15.11.2013   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

CE 332/1


Martedì 12 giugno 2012
Cooperazione allo sviluppo con l'America latina

P7_TA(2012)0235

Risoluzione del Parlamento europeo del 12 giugno 2012 sulla definizione di una nuova politica di cooperazione allo sviluppo con l'America Latina (2011/2286(INI))

2013/C 332 E/01

Il Parlamento europeo,

viste le dichiarazioni dei sei vertici dei capi di Stato e di governo dell'America Latina e dei Caraibi e dell'Unione europea svoltisi a Rio de Janeiro (28 e 29 giugno 1999), Madrid (17 e 18 maggio 2002), Guadalajara (28 e 29 maggio 2004), Vienna (12 e 13 maggio 2006), Lima (16 e 17 maggio 2008) e Madrid (17 e 18 maggio 2010),

vista la dichiarazione adottata in occasione del XXI vertice iberoamericano dei capi di Stato e di governo, tenutosi ad Asunción (Paraguay) il 28-29 ottobre 2011,

visti la convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC), il protocollo di Kyoto e i risultati della XV conferenza delle parti all'UNFCCC tenutasi a Copenaghen, della XVI conferenza tenutasi a Cancún e della XVII conferenza tenutasi a Durban;

visti il consenso di Monterrey (2002), la conferenza di Doha sul finanziamento per lo sviluppo (2008), la dichiarazione di Parigi (2005) e il piano d'azione di Accra (2008),

vista la dichiarazione del Millennio delle Nazioni Unite, dell'8 settembre 2000, che fissa gli Obiettivi di sviluppo del Millennio (OSM) quali criteri definiti di concerto dalla comunità internazionale per eliminare la povertà,

visti la dichiarazione e il piano d'azione adottati al forum di alto livello di Busan sull'efficacia degli aiuti allo sviluppo nel dicembre 2011,

visto il processo di preparazione alla conferenza delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile (Rio+20),

visto il comunicato congiunto della XIV riunione ministeriale fra il Gruppo di Rio e l'Unione europea, svoltasi a Praga il 13 e 14 maggio 2009,

visto l'articolo 208 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea che prevede che "l'obiettivo principale della politica dell'Unione [nel settore della cooperazione allo sviluppo] è la riduzione e, a termine, l'eliminazione della povertà. L'Unione tiene conto degli obiettivi della cooperazione allo sviluppo nell'attuazione delle politiche che possono avere incidenze sui paesi in via di sviluppo",

visto il Consenso europeo in materia di sviluppo (1), in particolare il punto 61 in cui si riconoscono l'importanza dei paesi a reddito medio per il conseguimento degli obiettivi del Millennio e le difficoltà con cui si confrontano tali paesi e quelli a reddito medio-alto;

visto il codice sulla complementarietà e la divisione del lavoro del 2007,

viste le conclusioni del Consiglio dell'Unione europea sulle relazioni tra l'Unione europea e l'America Latina dell'8 dicembre 2009,

visto il piano d'azione di Madrid approvato nel vertice UE-America Latina/Caraibi del maggio 2010 e i suoi sei nuclei tematici: 1- Scienza, ricerca, innovazione e tecnologia; 2- Sviluppo sostenibile, ambiente, cambiamento climatico, biodiversità ed energia; 3- Integrazione regionale e interconnessione per promuovere l'inclusione e la coesione sociale; 4- Migrazione; 5- Educazione e lavoro; 6- Droga,

visto il regolamento (CE) n. 1905/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 dicembre 2006, che istituisce uno strumento per il finanziamento della cooperazione allo sviluppo (2),

visti il documento della Commissione sulla programmazione regionale per l'America Latina (2007-2013) del 12 luglio 2007 (E/2007/1417), e la sua valutazione intermedia,

vista la comunicazione della Commissione, del 30 settembre 2009, intitolata "L'Unione europea e l'America Latina: attori globali in partenariato" (COM(2009)0495),

viste la comunicazione della Commissione, del 15 settembre 2009, dal titolo "Coerenza delle politiche per lo sviluppo - Definizione del quadro politico per un approccio unico dell'Unione" (COM(2009)0458) e le conclusioni del Consiglio "Affari generali e relazioni esterne", del 17 novembre 2009, sulla coerenza delle politiche per lo sviluppo (CPS) e un quadro operativo per l'efficacia degli aiuti,

visto il Libro verde della Commissione del 10 novembre 2010 dal titolo "La politica di sviluppo dell'Unione europea a sostegno della crescita inclusiva e dello sviluppo sostenibile – Potenziare l'impatto della politica di sviluppo dell'UE" (COM(2010)0629),

vista la comunicazione della Commissione del 13 ottobre 2011 intitolata "Potenziare l'impatto della politica di sviluppo dell'Unione europea: un programma di cambiamento"(COM(2011)0637),

vista la comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo del 20 agosto 2009 dal titolo "Non solo PIL - Misurare il progresso in un mondo in cambiamento" (COM(2009)0433),

vista la comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sulla preparazione del quadro finanziario pluriennale relativo al finanziamento della cooperazione dell'UE con gli Stati dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico e dei paesi e territori d'oltremare per il periodo 2014-2020" (COM(2011)0837, SEC(2011)1459, SEC(2011)1460),

vista la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce uno strumento di partenariato per la cooperazione con i paesi terzi (COM(2011)0843 SEC(2011)1475, SEC(2011)1476),

visti la comunicazione della Commissione del 29 giugno 2011 intitolata "Un bilancio per la strategia Europa 2020" (COM(2011)0500) e il documento di lavoro della Commissione, della stessa data, dal titolo "Un bilancio per la strategia Europa 2020: l'attuale sistema di finanziamento, le sfide future, i risultati della consultazione delle parti interessate e possibili opzioni per i principali problemi orizzontali e settoriali" (SEC(2011)0868),

vista la comunicazione congiunta dell'Alto rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza e della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio dal titolo "Ruolo mondiale dell'Europa: un nuovo approccio al finanziamento dell'azione esterna dell'UE", (COM(2011)0865),

vista la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce uno strumento per il finanziamento della cooperazione allo sviluppo (COM(2011)0840, SEC(2011)1469, SEC(2011)1470),

viste le risoluzioni dell'Assemblea parlamentare euro-latinoamericana (EuroLat), in particolare le risoluzioni adottate durante la quinta riunione plenaria, svoltasi il 18 e 19 maggio 2011 a Montevideo, Uruguay, sulle prospettive per le relazioni commerciali tra l'Unione europea e l'America Latina e sulle strategie di protezione e di creazione di posti di lavoro, in particolare per le donne e i giovani, e sulle relazioni tra Unione europea e America Latina in materia di sicurezza e difesa;

viste la sua risoluzione del 15 novembre 2001 su una partnership globale e una strategia comune per le relazioni tra l'Unione europea e l'America Latina (3), del 27 aprile 2006 su una cooperazione rafforzata fra Unione europea e America Latina (4) e del 24 aprile 2008 sul quinto Vertice ALC-UE di Lima (5),

viste le sue risoluzioni del 5 maggio 2010 sulla strategia dell'UE per le relazioni con l'America Latina (6), del 21 ottobre 2010 sulle relazioni commerciali dell'UE con l'America Latina (7), e del 5 luglio 2011 sull'evoluzione della politica di sviluppo dell'UE (8),

visto lo studio relativo a una nuova politica di cooperazione allo sviluppo dell'Unione europea con l'America Latina: enfasi su coesione sociale, integrazione regionale e cooperazione sud-sud (dicembre 2011),

visto l'articolo 48 del suo regolamento,

visti la relazione della commissione per lo sviluppo e il parere della commissione per gli affari esteri (A7-0159/2012),

A.

considerando che, come definito nel trattato di Lisbona, l'obiettivo principale della cooperazione allo sviluppo è l'eliminazione della povertà e la promozione dello sviluppo economico e sociale, compreso il conseguimento degli obiettivi di sviluppo del Millennio (OSM) entro il 2015;

B.

considerando che la regione si colloca nel gruppo dei paesi a reddito medio che ha ottenuto notevoli risultati in termini di riduzione della povertà - dal 44 % al 33 % in un solo decennio - e della diseguaglianza grazie alla crescita economica e a riforme sociali, ma che nonostante ciò una persona su tre in America Latina vive ancora al di sotto della soglia di povertà (180 milioni di persone, dei quali 52 milioni vivono con meno di 2 EUR al giorno) e che dieci paesi della regione continuano a essere tra i quindici paesi con maggiori disuguaglianze al mondo (9); considerando che alcuni paesi registrano indici di denutrizione superiori al 20 %, che 28 milioni di cittadini non sanno leggere né scrivere e che 44 milioni di persone non sono coperte da un sistema di previdenza sociale;

C.

considerando che il Fondo monetario internazionale ha stimato un livello medio di crescita del prodotto interno lordo del 4,5 % per l'America Latina nel 2011 e che attualmente vi sono prospettive di rallentamento economico globale per il 2012, essendo notevole l'incertezza che persiste sull'impatto della crisi economica e finanziaria globale sulla regione;

D.

considerando che i paesi a reddito medio costituiscono un motore di sviluppo e integrazione regionale e che una crisi in tali paesi ostacola il progresso di paesi a basso reddito situati nelle stesse regioni;

E.

considerando che il rallentamento nei paesi della regione è diseguale, e che in Bolivia, Honduras, Nicaragua e Suriname l'aiuto esterno continua ad essere una delle principali fonti di finanziamento dello sviluppo, insieme alle rimesse finanziarie degli emigrati, che si stimano ammontare tra il 6 % e il 25 % del PIL di questi paesi;

F.

considerando che la definizione di una nuova politica di cooperazione deve tener conto delle priorità e dei bisogni specifici di ciascun paese e che l'Unione europea deve cooperare con tutti i paesi latinoamericani e, in particolare, con i paesi a reddito medio (MIC) nel guidare la cooperazione sud-sud, nella lotta contro la povertà e nella promozione dello sviluppo a livello regionale e globale;

G.

considerando che la coesione sociale è stata uno dei principali obiettivi del partenariato strategico fin dal suo esordio nel vertice di Guadalajara nel 2004, in ragione dell'importanza che ha per la regione il raggiungimento di una migliore redistribuzione del reddito e della ricchezza, attraverso adeguate politiche di impulso allo sviluppo sostenibile e una maggiore giustizia e coesione sociale;

H.

considerando la speciale rilevanza dei diritti umani, della democrazia e della buona governance nel programma di cambiamento; che l'America Latina è un continente nel quale la democrazia è generalmente instaurata, con valori e principi democratici che l'Europa condivide, e nel quale è tuttavia necessario appoggiare la governance e le strutture istituzionali dello Stato, minacciato dalla violenza e dell'insicurezza;

I.

considerando che nei paesi a reddito medio sarebbe opportuno reindirizzare gli aiuti al rafforzamento delle capacità istituzionali e normative, dell'elaborazione di politiche pubbliche, dell'appoggio alle parti sociali, nonché alla mobilitazione di risorse supplementari agli aiuti pubblici allo sviluppo (APS);

J.

considerando che l'America Latina e l'Unione europea hanno creato un partenariato strategico biregionale basato su valori comuni e sul rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali; che due dei nove partner strategici dell'Unione europea nel mondo (Brasile e Messico) si trovano in America Latina; che l'Unione europea costituisce il principale investitore e il secondo partner commerciale della regione, nonché il principale donatore di aiuti allo sviluppo, fornendo il 53 % del totale degli aiuti pubblici allo sviluppo di cui la regione beneficia;

K.

considerando che la maggior parte delle persone in condizioni di povertà del mondo vive in questi paesi a reddito medio; che spesso tali paesi si confrontano con notevoli diseguaglianze e una governance debole, che mettono a repentaglio la sostenibilità dei processi di sviluppo; che molti paesi a reddito medio svolgono un ruolo importante nelle questioni di politica, sicurezza e commercio mondiali, producendo e proteggendo beni pubblici globali e operando come "paesi àncora" su scala regionale; che, facendo eccezione per i periodi di prosperità, tali paesi continuano a essere vulnerabili ai rischi globali di natura economica, ambientale o di sicurezza;

L.

considerando che alcuni paesi dell'America Latina hanno cominciato a impegnarsi in sforzi di cooperazione allo sviluppo attraverso meccanismi di cooperazione regionale e la cooperazione sud-sud;

M.

considerando che l'America Latina non può cessare di essere una priorità per l'Unione europea, come dimostrano le relazioni biregionali tra l'Unione europea e l'America Latina, che hanno registrato notevoli progressi nel corso degli ultimi anni, in particolare gli accordi di associazione con Centro America, Cile e Messico, l'accordo commerciale multilaterale con Colombia e Perù, i negoziati con il Mercosur, il piano di azione di Madrid e l'avvio della Fondazione Unione europea-America Latina e Caraibi (UE-ALC);

N.

considerando che, secondo il Consenso europeo in materia di sviluppo, l'appoggio ai paesi a reddito medio continua a essere importante per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo del Millennio;

O.

considerando che l'Unione europea, attraverso gli accordi conclusi con i partner della regione, tra i quali gli accordi di associazione e l'aiuto allo sviluppo in essi contenuto, continua a fornire un sostegno significativo al processo di sviluppo e di stabilizzazione della regione; che la possibilità che l'Unione possa interrompere detto processo, una volta consolidati i risultati, desta profonde preoccupazioni;

P.

considerando che l'attuale proposta della Commissione sullo strumento per il finanziamento della cooperazione allo sviluppo (DCI) prevede la riduzione degli aiuti bilaterali dell'Unione europea ai paesi a reddito medio in America Latina e che i servizi di base sono scomparsi dall'elenco delle priorità per la regione;

Q.

considerando che la dotazione dell'attuale strumento per il finanziamento della cooperazione allo sviluppo per l'America Latina dimostra che questa regione è quella finanziariamente più negletta nella struttura del capitolo IV del bilancio comunitario, rispetto ad altre aree beneficiarie degli aiuti europei;

R.

considerando che la coesione sociale ha un'accezione ampia nella quale si inseriscono la lotta contro la povertà, la riduzione della diseguaglianza, le garanzie di accesso universale a servizi di base come la salute, l'istruzione, le pensioni o l'alloggio, il riconoscimento e la protezione del dialogo sociale e dei diritti dei lavoratori; che è necessario un patto fiscale che garantisca in maniera equa la miglior distribuzione delle risorse;

S.

considerando che la Cina è divenuta il terzo investitore in America Latina nonché, per alcuni prodotti, il principale se non il solo mercato di esportazione; che l'Unione europea deve pertanto assumere un ruolo più attivo per rafforzare le proprie relazioni commerciali e gli investimenti con i paesi dell'America Latina nell'ambito del regime dell'Organizzazione mondiale del commercio;

T.

considerando che, a prescindere dalle diverse connotazioni che il concetto di coesione sociale assume a livello europeo o in America Latina, in entrambe le regioni si può intendere come un principio fondamentale delle politiche pubbliche che permette di orientare le strategie di sviluppo al raggiungimento del benessere di tutta la popolazione, evitando così la polarizzazione, la disaffezione e la perdita di fiducia nelle istituzioni democratiche;

U.

considerando che tra le maggiori sfide cui i donatori di aiuti alla regione si confrontano vi sono la coerenza delle politiche attuate e maggiori coordinamento e complementarità nel quadro di una miglior divisione del lavoro, al fine di consentire una migliore concentrazione e prevedibilità degli aiuti;

V.

considerando che la creazione di ricchezza e la lotta contro la povertà, la disuguaglianza, l'esclusione e la discriminazione (in particolare delle donne, dei giovani e delle minoranze etniche), nonché la promozione della coesione sociale e dei diritti umani rimangono una priorità fondamentale del partenariato strategico tra l'Unione europea e l'America Latina;

W.

considerando che la regione offre preoccupanti indicatori per quanto riguarda la lotta contro la mortalità infantile e materna e che la parità di genere e il rafforzamento del ruolo politico ed economico delle donne sono fattori essenziali per ridurre la povertà;

X.

considerando che il sistema delle preferenze generalizzate (SPG) dell'Unione europea costituisce uno strumento chiave per consentire ai paesi in via di sviluppo di partecipare maggiormente al commercio globale e, quindi, generare ulteriori introiti dalle esportazioni per sostenere la crescita economica e attuare le strategie di politica di sviluppo e di riduzione della povertà;

Y.

considerando l'insufficienza del prodotto interno lordo come unico indicatore di misura della diseguaglianza e come fattore di determinazione degli aiuti allo sviluppo dell'Unione europea aventi come obiettivo l'eliminazione della povertà;

Z.

considerando che i paesi dell'America Latina esportano molto meno verso i loro vicini di quanto non facciano le loro controparti in altri continenti; che la relativa scarsezza degli scambi commerciali è dovuta alle lunghe distanze, ai dazi elevati, alle dogane, ad accordi commerciali separati e a reti infrastrutturali inadeguate;

AA.

considerando l'importanza fondamentale dell'istruzione, della formazione e dell'accesso universale ai servizi sanitari nella lotta contro la povertà e nella promozione della coesione sociale;

AB.

considerando che il degrado ambientale incide direttamente sulla creazione di povertà; che l'America Latina rappresenta la maggiore riserva ambientale del pianeta in quanto Brasile, Messico, Perù e Colombia sono i paesi con maggior biodiversità al mondo, ma nel contempo è un continente molto vulnerabile al cambiamento climatico;

AC.

considerando che il miglioramento della riscossione delle imposte è fondamentale per costruire uno Stato competente in grado di fornire alla sua popolazione servizi di base quali assistenza sanitaria, strutture fognarie e l'istruzione;

AD.

considerando che gli effetti più devastanti del cambiamento climatico e del surriscaldamento globale colpiscono in gran parte l'America Latina e i Caraibi, e che i paesi della regione sono tra i più vulnerabili del mondo; che le calamità naturali hanno causato una perdita del 54 % del PIL regionale dell'America centrale;

AE.

considerando che il programma di cambiamento fa riferimento esplicito al settore privato per il suo ruolo sempre più importante nello sviluppo sostenibile e il contributo che apporta alla coesione sociale;

AF.

considerando l'importanza del dialogo strutturato biregionale e globale sulla migrazione tra Unione europea e America Latina e l'importanza che le politiche e le prassi migratorie di entrambe le regioni garantiscano il rispetto dei diritti fondamentali di ogni migrante;

AG.

considerando che alcuni paesi dell'America Latina sono fra quelli con il più alto tasso di violenza al mondo e che la criminalità, associata a fenomeni come il traffico di stupefacenti e la criminalità organizzata, continua a costituire un problema molto grave nella regione e rappresenta un ostacolo al suo sviluppo;

AH.

considerando che la proposta della Commissione sullo strumento di partenariato si focalizza sull'attuazione della strategia Europa 2020 nella regione; che tale proposta è incentrata soprattutto sui partner strategici e sulle economie emergenti, pur mantenendo un approccio complessivo focalizzato sulle sfide e le minacce globali;

AI.

considerando la minaccia per i sistemi democratici e per la sicurezza collettiva dell'America Latina posta dalla corruzione legata alle organizzazioni criminali, in particolar modo quelle dedite alla distribuzione e al traffico di stupefacenti, che operano infiltrandosi nelle istituzioni, ripartendosi le zone di influenza territoriale e causando danni collaterali e gravi problemi di instabilità e ingovernabilità politica;

1.

ricorda che, sebbene in America Latina gli effetti della crisi economica e finanziaria globale siano stati meno gravi rispetto ad altre regioni, gli indici relativi alle diseguaglianze e i tassi di povertà continuano a essere molto elevati e i progressi compiuti verso il raggiungimento di sei degli otto obiettivi di sviluppo del Millennio risultano insufficienti;

2.

sottolinea la necessità di migliorare il coordinamento fra l'Unione europea e l'America Latina nel conseguimento degli obiettivi di sviluppo del Millennio (OSM), soprattutto le azioni che mirano alla lotta contro la povertà, alla creazione di posti di lavoro e all'inclusione sociale dei gruppi emarginati; sottolinea che l'OSM per un partenariato globale per lo sviluppo (OSM 8) dovrebbe essere al centro della politica di cooperazione dell'Unione europea con l'America Latina, e che occorre selezionare le aree in cui attuare la nuova strategia di "crescita inclusiva" in questi paesi; rileva che la Fondazione Europa-America Latina e Caraibi (UE-ALC) può apportare un contributo significativo al conseguimento degli obiettivi;

3.

ritiene che, dati gli sviluppi economici e tecnologici di taluni paesi dell'America Latina, sia necessario rivalutare gli obiettivi della cooperazione allo sviluppo bilaterale dell'Unione europea; chiede che tale cooperazione sia ridiretta sui settori dove è maggiormente necessario affrontare la riduzione della povertà; insiste sul fatto che esistono sfide comuni da affrontare rafforzando il multilateralismo; sottolinea che i collegamenti tra crescita, scambi, sviluppo e riduzione della povertà non sono semplici né automatici; alla luce di ciò, esorta la Commissione, nell'ambito del dibattito sulla futura politica di cooperazione allo sviluppo dell'Unione europea, a intraprendere una riflessione ampia e approfondita sull'attuale modello di sviluppo e a trarre insegnamenti dagli ultimi decenni, al fine di ridurre in modo efficace la povertà e le diseguaglianze senza ridurre le politiche e limitarne lo spazio;

4.

ritiene che la politica di cooperazione e sviluppo dell'Unione europea debba essere definita in stretta consultazione con l'America Latina, al fine di conseguire una politica di sviluppo sostenibile, equa ed equilibrata nei confronti della regione;

5.

sottolinea che, anche se gli aiuti possono fungere da leva per i paesi dell'America Latina, essi non sono sufficienti a garantire uno sviluppo sostenibile e duraturo; esorta pertanto i paesi dell'America Latina a rafforzare e mobilitare le proprie risorse interne, istituire sistemi fiscali trasparenti e una gestione della cosa fiscale libera da corruzione e frodi, a coinvolgere il settore privato, i governi locali e la società civile nei programmi condivisi tra Unione europea e America Latina, soprattutto attraverso la cooperazione, l'assistenza tecnica e l'introduzione di formazione giuridica e fiscale presso le amministrazioni locali, promuovendone la titolarità dei progetti;

6.

ritiene che i rilevanti investimenti asiatici, soprattutto in depositi di materie prime, idrocarburi e risorse agricole di diversi paesi dell'America Latina, dovrebbe indurre l'Unione europea a potenziare rapidamente ed efficacemente il suo aiuto allo sviluppo sostenibile nella regione;

7.

reputa, vista la necessità di equilibrare la politica di sviluppo fra l'Unione europea e l'America Latina, che quest'ultima debba intraprendere uno sforzo particolare a favore dell’integrazione politica, economica e commerciale regionale;

8.

insiste sulla necessità di vincolare il progresso nelle relazioni con l'America Latina a una politica di sviluppo coerente; ritiene pertanto necessario elaborare strumenti e obiettivi di cooperazione su misura per ciascun paese, concentrando le risorse sui paesi più vulnerabili e migliorando la coerenza delle politiche per lo sviluppo;

9.

chiede alla Commissione e al Consiglio di mantenere, per il periodo 2014-2020, il volume dello strumento per il finanziamento della cooperazione allo sviluppo per l'America Latina a un terzo dell'importo geografico totale;

10.

accoglie favorevolmente il principio di differenziazione e di concentrazione degli aiuti proposto dalla Commissione; insiste sul fatto che la differenziazione debba essere raggiunta progressivamente nella fase di programmazione, tanto nei paesi beneficiari quanto negli strumenti di cooperazione, elaborando altre forme di cooperazione più adeguate ai paesi a reddito medio; raccomanda che i criteri di applicazione del principio di differenziazione siano oggettivi e comuni a tutti i paesi;

11.

ricorda che l'approccio di diversificazione non dovrebbe comportare una drastica diminuzione dell'importanza della regione nell'ambito dell'attività esterna dell'Unione europea, la quale è un soggetto globale e deve comportarsi come tale, in quanto elemento attivo della società internazionale e non solo quale principale finanziatore mondiale; ritiene che, in caso contrario, l'Unione europea si condannerebbe da sola a diventare insignificante in intere regioni, lasciando campo aperto all'intervento di altri soggetti globali;

12.

insiste sul fatto che qualsiasi eventuale ridistribuzione di fondi debba portare beneficio ai programmi geografici per l'eliminazione della povertà dei paesi a reddito basso e medio basso della stessa regione;

L'importanza dei PRM — l'esigenza di un'approssimazione differenziata

13.

esprime la sua preoccupazione quanto alla mancanza di rigore nell'attuazione dei criteri di idoneità stabiliti nella proposta della Commissione sullo strumento per il finanziamento della cooperazione allo sviluppo, che negano l'accesso ai programmi bilaterali a undici paesi a reddito medio dell'America Latina; rammenta che alcuni paesi dell'America Latina sono tra gli Stati al mondo caratterizzati da maggiori diseguaglianze in termini di reddito pro capite e che la diseguaglianza permanente ha origine in un contesto di scarsa mobilità socioeconomica; insiste sulla natura molto eterogenea di tali paesi e sul fatto che, di conseguenza, occorre mantenere una cooperazione differenziata, basata sul coordinamento e sul dialogo politico;

14.

ritiene che il messaggio trasmesso dall'Unione europea nei confronti della regione sia molto preoccupante in quanto, di fatto, dichiara di non tributarle l'importanza che merita, nonostante i molteplici impegni politici e commerciali raggiunti e gli interessi globali comuni;

15.

sottolinea la necessità, espressa nel punto 66 del Consenso europeo in materia di sviluppo, di prestare un'attenzione particolare alla situazione dei paesi a reddito medio, specialmente ai paesi a reddito medio-basso, molti dei quali si trovano ad affrontare problemi simili ai paesi a basso reddito;

16.

chiede alla Commissione e al Consiglio che, nel quadro del principio di differenziazione, si esegua un'analisi obiettiva e trasparente al fine di riesaminare e ampliare gli indicatori destinati a valutare lo sviluppo, senza limitarsi al livello del reddito ma interpretando i criteri economici alla luce di altri fattori quali l'indice di povertà, di vulnerabilità e di crisi dell'ECHO, il coefficiente Gini e quello di diseguaglianza; mette in guardia sul fatto che la classificazione dei paesi sulla base del livello del reddito si fonda su calcoli che celano la disuguaglianza e la povertà;

17.

insiste, tenendo conto di tali indicatori, sul fatto che l'Unione europea mantenga la cooperazione bilaterale del futuro strumento per la cooperazione allo sviluppo almeno con la Colombia, l'Ecuador e il Perù;

18.

chiede alla Commissione di presentare una strategia coerente di revoca graduale degli aiuti bilaterali ai paesi a reddito medio, che permetta loro di consolidare la propria situazione in quanto "promossi" al superamento degli aiuti, seguendo in tal modo il principio di prevedibilità degli aiuti sancito nel forum di Busan sull'efficacia degli aiuti;

19.

chiede alla Commissione di fare sì che tale revoca graduale degli aiuti bilaterali, dal momento dell'entrata in vigore del nuovo strumento per il finanziamento della cooperazione allo sviluppo, includa i seguenti criteri:

un collegamento esplicito tra obiettivi e concentrazione settoriale degli aiuti bilaterali per rafforzare la coesione sociale, in particolare attraverso il cofinanziamento di politiche e programmi attivi volti a ridurre le disparità di reddito e di opportunità, nonché altri programmi più avanzati volti a sostenere la competitività e a promuovere lo sviluppo sostenibile, la cooperazione tecnologica e scientifica e l'innovazione e l'assistenza tecnica; un accesso preferenziale ai programmi tematici regionali e subregionali e allo strumento di partenariato che comprenda un importo minimo garantito; progressi verso aiuti e programmi di borse di studio rimborsabili;

la definizione delle priorità tramite dialoghi bilaterali e biregionali con le autorità nazionali e la società civile;

la prosecuzione della cooperazione bilaterale nel periodo di transizione, adattato agli indicatori di attribuzione degli aiuti e alla situazione di ciascun paese, per un periodo di transizione massimo di quattro anni;

20.

insiste sulla necessità di rafforzare di oltre 1 miliardo EUR lo strumento di partenariato, per promuovere il nuovo piano di cooperazione con i paesi a reddito medio e medio-alto, assicurando la prevedibilità, la quantificazione e il controllo dei fondi; insiste sulla necessità di assicurare che tale strumento amplifichi la risposta dell'Unione europea nei confronti di sfide globali quali la lotta contro la diseguaglianza, il cambiamento climatico, la sicurezza e la lotta contro il traffico di stupefacenti;

Coesione sociale e lotta contro la povertà

21.

ritiene che gli elevati livelli di disuguaglianza e l'assenza di un meccanismo efficace di protezione sociale costituiscano l'ostacolo principale al consolidamento della democrazia e alla crescita economica equa e sostenibile della regione, e chiede quindi una maggiore attenzione al legame tra governabilità democratica e coesione sociale;

22.

ritiene che l'obiettivo di coesione sociale del partenariato UE-America Latina non potrà essere conseguito fino a quando non sia stato raggiunto un alto livello di sviluppo e un'equa distribuzione del reddito e del benessere, e che tale obiettivo esige l'eliminazione della povertà attraverso politiche fiscali più eque e progressive, che rafforzino la capacità tributaria e la lotta contro la frode e l'evasione fiscale;

23.

sottolinea l'importanza degli aiuti allo sviluppo attraverso gli scambi; osserva che gli scambi commerciali tra America Latina e Unione europea rappresentano un fattore centrale nella riduzione della povertà e garantiscono la creazione di ricchezza in entrambi i continenti; mette in guardia contro le tendenze protezionistiche derivanti dall'attuale crisi economica e finanziaria;

24.

sottolinea l'importanza di mantenere l'obiettivo del 20 % per i programmi di istruzione e salute e insiste sulla necessità di tenere in considerazione la questione della parità di genere sul mercato del lavoro e nella società in generale; ribadisce che l'istruzione e l'investimento nel capitale umano sono la base della coesione sociale e dello sviluppo socioeconomico; chiede l'attuazione di politiche efficaci e di adeguati finanziamenti per la lotta contro l'analfabetismo, che continua a essere elevato in alcuni paesi della regione e che colpisce soprattutto bambine e donne, e la promozione dell'accesso all'istruzione pubblica (primaria e secondaria) gratuita, molto spesso limitato dall'assenza di adeguate risorse in alcuni bilanci nazionali; sostiene in tal senso il progetto elaborato dall'Organizzazione degli Stati Iberoamericani intitolato "Mete educative 2021: l'istruzione che vogliamo per la generazione dei bicentenari";

25.

sottolinea che, nonostante la copertura e la spesa per l'istruzione in America Latina siano migliorate considerevolmente negli ultimi decenni, la qualità continua a essere scarsa e l'accesso diseguale; mette in evidenza il lavoro svolto dall'Unione europea attraverso i programmi Erasmus, Alban e Alfa e chiede alla Commissione di mantenere la dotazione di bilancio sinora prevista;

26.

insiste sul fatto che le notevoli differenze sull'abbandono scolastico in America Latina hanno continuato ad aumentare nel corso degli ultimi anni, se si mettono a confronto le aree rurali e quelle urbane, la tipologia di scuola (pubblica o privata), il genere o il livello socioeconomico, e che ciò aggrava il problema della mancanza di coesione sociale;

27.

sottolinea che la coesione sociale è strettamente collegata ad altre politiche quali gli scambi, gli investimenti e la finanza; ritiene che lo strumento per il finanziamento della cooperazione allo sviluppo debba introdurre in modo più efficiente gli obiettivi di coesione sociale nella sua programmazione tematica a livello nazionale e regionale, sostenendo principalmente politiche fiscali, tributarie e sociali più eque, che promuovano la parità, l'accesso ai servizi pubblici, il lavoro dignitoso e la riforma del sistema giudiziario;

28.

segnala l'importanza di programmi come EuroSocial, URB-AL, Al-Invest e COPOLAD, nonché di programmi incentrati sul rafforzamento del dialogo e della cooperazione tra Unione europea e America Latina, per l'introduzione di modelli di gestione delle migrazioni e delle politiche di sviluppo; ritiene che nel nuovo strumento per il finanziamento della cooperazione allo sviluppo occorra rafforzare tali programmi, esplorandone le potenzialità in termini di cooperazione triangolare;

29.

rileva la necessità che l'Unione Europea, attraverso lo strumento per il finanziamento della cooperazione allo sviluppo, stanzi le risorse necessarie affinché migliorino le condizioni di vita per i bambini, consentendo loro di sviluppare pienamente le proprie capacità e potenzialità, soprattutto nell'ambito del nucleo familiare;

30.

reitera l'importanza del forum sulla coesione sociale UE-America Latina e chiede che sia potenziato quale spazio di dialogo politico biregionale in materia di coesione sociale, promuovendo meccanismi più ambiziosi e strumenti di coordinamento della cooperazione in tale campo, al fine di promuovere la coesione sociale nei programmi dei principali fori internazionali;

31.

segnala che la Fondazione UE-ALC può svolgere un ruolo rilevante nel coordinamento e nel sostegno delle azioni e dei dibattiti della società civile sul ruolo della cooperazione internazionale nel dare impulso alla coesione sociale nella regione;

Coerenza delle politiche per lo sviluppo

32.

rammenta l'importanza dello coerenza delle politiche per lo sviluppo, di cui all'articolo 208 del TFUE, per l'eliminazione della povertà, la promozione dei diritti economici e sociali, la protezione dell'ambiente, la buona governance e lo sviluppo sostenibile e inclusivo;

33.

invita la Commissione a migliorare la visibilità dei progetti che svolge nei paesi dell'America Latina e a renderli più comprensibili ai loro cittadini dimostrando il valore aggiunto della cooperazione con l'Unione europea;

34.

sottolinea che gli accordi di associazione e di libero scambio dell'Unione europea con America centrale, Colombia e Perù non devono contrastare l'obiettivo della coerenza delle politiche per lo sviluppo; di conseguenza, esorta la Commissione a garantire che le esigenze e le problematiche di sviluppo siano adeguatamente considerate nei capitoli relativi agli scambi quali i servizi finanziari, gli appalti pubblici e i diritti di proprietà intellettuale, e ad assicurare, attraverso un rigoroso meccanismo, il rispetto di norme comuni in materia di diritti sociali, del lavoro e ambientali in tutti i negoziati in corso o al momento della loro revisione;

35.

si rammarica del fatto che la proposta di regolamento della Commissione su un regime di preferenze tariffarie generalizzate ignori il carattere strategico delle relazioni con l'America Latina, privando numerosi paesi della regione di questo strumento essenziale per il suo sviluppo;

36.

chiede al Servizio europeo per l'azione esterna e alla Commissione di consolidare i loro sforzi per aprire la via verso un accordo di associazione a pieno titolo con la Comunità andina, nell'interesse della crescita economica e dello sviluppo sociale degli Stati membri che la costituiscono e in linea con i valori, i principi e gli obiettivi dell'Unione europea, che hanno sempre promosso l'integrazione latinoamericana;

37.

invita l'Unione europea a garantire che le risorse destinate allo sviluppo non vengano distolte da tale finalità;

38.

ritiene che la conclusione di un accordo di associazione dell'Unione europea con il Mercosur possa promuovere e rafforzare la cooperazione e lo sviluppo tra l'America Latina e l'Unione europea, sempre che sia fondato sul principio di scambi commerciali equi, sul rispetto di norme internazionali in materia di lavoro e di ambiente e sul principio della sicurezza giuridica per gli investimenti, e che le parti si comportino in modo fiducioso;

39.

sottolinea che il nuovo strumento per il finanziamento della cooperazione allo sviluppo dovrebbe favorire il processo di integrazione regionale; a tale proposito, ricorda che gli accordi di associazione e gli accordi commerciali multilaterali possono costituire, se orientati correttamente tenendo conto delle asimmetrie, un forte incentivo allo sviluppo e all'integrazione regionale, ma avverte che la mancanza di coerenza tra le politiche compromette tale processo; esorta l'Unione europea ad assicurare che gli accordi bilaterali conclusi non possano minare il processo di integrazione dell'America Latina; rileva inoltre che, mentre le relazioni interregionali sono diminuite a vantaggio delle relazioni bilaterali, tale spostamento verso il bilateralismo tende ad aumentare la frammentazione e la rivalità all'interno dei blocchi regionali dell'America Latina;

40.

insiste sulla necessità di stabilire, presso le delegazioni dell'Unione europea, punti focali per la coerenza delle politiche per lo sviluppo e l'elaborazione e istituzione di meccanismi di controllo in tale ambito;

41.

sottolinea l'importanza per l'Unione europea di sviluppare una politica commerciale più coerente con le politiche per lo sviluppo, affinché il commercio stesso sia vettore di promozione di norme sociali eque e giuste, in particolare attraverso includendo norme sociali rispettose dei diritti dell'uomo negli accordi di partenariato;

42.

sottolinea l'importanza di una maggior coerenza nell'ambito dell'APS e ritiene che la presenza dell'Unione europea e di tre paesi dell'America Latina al G20 debba contribuire all'avvicinamento a posizioni che permettano di attuare congiuntamente la coerenza delle politiche per lo sviluppo;

43.

ricorda l'obbligo di rispettare il principio di cui all'articolo 208 sulla coerenza delle politiche per lo sviluppo ed evitare le ripercussioni negative sulla regione che comporterebbe l'esclusione di undici paesi dalla cooperazione bilaterale con l'Unione europea e l'eliminazione delle preferenze commerciali derivanti dal regime SPG+;

44.

rammenta che la società civile svolge un ruolo importante nel consolidamento della democrazia e nella definizione, nell'attuazione e controllo delle politiche per lo sviluppo in America Latina; deplora la scarsa importanza attribuita alla società civile negli attuali programmi di cooperazione e l'insufficiente assegnazione di risorse;

45.

sottolinea che, in linea con il concetto di titolarità democratica, occorre sostenere gli sforzi dei parlamenti, delle autorità locali e regionali e della società civile affinché possano apportare il proprio contributo alla definizione delle strategie di sviluppo, esigendo l'assunzione di responsabilità da parte dei governi e controllando e valutando i rendimenti passati e i risultati conseguiti; sottolinea in particolare l'importanza di responsabilizzare i parlamentari latinoamericani, rafforzandone il ruolo nei processi decisionali;

46.

è quindi costernato del fatto che, nell'accordo di associazione recentemente negoziato e nell'accordo di libero scambio con i paesi dell'America Latina, la consultazione della società civile è esplicitamente limitata alle questioni relative al capitolo dello sviluppo sostenibile;

47.

ritiene che l'appoggio alla società civile debba continuare a essere una delle priorità del prossimo strumento per il finanziamento della cooperazione allo sviluppo; sottolinea che tale appoggio deve essere incluso nelle sue strategie per paese e nei programmi regionali, facendo risaltare in tal modo il suo ruolo determinante nella lotta contro le diseguaglianza, la corruzione e il controllo sull'utilizzo delle risorse finanziarie;

48.

invita la Commissione a fornire alle amministrazioni dei parlamenti nazionali dei paesi dell'America Latina maggiore sostegno finanziario, tecnico e di consulenza specialistica nell'ambito dei programmi strategici regionali per rafforzare la loro efficienza, trasparenza e responsabilità, il che è fondamentale se i parlamenti devono poter svolgere il ruolo che loro compete nell'ambito dei processi decisionali democratici;

49.

ricorda che il Consenso europeo in materia di sviluppo indica, al paragrafo 18 che "l'Unione europea intensificherà il suo sostegno allo sviluppo di capacità dei soggetti non statali per rafforzare la loro voce nel processo di sviluppo e portare avanti il dialogo economico, sociale e politico"; deplora il fatto che il Libro verde sul potenziamento dell'impatto della politica di sviluppo dell'Unione europea non sia, nell'insieme, in grado di spiegare come la società civile parteciperà e sarà responsabilizzata nella futura politica di cooperazione allo sviluppo dell'Unione europea;

50.

invita il Vicepresidente/Alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza e il Servizio europeo per l'azione esterna ad assicurare l'unità, la coerenza e l'efficacia dell'azione esterna dell'Unione europea nei confronti dell'America Latina, come sancito dal trattato di Lisbona.

Violenza e criminalità

51.

esprime preoccupazione per l'impatto sociale dei livelli elevati di criminalità e violenza nella regione, in particolare il femminicidio; ritiene necessaria la definizione di una strategia nuova e più efficiente che ponga fine a tale fenomeno, nonché alle sue cause economiche, sociali e politiche;

52.

invita la Commissione a sostenere con forza i processi di consultazione delle comunità locali interessate dai progetti estrattivi; ribadisce inoltre, in tale contesto, l'importanza di garantire la pubblicazione di relazioni paese per paese da parte delle industrie estrattive, come previsto nella proposta di direttiva in materia di contabilità e trasparenza, al fine di ridurre la corruzione attiva e passiva e l'evasione fiscale;

53.

ricorda che la criminalità e l'insicurezza hanno un grande impatto sulla fiducia dei cittadini nelle istituzioni pubbliche e democratiche, nonché nella salvaguardia dei diritti umani;

54.

ricorda che uno degli obiettivi primari dell'azione esterna dell'Unione è quello di favorire il consolidamento dei sistemi democratici e la difesa dei diritti umani nel mondo e di conseguenza in America Latina;

55.

mostra la sua preoccupazione per il forte impatto della violenza in base al genere, endemica nella regione;

56.

esorta la Commissione a fare della lotta contro l'impunità una priorità nella sua politica di sviluppo con l'America Latina e a presentare, entro la fine del 2012, una comunicazione in materia che includa capitoli relativi alla cooperazione giudiziaria, alla cooperazione finanziaria e allo scambio di informazioni, nonché alla protezione delle vittime;

57.

esprime la sua preoccupazione per l'aumento della violenza contro le donne; chiede alla Commissione di stabilire responsabilità chiare all'interno del Servizio europeo per l'azione esterna e di coordinare le azioni pertinenti delle delegazioni dell'Unione europea con quelle delle ambasciate degli Stati membri nei paesi interessati, per tradurre la dichiarazione dell'Alto rappresentante Catherine Ashton sul femminicidio, del giugno 2010, in politiche concrete dotate di risorse sufficienti;

58.

chiede alla Commissione di fornire sostegno politico e finanziario alle attività del sistema interamericano per i diritti umani relative alla questione del femminicidio e di contribuire all'attuazione delle sue sentenze;

59.

esorta la Vicepresidente/Alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza a consultare il Parlamento europeo e a tenerlo informato sugli attuali dialoghi in materia di diritti umani e a cooperare, nel contesto del partenariato biregionale, nella ricerca di soluzioni per eliminare il femminicidio e altre forme di violenza nei confronti delle donne;

60.

invita la Commissione a partecipare attivamente e a sollevare regolarmente l'argomento nell'ambito dei dialoghi politici, in particolare gli attuali dialoghi in materia di diritti umani, e a offrire cooperazione nella ricerca di strumenti atti a sradicare la violenza contro le donne e il femminicidio nell'ambito del partenariato biregionale;

Cambiamenti climatici

61.

esprime preoccupazione per l'impatto dei cambiamenti climatici sullo sviluppo sostenibile, la tutela della biodiversità, la deforestazione e la produzione agricola in America Latina;

62.

insiste sul fatto che l'Unione europea non deve promuovere o sostenere la produzione di biocarburanti su ampia scala attraverso la sua cooperazione allo sviluppo, a causa dei suoi impatti negativi sulla sicurezza alimentare, la deforestazione, l'accesso alle terre e l'ambiente;

63.

invita le autorità locali dei paesi dell'America Latina a rivolgere particolare attenzione ai crescenti investimenti che possono ostacolare lo sviluppo sostenibile e danneggiare gli ecosistemi di un paese, soprattutto nel quadro delle ripercussioni negative dei cambiamenti climatici;

64.

rammenta che i cambiamenti climatici rappresentano un onere aggiuntivo per l'America Latina e ricorda l'urgente necessità di finanziare azioni per combattere, mitigare e adattarsi a tale fenomeno;

65.

chiede che sia promosso lo scambio di esperienze e informazioni tra Unione europea e America Latina nel quadro del programma Euroclima e della cooperazione sud-sud, conformemente a quanto concordato con il piano di azione di Madrid; ricorda l'importanza dell'istruzione per la sostenibilità ambientale;

66.

segnala che, nonostante l'America Latina possa contare sul 30 % delle risorse idriche del pianeta, la distribuzione dell'acqua è molto irregolare e diseguale; esorta la Commissione a mantenere l'assistenza ai paesi associati in favore di una migliore gestione della somministrazione delle risorse idriche e del loro trattamento sanitario;

67.

ricorda l'impegno assunto dall'Unione europea di contribuire al potenziamento del ruolo dell'energia sostenibile quale vettore di sviluppo sostenibile;

Settore privato e infrastrutture

68.

rileva che meccanismi quale lo strumento per gli investimenti in America Latina (LAIF) sono destinati a diventare sempre più importanti nella cooperazione allo sviluppo dell'Unione europea, le cui priorità sono l'efficienza energetica, le energie rinnovabili, i trasporti, la tutela della biodiversità e il sostegno delle piccole e medie imprese; sottolinea la potenziale importanza di tale strumento per la promozione dell'integrazione regionale e per gli obiettivi di competitività internazionale della regione; sottolinea che la società civile deve svolgere un suo proprio ruolo chiave nel controllo delle politiche di sviluppo, ma prende atto che nell'ambito dello strumento LAIF non sono previsti meccanismi per assicurare la rappresentanza e la partecipazione della società civile; di conseguenza, invita la Commissione ad assicurare che la rappresentanza e la partecipazione dei parlamenti e della società civile sia garantita al fine di assicurare un controllo e una sorveglianza efficaci dei fondi di cooperazione allo sviluppo dell'Unione europea;

69.

sottolinea la necessità di ulteriori esperienze di studio con lo strumento LAIF e insiste sul fatto che l'applicazione dei futuri progetti dovrà essere sottoposta a meccanismi di controllo chiaramente definiti e trasparenti e a studi dell'impatto sociale e ambientale;

70.

evidenzia in particolare l'importanza dell'appoggio alle piccole e medie imprese per il suo contributo allo sviluppo, alla crescita economica della regione e al consolidamento sociale ed economico; sottolinea che le piccole e medie imprese sono la principale fonte di generazione di impiego; ritiene che, per avanzare verso gli obiettivi della politica di crescita inclusiva dell'Unione europea, sono necessari progressi anche sul piano delle attività di responsabilità sociale delle imprese dei suoi partner europei;

71.

sottolinea la necessità di incentivare con urgenza la costruzione di infrastrutture in America Latina per sostenere gli elevati tassi di crescita attuali e favorire l'inclusione sociale; raccomanda l'utilizzo di strumenti quali lo strumento per gli investimenti in America Latina per appoggiare i progetti di infrastrutture in materia di trasporti, energia e telecomunicazioni, posto che l'attuale investimento da parte dei paesi latinoamericani in tali ambiti è molto inferiore al necessario; ricorda che l'utilizzo di aiuti pubblici allo sviluppo per tali progetti deve essere giustificato in funzione del suo contributo alla riduzione della povertà, all'impulso della coesione sociale e alla fornitura di servizi pubblici di qualità per la popolazione;

72.

insiste sul fatto che la Commissione deve sviluppare orientamenti chiari riguardo a un trasparente processo decisionale sulla selezione dei progetti e garantire la coerenza con il Consenso europeo in materia di sviluppo, il principio di titolarità nazionale e l'impegno dell'Unione europea di svincolare i suoi aiuti;

73.

insiste sulla necessità di concentrare gli strumenti di finanziamento e prestito su settori quali la produzione energetica e agricola locale su piccola scala e a favore delle piccole e medie imprese e delle microimprese del settore privato nei paesi in via di sviluppo;

Cooperazione differenziata: ricerca scientifica e tecnologica

74.

chiede che sia rafforzata la cooperazione con taluni paesi a reddito medio nel settore scientifico, tecnologico e dell'innovazione, nel quadro del programma Orizzonte 2020;

75.

confida che l'avvio di un dialogo rigoroso in materia di scienza, istruzione superiore e formazione, tecnologia e innovazione stimoli la creazione di uno spazio euro-latinoamericano di innovazione e di conoscenza e contribuisca a promuovere la competitività;

76.

ritiene che sia doveroso promuovere la mobilità temporanea di ricercatori e l'appoggio a università e centri di ricerca in settori quali la salute, la sicurezza alimentare, la ricerca marina e marittima, le energie rinnovabili, la lotta contro il cambiamento climatico e l'adattamento allo stesso;

77.

ricorda che l'Unione europea dovrebbe tenere in maggior considerazione e sfruttare il considerevole vantaggio rappresentato dalla posizione geograficamente strategica di alcune regioni ultraperiferiche dell'Unione vicine all'America Latina;

78.

rileva che per lo sviluppo del continente è fondamentale rafforzare i lavori in corso degli istituti di ricerca sulle pratiche agricole;

Promozione della cooperazione regionale, della cooperazione sud-sud e della cooperazione triangolare

79.

chiede alla Commissione una riflessione approfondita per incorporare la cooperazione sud-sud nella politica di cooperazione;

80.

ricorda che l'America Latina è la regione del mondo più dinamica in materia di cooperazione sud-sud, il che mette in evidenza il ruolo di rilievo dei paesi a reddito medio quali promotori dell'integrazione regionale e degli obiettivi internazionali di sviluppo;

81.

ricorda che l'Unione europea non dispone al momento di una chiara definizione strategica della cooperazione sud-sud (10) che le consenta di sviluppare una politica più attiva in tale ambito; sottolinea la necessità di stabilire indicatori che mostrino l'impatto sociale ed economico delle diverse modalità di cooperazione sud-sud e dei modelli triangolari;

82.

ribadisce l'importanza degli scambi commerciali infraregionali e della cooperazione triangolare e del suo ruolo chiave nel perseguimento degli obiettivi di sviluppo del Millennio, l'eliminazione della povertà, la promozione dell'occupazione e la parità di genere, l'istruzione, la coesione sociale, l'agricoltura e lo sviluppo sostenibile;

83.

ritiene necessario ampliare le iniziative di cooperazione bilaterale, cooperazione sud-sud e cooperazione triangolare in settori quali scienza e ricerca, sviluppo sostenibile, ambiente, cambiamento climatico, energia, coesione sociale, istruzione e occupazione;

84.

sottolinea la necessità di ampliare il dialogo politico fra l'Unione europea e l'America Latina a diversi livelli, quali i vertici dei capi di Stato e l'Assemblea parlamentare euro-latinoamericana (EuroLat), in quanto importanti strumenti per lo sviluppo del consenso politico; sollecita misure per assicurare che gli impegni politici adottati ai vertici UE-America Latina siano accompagnati dallo stanziamento di risorse finanziarie adeguate;

85.

raccomanda all'Assemblea parlamentare EuroLat e alla Fondazione UE-ALC di riconoscere alla cooperazione sud-sud e alla cooperazione triangolare l'importanza strategica che meritano e di inserirle nelle loro agende di lavoro;

86.

ritiene che la cooperazione sud-sud e la cooperazione triangolare debbano essere uno dei temi centrali del VII vertice UE-ALC in Cile, apportando una chiara risposta alle conclusioni finali del vertice di Madrid;

*

* *

87.

incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Vice presidente/Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al Consiglio e alla Commissione, nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri e all'insieme dei paesi dell'America Latina e dei Caraibi, alla Fondazione UE-ALC, all'Assemblea parlamentare euro-latinoamericana, al Parlamento latinoamericano, al Parlamento centroamericano, al Parlamento andino e al Parlamento del Mercosur.


(1)  GU C 46 del 24.2.2006, pag. 1.

(2)  GU L 378 del 27.12.2006, pag. 41.

(3)  GU C 140 E del 16.3.2002, pag. 569.

(4)  GU C 296 E del 6.12.2006, pag. 123.

(5)  GU C 259 E del 29.10.2009, pag. 64.

(6)  GU C 81 E del 15.3.2011, pag. 54.

(7)  GU C 70 E dell'8.3.2012, pag. 79.

(8)  Testi approvati, P7_TA(2011)0320.

(9)  Dati della CEPAL e dell'OCSE.

(10)  Ricorda che esistono orientamenti in materia per quanto riguarda le economie emergenti, ma che l'approccio è alquanto frammentario.