52012DC0492

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI Le radici della democrazia e dello sviluppo sostenibile: l’impegno dell’Europa verso la società civile nell’ambito delle relazioni esterne /* COM/2012/0492 final */


INDICE

1........... CONTESTO................................................................................................................. 3

1.1........ L’importanza della società civile...................................................................................... 3

1.2........ Il concetto di “organizzazione della società civile”............................................................. 3

1.3........ Uno scenario che cambia................................................................................................ 4

2........... UNA NUOVA RISPOSTA DELL’UNIONE................................................................ 4

3........... PROMUOVERE UN CLIMA FAVOREVOLE ALLE OSC......................................... 5

4........... L’ACCENTO SUL LIVELLO NAZIONALE............................................................... 7

4.1........ Processi decisionali inclusivi per una governance migliore................................................. 7

4.2........ Trasparenza e responsabilità pubblica.............................................................................. 8

4.3........ Servizi sociali: partenariati per migliorare la qualità........................................................... 9

4.4........ Apporto delle OSC alla crescita inclusiva e sostenibile..................................................... 9

4.5........ Le roadmap dell’UE per l’impegno verso le OSC.......................................................... 10

5........... LE OSC NELL’ASSETTO REGIONALE E MONDIALE.......................................... 11

6........... MODULARE IL SOSTEGNO DELL’UNIONE......................................................... 11

6.1........ Riflettori puntati sullo sviluppo della capacità.................................................................. 11

6.2........ Finanziamenti in funzione dei bisogni locali..................................................................... 12

7........... CONCLUSIONI......................................................................................................... 12

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI

Le radici della democrazia e dello sviluppo sostenibile: l’impegno dell’Europa verso la società civile nell’ambito delle relazioni esterne

1.           CONTESTO

1.1.        L’importanza della società civile

Elemento imprescindibile dei sistemi democratici, una società civile emancipata è di per sé un fattore di progresso capace di dare forma e promuovere il pluralismo, contribuendo a politiche più efficaci, allo sviluppo equo e sostenibile e alla crescita inclusiva. Le organizzazioni della società civile (OSC), che svolgono un ruolo centrale nel promuovere la pace e nel porre fine ai conflitti, esprimono le preoccupazioni dei cittadini e intervengono nell’arena pubblica con iniziative che sviluppano la democrazia partecipativa. Esse sono quindi espressione della crescente domanda di trasparenza e responsabilità nella gestione pubblica.

Se lo sviluppo e la governance democratica sono responsabilità precipue degli Stati, le sinergie tra attori statali e organizzazioni della società civile possono aiutare a affrontare problematiche quali la povertà, la crescente disparità, l’emarginazione sociale e lo sviluppo insostenibile. Le OSC, la cui partecipazione al processo politico è fondamentale per poter elaborare politiche inclusive e efficaci, contribuiscono a rafforzare la responsabilità pubblica e la legittimità degli Stati, a potenziare la coesione sociale e a costruire democrazie più aperte e radicate.

1.2.        Il concetto di “organizzazione della società civile”

Il concetto di organizzazione della società civile ricopre un ampio ventaglio di attori, con ruoli e mandati diversi. La definizione varia nel tempo e a seconda delle istituzioni e dei paesi. Per l’Unione europea questa categoria comprende tutti gli attori non statali che, in una logica di imparzialità e non violenza, non perseguono fini di lucro[1] e tramite i quali i cittadini realizzano obiettivi e ideali condivisi, siano essi politici, culturali, sociali o economici. Operanti in ambito locale, nazionale, regionale o internazionale, le OSC possono essere urbane o rurali, formali o informali. L’Unione, che dà valore alla diversità e alla specificità delle OSC, sostiene organizzazioni responsabili e trasparenti che sottoscrivono l’impegno per il progresso sociale e i valori fondamentali della pace, della libertà, dei pari diritti e della dignità umana.

1.3.        Uno scenario che cambia

Negli ultimi dieci anni si è assistito a sviluppi di segno opposto. Le organizzazioni della società civile, oramai ampiamente riconosciute quali attori dello sviluppo a pieno titolo, si sono moltiplicate, rispondono a nuove basi sociali e costruiscono coalizioni a tutti i livelli. Le OSC si distinguono per la loro capacità di raggiungere gruppi vulnerabili e socialmente emarginati cui danno la possibilità di partecipare, essere rappresentati e difesi, secondo un processo socialmente innovativo, e i governi di diversi paesi hanno intensificato la collaborazione con queste associazioni.

Il rapporto tra gli Stati e le OSC rimane comunque spesso delicato. In molti paesi il dialogo è tuttora poco radicato e troppo spesso lo spazio di manovra della società civile è imbrigliato o eroso da pesanti limitazioni. In molti contesti le OSC che agiscono in difesa dei diritti umani, tra cui i diritti delle donne, non possono operare in determinati ambiti o non possono contare su finanziamenti certi.

Dal canto loro le OSC possono presentare problemi di rappresentatività, trasparenza, gestione e capacità interna, dipendenza da donatori internazionali e concorrenza nell’accaparramento delle risorse, il tutto inasprito dalla crisi economica. Peraltro vanno affermandosi azioni civili e giovanili più fluide: la “primavera araba” e i movimenti “Occupy” dimostrano in che misura i movimenti sociali e culturali sono in grado di affermarsi come attori del cambiamento. Gli spazi e le opportunità che si vengono a creare tramite internet e i social media alimentano anch’essi il cambiamento in corso.

2.           UNA NUOVA RISPOSTA DELL’UNIONE

Alla luce di queste considerazioni la Commissione propone di improntare il proprio impegno verso le organizzazioni della società civile locali di tutte le regioni – compresi i paesi in via di sviluppo e i paesi interessati dalle politiche di vicinato e di allargamento – secondo un approccio più strutturato e strategico che tenga debitamente conto delle specificità nazionali, soprattutto nelle situazioni di elevata volatilità politica.

L’Unione riconosce la valenza di una società civile dinamica, pluralista e competente e dà importanza ad un’interazione costruttiva tra gli Stati e le OSC. Per questo motivo la politica dell’UE si incentra sull’impegno delle OSC verso processi democratici e sistemi di responsabilità pubblica più strutturati e migliori risultati in termini di sviluppo[2].

La presente comunicazione impronta il sostegno dell’Unione su tre priorità:

· potenziare gli sforzi per promuovere un clima favorevole alle OSC nei paesi partner;

· promuovere una partecipazione significativa e strutturata delle OSC alle politiche pubbliche dei paesi partner, al ciclo di programmazione dell’UE e ai processi internazionali;

· sviluppare la capacità delle OSC locali di svolgere meglio il proprio ruolo di attori indipendenti dello sviluppo.

A livello operativo l’approccio dell’Unione, che si basa sui principi della concentrazione e della differenziazione[3], sarà improntato ad un impegno più strategico verso le OSC nell’ambito di tutti gli strumenti, di tutti i programmi e di tutti i settori di cooperazione.

Le disposizioni della presente comunicazione verranno attuate anche tramite i dialoghi politici e strategici tra l’Unione e i paesi partner.

L’elaborazione di roadmap nazionali dell’UE per l’impegno verso le OSC[4] permetterà di attivare e assicurare un dialogo strutturato e una cooperazione strategica e di dare più coerenza e incisività agli interventi dell’Unione.

Questa nuova linea d’azione trae spunto dal dialogo strutturato mondiale sul coinvolgimento delle OSC e delle autorità locali nella cooperazione allo sviluppo dell’UE[5] (2010 – 2011), un’iniziativa che ha portato ad una profonda revisione della frastagliata collaborazione con le organizzazioni della società civile – fatta di risvolti politici, strategici, operativi, finanziari – e che ha permesso di raggiungere una visione comune su un impegno più ambizioso e coerente dell’Unione verso le OSC.

La presente comunicazione sviluppa inoltre le disposizioni del nuovo programma di cambiamento[6] per quanto riguarda le OSC e tiene conto dei recenti orientamenti della politica europea di vicinato[7], della politica di allargamento[8] e delle dichiarazioni sul sostegno del bilancio dell’Unione in favore di paesi terzi[9], oltre agli impegni internazionali assunti nel 2011 nell’ambito del partenariato di Busan per un’efficace cooperazione allo sviluppo[10]. Vi convergono inoltre i risultati della consultazione online sulle organizzazioni della società civile nella cooperazione allo sviluppo[11].

3.           PROMUOVERE UN CLIMA FAVOREVOLE ALLE OSC

Con “clima favorevole alle OSC” si intende di solito quell’insieme di precondizioni di competenza di diversi attori che permettono alle organizzazioni della società civile di partecipare ai diversi ambiti della vita pubblica.

Le OSC possono operare solo in un sistema giuridico e giudiziario funzionante che ne garantisca, de jure e de facto, la libertà di associarsi, di finanziarsi, di esprimersi, di informarsi e di partecipare alla vita pubblica. Queste precondizioni sono una responsabilità precipua degli Stati.

Molti paesi mancano tuttavia di quadri giuridico-normativi che permettano alle OSC di agire in piena libertà e indipendenza da ingerenze indebite. I governi di alcuni paesi non riconoscono il ruolo delle OSC, che sono così soggette alle restrizioni dal quadro giuridico e politico nel quale operano, a tentativi di discredito o di criminalizzazione, a difficoltà di accesso ai finanziamenti, a intimidazioni, fino ad arrivare alle minacce fisiche, alla detenzione e alla violenza.

Di fronte a questa situazione la comunità internazionale – e con essa l’Unione europea – ha il dovere di rivendicare lo spazio d’azione delle OSC e dei singoli cittadini. È importante che l’Unione dia l’esempio facendo pressione tramite i canali diplomatici e il dialogo politico con i governi e denunciando pubblicamente la situazione dei diritti umani.

L’Unione, impegnata in prima linea a sviluppare norme e dispositivi più rigorosi per la promozione e la tutela dei diritti umani in seno alle Nazioni Unite, al Consiglio d’Europa e all’OSCE, intende vigilare più attentamente sulle questioni normative, regolamentari e operative che interessano le OSC, in linea con gli impegni internazionali. Parallelamente l’UE sosterrà iniziative guidate dalle OSC e accordi internazionali che permettano di promuovere un clima favorevole alle OSC[12] e di vigilare sul suo funzionamento.

L’Unione continuerà a intervenire e a adottare misure nei paesi i cui governi non riconoscono la società civile, con ricadute in termini di violazione dei diritti umani. Quando le autorità nazionali non rispettano gli impegni in materia di diritti umani e valori fondamentali, l’Unione può interrompere la cooperazione e dare maggior sostegno alla popolazione locale tramite le OSC.

Dopo la rivoluzione dei gelsomini in Tunisia, l’Unione ha proposto al governo un programma di aiuti per la ripresa economica condizionato all’adozione di una nuova legge sulla libertà di associazione. La legge ha modificato le condizioni poste dal precedente regime per imbrigliare la libertà di associazione.

Nell’ambito della cooperazione con i governi partner l’Unione intende sviluppare la capacità dei pubblici poteri di lavorare in modo costruttivo con la società civile, migliorando il clima di fiducia e le competenze in modo da dare spazio al dialogo e alla collaborazione. L’UE continuerà a offrire consulenza e sostegno mirati a rafforzare le istituzioni e i riordini democratici e a sviluppare nei decisori politici e nei funzionari pubblici la capacità di collaborare con le OSC.

L’indipendenza dei media, compresi i social media, ha un ruolo fondamentale perché contribuisce a creare una società aperta incentrata sul dialogo, sulla diversità culturale e sulla riflessione critica, e a rafforzare la responsabilità pubblica dei governi e delle OSC.

Le OSC devono contribuire anch’esse, garantendo soprattutto indipendenza dai pubblici poteri, rappresentatività, buona amministrazione interna, trasparenza e rendicontazione; in quanto attori dello sviluppo le OSC sono infatti tenute a rendere conto dei risultati del loro operato, soprattutto verso la base. A livello internazionale acquistano rilievo iniziative di autoregolazione, come i principi di Istanbul sull’efficacia delle OSC per lo sviluppo, insieme a altre carte di responsabilità di specifici attori o codici nazionali di condotta, uno sforzo che l’Unione incoraggia.

4.           L’ACCENTO SUL LIVELLO NAZIONALE

In futuro l’impegno dell’Unione sarà imperniato sul contributo delle OSC locali al dialogo e alla funzione di vigilanza. L’UE crede nell’importanza della partecipazione delle OSC ai processi politici nazionali, che si impegna a promuovere.

Il sostegno dell’UE alle OSC in quanto fornitrici di servizi, particolarmente diffuso in passato, verrà rimodulato: laddove possibile sarà inserito in partenariati collaborativi tra più attori, in coordinamento con le autorità nazionali, nell’obiettivo di lungo termine di promuovere sistemi di servizio alla cittadinanza più efficaci, sostenibili e responsabili verso il pubblico. D’altro canto potranno essere sostenute iniziative delle OSC fondamentali per il progresso sociale e sensibili ai problemi dei diritti umani che non ricevono adeguato peso nell’ambito delle politiche nazionali e alle problematiche dello sviluppo sostenibile.

L’Unione sosterrà inoltre gli interventi e le iniziative innovative delle OSC miranti a promuovere la crescita equa e sostenibile.

Un approccio specifico viene riservato ai paesi in situazioni di fragilità, crisi o post conflitto. L’Unione riconosce il ruolo essenziale delle OSC nel campo della pace e della sicurezza, soprattutto riguardo alla prevenzione dei conflitti, al consolidamento della pace e allo sviluppo dello Stato.

L’Unione promuove in prima linea la partecipazione delle OSC nelle fasi di programmazione dell’UE. Questo approccio è andato estendendosi progressivamente, soprattutto ai paesi di Africa, Caraibi e Pacifico, in linea con le relative disposizioni dell’accordo di Cotonou. Questa pratica va ulteriormente consolidata in tutte le regioni.

4.1.        Processi decisionali inclusivi per una governance migliore

Se associata ad un’equa distribuzione delle risorse e ad una sana gestione, la partecipazione della società civile ai processi e ai dialoghi politici pubblici permette di sviluppare strategie inclusive e efficaci. La partecipazione delle OSC è cruciale per poter elaborare politiche che rispondano ai bisogni della gente. La partecipazione costruttiva delle OSC all’elaborazione, all’attuazione e al monitoraggio delle strategie nazionali, a tutti i livelli, può avvantaggiare i governi. È fondamentale che i pubblici poteri abbiano la volontà politica di impegnarsi in tal senso e l’Unione intende incoraggiare interventi in questa direzione.

L’Unione intende fare di più per promuovere, sostenere e monitorare meccanismi efficaci di dialogo orientati ai risultati e aperti alla partecipazione delle diverse parti in causa. I dialoghi politici nazionali o settoriali devono coinvolgere tutti gli attori interessati: le OSC, il settore privato (se necessario), i governi partner, le autorità locali, i parlamenti e altre istituzioni nazionali.

Per essere pregnante, il dialogo deve essere tempestivo, prevedibile e trasparente, mentre un processo politico credibile deve poter contare su OSC indipendenti, rappresentative e competenti.

Le OSC del Ghana, finanziate tramite un pool di fondi multidonatori cofinanziato dall’Unione, contribuiscono attivamente alla commissione nazionale di interesse e responsabilità pubblici che esercita funzioni di controllo e rendiconto sulle sempre più importanti entrate del petrolio e del gas. Con consultazioni, proposte e presentazioni alla competente commissione parlamentare, le OSC hanno influenzato positivamente la stesura di importanti leggi in materia di energia. La società civile ne controlla attualmente l’attuazione, sensibilizzando la cittadinanza e chiedendo al governo di rendere conto di eventuali violazioni.

Le modalità di dialogo variano a seconda dei paesi, dei settori e degli attori coinvolti. I sindacati e le organizzazioni di datori di lavoro interagiscono ad esempio tipicamente nell’ambito di un dialogo sociale indipendente, anche con i pubblici poteri, sulle politiche che incidono sul mercato del lavoro.

A livello locale il dialogo tra OSC e autorità alimenta utilmente l’input politico in contesti decentrati e va quindi promosso in modo da rendere le politiche nazionali più rispondenti alle realtà locali. Le OSC possono peraltro aiutare a mobilitare risorse e capitale sociale a livello locale, a far circolare le informazioni e a promuovere la partecipazione dei gruppi emarginati, contribuendo così a migliorare la governance locale e la coesione territoriale.

Gli accordi volontari di partenariato FLEGT (applicazione delle normative, governance e commercio forestali) sono accordi commerciali bilaterali finalizzati a garantire il carattere legale del legname importato nell’Unione e a migliorare indirettamente la governance forestale nei paesi in via di sviluppo. Questi accordi favoriscono il dialogo tra portatori di interessi nei paesi partner e permettono alle OSC di contribuire attivamente a individuare i problemi di governance, a elaborare le necessarie misure regolamentari e tecniche e a monitorare l’attuazione degli accordi stessi. Secondo la testimonianza delle OSC indonesiane, il FLEGT ha permesso loro di assumere un ruolo attivo invece di sentirsi alla mercé del governo e della grande industria.

4.2.        Trasparenza e responsabilità pubblica

Una scarsa governance frena lo sviluppo. In un sistema di governance che funzioni i governanti devono rendere conto del proprio operato. Nei sistemi democratici questa funzione di controllo è una prerogativa precipua del parlamento ma le OSC possono rafforzare la responsabilità pubblica in ambito locale e centrale favorendo un flusso di informazioni libere, chiare e accessibili. La società civile può contribuire a diffondere il rispetto dello Stato di diritto verificando la corretta attuazione delle leggi e delle politiche, promuovendo e sostenendo l’impegno contro la corruzione.

Analizzando e contribuendo alla proposte finanziarie, controllando e verificando le spese e le entrate pubbliche e diffondendo consapevolezza nella cittadinanza, le OSC svolgono un ruolo importante nei processi di bilancio perché favoriscono un impiego efficace e efficiente delle risorse pubbliche. Avvicinare il bilancio statale alle priorità e ai bisogni della popolazione e ai diritti umani può incidere maggiormente sulla riduzione della povertà e sulla crescita inclusiva.

È importante che l’Unione sostenga maggiormente gli sforzi nazionali mirati a rafforzare i meccanismi di responsabilità pubblica, promuovendo la funzione di sorveglianza esercitata dalle OSC insieme ai parlamenti, alle massime istanze di controllo, agli organismi di sorveglianza degli appalti pubblici e ai media. L’UE intende sviluppare la capacità delle OSC di svolgere un ruolo attivo in questi sistemi in una prospettiva di lungo respiro, soprattutto a livello locale dove la “rendicontazione sociale” segue approcci diversi e innovativi, favoriti anche dalle nuove tecnologie.

In linea con la recente comunicazione “Il futuro approccio al sostegno dell’Unione europea al bilancio dei paesi terzi” (2011), nel concedere il sostegno al bilancio l’UE deve garantire sistematicamente che le OSC possano esercitare la funzione di vigilanza. La comunicazione introduce il nuovo criterio di ammissibilità “trasparenza e controllo del bilancio” imperniato sulla disponibilità di informazioni tempestive e complete su una sana gestione finanziaria grazie alle quali le OSC possono verificare più agevolmente l’operato dei decisori.

In Marocco l’Unione ha sostenuto due OSC (una fondazione e un centro di ricerca) impegnate a coinvolgere parlamentari di diversi gruppi politici nei processi e nella riforma del bilancio. Le OSC sono riuscite, tramite studi e formazioni, a diffondere tra i parlamentari una migliore comprensione delle questioni finanziarie e a coinvolgerli maggiormente nella riforma della legge di bilancio.

4.3.        Servizi sociali: partenariati per migliorare la qualità

La fornitura di servizi sociali efficaci – tra cui sanità, istruzione e protezione sociale – compete al governo centrale o locale, a seconda dell’assetto istituzionale del paese. Gli Stati, che sono responsabili tanto della fornitura quando della supervisione, della regolamentazione e della qualità dei servizi, dispongono di un’ampia gamma di convenzioni organizzative, da regimi di partecipazione a partenariati pubblico-privato.

Le OSC svolgono un ruolo importante nella fornitura dei servizi, con integrazioni alle disposizioni governative locali e centrali e tramite progetti innovativi. Per questo motivo è particolarmente importante che le OSC siano in grado di individuare i bisogni, affrontare problemi trascurati, tener presente i diritti umani e estendere i servizi a quelle fasce della popolazione socialmente escluse o isolate.

L’obiettivo generale dell’Unione in questo campo è sostenere la capacità dei pubblici poteri di creare sistemi sostenibili e di qualità a servizio della popolazione. L’UE incentiva la partecipazione delle OSC a partenariati tra più attori, soprattutto nei settori sovvenzionati dalla cooperazione bilaterale con l’Unione, in modo da promuovere un approccio coordinato alla pianificazione e alla fornitura dei servizi. Questa impostazione vale anche per quanto riguarda il ruolo emergente del settore privato. Nel lungo periodo l’Unione incoraggia dispositivi di finanziamento che permettano alle OSC locali operanti nella fornitura di servizi di venire progressivamente incorporate in sistemi nazionali che agiscono secondo quadri normativi solidi e trasparenti a garanzia di una equa accessibilità dei servizi. Per evitare frammentazioni e sovrapposizioni è necessario assicurare il coordinamento a tutti i livelli.

Le OSC operanti nella fornitura di servizi potranno beneficiare di aiuti diretti per permettere ai gruppi emarginanti di accedere ai servizi di base o per compensare l’operato di un’amministrazione pubblica carente o assente, soprattutto nei paesi meno sviluppati. Questo tipo di intervento è particolarmente necessario nelle situazioni di fragilità, conflitto o crisi.

Nel Somaliland[13] l’Unione ha sostenuto, con altri donatori, OSC europee impegnate a creare un centro regionale di formazione veterinaria. Il centro, improntato ad un approccio dal basso e avvalendosi di una metodologia di insegnamento innovativa, ha formato una nuova generazione di veterinari in risposta ai bisogni specifici dell’allevamento somalo. Malgrado la situazione di fragilità, il centro si è affermato come polo di insegnamento superiore e ha creato legami con istituti europei e africani.

4.4.        Apporto delle OSC alla crescita inclusiva e sostenibile

Nella sfera economica le OSC si affermano sempre più come partner attivi, promuovendo iniziative in grado di incidere sull’economia locale o monitorando le ricadute delle politiche economiche nazionali e internazionali. L’Unione sostiene da tempo l’“economia sociale”[14] orientata ai vantaggi sociali e non solo ai profitti. Associazioni di cooperative, fondazioni e ONG sono particolarmente attive nel promuovere l’imprenditoria e l’occupazione, mobilitando le collettività, fornendo servizi e stimolando attività redditizie a favore dei poveri e degli emarginati. Nella stessa logica, durante la conferenza Rio+20 l'Unione ha promosso i riferimenti alle OSC quali partner attivi dell'economia verde e inclusiva, insistendo sull'importanza di tener conto dei fattori sociali ed economici per stimolare la crescita economica.

L’Unione intende sostenere le iniziative e le collaborazioni tra OSC che, in materia di sviluppo rurale, sicurezza alimentare, turismo, cultura, ambiente e energia, coniugano ambizioni sociali e economiche. L’occupazione e l’imprenditoria devono poter rispondere al fabbisogno della collettività, stimolando una crescita economica locale inclusiva e sostenibile.

In Brasile l’Unione ha sovvenzionato una OSC locale impegnata a promuovere l’inclusione socio-economica delle cooperative di imprese di gestione dei rifiuti tramite un sistema di rete per l’alfabetizzazione, la formazione professionale e manageriale, la diffusione di conoscenze ecologiche sul riciclaggio e l’assistenza tecnica (amministrazione, contabilità, marketing ecc.). Il progetto permette di accrescere il reddito individuale, ridurre l’analfabetismo e dare accesso alla protezione sociale. Nel 2012 il Brasile ha aggiudicato al progetto il premio nazionale per l’obiettivo di sviluppo del millennio n. 1.

L’Unione è inoltre pronta a sostenere regimi innovativi che permettono alle categorie escluse dai circuiti bancari tradizionali - donne soprattutto - di accedere ai servizi finanziari.

L’attenzione andrà alle OSC che promuovono e monitorizzano la responsabilità sociale delle imprese, i modelli imprenditoriali etici e sostenibili, l’agenda per il lavoro dignitoso, i partenariati pubblico-privato, il commercio equo e solidale e le azioni miranti a un accesso equo alle risorse naturali e alle terre.

4.5.        Le roadmap dell’UE per l’impegno verso le OSC

È importante che l’Unione e gli Stati membri elaborino per ciascun paese una roadmap per l’impegno verso le OSC in modo da rendere più incisivi, prevedibili e visibili gli interventi dell’Unione e da assicurare coerenza e sinergie nei diversi settori di intervento delle azioni esterne dell’UE. Lo strumento della roadmap serve anche a mettere in moto il coordinamento e lo scambio di migliori pratiche tra gli Stati membri e gli altri attori internazionali e a semplificare e armonizzare le condizioni di finanziamento.

La roadmap va elaborata partendo da una solida conoscenza del mondo delle OSC e dello scenario socio-economico nel quale operano[15], prerequisito questo per un impegno più strategico dell’Unione nei singoli paesi, soprattutto quando vanno individuate le principali parti in causa per elaborare o favorire schemi di dialogo efficaci e pregnanti.

La roadmap, che individua gli obiettivi di lungo periodo della cooperazione dell’UE con le OSC, copre il dialogo e il sostegno operativo e definisce adeguate modalità operative. Questo esercizio va collegato alla programmazione dell’assistenza esterna dell’Unione, soprattutto per quanto riguarda la cooperazione bilaterale, regionale e tematica. Le strategie nazionali dell’Unione sui diritti umani, in corso di elaborazione, costituiscono un importante riferimento in tal senso.

Le roadmap, che devono riflettere il punto di vista della società civile, vanno regolarmente aggiornate e, se necessario, rese pubblicamente consultabili e condividibili tra le autorità nazionali.

5.           LE OSC NELL’ASSETTO REGIONALE E MONDIALE

Negli ultimi decenni si è assistito ad una proliferazione di gruppi di attivisti internazionali che, tramite reti e campagne mondiali, promuovono norme e standard multilaterali in una serie di ambiti: commercio, giustizia mondiale, diritti umani, ambiente, cambiamenti climatici, trasparenza, salute mondiale, efficacia della cooperazione allo sviluppo. Le nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione danno un contributo fondamentale all’espansione e al ruolo mutevole di queste reti transnazionali.

L’Unione è pronta a sostenere le organizzazioni, le reti e le collaborazioni che a livello regionale e mondiale affrontano sfide transnazionali e globali.

L’Unione intende inoltre sostenere le OSC che a livello europeo e mondiale verificano, in collaborazione e partenariato con OSC locali, la coerenza delle politiche per lo sviluppo, esercitando sulla comunità internazionale la funzione di vigilanza sugli impegni assunti in termini di aiuti e contribuendo a sensibilizzare i cittadini in ambito mondiale[16].

A livello dell’Unione il dialogo tra le OSC e le istituzioni europee assume particolare importanza. In aggiunta agli attuali meccanismi di consultazione su politiche e programmi, la Commissione intende creare un gruppo consultivo formato dalle diverse parti in causa e attori dello sviluppo coinvolti, incaricato di condurre il dialogo con le istituzioni dell’UE sulle politiche di sviluppo e sulle disposizioni proposte dalla presente comunicazione.

6.           MODULARE IL SOSTEGNO DELL’UNIONE

6.1.        Riflettori puntati sullo sviluppo della capacità

Per diventare più incisive le OSC locali devono superare gli attuali limiti di capacità, che vanno dalla gestione tecnica alla leadership, dalla raccolta di fondi alla gestione dei risultati, passando per le questioni di governance interna.

L’Unione metterà a disposizione ulteriori fondi per sviluppare la capacità delle OSC, soprattutto locali, secondo un approccio di lungo respiro, flessibile e orientato alla domanda, che permetta di estendere il rapporto con la base e la rappresentatività delle OSC.

Lo sviluppo della capacità verrà inoltre promosso sostenendo partenariati duraturi e paritari tra OSC europee e di paesi terzi capaci di rispondere alla richiesta locale, soprattutto in termini di tutoraggio, coaching, apprendimento tra pari, networking e creazione di nessi tra livello locale e internazionale.

6.2.        Finanziamenti in funzione dei bisogni locali

Componente importante dell’impegno dell’Unione verso le OSC, il finanziamento su misura sarà maggiormente alla portata delle organizzazioni locali. La Commissione combinerà adeguatamente diverse modalità di finanziamento[17] per rispondere meglio al maggior numero di attori, bisogni e contesti nazionali in modo flessibile, trasparente e efficace in termini di costi e risultati.

Nei Balcani occidentali e in Turchia l’Unione sostiene reti regionali di OSC tramite convenzioni quadro di partenariato. Questo approccio più flessibile, duraturo e pragmatico facilita la collaborazione tra OSC tramite partenariati mirati a elaborare e attuare strategie in settori specifici e permette di condividere conoscenze e esperienze acquisite in diversi ambiti nazionali. Questa collaborazione, incentrata sullo sviluppo della capacità di analisi, monitoraggio e sensibilizzazione per poter influenzare le riforme politiche, mette in contatto OSC regionali o nazionali che hanno così la possibilità di guidare progetti locali su piccola scala riassegnando i fondi dalla collettività verso altre organizzazioni comunitarie di base.

7.           CONCLUSIONI

In uno scenario internazionale in evoluzione e alla luce delle politiche esterne dell’Unione, le proposte avanzate nella presente comunicazione intendono rafforzare l’interazione con le organizzazioni della società civile in funzione delle sfide presenti e future. Lo scopo è rimodulare la risposta dell’Unione in modo da dare potere alle OSC - soprattutto locali - impegnate a favorire la governance democratica e lo sviluppo paritario. Agendo di concerto, l’Unione e gli Stati membri godono di una posizione privilegiata: possono infatti impegnarsi in modo più strategico per rendere le azioni dell’UE più coerenti e incisive.

[1]               Sono comprese le OSC associative, che perseguono una causa o sono orientate ad un servizio. Tra queste figurano le organizzazioni delle collettività, le organizzazioni non governative, le organizzazioni confessionali, le fondazioni, gli istituti di ricerca, le organizzazioni attive nelle tematiche di genere e LGBT, le cooperative, le associazioni professionali e imprenditoriali e i media non profit. Le organizzazioni sindacali e dei datori di lavoro, le cosiddette “parti sociali”, sono una particolare categoria di OSC.

[2]               Dagli anni ‘70 l’impegno verso le OSC è andato esplicitandosi in quadri strategici e regimi di aiuti miranti a garantirne la partecipazione ai programmi europei. Questo approccio è esplicitato nell’ultima comunicazione della Commissione sulla partecipazione degli attori non statali alla politica di sviluppo della CE, COM(2002) 598 definitivo.

[3]               Come proposto dalla nuova politica di sviluppo dell’UE (il “programma di cambiamento”), l’Unione concentrerà la cooperazione bilaterale con ciascun paese in tre settori al massimo e indirizzerà le risorse verso i paesi più bisognosi (compresi quelli in situazioni di fragilità) e verso le situazioni in cui queste incidono maggiormente sullo sviluppo in termini di riduzione della povertà.

[4]               Si veda la sezione 4.5.

[5]               Dialogo strutturato: http://ec.europa.eu/europeaid/who/partners/civil-society/structured-dialogue_en.htm

[6]               COM(2011) 637; conclusioni del Consiglio 9316/12.

[7]               COM(2011) 303.

[8]               COM(2010) 660.

[9]               COM(2011) 638; conclusioni del Consiglio 9323/12.

[10]             http://www.aideffectiveness.org/busanhlf4/images/stories/hlf4/OUTCOME_DOCUMENT_-_FINAL_EN.pdf

[11]             DEVCO “Have Your Say” (2012): http://ec.europa.eu/europeaid/how/public-consultations/6405_en.htm

[12]             Si veda anche il documento del partenariato di Busan citato alla nota 10.

[13]             La dicitura lascia impregiudicate le posizioni sullo status.

[14]             Si veda la comunicazione della Commissione “Costruire un ecosistema per promuovere le imprese sociali al centro dell’economia e dell’innovazione sociale”, COM(2011) 682:     http://ec.europa.eu/internal_market/social_business/docs/COM2011_682_en.pdf

[15]             Si consiglia una mappatura regolare e partecipativa estesa ai vari attori, alle reti e alle piattaforme nazionali e/o settoriali.

[16]             In Europa la Commissione sostiene decisamente questo obiettivo tramite il programma DEAR di educazione e sensibilizzazione allo sviluppo, orientato agli attori.

[17]             L’UE prenderà in considerazione tutte le modalità e gli approcci di finanziamento previsti dai regolamenti finanziari: finanziamento di progetti e programmi, sovvenzioni dirette, pool di fondi, sovvenzioni di follow-up, finanziamenti di attività di base, cofinanziamenti, delimitazione di spesa, inviti semplificati e riassegnazioni.