RELAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO Seconda relazione semestrale sul funzionamento dello spazio Schengen 1° maggio 2012 - 31 ottobre 2012 /* COM/2012/0686 final */
RELAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO Seconda relazione semestrale sul
funzionamento dello spazio Schengen
1° maggio 2012 - 31 ottobre 2012 1. Introduzione Secondo l’intenzione
annunciata dalla Commissione il 16 settembre 2011 nella sua comunicazione sul
rafforzamento della “Governance Schengen”[1] e approvata dal Consiglio
Giustizia e Affari interni/Comitato misto l’8 marzo 2012, la Commissione ha
adottato il 16 maggio 2012 la sua prima relazione semestrale al Parlamento
europeo e al Consiglio sul funzionamento dello spazio Schengen[2],
che è stata discussa nel corso della riunione del Consiglio del 7 giugno 2012 e
durante la sessione plenaria del Parlamento europeo tenutasi il 4 luglio 2012.
Questa seconda relazione copre il periodo dal 1° maggio 2012 al 31 ottobre 2012. 2. Quadro della situazione 2.1. Situazione alle frontiere
esterne dello spazio Schengen Nel periodo aprile-giugno 2012 sono stati
rilevati circa 23 000 attraversamenti illegali delle frontiere, costituiti
da flussi migratori misti: si registra quindi una diminuzione del 44% nell’Unione
europea rispetto ai dati registrati nello stesso periodo dell’anno precedente,
nel corso della Primavera araba. La Grecia, però, ha registrato un aumento del 29%
rispetto all’anno precedente. La maggior parte dei rilevamenti, il 56%, è stata
effettuata presso la frontiera terrestre tra Grecia e Turchia, il che significa
che questa sezione di frontiera continua a essere il punto cruciale dell’immigrazione
irregolare nell’UE. Tra i migranti individuati in questa parte della frontiera prevaleva
la cittadinanza afghana, seguita da quelle bengalese e siriana[3]. Tuttavia, in seguito al lancio da parte della
Grecia, nel mese di agosto 2012, dell'operazione “Shield” (scudo), grazie alla
quale il paese ha ridistribuito circa 1 800 guardie di frontiera sulla
frontiera terrestre greco-turca, il precedente forte aumento degli attraversamenti
illegali delle frontiere è stato seguito da una significativa riduzione. Finora
le autorità greche hanno segnalato una diminuzione sostanziale del numero di
arresti nella regione di Evros. A seguito del deterioramento della situazione umanitaria e della sicurezza
in Siria, è notevolmente aumentato il numero di siriani individuati nell’atto
di attraversare illegalmente le frontiere, nonché in situazione di soggiorno
irregolare, soprattutto in Grecia. Inoltre, i siriani sono al secondo posto tra
i richiedenti protezione internazionale, per lo più in Svezia e in Germania,
dove i richiedenti asilo di tale nazionalità ottengono protezione. Se la situazione
in Siria dovesse peggiorare ulteriormente, aumenterebbe ancora il numero di
persone in cerca di rifugio nei paesi vicini e, prima o poi, negli Stati membri
dell'UE[4]. 2.2. Situazione nello spazio
Schengen Sebbene la Grecia sia attualmente il principale punto di ingresso per
gli immigranti irregolari, per la maggior parte di loro si tratta di un paese
di transito piuttosto che di destinazione. I movimenti secondari si riflettono
nei rilevamenti degli attraversamenti illegali dei confini lungo tutte le frontiere
terrestri dei Balcani occidentali e le frontiere marittime italiane, e sui voli
in partenza dagli aeroporti greci verso molti dei principali aeroporti dell'UE[5]. La più recente raccolta di informazioni sui
flussi migratori all'interno dell'UE/dello spazio Schengen, l'operazione
Balder, si è svolta dal 16 al 22 aprile 2012 in 24 Stati membri[6], nonché in Norvegia e in Svizzera. Scopo
dell'operazione era quello di raccogliere dati sui flussi migratori negli Stati
membri, in particolare per quanto riguarda le pressioni migratorie in vari
paesi, le principali rotte utilizzate dagli immigrati clandestini, i principali
paesi di destinazione della migrazione, i paesi di origine degli immigrati
clandestini nonché i relativi luoghi di rilevamento e i mezzi di trasporto
utilizzati. Secondo i dati
comunicati dagli Stati membri partecipanti, compilati dalla polizia nazionale
danese[7] e trasmessi nel
giugno 2012, 2 396 nel corso della settimana in questione sono stati
arrestati cittadini di paesi terzi provenienti da 115 paesi diversi. All'interno
dello spazio Schengen, il maggior numero di immigrati clandestini è stato individuato
in Germania (520 persone), Spagna (369 persone) e Austria (178 persone);
tali immigrati erano entrati nell'UE prevalentemente attraverso la Spagna (207
persone) e la Grecia (180 persone). I principali paesi di destinazione sono
stati Spagna (341 persone), Germania (281 persone) e Austria (175 persone). Pur fornendo alcune preziose informazioni di
base, i dati raccolti in questo tipo di operazioni sono piuttosto incompleti,
in quanto coprono solo un paio di settimane all'anno e non tutti gli Stati
membri partecipano. Pertanto, come rilevato dalla Commissione nella sua prima
relazione biennale sul funzionamento dello spazio Schengen e dal Consiglio
GAI/Comitato misto del 7 giugno 2012, è necessario migliorare la raccolta dei
dati e l'analisi dei movimenti migratori irregolari in seno all'UE. Poiché gli
Stati membri hanno convenuto che la Commissione dovrebbe svolgere un ruolo di
primo piano in tal senso e che dovrebbero essere utilizzate nella maggior
misura possibile le strutture esistenti, la Commissione, insieme a Frontex, ha
invitato gli Stati membri a una riunione di esperti il 2 ottobre 2012 per
discutere su come ottenere una migliore consapevolezza della situazione. Gli
Stati membri hanno confermato la necessità che i dati vengano raccolti e
analizzati su base regolare, sollevando al contempo preoccupazioni in relazione
al carico di lavoro supplementare e all'utilizzo delle analisi. La Commissione,
insieme a Frontex, sta attualmente decidendo come procedere al meglio. 3. Applicazione dell'acquis
di Schengen 3.1. Casi di ripristino temporaneo
dei controlli alle frontiere interne L'articolo 23 del codice frontiere Schengen[8]
prevede che, in via eccezionale, in caso di minaccia grave per l'ordine
pubblico o la sicurezza interna, uno Stato membro possa ripristinare i controlli
di frontiera alle sue frontiere interne. Nel periodo dal 1° maggio al 31 ottobre
2012, i controlli alle frontiere interne sono stati ripristinati due volte. In primo luogo, il 20 aprile 2012 la Spagna ha
informato la Commissione che, in occasione della riunione della Banca centrale
europea prevista a Barcellona per il 2-4 maggio 2012, avrebbe ripristinato il
controllo alle frontiere interne terrestri con la Francia, nonché negli
aeroporti di Barcellona e Girona, dal 28 aprile al 4 maggio 2012. Nel corso di
tale settimana, la Spagna ha effettuato controlli alle frontiere su 669 385
persone respingendone 68 per motivi di ordine pubblico o di sicurezza interna,
o per non essere in possesso di documenti di viaggio validi[9]. In secondo luogo, il 4 maggio 2012 la Polonia
ha informato la Commissione di aver deciso di ripristinare, a causa del campionato
di calcio EURO 2012 previsto dall'8 giugno al 1° luglio 2012, il controllo alle
sue frontiere interne tra il 4 giugno e il 1° luglio. Durante questo periodo
sono state controllate 28 980 persone, di cui 22 sono state respinte e 15
arrestate[10]. 3.2. Mantenimento dell'assenza di
controlli alle frontiere interne La vasta maggioranza delle presunte violazioni
dell'acquis di Schengen riguarda la questione se i controlli di polizia
effettuati nelle vicinanze della frontiera interna possano avere un effetto equivalente
alle verifiche alle frontiere (articolo 21 del codice frontiere Schengen) e
l'obbligo di eliminare gli ostacoli allo scorrimento fluido del traffico, come
i limiti di velocità, presso i valichi di frontiera stradali alle frontiere
interne (articolo 22 del codice frontiere Schengen). Nel periodo dal 1° maggio
al 31 ottobre 2012, la Commissione ha chiesto informazioni su eventuali
violazioni degli articoli 21 e/o 22 del codice frontiere Schengen in due nuovi
casi (relativi alla Germania e alla Lituania), ne ha chiusi tre (riguardanti il
Belgio, l’Estonia e i Paesi Bassi) e ha continuato a indagare su sette casi
esistenti (concernenti l’Austria, la Repubblica ceca, la Germania, la Lettonia,
i Paesi Bassi, la Slovacchia e la Svezia). Recentemente sono stati portati
all'attenzione di vari tribunali olandesi diversi casi riguardanti la
compatibilità o meno della sorveglianza mobile effettuata dal Koninklijke
Marechaussee presso le frontiere interne dei Paesi Bassi con il Belgio e la
Germania (articolo 4.17a del decreto sugli stranieri - Vreemdelingenbesluit
2000) con gli articoli 20 e 21 del codice frontiere Schengen. Il 7 febbraio 2012
il Rechtbank Roermond, nella causa C‑88/12 (Jaoo), ha presentato una
domanda di pronuncia pregiudiziale alla Corte di giustizia dell'Unione europea
chiedendo se tale sorveglianza mobile violasse il divieto di controlli
equivalenti a verifiche di frontiera (articolo 21 del codice frontiere
Schengen). Inoltre il Raad van State, il 4 giugno 2012, ha presentato la
medesima domanda nella causa C-278/12 (Adil), richiedendo una pronuncia
pregiudiziale urgente da parte della Corte di giustizia. Il 19 luglio 2012, la Corte di giustizia ha emesso
la sua sentenza nella causa C-278/12 (Adil): la Corte ha concluso che gli
articoli 20 e 21 del codice frontiere Schengen non ostano a controlli
effettuati da funzionari incaricati della sorveglianza di frontiera e del
controllo degli stranieri in una zona geografica vicina a una frontiera interna,
diretti a verificare i requisiti di soggiorno regolare, qualora tali controlli
si basino su informazioni generali e dati dell'esperienza in materia di
soggiorno irregolare nei luoghi dei controlli, o, in misura limitata, qualora
possano essere effettuati in misura limitata per ottenere informazioni generali
siffatte e dati dell'esperienza in tale materia e qualora il loro esercizio sia
sottoposto a talune limitazioni relative, segnatamente, alla loro intensità e alla
loro frequenza. Dal momento che la sorveglianza mobile olandese è finalizzata a
contrastare il soggiorno irregolare e quindi ha una finalità diversa dalle
verifiche di frontiera, si basa su informazioni generali di polizia e su dati
dell'esperienza, si svolge in modo diverso rispetto alle verifiche di frontiera
ed è sottoposta alle limitazioni necessarie, la Corte ha concluso che essa non
ha un effetto equivalente alle verifiche di frontiera. La Commissione osserva che, oltre ai Paesi
Bassi, anche Francia e Germania mantengono una legislazione specifica
applicabile solo nelle zone frontaliere interne. Inoltre, si fa notare che le
legislazioni di Paesi Bassi e Francia sono state già modificate a seguito della
sentenza Melki[11]. A tal fine, la Commissione invita gli
Stati membri che prevedono questo tipo di legislazione specifica ad accertarsi che
sia in linea con le sentenze di cui sopra dichiarandosi pronta a offrire loro
la propria consulenza in merito all'interpretazione delle stesse. 3.3. Presunte violazioni di altre
parti dell'acquis di Schengen Recepimento della direttiva rimpatri (2008/115/CE)
nella normativa nazionale Il termine ultimo per l'attuazione della
direttiva rimpatri (2008/115/CE) è scaduto il 24 dicembre 2010. Tutti gli
Stati membri dell'UE vincolati dalla direttiva e tutti i paesi associati, con
l'eccezione dell'Islanda, hanno notificato il recepimento integrale della
direttiva nel diritto nazionale. La Commissione ha iniziato a esaminarne in
dettaglio il recepimento e l'applicazione pratica negli Stati membri e
presenterà la sua prima relazione sull'applicazione della direttiva entro la
fine del 2013. Attuazione del regolamento (CE) n. 1931/2006
sul traffico frontaliero locale Dall'entrata in vigore del regime di traffico
frontaliero locale nel 2006, la Commissione ha tenuto sotto controllo la sua
attuazione. Nel mese di luglio 2012, la Commissione ha deciso di richiedere
informazioni a tre Stati membri (Lettonia, Polonia e Slovenia) in merito agli
accordi bilaterali che questi paesi hanno concluso con i paesi terzi vicini. Le
preoccupazioni differiscono tra gli Stati membri, ma in generale riguardano i
requisiti per una assicurazione sanitaria di viaggio, la limitazione del campo
di applicazione ai soli cittadini delle parti contraenti, la mancanza di un
requisito relativo a un periodo minimo di soggiorno nella zona di frontiera,
ecc. Applicazione dell'acquis di Schengen
durante la sorveglianza delle frontiere marittime Come precedentemente riferito, nell'ottobre 2009
la Commissione ha inviato una lettera di messa in mora alla Grecia, a seguito
di denunce relative alle gravi difficoltà incontrate da migranti nel richiedere
asilo e a maltrattamenti dei richiedenti asilo, fra cui la negazione
dell'ingresso a persone che potevano rischiare gravi danni o persecuzioni.
L'analisi della Commissione viene condotta alla luce degli sviluppi costanti,
come i progressi compiuti nell'attuazione del piano d'azione nazionale greco. Inoltre, in seguito al caso dei migranti che
sarebbero stati intercettati dalle autorità italiane in alto mare e rinviati in
Libia, nel luglio 2009 la Commissione ha invitato l'Italia a fornire
informazioni sulle misure da essa applicate per evitare il rischio di
respingimento e sulle rassicurazioni che esse avrebbero ottenuto dalle autorità
libiche relativamente alle persone interessate. Il 23 febbraio 2012, la Corte
europea dei diritti dell'uomo ha ritenuto l'Italia colpevole di violazione della
Convenzione europea dei diritti umani sulla base di tali fatti[12];
la Commissione sta ora analizzando le implicazioni di questa sentenza sulle
operazioni di sorveglianza delle frontiere marittime e sull’acquis in
materia di asilo. 3.4. Svolgimento di operazioni
alle frontiere marittime coordinate da Frontex Il 5 settembre 2012, la Corte di giustizia[13]
ha annullato la decisione 2010/252/UE del Consiglio, che integra il codice frontiere
Schengen per quanto riguarda le operazioni alle frontiere marittime coordinate
da Frontex, perché contiene elementi essenziali di sorveglianza delle frontiere
esterne marittime che non possono essere considerate rientranti tra le modalità
supplementari ai sensi dell’articolo 12, paragrafo 5, del codice frontiere
Schengen: una siffatta decisione non può essere adottata che dal legislatore
dell’Unione europea. La Corte ha stabilito che gli effetti della decisione annullata
siano mantenuti fino all’entrata in vigore, entro un termine ragionevole, di
una nuova normativa. La Commissione presenterà una proposta legislativa all’inizio
del 2013. 3.5. Carenze individuate nel
quadro del meccanismo di valutazione di Schengen Nel quadro dell'attuale meccanismo di
valutazione Schengen[14], l'applicazione dell'acquis di
Schengen da parte degli Stati membri viene regolarmente valutata da esperti
degli Stati membri stessi, dal Segretariato generale del Consiglio e dalla
Commissione. Nel periodo dal 1° maggio 2012 al 31 ottobre 2012,
sono state effettuate valutazioni Schengen riguardo alle frontiere marittime in
Estonia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia e Slovenia, alla cooperazione delle
forze di polizia in Ungheria, Slovacchia, Repubblica ceca e Polonia, alle
frontiere aeree in Estonia, Lettonia e Lituania, alla protezione dei dati in
Estonia, Lettonia, Lituania, Malta e Slovenia, al sistema SIS/SIRENE in
Danimarca, Islanda e Norvegia, e ai visti in Lettonia e Lituania. Le relazioni,
ancora in fase di ultimazione, dovrebbero includere osservazioni sia positive
che negative e raccomandazioni su questioni quali la formazione, l'uso
dell'analisi dei rischi, lo scambio di informazioni, la cooperazione
internazionale e le infrastrutture presso i valichi di frontiera e in ambasciate/consolati.
Come avvenuto anche durante i sei mesi precedenti, vi è in generale un margine
di miglioramento, ma non sono state rilevate carenze tali da imporre alla
Commissione di adottare misure immediate. Inoltre, dal 28 maggio al 2 giugno 2012 è
stata effettuata una missione inter pares in Grecia al fine di valutare lo
stato di avanzamento del piano d'azione greco, per ovviare alle carenze
individuate nella valutazione Schengen nel 2010-2011 e individuare gli
argomenti in cui gli Stati membri potrebbero offrire assistenza. La missione si
è recata all'aeroporto internazionale di Atene “Eleftherios Venizelos”, al
porto del Pireo e nella regione di Evros e ha quindi coperto tutti i tipi di
frontiere. È stato osservato che, nonostante i progressi ottenuti, è ancora
necessario realizzare e promuovere ulteriori miglioramenti. La Commissione invita la Grecia a proseguire
l'attuazione del suo piano d'azione Schengen e ribadisce il suo impegno a
sostenere gli sforzi greci nella gestione delle sue frontiere esterne, tra
l'altro attraverso il Fondo per le frontiere esterne e l'assistenza Frontex. Per un calendario indicativo delle valutazioni
Schengen nel periodo da novembre 2012 ad aprile 2013, si veda l'allegato I. 3.6. Soppressione dei controlli
alle frontiere interne con la Bulgaria e la Romania In seguito alla decisione del Consiglio del
giugno 2011, in base alla quale sia la Romania sia la Bulgaria soddisfano i
criteri per applicare integralmente l'acquis di Schengen, il Consiglio
europeo del marzo 2012 ha chiesto al Consiglio di individuare e attuare misure
che contribuiscano all'adesione di questi due paesi. Il Consiglio ha in seguito
identificato varie misure di questo tipo, comprese le attività di Frontex in
corso e in programma, le azioni in materia di lotta contro i documenti falsi e
i furti di identità, e le iniziative riguardanti la lotta al contrabbando e alla
tratta di esseri umani. L'attuazione di tali misure è oggetto di controlli
continui. 4. Misure di accompagnamento 4.1. Uso del sistema d'informazione
Schengen Come evidenziato nella precedente relazione,
il sistema d'informazione Schengen (SIS) è molto efficace e fornisce molte
migliaia di risultati positivi ogni anno. Questo successo comporta un carico di
lavoro significativo per la cooperazione transfrontaliera tra gli uffici
SIRENE. In occasione di un seminario, i delegati degli Stati membri
dell'ufficio SIRENE e la Commissione hanno discusso su come rendere più
efficaci le prassi di lavoro, formulando diverse proposte che potrebbero essere
attuate a breve termine. Altre proposte saranno affrontate congiuntamente dagli
Stati membri e dalla Commissione per valutare se i problemi in questione siano
destinati ad essere comunque risolti nel 2013 grazie alle caratteristiche del
SIS II o debbano essere affrontati in modo più mirato rivedendo la prassi di
lavoro. 4.2. Uso del sistema
d'informazione sui visti Il sistema d'informazione sui visti (VIS) è un
sistema per lo scambio di informazioni sui visti per soggiorni di breve durata,
che consente alle autorità competenti degli Stati membri dello
spazio Schengen di trattare i dati relativi alle domande di visto e ai visti
rilasciati, rifiutati, annullati, revocati o prorogati. Il 10 maggio 2012
il sistema è stato lanciato con successo nella seconda regione, il Medio
Oriente (Israele, Giordania, Libano e Siria), e successivamente, il 2 ottobre
2012, ha iniziato a operare in una terza regione, quella del Golfo
(Afghanistan, Bahrein, Iran, Iraq, Kuwait, Oman, Qatar, Arabia Saudita, Emirati
arabi uniti e Yemen). Le date in cui verrà reso operativo nelle regioni
rimanenti sono in discussione tra gli Stati membri e saranno concordate nei
prossimi mesi. Il VIS sta funzionando bene a livello
operativo: sulla sua base, al 4 novembre 2012, erano state trattate 1 774 965
domande di visto, erano stati rilasciati 1 457 708 visti ed erano
state respinte 220 644 domande. La principale fonte di preoccupazione resta la
qualità dei dati (sia biometrici sia alfanumerici) introdotti dalle autorità
consolari degli Stati membri nel VIS, che talvolta ha compromesso le
prestazioni del sistema: tali problemi andranno evitati in futuro, dato che il
sistema continua a diffondersi in tutte le regioni del mondo. Nonostante i
graduali miglioramenti, occorrerà impegnarsi per migliorare ulteriormente l'acquisizione
delle impronte digitali e affinché siano inseriti nel VIS tutti i campi
obbligatori previsti nelle domande di visto. 4.3. Politica in materia di visti
e accordi di riammissione Meccanismo di controllo per il periodo
successivo alla liberalizzazione dei visti per i paesi dei Balcani occidentali Nel mese di agosto
2012, la Commissione ha presentato la sua terza relazione sul controllo
successivo alla liberalizzazione dei visti per l'ex Repubblica jugoslava di
Macedonia, il Montenegro, la Serbia, l'Albania e la Bosnia-Erzegovina[15],
che illustra le recenti azioni intraprese e propone i prossimi passi da
compiere. Nella prima metà del 2012 il numero dei richiedenti asilo della
regione è diminuito rispetto allo stesso periodo del 2011 (-13%
per la Serbia e -48% per l’ex Repubblica jugoslava di Macedonia tra maggio 2011
e maggio 2012), ma sono aumentati in misura considerevole
i richiedenti asilo di Albania (+725%), Bosnia-Erzegovina (+14%) e Montenegro (+77%). La maggior parte delle
domande di asilo è considerata infondata e il tasso di riconoscimento del
diritto di asilo rimane molto basso. Belgio, Germania, Lussemburgo e Svezia
restano i principali paesi di destinazione. Tali Stati membri hanno adottato
misure per ridurre la durata del trattamento delle domande, ma esiste ancora un
margine di miglioramento per quanto riguarda, tra l'altro, lo scambio di
informazioni, le indagini sui facilitatori, il rafforzamento dei controlli in entrata
e in uscita, le campagne di sensibilizzazione mirate e l'assistenza alle minoranze.
Accordi di riammissione Nell’aprile 2012 la Commissione ha siglato un
accordo di riammissione con Capo Verde e successivamente ha avviato la
procedura di ratifica formale. I negoziati con la Turchia per un accordo di riammissione
sono stati completati e il testo è stato siglato nel mese di giugno 2012. Si
prevede inoltre la firma dell'accordo di riammissione e l'avvio di un dialogo
sulla liberalizzazione dei visti. Nell’ottobre 2012 è stato siglato un accordo
di riammissione con l'Armenia e la Commissione sta ora lavorando affinché sia
sottoscritto e concluso il più rapidamente possibile. Inoltre, sono stati
aperti i negoziati con l'Azerbaigian sugli accordi di facilitazione del
rilascio dei visti e di riammissione. ALLEGATO I: Calendario indicativo delle
valutazioni Schengen nel periodo novembre 2012-aprile 2013[16] Periodo || Stati membri || Argomento 11-17 novembre 2012 || Estonia, Lettonia, Lituania || Cooperazione di polizia 18-28 novembre 2012 || Repubblica ceca, Polonia e Slovacchia || Frontiere aeree 20-26 gennaio 2013 || Estonia || Visti 10-20 marzo 2013 || Polonia, Slovacchia || Visti 14-25 aprile 2013 || Estonia, Lettonia, Lituania || Frontiere terrestri [1] COM(2011)
561 definitivo. [2] COM(2012)
230 final. [3] Analisi
dei rischi trimestrale di Frontex relativa al periodo da aprile a giugno 2012. [4] Analisi
dei rischi trimestrale di Frontex relativa al periodo da aprile a giugno 2012. [5] Analisi
dei rischi trimestrale di Frontex relativa al periodo da aprile a giugno 2012. [6] Francia,
Grecia e Irlanda non hanno partecipato. [7] Sintesi
della relazione della polizia nazionale danese, giugno 2012. [8] Regolamento
(CE) n. 562/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un
codice comunitario relativo al regime di attraversamento delle frontiere da
parte delle persone (codice frontiere Schengen). [9] Documento
del Consiglio 10491/12 FRONT 84 COMIX 337. [10] Documento
del Consiglio 13219/12 FRONT 115 COMIX 467. [11] Sentenza
del 22 giugno 2010 nella causa C-188/10. [12] Caso
di Hirsi Jamaa e altri v. Italia (ricorso n. 27765/09). [13] Sentenza
del 5 settembre 2012 nella causa C-355/10, Parlamento europeo v. Consiglio. [14] SCH/Com-ex
(98) 26 def. [15] COM
(2012) 472 final. [16] Documenti
del Consiglio 5090/4/12 SCH-EVAL 1 COMIX 6 REV 4 e 12032/12 SCH-EVAL 99 COMIX 423.