RELAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO Tutela degli interessi finanziari dell’Unione europea - Lotta contro la frode Relazione annuale 2011 /* COM/2012/0408 final */
RELAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO
EUROPEO E AL CONSIGLIO Tutela degli interessi finanziari dell’Unione
europea - Lotta contro la frode
Relazione annuale 2011 Sintesi In collaborazione con gli Stati membri, la
Commissione presenta la relazione annuale sulla tutela degli interessi
finanziari dell’Unione europea nel 2011, a norma dell’articolo 325 del trattato
sul funzionamento dell’Unione europea. La presente relazione intende valutare la
portata del rischio di un cattivo utilizzo dei fondi o delle entrate del
bilancio dell’UE a causa di frodi o irregolarità e di illustrare le iniziative
adottate per contrastare questo fenomeno. Misure adottate di recente a tutela degli
interessi finanziari dell’UE Nel corso del 2011, la Commissione ha adottato
una serie di misure volte a migliorare il quadro giuridico e amministrativo per
la tutela degli interessi finanziari dell’UE: –
una proposta modificata di riforma dell’Ufficio
europeo per la lotta antifrode (OLAF); –
la strategia antrifrode della Commissione (CAFS), che
comprendeva altresí il piano d’azione di lotta contro il contrabbando lungo la
frontiera orientale dell’UE; –
la comunicazione relativa alla tutela degli
interessi finanziari dell’Unione europea attraverso il diritto penale e le
indagini amministrative; –
la comunicazione sulla lotta alla corruzione nell’UE;
–
le proposte per l’ammodernamento delle norme in
materia di appalti pubblici e –
la comunicazione sul futuro dell’IVA. Diminuzione
delle frodi e delle altre irregolarità a danno del bilancio dell’UE Nel 2011, nell’insieme dei settori sono state
segnalate come frode 1 230 irregolarità, con una diminuzione del 35% circa
rispetto al 2010. Anche l’incidenza finanziaria delle irregolarità segnalate
come frode è diminuito del 37% circa rispetto al 2010, per un totale di 404
milioni di euro. Inoltre, anche il numero delle altre irregolarità e l’incidenza
finanziaria stimata sono diminuite rispettivamente del 17% e del 6%. La diminuzione dei casi di frode segnalati e i
relativi importi era attesa, a seguito del forte aumento del 2010, per l’effetto
“ciclico” della chiusura del periodo di programmazione 2000‑2006 della
politica di coesione e l’accelerazione delle segnalazioni a seguito dell’introduzione
del sistema di gestione delle irregolarità (IMS). L’incidenza di entrambi i
fattori si è andata esaurendo. Mentre il quadro generale è rassicurante e
dimostra, fra l’altro, i risultati delle procedure poste in essere dalla
Commissione per combattere le irregolarità e un generale miglioramento dei sistemi
di gestione e di controllo da parte degli Stati membri, permangono differenze
significative nelle impostazioni adottate dagli Stati membri nella segnalazione
di frodi e irregolarità. Taluni Stati membri continuano a segnalare tassi molto
bassi di frode, il che desta perplessità sull’adeguatezza dei loro sistemi
nazionali di segnalazione. Si invitano tali Stati membri a comunicare pertanto
le modalità di adeguamento dei propri sistemi di controllo per far sì che si
concentrino sui settori che presentano un rischio elevato di frode e
irregolarità. Dall’analisi della minaccia di frode emerge
inoltre chiaramente che l’esigenza di combattere le frodi continua ad essere
tangibile, in particolare in un periodo di recessione, e costituisce una
priorità per la Commissione. Miglioramento
dei sistemi antifrode nel contesto della politica di coesione L’analisi dell’argomento
specifico affrontato quest’anno, ossia le misure adottate e le irregolarità
segnalate nel settore ad alto rischio della politica di coesione, evidenzia progressi
nel sistema di controllo finanziario e di gestione dei rischi. Fra questi
progressi si annoverano le disposizioni legislative e gli orientamenti, le
strategie nazionali e regionali, l’uso di indicatori di rischio, le procedure
amministrative e la collaborazione fra autorità nazionali. Di converso, occorrono ulteriori progressi nel
monitoraggio dei risultati delle indagini antifrode amministrative e penali
condotte dagli Stati membri, anche per quanto riguarda il recupero degli
importi dai beneficiari finali nell’ambito della politica di coesione. Inoltre, sono necessarie migliori statistiche
antifrode affinché la Commissione e gli Stati membri possano incentrare i
propri sforzi sugli ambiti maggiormente a rischio. Miglioramento delle procedure di recupero Sono state migliorate le procedure di recupero,
in particolare per quanto riguarda i fondi preadesione e le spese dirette. La Commissione
invita gli Stati membri e i paesi in fase di preadesione che denotano bassi
tassi di recupero ad accelerare le proprie procedure, utilizzare gli strumenti
giuridici e le garanzie disponibili qualora vengano rilevate irregolarità e a
procedere al sequestro dei beni nei casi di insolvenza. 1. Introduzione A norma dell’articolo 325,
paragrafo 5, del trattato sul funzionamento dell’Unione europea, la
Commissione, in cooperazione con gli Stati membri, presenta ogni anno al
Parlamento europeo e al Consiglio una relazione sulle misure adottate ai fini
dell’attuazione di detto articolo, ossia per combattere la frode e le altre
attività illegali che ledono gli interessi finanziari dell’Unione. Il trattato sancisce la
condivisione della responsabilità fra l’UE e gli Stati membri riguardo alla
tutela degli interessi finanziari dell’Unione e alla lotta antifrode. Le
autorità nazionali gestiscono quattro quinti della spesa dell’UE e riscuotono le
risorse proprie tradizionali[1].
In questi due settori, il ruolo della Commissione consiste nell’effettuare una
supervisione generale, definire le norme e accertarsi della loro applicazione.
Una stretta collaborazione fra la Commissione e gli Stati membri è essenziale
per conseguire un’effettiva tutela degli interessi finanziari dell’Unione. Un
obiettivo primario della presente relazione è pertanto quello di valutare l’esito
di tale collaborazione, da quanto si può osservare sulla base dei dati
disponibili, e i margini per un suo eventuale rafforzamento. La relazione illustra le
misure adottate a livello dell’Unione per contrastare la frode. Essa presenta
anche una sintesi e una valutazione dell’azione adottata dagli Stati membri in
un ambito specifico, sulla base delle risposte date a un questionario che,
quest’anno, si incentra sui controlli nell’ambito della politica di coesione.
La relazione presenta quindi le ultime informazioni sulle frodi e le
irregolarità segnalate dagli Stati membri e la situazione relativa al recupero
degli importi. La relazione è integrata da
quattro documenti di lavoro dei servizi della Commissione[2]. 2. Segnalazioni di frodi e
altre irregolarità La legislazione dell’UE fa obbligo agli Stati
membri di segnalare alla Commissione, ogni tre mesi, eventuali irregolarità
rilevate negli ambiti della gestione concorrente, dell’assistenza preadesione e
delle risorse proprie tradizionali. Gli Stati membri informano la Commissione
qualora le irregolarità segnalate diano adito a un sospetto di frode (qualora
diano luogo, a livello nazionale, all’avvio di un procedimento amministrativo
e/o giudiziario volto a determinare l’esistenza di un comportamento
intenzionale, in particolare di una frode[3])
e aggiornano le informazioni al termine dei procedimenti pertinenti per l’applicazione
delle sanzioni. La presente relazione suddivide le irregolarità
in due ampie categorie: Per “irregolarità segnalate come frode” si
intendono quelle irregolarità per le quali vi è il sospetto o viene accertata
la frode, comprese le irregolarità che gli Stati membri non hanno segnalato
come frode, ma da cui è stato possibile dedurre elementi di un eventuale
comportamento fraudolento sulla base dell’analisi delle informazioni[4]. Per “irregolarità non segnalate come frode” si
intendono tutti gli altri tipi di irregolarità segnalate, ma di cui non è stata
accertata la natura fraudolenta. In generale si evidenzia una migliore qualità
(intesa in termini di completezza e puntualità) delle segnalazioni relative
alle irregolarità. Permangono alcune lacune e incongruenze, che riguardando però
un numero limitato di casi e non incidono pertanto in maniera significativa
sull’accuratezza della presente analisi. La distinzione fra le irregolarità
segnalate come frode o meno potrebbe non essere completamente confrontabile fra
i vari Stati membri, a causa delle diverse pratiche e norme nazionali. In risposta agli inviti formulati dal Parlamento
europeo e a seguito delle discussioni con quest’ultimo, la Commissione sta
pertanto annettendo maggiore importanza all’analisi delle irregolarità
segnalate come frode. 2.1. Analisi
delle irregolarità segnalate come frode dagli Stati membri nel 2011 Nel periodo 2007-2011, il numero di irregolarità
segnalate come frode in tutti i settori si è mantenuto praticamente stabile fino
al 2010 (cfr. grafico 1). Nel 2011, sono state segnalate 1 230 frodi
(presunte e accertate), con una diminuzione del 35% rispetto al 2010, come
indicato nella tabella 1. Anche l’incidenza finanziaria stimata di tali frodi segnalate
è diminuita del 37% circa a fronte del dato del 2010, per un ammontare di 404 milioni
di euro. Grafico 1. TUTTI I SETTORI: irregolarità
segnalate come frode e relativi importi 2007-2011 La diminuzione delle irregolarità segnalate come
frode e dei relativi importi era stata in parte prevista, a seguito dell’incremento
registrato nel 2009 e nel 2010. Le ragioni principali di tale diminuzione sono
la fine della temporanea accelerazione delle segnalazioni a seguito dell’introduzione
del Sistema di gestione delle irregolarità (IMS) nel 2008; un generale
miglioramento dei sistemi di gestione e di controllo; specificatamente per la
politica di coesione, la natura “ciclica” di tali programmi, per cui le
irregolarità segnalate hanno registrato un aumento verso la fine del periodo di
programmazione 2000-2006[5],
corrispondente agli anni oggetto di comunicazione 2009 e 2010; nonché una
conseguente contrazione successiva, in quanto il ciclo di programmazione per il
periodo 2007-2013 viene attuato in modo progressivo[6]. Tabella 1: Irregolarità segnalate come frode - 2011 Ambito || Numero di irregolarità segnalate come frode || Stima dell’incidenza finanziaria delle irregolarità segnalate come frode 2010 || 2011 || 2010 || 2011 (milioni di € ) || % di fondi assegnati || (milioni di € ) || % di fondi assegnati Agricoltura || 414 || 139 || 69 || 0,12% circa || 77 || 0,14% circa Pesca || 0 || 2 || 0 || 0% || 0,03 || 0,005% circa Politica di coesione || 464 || 276 || 364 || 0,74% circa || 204 || 0,40% circa Fondi di preadesione || 101 || 56 || 41 || 2,53% circa || 12 || 0,67% circa Spese dirette || 21 || 34 || 3,6 || 0,02% circa || 1,5 || 0,002% circa Totale spese || 1000 || 507 || 478 || 0,34% circa || 295 || 0,21% circa Entrate totali[7] (risorse proprie tradizionali) || 883 || 723 || 165 || (0,79% circa dell’importo lordo totale di risorse proprie tradizionali riscosse per il 2010) || 109 || (0,49% circa dell’importo lordo totale di risorse proprie tradizionali riscosse per il 2011) In relazione alla
spesa, la politica di coesione rimane il settore con il maggior numero di
irregolarità segnalate come frode (54% del totale) e la maggiore incidenza
finanziaria (69% del totale). 2.1.1. Entrate
(risorse proprie tradizionali) Nel 2011, nell’ambito delle risorse proprie
tradizionali (RPT), sia il numero dei casi di irregolarità segnalate come frode
su OWNRES sia gli importi interessati sono stati inferiori rispetto al 2010. Grafico
2: RPT: irregolarità segnalate come frode e relativi importi – 2007‑2011 Gli importi sulle
frodi comunicati in relazione alle RPT variano notevolmente da uno Stato membro
all’altro. Come si è detto, questo è il risultato di diverse interpretazioni
delle disposizioni e pratiche in essere nei vari Stati membri. Da un punto di vista finanziario, le variazioni
rilevate da un anno all’altro possono essere attribuite alle segnalazioni di
singoli casi di frode importanti, che incidono notevolmente sugli importi
annui, specialmente negli Stati membri in cui si riscuote una quota minore di RPT.
Sono diversi i fattori che possono influenzare gli importi relativi ai casi di
frode e di altre irregolarità rilevate, ad esempio il tipo di traffico e di
scambi, il livello di conformità degli operatori economici e la posizione
geografica dello Stato membro. Anche il modo in cui lo Stato membro imposta la
propria strategia di controllo doganale per sorvegliare le importazioni a
rischio e individuare le frodi e le irregolarità relative alle RPT incide su
tali importi. La Commissione sta monitorando attentamente le
azioni realizzate dagli Stati membri in risposta alle osservazioni formulate durante
le sue verifiche[8]. 2.1.2. Spese
– Gestione concorrente e assistenza preadesione 2.1.2.1. Risorse
naturali (agricoltura e Fondo europeo per la pesca) Nel settore dell’agricoltura, il numero di casi
di irregolarità segnalati come frodi e i relativi importi rispetto alla spesa
totale differiscono sostanzialmente sia fra gli Stati membri che a livello
nazionale. Nel 2011, gli Stati membri hanno segnalato come
frodi 139 irregolarità su un totale di 2 395 casi. Il numero di casi di
frode segnalati è diminuito rispetto all’anno di riferimento 2010, mentre è
aumentata la loro incidenza finanziaria, passata da 69 milioni di euro nel
2010 a 77 milioni di euro nel 2011 (cfr. grafico 2), a causa della
segnalazione di due grossi casi, uno per 39 milioni di euro e l’altro per 26 milioni
di euro. Grafico 3: Agricoltura: irregolarità segnalate come frode e relativi
importi – 2007-2011 Nel 2011, la
Bulgaria ha segnalato il numero più elevato di frodi in quest’ambito, con 37 casi,
seguita dalla Romania con 25 casi. Alcuni Stati membri caratterizzati da un
elevato livello di spesa, come Francia, Germania, Spagna e Regno Unito
continuano a segnalare un numero molto basso di frodi, il che porta a chiedersi
se il basso numero di casi di frode segnalati sia dovuto al mancato rispetto
dei principi in materia di comunicazione da parte degli Stati membri, così come
alla loro interpretazione dei termini “sospetto di frode” e “frode accertata”,
o alla capacità di rilevamento delle frodi dei sistemi di controllo in essere
in tali Stati membri. Nella relazione 2010, la Commissione ha invitato
Francia, Germania, Spagna e Regno Unito a motivare il basso numero di casi di
irregolarità segnalate come frode, nonché a comunicare il modo in cui essi
stanno adeguando i propri sistemi di controllo ai settori che denotano un
maggior rischio. Ad oggi, la Commissione non ha ricevuto alcuna motivazione al
riguardo. Finlandia, Paesi Bassi e Polonia sono stati
invitati a fornire dati più coerenti, in particolare per quanto concerne i dati
personali degli autori di irregolarità (frodi o altre irregolarità). I Paesi Bassi
e la Polonia hanno migliorato il proprio tasso di conformità portandolo all’83%
circa, mentre la Finlandia ha quasi raggiunto il 75%. Si tratta di un progresso
notevole, per quanto vi sia ancora un margine di miglioramento. Il tasso di
conformità complessivo per l’UE-27 è del 93% circa, un dato che denota un
miglioramento rispetto al 2010 (90%). La Commissione assiste gli Stati membri,
effettua controlli di qualità costanti del sistema di segnalazione IMS e invia
agli Stati membri un riscontro sulla qualità della segnalazione e sui dati
mancanti. Nel caso del Fondo europeo per la pesca, sono
state segnalate due frodi, per un totale complessivo di circa 30 000 euro. 2.1.2.2. Politica
di coesione Nel 2011 il numero di casi di frode segnalati
nel settore della politica di coesione e i rispettivi importi sono diminuiti
notevolmente rispetto all’anno precedente, del 46% e del 63% rispettivamente
(cfr. grafico 3). Come per altre irregolarità, tale diminuzione
significativa era prevista, venendo meno i fattori all’origine del repentino
aumento osservato nel 2010[9]. Grafico 4: Politica di coesione: irregolarità segnalate come frode e
relativi importi – 2007-2011 Le tendenze
evidenziate negli anni precedenti sono state confermate: la Polonia, la
Germania e l’Italia hanno segnalato la maggior parte dei casi (149 su 276),
mentre la Germania si conferma lo Stato membro con i migliori risultati in
termini di completamento dei procedimenti penali per l’accertamento delle frodi
e l’applicazione di sanzioni. Nel 2011, sono stati sei gli Stati membri che
non hanno segnalato alcun caso di frode nel settore della politica di coesione:
Belgio, Cipro, Danimarca, Francia, Malta e Paesi Bassi. Ancora non sono chiari
i motivi di tale risultato in uno dei maggiori Stati membri, la Francia. Il caso più frequente di irregolarità segnalate
come frode si evidenzia sotto forma di utilizzo di documentazione falsa o
falsificata (documenti giustificativi, dichiarazioni o certificati),
soprattutto in relazione all’inserimento di spese non ammissibili (cosicché i
costi del progetto vengono gonfiati) o alla non ammissibilità del beneficiario
a ricevere il sostegno finanziario. Tre di tali casi hanno comportato episodi di
corruzione con un’incidenza finanziaria stimata a 750 000 euro. Per i
settori dell’agricoltura e della politica di coesione, gli Stati membri sono
invitati a motivare il basso numero di casi di “sospetto di frode” segnalati,
nonché a comunicare il modo in cui essi orientano i propri sistemi di controllo
verso i settori che denotano un maggior rischio al fine di migliorare la
prevenzione e l’individuazione delle frodi. 2.1.2.3. Assistenza
preadesione Nell’ambito dell’assistenza
preadesione, nel 2011 il numero di irregolarità segnalate come frode e i
relativi importi hanno continuato a registrare una netta diminuzione,
confermando pertanto la tendenza evidenziata nel 2010. Si tratta di un’ovvia
conseguenza del graduale disimpegno degli Stati membri UE-10 e UE-27 dalle
azioni finanziate nel quadro dei programmi di assistenza preadesione per il
periodo 2000-2006. Grafico
5: Assistenza preadesione: irregolarità segnalate come frode e relativi importi
per tutti i settori- 2007-2011 Come negli anni
precedenti, la maggior parte dei casi relativi all’assistenza preadesione
(periodo di programmazione 2000-2006) ha riguardato SAPARD (il programma
speciale di adesione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale). La Polonia ha
segnalato il maggior numero di casi, seguita dalla Romania. Nel caso dello Strumento di assistenza
preadesione (periodo di programmazione 2007-2013), le nove irregolarità
segnalate come frode sono state ripartite fra le cinque diverse componenti[10]. La Turchia ha segnalato
irregolarità in tutte e cinque le componenti, mentre è stato rilevato un solo
caso relativo alla componente transfrontaliera per l’Italia, nell’ambito del
Programma di cooperazione transfrontaliera “Adriatico”. In questo settore, solo
la Turchia sta utilizzando l’IMS per la segnalazione delle irregolarità, mentre
la Croazia ancora non se ne avvale, nonostante il sostegno e la formazione
ricevuti. La
Commissione invita la Croazia a completare l’applicazione del sistema IMS e a
migliorare la qualità delle comunicazioni e invita altresì l’ex Repubblica iugoslava
di Macedonia ad applicare il sistema. 2.2. Analisi
delle irregolarità non segnalate come frode agli Stati membri nel 2011 Nel 2011, il numero di irregolarità non
segnalate come frode ha registrato una diminuzione generale (cfr. il grafico
6), particolarmente accentuata negli ambiti della politica di coesione e dell’assistenza
preadesione. Grafico 6: irregolarità non segnalate come
frode e relativi importi - 2007-2011 Per quanto concerne le entrate, le ripercussioni
finanziarie delle irregolarità non segnalate come sospetta frode evidenziano un
leggero aumento nel 2010 (cfr. la tabella 2). Tabella 2: Irregolarità non segnalate come sospetta frode - 2011 Ambito || Numero di irregolarità non segnalate come frode || Stima dell’incidenza finanziaria delle irregolarità non segnalate come frode 2010 || 2011 || 2010 || 2011 (milioni di € ) || % di fondi assegnati || (milioni di € ) || % di fondi assegnati Agricoltura || 1 427 || 2 256 || 62 || 0,11% circa || 101 || 0,18% circa Pesca || 1 || 46 || 0,01 || 0% || 1,6 || 0,24% circa Politica di coesione || 6 598 || 3 604 || 1 186 || 2,41% circa || 1015 || 2,00% circa Fondi di preadesione || 323 || 207 || 42 || 2,59% circa || 48 || 2,63% circa Spese dirette || 1 000 || 888 || 39,5 || 0,27% circa || 49,9 || 0,78% circa Totale spese || 9 349 || 7 001 || 1 325,51 || 0,94% circa || 1 215,5 || 0,86% circa Entrate totali[11] (risorse proprie tradizionali) || 3 861 || 3 973 || 253 || (1,21% circa dell’importo lordo di risorse proprie tradizionali riscosse per il 2010) || 278 || (1,24% circa dell’importo lordo di risorse proprie tradizionali riscosse per il 2011) Nel 2011, nell’ambito
delle risorse proprie tradizionali, sono state 3 973 le irregolarità non
segnalate come frode, il che evidenzia un aumento rispetto al 2010, sia per
numero che per importi interessati. È opportuno
che gli Stati membri intensifichino gli sforzi per incentrare le proprie
strategie di controllo doganale sulle importazioni ad alto rischio, migliorando
in tal modo il tasso di individuazione delle irregolarità e delle frodi nel
settore delle RPT. Nel settore dell’agricoltura,
nel 2011 i casi di irregolarità sono stati 2 256, il che evidenzia un
aumento rispetto al 2010, sia per il numero che per gli importi interessati. L’aumento
del numero di casi rispecchia l’aumento della spesa e specialmente l’ulteriore
sforzo profuso dagli Stati membri e dalla Commissione per migliorare la
procedura di comunicazione delle irregolarità[12].
Sono altresì
aumentate le ripercussioni finanziarie delle irregolarità non segnalate come
frode in agricoltura, da 62 milioni di euro nel 2010 a 101 milioni di euro nel
2011. Un’attenzione particolare è rivolta agli esercizi finanziari 2004-2006,
che sono considerati “conclusi” in quanto i piani di controllo e di audit sono
stati completati, sono state avviate le procedure di recupero e sono state
segnalate le irregolarità. Nei settori della politica di coesione e dell’assistenza
preadesione, le medesime conclusioni evidenziate in relazione alle irregolarità
segnalate come frode valgono anche per spiegare la diminuzione del numero di
irregolarità non segnalate come frode (natura ciclica dei programmi, fine dell’accelerazione
delle attività di comunicazione a seguito dell’introduzione dell’IMS e
progressi nei sistemi di gestione e di controllo in materia di politica di
coesione, nonché graduale disimpegno di diversi paesi beneficiari per quanto
concerne la politica di preadesione). Le irregolarità non segnalate come frode
relativamente alla politica di coesione rappresentano ancora la maggior parte
dei casi riguardanti i vari settori di spesa del bilancio dell’UE, per quanto
la prevalenza di tale settore stia diminuendo rispetto all’anno precedente (il
50% circa di tutti i casi segnalati nel 2011, rispetto al 70% del 2010). La maggior parte di tali irregolarità consiste
in violazioni delle norme in materia di appalti pubblici e ammissibilità delle
spese. Questi elementi dimostrano la possibilità di un ulteriore miglioramento
dei sistemi di gestione e di controllo nel settore. Gli Stati
membri sono invitati a proseguire i loro sforzi per migliorare l’efficienza e l’efficacia
dei propri sistemi di gestione e di controllo nel settore della politica di
coesione. La qualità complessiva dei sistemi di
comunicazione è andata costantemente migliorando grazie all’introduzione e all’applicazione
riuscita dell’IMS in ciascuno Stato membro. La Francia è stata l’ultimo paese a
ricorrere al sistema (nell’ultimo trimestre del 2011). Si potrebbero pertanto apportare
ulteriori miglioramenti, in particolare al completamento del collegamento fra
il sistema informatico nazionale PRESAGE e l’IMS, nel 2012. Nel settore
della politica di coesione, la Commissione invita la Francia a completare l’applicazione
del sistema IMS entro la fine del 2012. 2.3. Analisi
delle frodi e di altre irregolarità relative alle spese gestite direttamente
dalla Commissione nel 2011 Il presente punto concerne
gli ordini di recupero[13]
emessi dai servizi della Commissione relativamente alla spesa gestita tramite
la “gestione diretta centralizzata”[14]. Sulla
base del sistema ABAC (Accrual-Based Accounting) della Commissione nell’esercizio
finanziario 2011, sono stati emessi in totale 3 389 ordini di recupero per un
importo totale di 225 milioni di euro. Fra questi ordini di recupero, sono
state indicate come non fraudolente 922 irregolarità e come frodi 24
irregolarità; le analisi dimostrano che altri 10 recuperi sono
riconducibili a casi di frode. L’incidenza finanziaria di questi 34 casi di
frode ammonta a 1,5 milioni di euro. A fronte del totale degli impegni di
bilancio nell’ambito della gestione diretta centralizzata nello stesso
esercizio finanziario, si tratta di un tasso di frode e irregolarità molto
basso. 3. Recupero I
dati sui recuperi presentati in questa sezione si basano, per quanto concerne i
settori di spesa del bilancio, su quelli pubblicati nei conti annuali dell’Unione
europea[15].
Pertanto, essi differiscono per campo di applicazione e contenuto da quelli
presentati negli anni precedenti[16]. Tabella
3: Tassi di recupero per settore - 2010 -2011 SETTORE DI BILANCIO || CONTESTO || TASSO DI RECUPERO 2010 || 2011 RPT || Per l’insieme degli anni (1989-2011), il tasso complessivo di recupero è pari al 50%. || 46% || 52% Agricoltura e sviluppo rurale[17] || I dati indicati in questo rigo si riferiscono al tasso di attuazione delle rettifiche finanziarie stabilite dalla Commissione[18]. || 85% || 77% Politica di coesione || I dati indicati in questo rigo si riferiscono all’attuazione delle rettifiche finanziarie effettuate dalla Commissione al fine di escludere dai finanziamenti dell’UE le spese non conformi alle norme e ai regolamenti applicabili. Le rettifiche finanziarie possono essere applicate anche a seguito dell’individuazione di gravi lacune nei sistemi di controllo e gestione degli Stati membri. L’emissione di ordini per il recupero degli importi indebitamente versati è solo uno degli strumenti di cui dispone la Commissione per apportare le rettifiche finanziarie. || 69% || 93% Altri tipi di gestione[19] || Concerne il recupero di importi indebitamente versati a causa di errori o irregolarità rilevati dalla Commissione o dall’OLAF, dagli Stati membri, dalla Corte dei conti europea per la parte del bilancio non eseguita nell’ambito della gestione concorrente. || 92% || 92% 3.1. Entrate
(risorse proprie tradizionali) Per quanto concerne le risorse proprie
tradizionali, gli Stati membri hanno l’obbligo di recuperare i dazi
indebitamente non riscossi e di registrare tali importi nella base di dati
OWNRES. L’importo da recuperare a seguito delle irregolarità rilevate nel 2011
è pari a 321 milioni di EUR (circa l’1,43% dell’importo totale delle RPT riscosse
per il 2011). Gli Stati membri hanno già recuperato 166 milioni di euro per i
casi rilevati nel 2011 corrispondenti a un tasso di recupero del 52% nel
2011. Inoltre, gli Stati membri hanno proseguito le proprie azioni di recupero
collegate a casi relativi ad anni precedenti. Nel 2011, tutti i 27 Stati membri
hanno recuperato un totale di circa 305 milioni di euro collegati a casi
rilevati fra il 1989 e il 2011. Le azioni di recupero delle RPT da parte degli
Stati membri sono monitorate mediante le ispezioni RPT e tramite la procedura
che impone la segnalazione alla Commissione di tutti gli importi superiori ai
50 000 euro, dichiarati inesigibili dagli Stati membri. Gli Stati membri
sono considerati finanziariamente responsabili del mancato recupero di RPT
qualora vengano rilevate inefficienze nelle loro attività di recupero. Oltre il 98% di tutti gli importi RPT accertati
viene riscosso senza particolari difficoltà. 3.2. Spese
gestite dagli Stati membri 3.2.1. Risorse
naturali (agricoltura e Fondo europeo per la pesca) Per quanto concerne il settore dell’agricoltura,
nell’ambito delle procedure di verifica di conformità, sono state effettuate
missioni di audit che hanno comportato rettifiche finanziarie attuate dalla
Commissione per complessivi 822 milioni di euro su un totale di 1 068
milioni di euro decisi (77%). Inoltre, per quanto riguarda il Fondo europeo
agricolo di garanzia (FEAGA), nel corso dell’esercizio finanziario 2011 gli
Stati membri hanno recuperato dai beneficiari 173 milioni di euro. Di
conseguenza, alla fine dell’esercizio finanziario 2011, gli Stati membri
avevano già recuperato il 44%[20]
delle somme dovute al FEAGA a partire dal 2007. Il meccanismo di liquidazione
finanziaria (la regola del “50/50”) introdotto dal regolamento (CE) n.
1290/2005[21],
rappresenta un forte incentivo per gli Stati membri a recuperare senza indugio
dai beneficiari gli importi indebitamente versati. Tuttavia, il restante importo accumulato del
FEAGA ancora da liquidare e da recuperare dai beneficiari da parte delle
autorità nazionali alla fine dell’esercizio finanziario 2011 era di 1,2
miliardi di euro. L’importo ancora da liquidare nel bilancio dell’UE è tuttavia
inferiore, in quanto dal 2006 gli Stati membri stanno versando nelle casse dell’UE
somme consistenti non recuperate (0,45 miliardi di euro) sulla base dell’applicazione
della regola del “50/50”. Nel biennio 2008-2011, la Commissione ha
effettuato l’audit del nuovo meccanismo di liquidazione svolgendo controlli in
loco presso le autorità nazionali responsabili di 18 organismi pagatori in
13 Stati membri, a copertura del 90 % del debito totale da liquidare alla
fine dell’esercizio finanziario 2011. 3.2.2. Politica
di coesione Nell’ambito della politica di coesione, nel 2011
la Commissione aveva già portato a termine rettifiche finanziarie per 624
milioni di euro sui 673 milioni di euro decisi (93%). Il tasso cumulativo di attuazione delle
rettifiche finanziarie (comprendente tutti gli esercizi fino al 2011) è salito
al 72 %, con un residuo da liquidare di 2,5 miliardi di euro. Gli Stati membri hanno in primo luogo la
responsabilità di recuperare dai beneficiari gli importi indebitamente versati
insieme agli interessi di mora eventualmente applicabili per il ritardato
pagamento. Gli importi recuperati dagli Stati membri non figurano nella
presente relazione, che presenta solo le rettifiche finanziarie decise dalla
Commissione. Per il periodo 2007-2013, gli Stati membri hanno
l’obbligo di fornire alla Commissione dati sugli importi dismessi dal
cofinanziamento prima del completamento del processo di recupero nazionale e
dell’effettivo recupero degli importi dai beneficiari a livello nazionale. Tali
dati (parziali relativamente agli importi totali concernenti i recuperi e le
rettifiche finanziarie) sono presentati nel documento dei servizi della
Commissione “Valutazione statistica delle irregolarità segnalate nel 2011”. 3.2.3. Altri
tipi di gestione Per quanto riguarda la parte del bilancio dell’UE
gestita secondo la modalità di gestione diretta, le spese non conformi alle
norme e ai regolamenti applicabili sono oggetto di un ordine di riscossione
della Commissione o sono dedotte dalla dichiarazione di spesa successiva[22]. Gli ordini di recupero confermati concernenti la
parte di bilancio cui non è stata data esecuzione nell’ambito della gestione
concorrente sono stati pari a 377 milioni di euro. Di questi, sono stati
recuperati 346 milioni di euro (92%). 3.2.3.1. Assistenza preadesione Nell’ambito dell’assistenza preadesione, i paesi
beneficiari hanno in primo luogo la responsabilità di recuperare dai
beneficiari gli importi indebitamente versati insieme agli interessi di mora
eventualmente applicabili per il ritardato pagamento. Le informazioni fornite
dalla presente relazione si basano sui casi di presunta frode o di irregolarità
segnalati dai paesi beneficiari. Relativamente ai casi segnalati nel 2011, il
tasso di recupero è aumentato notevolmente rispetto agli esercizi precedenti,
per un totale di quasi 26 milioni di euro recuperati (46%). Anche l’ammontare cumulativo complessivo dei
recuperi (concernente tutti gli importi segnalati, anche per gli anni
precedenti) presenta un dato positivo, con oltre 100 milioni di euro recuperati
e un tasso di recupero superiore al 60%. Questi risultati positivi sono direttamente
collegati alla chiusura dei programmi di assistenza preadesione. 3.2.3.2. Spese
gestite dalla Commissione Per quanto concerne gli ordini di recupero emessi
nel 2011 contraddistinti da frode o altre irregolarità, si segnala un recupero
totale o parziale per quasi tutti i 922 casi di irregolarità. Il tasso di
recupero relativo agli importi per “irregolarità segnalate come frode” è pari
al 50%; il tasso concernente le altre irregolarità è del 64%. 4. Politiche antifrode a
livello dell’UE 4.1. Misure
di politica antifrode varate dalla Commissione nel 2011 4.1.1. Proposta
di riforma dell’OLAF È in fase di revisione il
regolamento di base che definisce il compito principale e il mandato dell’OLAF
per quanto riguarda le indagini amministrative[23].
A seguito di un processo di riflessione attuato nel corso del 2010, nel marzo
2011 la Commissione ha presentato ai colegislatori, il Parlamento europeo e il
Consiglio dell’Unione europea, una proposta modificata volta a migliorare il
quadro normativo che disciplina l’operato dell’OLAF. La proposta modificata è
intesa rendere più efficienti le indagini dell’OLAF, chiarendo al contempo i
diritti procedurali delle persone interessate. La proposta è stata
analizzata dal Consiglio a livello di gruppo di lavoro e, nel giugno 2012, è
stata esaminata in una riunione informale a tre fra il Parlamento europeo, il
Consiglio e la Commissione. 4.1.2. Strategia
antifrode della Commissione Nell’intento di
migliorare la prevenzione e l’individuazione delle frodi a livello dell’UE, nel
giugno 2011 la Commissione ha adottato la comunicazione sulla strategia
antifrode della Commissione[24].
La strategia si rivolge in primo luogo ai servizi della Commissione che
gestiscono i fondi dell’UE e definisce le seguenti questioni da affrontare in
via prioritaria: ·
introduzione di adeguate misure antifrode nelle
proposte della Commissione sui programmi di spesa previsti nell’ambito del
nuovo quadro finanziario pluriennale; ·
elaborazione di strategie antifrode a livello di
servizi della Commissione con l’assistenza dell’OLAF e loro attuazione; ·
revisione delle direttive in materia di appalti
pubblici per soddisfare l’esigenza di semplificare i requisiti contenendo al
tempo stesso i rischi di frode nel settore degli appalti negli Stati membri. Nel 2011 e all’inizio
del 2012 sono stati compiuti progressi inserendo disposizioni antifrode nei
programmi di finanziamento, istituendo una rete di prevenzione antifrode e
creando un sito dedicato alla prevenzione delle frodi reso accessibile a tutti
i servizi della Commissione. L’attuazione della strategia dovrebbe concludersi
entro il 2014. 4.1.3. Piano
d’azione della Commissione per la lotta contro il contrabbando di sigarette e
alcolici lungo la frontiera orientale dell’UE Il contrabbando di merci fortemente tassate,
soprattutto sigarette e alcolici, è causa di ingenti perdite a danno del
bilancio dell’UE e dei suoi Stati membri. Si stima che i mancati introiti
diretti in termini di dazi doganali a seguito del contrabbando di sigarette
nell’UE ammontino a oltre 10 miliardi di euro l’anno. Per contribuire ad affrontare
il problema, nel giugno 2011 la Commissione ha avviato un Piano d’azione per
intensificare gli sforzi di lotta contro il contrabbando di sigarette e
alcolici lungo la frontiera orientale dell’UE[25]. Il piano d’azione analizza le iniziative e i
problemi esistenti e propone un’azione mirata da attuare entro il 2014, in
collaborazione con gli Stati membri, la Russia e i paesi del Partenariato
orientale (Armenia, Azerbaigian, Bielorussia, Georgia, Repubblica moldova e
Ucraina). L’azione comprende il sostegno allo sviluppo delle capacità di
esecuzione, l’assistenza tecnica e la formazione; il consolidamento degli
elementi di deterrenza e la sensibilizzazione, oltre all’intensificazione della
cooperazione operativa a livello regionale tra i servizi competenti, inclusa la
condivisione di intelligence e una più stretta cooperazione internazionale. Nel frattempo, si è proceduto all’adozione di
alcune di queste misure, organizzando ad esempio in Romania una conferenza regionale operativa sul contrabbando
di tabacco, tenutasi alla fine di giugno del 2011; procedendo alla nomina di un
funzionario di collegamento OLAF presso la delegazione dell’UE a Kiev nell’intento
di rafforzare la cooperazione con i servizi ucraini preposti all’applicazione
della legge; avviando un’operazione doganale congiunta che, per la prima volta,
ha comportato attività di lotta al contrabbando per ferrovia dei prodotti del
tabacco e dei precursori sintetici di droghe lungo la frontiera orientale dell’UE
(cfr. il punto 4.2.5.3 della presente relazione). Conseguire gli obiettivi del Piano d’azione è
stata una delle attività prioritarie del 2011 e rimane un obiettivo fondamentale
per il 2012. 4.1.4. Misure
adottate dalla Commissione per tutelare gli interessi finanziari dell’UE
attraverso il diritto penale e le indagini amministrative Nel tutelare le finanze dell’UE, gli Stati
membri applicano la normativa nazionale. Di conseguenza, il tasso di condanna per
i reati commessi a danno del bilancio dell’UE varia notevolmente da uno Stato
membro all’altro, passando dal 14 % all’80 %. Inoltre, gli Stati
membri hanno solo parzialmente armonizzato il proprio coordinamento penale[26], la cooperazione giudiziaria
non è abbastanza incisiva e si denota una tendenza a circoscrivere i
procedimenti penali ai casi nazionali, ignorando la dimensione europea. Nel complesso, gli
elementi di deterrenza sono insufficienti per contrastare la distrazione di
fondi UE a fini illeciti. Di conseguenza, la Commissione ha annunciato di voler
consolidare il quadro normativo per la tutela degli interessi finanziari dell’UE
in una serie di ambiti[27],
fra cui: ·
la definizione dei principali reati perpetrati a
danno degli interessi finanziari dell’UE (come la frode) e di altri gravi reati
penali (come la malversazione); ·
il quadro procedurale, laddove sia necessario agire
per migliorare la cooperazione e gli scambi di informazioni fra tutte le
autorità competenti; ·
il quadro istituzionale per individuare, perseguire
e rinviare a giudizio gli autori di reati perpetrati a danno degli interessi
finanziari dell’UE, incluso il rafforzamento degli organismi esistenti —
Eurojust e OLAF — e l’istituzione di una procura europea specializzata. Riguardo al primo punto, la Commissione ha
presentato una proposta legislativa l’11 luglio 2012[28]; quanto agli altri ambiti,
essa sta attualmente valutando le diverse eventuali proposte. Inoltre, la Commissione ravvisa l’esigenza di
tutelare maggiormente le banconote e le monete in euro tramite l’erogazione di
sanzioni penali, conformemente al programma di lavoro della Commissione. Le
misure potrebbero includere la possibilità per tutti gli Stati membri di
utilizzare la stessa gamma di tecniche investigative e la definizione di
livelli minimi di pena. La Commissione sta preparando una proposta legislativa
al riguardo. 4.1.5. Quadro
finanziario pluriennale (QFP) per il 2014-2020 - I programmi Hercule III e
Pericle 2020 Per rafforzare la prevenzione e la lotta
antifrode, nel dicembre 2011 la Commissione ha adottato le proposte di
finanziamento di due programmi: Hercule III[29]
e Pericle 2020[30].
Entrambe le proposte sono state formulate nell’ambito del nuovo quadro
finanziario pluriennale per il periodo 2014-2020 e sostituiranno i programmi in
essere, che si concluderanno alla fine del 2013. Hercule III è un programma di finanziamento
incentrato specificatamente sulla lotta contro la frode, la corruzione e
qualsiasi altra attività illecita lesiva degli interessi finanziari dell’UE e
prevede l’acquisto di attrezzature e basi di dati specializzate ad uso delle
agenzie nazionali preposte all’applicazione della legge, nonché corsi di
formazione per esperti nella lotta antifrode. La dotazione finanziaria totale
proposta per un periodo di sette anni è pari a 110 milioni di euro. I nuovi elementi proposti da
Hercule III sono volti alla razionalizzazione degli obiettivi e alla
semplificazione dell’attuazione, rispetto al programma in corso. Per quanto
concerne l’assistenza tecnica fornita agli Stati membri, la proposta prevede di
portare il tasso di cofinanziamento dal 50% all’80%, su richiesta di un numero
consistente di parti interessate, affinché gli Stati membri con una capacità di
cofinanziamento più limitata possano egualmente beneficiare di questi
programmi. Il programma Pericle eroga
formazione e assistenza per la tutela delle banconote e delle monete in euro
contro la frode e la contraffazione. Esso sostiene l’organizzazione di
laboratori, convegni e seminari multidisciplinari e transnazionali, il
tirocinio mirato e lo scambio di personale fra le autorità nazionali nell’UE e
a livello internazionale, fornendo altresì sostegno tecnico, scientifico e
operativo. La proposta di Pericle 2020
comprende anche nuovi elementi, quali la possibilità di acquistare le
attrezzature pertinenti e di aumentare il tasso di cofinanziamento (fino al 90%
in casi eccezionali). La dotazione finanziaria totale proposta per il periodo
di sette anni è pari a 7,7 milioni di euro. Entrambe le proposte saranno
discusse dal Parlamento europeo e dal Consiglio nel 2012. 4.1.6. Nuova
organizzazione dell’OLAF e procedure di indagine Nel marzo 2011, l’OLAF ha avviato una revisione
interna incentrata in particolare sul miglioramento della propria struttura
organizzativa e delle sue procedure d’indagine. Sulla base di tale revisione, il 1° febbraio
2012 è stato varato un nuovo organigramma dell’OLAF. La nuova struttura ha
permesso di ridurre i costi indiretti e gli oneri amministrativi, ha aumentato
del 30 % il personale addetto
alle indagini e ha consolidato il ruolo dell’OLAF quale servizio della
Commissione responsabile di tutta la politica antifrode. Le procedure d’indagine
sono state razionalizzate ed è stata definita una nuova serie di obiettivi strategici
prioritari in materia di indagini. 4.2. Altre
misure politiche rilevanti ai fini della lotta antifrode adottate dalla Commissione
nel 2011 4.2.1. Comunicazione
della Commissione sulla lotta alla corruzione nell’UE Negli Stati membri dell’UE l’attuazione del
quadro normativo di lotta alla corruzione si conferma ineguale e generalmente
insoddisfacente. Per questa ragione, la
Commissione ha presentato la politica generale dell’UE in materia di corruzione
per i prossimi anni[31]. La Commissione ha auspicato che si rivolga maggiore
attenzione alla corruzione in una serie di settori ed ha indicato svariate
misure, fra cui una più stretta collaborazione, la modernizzazione delle norme
dell’UE sulla confisca dei beni di provenienza illecita, la revisione della
normativa in materia di appalti pubblici, migliori statistiche sulla
criminalità e un miglior uso delle condizioni concernenti le politiche di
cooperazione e sviluppo. A partire dal 2013, la Commissione elaborerà ogni
due anni una relazione sulla lotta alla corruzione nell’UE, allo scopo di
intensificare le misure anticorruzione e cementare la fiducia reciproca fra gli
Stati membri, identificando al contempo le tendenze dell’UE, agevolando gli
scambi delle migliori prassi e preparando il terreno alle future misure a
livello dell’UE. 4.2.2. Ammodernamento
delle norme in materia di appalti pubblici Sulla base dei risultati di una consultazione
pubblica, il 20 dicembre 2011 la Commissione ha adottato proposte[32] per l’ammodernamento delle
direttive in materia di appalti pubblici, volte a garantire che gli Stati
membri attuino meccanismi efficaci per prevenire le pratiche commerciali sleali
e migliorare la trasparenza. La Commissione ritiene che tali misure servano non
solo ai fini di una concorrenza leale fra gli offerenti, ma anche per garantire
che il denaro dei contribuenti sia utilizzato in modo efficace dalle autorità
pubbliche. Parallelamente, la Commissione ha proposto
semplici misure per la trasparenza e criteri procedurali applicabili all’aggiudicazione
delle concessioni, alle disposizioni[33]
in materia di esclusione di candidati condannati per corruzione, riciclaggio di
denaro e frode, nonché misure di prevenzione del conflitto d’interesse. 4.2.3. Politica
di coesione Riguardo alla politica di
coesione per il periodo successivo al 2013, la Commissione ritiene che occorra
rafforzare gli aspetti antifrode mediante l’introduzione di un sistema di
accreditamento nazionale, una dichiarazione di affidabilità della gestione e un
sistema di liquidazione annuale dei conti per migliorare l’affidabilità. In
particolare, per quanto concerne il controllo e la gestione finanziaria dei
programmi, la Commissione ha proposto l’attuazione di misure antifrode efficaci
e proporzionate da parte dell’autorità di gestione che tengano conto dei rischi
individuati[34]. 4.2.4. Spese
dirette Per quanto concerne la prevenzione, l’individuazione
e l’indagine sulle frodi relative alle spese dirette e all’aiuto esterno, la
Commissione ha proposto l’introduzione di una clausola standard[35] sulla protezione degli
interessi finanziari dell’Unione in tutte le nuove proposte del QFP per il
periodo 2014-2020, al fine di migliorare la coerenza fra i programmi di spesa. 4.2.5. Dogane 4.2.5.1. Sistema
antifrode di informazione sul transito Per intensificare la lotta
antifrode a livello doganale, è importante che tutte le autorità siano
coinvolte e informate riguardo ai movimenti delle merci in transito all’interno
dell’UE. A tal fine, la Commissione (OLAF) ha ideato e istituito un archivio
centrale contenente tali informazioni, denominato Sistema antifrode di
informazione sul transito, ATIS in breve. Dal 1° settembre 2011, la Commissione,
gli Stati membri e i paesi EFTA[36]
possono accedere al sistema ATIS in tempo reale. 4.2.5.2. Reciproca
assistenza amministrativa (MAA) e relative disposizioni antifrode con i paesi
terzi Per garantire un’adeguata applicazione della
legislazione doganale, sono diversi gli accordi che recano disposizioni sulla
reciproca assistenza amministrativa (MAA) e sulla prevenzione, l’indagine e la
lotta contro le violazioni della normativa doganale, come gli accordi
commerciali preferenziali e/o di cooperazione, gli accordi non preferenziali e
quelli doganali. Alla fine del 2011, erano in vigore 43 accordi
su un totale di 58 paesi; le trattative sugli scambi preferenziali erano in
corso con India, Canada, Singapore, Malaysia, la regione del Mercosur, la
Georgia, la Repubblica moldova e sei regioni APE (accordi di partenariato
economico). 4.2.5.3. Operazioni
doganali congiunte (ODC) Le autorità doganali degli Stati membri, oltre
che di alcuni paesi extra-UE svolgono, in cooperazione con l’OLAF operazioni
congiunte periodiche di durata limitata, volte a contrastare il contrabbando di
merci sensibili e la frode in taluni settori di rischio e/o su rotte
commerciali identificate. La Commissione (OLAF) avvia le operazioni doganali
congiunte e/o fornisce il sostegno necessario. Nell’aprile 2011 l’Ungheria e la Commissione
(OLAF), in collaborazione con Europol, hanno organizzato un’operazione doganale
congiunta dal nome in codice “Fireblade”. Sono stati invitati a prendervi parte
tutti gli Stati membri dell’UE oltre a Croazia, Ucraina e Repubblica moldova. L’operazione
ha portato al sequestro di oltre 28 000 capi/paia di prodotti e accessori
di abbigliamento contraffatti che si tentava di introdurre nell’UE su strada
attraverso la frontiera orientale. L’incidenza finanziaria di tali sequestri è
pari ad almeno un milione di euro, oltre al valore di mercato delle merci
contraffatte bloccate alla frontiera, cui si devono aggiungere per lo meno
altri 1,5 milioni di euro per i dazi e le imposte evasi col contrabbando delle
sigarette rinvenute nel corso dell’operazione. Nell’ottobre 2011 il servizio delle dogane
polacco, in stretta collaborazione con l’OLAF, ha avviato un’operazione
doganale congiunta dal nome in codice “Barrel”, alla quale hanno partecipato
ventiquattro Stati membri dell’UE, oltre a Croazia, Turchia, Norvegia e
Svizzera. Si è trattato della prima operazione doganale congiunta su rotaia di
lotta al contrabbando dei prodotti del tabacco e dei precursori delle droghe sintetiche
lungo la frontiera orientale dell’UE. L’esito
dell’operazione ha portato alla scoperta e al sequestro di circa 1,2 milioni di
sigarette nascoste nei convogli ferroviari per il trasporto di legname e ferro.
Il loro ingresso nell’UE avrebbe provocato perdite per almeno 205 000
euro di dazi e tasse doganali evasi. 4.2.6. IVA Sulla scorta dei risultati di una consultazione
pubblica[37],
dei colloqui con gli Stati membri e dei pareri espressi dalle istituzioni
europee, nel dicembre 2011 la Commissione ha adottato la “Comunicazione sul
futuro dell’IVA - Verso un sistema dell’IVA più semplice, solido ed efficiente
adattato al mercato unico”[38]. Verranno esplorate nuove modalità per migliorare
la lotta antifrode, come il rafforzamento della cooperazione amministrativa con
i paesi terzi, un meccanismo di reazione rapida per fronteggiare le nuove frodi
e studi sui nuovi metodi di riscossione delle imposte. La Commissione fornirà altresì assistenza
tecnica e per il rafforzamento delle competenze al fine di aiutare gli Stati
membri a rendere le amministrazioni fiscali più efficaci, efficienti e a prova
di frode. Inoltre, la Commissione sta istituendo un forum permanente dell’UE in
cui le autorità fiscali, i rappresentanti del mondo delle imprese e la
Commissione possono discutere le questioni antifrode relative alla gestione del
sistema dell’IVA. 4.2.7. Convenzioni
internazionali, strumenti e accordi di cooperazione amministrativa In un mondo globalizzato, cresce il numero delle
frodi commesse su scala internazionale. E’ pertanto importante intensificare la
cooperazione con i paesi e le organizzazioni internazionali di tutto il mondo
che beneficiano di fondi dell’UE e/o sono donatori insieme all’Unione europea. Ai fini della lotta contro la frode e la
corruzione, occorre un saldo quadro giuridico caratterizzato da una chiara
assunzione degli impegni da parte dei paesi partner per garantire una sana
gestione finanziaria dei fondi che essi ricevono dall’UE. Per istituire un siffatto
quadro, la Commissione europea sta proponendo una serie di disposizioni per il
controllo e la lotta antifrode in sede di rinegoziazione o di stipula di nuovi
accordi bilaterali. Nel 2011, tali disposizioni[39] sono state inserite nei
progetti di accordo con paesi beneficiari come l’Afghanistan e il Kazakistan e nei
progetti di accordi di associazione con tre paesi del Partenariato orientale:
Armenia, Azerbaigian e Georgia. Sono state proposte inoltre disposizioni più razionalizzate
imperniate sugli scambi di informazioni con paesi donatori di primo piano come
l’Australia. Il Servizio europeo per l’azione esterna e la Commissione europea insisteranno
affinché tali disposizioni siano inserite nei nuovi accordi con questi paesi
nel corso dei negoziati, nel 2012. Nel 2011 la Commissione (OLAF) ha avviato un’importante
campagna volta ad intensificare la cooperazione e soprattutto gli scambi di
informazioni sulla lotta antifrode con organizzazioni internazionali come la
vicepresidenza del dipartimento di deontologia istituzionale della Banca
mondiale. 4.2.8. Lotta
contro il traffico illecito di prodotti del tabacco a livello internazionale La Commissione ha coordinato la posizione dell’UE
e, con la presidenza del Consiglio, ha rappresentato l’UE nel corso dei
negoziati relativi al protocollo sull’abolizione del commercio illecito dei
prodotti del tabacco nell’ambito della Convenzione quadro dell’Organizzazione
mondiale della sanità (OMS) per la lotta al tabagismo (CQCT). Si sono tenute cinque riunioni dell’organo
intergovernativo di negoziazione (INB), l’ultima (INB5) a Ginevra, dal 28 marzo
al 4 aprile 2012. A seguito dell’intensa attività di negoziazione durante l’INB5,
è stato concordato un progetto di protocollo sull’abolizione del traffico
illecito dei prodotti di tabacco. Il progetto di protocollo
sarà presentato all’esame per l’adozione da parte della conferenza delle parti
della convenzione dell’OMS sul controllo del tabacco (CQCT) che si svolgerà a
Seul, Corea del Sud, nel novembre 2012. 4.3. Attuazione
dei programmi antifrode 4.3.1. Il
programma Hercule II Nel 2011, il programma
Hercule II ha proseguito la sua attività, incentrata sul miglioramento della
cooperazione transnazionale e multidisciplinare fra gli Stati membri e la
Commissione nella lotta e nella prevenzione delle frodi perpetrate a danno
degli interessi finanziari dell’UE. Particolare attenzione è
stata rivolta all’individuazione e alla prevenzione delle importazioni illegali
di prodotti illeciti o contraffatti, fra cui le sigarette e il tabacco (5,1
milioni di euro); a conferenze, seminari e formazione (4,8 milioni di euro);
all’accesso a pagamento alle basi di dati esterne a scopi investigativi (2,9
milioni di euro circa) e alle ricerche a livello accademico (0,7 milioni di
euro). 4.3.2. Il
programma Pericle Il programma Pericle
fornisce formazione e assistenza tecnica alle autorità nazionali preposte alla
tutela delle banconote e delle monete in euro contro la frode e la
contraffazione. Nel 2011 la Commissione (OLAF) ha partecipato a 15 attività del
programma Pericle, fra cui conferenze, seminari e scambi di personale
organizzati dagli Stati membri e/o dalla Commissione (OLAF). La strategia del
programma Pericle si incentra sugli Stati membri dell’UE ed è volta a
rafforzare la cooperazione regionale in settori delicati. Nel 2011, la
dotazione stanziata nell’ambito del programma Pericle è stata di 1 milione di
euro, di cui è stata impegnata la totalità. 4.3.3. Il
sistema d’informazione antifrode (AFIS) Il sistema d’informazione antifrode (AFIS) consiste
in una serie di applicazioni antifrode volte allo scambio puntuale e sicuro fra
le amministrazioni competenti nazionali e dell’UE di informazioni connesse alle
frodi. L’AFIS è gestito dalla Commissione (OLAF) e riguarda due settori
principali: l’assistenza reciproca in materia di questioni doganali (operazioni
doganali congiunte, posta elettronica sicura, sistema antifrode di informazione
sul transito, ecc.) e la gestione delle segnalazioni di irregolarità da parte
degli Stati membri e dei paesi beneficiari. Il numero di utenti AFIS aumenta regolarmente ed
ha quasi raggiunto le 10 000 unità in oltre 1 200 autorità
competenti di Stati membri, paesi terzi partner, organizzazioni internazionali,
servizi della Commissione e altre istituzioni dell’UE. Nel 2011, l’AFIS ha
ricevuto una dotazione operativa di 6 milioni di euro, utilizzati principalmente
per servizi di manutenzione, sviluppo e produzione (4,8 milioni di euro) mentre
il resto dei fondi è stato destinato all’assistenza tecnica, alla formazione e all’hardware
(1,2 milioni di euro). Il bilancio dell’AFIS per il 2011 è stato eseguito
completamente, con il 99% dei fondi impegnati. 4.4. Risoluzione
del Parlamento europeo del 6 aprile 2011 sulla tutela degli interessi
finanziari dell’Unione europea – Lotta contro la frode – Relazione annuale 2009 Il 6 aprile 2011, il Parlamento europeo ha adottato
la risoluzione sulla relazione della Commissione del 2009[40]. La risoluzione contiene
richieste, osservazioni e proposte specifiche concernenti tutti i settori del
bilancio. Essa si rivolge alla Commissione e agli Stati membri e concerne una
vasta gamma di argomenti, come la pubblicazione dei beneficiari dei fondi dell’UE,
le dichiarazioni di gestione nazionali e gli appalti pubblici. La risoluzione
si esprime criticamente sulla situazione del recupero dei fondi dell’UE in
tutti i settori e sul numero esiguo di irregolarità segnalate da taluni Stati
membri in particolari ambiti. Il Parlamento europeo ha accolto favorevolmente
l’introduzione del sistema di gestione delle irregolarità e ha riconosciuto i
progressi compiuti in taluni ambiti, come il miglioramento della disciplina
generale di comunicazione degli Stati membri per quanto concerne le
irregolarità in agricoltura. La risoluzione ha altresì osservato l’esito
positivo dell’operazione doganale congiunta denominata “Diabolo II”, coordinata
dalla Commissione tramite l’OLAF. La Commissione ha presentato al Parlamento una
relazione di follow-up indicante le azioni pratiche che intende adottare in
risposta alla risoluzione. In particolare, la Commissione ha precisato di aver
adottato una serie di semplificazioni in tutti i settori interessati dalla
gestione concorrente, allo scopo di snellire il carico di lavoro degli Stati
membri i quali, a loro volta, dovrebbero adoperarsi per migliorare la qualità,
la tempestività e la completezza delle proprie segnalazioni di irregolarità. 4.5. Comitato
consultivo per il coordinamento nel settore della lotta contro le frodi
(COCOLAF) A norma dell’articolo 325 del trattato sul
funzionamento dell’Unione europea, gli Stati membri organizzano, assieme alla
Commissione, una stretta e regolare cooperazione tra le autorità competenti.
Tale cooperazione avviene nell’ambito del Comitato consultivo per il
coordinamento nel settore della lotta contro le frodi[41]. Nel 2011 il comitato si è riunito due volte[42] ed è stato informato dei progressi
compiuti nell’attuazione del programma di lotta antifrode della Commissione,
formulando le proprie indicazioni al riguardo. Fra le varie tematiche trattate,
il comitato si è occupato dell’effettiva attuazione della legislazione dell’UE
in materia di lotta antifrode e della sua applicazione a livello nazionale, delle
comunicazioni annuali e degli scambi di informazioni fra gli Stati membri e la
Commissione, con particolare riferimento ai casi di frode sospetta e accertata
e di irregolarità, nonché dell’analisi dei rischi. In particolare, il comitato ha esaminato le
modalità per inasprire le misure antifrode negli Stati membri, segnatamente
istituendo un sottogruppo COCOLAF incaricato delle azioni strutturali. Gli
Stati membri hanno messo in evidenza il valore aggiunto di tali riunioni, soprattutto
per lo scambio delle migliori pratiche. 5. Misure adottate dagli
Stati membri per contrastare la frode e altre attività illecite lesive degli
interessi finanziari dell’UE 5.1. Risultati
del questionario sui controlli volti a contrastare le irregolarità e le frodi perpetrate
a danno degli interessi finanziari dell’UE nell’ambito della politica di
coesione Ogni anno, la Commissione e gli Stati membri
scelgono un argomento d’attualità di particolare interesse (ad esempio nei
settori a rischio) che viene sviluppato nella relazione sulla lotta antifrode
dell’anno seguente, traendo spunto dalle risposte a un questionario sottoposto
dalla Commissione agli Stati membri. Questa attività favorisce gli scambi di
informazioni e buone prassi fra gli Stati membri e consente la sorveglianza
delle misure antifrode. Quest’anno la relazione si incentra in
particolare sui controlli volti a contrastare le irregolarità e le frodi
commesse a danno degli interessi finanziari dell’UE nell’ambito della politica
di coesione[43].
La relazione fornisce informazioni relative alle indagini antifrode, alle
misure legislative e amministrative e alle strategie poste in essere, all’uso
degli indicatori di frode, agli importi recuperati a seguito delle indagini
antifrode e ai dati sul personale incaricato di svolgere le indagini o
interessato da queste ultime. Tutti gli Stati membri hanno comunicato le
misure legislative o amministrative da essi adottate nel periodo 2007-2011.
Secondo gli Stati membri, tali misure hanno contribuito sostanzialmente a una
migliore prevenzione delle frodi nell’ambito della politica di coesione e/o a
migliorare il sistema di gestione dei rischi. Le misure riguardano tra l’altro le norme di
ammissibilità, i controlli e le verifiche in loco, la segnalazione e l’apertura
di fascicoli su frodi e irregolarità in generale, le procedure di recupero, i
controlli incrociati per individuare e sventare il doppio finanziamento dei
progetti, le procedure d’appalto pubblico, l’introduzione di sanzioni, le
azioni volte a contrastare la frode e la corruzione, l’istituzione di organismi
di coordinamento per la lotta contro le frodi lesive degli interessi finanziari
dell’UE, la partecipazione del personale a corsi di formazione e seminari e il perseguimento
dei beneficiari o di altri soggetti implicati nei casi di sospetta frode e
corruzione. In termini di efficienza ed efficacia, quasi
tutti gli Stati membri[44]
hanno segnalato di aver adottato un’impostazione energica e proattiva e misure
di prevenzione che hanno permesso di accertare un maggior numero di
irregolarità prima del pagamento e la conseguente segnalazione di un minor
numero di irregolarità. Alcuni Stati membri[45]
hanno comunicato una riduzione significativa del numero di casi di sospetta
frode individuati, un minor numero di errori negli appalti e una maggiore
trasparenza in tutto il processo. In termini di affidabilità delle
rendicontazioni finanziarie, la maggior parte degli Stati membri[46] ha segnalato una maggiore percentuale
di importi accettati come ammissibili. Per quanto concerne il rispetto delle norme,
alcuni Stati membri[47]
hanno menzionato l’effetto preventivo di strumenti quali le linee guida della
Commissione sugli appalti pubblici[48];
la nota informativa della Commissione sugli indicatori di frode[49]; le disposizioni nazionali in
materia di appalti pubblici; il manuale e gli orientamenti per la notifica
delle irregolarità, nonché le disposizioni degli articoli da 27 a 36
(irregolarità) del regolamento (CE) n.1828/2006. La maggior parte degli Stati membri[50] ha indicato di utilizzare
strategie nazionali o regionali o “tipologie di operazioni”[51] come le misure o i piani posti
in essere per prevenire e individuare con maggior efficacia i casi di frode a
livello di spese finanziate dal fondo di coesione. Gli altri Stati membri[52] si sono detti soddisfatti
della situazione esistente e hanno precisato di non aver posto in essere né
programmato nuove strategie di contenimento del rischio di frodi nel periodo esaminato. La maggior parte degli Stati membri[53] ha dichiarato di utilizzare
gli indicatori generali per riorientare i controlli, che contribuiscono all’individuazione
delle frodi e al miglioramento dei risultati delle attività di vigilanza
antifrode. Tutti gli Stati membri hanno inviato le proprie
comunicazioni sulle indagini antifrode effettuate e sui procedimenti penali conclusi
in merito ai progetti finanziati nell’ambito della politica di coesione per i
periodi di programmazione 2000-2006 e 2007-2013. Taluni Stati membri hanno
incluso le “verifiche in loco” obbligatorie, previste dalla legislazione dell’UE
nel quadro delle indagini sulle frodi amministrative. Oltre a basarsi sull’esperienza
acquisita, alcuni Stati membri si accertano della presenza di eventuali frodi effettuando
verifiche in loco, controllando le richieste di pagamento e conducendo
verifiche preliminari sugli appalti e verifiche a campione sugli audit del
sistema. Se emergono sospetti, si procede a verifiche supplementari e, se del
caso, viene presentata una relazione alle autorità di contrasto. Tutti gli Stati membri ritengono che i propri
controlli finanziari siano sufficientemente mirati all’individuazione delle
frodi. Alcuni fra i maggiori Stati membri[54] hanno segnalato un numero
molto limitato di indagini penali in corso, alcuni[55] hanno fornito dati interessanti
sulle indagini antifrode effettuate e sui procedimenti penali conclusi, mentre
altri[56]
non hanno fornito alcun dato relativamente ai procedimenti penali conclusi e
all’esito degli stessi. Infine, dalle informazioni trasmesse dagli Stati membri
in merito agli importi recuperati a seguito di indagini antifrode concernenti i
periodi di programmazione 2000-2006 e 2007-2013 traspare, quanto meno, l’eventualità
che le comunicazioni sui processi di recupero possano essere fuorvianti e
debbano essere migliorate, non avendo potuto stabilire un collegamento fra gli
importi segnalati nel sistema di gestione delle irregolarità e quelli segnalati
per l’esercizio in corso. Due Stati membri[57]
hanno segnalato il recupero di importi consistenti, mentre solo un terzo[58] ha comunicato il recupero di
importi superiori a 1 milione di euro a seguito di indagini antifrode. Per un
altro terzo[59]
gli importi segnalati per questo esercizio sono di scarsa entità, mentre alcuni
Stati membri[60]
non hanno indicato alcun importo, o la menzione “non applicabile”. Le risposte degli Stati membri al questionario
evidenziano i progressi compiuti a livello di sistemi di controllo finanziario
e di gestione dei rischi per la prevenzione delle frodi nell’ambito della politica
di coesione. Fra questi progressi si annoverano le disposizioni giuridiche e
gli orientamenti, le strategie nazionali e regionali, l’uso di indicatori di
rischio, le procedure amministrative e la collaborazione fra autorità
nazionali. Di converso, occorrono
ulteriori progressi per quanto concerne il monitoraggio dei risultati delle
indagini amministrative e penali antifrode, compreso il recupero dei relativi
importi[61]. È altresì evidente che sono necessarie migliori
statistiche sulle frodi affinché la Commissione e gli Stati membri possano
incentrare i propri sforzi negli ambiti di maggior rischio. A tale riguardo, la
Commissione intende porre maggiore enfasi sulle comunicazioni relative a quest’ambito. Si invitano gli Stati
membri a monitorare i risultati delle indagini penali e a migliorare le proprie
statistiche sulle frodi. 5.2. Attuazione
delle raccomandazioni del 2010 Nella relazione 2010 sulla tutela degli
interessi finanziari dell’Unione europea, la Commissione ha rivolto diverse
raccomandazioni agli Stati membri, in particolare sui casi segnalati di frode e
altre irregolarità, sul recupero degli importi irregolari e sul ricorso alla
Base centrale di dati sull’esclusione (CED) a norma dell’articolo 95 del
regolamento finanziario. La Commissione ha monitorato l’attuazione di
tali raccomandazioni da parte degli Stati membri nell’ambito delle
comunicazioni relative all’esercizio 2011. Sono stati osservati taluni lievi
progressi, soprattutto con l’applicazione dell’IMS. Solo uno Stato membro[62] deve ancora completare l’applicazione
dell’IMS. Per quanto concerne gli obblighi di comunicazione[63] nel settore dell’agricoltura,
gli Stati membri interessati hanno compiuto progressi, in particolare rispetto
ai dati personali dei soggetti che hanno commesso irregolarità (di natura
fraudolenta o meno) e al tasso di conformità, per quanto vi siano ancora
margini di miglioramento, a giudicare dal basso tasso di segnalazione delle
sospette frodi da parte dei maggiori Stati membri. Per quanto concerne le entrate, la maggior parte
degli Stati membri ha confermato che le proprie strategie nazionali in atto
valutano costantemente i rischi in tutto il settore dei dazi doganali e che
saranno adottate tutte le misure proattive e preventive necessarie per
contrastare le possibili frodi. Rispetto alla raccomandazione sull’istituzione
della Base centrale di dati sull’esclusione (CED)[64], solo un numero esiguo di
Stati membri[65]
la sta utilizzando e ha trasmesso una relazione sui progressi conseguiti; altri
hanno adottato misure preliminari istituendo dei punti di collegamento, o
stanno valutando l’opportunità di utilizzare la base di dati nel corso del
prossimo ciclo di programmazione[66].
Ad oggi, la Commissione non ha ricevuto segnalazioni al riguardo. 6. Conclusioni La presente relazione evidenzia i progressi
compiuti nel 2011 a seguito dell’adozione, da parte della Commissione e degli
Stati membri, delle misure strategiche volte a garantire una maggiore tutela
degli interessi finanziari dell’UE. La piena attuazione di tali misure comporterà
una stretta cooperazione fra le istituzioni dell’UE e gli Stati membri, cui la
Commissione continuerà a dar seguito. L’analisi delle irregolarità riscontrate nel
2011 evidenzia una diminuzione generale delle irregolarità segnalate e migliori
risultati nel recupero delle risorse dell’UE indebitamente versate. Tale
diminuzione era prevista, in ragione dell’accelerazione degli anni precedenti
che, in sé, è stata prodotta dai miglioramenti apportati agli strumenti e ai controlli. L’analisi ha altresì evidenziato come siano
necessari ulteriori sforzi in ogni settore di bilancio per consolidare i
risultati raggiunti e rimediare alle eventuali ripercussioni negative dell’attuale
crisi finanziaria, come un aumento delle frodi a danno del bilancio dell’UE. Di
conseguenza, la Commissione invita tutti gli Stati membri a porre in essere
adeguate misure antifrode di prevenzione e individuazione, in particolare per
quei casi in cui scarseggia o manca questo tipo di risultati. Appare altresì chiaramente dai dati ricevuti che
esistono ulteriori margini di miglioramento, soprattutto riguardo ai recuperi,
soggetti a procedure ancora relativamente lunghe. [1] Principalmente dazi doganali e agricoli, ma anche dazi antidumping e
prelievi nel settore dello zucchero.
[2] i) Applicazione dell’articolo 325 da parte degli Stati
membri nel 2011; ii) valutazione statistica delle irregolarità segnalate
per le risorse proprie, le risorse naturali, la politica di coesione e
l’assistenza preadesione nel 2011; iii) raccomandazioni per dar seguito alla
relazione della Commissione relativa alla tutela degli interessi finanziari
dell’UE - lotta antifrode, 2010; iv) metodologia concernente la Valutazione
statistica delle irregolarità segnalate per il 2011. [3] Ad esempio, ai sensi del regolamento (CE) n. 1848/2006
della Commissione, del 14 dicembre 2006 relativo alle irregolarità e al
recupero delle somme indebitamente pagate nell’ambito del finanziamento della
politica agricola comune, GU L 355 del 15.12.2006, pag.56. [4] Ad esempio qualora vengano utilizzati documenti falsi o
falsificati o quando è in corso un’indagine o un procedimento penale; tali
irregolarità comprendono pertanto quelle rilevate dalla Commissione, compreso
l’OLAF. Il concetto di sospetta frode non è utilizzato nelle comunicazioni
sulle risorse proprie tradizionali (RPT). [5] In ragione di una maggiore attività di controllo durante
gli ultimi anni di attuazione. [6] Attualmente il tasso complessivo di attuazione è al di
sotto del 40% delle risorse disponibili; ne consegue che il numero di progetti
sottoposti ad accertamento sia oggi inferiore rispetto agli ultimi anni del
periodo di programmazione precedente e pertanto le irregolarità che ne derivano
sono in generale in numero inferiore, mentre è più consistente l’effetto
deterrente dei controlli. [7] Per ragioni di confrontabilità, gli importi relativi al
2010 si basano sui dati utilizzati per la relazione dello stesso anno. I dati
comprendono gli importi stimati e accertati relativi alle irregolarità
segnalate come frode. [8] Una relazione sulla strategia di controllo doganale
degli Stati membri che illustra sinteticamente i risultati delle verifiche
condotte nel periodo 2009 - 2010 in tutti gli Stati membri è stata presentata
in sede di comitato consultivo delle risorse proprie il 7 luglio 2011. [9] Vale a dire la chiusura del periodo di
programmazione 2000-2006 e l’accelerazione delle segnalazioni di irregolarità a
seguito dell’introduzione dell’IMS. [10] Cooperazione transfrontaliera, risorse umane, sviluppo
rurale, sviluppo regionale, assistenza tecnica. [11] Cfr. la nota 7. [12] Formazioni e documenti quali i “Bollettini d’informazione” e “Domande e
risposte” per informare l’utente relativamente al modulo IMS 1848. [13] A norma dell’articolo 72 del regolamento finanziario
(regolamento (CE, Euratom) n. 1605/2002 del Consiglio), l’emissione dell’ordine
di riscossione è l’atto con il quale l’ordinatore delegato o sottodelegato
competente impartisce al contabile l’istruzione di recuperare un credito
accertato. [14] La gestione diretta centralizzata include tutte le spese
dell’UE relative ai fondi gestiti dalle istituzioni dell’UE (ad es., spese
amministrative delle istituzioni e programmi quali Leonardo, Erasmus, il
Settimo programma quadro di ricerca e sviluppo tecnologico, ecc.). A norma
dell’articolo 53 del regolamento finanziario, questa parte del bilancio può
essere eseguita in modo centralizzato, direttamente dai servizi della
Commissione, o delegando le funzioni di esecuzione del bilancio ai paesi terzi
(gestione decentrata) o a organizzazioni internazionali (gestione concorrente). [15] Nello specifico quelli indicati nella nota esplicativa n.
6 sulle rettifiche finanziarie e i recuperi. In particolare, il tasso di
recupero è calcolato come il rapporto fra le rettifiche finanziarie o gli
ordini di recupero decisi nell’esercizio finanziario in questione e quelli
effettivamente attuati. [16] I dati presentati negli anni precedenti si basavano per lo
più sulle segnalazioni di irregolarità da parte degli Stati membri. Questi dati
sono presentati nel documento dei servizi della Commissione “Valutazione
statistica delle irregolarità segnalate nel 2011”. Per consentire una
confrontabilità con i risultati degli anni precedenti per ciascuno dei settori
di politica interessati, il tasso di recupero per il 2010 è stato ricalcolato
nella tabella 3 per ciascun settore. [17] Questa categoria comprende alcuni
strumenti per lo sviluppo rurale nell’ambito dell’assistenza preadesione. [18] In ogni caso, gli importi non rimborsati nello stesso anno
vengono rimborsati l’anno successivo. [19] Questa categoria (“Altri tipi di gestione”) comprende la
parte di bilancio dell’UE gestita secondo modalità di gestione diretta.
Rientrano nel suo ambito l’assistenza preadesione (escluso lo sviluppo rurale),
le cui irregolarità segnalate sono analizzate al punto 2.1.2.3 e gli ordini di
recupero emessi dalla Commissione analizzati al punto 2.2. [20] Tale cifra riguarda soltanto i recuperi. [21] Quando uno Stato membro non recupera dal beneficiario un
importo indebitamente pagato entro quattro anni dalla data del primo verbale
amministrativo o giudiziario (oppure entro otto anni in caso di procedimento
giudiziario dinanzi ai tribunali nazionali), l’importo non recuperato è per il
50% a carico del bilancio dello Stato membro nel quadro della liquidazione annuale
dei conti del FEAGA e del FEARS. [22] Se la deduzione viene effettuata direttamente dal
beneficiario nella dichiarazione di spesa, le informazioni non possono essere
registrate nel sistema contabile della Commissione. [23] Regolamento (CE) n. 1073/1999. [24] COM(2011) 376
definitivo. [25] SEC(2011) 791. [26] Seconda relazione sull’attuazione della convenzione relativa alla
tutela degli interessi finanziari dell’UE (COM(2008)77). [27] Comunicazione della Commissione relativa alla tutela degli interessi
finanziari dell’Unione europea attraverso il diritto penale e le indagini
amministrative – Una politica integrata per la salvaguardia del denaro dei
contribuenti, COM(2011)293, del 26 maggio 2011, e documento di lavoro dei
servizi della Commissione allegato alla comunicazione SEC(2011) 621. [28] COM(2012) 363 definitivo. [29] COM(2011) 914 definitivo. [30] COM(2011) 913 definitivo. [31] Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al
Consiglio e al Comitato economico e sociale del 6 giugno 2011 sulla lotta
contro la corruzione nell’UE – COM (2011)308 definitivo. [32] Proposta di direttiva sugli appalti pubblici, COM(2011)
896 definitivo — 2011/438 (COD), e proposta di direttiva sulle procedure di
appalto degli enti erogatori nel settore dell’acqua, dell’energia, dei
trasporti e dei servizi postali, COM(2011)895 definitivo 2011/439 (COD):http://ec.europa.eu/internal_market/publicprocurement/modernising_rules/reform_proposals_en.htm. [33] Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del
Consiglio sull’aggiudicazione dei contratti di concessione COM(2011) 897
definitivo - 2011/0437 (COD). [34] In particolare, l’articolo 114, lettera c) della proposta,
COM (2011) 615. [35] Cfr., ad esempio, la proposta di regolamento del
Parlamento europeo e del Consiglio relativo a un programma per la tutela dei
consumatori per il periodo 2014-2020, COM(2011) 707 definitivo, del 9.11.2011,
e la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che
istituisce il programma quadro di ricerca e innovazione Orizzonte 2020 —
Programma quadro di ricerca e innovazione (2014-2020), COM(2011) 809
definitivo, del 30.11.2011. [36] Fatta eccezione per la Svizzera. [37] COM(2010) 695. La consultazione pubblica si è conclusa il
31 maggio 2011. [38] COM (2011) 851. [39] Tali disposizioni differiscono da quelle menzionate nel
paragrafo 4.2.5.2, nel senso che le prime riguardano la spesa dell’UE e le
seconde le dogane (entrate). [40] http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=-//EP//TEXT+TA+P7-TA-2011-0142+0+DOC+XML+V0//EN&language=EN. [41] Il COCOLAF è stato istituito nel 1994 con la decisione n.
94/140 della Commissione, del 23 febbraio 1994, successivamente modificata
dalla decisione della Commissione, del 25 febbraio 2005, GU L 71 del 17.3.2005,
pagg. 67–68. [42] Un’ulteriore riunione ad hoc si tiene nel corso dell’anno,
così come la riunione del sottogruppo di lavoro sull’analisi dei rischi. [43] Si fornisce un’analisi più dettagliata sulle pratiche
nazionali nel pertinente documento di lavoro dei servizi della Commissione . [44] Fatta eccezione per Grecia e Francia. [45] BG, CZ, EL, EE e UK. [46] DE, ES, IE, IT, CY, LV, LT, LU, HU, NL, PL, PT, RO, FI e
UK. [47] BG, DE, EE, EL, ES, LT, LU, HU, MT, NL, AT, RO, SI, SK, SE
e UK. [48] Le linee direttrici sulla determinazione delle correzioni
finanziarie da applicare alle spese cofinanziate dai Fondi strutturali o dal
Fondo di coesione in caso di non rispetto delle norme relative alle procedure
sugli appalti pubblici: COCOF 07/0037/03-EN. [49] Nota informativa sugli indicatori di frode per il FESR,
l’FSE e l’FC (COCOF 09/0003/00-EN). [50] BG, CZ, EE, ES, FR, IT, CY, LT, LU, HU, MT, NL, AT, PT,
RO, SI, SK e FI. [51] DE, EL e LV. [52] NL e UK. [53] BG, CZ, DE, EE, EL, ES, IE, HU, MT, PL, RO, SI, SK e UK. [54] DE, FR ed ES. [55] BG, CZ, EE, HU, PL, PT, SK ed SE. [56] DE, EL, ES, FR, IT, LT, LU, HU, AT e RO. [57] IT e PT. [58] BG, EE, ES, IT, LV, LT, PT, SK, FI e UK. [59] BE, CZ, IE e RO. [60] DE, EL, FR, HU, MT, AT, SE e SI. [61] Cfr. le tabelle 1 e 2 del pertinente documento di lavoro
dei servizi della Commissione allegato alla presente relazione, pagg. 9-11, che
riassume i dati trasmessi dagli Stati membri. [62] La Francia. [63] Le risposte complete fornite dagli Stati membri alle
raccomandazioni sono inserite nel terzo documento di lavoro dei servizi della
Commissione allegato alla presente relazione. [64] Ai sensi dell’articolo 95 del regolamento finanziario, sui
candidati e gli offerenti che rientrano in una delle situazioni di esclusione
previste dallo stesso regolamento. [65] BG, CZ, MT, AT e PL. [66] Cfr. la tabella del pertinente documento di lavoro dei
servizi della Commissione allegato alla presente relazione, pag. 6, che
riassume la situazione per tutti gli Stati membri.