e nel far fronte alle sfide della strategia Europa 2020, la politica di coesione non può essere ridotta di 19 miliardi (rispetto alla proposta della Commissione europea) nello stesso momento in cui altre politiche dell'UE vedono mantenute o addirittura aumentate le loro dotazioni, come si propone nel progetto di conclusioni del Consiglio del 22 novembre 2012; |
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3. |
esprime piena soddisfazione riguardo ai mandati adottati dalla commissione REGI del Parlamento europeo l'11 e 12 luglio 2012, che fanno proprie molte delle richieste degli enti locali e regionali formulate nei pareri adottati dal CdR; deplora tuttavia che il progetto di relazione adottato dalla commissione EMPL il 5 luglio 2012 non abbia tenuto conto di alcuni aspetti fondamentali relativi al progetto di regolamento sull'FSE; |
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4. |
si rallegra degli sviluppi positivi in direzione di una maggiore semplificazione proposti dalla Commissione nel progetto di pacchetto legislativo, nonché delle disposizioni contenute nelle regole finanziarie adottate di recente e applicabili al bilancio generale dell'UE, riguardanti, tra l'altro, l'uso di tassi fissi, importi forfettari e scadenze più brevi per i pagamenti; insiste sulla necessità che gli Stati membri si pongano obiettivi più ambiziosi per quanto riguarda la semplificazione dell'accesso alle procedure per i finanziamenti UE, delle regole dell'Unione e nazionali in materia di appalti, e dei meccanismi di rendicontazione e di controllo; |
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5. |
esprime il suo pieno appoggio all'équipe negoziale della commissione REGI nel dialogo a tre; ricorda in particolare la comunanza di idee con il PE circa i seguenti aspetti fondamentali, che spera potranno trovare posto nel pacchetto finale:
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6. |
sottolinea la necessità di adottare il pacchetto legislativo quanto prima, non appena sarà stato adottato il quadro finanziario pluriennale (QFP); richiama l'attenzione sulla gravità della crisi economica e sociale che colpisce l'UE e rende particolarmente urgente dare il via all'attuazione dei contratti di partenariato e dei programmi operativi nel 2014; sarà questo l'unico modo, infatti, di rendere disponibili fondi europei che sono essenziali per gli investimenti e per le riforme strutturali negli Stati membri, nelle regioni e nelle città; |
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7. |
ricorda che la discussione circa il progetto di regolamento sul GECT va distinta da quella sul pacchetto legislativo complessivo sulla politica di coesione e insiste sull'importanza di adottare al più presto detto regolamento specifico, che è privo di implicazioni particolari per il bilancio dell'UE, senza attendere l'adozione dell'intero pacchetto. Il regolamento potrebbe così entrare in vigore in tempi rapidi, imprimendo un nuovo slancio alla messa a punto di nuovi progetti GECT in un quadro giuridico dotato di maggiore certezza. |
Per un bilancio ambizioso da assegnare alla politica di coesione dopo il 2013
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8. |
sottolinea che gli enti locali e regionali sono pienamente consapevoli della necessità che la politica di coesione dia risultati migliori, attraverso una più corretta programmazione e utilizzazione dei fondi strutturali, in particolare nell'attuale contesto di crisi economica e ristrettezze finanziarie; |
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9. |
giudica inaccettabile un quadro finanziario pluriennale con una dotazione inferiore a quella proposta dalla Commissione europea, in quanto determinerebbe un indebolimento dell'economia e della competitività dell'UE, oltre che del mercato unico nel suo insieme, nel momento stesso in cui è più che mai necessaria la sua forza. Pertanto, come affermato nella risoluzione del Comitato delle regioni I negoziati in corso sul quadro finanziario pluriennale (1), ribadisce la sua richiesta di un bilancio pluriennale dell'UE credibile quale strumento d'investimento a beneficio di tutti gli Stati membri e le regioni dell'UE e almeno della stessa entità, in termini di stanziamenti di impegno in percentuale dell'RNL, di quello approvato per l'attuale periodo di programmazione 2007-2013; |
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10. |
considera tuttavia inaccettabile la riduzione del bilancio assegnato alla politica di coesione dopo il 2013 proposta dalla presidenza cipriota il 29 ottobre. Invita pertanto gli Stati membri a riconsiderare tali restrizioni di bilancio e a mantenere almeno l'attuale livello di finanziamento; |
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11. |
riafferma la necessità di mantenere una politica di coesione forte e ambiziosa a livello di UE, per poter conseguire gli obiettivi dei Trattati in materia di coesione economica, sociale e territoriale e rispettare l'impegno assunto collettivamente rispetto agli obiettivi della strategia Europa 2020; una riduzione di oltre 10 miliardi di euro – come ha proposto la presidenza del Consiglio – contribuirebbe ad ampliare il divario tra le regioni e i territori meno sviluppati e quelli più sviluppati, nonché ad accrescere le disparità di reddito tra i cittadini; |
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12. |
insiste sul fatto che i tagli ai finanziamenti della politica di coesione avrebbero effetti negativi per lo sviluppo del mercato unico e per la capacità di investimento degli enti locali e regionali in ambiti cruciali per il futuro dell'Europa, come la ricerca, l'innovazione, l'istruzione, il sostegno alle PMI, l'economia verde e le infrastrutture, che sono altrettante componenti essenziali della creazione di posti di lavoro in prospettiva futura; ritiene che nell'attuale periodo di crisi economica e sociale i tagli di bilancio metterebbero a repentaglio gli investimenti a lungo termine, la futura crescita sostenibile dell'Europa e il suo ruolo sulla scena mondiale. |
Una più forte responsabilità democratica: il rispetto della procedura di codecisione
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13. |
ricorda che per la prima volta, in conformità con le disposizioni del Trattato di Lisbona, tutti i testi normativi che disciplinano la politica di coesione saranno adottati attraverso la procedura legislativa di codecisione, che pone sullo stesso piano gli Stati membri e il Parlamento europeo; |
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14. |
ritiene pertanto che il Consiglio dovrebbe affrontare diverse questioni finanziarie – come il metodo di assegnazione dei fondi a livello nazionale e regionale, il tasso massimo, la rete di sicurezza, ecc. – nel quadro dei negoziati riguardanti il pacchetto legislativo sulla politica di coesione e non nell'ambito del QFP; come già indicato nel parere in merito al nuovo QFP post 2013 (2), disapprova il fatto che le suddette questioni siano incluse nello schema di negoziato del Consiglio e ritiene che, trattandosi di ambiti di codecisione, dovrebbero essere oggetto di dibattito in sede di Consiglio Affari generali. Il Parlamento europeo dovrebbe inoltre partecipare pienamente a queste discussioni a fianco del Consiglio e, al fine di garantire un'effettiva responsabilità democratica, dovrebbe essere consultato anche il Comitato delle regioni; si riserva inoltre la facoltà di adire la Corte di giustizia dell'Unione europea qualora la Commissione non dovesse presentare una proposta legislativa su cui il CdR abbia la possibilità di pronunciarsi. |
Il metodo di assegnazione dei fondi strutturali
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15. |
deplora ancora una volta che il PIL e l'RNL (e in misura minore il numero dei disoccupati) siano gli unici criteri utilizzati per determinare il livello di assegnazione di fondi strutturali in una determinata regione; sostiene pertanto la proposta di aumentare la rilevanza del numero dei disoccupati nelle regioni meno sviluppate e nelle regioni in transizione, formulata nel progetto di conclusioni del Consiglio (versione del 22 novembre 2012), al fine di compensare il peso del PIL nell'ambito del metodo di assegnazione e tenere conto più adeguatamente della dimensione sociale della coesione; al tempo stesso, suggerisce che, nell'assegnazione dei fondi strutturali, si tenga conto anche di altri indici demografici, quali ad esempio il tasso di dipendenza demografica al livello degli Stati membri; |
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16. |
come già in un precedente parere (3), sottolinea la necessità di avvalersi di indicatori supplementari per poter meglio valutare le esigenze e le sfide di carattere sociale e ambientale (come l'accessibilità dei servizi pubblici, la salute, il reddito pro capite, la mobilità e un ambiente sano). Si potrebbe integrare la distribuzione di questi indicatori al livello subregionale (indicatore GINI) nel metodo di assegnazione dei fondi, al fine di valutare meglio le sfide della coesione territoriale; |
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17. |
ritiene che, per poter tenere conto delle tendenze dello sviluppo regionale, nel futuro metodo di assegnazione dei fondi si dovrebbe integrare l'evoluzione del PIL pro capite durante il periodo di riferimento (sulla base dei dati disponibili a livello di UE relativi agli ultimi 3 anni); in tal modo, con un approccio più flessibile, sarebbe possibile offrire un sostegno anche alle regioni colpite da recessione economica; |
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18. |
chiede di includere "gli svantaggi naturali o demografici gravi e permanenti" tra i criteri utilizzati dagli Stati membri per l'assegnazione delle risorse; ricorda in particolare che i criteri demografici, quali la dispersione della popolazione, lo spopolamento di talune aree delle regioni o l'invecchiamento demografico, hanno importanti conseguenze sullo sviluppo economico e sul costo dei servizi pubblici; si rallegra di avere l'appoggio del Parlamento europeo su questa questione e chiede al Consiglio di allinearsi alla posizione del PE; |
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19. |
indipendentemente dal metodo scelto, riafferma i seguenti principi:
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20. |
ritiene che il principio di addizionalità sia fondamentale per l'efficacia della politica di coesione, e che senza di esso tutti gli sforzi compiuti per la politica regionale europea rischiano di risultare inutili; |
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21. |
nutre particolare preoccupazione per la decisione della presidenza del Consiglio di mantenere, come periodo di analisi per le sue proposte riguardanti le regioni, il triennio 2007-2009. In un periodo di crisi come quello attuale, i calcoli sulla ricchezza relativa delle regioni realizzati su quel periodo falsano la realtà, perché si basano ancora su anni di crescita economica, a scapito soprattutto delle regioni più colpite dalla crisi. In quest'ottica, accoglie con favore l'introduzione della clausola di revisione nel 2016, ma propone anche un sostegno speciale, oltre alla rete di sicurezza, per compensare le regioni che, per effetto del deterioramento della loro ricchezza relativa dovuto alla crisi, si trovino a partire da posizioni sfavorevoli rispetto alle altre regioni della stessa categoria; |
Il tasso massimo
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22. |
appoggia il tasso massimo proposto nello schema di negoziato sul QFP del 18 settembre 2012 (2,5 %), che tiene conto del recupero dei paesi dell'UE-12 e delle difficoltà di assorbimento che devono affrontare alcuni Stati membri durante l'attuale periodo di programmazione; è contrario, quindi, alla riduzione proposta nel progetto di conclusioni del Consiglio del 22 novembre 2012; prevede tuttavia per gli Stati membri che hanno aderito all'Unione prima del 2013 e nei quali la crescita media del PIL reale nel periodo 2008-2010 è stata inferiore al – 1 %, la garanzia di un tasso massimo tale da consentire un livello di impegno analogo a quello dell'attuale periodo 2007-2013. |
La rete di sicurezza
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23. |
sostiene la proposta della Commissione riguardante una "rete di sicurezza" pari ad almeno due terzi dell'attuale dotazione per le regioni che non rientreranno più nell'obiettivo Convergenza; deplora pertanto le ultime proposte della presidenza del Consiglio europeo per quanto riguarda la riduzione di detta rete di sicurezza al di sotto della suddetta dotazione. |
Il premio urbano
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24. |
si compiace del fatto che nei più recenti documenti della presidenza del Consiglio riguardanti lo schema di negoziato sul QFP non figuri più la proposta di un "premio urbano", che prevedeva di assegnare 4 euro per abitante alle città con almeno 250 000 abitanti. Detto premio avrebbe conferito un vantaggio finanziario alle regioni più urbanizzate, quando invece il divario di sviluppo tra le aree rurali e urbane è ancora molto ampio. |
Il bilancio della cooperazione territoriale
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25. |
esprime il suo pieno sostegno alla proposta della Commissione di incrementare la dotazione della cooperazione territoriale europea (CTE) a 11,8 miliardi di euro contro gli 8,7 miliardi dell'attuale periodo di programmazione; ricorda il valore aggiunto che la CTE apporta all'integrazione e alla coesione territoriale europea mediante la riduzione al minimo degli effetti negativi dei confini nazionali, l'aumento dell'efficienza delle politiche, il miglioramento della qualità della vita, il rafforzamento della costruzione di capacità e la promozione della fiducia e della comprensione reciproca; deplora pertanto la riduzione di 3 miliardi di euro proposta nel progetto di conclusioni del Consiglio europeo del 22 novembre, nonché la reintroduzione del requisito dei 150 km per la cooperazione transfrontaliera nel caso delle frontiere marittime; si compiace tuttavia del fatto che il progetto di conclusioni del Consiglio si associ alla richiesta del CdR e alla posizione del PE relativa alla necessità di aumentare il tasso di cofinanziamento dei programmi CTE portandolo all'85 %. |
L'opposizione alla condizionalità macroeconomica e a sanzioni o premi finanziari
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26. |
torna a esprimere la sua ferma opposizione alla condizionalità macroeconomica, e in particolare a qualsiasi sospensione o cancellazione dei fondi del quadro strategico comune (QSC) legata agli obblighi del Patto di stabilità e di crescita, in quanto rischia di penalizzare fortemente gli enti regionali e locali che non sono responsabili del mancato rispetto di tali obblighi da parte degli Stati membri; |
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27. |
si rallegra del sostegno del Parlamento europeo su questo aspetto e auspica che l'équipe negoziale, nel contesto del dialogo a tre, riesca a convincere gli Stati membri a ritirare dal regolamento "disposizioni comuni" tutte le misure connesse alla condizionalità macroeconomica; |
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28. |
riafferma il suo sostegno per un collegamento parziale dei fondi del QSC alla nuova governance economica dell'UE, da realizzare rendendo possibile la modifica dei contratti di partenariato e dei programmi operativi sulla base delle raccomandazioni specifiche per paese formulate nell'ambito del semestre europeo, ma rifiuta fermamente l'ipotesi di una sospensione parziale o totale dei pagamenti; |
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29. |
torna a esprimere la propria opposizione ai premi che la riserva di efficacia ed efficienza assegnerebbe alle regioni più virtuose, poiché questo meccanismo rischia di incentivare i responsabili politici a stabilire obiettivi modesti e facili da conseguire al fine di ottenere risorse addizionali, di promuovere lo sviluppo di progetti poco ambiziosi e di scoraggiare l'innovazione; appoggia pertanto la posizione del Parlamento europeo e auspica che il Consiglio modifichi la sua posizione in merito; richiama la propria proposta di una "riserva di flessibilità" costituita dalle risorse del disimpegno automatico e utilizzata per finanziare iniziative sperimentali, proposta che potrebbe costituire un compromesso tra i due colegislatori; |
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30. |
è pienamente d'accordo con il requisito di una gestione orientata ai risultati previsto per il nuovo quadro e, di conseguenza, con l'importanza attribuita alla misurazione delle performance. Ritiene però necessaria una regolamentazione flessibile, che consenta di contestualizzare i risultati rispetto alla situazione economica specifica di ciascuna regione; reitera inoltre la propria opposizione a qualsiasi sanzione finanziaria legata al quadro di performance. |
Per un partenariato efficace con gli enti locali e regionali
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31. |
invoca la piena applicazione del principio della governance multilivello e una maggiore partecipazione degli enti locali e regionali alla preparazione, negoziazione e attuazione della politica di coesione durante il prossimo periodo di programmazione; |
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32. |
è favorevole alla proposta del Parlamento europeo di conferire agli enti locali e regionali lo stesso status dei governi nazionali nell'elaborazione dei contratti di partenariato e dei programmi operativi, nel dovuto rispetto del principio di sussidiarietà; |
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33. |
si attende che gli enti locali e regionali siano pienamente coinvolti nella concezione dei contratti di partenariato, al fine di rispondere alle esigenze di un approccio "dal basso verso l'alto" e integrato alle strategie di sviluppo regionale; invita gli Stati membri a dare il via al lavoro di pianificazione strategica della politica di coesione per essere pronti a cominciare la programmazione dei fondi del QSC il 1o gennaio 2014; a tal fine, chiede alla Commissione europea di monitorare attentamente l'elaborazione dei suddetti contratti per evitare un approccio "dall'alto verso il basso" e settoriale alla programmazione; |
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34. |
sostiene pertanto la proposta della Commissione europea di elaborare, per la prima volta, un codice di condotta europeo in materia di partenariati; deplora fortemente la decisione del Consiglio di opporsi a un tale strumento, che ha il fine di migliorare la qualità dei partenariati in tutti gli Stati membri, e invita gli Stati membri riluttanti a riconsiderare la loro posizione in merito al codice di condotta, poiché quella attuale trasmette un segnale negativo rispetto alla loro volontà di cooperare con i partner legittimi. |
Un'architettura che tenga conto delle disparità territoriali
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35. |
riafferma il suo pieno sostegno alla nuova categoria delle "regioni in transizione" e appoggia il Parlamento europeo nei negoziati interistituzionali attualmente in corso; invita la presidenza del Consiglio a mantenere la propria posizione sulla questione fino alla conclusione dei negoziati, poiché questa nuova categoria consente di rispondere parzialmente all'obiettivo della coesione territoriale offrendo un sostegno più equo a tutte le regioni; |
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36. |
accoglie con favore la proposta del Parlamento europeo di creare un'altra rete di sicurezza pari ai 4/5 della dotazione 2007-2013 per gli "Stati insulari monoregione ammissibili al fondo di coesione nel 2013" e per le "regioni ultraperiferiche" che dopo il 2013 non rientreranno più nella categoria "regioni meno sviluppate"; |
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37. |
ricorda le esigenze e le difficoltà delle regioni ultraperiferiche e di quelle scarsamente popolate e chiede che a esse siano assegnate risorse di bilancio sufficienti e proporzionate al fine di conseguire l'obiettivo della coesione economica, sociale e territoriale, nonché quello di una loro miglior integrazione nel mercato unico; si rallegra pertanto dell'aumento nell'intensità dell'aiuto alle regioni ultraperiferiche (da 20 a 30 di euro per abitante) proposto nel progetto di conclusioni del Consiglio europeo del 22 novembre 2012; |
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38. |
insiste sul fatto che il Trattato di Lisbona ha aggiunto la coesione territoriale all'obiettivo della politica di coesione economica e sociale, e s'interroga sull'assenza di un riferimento a questa dimensione territoriale, nonché alle regioni in fase di trasformazione industriale e alle regioni insulari, alle zone scarsamente popolate, alle regioni montagnose e ultraperiferiche, nella relazione della commissione EMPL del PE sul progetto di regolamento sull'FSE. |
La concentrazione tematica: verso una maggiore flessibilità
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39. |
accoglie favorevolmente l'approccio più flessibile alla concentrazione tematica nella strategia Europa 2020 adottato nei testi di compromesso tra Parlamento europeo e Consiglio; ricorda gli obiettivi politici principali del Trattato (coesione economica, sociale e territoriale) e la necessità di tenere in maggiore considerazione le disparità e le sfide nazionali e regionali che hanno il sostegno di entrambi i legislatori; |
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40. |
si rallegra dell'estensione degli obiettivi tematici e delle priorità d'investimento proposta nei testi di mandato del Parlamento europeo riguardanti i progetti di regolamento sul FESR e sulla CTE, nonché nei testi di compromesso adottati dalla presidenza del Consiglio sul blocco "concentrazione tematica"; ciò nondimeno segnala l’importanza di mantenere la massima attenzione sui tematismi relativi alla valorizzazione del patrimonio culturale e del turismo; si rammarica invece che la relazione della commissione EMPL sull'FSE non proponga alcuna riduzione nelle percentuali di concentrazione proposte dalla Commissione europea, al contrario di quanto suggerito dal CdR; |
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41. |
accoglie con particolare favore la posizione del Parlamento europeo in merito all'estensione del campo delle TIC alle infrastrutture di base per tutte le regioni, ma deplora il silenzio del Consiglio su questo tema; invita pertanto gli Stati membri a riconsiderare la loro posizione in merito, perché le reti TIC ad alta velocità sono ancora assenti da molte aree rurali remote, anche nelle regioni più sviluppate; |
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42. |
si compiace per la soppressione da parte del Consiglio della concentrazione tematica imposta dalla Commissione europea nella dotazione specifica per le regioni ultraperiferiche nel regolamento FESR e spera che il Parlamento europeo modifichi il suo mandato negoziale su questo punto, allineandosi alla posizione del Consiglio, per quanto riguarda gli attuali negoziati interistituzionali. |
Fondo sociale europeo
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43. |
ribadisce che gli enti locali e regionali sono, e devono continuare a essere, soggetti chiave nella pianificazione e nell'attuazione dei programmi operativi dell'FSE; rigetta pertanto le considerazioni formulate nella relazione della commissione EMPL secondo le quali gli Stati membri devono rimanere i "principali intermediari" per tutte le politiche dell'FSE data l'importanza delle politiche nazionali in materia di occupazione; |
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44. |
reitera la propria richiesta di inserire nel regolamento sull'FSE un riferimento alle zone che presentano svantaggi naturali o demografici, in analogia con quanto figura all'articolo 10 della proposta di regolamento sul FESR, oltre che alle regioni ultraperiferiche e sottolinea la necessità di estendere la cooperazione territoriale nell'ambito dell'FSE dalla cooperazione transnazionale alla cooperazione transfrontaliera e interregionale; |
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45. |
si rammarica della riduzione (da 2,5 a 2,1 miliardi di euro) del bilancio del Programma europeo di aiuto alimentare agli indigenti proposta nelle conclusioni del Consiglio europeo del 22 e 23 novembre; invoca una chiara distinzione di tale programma rispetto all'FSE e insiste sull'assegnazione di risorse adeguate stornandole dalla rubrica 2 del QFP (PAC). |
Verso un "Consiglio per la politica di coesione" formale
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46. |
accoglie con favore e sostiene la proposta della presidenza cipriota di creare un "Consiglio per la politica di coesione" formale, "composto dai ministri responsabili della politica di coesione"; il CdR chiede da tempo l'istituzione di una riunione formale di questo tenore, che darebbe maggior visibilità alla politica di coesione e assicurerebbe la continuità del relativo dibattito politico; auspica di poter partecipare attivamente alle discussioni politiche del suddetto Consiglio formale, poiché esse riguarderanno gli interessi degli enti locali e regionali dell'UE, direttamente impegnati e coinvolti nell'attuazione della politica di coesione sul terreno; |
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47. |
deplora che si continui ad imporre lo sforzo di prefinanziamento degli investimenti alle autorità nazionali o regionali con un'autorità di gestione. Ciò implica un impegno finanziario difficile da assumere nelle attuali condizioni restrittive dei mercati finanziari. Se si impone il principio di prefinanziamento degli investimenti, l'Unione europea sprecherebbe un'opportunità unica di iniettare risorse finanziarie destinate direttamente al rilancio economico e al cambiamento strutturale, mettendo a disposizione anticipi più rilevanti tali da permettere il finanziamento con la regolarità necessaria per cominciare a ottenere i rimborsi; |
Gestione finanziaria dei programmi operativi
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48. |
per quanto riguarda la regolamentazione sulla gestione e il controllo, non è d'accordo sul trattamento previsto per l'imposta sul valore aggiunto, dato che si limita la sua ammissibilità, come costo delle operazioni, a casi molto specifici, cosa che nella maggior parte delle regioni renderebbe impossibile la sua certificazione come costo sovvenzionabile. Ciò comporta, agli effetti pratici, una diminuzione reale del tasso di cofinanziamento dei fondi che può giungere fino al 21 %; |
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49. |
è a favore del mantenimento della regola N+3 nel quadro del periodo di programmazione 2014-2020; |
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50. |
sostiene l'ammissibilità dell'IVA per tutte le categorie di spese, nel caso in cui tale imposta non possa essere recuperata dai beneficiari. |
Bruxelles, 1o febbraio 2013
Il presidente del Comitato delle regioni
Ramón Luis VALCÁRCEL SISO
(1) Cfr. CdR 2263/2012 fin.
(2) Cfr. CdR 1777/2012 fin (elaborato da Bresso (IT/PSE))
(3) Cfr. il parere del CdR Misurare il progresso non solo con il PIL, CdR 163/2010 fin (elaborato da Álvarez Areces, ES/PSE)).