COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL CONSIGLIO E AL PARLAMENTO EUROPEO sulle valutazioni complessive dei rischi e della sicurezza (“prove di stress”) delle centrali nucleari nell’Unione europea e attività collegate /* COM/2012/0571 final */
COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL
CONSIGLIO E AL PARLAMENTO EUROPEO sulle valutazioni complessive dei rischi e
della sicurezza (“prove di stress”) delle centrali nucleari nell’Unione europea
e attività collegate 1. Introduzione Nell’UE sono attualmente in esercizio 132 reattori
nucleari in 58 siti. Sotto il profilo della
sicurezza, sebbene si siano verificati e continuino a verificarsi guasti,
finora non è mai stato registrato nessun grande incidente. Benché il bilancio in termini di sicurezza sia
quindi complessivamente positivo, la fiducia dei cittadini dell’UE
nell’industria nucleare europea è subordinata a miglioramenti continui del
quadro dell’UE in materia di sicurezza e di protezione nucleari che le
consentano di mantenere l’attuale primato mondiale di efficienza fondata sui
più elevati standard di sicurezza. L’incidente dei reattori di Fukushima, in
Giappone, che si è verificato nella scia del terremoto e dello tsunami del
marzo 2011, ha posto in evidenza le sfide cui la sicurezza nucleare e la
relativa gestione devono far fronte, dimostrando
la necessità di proteggere i reattori nucleari anche dagli incidenti
considerati estremamente improbabili. I fatti di Fukushima hanno messo in luce
problemi noti e ricorrenti: difetti di progettazione, sistemi di riserva
insufficienti, errore umano, piani d’emergenza inadeguati, comunicazioni
carenti. L’UE deve trarre insegnamento da Fukushima per ridurre
ulteriormente il rischio di guasti nucleari in Europa. L’incidente di Fukushima ha determinato, in Europa
e nel mondo, un impegno senza precedenti per riesaminare la sicurezza degli
impianti nucleari, con iniziative a livello nazionale, regionale e
internazionale. Nell’UE il Consiglio europeo del marzo 2011[1] ha affermato nelle conclusioni:
“occorre riesaminare la sicurezza di tutte le centrali nucleari dell’UE sulla
scorta di una valutazione esauriente e trasparente dei rischi e della sicurezza
(“prove di stress”); si invitano il Gruppo dei regolatori europei in materia di
sicurezza nucleare (ENSREG) e la Commissione a definire al più presto la
portata e le modalità di tali prove in un quadro coordinato, tenendo presenti
gli insegnamenti tratti dall’incidente giapponese, coinvolgendo pienamente gli
Stati membri e avvalendosi delle competenze disponibili (in particolare, quelle
dell’Associazione delle autorità di regolamentazione nucleare dell’Europa
occidentale); le valutazioni saranno effettuate da autorità nazionali
indipendenti attraverso una revisione tra pari; i relativi risultati e le
eventuali misure successive necessarie che saranno adottate dovranno essere
condivisi con la Commissione e in ambito ENSREG e dovranno essere resi
pubblici”. Il Consiglio europeo ha inoltre chiesto alla Commissione d’invitare
i paesi limitrofi dell’UE ad associarsi all’esercizio di prove di stress, di
riesaminare “il quadro normativo e regolamentare vigente per quanto riguarda la
sicurezza degli impianti nucleari” e di proporre, “entro la fine del 2011, i
miglioramenti che si riveleranno necessari”. Grazie ad una cooperazione stretta fra gestori
delle centrali, autorità di regolamentazione nucleare e Commissione è stato
possibile effettuare le prove di stress nel 2011 e 2012. La Commissione può oggi assolvere il mandato conferitole dal
Consiglio europeo con la presente relazione, nella quale presenta le
conclusioni e raccomandazioni scaturite dalle prove di stress e attività
collegate. La relazione tratta altresì della
dimensione internazionale della sicurezza e protezione nucleari e illustra come
migliorare il quadro di sicurezza nucleare nell’UE rilevando il dinamismo della
sicurezza nucleare: migliorarla non è
esercizio che si esaurisca in un’unica soluzione, bensì un processo da rivedere
e aggiornare su base continuativa. Nella
relazione confluiscono soprattutto tutti i filoni dell’esercizio di
valutazione, nella prospettiva della definizione di proposte legislative,
extralegislative e progettuali. Tutte le
misure prospettate intendono migliorare la sicurezza delle centrali e la
relativa gestione a livello unionale e nazionale e promuovere sulla scena
internazionale i valori dell’UE in tema di sicurezza e protezione nucleari. Le risultanze tecniche e la metodologia seguita
per le prove di stress sono illustrate nel documento di lavoro dei servizi
della Commissione che accompagna la presente comunicazione. 2. processo, principali risultanze e seguito immediato
delle valutazioni del rischio e della sicurezza 2.1. Esame senza precedenti della
sicurezza e protezione nucleari Nella scia dell’incidente di Fukushima e del
conseguente mandato conferito alla Commissione dal Consiglio europeo, sono
stati portati avanti in parallelo vari filoni di attività, qui brevemente
illustrati. Sebbene il campo di applicazione e le modalità
delle prove siano stati stabiliti dall’ENSREG e dalla Commissione, la
valutazione della sicurezza delle centrali nucleari è materia di competenza dei
gestori nucleari e delle autorità nazionali di regolamentazione, che hanno
partecipato alle prove di stress su base volontaria. La Commissione non è in
grado di garantire la sicurezza e protezione nucleari degli impianti nucleari,
perché la responsabilità giuridica al riguardo resta a livello nazionale: di
questo si deve tener conto nella lettura di tutte le conclusioni riportate
nella presente comunicazione. Impostazione delle valutazioni della sicurezza da parte dell’ENSREG Le prove di stress si configuravano come nuova
valutazione mirata dei margini di sicurezza delle centrali nucleari, alla luce
degli insegnamenti tratti dai fatti di Fukushima, a fronte delle sfide che
eventi naturali estremi pongono alle funzioni di sicurezza delle centrali. Sono
state organizzate tenendo debitamente conto della ripartizione delle competenze
in tema di sicurezza nucleare tra i diversi soggetti interessati[2]. Tutti i quattordici Stati membri
dell’UE in cui sono in esercizio centrali nucleari[3], più la Lituania[4], hanno partecipato alle
valutazioni su base volontaria. I 132 reattori nucleari in esercizio
nell’UE[5]
funzionano con tecnologie diverse e sono di tipologie diverse, ma si tratta principalmente
di reattori ad acqua pressurizzata (PWR), reattori ad acqua bollente (BWR) o
reattori raffreddati a gas. Come prima tappa nelle prove di stress i gestori
nucleari hanno proceduto ad un’autovalutazione e le autorità nazionali di
regolamentazione hanno elaborato relazioni nazionali in linea con le loro
responsabilità in tema di sicurezza delle centrali nucleari. I gruppi di
valutazione tra pari, composti principalmente da esperti degli Stati membri
coadiuvati dalla Commissione europea, hanno visitato 23 siti, scelti in
funzione della tipologia di reattore e dell’ubicazione geografica. La visita
dei gruppi ai siti prescelti in ciascun paese è stata organizzata a
consolidamento dell’attuazione delle prove di stress, evitando tuttavia
ingerenze nelle competenze delle autorità nazionali in tema di ispezioni di
verifica della sicurezza nucleare; a seguito dell’incidente di Fukushima, tali
autorità hanno organizzato ispezioni in ciascuna centrale nucleare in esercizio
nell’UE. Il documento di lavoro dei servizi della Commissione che accompagna la
presente comunicazione riporta informazioni su ciascuna centrale nucleare così
come i relativi riferimenti alle informazioni messe a disposizione dai gestori
delle centrali, dalle autorità nazionali di regolamentazione o dall’ENSREG nel
complesso. A seguito della presentazione della relazione
intermedia della Commissione[6]
è stato realizzato, fra gennaio e aprile 2012, un processo generale di
valutazione tra pari su scala UE. Ne sono
scaturiti una relazione panoramica del comitato per la valutazione tra pari
dell’ENSREG, da questo avallato, e diciassette relazioni nazionali[7], corredate di raccomandazioni
particolareggiate. Nel mese di luglio l’ENSREG
ha adottato un piano d’azione atto a dare seguito all’attuazione delle
raccomandazioni scaturite dalla valutazione tra pari. Le risultanze e
raccomandazioni in tema di sicurezza illustrate nella presente comunicazione si
basano su tali elementi. Lavori sulla protezione nucleare nell’ambito
del Consiglio (Gruppo ad hoc sulla protezione nucleare (AHGNS)) In seno al Consiglio era operativo un nuovo gruppo
ad hoc, istituito per discutere delle questioni attinenti alla protezione delle
centrali nucleari, che si è riunito periodicamente dal settembre 2011
sotto presidenza polacca e danese. Era composto di esperti in materia di
protezione degli Stati membri, cui era strettamente associata la Commissione.
Contrariamente alle valutazioni di sicurezza dell’ENSREG, i lavori dell’AHGNS
non hanno riguardato i singoli impianti, bensì lo stato della protezione
nucleare nell’insieme dell’UE tramite l’esame della metodologia applicabile
alla valutazione e difesa delle centrali nucleari, misure di prevenzione
comprese. L’AHGNS ha incoraggiato lo scambio delle pratiche
esistenti ed ha indicato i miglioramenti metodologici possibili, rifacendosi
principalmente alle buone pratiche riportate negli attuali orientamenti
dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA). Ha concluso i lavori
nel maggio 2012. Associazione dei paesi limitrofi dell’UE all’esercizio La Svizzera, l’Ucraina e la Croazia si sono
pienamente associate all’UE nelle prove di stress e nell’esercizio di
valutazione tra pari, mentre altri paesi limitrofi (ad es., Turchia[8], Bielorussia e Armenia[9]) hanno accettato di applicare
la medesima metodologia, ma con calendari diversi. Anche la Federazione russa
ha proceduto a nuove valutazioni e individuato misure di miglioramento per le
proprie centrali nucleari applicando una metodologia propria. La Svizzera si è
impegnata pienamente a dar seguito alle raccomandazioni scaturite dalle prove
di stress, mentre l’Ucraina ha inserito le risultanze delle prove nel programma
di ammodernamento delle centrali nucleari. La Commissione apprezza tali sforzi
di convergenza con l’impostazione dell’UE nel settore. Valutazione del quadro istituzionale e giuridico da parte della
Commissione Oltre alla valutazione della sicurezza delle
centrali, la Commissione ha analizzato l’architettura istituzionale e il quadro
giuridico in materia di sicurezza nucleare in Europa, tenendo conto del piano
d’azione dell’AIEA[10]
e dell’esito delle discussioni internazionali relative alla convenzione sulla
sicurezza nucleare. In tale contesto ha individuato lacune e migliori pratiche
che è possibile colmare o inserire nella normativa dell’UE nel rispetto
dell’attuale equilibrio di competenze, grazie ad una maggiore collaborazione
fra gli Stati membri ovvero nel quadro dell’attuazione di programmi dell’UE
vigenti. Effetti dell’impatto di aeromobili Nel corso dell’esercizio di valutazione sono stati
considerati eventi che potrebbero incidere sia sulla sicurezza sia sulla
protezione delle centrali nucleari, ad esempio l’impatto di un aeromobile. La
specifica dell’ENSREG sulle prove di stress contempla gli effetti di un tale impatto
sulla sicurezza della centrale; in tema di protezione, la relazione dell’AHGNS
indica le buone pratiche cui gli Stati membri dovrebbero attenersi per
prevenire impatti di aeromobili conseguenti ad atti malevoli. La Commissione ha organizzato per il 25 settembre 2012
un seminario dedicato alla protezione delle centrali nucleari dall’impatto di
aeromobili, finalizzato al potenziamento della sicurezza delle centrali e al
vaglio di metodi di difesa alternativi. Vi hanno partecipato le autorità degli
Stati membri responsabili della regolamentazione di sicurezza, cui si è
aggiunto il contributo di esperti statunitensi e giapponesi. Gli esperti
invitati hanno esaminato separatamente le caratteristiche delle centrali
esistenti e le nuove progettazioni. Preparazione all’emergenza extra sito Nel quadro della fase di valutazione tra pari
delle prove di stress sulla sicurezza, alcune ONG hanno chiesto di estendere il
campo d’applicazione di tali prove alla preparazione all’emergenza extra sito.
Nell’UE vi sono 47 centrali nucleari, per un totale di 111 reattori, che
interessano una popolazione di 100 000 persone in un raggio di 30 km:
le misure di prevenzione extra sito sono quindi di primaria importanza. La
responsabilità di tali misure incombe a varie autorità nazionali, regionali e
locali. Con l’ausilio dell’ENSREG, la Commissione asta avviando uno studio teso
a delineare un quadro delle disposizioni vigenti, prestando particolare
attenzione alle regioni di frontiera dell’UE, e a formulare le raccomandazioni
necessarie. I risultati sono attesi per fine 2013. Cooperazione nell’ambito delle organizzazioni internazionali Le parti contraenti della convenzione sulla
sicurezza nucleare hanno tenuto, nell’agosto 2012, una riunione
straordinaria per esaminarne l’efficacia e l’adeguatezza ai tempi. La
Commissione ha elaborato una relazione per conto dell’Euratom[11] ed è stata incaricata dagli
Stati membri, nell’ambito del Consiglio, di negoziare i miglioramenti da
apportare all’attuazione della convenzione e le proposte di modifica presentate
dalle altre parti contraenti. 2.2. Risultati delle valutazioni
della sicurezza e dell’analisi istituzionale e giuridica I risultati sono illustrati nel documento di
lavoro dei servizi della Commissione che accompagna la presente comunicazione.
Le considerazioni fondamentali riguardo a ciascun aspetto sono riepilogate nei
punti che seguono. 2.2.1. Risultanze circa le misure di
sicurezza nelle centrali nucleari esistenti Alle luce delle prove di stress, le autorità
nazionali di regolamentazione non hanno ravvisato ragioni tecniche che
impongano la chiusura di alcuna centrale nucleare in Europa e hanno censito una
serie di buone pratiche. La Commissione non ha competenza ad effettuare
valutazioni di questo tipo. Nonostante la conclusione cui tali autorità sono
giunte, praticamente in tutte le centrali nucleari sono necessari miglioramenti
in termini di sicurezza: sono state infatti individuate centinaia di misure di
miglioramento tecnico. Nella scia degli incidenti di Three Mile Island e di Cernobil,
le misure di difesa delle centrali nucleari sono state concordate a livello
mondiale, ma le prove di stress hanno evidenziato che, in molti casi, esse non
sono state ancora attuate. Le principali raccomandazioni scaturite dalle
prove di stress sono riepilogate nell’allegato, mentre gli ulteriori
particolari sui miglioramenti richiesti e le buone pratiche specificate per
centrale nucleare sono riportati nel documento di lavoro. Esempi di risultanze rilevanti In
4 reattori (ubicati in due diversi paesi) gli operatori dispongono di meno di
un’ora per ripristinare le funzioni di sicurezza in caso di interruzione di
tutte le forme di alimentazione elettrica e/o di perdita del pozzo di calore
ultimo. In
10 reattori non è ancora stata installata la strumentazione sismica. Attualmente
4 paesi dispongono di sistemi di sicurezza di supporto totalmente indipendenti
dai sistemi di sicurezza ordinari, ubicati in zone adeguatamente riparate da
eventi esterni (ad es., sistemi collocati in bunker oppure zona destinata ai
sistemi di sicurezza a prova di eventi esterni). Un quinto paese sta vagliando
l’ipotesi di dotarsi di tali sistemi. Sono
già disponibili in 7 paesi, e saranno installate nella maggior parte degli
altri, apparecchiature mobili, in particolare generatori diesel, attivabili in
caso di interruzione dell’alimentazione elettrica, evento esterno o incidente
grave. Dal seminario sull’impatto di aeromobili sono
emerse le notevoli differenze che contraddistinguono i vari approcci nazionali
alla valutazione delle relative implicazioni di sicurezza per le centrali
nucleari esistenti e nuove: le specifiche di progettazione delle centrali
nucleari nuove impongono che l’impatto di un grosso aeromobile non provochi
nessuna fuoriuscita dall’edificio di contenimento, mentre ragioni storiche
determinano una situazione diversa per le centrali nucleari esistenti. Inoltre,
le metodologie applicate e le implicazioni sviluppate non sono necessariamente
omogenee e coerenti nei diversi Stati membri. I partecipanti al seminario hanno insistito sulla
necessità di mantenere la questione nettamente distinta dalle problematiche
attinenti alla protezione, dato il diverso livello di responsabilità
istituzionale e di trasparenza nei confronti dei cittadini. 2.2.2. Risultanze circa le procedure
e i quadri di sicurezza Dalle prove di stress sono emerse negli Stati
membri sia buone pratiche sia carenze, illustrate entrambe nel documento di
lavoro. Le prove di stress e altri rapporti sulle indagini inerenti ai fatti di
Fukushima[12]
hanno messo in luce i seguenti aspetti fondamentali: ·
eterogeneità della valutazione e gestione dei
pericoli esterni per la sicurezza della centrale – ad
esempio, non tutti gli Stati membri danno attuazione agli orientamenti
dell’AIEA sui carichi sismici o agli orientamenti sulle inondazioni (prima
raccomandazione del comitato per la valutazione tra pari dell’ENSREG – cfr. 2.3.2.);
·
differenze considerevoli nella portata e
profondità dell’analisi probabilistica della sicurezza (PSA) impiegata per
caratterizzare la sicurezza dei reattori nucleari; in alcuni Stati membri è
necessario e urgente un allineamento agli standard accettati a livello
internazionale al riguardo; ·
necessità di disporre, in tutte le centrali
nucleari, di orientamenti per la gestione degli incidenti gravi (SAMG)
che contemplino tutti i tipi di situazione. Dalle prove di stress è emerso che
in vari Stati membri occorre aggiornare i SAMG e dar loro piena attuazione al
più presto; ·
necessità di migliorare la cultura della
sicurezza, lacune nell’individuazione e gestione
complessive e trasparenti dei problemi di sicurezza fondamentali. Dai fatti
di Fukushima è emerso in modo manifesto che il rischio tsunami era stato
sottostimato, principalmente a causa di fattori umani, sistemici e
organizzativi. 2.2.3. Risultanze circa il quadro
giuridico in materia di sicurezza e la relativa attuazione Nel vigente quadro di sicurezza nucleare a livello
di Unione e di Stati membri sono state individuate varie carenze: ·
principalmente, differenze persistenti fra gli
Stati membri e conseguente mancanza di un approccio omogeneo alla
regolamentazione della sicurezza nucleare. Non esistono meccanismi
UE codificati per la definizione delle norme tecniche o delle modalità di
svolgimento delle valutazioni della sicurezza. La direttiva sulla sicurezza
nucleare non prevede disposizioni al riguardo; ·
disposizioni minime sull’indipendenza delle
autorità nazionali di regolamentazione e sui mezzi per assicurarne l’efficacia,
non necessariamente sufficienti a impedire situazioni in cui la competenza di
regolamentazione è ripartita tra vari soggetti oppure fa capo direttamente al
ministero (dell’economia, dell’ambiente, ecc.). Inoltre, l’attuale catalogo
delle competenze di regolamentazione non è sufficientemente esplicito; ·
trasparenza: come emerso
dalle prove di stress, si tratta di un fattore essenziale per assicurare che
siano attuate le migliori pratiche di sicurezza possibili. La direttiva sulla
sicurezza nucleare prevede tuttavia soltanto obblighi generici d’informazione
della popolazione; ·
meccanismi di monitoraggio e di verifica a
livello di UE limitati alla valutazione tra pari del
quadro nazionale di sicurezza nucleare. 2.3. Raccomandazioni fondamentali
scaturite dalle prove di stress sulla sicurezza 2.3.1. Raccomandazioni circa le
misure di sicurezza nelle centrali nucleari esistenti Il documento di lavoro passa in rassegna le varie
misure di sicurezza richieste nelle singole centrali nucleari. Follow-up Tutti i paesi partecipanti hanno iniziato a
adottare provvedimenti operativi per migliorare la sicurezza delle centrali,
fra cui: apparecchiature mobili supplementari per prevenire incidenti gravi o
attenuarne gli effetti, installazione di apparecchiature fisse maggiormente
protette, miglioramento della gestione degli incidenti gravi, misure adeguate
di formazione del personale. Il costo dei miglioramenti supplementari della
sicurezza è stimato fra 30 e 200 milioni di EUR per reattore. Il costo
complessivo per i 132 reattori in esercizio nell’UE potrebbe quindi attestarsi
fra 10 e 25 miliardi di EUR per tutte le unità delle centrali nucleari
dell’UE nei prossimi anni. Le cifre indicate si basano sulle stime pubblicate
dall’autorità di sicurezza nucleare francese (che riguardano oltre un terzo dei
reattori presenti nell’UE), con riserva di conferma nei piani d’azione
nazionali. In linea con la dichiarazione congiunta formulata
dalla Commissione e dall’ENSREG il 25 aprile 2012[13], quest’ultimo ha adottato in
luglio un piano d’azione volto ad assicurare che le raccomandazioni
scaturite dall’esercizio di valutazione tra pari siano attuate in modo
omogeneo e trasparente. Ciò deve costituire una priorità per tutti gli Stati
membri interessati. Poiché i miglioramenti raccomandati sono molto numerosi, è
necessario definire e applicare metodi e criteri atti a ponderare l’importanza
delle diverse misure, al fine di stabilire un ordine di priorità ed assegnare i
finanziamenti ai settori che recano i maggiori benefici in termini di
sicurezza. Nel contempo, la valutazione effettuata sulle
centrali in costruzione ha reputato scarsa la probabilità che queste misure di
potenziamento della sicurezza incidano pesantemente sulla progettazione dei
nuovi reattori. Paiono quindi improbabili aumenti ingenti dei costi
d’investimento in nuova capacità di generazione nucleare in Europa, a
condizione che si scelgano le migliori tecnologie disponibili. L’attuazione di meccanismi di monitoraggio e di
verifica è materia di competenza degli Stati membri. 2.3.2. Raccomandazioni circa le
procedure e i quadri di sicurezza In tema di sicurezza il comitato per la
valutazione tra pari dell’ENSREG ha individuato in Europa quattro aree
principali di ulteriore miglioramento: ·
necessità di definire orientamenti europei sulla
valutazione dei pericoli naturali, compresi terremoti, inondazioni e condizioni
meteorologiche estreme, e dei margini di sicurezza, al fine di migliorare la
coerenza tra gli Stati membri. Questo compito potrebbe
essere proficuamente affidato all’Associazione delle autorità di
regolamentazione nucleare dell’Europa occidentale (WENRA), che vanta le
migliori competenze reperibili in Europa (in collegamento con la prima
risultanza di cui al punto 2.2.2.); ·
frequenza come minimo decennale della revisione
periodica della sicurezza (PSR) di ciascuna centrale nucleare, al fine di preservarne e migliorarne la sicurezza e la resistenza e
di valutare nuovamente i pericoli naturali cui può essere esposta; ·
necessità di attuare le misure riconosciute
atte a salvaguardare l’integrità dell’edificio di contenimento, ultima barriera
di protezione della popolazione e dell’ambiente dalle fuoriuscite radioattive; ·
necessità di prevenire incidenti provocati da
pericoli naturali e/o di attenuarne gli effetti,
vagliando misure quali: apparecchiature collocate in bunker atte a prevenire e
gestire incidenti gravi, apparecchiature mobili protette dagli eventi naturali
estremi, centri di reazione alle emergenze protetti sia dagli eventi naturali
estremi sia dalla contaminazione, squadre e apparecchiature di soccorso
attivabili in tempi rapidi per aiutare gli operatori locali in caso di eventi
di lunga durata. Follow-up La Commissione e le autorità nazionali di
regolamentazione hanno stabilito che saranno elaborati e messi a disposizione,
entro il 2012, piani d’azione nazionali corredati di calendario di attuazione,
che saranno poi, a inizio 2013, sottoposti alla metodologia della valutazione
tra pari per accertare che, in tutta Europa, le raccomandazioni scaturite dalle
prove di stress siano attuate in modo omogeneo e trasparente. Nei settori in
cui sono necessari ulteriori analisi e orientamenti tecnici, le autorità
nazionali di regolamentazione collaboreranno strettamente in ambito WENRA. I guasti che si verificano nelle centrali
nucleari, anche negli Stati membri che vantano altrimenti un bilancio positivo
in termini di sicurezza, confermano la necessità di effettuare periodicamente
revisioni approfondite della sicurezza e di procedere a valutazioni
dell’esperienza operativa e mettono in luce l’esigenza di una stretta
cooperazione e della condivisione d’informazioni fra gestori, venditori,
autorità di regolamentazione e istituzioni europee, in sedi quali la
piattaforma europea di scambio delle esperienze operative mantenuta dal Centro
comune di ricerca (JRC) della Commissione. Inoltre, l’ENSREG può svolgere una
funzione fondamentale nel far sì che le esperienze e le conclusioni tratte dai
guasti nucleari siano condivise prontamente e applicate in modo omogeneo negli
altri Stati membri. Dai risultati delle indagini recenti che hanno interessato
il reattore Doel 3 in Belgio, per esempio, è emersa la necessità di
verificare costantemente la situazione della centrale con le tecniche più
moderne e di divulgare il più possibile le relative informazioni. La Commissione raccomanda altresì alle autorità
nazionali di regolamentazione d’includere nelle future valutazioni di sicurezza
un’analisi più particolareggiata degli effetti degli incidenti in
impianti multipli, tenendo presenti anche l’obsolescenza delle apparecchiature
e dei materiali, la protezione delle piscine di stoccaggio del combustibile
esaurito e le possibilità di ridurre la quantità di combustibile esaurito
stoccato nelle piscine, al fine di ridurre i rischi dovuti alla perdita di
refrigerante. A parere della Commissione, l’estensione della
valutazione della sicurezza alle disposizioni di preparazione all’emergenza
e di risposta extra sito apporta un contributo supplementare importante al
miglioramento della sicurezza della popolazione. Come prima tappa avvia quindi
lo studio “Rassegna delle disposizioni vigenti di preparazione all’emergenza
nucleare e di risposta extra sito negli Stati membri dell’UE e nei paesi
limitrofi”, con l’obiettivo di compilare una panoramica delle capacità di
preparazione all’emergenza nucleare e di risposta extra sito disponibili negli
Stati membri dell’UE e nei paesi limitrofi, individuandone incoerenze e lacune,
e di elaborare proposte (legislative o extralegislative) sui miglioramenti
possibili. Riguardo alle implicazioni in termini di sicurezza
dell’impatto di un aeromobile su una centrale nucleare, la Commissione
raccomanda all’ENSREG di avviare quanto prima lavori su un approccio europeo
alla sicurezza, che sfocino in una metodologia omogenea e in standard elevati
di livello comparabile in tutta l’Unione europea. 2.4. Risultanze fondamentali e
raccomandazioni scaturite dalle valutazioni della sicurezza[14] La relazione finale del Gruppo ad hoc sulla
protezione nucleare[15]
espone le conclusioni raggiunte sulle cinque tematiche discusse: protezione
fisica, impatto di aeromobili dovuto ad atti malevoli, attacchi informatici,
pianificazione per l’emergenza nucleare, esercitazioni e formazione. Dato che
la sicurezza nazionale resta di competenza degli Stati membri e che la
sensibilità dei temi e la riservatezza impongono ovvi vincoli rigorosi, la
relazione rivolge agli Stati membri varie raccomandazioni volte al
rafforzamento della protezione nucleare nell’UE, rilevando in particolare: ·
la necessità che gli Stati membri che non vi hanno
ancora provveduto completino urgentemente la ratifica della
convenzione emendata sulla protezione fisica dei materiali nucleari; ·
il valore aggiunto che apportano gli orientamenti
e servizi dell’AIEA, tra cui l’invio periodico di missioni dell’IPPAS[16] in tutti gli Stati membri
dotati di centrali nucleari; ·
l’importanza di una cooperazione stretta e
regolare tra gli Stati membri e con i paesi limitrofi; ·
la necessità di stabilire le modalità e i consessi
per il proseguimento dei lavori dell’UE sulla protezione nucleare. 2.5. Raccomandazioni per il
collegamento tra i lavori sulle tematiche della sicurezza e quelli sulle
tematiche della protezione Sono necessari sforzi costanti per collegare i
lavori sulla sicurezza a quelli sulla protezione in ambito nucleare, colmando
le eventuali lacune. Ad esempio, né le prove di stress sulla sicurezza né la
relazione sulla protezione nucleare forniscono una risposta a tutti i quesiti
inerenti a elementi come l’impatto di un aeromobile o la resistenza delle
centrali nucleari agli eventi esterni. Grazie al lavoro approfondito svolto sui
blackout nella stazione e sulla perdita di refrigerante nella centrale, le
prove di stress hanno tuttavia esaminato ampiamente gli effetti dell’impatto di
un aeromobile. Sebbene si tratti di un settore in cui le competenze sono
ripartite fra autorità diverse, è intenzione della Commissione approfondirne lo
studio attraverso audizioni specifiche di esperti. Per altri aspetti della
protezione nucleare si dovranno prendere in considerazione, in stretta
collaborazione con gli Stati membri, progetti specifici nel quadro del piano
d’azione CBRN dell’UE e azioni in materia di sicurezza informatica. Nel piano
d’azione l’ENSREG ha stabilito di proseguire la collaborazione sul tema
dell’impatto di aeromobili, nel rispetto delle competenze giuridiche delle autorità
nazionali di regolamentazione. 3. rafforzamento del quadro dell’ue in
materia di sicurezza nucleare 3.1. Attuazione del quadro
legislativo vigente in materia di sicurezza nucleare Il termine imposto agli Stati membri dell’UE per
completare il recepimento della direttiva sulla sicurezza nucleare[17] a livello nazionale
era il 22 luglio 2011. La Commissione europea ha avviato procedimenti di
infrazione nei confronti di dodici Stati membri che non lo hanno rispettato[18]. Ad oggi, due Stati membri[19] non hanno ancora adottato le
misure di recepimento. La Commissione si accinge ad effettuare un’analisi
approfondita della qualità delle misure di recepimento adottate dagli Stati
membri. 3.2. Miglioramento del quadro
legislativo in materia di sicurezza nucleare 3.2.1. Revisione della direttiva
sulla sicurezza nucleare È di fondamentale importanza assicurare che gli
insegnamenti tratti dall’incidente di Fukushima e le conclusioni scaturite
dalle prove di stress siano attuati adeguatamente e in modo omogeneo nell’UE e
che trovino riscontro nel quadro legislativo. Le prove di stress, i rapporti
giunti dal Giappone e i lavori svolti dalla comunità internazionale in sede
AIEA hanno confermato non soltanto le differenze considerevoli che separano gli
Stati membri, ma anche lacune nell’individuazione e gestione complessive e
trasparenti dei problemi di sicurezza fondamentali. Nel vigente quadro dell’UE in materia di sicurezza
nucleare (cfr. punto 2.2.3.) sono state altresì individuate varie carenze, il
cui superamento richiede una revisione della direttiva sulla sicurezza nucleare
relativamente agli aspetti illustrati qui di seguito. (1)
Procedure e quadri di sicurezza – Il campo d’applicazione della vigente direttiva sulla sicurezza
nucleare è limitato a principi generali, e principalmente alla determinazione
della ripartizione delle competenze fra gestori nucleari, autorità nazionali di
regolamentazione e altri soggetti nazionali: ne sono quindi escluse le
problematiche tecniche di sicurezza individuate con l’esperienza dell’incidente
nucleare di Fukushima e con le prove di stress. Le principali raccomandazioni
quadro scaturite dalle prove di stress (ad es., nuova valutazione periodica dei
pericoli esterni, attuazione di tecniche riconosciute per minimizzare l’impatto
degli incidenti, ecc.) devono tradursi in meccanismi concordati radicati nella
direttiva riveduta, sui quali le autorità nazionali di regolamentazione possano
fondare decisioni autonome. Sono necessari miglioramenti nella preparazione e
nella risposta alle emergenze nucleari o radiologiche gravi. La direttiva
riveduta dovrebbe prevedere disposizioni che impongano agli Stati membri di
predisporre misure adeguate di preparazione all’emergenza e di risposta in
sito, con particolare attenzione alla sicurezza degli impianti nucleari nuovi.
Laddove la direttiva riveduta può stabilire i parametri di base e gli obiettivi
di sicurezza, occorre definire il ruolo dell’ENSREG nell’orientare sulla
relativa attuazione, come dimostrano i recenti sviluppi riguardo al reattore di
Doel. Questi eventi hanno messo una volta di più in luce la necessità di un
dialogo fra i gestori e le autorità di sicurezza che permetta di condividere e
attuare le migliori pratiche e la più moderna tecnologia. Per i reattori nuovi la direttiva dovrebbe tener presenti
gli obiettivi di sicurezza della WERNA. (2)
Ruolo e mezzi delle autorità di regolamentazione
nucleare – Le vigenti disposizioni sulla separazione
delle funzioni di regolamentazione e l’efficacia delle autorità di
regolamentazione nucleare vanno rafforzate per assicurare l’indipendenza
effettiva di tali autorità e garantire loro la disponibilità di mezzi d’azione
adeguati. (3)
Apertura e trasparenza
– Occorre ampliare e precisare la trasparenza delle decisioni di
regolamentazione e la comunicazione regolare d’informazioni alla popolazione da
parte dei gestori nucleari, ad esempio imponendo obblighi ai titolari delle
licenze o indicando il tipo d’informazioni minime che la competente autorità di
regolamentazione è tenuta a comunicare alla popolazione. (4)
Monitoraggio e verifica
– Le disposizioni sul monitoraggio e sulla verifica, ad esempio mediante un
impiego maggiore delle valutazioni tra pari, dovrebbero estendersi ad altri
settori oltre alla valutazione del quadro di regolamentazione nazionale. 3.2.2. Assicurazione e responsabilità
in campo nucleare L’attuale quadro legislativo dell’UE non contempla
l’analisi delle disposizioni sul risarcimento delle vittime in caso di guasti o
incidenti nucleari, che quindi non è stata inserita, in quanto tale,
nell’esercizio di prove di stress. L’articolo 98 del trattato Euratom prevede
tuttavia l’emanazione di direttive del Consiglio che stabiliscano misure
vincolanti al riguardo. La Commissione esaminerà quindi, in base ad una
valutazione d’impatto e entro i limiti della competenza dell’UE, in che misura
occorra migliorare la posizione delle potenziali vittime di un incidente
nucleare in Europa. La Commissione intende proporre norme vincolanti
sull’assicurazione e responsabilità in campo nucleare, affrontando anche, in
questo contesto, la questione dei danni all’ambiente naturale. 3.2.3. Revisione della normativa su
alimenti e mangimi La gestione degli alimenti e mangimi contaminati a
seguito di un’emergenza nucleare è disciplinata dalla direttiva sulle norme
fondamentali di sicurezza (96/29/Euratom) e, relativamente alla
commercializzazione, da disposizioni specifiche del regolamento (Euratom)
n. 3954/87 del Consiglio che fissa i livelli massimi ammissibili di
radioattività. Per il regolamento è in corso una procedura di rifusione[20], ma la Commissione intende
ritirare la proposta per allinearla al regolamento sulle nuove procedure di
comitato[21]
entrato in vigore nel marzo 2011. L’esperienza maturata con i fatti di Fukushima e
di Cernobil insegna che occorre operare una distinzione tra gli strumenti che
disciplinano l’importazione di alimenti da paesi terzi e quelli che riguardano
la commercializzazione di alimenti in caso di incidenti verificatisi nell’UE.
Alla luce dell’esperienza occorre rivedere il regolamento prevedendo strumenti
più flessibili che consentano di reagire in modo specifico e mirato a qualsiasi
incidente nucleare o emergenza radiologica (nell’UE, nelle sue vicinanze o in
un paese lontano) 3.3. Potenziamento delle risorse
umane e formazione La disponibilità di una
forza lavoro dotata di esperienza dovrebbe costituire una delle massime
priorità in qualsiasi circostanza, a prescindere dal fatto che il paese abbia
scelto di continuare a usare l’energia nucleare, di eliminarla progressivamente
o di votarvisi per la prima volta. A livello europeo, il Centro comune di ricerca
della Commissione europea gestisce, in cooperazione con i regolatori in materia
di sicurezza nucleare dell’UE e gli organismi tecnici di sicurezza (TSO),
l’iniziativa sui riscontri dell’esperienza operativa. Il Centro comune di
ricerca aprirà tali attività a tutte le autorità nazionali di regolamentazione
nucleare desiderose di partecipare, nella prospettiva di istituire un
laboratorio europeo permanente sulla sicurezza nucleare che favorisca miglioramenti
costanti in materia. Il laboratorio offrirà supporto scientifico e tecnico alla
fattiva attività di miglioramento costante della sicurezza nucleare, in
particolare mediante analisi e valutazioni degli incidenti, secondo le
indicazioni della Commissione o dell’ENSREG. Nel quadro delle azioni di ricerca e d’innovazione
Euratom (Orizzonte 2020) si dovrebbe prestare particolare attenzione agli
insegnamenti tratti da Fukushima; in quest’ambito è necessario un coordinamento
migliore tra le azioni svolte a livello nazionale, europeo e internazionale. Si
dovrebbero incoraggiare ulteriori scambi di migliori pratiche come strumento di
miglioramento continuo e di armonizzazione della cultura della sicurezza
nucleare. 3.4. Intensificazione della
cooperazione internazionale La Commissione continuerà a incoraggiare tutti i
paesi limitrofi dell’UE, tramite incentivi e strumenti adeguati, a condividere
i risultati delle prove di stress da essi effettuate, a partecipare alle
valutazioni tra pari e a provvedere all’interscambio delle esperienze maturate
nell’attuazione delle raccomandazioni, con l’obiettivo di migliorare la
sicurezza nucleare sia all’interno dell’Unione sia ai suoi confini. È attualmente all’esame un prestito Euratom
all’Ucraina, volto ad accelerare l’attuazione del programma globale di
potenziamento della sicurezza. Sono altresì in corso contatti con il Giappone per
sviluppare la cooperazione bilaterale sulle prove di stress e su questioni di
regolamentazione. È già stato presentato all’AIEA un progetto di memorandum
d’intesa finalizzato ad una migliore cooperazione in tema di sicurezza
nucleare. In termini più generali, la Commissione collaborerà con il Servizio
europeo per l’azione esterna (SEAE) ai fini dello sfruttamento ottimale degli
strumenti di cooperazione esterna vigenti nel settore, in particolare lo
strumento per la cooperazione in materia di sicurezza nucleare, lo strumento
per la stabilità nella componente di attenuazione del rischio chimico,
biologico, radiologico e nucleare e lo strumento di assistenza preadesione. 3.5. Miglioramento del quadro
legislativo mondiale in materia di sicurezza nucleare I principali strumenti in materia di sicurezza
nucleare, operati tramite l’AIEA, sono gli standard di sicurezza concordati a
livello internazionale e le convenzioni, in particolare la convenzione sulla
sicurezza nucleare (CNS) e la convenzione sulla notifica tempestiva di un
incidente nucleare, di cui l’Euratom è parte contraente. Nella riunione
straordinaria della convenzione sulla sicurezza nucleare tenutasi
nell’agosto 2012 è stata decisa la costituzione di un gruppo di lavoro
incaricato di riferire entro il 2014 in merito ad una serie di azioni atte a
rafforzare la convenzione e alle proposte di modifica del testo eventualmente
necessarie. La maggioranza delle nazioni che partecipano a tale gruppo di
lavoro concorda sull’esigenza di tener conto degli standard di sicurezza
dell’AIEA, dei principi di indipendenza ed efficacia della regolamentazione, di
maggiore impiego delle valutazioni tra pari e di una maggiore apertura e
trasparenza. La Commissione terrà pienamente presenti tali principi e
obiettivi. Occorre che gli Stati membri e le istituzioni dell’UE mantengano un
impegno costante affinché la normativa dell’UE trovi per quanto possibile riscontro
nelle future revisioni del quadro internazionale di sicurezza nucleare. La
Commissione continuerà ad operare in tal senso. 4. rafforzamento della protezione nucleare La Commissione appoggia le risultanze e
raccomandazioni contenute nella relazione finale dell’AHGNS. Al fine di contribuire ai lavori sui temi della
protezione nucleare, la Commissione si varrà delle competenze e dei programmi
vigenti per incoraggiare gli Stati membri a progredire nell’attuazione di
misure specifiche. In particolare, continuerà i lavori con gli Stati membri sui
temi seguenti: –
riduzione della minaccia di incidente chimico,
biologico, radiologico, nucleare (CBRN) di origine dolosa, compresi gli atti di
terrorismo e il rilevamento dei materiali radioattivi e nucleari, mediante l’attuazione
del piano d’azione CBRN dell’UE e la gestione dei programmi sulla protezione
CBRN; –
revisione della direttiva 2008/114/CE relativa
all’individuazione e alla designazione delle infrastrutture critiche europee[22], prevista per il 2013; –
presentazione, entro l’anno, di una proposta
legislativa della Commissione sulla protezione delle reti e delle informazioni.
In base alla proposta, gli operatori attivi in determinati settori critici a
forte dipendenza dalle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC)
saranno tenuti ad assicurare la protezione dei loro sistemi d’informazione e a
riferire alle pubbliche autorità le relative violazioni gravi. Tali obblighi si
applicheranno alle aziende elettriche che fanno uso del nucleare; –
adozione della proposta di revisione del meccanismo
unionale di protezione civile[23],
che agevola la cooperazione fra gli Stati membri negli interventi di soccorso
della protezione civile in caso di incidenti gravi, compresi quelli radiologici
e nucleari, e nelle azioni di prevenzione e preparazione (ad es., valutazioni
del rischio e piani di gestione dei rischi, moduli CBRN, formazioni ed
esercitazioni riguardo alle catastrofi di grande portata, elaborazione di
scenari e pianificazione di emergenza); –
ratifica in tempi rapidi, da parte di tutti gli
Stati membri, della convenzione emendata sulla protezione fisica dei materiali
nucleari. Come stabilito dal Consiglio nel 2006, la Commissione completerà
il processo di ratifica per l’Euratom una volta che gli Stati membri avranno espletato
le procedure interne. La Commissione ritiene altresì che resti
necessario affrontare più esplicitamente gli aspetti che si configurano come
interfaccia tra la sicurezza e la protezione nucleari. Nella dimensione extra UE, lo strumento per la
stabilità (programma dell’UE sui centri di eccellenza CBRN) potenzierà le
capacità istituzionali dei paesi e regioni prescelti ad affrontare i rischi
chimici, biologici, radiologici e nucleari. 5. Conclusioni e prospettive Le prove di stress sul nucleare dell’UE hanno
costituito un esercizio senza precedenti in termini di raggio d’azione,
collaborazione e impegno di tutte le parti interessate. Sono assurte a base o
parametro ai fini della valutazione delle sicurezza delle centrali nucleari a
livello internazionale[24].
Il fatto che tutte le relazioni sulla sicurezza siano state rese pubbliche e
che paesi non nucleari abbiano partecipano all’esercizio si è affermato come
esempio di trasparenza. Le prove di stress sono ora completate, ma il loro impatto non va considerato un esercizio una
tantum, bensì un processo continuo di miglioramento della sicurezza
nucleare, attuato in stretta collaborazione con le autorità nazionali di
regolamentazione nel quadro dell’ENSREG e dell’AIEA. L’UE
deve adoperarsi per delineare un approccio europeo complessivo alla sicurezza,
che comprenda la revisione della normativa Euratom specifica alla sicurezza
nucleare integrata da strumenti legislativi o extralegislativi sulla
responsabilità nucleare e sulla preparazione e la risposta all’emergenza e da
azioni in tema di protezione nucleare. Ciò
permetterà ai cittadini di tutta l’UE di essere certi che l’energia nucleare
prodotta nell’Unione deve soddisfare le condizioni di sicurezza più rigorose al
mondo. Le prove di stress e le attività collegate
rappresentano una grande realizzazione per l’UE e per le autorità di
regolamentazione degli Stati membri, sfociata in risultati tangibili: ·
individuazione, in tutti i paesi partecipanti, di
miglioramenti rilevanti e tangibili delle centrali, attualmente in fase di
attuazione o di pianificazione; ·
individuazione di carenze nei quadri e nelle
procedure e di lacune nella disciplina giuridica; proposte di miglioramento al
riguardo sono in fase di elaborazione; ·
ponti gettati, per la prima volta, fra le autorità
che si occupano di sicurezza e quelle responsabili della protezione: migliorare
il dialogo fra di esse sui temi che si configurano come interfaccia tra
sicurezza e protezione è un fattore essenziale per dare risposta alle
preoccupazioni dei cittadini. Per dare adeguatamente seguito alle prove di
stress, la Commissione: ·
invita il Consiglio europeo a vincolare gli Stati
membri, ed esortare i paesi terzi partecipanti, a dare attuazione in tempi
brevi alle raccomandazioni scaturite dalla prove di stress. La Commissione assicurerà l’apertura e la
trasparenza nel follow-up delle prove di stress, ma, in virtù della
normativa vigente, non sarà giuridicamente responsabile della valutazione
operativa della sicurezza delle centrali nucleari. Propone
che il Consiglio europeo esamini lo stato di attuazione delle raccomandazioni
entro il giugno 2014 basandosi su una relazione consolidata della Commissione
redatta in stretta cooperazione con l’ENSREG. Invita
gli Stati membri ad agire senza indugio per dare attuazione a tutte le
raccomandazioni scaturite dalle prove di stress, secondo il calendario previsto
nel piano d’azione dell’ENSREG e nell’intento di attuare entro il 2015 la
grande maggioranza dei miglioramenti della sicurezza richiesti; ·
presenterà una revisione ambiziosa della
direttiva sulla sicurezza nucleare nell’UE, che trasmetterà al Parlamento
europeo e al Consiglio al più tardi nei primi mesi del 2013 dopo aver
consultato, in ottemperanza all’articolo 31 del trattato Euratom, gli
esperti scientifici e tecnici degli Stati membri. È all’esame la presentazione
di un’ulteriore proposta sull’assicurazione e la responsabilità in campo
nucleare, che seguirà nel 2013, così come la proposta sui livelli massimi
ammissibili di radioattività negli alimenti e nei mangimi; ·
vaglierà proposte nel quadro del programma Euratom
di Orizzonte 2020 al fine di favorire tra gli Stati membri lo scambio di
personale attivo nel settore nucleare; ·
proporrà al Consiglio un mandato di partecipazione
attiva al gruppo di lavoro sull’efficacia e la trasparenza in ambito AIEA, con
l’obiettivo di migliorare la convenzione sulla sicurezza nucleare e di
preparare una proposta comune europea per la prossima riunione di riesame che
si terrà nel marzo 2014. Proseguirà inoltre il dialogo in corso con gli altri
paesi per assicurare la massima convergenza sulle proposte europee; ·
continuerà a incoraggiare le attività scientifiche
volte ad armonizzare ulteriormente nell’UE le valutazioni della sicurezza
nucleare e le relative pratiche; ·
continuerà a contribuire al rafforzamento della
sicurezza nucleare, laddove appropriato muovendo dai lavori portati avanti sul
CBRN, se del caso attraverso una cooperazione potenziata fra gli Stati membri e
le istituzioni dell’UE e l’attivazione degli strumenti della cooperazione
esterna in stretta collaborazione con il SEAE. ELENCO DELLE ABBREVIAZIONI AHGNS Gruppo ad hoc sulla protezione nucleare AIEA Agenzia
internazionale per l’energia atomica BWR reattore ad acqua bollente CBRN chimico, biologico,
radiologico, nucleare CNS convenzione sulla sicurezza
nucleare ENSREG Gruppo dei regolatori europei in materia di sicurezza nucleare INSC strumento per la cooperazione in materia di sicurezza nucleare IPPAS Servizio di consulenza internazionale sulla protezione
fisica JRC Centro comune di ricerca
della Commissione europea PSA analisi probabilistica della sicurezza PSR revisione periodica della sicurezza SAM gestione degli incidenti gravi SAMG orientamenti per la gestione degli incidenti gravi SEAE Servizio europeo per
l’azione esterna TIC tecnologie
dell’informazione e della comunicazione TSO organismo tecnico di sicurezza WENRA Associazione delle autorità di
regolamentazione nucleare dell’Europa occidentale Allegato[25]
Riepilogo delle principali
raccomandazioni di miglioramento scaturite dalle prove di stress effettuate
sulle centrali nucleari degli Stati membri dell’UE Per i terremoti
presupporre ipotesi di sicurezza riguardo ai pericoli esterni corrispondenti ad
un probabilità di superamento inferiore a una volta ogni 10 000 anni. (Valutare l’idoneità del sito di costruzione
della centrale nucleare in base ad un’analisi sismica che considera il
terremoto più forte verificatosi negli ultimi 10 000 anni) Per le inondazioni presupporre ipotesi di
sicurezza riguardo ai pericoli esterni corrispondenti ad un probabilità di
superamento inferiore a una volta ogni 10 000 anni. (Valutare l’idoneità del sito di costruzione
della centrale nucleare in base ad un’analisi che considera l’inondazione più
grave verificatasi negli ultimi 10 000 anni) Prevedere in fase di progetto un terremoto
corrispondente ad un picco minimo di accelerazione al suolo di 0,1 g. Da progetto la centrale nucleare dev’essere in
grado di resistere a un terremoto che produce almeno un picco di accelerazione
al suolo di 0,1 g. Conservare i mezzi necessari per far fronte agli
incidenti in luoghi adeguatamente riparati dagli eventi esterni. Installare o migliorare la strumentazione sismica
in sito. Assicurare che l’operatore disponga di un tempo
superiore ad un’ora (senza intervento umano) per ripristinare le funzioni di
sicurezza in caso di interruzione di tutte le forme di alimentazione elettrica
e/o di perdita del pozzo di calore ultimo. Contemplare tutti gli stati della centrale (dal
funzionamento a pieno regime all’arresto totale) nelle procedure operative
d’emergenza. Predisporre orientamenti per la gestione degli
incidenti gravi che contemplino tutti gli stati di esercizio della centrale
(dal funzionamento a pieno regime all’arresto totale). Predisporre misure passive (quali ricombinatori
passivi autocatalitici o alternative idonee) atte ad impedire esplosioni
dell’idrogeno (o altri gas di combustione) in caso di incidente grave. Predisporre sistemi di sfiato filtrato
dell’edificio di contenimento in modo da limitare la fuoriuscita di
radioattività dall’edificio di contenimento in caso di incidente. Disporre di una sala controllo di emergenza
qualora l’abitabilità della sala controllo principale sia compromessa a seguito
della fuoriuscita di radiazioni dovuta a incidente grave, di un incendio nella
sala controllo principale oppure di eventi esterni estremi. [1] EUCO 10/11 (punto 31). [2] A norma dell’articolo 6 della direttiva 2009/71/CE
sulla sicurezza nucleare, la responsabilità primaria al riguardo è in capo al
“titolare della licenza” (vale a dire il gestore della centrale) sotto la
supervisione dell’autorità nazionale di regolamentazione competente. Gli Stati
membri sono competenti dell’istituzione e del mantenimento di un quadro
legislativo, normativo e organizzativo nazionale per la sicurezza nucleare. In
virtù del trattato Euratom, la Commissione può presentare proposte legislative
volte a istituire un quadro normativo dell’UE in tema di sicurezza nucleare,
senza tuttavia poter sostituire la propria competenza a quella degli Stati
membri. Per cambiare questo stato di cose occorrerebbe modificare la normativa
vigente. [3] Belgio, Bulgaria, Finlandia, Francia, Germania, Paesi
Bassi, Repubblica ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Regno
Unito e Ungheria. [4] Paese in cui la centrale nucleare di Ignalina è in fase
di disattivazione. [5] Nel complesso, sono state effettuate prove di stress sui
132 reattori in esercizio nell’UE, su 13 reattori nell’UE nel frattempo spenti,
su 15 reattori in Ucraina e su 5 reattori nella Confederazione svizzera. [6] COM(2011) 784 definitivo del 24.11.2011. [7] 14 Stati membri in cui sono in esercizio centrali
nucleari (Belgio, Bulgaria, Finlandia, Francia, Germania, Paesi Bassi,
Repubblica ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Regno Unito e
Ungheria), Lituania (in cui i reattori di Ignalina sono in fase di
disattivazione nel quadro di licenze di esercizio), e Svizzera e Ucraina in
quanto paesi limitrofi dell’UE. [8] Rapporto sulle prove di stress trasmesso alla
Commissione nel maggio 2012. [9] Assistenza tecnica e finanziaria a titolo dello
strumento UE per la cooperazione in materia di sicurezza nucleare. Rapporto
previsto per inizio 2013. [10] http://www.iaea.org/newscenter/focus/actionplan/reports/actionplanns130911.pdf
[11] C(2012)3196 final del 10.5.2012. [12] “Investigation Committee on the Accident at
Fukushima Nuclear Power Stations of Tokyo Electric Power Company”, rapporto
finale del luglio 2012 (http://icanps. go.jp/) e “The Fukushima Nuclear
Accident Independent Investigation Commission”, rapporto finale del
luglio 2012 (http://www.naiic.jp/en/2012/). [13] http://www.ensreg.eu/sites/default/files/EC%20ENSREG%20Joint%20Statement%2026%20April%202012%20-Final%20to%20publish.pdf [14] Questa sezione si basa sulla relazione finale del Gruppo
ad hoc del Consiglio sulla protezione nucleare (AHGNS). [15] http://register.consilium.europa.eu/pdf/en/12/st10/st10616.en12.pdf, del 31.5.2012. [16] Servizio di consulenza internazionale
sulla protezione fisica [17] Direttiva 2009/71/Euratom del Consiglio, del 25 giugno
2009, che istituisce un quadro comunitario per la sicurezza nucleare degli
impianti nucleari. [18] Austria, Belgio, Cipro, Danimarca, Estonia, Grecia,
Italia, Lettonia, Polonia, Portogallo, Regno Unito e Slovacchia. [19] Polonia e Portogallo. [20] COM(2010)184 definitivo del 27.4.2010. [21] Regolamento (UE) n. 182/2011. [22] Direttiva 2008/114/CE del Consiglio, dell’8 dicembre 2008,
relativa all’individuazione e alla designazione delle infrastrutture critiche
europee e alla valutazione della necessità di migliorarne la protezione (GU L 345
del 23.12.2008, pagg. 75-82). [23] Proposta COM(2011) 934, attualmente in discussione al
Parlamento e al Consiglio, volta ad abrogare la decisione 2007/779/CE, Euratom
del Consiglio che istituisce un meccanismo comunitario di protezione civile
(rifusione). [24] Ad esempio, il Forum latinoamericano dei regolatori
nucleari (FORO), la Federazione russa e il Giappone hanno ricalcato da vicino
le prove di stress dell’UE utilizzandone in parte le specifiche. [25] I punti elencati vanno letti assieme al documento di
lavoro dei servizi della Commissione che accompagna la presente comunicazione,
nel quale essi sono illustrati in maggiore dettaglio e associati alle centrali
nucleari in cui la problematica è stata riscontrata.