15.1.2013   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 11/1


Risoluzione del Comitato economico e sociale europeo sul tema «Più Europa»

2013/C 11/01

Alla sua sessione plenaria del 14 e 15 novembre 2012 (seduta del 15 novembre), il Comitato economico e sociale europeo (CESE) ha adottato la seguente risoluzione con 187 voti favorevoli, 28 voti contrari e 28 astensioni.

Il CESE afferma che, di fronte alle crisi in corso, l'Unione europea deve ristabilire la fiducia in un modello di crescita dinamica e nella legittimità del suo processo decisionale. Si deve costruire un'Europa forte, sostenibile, sociale e competitiva.

Il CESE chiede pertanto con forza:

«Più Europa», un'Europa le cui componenti si sostengano a vicenda e che sia un'unione più forte della somma dei suoi elementi costitutivi. L'UE deve affrancarsi dall'immagine percepita di arcigno messaggero di austerità, regresso sociale e povertà. L'unione monetaria deve ora accompagnarsi a un'unione politica, dotata di una politica coerente per l'economia, le finanze, l'occupazione e il settore sociale nell'interesse dei cittadini. Il bilancio dell'UE deve essere configurato in modo da fornire gli stimoli adeguati per favorire la competitività, la crescita e la creazione di posti di lavoro. Deve essere rafforzato e sostenuto da meccanismi di risorse proprie, da una politica di coesione unica che coinvolga attivamente la società civile e da un ruolo più interventista della Banca europea per gli investimenti. Di conseguenza, il CESE fa appello ai capi di Stato e di governo affinché al vertice europeo del 22 e 23 novembre producano un risultato all'altezza di tali compiti.

Il coinvolgimento della società civile nel processo di formulazione delle politiche e delle decisioni europee. Tale coinvolgimento rappresenta uno strumento fondamentale non soltanto per rafforzare la legittimità democratica delle istituzioni europee e dell'azione dell'UE, ma anche per promuovere l'affermarsi di una visione condivisa della ragion d'essere dell'Europa e delle sue aspirazioni, nonché per ristabilire la fiducia nei confronti del progetto europeo, garantendo la piena partecipazione dei cittadini alla costruzione dell'Europa. A tal fine dare rapida attuazione alle disposizioni dell'articolo 11 del Trattato sull'UE relativo al pilastro della democrazia partecipativa è della massima urgenza.

Investimenti sostenibili in competenze, infrastrutture, economia sociale, servizi e prodotti, che si riflettano nei programmi nazionali di riforma sotto forma di un patto per gli investimenti sociali, accompagnato da un pacchetto europeo di misure di rilancio incentrato sulla creazione di veri posti di lavoro e coordinato con i piani di sviluppo nazionali. È solo in questo modo che la strategia Europa 2020 potrà essere condotta a buon fine. Gli investimenti in una produzione energetica e industriale climaticamente intelligente, combinati con l'instaurazione di un'economia verde, contribuiranno a risolvere i problemi di lungo periodo provocati dai cambiamenti climatici e a garantire uno sviluppo sostenibile.

La promozione di azioni comuni nella zona euro intese a stabilizzare il debito e a sostenere la ripresa in tutta l'Unione. Si dovrebbe incoraggiare la BCE ad attuare il suo programma di acquisto di obbligazioni volto a stabilizzare i costi di finanziamento nella zona euro, come annunciato dal suo presidente. Tale programma deve essere effettuato ovviamente nel rispetto del mandato della BCE. Anche la BEI dovrebbe essere incoraggiata ad emettere obbligazioni di progetto al fine di promuovere la crescita. Il CESE si compiace della decisione di 11 Stati membri di introdurre un'imposta sulle transazioni finanziarie. In tale contesto, chiede all'UE di intensificare gli sforzi per incoraggiare la trasparenza e combattere l'economia sommersa, la frode e l'evasione fiscali, e la corruzione all'interno e all'esterno dell'Unione. Le attività della zona euro dovrebbero rimanere aperte agli Stati membri che desiderano aderire all'unione monetaria.

La realizzazione di un'unione fiscale, bancaria e finanziaria, che costituisce il pilastro indispensabile di un'unione economica e monetaria. Per attuare queste misure occorrono il dialogo sociale e il dialogo con la società civile organizzata.

Un sostegno per le piccole e medie imprese, affinché rimettano in moto la crescita, che abbia come linea guida lo Small Business Act. Occorre sfruttare appieno il potenziale del mercato unico, anche aprendo il settore dei servizi e promuovendo il ruolo dell'economia sociale, rimuovendo gli ostacoli amministrativi inutili e agevolando l'accesso all'informazione e alle nuove tecnologie digitali, ai finanziamenti, al credito, ai mercati dei capitali, del lavoro e delle tecnologie, agli strumenti finanziari e alle garanzie sui prestiti dell'UE a favore delle PMI e dell'imprenditoria.

La protezione e i diritti di difesa dei consumatori, in particolare i più svantaggiati che devono affrontare situazioni come il sovraindebitamento, la precarietà, nonché l'estrema povertà e l'esclusione.

La creazione di un autentico mercato del lavoro che permetta la mobilità e l'utilizzo di competenze specialistiche là dove sono necessarie. Il completamento di un mercato unico del lavoro deve costituire parte integrante dell'attuazione della strategia Europa 2020.

La garanzia di un'opportunità per i nostri giovani. Il CESE continuerà a incitare l'UE a promuovere un'Europa della ricerca e dell'innovazione, a investire maggiormente nei sistemi di istruzione europei e a mantenere le risorse necessarie a finanziare e rafforzare i programmi di mobilità dei giovani, come il programma Erasmus. Il CESE rivolge un appello alla Commissione affinché ritiri la sua proposta di bilancio dell'UE se gli Stati membri, che parlano continuamente di investimenti e di crescita, non sosterranno un bilancio UE e un quadro finanziario pluriennale propizio agli investimenti orientati al futuro. È necessario adottare misure volte a sostenere le PMI nell'assunzione di nuovi lavoratori fra i disoccupati e coloro eventualmente privi di esperienza.

Il rafforzamento della competitività dell'economia europea attraverso l'innovazione e un finanziamento stabile della ricerca e dello sviluppo, nonché attraverso una politica di formazione e di accompagnamento specifico dei titolari delle PMI/microimprese e dei loro dipendenti, una politica di sostegno agli investimenti, l'accesso ai mercati e la riduzione dei vincoli amministrativi; ciò promuoverà anche un rinnovamento dell'industria europea quale importante motore di crescita e occupazione.

Un contesto giuridico favorevole, che non comporti oneri amministrativi e di adempimento inutili. La legislazione in materia economica deve essere chiara, equa e proporzionata. Si tratta di un fattore importante per tutte le imprese, ma in particolare per quelle piccole e medie.

Uno sforzo particolare affinché l'UE sia vista come un partner attivo e globale. In questo senso è altrettanto importante la politica commerciale internazionale dell'UE che dovrebbe promuovere i valori dell'Unione a sostegno dello sviluppo sostenibile e della partecipazione della società civile, tra l'altro mediante la creazione di organismi della società civile incaricati di monitorare l'attuazione degli accordi commerciali.

L'equilibrio di genere da assicurare attuando la legislazione in materia di parità di genere e garantendo pari opportunità. Il divario salariale tra gli uomini e le donne per lo stesso lavoro è del 17 % e le donne e i giovani sono i gruppi più colpiti dalla crisi.

Bruxelles, 15 novembre 2012

Il presidente del Comitato economico e sociale europeo

Staffan NILSSON