22.5.2012   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 143/29


Parere del Comitato economico e sociale europeo su «L'economia sociale in America Latina»

2012/C 143/06

Relatore: CABRA DE LUNA

Il Comitato economico e sociale europeo, in data 18 gennaio 2011, ha deciso, conformemente al disposto dell'articolo 29, paragrafo 2, del Regolamento interno, di elaborare un parere d'iniziativa sul tema:

L'economia sociale in America Latina.

La sezione specializzata Relazioni esterne, incaricata di preparare i lavori del Comitato in materia, ha formulato il proprio parere in data 24 gennaio 2012.

Alla sua 478a sessione plenaria, dei giorni 22 e 23 febbraio 2012 (seduta del 22 febbraio), il Comitato economico e sociale europeo ha adottato il seguente parere con 141 voti favorevoli, 3 voti contrari e 4 astensioni.

1.   Conclusioni e raccomandazioni

1.1   Il presente parere ha per oggetto un esame ravvicinato dell'economia sociale dell'America Latina quale settore organizzato della società civile che è rimasto generalmente escluso dalle attività di cooperazione dell'Unione europea. Questo esame ravvicinato è realizzato tenendo conto della diversità latinoamericana e riconoscendo le differenze tra i due continenti. Per questo motivo, indipendentemente da altri possibili termini, ai fini del presente testo viene accettato quale termine più adeguato quello di "economia sociale e solidale" (ESS).

1.2   Con la risoluzione 47/90 l'ONU ha proclamato il primo sabato di luglio di ogni anno Giornata internazionale delle cooperative e, con la risoluzione 64/136, ha proclamato il 2012 Anno internazionale delle cooperative. L'OIL ha riconosciuto in varie occasioni (specialmente nella risoluzione 193) gli aspetti positivi del cooperativismo e dell'ESS. Anche l'FMI e la Banca mondiale hanno manifestato interesse per questo settore. A sua volta, l'UE ha riconosciuto in più occasioni l'importanza del cooperativismo e dell'ESS. Inoltre, la BEI partecipa a progetti con imprese latinoamericane dell'ESS. Dal canto loro, il Mercosur e altre istituzioni latinoamericane hanno fatto altrettanto in termini simili. Il presente parere adotta questo stesso punto di vista.

1.3   Il presente parere punta inoltre a porre le basi dei lavori del CESE tesi a preparare il settimo incontro tra le organizzazioni della società civile dell'UE e quelle dell'America Latina che si terrà nel 2012 a Santiago del Cile. Lo scopo è invitare dei rappresentanti latinoamericani ed europei dell'ESS sia ai lavori preparatori che all'incontro, per studiare i contenuti del presente parere attraverso un dialogo costruttivo. Si propone inoltre che il settimo incontro si esprima sui risultati di tale dialogo. Il CESE rileva che in America Latina l'ESS dà una soluzione a gravi situazioni di mancanza di equità sociale ed economica e di violazione dei diritti fondamentali. L'ESS rappresenta uno strumento cruciale nella lotta per il lavoro dignitoso e per il superamento dell'economia informale ed è essenziale nei processi di sviluppo locale e di coesione sociale. L'ESS incoraggia il pluralismo e la democrazia economica. Per questo motivo la promozione di tutte queste capacità e di questi effetti viene considerata un obiettivo prioritario, per contribuire a un necessario cambiamento del modello produttivo.

1.4   La coesistenza e la cooperazione tra le distinte tendenze dell'ESS dell'America Latina sono considerate molto utili. Da un lato, bisogna incoraggiare l'ESS con più spiccato carattere imprenditoriale a puntare su obiettivi basati sui principi di solidarietà e a non dare la priorità all'aumento dei profitti, contribuendo in misura maggiore al raggiungimento del benessere generale. Dall'altro, occorre che l'ESS in cui la trasformazione sociopolitica assume un rilievo maggiore comprenda che le imprese devono essere efficienti e ottenere profitti, creando reti che permettano loro di resistere nel mercato. Per questo motivo l'ESS non deve basarsi sull'economia della povertà, ma sul mutamento di tendenze, associando lo sviluppo e l'efficienza economica alla giustizia sociale per eliminare asimmetrie di qualsiasi tipo.

1.5   L'ESS in America Latina risente di problemi sostanziali che ne rendono difficile lo sviluppo: la mancanza di visibilità sociale e istituzionale rappresenta uno dei problemi più gravi. A ciò contribuisce l'assenza di procedure rigorose di misurazione e quantificazione, cosa che impedisce di verificare le dimensioni dell'ESS e i suoi importanti effetti sociali. È urgentemente necessaria un'azione più incisiva nell'elaborazione di statistiche per i paesi dell'America Latina che siano omologate a livello internazionale e implichino la collaborazione di organismi internazionali come CEPAL, ACI-Americhe, Fundibes, Cicopa o Ciriec. L'assenza a livello istituzionale delle organizzazioni rappresentative dell'ESS comporta anche un grave problema che deve essere risolto attraverso il riconoscimento dell'ESS, da parte della pubblica amministrazione e delle altre parti sociali, quale interlocutore all'interno delle istituzioni consultive per le politiche sociali ed economiche. I consigli economici e sociali e altri organismi di partecipazione sociale rappresentano un buon canale per la partecipazione anche delle organizzazioni dell'ESS.

1.6   Tranne notabili eccezioni, l'assenza di politiche pubbliche globali e partecipative in rapporto all'ESS implica un grande ostacolo al suo consolidamento e alla sua evoluzione, in quanto è indispensabile andare oltre le proposte basate meramente su aiuti economici diretti senza contropartita attraverso la promozione di azioni tese a risolvere il problema delle fonti di finanziamento. Vanno attuate politiche strutturali di interesse generale che comprendano decisioni relative alla legislazione, nonché lo sviluppo dell'istruzione in materia d'innovazione e delle qualifiche professionali, anche in ambito universitario. Bisogna rafforzare la presenza dell'ESS nello sviluppo della protezione sociale attraverso i sistemi sanitari gestiti assieme agli utenti. Vanno consolidate politiche statali reali tendenti al lungo temine che siano indipendenti dai cambi di governo.

1.7   I sindacati e altri attori sociali, compresa l'ESS, possono svolgere assieme un ruolo fondamentale nello sviluppo di meccanismi istituzionali tesi a combattere i casi di irregolarità e frode derivanti dall'economia informale e dalla comparsa di falsi lavoratori autonomi, anche per garantire un lavoro dignitoso e servizi pubblici universali di qualità, oltre che per dare impulso ad attività volte a creare capacità.

1.8   Le riflessioni e le proposte illustrate nel presente parere dovrebbero essere fatte proprie da una politica di cooperazione internazionale tra l'UE e l'America Latina in materia di ESS. Bisogna attuare progetti di cooperazione tesi alla costituzione di imprese solvibili dell'ESS quali agenti di coesione sociale, sviluppo locale, pluralismo, democrazia economica ed emersione generalizzata dell'economia e del lavoro informali. Nella politica di cooperazione dell'UE bisogna prestare un'attenzione prioritaria all'ESS, per favorire il consolidamento di reti che fungano da attori nell'attuazione delle politiche di cooperazione economica e di co-sviluppo. I progetti di cooperazione in materia di ESS devono favorire il coordinamento degli attori e delle reti ed evitare la frammentazione e i duplicati: è fondamentale realizzare azioni con un carattere più internazionale e strategico.

1.9   D'altro canto, in questa fase di crisi mondiale è necessario rafforzare le relazioni imprenditoriali e commerciali tra l'ESS dell'UE e quella dell'America Latina. Le esperienze di buone pratiche dell'ESS latinoamericana possono rappresentare degli esempi da seguire. Va evidenziata la necessità che gli accordi commerciali conclusi con paesi lationamericani promuovano lo sviluppo della piccola e media impresa e della microimpresa e, concretamente, dell'ESS.

2.   L'economia sociale in America Latina

2.1   Ambivalenza del concetto

2.1.1   L'esame ravvicinato dell'ESS dell'America Latina illustrato nel presente parere prende le mosse da due premesse ineludibili: da un lato, la constatazione delle differenze esistenti tra la realtà sociale dell'UE e quella dell'America Latina, dall'altro, il fatto che l'America Latina non è un continente omogeneo. In quest'ottica, il punto di partenza della presente analisi consiste nella massima considerazione di questa diversità, anche allo scopo di trovare le convergenze che permettano la cooperazione in condizioni di parità, tenuto conto delle trasformazioni in atto nei due continenti (1).

2.1.2   In America Latina vengono prevalentemente utilizzati due termini, ossia "economia sociale" ed "economia solidale", ma quest'ultimo è di uso più generalizzato, pur esistendo posizioni concettuali opposte sul suo significato (il concetto di "economia popolare", ad esempio). In Europa si è diffuso il termine ES, che corrisponde a un concetto con sfumature indiscutibilmente imprenditoriali che si colloca nel sistema come un modo alternativo e distinto di agire e che non considera la "finalità di lucro" come un problema in sé. A questo proposito la questione cruciale riguarda il modo di ripartire il surplus ottenuto, in quanto le attività imprenditoriali dell'ES devono essere competitive e produrre utili. Nell'UE il termine ES e il relativo concetto hanno riscosso un ampio consenso (2). In America Latina esistono criteri diversi.

2.1.3   Negli ultimi anni, soprattutto per effetto dei cambiamenti politici ed economici verificatisi in America Latina, viene abitualmente utilizzato il termine "economia sociale e solidale" (ESS) per fare riferimento a questo settore (3). Pertanto si propone di utilizzare questo termine in rapporto all'America Latina.

2.1.4   Come prima caratteristica possiamo indicare che tutta l'ESS è composta di enti privati, costituiti per soddisfare le necessità di persone e comunità e non per fornire rendimenti agli investitori di capitale. La situazione dell'ESS in America Latina è differente da un paese all'altro, anche se è indubbio che alcuni modelli siano assolutamente equiparabili in tutti i paesi. È forse possibile elaborare, sulla base di queste configurazioni comuni, un'interpretazione più calzante del concetto. L'ESS in America Latina è essenzialmente formata da cooperative, mutue, fondazioni, associazioni, cooperative di lavoro associato, organizzazioni di solidarietà sociale, raggruppamenti di carattere civico e microimprese di vario tipo. Queste imprese e questi enti sono basati sulla solidarietà e la responsabilità sociale. La maggior parte di essi opera nel mercato, ma a volte vengono creati mercati speciali (commercio equo) in cui sono applicati principi diversi da quello della concorrenza.

2.1.5   Le organizzazioni e le imprese dell'ESS hanno caratteristiche diverse dalle imprese di capitale, siano esse pubbliche o private, ma anch'esse producono beni e servizi. Per questo motivo le imprese dell'ESS non sono esclusivamente o prevalentemente enti di beneficenza, né sono prive di una finalità di lucro: i profitti sono necessari. La questione centrale consiste nel modo di distribuire i profitti dell'attività, che non vengono misurati soltanto in funzione della redditività finanziaria e della generazione di utili per i membri e per l'ambiente circostante, ma anche in funzione del valore sociale aggiunto.

2.2   Dimensioni e misurazione

2.2.1   Uno dei grandi problemi che ostacolano lo sviluppo dell'ESS latinoamericana è rappresentato dalla difficoltà di sistematizzare le informazioni su questo settore e ciò ne aumenta l'invisibilità sociale. È necessario conoscere con precisione, non soltanto intuire, l'impatto reale dell'ESS. Questa assenza di misurazioni rende molto difficile sottolinearne la vera rilevanza sociale e la differenza comparativa rispetto ad altri tipi di imprese per quanto concerne l'impatto delle sue azioni economiche, sociali e solidali. In Europa vengono chieste le stesse cose per questo settore: riconoscimento statistico, creazione di registri pubblici delle imprese solvibili e di conti satellite per ogni settore istituzionale e ramo di attività, allo scopo di ottenere una maggiore visibilità (4).

2.3   Organizzazioni dell'ESS

2.3.1   Come succede in molti Stati membri dell'UE, anche in America Latina occorre innanzitutto risolvere il problema della mancanza di una rappresentanza sufficientemente consolidata, integrata ed efficace dell'ESS. Malgrado i notevoli progressi compiuti negli ultimi anni, è necessario che le strutture rappresentative dei differenti filoni dell'ESS si integrino tenendo conto di criteri relativi alla composizione piramidale (dal basso in alto), settoriale e territoriale, ed evitando la frammentazione, la competizione interna e il corporativismo. La vicinanza di queste organizzazioni agli enti locali e regionali fa sì che vengano più facilmente considerate come poli di utilità sociale e d'innovazione, con capacità di risposta di fronte ai problemi socioeconomici più importanti.

2.3.2   Quando le organizzazioni dell'ESS (5) ottengono un riconoscimento che dà loro una reale capacità di confronto e negoziazione, esse rafforzano le loro aree di influenza per realizzare sinergie sotto il profilo dello sviluppo di capacità, dell'efficienza imprenditoriale, della responsabilità sociale delle imprese, dei nuovi modelli di gestione, della lotta contro le cattive pratiche e - in definitiva - di un impatto maggiore sul sistema economico.

2.4   Politiche pubbliche

2.4.1   Uno degli obiettivi che l'ESS deve ancora centrare riguarda il modo di stringere accordi e alleanze con i poteri pubblici da posizioni di reciproco rispetto e indipendenza. Le politiche pubbliche rappresentano infatti una delle preoccupazioni e delle finalità prioritarie dell'ESS in America Latina. Le politiche che sono basate principalmente su aiuti economici diretti senza contropartita rappresentano una fonte di finanziamento non controllabile e non prevedibile e, al tempo stesso, possono trasformarsi in uno strumento di pressione e manipolazione. Le politiche solamente palliative o assistenziali favoriscono le cattive pratiche.

2.4.2   Rimangono ancora da promuovere politiche globali e partecipative in linea con gli obiettivi fondamentali dell'ESS e dei governi che sono interessati alla capacità dell'ESS di mobilitare risorse delle comunità locali all'interno del mercato per ottenere benefici generali con soluzioni innovative a problemi complessi. Esistono affinità innegabili, per quanto concerne gli obiettivi sociali, tra la pubblica amministrazione e le organizzazioni dell'ESS nel soddisfacimento delle necessità urgenti delle persone (6).

2.4.3   Per l'ESS l'accesso al finanziamento rappresenta un problema ricorrente che ne frena enormemente lo sviluppo. L'ESS è principalmente finanziata con gli apporti dei suoi soci e promotori, non con il capitale speculativo di terzi. Al tempo stesso, diffonde pratiche che sono di beneficio per l'interesse generale. In genere, l'azione pubblica è scarsa e insufficiente per quel che riguarda l'accesso a canali di finanziamento regolari attraverso riforme giuridiche e misure macroeconomiche adeguate per l'ESS. Si avverte la mancanza di politiche statali che includano l'ESS nella pianificazione generale dell'economia e di politiche di finanziamento dell'industria tese ad apportare nuovo capitale attraverso un potenziamento del capitale di rischio, di un finanziamento della partecipazione economica dei lavoratori e dei soci, di un sostegno alla formazione di gruppi imprenditoriali, nonché di una promozione della partecipazione dell'ESS agli appalti pubblici. Bisogna urgentemente riscrivere le misure che frappongono ostacoli ingiustificati allo sviluppo degli enti finanziari tipici dell'ESS, come la banca etica e la microfinanza.

2.4.4   La maggior parte degli Stati non ha una linea d'azione politica chiara che definisca programmi coordinati tra i loro vari livelli, le loro competenze e le loro strutture amministrative, in cui l'ESS abbia uno spazio istituzionalizzato e riceva un trattamento intersettoriale. Le procedure burocratiche non sono sufficientemente flessibili e l'armonizzazione statale e sovranazionale delle grandi linee di promozione e sostegno dell'ESS non è efficace. Si avverte la mancanza di politiche pubbliche tese a evitare lo scioglimento di piccole imprese sociali e la distruzione del tessuto produttivo locale e solidale, di politiche per la formazione professionale e la gestione di imprese specialmente in ambito cittadino (7), nonché di politiche di adeguamento dei quadri normativi delle diverse configurazioni dell'ESS. Occorre in particolare ricordare la necessità di attuare politiche pubbliche di educazione all'ESS (raccomandazione 193 dell'OIL del 2002). La pubblica amministrazione, compreso il mondo accademico, e l'ESS non hanno compiuto sforzi sufficienti per lavorare assieme.

2.5   Sviluppo economico in America Latina e ruolo dell'ESS

2.5.1   Sviluppo e crescita economica con equità

2.5.1.1

L'America Latina sta conoscendo un'evoluzione macroeconomica favorevole in termini di crescita convenzionale, sebbene con delle differenze a seconda del paese. Tuttavia, tale evoluzione è frenata da zavorre che fanno in modo che questa crescita rimanga basata su realtà sociali di estrema disparità, con una disoccupazione massiccia concentrata in determinati settori sociali, un precariato generalizzato e sacche di esclusione sociale e di povertà. Ciononostante, la rivalutazione di uno "Stato proattivo", consapevole di questa insostenibile dualità sociale, sembra incoraggiare una crescita con maggiore equità (8) e rispetto per l'ambiente.

2.5.1.2

Il contributo che un'ESS consolidata in America Latina apporta alla gestione dello sviluppo è incentrato sul dare una soluzione a gravi situazioni di povertà, disuguaglianza, esclusione, lavoro informale, sfruttamento di esseri umani, mancanza di coesione sociale e delocalizzazione di imprese, allo scopo di conseguire una distribuzione più equa del reddito e della ricchezza, contribuendo così a un necessario cambiamento del modello produttivo. L'ESS si colloca su questa falsariga, in quanto offre servizi di benessere sociale e, in rapporto ad altri settori, anche vantaggi comparativi di efficienza nella ripartizione e produzione di beni e servizi sociali superiori. La sua attitudine a soddisfare ampi settori della popolazione in territori normalmente distanti dai centri economici e di potere la rendono idonea al compito di realizzare uno sviluppo più equo.

2.5.2   Economia informale e diritti sociali

2.5.2.1

L'economia informale è un fenomeno molto diffuso in America Latina e anche in alcune aree dell'UE (economia sommersa); essa è caratterizzata dallo sviluppo di attività lavorative o economiche in assenza - totale o parziale - di coperture sociali e senza rispettare la legislazione pertinente. La disoccupazione, la sottoccupazione e la cattiva qualità delle condizioni di lavoro vanno contro le dichiarazioni dell'OIL sul lavoro dignitoso (9). Si tratta di un problema serio. È stato individuato un collegamento diretto tra occupazione informale, o sottoccupazione, e indici di povertà e questa situazione è ricorrente tra le donne, i giovani, la popolazione amerindia, quella di origine africana e le persone con disabilità, per quel che concerne sia il lavoro informale che la parità salariale e di trattamento. Al contrario, assieme ad altri attori, l'ESS rappresenta uno strumento efficace di lotta all'economia informale, dato che fa rientrare imprese e persone nella legalità e nelle coperture sociali. Inoltre essa serve ad evitare la comparsa di pratiche tendenti a consolidare un'esternalizzazione - non disinteressata - di servizi pubblici senza garanzie nelle prestazioni e carente di qualità, riducendo così la protezione sociale dei beneficiari. I sindacati e altri attori sociali, compresa l'ESS, possono svolgere assieme un ruolo fondamentale nello sviluppo di meccanismi istituzionali tesi a combattere i casi di irregolarità e frode derivanti dall'economia informale e dalla comparsa di falsi lavoratori autonomi, anche per garantire un lavoro dignitoso e servizi pubblici universali di qualità, oltre che per dare impulso ad attività volte a creare capacità.

2.5.2.2

L'OIL riconosce il ruolo dell'ESS, in quanto i valori e i principi su cui sono basate le imprese di questo settore comprendono il rispetto dei principi e diritti fondamentali sul lavoro (10). In quest'ottica, l'ESS ha dimostrato la sua capacità di estendere i servizi di protezione sociale a persone e consumatori che non sono coperti da sistemi di previdenza sociale, per facilitare la correzione degli squilibri del mercato del lavoro e garantire trattamenti paritari.

2.5.2.3

Esistono molti gruppi informali di lavoratori autonomi dell'ESS che sono privi di opportunità di formazione professionale, di finanziamento e di riconoscimento ufficiale. L'esistenza di legami di reciprocità e di fiducia tra piccoli produttori o artigiani potrebbe dar vita a processi di emersione attraverso imprese dell'ESS in quanto, ad esempio, i produttori non associati non hanno praticamente strumenti per accedere al mercato regolare. Bisogna rafforzare la presenza dell'ESS nello sviluppo della protezione sociale attraverso i sistemi sanitari gestiti assieme agli utenti. È fondamentale eliminare completamente il lavoro informale che potrebbe esistere nel quadro della stessa ESS.

2.5.3   Sviluppo locale e coesione sociale

2.5.3.1

L'importante obiettivo di stabilire parametri minimi di coesione sociale appare essenziale per qualsiasi approccio allo sviluppo (11). I governi locali si stanno rendendo conto dell'importanza di sostenere gli imprenditori dell'ESS per ridare vigore alle comunità rurali e urbane. Le loro imprese creano posti di lavoro a livello locale e il relativo surplus si diffonde a livello territoriale promuovendo un'accumulazione destinata al reinvestimento sul medesimo territorio. Così vengono assicurati processi fondamentali di coesione sociale attraverso il controllo locale degli investimenti, dei prodotti e dei servizi, oltre alla diffusione del surplus affinché venga mobilitato al'interno dell'economia locale e regionale generando stabilità economica.

2.5.3.2

L'ESS mostra una capacità di creare e ampliare la cultura e il tessuto imprenditoriali, oltre a collegare l'attività economica alle necessità produttive locali. L'ESS mette in moto processi di sviluppo endogeno nelle aree rurali, di rilancio di aree industriali in declino e di recupero di spazi urbani degradati, attenuando in questo modo notevoli squilibri territoriali senza tuttavia sostenere un unico modello di sviluppo locale, ma permettendo la coesistenza di forme distinte a seconda delle necessità sociali ed economiche dei territori.

2.5.3.3

L'ESS facilita l'autonomia territoriale, in quanto dà una particolare rilevanza alla società civile sia per la determinazione del modello di sviluppo nell'area interessata che per il controllo dell'andamento dei processi di crescita e cambiamento strutturale. Il cooperativismo agricolo rappresenta un elemento essenziale di questi processi. Le politiche di coesione sociale devono essere incentrate sul livello locare (rurale e urbano) per garantire i servizi sociali di base, le infrastrutture e l'istruzione. L'ESS è indispensabile in questo compito.

2.5.4   Pluralismo e democrazia economica

2.5.4.1

L'ESS non rappresenta un settore marginale, bensì è un elemento istituzionale del sistema economico che coesiste accanto al settore pubblico e a quello privato capitalistico. Per mezzo dell'ESS viene introdotto il pluralismo economico che funge da contrappeso agli altri due settori. L'ESS contribuisce allo sviluppo sostenibile, stimola il tessuto associativo e fornisce pari opportunità attraverso i suoi sistemi di promozione educativa. Essa è essenziale per la realizzazione della stabilità sociale, per la sostenibilità della crescita economica, per la ridistribuzione del reddito e per la creazione di alternative economiche.

2.5.4.2

Il funzionamento dell'ESS, basato sul principio della democrazia e della partecipazione delle persone quando vanno prese decisioni sui processi economici, implica una lezione permanete di democrazia e cittadinanza. L'ESS crea tessuto sociale e, per la sua capacità di partecipare con successo alla risoluzione di conflitti e di operare in favore della pace e della giustizia sociale, essa diventa un elemento insostituibile del sistema economico e sociale in America Latina. Bisogna promuovere queste capacità.

3.   Cooperazione internazionale in materia di ESS

3.1   Necessità della cooperazione

3.1.1   L'ESS applica gli stessi principi e le stesse pratiche sia nell'UE che in America Latina. Questi punti comuni possono quindi favorire la cooperazione tra i due continenti tesa a promuovere sia lo sviluppo sostenibile che gli scambi commerciali e tra imprese.

3.1.2   Ribadendo quanto affermato dal CESE in altre occasioni, si evidenzia la necessità che gli accordi commerciali conclusi con paesi latinoamericani promuovano lo sviluppo delle piccola e media impresa e della microimpresa e, concretamente, dell'ESS (12).

3.2   Reti

3.2.1   Le reti formate da enti rappresentativi dell'ESS, da imprese sociali e da centri d'informazione, di quantificazione, d'innovazione e di formazione universitaria possono creare delle piattaforme che lavorino per superare le grandi carenze segnalate. L'UE può essere particolarmente utile per il raggiungimento di questi obiettivi, ma le misure non devono riguardare esclusivamente i paesi o le aree con i redditi più bassi, ma anche i paesi emergenti con un reddito medio che hanno bisogno di consolidare la coesione sociale e una crescita equa. L'esistenza di un'ESS sostenuta da reti solvibili aiuterebbe ad individuare le necessità più urgenti e i progetti più efficienti, facendo in modo che la cooperazione internazionale dell'UE sia più selettiva. L'azione dell'UE nell'organizzare reti tra l'America Latina e altre regioni del mondo (Africa, Asia, ecc.) in via di sviluppo sulla base dell'ESS può essere della massima importanza (13).

3.3   Cooperazione allo sviluppo e co-sviluppo nell'ESS

3.3.1   L'UE può impostare la cooperazione attraverso l'attuazione di piani imprenditoriali dell'ESS per lo sviluppo sostenibile  (14) a cui partecipino i governi interessati dell'America Latina e a cui collaborino organizzazioni dell'ESS dei due continenti attraverso l'elaborazione di programmi di accompagnamento e assistenza tecnica per gli imprenditori nel quadro di politiche attive a favore dell'occupazione. In questo modo, la presenza dell'UE in America Latina sarà considerata portatrice di un interesse non solo commerciale.

4.   Il 2012 rappresenta una svolta: l'ONU l'ha proclamato Anno internazionale delle cooperative - Settimo incontro della società civile organizzata Unione europea-America Latina

4.1   Con la risoluzione 64/136 l'Assemblea generale dell'ONU ha proclamato il 2012 Anno internazionale delle cooperative. Le importanti dichiarazioni contenute nella risoluzione dell'ONU, che sottolineano il contributo del cooperativismo allo sviluppo economico e sociale in tutto il mondo, comprendono un incoraggiamento all'attiva promozione del cooperativismo specialmente nel 2012. Il presente parere appoggia il contenuto di questa risoluzione in tutti i suoi punti e concorda con le proposte avanzate.

4.2   Il 2012 è anche l'anno in cui si svolge il Settimo incontro della società civile organizzata Unione europea - America Latina. Nel quadro di questo incontro e delle relative sessioni preparatorie verranno organizzate riunioni di lavoro - incentrate sui contenuti del presente parere - a cui parteciperanno rappresentanti latinoamericani ed europei dell'ESS, allo scopo di adottare di comune accordo delle raccomandazioni per il documento finale.

Bruxelles, 22 febbraio 2012

Il presidente del Comitato economico e sociale europeo

Staffan NILSSON


(1)  Documento di lavoro della Commissione COM(2009) 647 final - Consultazione sulla futura strategia Europa 2020; GU C 347 del 18.12.2010, pagg. 48-54 sul tema La promozione degli aspetti socioeconomici delle relazioni UE-America Latina.

(2)  Parere CESE INT/447, GU C 318 del 23.12.2009 sul tema Diversità delle forme d'impresa, risoluzione "Toia" (INI/2250/2008), parere CESE in merito alla Comunicazione sulla promozione delle società cooperative in Europa (GU C 234 del 22.9.2005), parere CESE sul tema L'economia sociale ed il mercato unico (GU C 117 del 26.4.2000); in quest'ottica, vanno ricordate anche la legge spagnola e quella portoghese del 2011 sull'economia sociale, nonché altre norme degli Stati membri che disciplinano gli enti dell'ESS.

(3)  Ad esempio, così ha fatto l'OIL in un documento di lavoro del 2010 elaborato dal Centro internazionale di formazione (CIF-OIL) sul tema Economica sociale e solidale: costruire una concezione comune.

(4)  In America Latina non esistono statistiche certe, però secondo gli studi realizzati da Fundibes nel 2009 si può affermare che approssimativamente esistono più di 700 000 organizzazioni dell'ESS, con circa 14 milioni di associati. Inoltre, l'ampiezza dell'economia informale in tutto il continente rende oltremodo difficile una quantificazione, esatta o approssimata, generale. D'altro canto, l'ACI (Alleanza cooperativa internazionale) ritiene che l'America Latina sia il continente con la "crescita più rapida" in termini di nuove cooperative e nuovi membri (dati del 2009). L'Inacoop (Uruguay) riporta i seguenti dati per il 2008: 1 164 cooperative, 907 698 soci attivi - con una produzione annuale del valore di 1 708 milioni di dollari (pari al 3,2 % della produzione totale) - e 27 449 lavoratori. Sempre in rapporto al 2008, ecco i dati relativi ad alcuni paesi latinoamericani: Argentina: 12 760 cooperative e 9 392 713 persone coinvolte; 4 166 mutue e 4 997 067 persone coinvolte; 289 460 lavoratori (fonte: INAES). Cile: 152 cooperative e 1 178 688 persone coinvolte; 536 mutue (fonte: Fundibes). Colombia: 8 533 cooperative e 139 703 persone coinvolte; 273 mutue e 4 758 persone coinvolte (fonte: Confecoop). Guatemala: 841 cooperative e 1 225 359 persone coinvolte (varie fonti). Paraguay: 453 cooperative e 1 110 000 persone coinvolte (fonte: Fundibes). Per il Brasile si rimanda alla nota 9. Esistono inoltre studi che mostrano la forza dell'ESS di fronte alla crisi. Tuttavia, questi dati e queste valutazioni sono più di carattere intuitivo e approssimativo che verificabili nella realtà.

(5)  Al riguardo, esempi rappresentativi sono: Confecoop (Colombia), Conacoop (Costa Rica), Confecoop (Guatemala), Consiglio intercooperativo argentino, Conpacoop (Paraguay), Confederazione honduregna di cooperative, OCB (Brasile), Conacoop (Repubblica dominicana), Cudecoop (Uruguay), Consiglio messicano di imprese dell'economia solidale, Cosucoop (Messico). A livello internazionale: ACI-America, Cicopa e altre.

(6)  Istituzioni pubbliche per l'ESS: Infocoop (Costa Rica), Dansocial (Colombia), Incoop (Paraguay), INAES (Argentina), Senaes (Brasile), Inacoop (Uruguay) o Insafocoop (El Salvador).

(7)  In linea con quanto indicato per le PMI nel parere CESE sul tema Le relazioni UE-Messico del 15 febbraio 2006 (REX/180) GU C 88 dell'11.4.2006, pagg. 85-93.

(8)  Secondo dati della Commissione economica per l'America Latina e i Caraibi (CEPAL) dell'ONU, oltre metà della popolazione (350 milioni di persone) si trova al di sotto della soglia di povertà e 22 milioni di bambini devono lavorare per sopravvivere. Vanno additate come esemplari le misure adottate nell'ultimo decennio dal governo brasiliano che hanno permesso a milioni di persone di abbandonare situazioni di estrema indigenza. L'ESS di questo paese ha contribuito a questi risultati attraverso la SENAES e la strategia adottata da Paul Singer, responsabile di questo organismo. Egli ha recentemente affermato che "l'ESS ha bisogno di più soldi, di più mercato e di maggiori conoscenze".

(9)  Secondo l'atlante dell'economia solidale del Brasile, in questo paese esistono 22 000 imprese, di cui un terzo sarebbero "sommerse" (www.fbes.org.br). Cfr. anche il parere CESE, GU C 256 del 27.10.2007, pagg. 138-143 sul tema Le relazioni tra l'UE e l'America centrale (REX/232), il parere CESE, GU C 93, del 27.4.2007, pagg. 38-41 in merito alla comunicazione Promuovere la possibilità di un lavoro dignitoso per tutti (SOC/250) e il documento di lavoro del 12 ottobre 2009 sul tema Strategie per il mantenimento e la creazione di posti di lavoro, in particolare per le donne e i giovani dell'Assemblea parlamentare eurolatinoamericana.

(10)  Documento di lavoro 2011 sul tema L'economia sociale e solidale: il nostro percorso verso un lavoro dignitoso, consultabile all'indirizzo http://socialeconomy.itcilo.org/en/2011-readers (utile anche come riferimento per il punto 3.2 del presente parere).

(11)  Tra i molti documenti di riferimento si ricordano i seguenti: Sesto incontro della società civile organizzata UE-America Latina del 2010, documento di lavoro della CEPAL per il vertice iberoamericano dei capi di Stato e di governo tenutosi a Santiago (Cile) nel 2007, parere CESE sul tema Le relazioni Unione europea-Brasile (REX/257) GU C 100, del 30.4.2009, pagg. 93-99, sul tema Le relazioni tra l'UE e l'America centrale (REX/232) parere CESE GU C 256, del 27.10.2007, pagg. 138-143, accordo di associazione UE-America centrale, vertice di Guadalajara tra l'America Latina, i Caraibi e l'Unione europea, Quarto incontro della società civile organizzata UE-America Latina e Caraibi del 2006, parere CESE sul tema Le relazioni fra l'UE e la Comunità andina delle nazioni (REX/210) GU C 309, del 16.12.2006, pagg. 81-90, parere CESE sul tema Le relazioni UE-Messico (REX/180) GU C 88 , dell'11.4.2006, pagg. 81-90, parere CESE sul tema Le ripercussioni dell'accordo per la Zona di libero scambio delle Americhe (FTAA) sulle relazioni UE/America Latina/Caraibi (REX/135) GU C 110, del 30.4.2004, pagg. 40-54, parere CESE sul tema Le relazioni dell'Unione europea con l'America Latina e i Caraibi: il dialogo socioeconomico interregionale (REX/13, GU C 169 del 16.6.1999) e, in particolare, il parere CESE sul tema La coesione sociale in America Latina e nei Caraibi (REX/152), GU C 110, del 30.4.2004, pagg. 55-71.

(12)  Parere CESE sul tema La promozione degli aspetti socioeconomici delle relazioni UE-America Latina (REX/277) GU C 347, del 18.12.2010, pagg. 48-54; cfr. anche le posizioni adottate dal CESE sui vari accordi commerciali con i paesi di quel continente.

(13)  A questo riguardo, occorre riflettere sul ruolo che la Cina svolge a livello mondiale e sulla sua importanza in numerosi settori quale controparte di alleanze strategiche. In America Latina esistono reti importanti, ad esempio, Red del Sud (Mercosur), Unisol (Brasile) e FIDES (Messico).

(14)  Il legame tra l'ESS e la sostenibilità ambientale rappresenta uno dei tratti distintivi. In quest'ottica, vedasi il capitolo 9 del documento citato alla nota 10, relativo ai posti di lavoro cosiddetti "verdi", nonché il parere CESE, GU C 48, del 15.2.2011, pagg 14-20 e il parere CESE, GU C 48, del 15.2.2011, pagg. 65-71.