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RELAZIONE DELLA COMMISSIONE AL CONSIGLIO E AL PARLAMENTO EUROPEO Relazione annuale 2012 sulle politiche dell’Unione europea in materia di sviluppo e assistenza esterna e sulla loro attuazione nel 2011 /* COM/2012/0444 final */


RELAZIONE DELLA COMMISSIONE AL CONSIGLIO E AL PARLAMENTO EUROPEO

Relazione annuale 2012 sulle politiche dell’Unione europea in materia di sviluppo e assistenza esterna e sulla loro attuazione nel 2011

AFFRONTARE LE NUOVE SFIDE

Il 2011 è stato un anno caratterizzato da nuove sfide e dalla necessità di trovare nuove soluzioni a quelle esistenti. La Primavera araba – i movimenti popolari nell’area del vicinato meridionale dell’Unione europea – ha suscitato richieste di maggiore democrazia e giustizia sociale. Poiché la situazione si è evoluta in tutto il mondo arabo, al sostegno umanitario e alle misure di protezione civile iniziali dell’UE sono seguite strategie specifiche e un’assistenza apposita per questi paesi, proprio per favorire riforme durature e uno sviluppo economico inclusivo e sostenibile. Nell’Africa subsahariana, la nascita di uno degli Stati più recenti al mondo, il Sud Sudan, è stata accolta dall’UE con un pacchetto di misure di sostegno.

In qualità di maggiore donatore di aiuti al mondo, che fornisce oltre il 50% dell’aiuto pubblico allo sviluppo (APS) a livello internazionale, l’UE ha riaffermato, insieme agli Stati membri, il proprio impegno a lungo termine per la riduzione della povertà. La comunicazione intitolata “Potenziare l’impatto della politica di sviluppo dell’Unione europea: un programma di cambiamento”[1] ha evidenziato il sostegno a favore della riduzione della povertà, della democrazia, del buon governo e della crescita sostenibile e inclusiva e la necessità di erogare aiuti laddove siano maggiormente necessari e possano avere il maggiore impatto. Ciò ha avuto particolare risonanza data la difficile situazione economica nella zona euro. Il più importante appuntamento a livello mondiale dedicato allo sviluppo – il Forum ad alto livello di Busan, in Corea del Sud, tenutosi a novembre 2011 – ha sottolineato l’importanza di una maggiore efficienza e di un più stretto coordinamento, nonché della concessione di aiuti mediante “sistemi nazionali”. Il programma di cambiamento è stato accompagnato dalla comunicazione sul futuro approccio al sostegno dell’Unione europea al bilancio dei paesi terzi[2], uno degli strumenti più importanti dell’UE per conferire maggiore efficacia agli aiuti e ottenere risultati più incisivi. A dicembre 2011 sono state pubblicate le nuove proposte per il finanziamento in materia di sviluppo e assistenza esterna, parte del quadro finanziario pluriennale (2014-2020), che tracciano i piani di spesa per le nuove priorità.

Il programma di cambiamento - Modernizzare la politica di sviluppo dell’UE

I due elementi costitutivi del programma di cambiamento sono, da un lato, i diritti umani, la democrazia e il buon governo e, dall’altro, la crescita sostenibile e inclusiva, che verrà stimolata attraverso un maggiore impulso a favore dell’inclusione sociale e dello sviluppo umano, del lavoro dignitoso, del commercio e dell’integrazione regionale, dell’agricoltura sostenibile, dell’approvvigionamento energetico e dell’accesso all’energia. A tal fine si propone di adottare un’impostazione differenziata. Ciò significa che, nell’ambito del prossimo quadro finanziario pluriennale dell’UE, alcuni paesi, in particolare quelli che sono ora donatori a pieno titolo, non riceveranno alcun aiuto o lo riceveranno in misura ridotta, mentre verranno loro offerte forme alternative di cooperazione. Questo nuovo approccio metterà l’UE nella condizione di promuovere e difendere in maniera più efficace i suoi valori fondamentali e di tener fede agli impegni internazionali nei confronti dei paesi vicini, in particolare quelli avviati verso l’adesione all’UE o in fase di transizione, nonché quelli più poveri e vulnerabili a livello mondiale.

Il nuovo approccio è caratterizzato anche da un miglior coordinamento dei donatori, in particolare gli Stati membri dell’UE, al fine di evitare duplicazioni e di garantire maggiore coerenza e risultati più soddisfacenti. L’UE darà la priorità ai settori che hanno un forte impatto sulla riduzione della povertà quali la governance, la protezione sociale, la sanità, l’istruzione, l’occupazione, l’agricoltura e l’energia. In futuro, gli aiuti bilaterali ai paesi saranno destinati a non più di tre settori[3]. Anche strumenti innovativi quali la combinazione di sovvenzioni e prestiti e il coinvolgimento del settore privato fanno parte del rinnovamento di questa politica.

Nell’ambito della revisione del mandato esterno della Banca europea per gli investimenti, la Commissione sta valutando l’eventuale creazione di una piattaforma UE per la cooperazione e lo sviluppo al fine di ottimizzare i meccanismi per la combinazione di sovvenzioni e prestiti nelle regioni esterne[4].

Il ruolo dell’energia nella riduzione della povertà

L’energia riveste un ruolo determinante nella riduzione della povertà, per soddisfare esigenze umane fondamentali quali la cottura degli alimenti, i servizi sanitari, le abitazioni, la comunicazione e il lavoro dignitoso. L’energia inoltre produce reddito, in quanto contribuisce alla creazione di attività imprenditoriali. Con circa 2 miliardi di EUR di sovvenzioni al settore energetico nei paesi in via di sviluppo negli ultimi sette anni, l’UE è leader nel settore dell’approvvigionamento energetico a livello mondiale. Lo strumento ACP-UE per l’energia, il programma Africa-UE per le energie rinnovabili e il fondo fiduciario UE per le infrastrutture in Africa sono strumenti che l’UE utilizza per finanziare singoli progetti in tutto il continente africano. La Commissione vuole aumentare i livelli di finanziamento in questo ambito coinvolgendo in progetti futuri il settore privato e le banche di sviluppo. Il Commissario europeo per lo Sviluppo fa parte del Gruppo ad alto livello “Sustainable Energy for All” creato dal Segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon con la finalità di mobilitare risorse da tutti i settori della società per dare impulso ai programmi nel settore energetico. L’energia rappresenta altresì un elemento centrale del programma di cambiamento.

Il sostegno al bilancio – uno strumento che conduce al cambiamento

La comunicazione relativa al nuovo approccio dell’UE al sostegno al bilancio, pubblicata insieme alle proposte nel contesto del programma di cambiamento nell’ottobre 2011, ha rafforzato l’utilizzo di questo strumento per lo sviluppo in quanto portatore di cambiamento. Il sostegno al bilancio rappresenta una modalità di aiuto che implica un dialogo politico, trasferimenti finanziari sul conto del tesoro pubblico del paese partner, la valutazione dei risultati conseguiti e lo sviluppo delle capacità, sulla base del partenariato e della responsabilità reciproca. Tale approccio deve consentire una maggiore differenziazione delle operazioni di sostegno al bilancio, permettendo all’UE di adeguarsi meglio al contesto politico, economico e sociale di ciascun paese partner. L’UE porrà maggiore enfasi sulla responsabilità reciproca e sull’impegno comune in materia di diritti umani, democrazia e Stato di diritto, nonché di trasparenza e controllo di bilancio.

Un nuovo quadro finanziario

Le proposte della Commissione di giugno 2011 per il quadro finanziario pluriennale (QFP) 2014-2020 riprendono le proposte incluse nella comunicazione “Un bilancio per la strategia 2020”[5], che mette in evidenza i settori in cui l’UE può svolgere un ruolo di primo piano in un mondo sempre più globalizzato. L’UE prosegue il suo impegno per il conseguimento degli obiettivi di sviluppo del millennio (OSM) e dell’obiettivo di destinare entro il 2015 lo 0,7% del reddito nazionale lordo (RNL) agli aiuti pubblici allo sviluppo (APS). Per contribuire a raggiungere tali obiettivi, sono stati proposti l’aumento da 56,8 a 70 miliardi di EUR dei finanziamenti del bilancio per le azioni esterne e la maggiore diffusione degli strumenti finanziari innovativi (come prestiti, garanzie, partecipazioni e strumenti di condivisione del rischio) volti a catalizzare gli investimenti privati e a rafforzare le istituzioni dei paesi beneficiari. È stato inoltre proposto che il Fondo europeo di sviluppo (FES) per 79 Stati dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico (ACP) sia aumentato da 23 miliardi di EUR su sei anni a 30,3 miliardi di EUR su sette anni (cifre del 2011) e che continui ad essere finanziato direttamente dagli Stati membri dell’UE.

Processo decisionale congiunto

Il 2011 è stato il primo anno di attività del nuovo servizio europeo per l’azione esterna (SEAE), sotto l’autorità dell’Alta rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza. Nel 2011 il SEAE ha lavorato congiuntamente con i servizi della Commissione, in particolare per dare una risposta comune alle crisi in Libia e in Tunisia e per elaborare proposte inerenti al nuovo quadro finanziario pluriennale. La rete globale delle 140 delegazioni UE svolge attività politiche e diplomatiche per conto dell’Unione fornendo altresì un sostegno agli Stati membri, ad esempio tramite la redazione di relazioni comuni. In un momento di diminuzione delle risorse di alcuni servizi diplomatici nazionali, che vengono concentrate su altre priorità, il valore aggiunto delle delegazioni assicura all’UE un’adeguata rappresentanza in tutto il mondo. Non si tratta di sostituire i servizi diplomatici nazionali, ma piuttosto di utilizzare le risorse disponibili in maniera più efficiente, anche in termini di costi, e di rafforzare il ruolo dell’UE sulla scena mondiale.

La primavera araba – una risposta ai paesi vicini meridionali

Nel marzo 2011 l’UE ha confermato il suo sostegno ai popoli del Mediterraneo meridionale finalizzato a ottenere un maggiore rispetto dei diritti umani, più democrazia e condizioni di vita migliori, lanciando “un partenariato per la democrazia e la prosperità” con il Mediterraneo meridionale nel quadro della politica europea di vicinato (PEV). L’iniziativa ha un’impostazione basata su incentivi, che aiuta i paesi partner impegnati ad attuare le riforme e che stabilisce un legame più stretto tra l’approccio politico e il programma di assistenza finanziaria. Ciò ha portato al riorientamento di 600 milioni di EUR per il vicinato meridionale verso gli obiettivi stabiliti nel partenariato: trasformazione democratica; partenariato con la popolazione e la società civile; crescita sostenibile e inclusiva.

Un ulteriore miliardo di EUR del bilancio dell’UE viene messo a disposizione dei paesi partner della PEV per sostenere l’attuazione della recente comunicazione congiunta di maggio 2011 intitolata “Una risposta nuova ad un vicinato in mutamento”. Gran parte di queste risorse supplementari (670 milioni di EUR) saranno erogate tramite due programmi “ombrello”: SPRING (sostegno al partenariato, alle riforme e alla crescita inclusiva) nei paesi del vicinato meridionale (540 milioni di EUR per il periodo 2011-2013) e EaPIC (integrazione e cooperazione del partenariato orientale) nel vicinato orientale (130 milioni di EUR per il periodo 2012-2013).

I fondi rimanenti sono stati in buona parte assegnati a programmi per l’istruzione superiore (Tempus, Erasmus Mundus, ecc.) e indirizzati a sostegno delle organizzazioni della società civile e degli attori non statali. È stato introdotto uno strumento per la società civile volto a rafforzare nei paesi del vicinato orientale e meridionale le capacità di promuovere le riforme e la responsabilità pubblica, con una copertura di 26,4 milioni di EUR per il 2011. Un altro programma, ISMED (sicurezza degli investimenti nella regione del Mediterraneo), è stato messo a punto per rispondere agli eventi straordinari della Primavera araba.

Nel resto del mondo

Per consolidare i suoi legami con il resto del mondo, nel 2011 l’UE ha utilizzato e ampliato l’intera gamma di strumenti esistenti, tra cui gli accordi di cooperazione, commerciali e di associazione e altri strumenti specializzati.

L’indipendenza del Sud Sudan nel luglio 2011 ha comportato la creazione di una nuova delegazione UE a Giuba, capitale del paese. Gli Stati membri dell’UE e la Commissione hanno deciso di migliorare il coordinamento e la coerenza degli aiuti attraverso la programmazione congiunta di 800 milioni di EUR di fondi in un unico documento di strategia per il 2011-2013, incentrato sui seguenti settori: sanità, istruzione, sviluppo rurale, promozione dello Stato di diritto e migliore accesso all’acqua e alle strutture igienico‑sanitarie. Di questi fondi, 200 milioni di EUR provengono dal FES.

Gli eventi nell’Africa settentrionale hanno avuto ripercussioni a breve termine e potenzialmente anche a lungo termine sui paesi a sud della regione, in particolare il Sahel e i paesi limitrofi. L’UE ha reagito alle richieste di sostegno immediato per stabilizzare la regione utilizzando lo strumento per la stabilità e provvedendo alla sussistenza e alle altre necessità di base dei migranti che rientrano nel proprio paese di origine (in particolare quelli dalla Libia) e di altri gruppi della popolazione. La strategia dell’UE per la sicurezza e lo sviluppo del Sahel ha affrontato la questione degli effetti a lungo termine sulla sicurezza e lo sviluppo della regione. Un pacchetto iniziale di sostegno con una dotazione di 150 milioni di EUR è stato suddiviso tra il Mali, la Mauritania e il Niger e destinato ad attività per lo sviluppo e la governance, in particolare per il rafforzamento dei rispettivi sistemi giudiziari. La regione continua a dover affrontare sfide molteplici e interconnesse: la povertà estrema, gli effetti del cambiamento climatico, le frequenti crisi alimentari, la rapida crescita demografica, governi fragili, la corruzione, tensioni interne irrisolte, il rischio di radicalizzazione e di estremismo violento, traffici illeciti e minacce alla sicurezza legate al terrorismo.

Le crisi alimentari nel Corno d’Africa si sono rivelate essere le sfide emergenti più importanti nella regione nel 2011. L’UE ha erogato fondi supplementari per l’Etiopia (13,75 milioni di EUR), Gibuti (circa 4,5 milioni di EUR) e la Somalia (25 milioni di EUR). Un nuovo quadro strategico per il Corno d’Africa è stato definito a novembre 2011 e prevede la nomina del primo rappresentante UE per il Corno d’Africa, il cui mandato iniziale si concentrerà sulla Somalia e la pirateria dilagante nella regione. L’UE ha inoltre rafforzato il sostegno alla Costa d’Avorio, concedendo al paese 125 milioni di EUR per aiutare le nuove autorità sotto la presidenza di Alassane Ouattara a ripristinare la stabilità politica ed economica. Si sono registrati progressi anche per quanto concerne l’attuazione del secondo piano d’azione della strategia comune Africa-UE e dei suoi otto partenariati tematici. La piattaforma Africa-UE per il dialogo sulla governance e i diritti umani ha presentato proposte sulla gestione delle risorse naturali in situazioni di conflitto e post-conflitto, sostenendo le recenti misure dell’UE volte a garantire maggiore trasparenza delle attività delle industrie europee che operano nel settore estrattivo e della silvicoltura in Africa.

Nel 2011 è stata dedicata particolare attenzione ai vicini orientali dell’UE, per i quali l’Unione rappresenta un partner, un catalizzatore per l’attuazione di riforme e un polo di attrazione che stimola le opportunità economiche. In occasione del secondo vertice del partenariato orientale, tenutosi a Varsavia il 29-30 settembre 2011, l’UE, insieme ai paesi vicini orientali, ha rinnovato i propri impegni, stanziando ulteriori risorse pari a 130 milioni di EUR per il periodo 2012-2013 a favore dei partner impegnati nelle riforme. Una conferenza internazionale organizzata dall’Ucraina in occasione del 25esimo anniversario dell’incidente nucleare di Chernobyl si è conclusa con l’assegnazione di 550 milioni di EUR supplementari per un programma destinato alla realizzazione di una nuova struttura di contenimento sicura e alla protezione della popolazione e dell’ambiente dal deteriorarsi del rivestimento dell’unità 4 di Chernobyl. L’UE si è impegnata a stanziare altri 110 milioni di EUR nel quadro dello strumento per la cooperazione in materia di sicurezza nucleare.

Per l’Asia centrale, l’UE costituisce uno stretto alleato politico e un partner affidabile su cui poter contare nel delicato processo di transizione intrapreso, offrendo al tempo stesso significative opportunità economiche. Durante la riunione dei ministri degli esteri UE/Asia centrale tenutasi a Tashkent il 7 aprile 2011, i due partner hanno rinnovato il proprio impegno nei confronti degli obiettivi e dell’attuazione della strategia UE/Asia centrale, stanziando risorse per il periodo 2012-2013 da destinare a riforme politiche e socioeconomiche fondamentali.

Il vertice di Madrid tra UE e America latina/Caraibi (ALC), svoltosi nel maggio 2010, ha segnato un rafforzamento delle relazioni politiche con la regione dell’ALC. È stato concluso il primo accordo di associazione interregionale con l’America centrale e si è dato inizio al processo finalizzato a un accordo commerciale multilaterale con la Colombia e il Perù. Sono stati compiuti progressi anche per quanto riguarda i negoziati per un accordo di associazione tra l’UE e il Mercosur, l’organizzazione del mercato comune sudamericano. Il 2011 ha inoltre visto l’apertura della sede centrale della Fondazione UE-ALC ad Amburgo, in Germania, inaugurata a novembre 2011.

L’UE ha intensificato le relazioni con l’Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico (ASEAN) e ha rafforzato i legami bilaterali con i dieci paesi membri del blocco attraverso la negoziazione e l’attuazione di accordi di partenariato e cooperazione (APC) bilaterali e di accordi di libero scambio (ALS). SWITCH Asia è un progetto finanziato dall’UE per l’intera regione asiatica che ha riscosso grande successo. Il programma è articolato su più fronti e mira a promuovere il consumo e la produzione sostenibili, finanziando una serie di piccoli progetti in tutto il continente. Il programma sta contribuendo alla riduzione della povertà e al miglioramento della qualità della vita (obiettivi di sviluppo del millennio (OSM) 1 e 7) in concomitanza con la promozione di un’economia “verde”.

Nei Caraibi ci sono stati vari sviluppi in seguito a una serie di iniziative avviate nel 2010. Una bozza finale della strategia comune UE–Caraibi, in discussione al vertice UE-CARIFORUM nel 2010, è stata redatta conformemente all’iter istituzionale, e dovrebbe essere resa pubblica nel corso del 2012. L’attuazione dell’accordo di partenariato economico (APE) UE‑CARIFORUM è proseguita. Il tanto atteso Fondo fiduciario per le infrastrutture nei Caraibi è stato approvato dal comitato del FES sotto forma di un fondo investimenti per i Caraibi che verrà istituito nel 2012.

Il cambiamento climatico costituisce la principale minaccia nel Pacifico e sta mettendo a dura prova la capacità della regione di raggiungere gli obiettivi di sviluppo del millennio. In seguito all’iniziativa UE-Pacifico sul cambiamento climatico lanciata nel dicembre 2010, il commissario UE per lo Sviluppo ha incontrato i ministri del Pacifico in una conferenza regionale ad alto livello (Vanuatu, marzo 2011), che ha confermato il maggiore impegno verso una cooperazione allo sviluppo a forte impatto volta ad affrontare il cambiamento climatico, ridurre la povertà, promuovere i diritti umani, la democrazia e la parità fra i sessi e realizzare tutti gli OSM. La comunicazione congiunta “Verso un partenariato rinnovato per lo sviluppo UE-Pacifico” sarà presentata dalla Commissione e dall’Alta rappresentante nel 2012.

Nel corso del 2011, l’UE ha continuato a svolgere un ruolo primario nella lotta ai cambiamenti climatici a livello mondiale, sollecitando ulteriori progressi nei negoziati internazionali sul clima. L’Unione ha tenuto fede all’impegno di fornire finanziamenti rapidi e ha intensificato le attività diplomatiche in questo ambito in preparazione della conferenza ONU sul clima tenutasi a Durban, in Sudafrica, a novembre 2011.

L’UE fonte di progetti sull’acqua

Tra il 2004 e il 2012, 272 progetti sono stati cofinanziati dall’UE nel quadro del Fondo per l’acqua destinato agli ACP per migliorare l’approvvigionamento idrico, le strutture igienico‑sanitarie e la gestione delle risorse idriche nei paesi dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico. Il Fondo è stato inizialmente dotato di una copertura di 700 milioni di EUR provenienti da risorse UE e di 12 milioni di EUR erogati dal governo spagnolo.

La più ampia iniziativa “Acqua per la vita”, lanciata nel 2002, continua a mobilitare risorse da più fonti per progetti legati all’acqua e alle strutture igienico-sanitarie. Dal 2004 l’UE ha già aiutato oltre 32 milioni di persone che hanno ora un migliore approvvigionamento idrico e oltre 9 milioni di persone che possono accedere a strutture igienico-sanitarie. Partendo dai successi dell’iniziativa “Acqua per la vita” e del Fondo per l’acqua UE-ACP, l’Unione continuerà a sostenere la cooperazione internazionale e a promuovere approcci innovativi volti a rafforzare il legame tra l’acqua e altri settori quali l’agricoltura e l’energia.

Nel programma di cambiamento, la Commissione ha sottolineato che le nuove misure sono finalizzate ad affrontare le disuguaglianze e, in particolare, a fornire ai poveri un migliore accesso alla terra e alle risorse idriche ed energetiche, senza danneggiare l’ambiente. Tra il 2003 e il 2010, l’UE ha stanziato complessivamente circa 3 miliardi di EUR per attività legate a progetti nel settore idrico e igienico-sanitario. Nell’arco di questo periodo, l’assistenza allo sviluppo dell’UE in questo settore è quasi triplicata.

Conseguimento degli obiettivi di sviluppo del millennio

La relazione annuale 2011 illustra come i singoli progetti e programmi dell’UE contribuiscano a realizzare gli OSM nei vari continenti e nelle varie regioni. L’UE ha messo a punto e sviluppato programmi e strumenti specifici per rendere più raggiungibili gli OSM, soprattutto quelli dove si registrano i ritardi maggiori, come la mortalità infantile e materna. Alla fine del 2011 è stata adottata la prima tranche, pari a 1 miliardo di EUR, dell’iniziativa UE a favore degli OSM lanciata nel settembre 2010 e destinata ai paesi con i ritardi più forti nel raggiungimento degli OSM. Anche lo strumento alimentare dell’UE sta migliorando la sicurezza alimentare e la nutrizione. Alla fine del 2011, questo strumento dell’Unione europea con una dotazione di 1 miliardo di EUR aveva finanziato 134 progetti realizzati da ONG e agenzie degli Stati membri dell’UE, 69 progetti realizzati da organizzazioni internazionali, tre progetti regionali e dieci misure di sostegno al bilancio.

Il programma di cambiamento conferisce un ruolo prioritario all’agricoltura sostenibile, alla sicurezza alimentare e alla nutrizione nell’ambito del programma di cooperazione allo sviluppo dell’UE. Al fine di aiutare i paesi a raggiungere l’obiettivo di sviluppo del millennio n. 3 in materia di parità tra i sessi, nel corso del 2011 il programma tematico “Investire nelle persone” ha finanziato due importanti iniziative sulla parità di genere: una riguarda l’emancipazione economica e sociale delle donne, l’altra un nuovo programma delle Nazioni Unite finalizzato a una maggiore responsabilizzazione per quanto riguarda i finanziamenti a favore della parità di genere.

Rafforzamento dei diritti umani e buon governo

Nel 2011 l’UE ha utilizzato una gamma di strumenti e politiche per l’azione esterna per promuovere e proteggere i diritti umani e il buon governo e per combattere le disuguaglianze fra uomini e donne. Nel dicembre 2011, la Commissione e l’Alta rappresentante hanno presentato una comunicazione congiunta dal titolo “Diritti umani e democrazia al centro dell’azione esterna dell’Unione europea – verso un approccio più efficace”[6], la quale conferma l’impostazione dell’UE in materia di diritti umani, che prevede di adattare la promozione dei diritti umani alle situazioni locali, sfruttando al contempo il peso collettivo dell’UE. Infine, nel quadro delle proposte per il nuovo QFP, è previsto il rafforzamento dello strumento europeo per la democrazia e i diritti umani anche attraverso un maggiore sostegno alla società civile nel mondo.

Un approccio responsabile alla mutilazione dei genitali

La cooperazione dell’UE con il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (UNICEF) ha ottenuto un notevole successo nel ridurre la mutilazione genitale femminile e i matrimoni infantili, fenomeni che incidono negativamente sulla vita di molte bambine. Il programma attuato dall’UNICEF ha ricevuto fondi UE per un totale di 3 991 000 EUR nel periodo 2008‑2012 e si è concentrato su Egitto, Eritrea, Etiopia, Senegal, Sudan e India. Il progetto ha puntato a cambiare gli atteggiamenti e le norme sociali attraverso la sensibilizzazione locale e la discussione di questioni delicate nelle comunità rurali, coinvolgendo personalità rispettate dalla popolazione. Grazie a questo approccio responsabile, il Senegal sarà ben presto il primo paese a dichiarare l’abbandono di queste pratiche tradizionali.

Le prospettive

Il programma di cambiamento e le relative proposte sul sostegno al bilancio aggiornano le politiche esterne e di sviluppo dell’UE per far fronte alle sfide di un mondo in rapida evoluzione. Questo programma aggiornato mira a focalizzare la cooperazione allo sviluppo sul sostegno dei diritti umani, della democrazia, del buon governo e di una crescita inclusiva e sostenibile. In tale contesto rivestono un’importanza particolare i seguenti settori: l’agricoltura sostenibile, la sicurezza alimentare, l’energia sostenibile, il coinvolgimento del settore privato come partner dello sviluppo, il lavoro dignitoso e le piattaforme per la protezione sociale.

È riconosciuto che l’UE può migliorare gli strumenti a favore del cambiamento sostenibile nelle società in transizione, adattandoli alle specifiche situazioni ed esigenze. I paesi a basso reddito sono particolarmente vulnerabili agli shock esterni. Per contribuire a sviluppare la loro resilienza agli shock, le comunicazioni congiunte del 2011 hanno proposto di rivolgere una maggiore attenzione alla mobilitazione del reddito interno, al rafforzamento delle reti di sicurezza sociale, a una maggiore efficienza della spesa pubblica e a misure volte a diversificare le economie. Sarà tuttavia necessario attendere prima di poter cogliere i frutti di tali politiche. La Commissione esaminerà anche le possibilità di replicare progetti innovativi come SPRING in altre regioni del mondo.

Per aiutare i paesi in via di sviluppo a far fronte alle conseguenze economiche e finanziarie degli shock esterni sono necessari meccanismi a breve termine. Sulla base dell’esperienza acquisita nell’attuazione dello strumento FLEX, dello strumento per la sicurezza alimentare e dello strumento FLEX “Vulnerabilità” (V-FLEX) per i paesi in recessione economica, la Commissione sta sviluppando ulteriori meccanismi di ammortizzazione degli shock. Il conseguimento degli obiettivi di sviluppo del millennio, e il quadro che seguirà, rimarranno in primo piano nel 2012, in vista della prossima revisione degli OSM da parte dell’ONU nel 2013.

[1]               COM(2011) 637 definitivo.

[2]               COM(2011) 638 definitivo.

[3]               Con l'eventuale eccezione dei paesi candidati e candidati potenziali all'adesione all'UE finanziati dallo strumento di assistenza preadesione.

[4]               Decisione 1080/2011/UE

[5]               COM(2011) 500 definitivo.

[6]               http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=COM:2011:0886:FIN:IT:PDF