COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI La strategia dell’UE per l’eradicazione della tratta degli esseri umani (2012 – 2016) /* COM/2012/0286 final */
COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL
PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO
E AL COMITATO DELLE REGIONI La strategia dell’UE per l’eradicazione della
tratta degli esseri umani (2012 – 2016) 1. CONTESTO La tratta di esseri umani è una forma moderna
di schiavitù. Le vittime sono spesso reclutate, trasportate o alloggiate con la
forza, la coercizione o la frode a fini di sfruttamento, anche sessuale, del
lavoro o dei servizi forzati, accattonaggio, attività criminali o espianto di
organi[1]. La tratta di esseri
umani è una grave lesione della libertà personale e della dignità della persona
e una fattispecie di reato grave, con implicazioni che vanno spesso al
di là della capacità dei singoli Stati di farvi fronte efficacemente. La tratta di esseri umani, che può assumere
forme diverse, evolve con il mutare delle circostanze socioeconomiche. Le
vittime sono donne, uomini, ragazze e ragazzi in situazioni di vulnerabilità.
Le ultime stime del periodo 2002-2011, pubblicate a giugno 2012 dall’Organizzazione
internazionale del lavoro (OIL), parlano di un totale di 20,9 milioni di
persone vittime del lavoro forzato - sfruttamento sessuale compreso - a livello
mondiale[2], e di 5,5 milioni di
minori vittime della tratta, stime che sono comunque ritenute prudenti. La tratta di esseri umani è una forma
redditizia di criminalità che frutta ogni anno decine di miliardi di euro[3]. Secondo il rapporto pubblicato nel 2010 dall’UNODC,
l’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine, in tutto il mondo
le vittime accertate della tratta di esseri umani sono nel 79% dei casi
oggetto di sfruttamento sessuale, nel 18% di lavoro forzato e nel 3% di altre
forme di sfruttamento; di questi, il 66% riguardano donne, il 13% ragazze, il
12% uomini e il 9% ragazzi[4]. I dati raccolti a settembre 2011 dalla
Commissione europea sulle vittime della tratta di esseri umani, sulle indagini
di polizia, sui procedimenti giudiziari e sulle condanne vengono attualmente
analizzati in base al genere, all’età, alle forme di sfruttamento e alla
cittadinanza[5]. I risultati preliminari
sembrano essere in linea con i dati del rapporto UNODC. La tratta di esseri
umani riguarda nei tre quarti dei casi registrati lo sfruttamento sessuale (in
aumento: dal 70% del 2008 al 76% nel 2010) e, nei casi restanti, lo
sfruttamento per motivi di lavoro (in calo: dal 24% nel 2008 al 14% nel 2010),
accattonaggio forzato (3%) e la servitù domestica (1%). In base alle
informazioni sul genere delle vittime fornite da ventuno Stati membri dell’Unione,
negli ultimi tre anni la tratta di esseri umani colpisce soprattutto le donne e
le ragazze: 79% di donne (di cui 12% ragazze) contro il 21% di uomini (di cui
3% ragazzi). Secondo i dati provenienti da molti Stati membri, nella maggior
parte dei casi le vittime provengono dall’Unione europea (essenzialmente
Romania, Bulgaria, Polonia e Ungheria). Al di fuori dell’UE, le vittime
provengono nella maggior parte dei casi da Nigeria, Vietnam, Ucraina, Russia e
Cina. Complesso fenomeno transnazionale, la tratta
di esseri umani affonda le radici nella vulnerabilità di fronte alla povertà,
nell’assenza di una cultura democratica, nella disuguaglianza di genere e nella
violenza contro le donne, nelle situazioni di conflitto e post-conflitto, nella
scarsa integrazione sociale, nella mancanza di opportunità e di chance
occupazionali, nell’accesso ristretto all’istruzione, nel lavoro minorile e
nella discriminazione. Azione dell’Unione contro la tratta
di esseri umani L’articolo 5 della Carta dei diritti fondamentali
dell’Unione europea vieta esplicitamente la tratta di esseri umani. A livello dell’Unione l’impegno politico
mirato a contrastare questo fenomeno è testimoniato dalla vasta gamma di
iniziative, misure e programmi di finanziamento posti in essere in questo
settore, tanto all’interno dell’UE che nei paesi terzi, sin dai primi anni’90[6]. La direttiva 2011/36/UE concernente la
prevenzione e la repressione della tratta di esseri umani e la protezione delle
vittime[7] rappresenta in tal senso
un grande passo avanti. La direttiva adotta un’impostazione globale e integrata
incentrata sui diritti dell’uomo e sulle vittime e riconosce la specificità “di
genere”. La direttiva dovrebbe avere un impatto considerevole una volta che
sarà stata pienamente recepita dagli Stati membri, ovvero dopo il 6 aprile
2013; essa non verte solo sulla repressione, ma mira anche a prevenire la
criminalità e a garantire che le vittime della tratta possano riprendersi e
reinserirsi nella società. Nel frattempo vari strumenti UE in diversi
settori politici contribuiscono a contrastare la tratta di esseri umani[8].
La legislazione dell’UE sul diritto delle vittime della tratta di esseri umani
di soggiornare nell’UE, relativa allo sfruttamento sessuale dei minori, e alle
sanzioni nei confronti di datori di lavoro che impiegano cittadini di paesi
terzi il cui soggiorno è irregolare integra la direttiva sulla tratta di esseri
umani. Anche la Strategia di sicurezza interna dell’UE affronta il
problema della tratta di esseri umani[9]. Il quadro generale
per la politica migratoria esterna dell’UE – “L’approccio globale in materia di
migrazione e mobilità”[10] — sottolinea l’importanza
di cooperare con i paesi terzi di origine, di transito e di destinazione e
individua nella prevenzione e nella riduzione dell’immigrazione irregolare e
nella tratta di esseri umani uno dei suoi quattro pilastri. Questa linea è
applicata anche nel Documento mirato all’azione sul rafforzamento della
dimensione esterna dell’UE nell’azione contro la tratta degli esseri umani, del
2009[11]. La
tratta di esseri umani è un tema ricorrente anche in numerosi strumenti per le
relazioni esterne, quali le relazioni annuali sui progressi dei paesi candidati
e potenzialmente candidati, le “tabelle di marcia” e i piani d’azione
concernenti il dialogo sulla liberalizzazione dei visti con i paesi terzi, i
documenti di strategia nazionale, i programmi indicativi nazionali e regionali
e i programmi nell’ambito della politica europea di vicinato; il fenomeno è
affrontato anche nei Piani d’azione bilaterali e nel dialogo politico in corso
con i paesi terzi[12]. Con una gamma così ampia di provvedimenti
legislativi e strategici, il rischio di sovrapposizioni e duplicazioni di
iniziative è reale. La presente strategia intende pertanto offrire un quadro
coerente nel quale ricondurre le iniziative esistenti e programmate, stabilire
le priorità, colmare le lacune e integrare in tal modo la direttiva
recentemente adottata. La Commissione ha già nominato un coordinatore anti-tratta
dell’UE, che ha assunto le sue funzioni nel marzo 2011[13]
e supervisionerà l’attuazione della presente strategia. La Commissione ha anche
sviluppato un sito[14], regolarmente
aggiornato, dedicato al contrasto della tratta di esseri umani e che funge da
sportello unico per gli operatori e il pubblico in generale. Azioni internazionali La tratta di
esseri umani è un tema che è già stato oggetto di grande attenzione a livello
internazionale. Gli strumenti più importanti sono il Protocollo ONU sulla
tratta delle persone (Protocollo di Palermo) e la Convenzione del Consiglio d’Europa
sull’azione contro la tratta degli esseri umani[15]. Non tutti gli Stati membri hanno ratificato i due strumenti
giuridici, e i rimanenti sono stati invitati a provvedervi. La Commissione
sollecita infatti gli Stati membri a ratificare tutti gli strumenti, gli
accordi e gli obblighi giuridici internazionali pertinenti che renderanno la
lotta contro la tratta di esseri umani più efficace, coordinata e coerente[16]. 2. Priorità fondamentali Con questa strategia, la Commissione europea
intende concentrarsi su misure concrete atte a sostenere il recepimento e l’attuazione
della direttiva 2011/36/UE, apportare un valore aggiunto e integrare il lavoro
svolto dai governi, dalle organizzazioni internazionali e dalla società civile
nell’UE e nei paesi terzi. La responsabilità del contrasto della
tratta degli esseri umani spetta principalmente agli Stati membri. Lo
scopo della presente comunicazione è illustrare in che modo la Commissione
europea intende sostenere gli Stati membri in questo compito. La sentenza Rantsev
vs Cipro e Russia[17] costituisce un
riferimento decisivo in materia di diritti dell’uomo prevedendo chiaramente che
gli Stati membri sono tenuti ad adottare le misure necessarie per affrontare i
diversi aspetti della tratta di esseri umani, quali il reclutamento, la fase
investigativa, l’azione penale, la protezione dei diritti dell’uomo e l’assistenza
alle vittime. Qualora vengano a conoscenza di un caso di tratta di esseri
umani, o che una persona è esposta al rischio di cadere vittima di tale reato,
le autorità sono obbligate ad intervenire in modo adeguato. Le misure previste dalla presente strategia
sono il risultato di un esame approfondito delle azioni e delle politiche già
in corso, dei lavori del gruppo di esperti[18], di ampie
consultazioni con i governi, le organizzazioni della società civile, le parti
sociali, il mondo accademico, le organizzazioni internazionali, i relatori
nazionali o meccanismi equivalenti e altri portatori d’interesse. La strategia
comprende anche i pareri espressi dalle vittime della tratta. La presente
strategia definisce cinque priorità che l’Unione europea dovrebbe
privilegiare per affrontare la questione della tratta di esseri umani. Delinea
inoltre un certo numero di misure che la Commissione europea propone di attuare
nei prossimi cinque anni, di concerto con altri soggetti, tra cui gli Stati
membri, il Servizio europeo per l’azione esterna, le istituzioni e le agenzie
dell’UE, le organizzazioni internazionali, i paesi terzi, la società civile e
il settore privato. Tali priorità sono le seguenti: A. Individuare,
proteggere e assistere le vittime della tratta B. Intensificare
la prevenzione della tratta di esseri umani C. Potenziare
l’azione penale nei confronti di trafficanti D. Migliorare
il coordinamento e la cooperazione tra i principali soggetti interessati e la
coerenza delle politiche E. Aumentare
la conoscenza delle problematiche emergenti relative a tutte le forme di tratta
di esseri umani e una dare risposta efficace L’elaborazione di una politica
pluridisciplinare e coerente contro la tratta di esseri umani richiede il
coinvolgimento di un gruppo di soggetti più diversificato rispetto al passato.
Tale gruppo dovrebbe includere, segnatamente, funzionari di polizia, guardie di
frontiera, funzionari degli uffici immigrazione e asilo, pubblici ministeri,
avvocati, magistrati e funzionari degli organi giurisdizionali, ispettori dell’edilizia
abitativa, del lavoro, della sanità, dei servizi sociali e della sicurezza,
organizzazioni della società civile, operatori sociali e del mondo giovanile,
associazioni dei consumatori, sindacati, organizzazioni dei datori di lavoro, agenzie
di lavoro temporaneo, agenzie di collocamento e personale consolare e
diplomatico così come soggetti più difficilmente raggiungibili, quali i tutori
e i rappresentanti legali e i servizi di assistenza ai minori e alle vittime.
Si potrebbe inoltre prevedere il coinvolgimento di volontari e di persone che
lavorano nelle situazioni di conflitto. 2.1. PRIORITÀ A: Individuare, proteggere
e assistere le vittime della tratta È difficile individuare le vittime della
tratta. Eppure, in molti settori della società è possibile imbattersi in una
vittima della tratta. È fondamentale individuare le vittime potenziali, in modo
che chi ha rapporti con una vittima di tale reato possa venire incontro nel
miglior modo possibile ai “cinque grandi bisogni delle vittime”: rispetto e
riconoscimento, assistenza, protezione, accesso alla giustizia e risarcimento.
In tal modo anche la polizia e i pubblici ministeri possono indagare più
efficacemente e punire i trafficanti. Al tempo stesso è necessario istituire
meccanismi di protezione, assistenza e inclusione sociale delle vittime della
tratta. Conformemente alla direttiva del 2011, l’assistenza e il sostegno
dovrebbero essere basati sulle esigenze individuali della vittima e comprendere
almeno un alloggio adeguato e sicuro, assistenza materiale, cure mediche,
assistenza psicologica, consulenza e informazioni, servizi di traduzione e
interpretariato. (1)
Azione 1: Istituire meccanismi di riferimento
nazionali e transnazionali Gli Stati membri dovrebbero garantire che
siano istituiti meccanismi nazionali di riferimento ufficiali e funzionali.
Tali meccanismi dovrebbero descrivere le procedure per poter meglio
individuare, indirizzare, proteggere e assistere le vittime e dovrebbero
coinvolgere tutte le autorità pubbliche competenti e la società civile. Vanno
elaborati anche criteri per l’individuazione delle vittime, che tutti gli
operatori coinvolti dovrebbero utilizzare. Gli Stati membri si sono già
impegnati a definire tali meccanismi entro la fine del 2012 nel contesto del
ciclo programmatico dell’UE per contrastare la criminalità organizzata e le
forme gravi di criminalità internazionale[19]. A norma della direttiva sulla tratta di esseri
umani, le vittime dovrebbero ricevere adeguata protezione e assistenza sulla
base di una valutazione individuale dei rischi e dei bisogni. Tali valutazioni
dovrebbe rientrare nel mandato dei meccanismi nazionali di riferimento. Sulla
base della prima applicazione di questi meccanismi nazionali di riferimento da
parte degli Stati membri, la Commissione intende elaborare orientamenti
concernenti le modalità per svilupparli ulteriormente entro il 2015. I
meccanismi dovrebbero tra l’altro affrontare questioni quali il risarcimento e
il rimpatrio sicuro delle vittime. Dovrebbero essere definiti con chiarezza i
ruoli e le responsabilità di tutte le parti coinvolte. Attualmente, quando le vittime attraversano le
frontiere, la risoluzione dei problemi avviene in genere a livello bilaterale,
su una base ad hoc, processo, questo, spesso laborioso e inefficiente.
Coerentemente con l’impostazione incentrata sulle vittime, entro il 2015 la
Commissione intende elaborare un modello per un meccanismo di riferimento
transnazionale che colleghi i relativi meccanismi nazionali al fine di
individuare, indirizzare, proteggere e assistere le vittime in modo più
efficiente. (2)
Azione 2: Individuare le vittime Attualmente la Commissione finanzia un progetto
che elaborerà orientamenti per individuare meglio le vittime della tratta di
esseri umani nel 2014, alla luce degli elenchi di indicatori CE/OIL sulla
tratta di esseri umani del 2009. Tali orientamenti faciliteranno un’impostazione
più armonizzata e miglioreranno l’individuazione, aiutando inoltre gli
operatori a individuare le vittime, specie le vittime della tratta di esseri
umani a fini di sfruttamento sessuale, ma anche di sfruttamento economico o espianto
di organi, e i minori vittime di tratta. Inoltre, come indicato nella comunicazione
della Commissione sul piano d’azione per l’attuazione del programma di
Stoccolma, nel 2012, la Commissione elaborerà orientamenti specifici per i
servizi consolari e le guardie di frontiera in merito all’individuazione
delle vittime della tratta di esseri umani. (3)
Azione 3: Proteggere i minori vittime della tratta I minori sono particolarmente esposti al
pericolo di diventare vittime della tratta e di cadere nuovamente nelle mani di
trafficanti. Uno studio fatto nel 2010 dall’Organizzazione internazionale per
la migrazione (OIM) dimostra che dei 79 casi campione di “re-immissione nella
tratta”, l’84% riguardava minori o giovani al di sotto dei 25 anni. Inoltre,
nel 18% dei casi si trattava di adulti che erano già stati oggetto di tratta da
bambini. Tale dato dimostra che i minori che sono stati vittime di tratta
rischiano di ricadere nella medesima situazione da adulti[20]. La legislazione UE prevede che i minori
vittime della tratta ricevano protezione, assistenza e sostegno[21].
Per soddisfare le diverse necessità dei diversi gruppi di bambini, fra cui
figurano le vittime della tratta, è necessario disporre di sistemi di
protezione completi adatti ai minori, che garantiscano il coordinamento
interistituzionale e multidisciplinare. Per garantire una migliore protezione,
la Commissione finanzierà nel 2014 lo sviluppo di orientamenti su sistemi
per la protezione dei minori. Gli Stati membri devono rafforzare i
sistemi di protezione dei minori dalle situazioni di tratta e, qualora ciò
sia considerato nell’interesse superiore del minore, garantire loro un
rimpatrio sicuro e sostenibile al paese di origine, all’interno e all’esterno
dell’UE, e prevenire una loro ricaduta nello stato di vittima della tratta. Inoltre, con riguardo alla tratta di minori,
non esiste attualmente una definizione uniforme di tutore e/o rappresentante in
tutti gli Stati membri[22], e il relativo ruolo, le
qualifiche e le competenze loro attribuite variano da uno Stato membro all’altro[23].
Nel 2014 di concerto con l’Agenzia dell’Unione europea per i diritti
fondamentali, la Commissione intende sviluppare un modello di buone prassi
sul ruolo dei tutori e/o rappresentanti dei minori vittime di tratta. (4)
Azione 4: Dare informazioni sui diritti delle
vittime La corrispondenza ricevuta dalla Commissione
nel corso degli anni ha messo in evidenza i problemi che le persone incontrano
nel contattare le autorità o le organizzazioni designate per ricevere
informazioni chiare sui loro diritti all’assistenza e alle prestazioni sanitarie,
sul diritto a ricevere un permesso di residenza e di lavoro, sui loro diritti
di accesso alla giustizia e a un avvocato, e sulle possibilità di fare domanda
di risarcimento. Per informare le vittime in ordine ai loro
diritti e aiutarle ad esercitarli in modo efficace, nel 2013 la
Commissione fornirà informazioni chiare e di facile comprensione relative ai
diritti in materia di lavoro, ai diritti sociali, ai diritti di cui godono in
qualità di vittime e di migranti le vittime della tratta di esseri umani in
forza della normativa UE[24]. Successivamente la
Commissione aiuterà gli Stati membri a fornire e diffondere informazioni
analoghe a livello nazionale nel 2014. 2.2. PRIORITÀ B: Intensificare la
prevenzione della tratta di esseri umani Un approccio coerente alla prevenzione deve
comprendere l’esercizio dell’azione penale e la protezione delle vittime e
intervenire in tutti gli aspetti della tratta di esseri umani. La prevenzione
deve essere rafforzata alla luce delle cause profonde che rendono le persone
vulnerabili alla tratta e affrontare tali cause dovrebbe costituire un aspetto
fondamentale della prevenzione nell’UE e nei paesi terzi. (1)
Azione 1: Comprendere e ridurre la domanda Lo
scambio di buone pratiche può contribuire a ridurre la domanda di tutte le
forme di tratta, compreso lo sfruttamento sessuale. Si dovrebbe tener conto dei
lavori svolti nell’ambito di campagne di sensibilizzazione destinate ai
consumatori e agli utenti di servizi, della responsabilità sociale delle
imprese, dei codici di condotta[25], del rapporto tra imprese
e diritti dell’uomo, nonché delle iniziative volte a eliminare la tratta di
esseri umani dalle catene di approvvigionamento delle imprese. Per
comprendere meglio la riduzione della domanda la Commissione finanzierà nel 2013,
nell’ambito del settimo programma quadro, la ricerca sul tema della
riduzione della domanda e dell’offerta di servizi e beni prodotti dalle vittime
della tratta degli esseri umani, fra cui figurano le vittime della tratta
di esseri umani ai fini di sfruttamento sessuale e specifiche categorie di
vittime, quali i minori. La ricerca fornirà materiale per la relazione
del 2016 della Commissione sui provvedimenti giuridici che alcuni Stati
membri hanno preso per rendere reato l’utilizzo di servizi che costituiscono
oggetto dello sfruttamento legato alla tratta[26]. (2)
Azione 2: Promuovere l’istituzione di una
piattaforma per il settore privato La
cooperazione con il settore privato è fondamentale anche per ridurre la domanda
di tratta di esseri umani e sviluppare catene di approvvigionamento che non
implicano lo sfruttamento di esseri umani. Una coalizione
europea delle imprese contro la tratta di esseri umani sarà istituita
nel 2014. La coalizione dovrebbe migliorare la cooperazione con le
imprese e gli altri portatori d’interesse, rispondere alle sfide emergenti e
discutere le misure per prevenire la tratta di esseri umani, in particolare in settori
ad alto rischio. Nel 2016 la Commissione intende collaborare con la Coalizione
per sviluppare modelli e orientamenti sulla riduzione della domanda di
servizi forniti da vittime della tratta di esseri umani, in particolare nei
settori ad alto rischio, compresa l’industria del sesso, l’agricoltura, l’edilizia
e il turismo. (3)
Azione 3: Attività in materia di sensibilizzazione
e programmi di prevenzione su scala dell’UE Numerosi programmi di prevenzione contro la
tratta di esseri umani, in particolare campagne di sensibilizzazione, sono
stati attuati a livello locale, nazionale, internazionale e nei paesi terzi.
Poco si è fatto, invece, per valutare sistematicamente l’impatto di tali
programmi di prevenzione in termini di conseguimento dei loro obiettivi, ad
esempio se abbiano prodotto cambiamenti di comportamento e di atteggiamento, e
se in tal modo è stato ridotto il rischio di tratta di esseri umani. Si conosce
anche poco sul valore aggiunto, la coerenza e l’uniformità (eventuale) di tali
iniziative e i relativi collegamenti. Nel 2013, nell’ambito del programma di
finanziamento degli Affari interni, la Commissione effettuerà un’analisi
approfondita delle iniziative di prevenzione già in atto per contrastare la
tratta di esseri umani da parte di vari soggetti. La Commissione
dovrà elaborare orientamenti sulle future misure di prevenzione e campagne d’informazione
sensibili alla dimensione di genere con gli Stati membri. Sulla base dell’analisi
delle attività di prevenzione già in vigore, nel 2015 saranno istituiti link
alle campagne di sensibilizzazione[27]. Nel 2014 la Commissione avvierà attività di
sensibilizzazione su scala dell’UE destinate a specifici gruppi
vulnerabili, come donne e bambini a rischio, lavoratori domestici, le comunità
Rom, lavoratori irregolari e situazioni quali eventi sportivi di grande
rilievo, utilizzando il programma di finanziamento degli Affari interni.
Internet e le reti sociali saranno utilizzati come mezzi di efficace
sensibilizzazione mirata. 2.3. PRIORITÀ C: Potenziare l’azione
penale nei confronti dei trafficanti La tratta di esseri umani si estende oltre le
frontiere dei singoli Stati membri. La maggior parte dei trafficanti operano
all’interno di reti ben organizzate che consentono loro di spostare le vittime
attraverso le frontiere o da un luogo all’altro all’interno di un paese.
Infatti, è in aumento il fenomeno della tratta interna, in cui molte delle
vittime sono cittadini dell’Unione europea che i trafficanti obbligano a
spostarsi ai fini di tratta all’interno del loro stesso paese o in un altro
Stato membro. Anche se le indagini e il perseguimento dei casi di tratta hanno
ricevuto maggiore attenzione di recente, il numero totale di casi perseguiti
nell’UE resta scarso. Dati comparabili indicano infatti una diminuzione del
numero di condanne in casi di tratta di esseri umani, da 1534 nel 2008 a 1445
nel 2009 e 1144 nel 2010. (1)
Azione 1: Istituire Unità nazionali
multidisciplinari di contrasto della criminalità Nell’ambito del ciclo programmatico dell’UE
per contrastare la criminalità organizzata e le forme gravi di criminalità
internazionale, gli Stati membri hanno riconosciuto l’importanza che gli
obiettivi strategici e le azioni operative siano innovativi, multidisciplinari
e proattivi, per meglio investigare e perseguire i casi di tratta di esseri
umani. Per meglio individuare e perseguire i
trafficanti, potenziare ulteriormente la cooperazione transfrontaliera e
centralizzare le conoscenze sulla tratta di esseri umani, gli Stati membri
devono istituire unità nazionali multidisciplinari di contrasto della tratta
di esseri umani. Le unità in questione dovrebbero fungere da punti di
contatto per le agenzie dell’UE, in particolare Europol[28],
e trasmettere le informazioni raccolte alle unità nazionali Europol per
ulteriore trasmissione a Europol. Le unità in questione dovrebbero concentrarsi
su tutte le forme di tratta di esseri umani e migliorare l’individuazione del fenomeno
e la raccolta e l’analisi delle informazioni in materia. Devono essere
applicate procedure per disciplinare lo scambio di informazioni tra le unità
locali e regionali e le unità nazionali di contrasto della criminalità. Le unità
in questione dovrebbero anche occuparsi dell’emergere di nuovi fenomeni, quali
l’uso di Internet per reclutare le vittime e pubblicizzare i loro servizi. (2)
Azione 2: Svolgere proattivamente le indagini
finanziarie In linea con le raccomandazioni della Task
Force “Azione finanziaria” dell’OCSE[29], nel 2013 gli Stati
membri devono condurre le indagini finanziarie nei casi di tratta in maniera
proattiva, fornire informazioni per i dossier di lavoro ai fini delle analisi
di Europol e rafforzare la collaborazione con le agenzie dell’UE, quali
Eurojust e l’Accademia europea di polizia (CEPOL). Europol effettuerà un’analisi basata sulle
informazioni ricevute dagli Stati membri circa i casi di indagine finanziaria
sulla tratta di esseri umani entro il 2015. Tale analisi
dovrebbe portare all’individuazione di buone pratiche e di modelli per le
indagini di polizia finanziaria. Le indagini finanziarie sono state
riconosciute quali strumenti di assunzione delle prove. In molte indagini la
raccolta di dati da utilizzare nell’azione penale nei confronti di trafficanti
di esseri umani si basa ancora in larga misura sulle dichiarazioni delle
vittime. Le prove raccolte a partire dai passaggi di denaro potrebbero fornire
le necessarie prove supplementari, in particolare nei settori ad alto rischio[30],
sollevando così le vittime dall’obbligo di deporre in tribunale. Le indagini
finanziarie possono essere utili anche ai fini della valutazione dei rischi, e
possono contribuire a conoscere meglio il modus operandi dei responsabili dei
reati connessi alla tratta di esseri umani e perfezionare gli strumenti di
rilevazione. (3)
Azione 3: Aumentare la cooperazione di
polizia e giudiziaria transfrontaliera La Commissione riconosce l’importanza di
aumentare il livello della cooperazione giudiziaria nel settore della tratta di
esseri umani. Essa invita pertanto le autorità nazionali e le agenzie dell’UE a
creare, all’occorrenza, squadre investigative comuni e a coinvolgere Europol
e Eurojust in tutti casi di tratta transfrontaliera. Gli Stati membri
dovrebbero avvalersi pienamente della collaborazione con le agenzie dell’Unione
europea e condividere informazioni con l’obiettivo di accrescere il numero
e la qualità delle indagini transfrontaliere sul piano repressivo e
giudiziario. Conformemente al loro mandato, le Agenzie dell’Unione europea
devono condividere attivamente informazioni tra loro e con gli Stati membri.
Gli Stati membri dovrebbero altresì cooperare con Eurojust nell’attuazione
del futuro piano d’azione Eurojust contro la tratta di esseri umani. (4)
Azione 4: Rafforzare la cooperazione al di là delle
frontiere Nel 2012 l’UE finanzierà, nel’ambito dello
strumento per la stabilità, un progetto pilota volto ad intensificare la
cooperazione regionale sulla tratta di esseri umani lungo le rotte di traffico
dall’Est verso l’UE. Altre iniziative contro la criminalità
organizzata e la tratta di esseri umani contribuiranno altresì alla coerenza
tra gli aspetti interni ed esterni delle politiche di sicurezza dell’UE, e ad
aumentare la conoscenza dei collegamenti tra le reti criminali operanti nella
tratta e le altre forme di criminalità. Il loro obiettivo dovrebbe essere
quello di migliorare i sistemi di raccolta, le analisi e lo scambio dei dati, a
livello nazionale e transnazionale, a promuovere e sostenere lo scambio di
informazioni e il coordinamento regionale sulla tratta di esseri umani e
rafforzare la cooperazione di polizia a livello nazionale e transnazionale e la
capacità dei pubblici ministeri e del personale consolare e delle ONG. 2.4. PRIORITÀ D: Migliorare il
coordinamento e la cooperazione tra i principali soggetti interessati e la
coerenza delle politiche È necessario migliorare il coordinamento e la
cooperazione tra i principali operatori che lavorano nel campo della tratta di
esseri umani sulla base di un approccio pluridisciplinare, così
come è fondamentale la coerenza per assicurare che la politica anti-tratta sia
integrata nelle politiche connesse. Il miglior modo per organizzare la
cooperazione tra diversi operatori consiste nell’istituire meccanismi e
procedure ufficiali che implichino un chiaro impegno e nel precisare il ruolo e
i compiti di ciascuno dei soggetti coinvolti. Il 18 ottobre 2011 le agenzie
europee nel settore Giustizia e affari interni hanno sottoscritto una dichiarazione
congiunta in occasione della V Giornata europea contro la tratta di esseri
umani. L’accordo in questione prevede una migliore prevenzione della tratta,
indagini più incisive e un’efficace azione penale nei confronti dei colpevoli
di tali reati, oltre a una tutela più efficace delle vittime che rispetti i
loro diritti fondamentali e tenga in considerazione il genere delle vittime.[31].
La Commissione avrà il compito di coordinare e monitorare l’attuazione dell’accordo. (1)
Azione 1: Rafforzare la rete UE di relatori
nazionali o meccanismi equivalenti La rete informale di relatori nazionali o
meccanismi equivalenti dell’Unione è stata istituita nel 2009 e si riunisce
ogni sei mesi. Ai sensi dell’articolo 19 della direttiva concernente la
prevenzione e la repressione della tratta di esseri umani, tutti gli Stati
membri devono istituire relatori nazionali o meccanismi equivalenti competenti
per valutare le tendenze della tratta di esseri umani, misurare i risultati
delle azioni anti-tratta e raccogliere statistiche. Nel 2013 la Commissione rafforzerà
il meccanismo di coordinamento a livello di UE al fine di sostenere i relatori
nazionali nel loro lavoro di controllo dell’attuazione da parte degli Stati
membri dell’UE dei loro obblighi europei e internazionali, di raccolta dei
dati, di analisi e ricerca sulle tendenze a livello nazionale del fenomeno
della tratta di esseri umani, e di valutare i progressi realizzati in materia
di prevenzione e repressione della tratta di esseri umani e di protezione delle
vittime, garantendo la partecipazione della società civile. (2)
Azione 2: Coordinare le attività di politica
esterna dell’UE Il Documento mirato all’azione sul
rafforzamento della dimensione esterna dell’UE nell’azione contro la tratta di
esseri umani e l’Approccio globale in materia di migrazione e mobilità
prevedono entrambi un migliore coordinamento delle attività di politica esterna
dell’UE e garantiscono un approccio coerente basato su accordi, partenariati
strategici e dialoghi politici dell’UE. È necessario definire un elenco delle
regioni e dei paesi terzi prioritari per i partenariati futuri. Nel 2013 si
potrebbero prevedere, nelle delegazioni dell’UE nei paesi terzi e nelle regioni
prioritarie, meccanismi di cooperazione in materia di tratta di esseri
umani volti a rafforzare la cooperazione, creare partenariati e migliorare il
coordinamento e la coerenza. La Commissione intende inoltre operare per il rafforzamento
e la formalizzazione di partenariati con organizzazioni internazionali[32]
attive nel campo della tratta di esseri umani al fine di migliorare lo scambio
di informazioni e garantire la cooperazione, in particolare in materia di
pianificazione strategica, definizione delle priorità, raccolta di dati,
ricerca, monitoraggio e valutazione. In quanto grave violazione dei diritti dell’uomo
sanciti dalla Carta dei diritti fondamentali, la tratta di esseri umani
continuerà a rientrare nelle clausole in materia di diritti dell’uomo
contenute negli accordi dell’UE con paesi terzi, compresi gli accordi di libero
scambio, che forniscono la base per la promozione dei diritti dell’uomo e
la cooperazione in questo campo[33]. Grazie alla cooperazione allo sviluppo e altri
programmi di finanziamento nel settore delle relazioni esterne, la Commissione continuerà
a sostenere progetti volti a prevenire la tratta di esseri umani nelle
regioni e nei paesi terzi, compresa la tratta nelle rotte Sud-Sud, che
riguarderanno anche gli aspetti della prevenzione, protezione e azione penale. (3)
Azione 3: Promuovere l’istituzione di una
piattaforma per la società civile Nel 2013 sarà istituita una piattaforma a
livello dell’UE di organizzazioni e di prestatori di servizi della società
civile che operano nel campo dell’assistenza alle vittime e della loro
protezione negli Stati membri e in determinati paesi terzi. La Commissione
garantirà che i fondi necessari siano disponibili nei programmi di
finanziamento nel settore degli Affari interni. (4)
Azione 4: Rivedere i progetti finanziati dall’UE Nel corso degli anni, la Commissione europea
ha finanziato numerosi progetti in materia di lotta contro la tratta di esseri
umani[34]. Questi progetti erano
indirizzati a diverse categorie di operatori e hanno affrontato il fenomeno da
varie angolazioni. La Commissione farà in modo che le informazioni relative a
tutti i progetti finanziati dall’Unione europea che vertono sugli aspetti
interni ed esterni della tratta di esseri umani siano disponibili sul suo sito
web dedicato alla lotta a questo reato. Per rispondere alla necessità di una
maggiore coerenza delle politiche in tutti i settori che influiscono sui lavori
e sulle iniziative di lotta contro la tratta di esseri umani, come prossima
tappa la Commissione procederà ad un riesame completo di questi progetti
nel 2014 al fine di repertoriare le zone geografiche, i settori, i vari
operatori e i tipi di progetti, nonché i loro risultati e le raccomandazioni. Tale
riesame rafforzerà i progetti futuri e fornirà una base solida che assicuri in
futuro che le politiche e le iniziative finanziate dall’UE siano coerenti,
strategiche ed economicamente efficaci. (5)
Azione 5: Rafforzare i diritti fondamentali
nelle politiche anti-tratta e nelle azioni connesse Integrare
sistematicamente i diritti fondamentali nella politica e nella legislazione in
materia di lotta contro la tratta di esseri umani è necessario per garantire la
coerenza dei lavori. La strategia della Commissione per un’attuazione effettiva
della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea[35]
prevede che la Commissione si impegni a garantire che i suoi servizi procedano
alla verifica sistematica e rigorosa del rispetto dei diritti fondamentali
sanciti dalla Carta[36], sin dall’elaborazione
di una proposta legislativa. Un lavoro importante è stato svolto anche da
diverse organizzazioni e organismi, segnatamente l’Agenzia dell’Unione europea
per i diritti fondamentali, l’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite
per i diritti dell’uomo e il Consiglio d’Europa. Inoltre, sono stati sviluppati
strumenti che consentono alle organizzazioni della società civile di valutare
la politica e la normativa in materia di tratta degli esseri umani[37]
e di fornire orientamenti sul tema dei diritti fondamentali nell’ambito delle
valutazioni d’impatto della Commissione. Per rafforzare gli strumenti esistenti, nel
2014 l’Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali inizierà, sulla
base delle iniziative già ultimate e quelle ancora in corso sulla tratta di
esseri umani, a mettere a punto uno strumento, ad esempio un manuale o una
guida, per aiutare gli Stati membri ad affrontare le questioni relative ai
diritti fondamentali specificamente inerenti alla politica anti-tratta e
alle azioni connesse, che terrà conto delle strutture, dei processi e dei
risultati pertinenti e si concentrerà sui diritti delle vittime, integrando una
prospettiva di genere e l’interesse superiore dei minori. Nella fase
successiva, la Commissione assisterà gli Stati membri nell’attuazione di
tale strumento, grazie a futuri programmi di finanziamento nel settore
della giustizia. (6)
Azione 6: Coordinare il fabbisogno di
formazione in un contesto multidisciplinare La necessità di formare i professionisti
che operano sul campo – che è uno dei punti principali della direttiva
sulla tratta di esseri umani – emerge con tutta evidenza dalla maggior parte
delle risposte fornite alle consultazioni sulla presente strategia. I
meccanismi di formazione e i programmi mirati e specializzati sulla tratta di
esseri umani devono diventare più uniformi e coerenti[38].
Gli operatori che sono quotidianamente confrontati ai vari aspetti della tratta
di esseri umani devono ricevere un’adeguata formazione. La Commissione
rafforzerà la formazione indirizzata alle autorità giudiziarie e ai servizi di
polizia transfrontalieri basandosi sulla Comunicazione “Alimentare la
fiducia in una giustizia europea” e sul programma di formazione europea,
previsto per la fine del 2012. L’obiettivo principale della Commissione è
quello di riunire diverse categorie di operatori al fine di aumentare la
coerenza delle politiche e, eventualmente, mirando a zone e operatori
specifici. Saranno analizzate le possibilità di creare
quadri per la formazione indirizzati ai paesi in transizione e via di sviluppo,
anche con l’aiuto della Fondazione europea per la formazione professionale. L’Accademia
europea di polizia, Frontex e l’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo si
occuperanno successivamente del fabbisogno di formazione delle loro rispettive
parti interessate[39]. La Commissione prenderà
in esame la possibilità di cooperare con le delegazioni dell’UE al fine di
fornire loro - e per il loro tramite ai paesi terzi - una formazione in materia
di lotta contro la tratta di esseri umani. 2.5. PRIORITÀ E: Aumentare la
conoscenza delle problematiche emergenti relative alla tratta di esseri umani e
dare una risposta efficace In tutte le varie forme di tratta di esseri
umani le tendenze, i modelli e i metodi di lavoro dei trafficanti cambiano per
adattarsi alle fluttuazioni della domanda e dell’offerta. Diverse forme di
sfruttamento si sovrappongono e si mescolano spesso, rendendo difficile
individuare a quale forma di sfruttamento le vittime sono esattamente soggette.
Ciò rende ancora più difficile individuare le vittime della tratta. È
necessario riuscire a comprendere rapidamente tali tendenze e affrontarle in
modo efficace. (1)
Azione 1: Sviluppare un sistema di raccolta dei
dati su scala dell’UE La Commissione, di concerto con gli Stati
membri, elaborerà un sistema UE per la raccolta e la pubblicazione di dati
ripartiti in base all’età e al sesso. Capire le tendenze e i flussi di tratta
di esseri umani all’interno di un paese costituirà una parte importante di
questo lavoro. Sulla base dei risultati dell’analisi della prima iniziativa di raccolta
dei dati nel 2012, la Commissione si propone di collaborare con i relatori
nazionali per assicurare che nell’ambito delle iniziative di controllo del
2011 e 2012 siano rilevati dati comparabili e attendibili. I
risultati sono attesi per il 2014. Nella sua comunicazione sulla misurazione
della criminalità nell’Unione europea, la Commissione ha sottolineato la
necessità di raccogliere dati affidabili e comparabili al fine di elaborare una
politica in materia di tratta di esseri umani fondata su dati concreti. La
comunicazione comprende un piano d’azione per il periodo 2011-2015[40]
per raccogliere dati su un numero limitato di indicatori. (2)
Azione 2: Migliorare le conoscenze relative
alla dimensione di genere nella tratta e ai gruppi vulnerabili Nel 2013 la Commissione intende sviluppare
le conoscenze sulla dimensione di genere della tratta di esseri umani,
comprese le specificità di genere che caratterizzano le modalità con cui donne
e uomini sono reclutati e sfruttati, le conseguenze delle varie forme di tratta
per i due sessi e le potenziali differenze nella vulnerabilità di donne e
uomini di fronte al rischio di cadere nelle mani dei trafficanti e il suo
impatto sui due generi. La vulnerabilità rispetto alla tratta e alle
diverse forme di sfruttamento dipende dal genere: mentre le donne e le ragazze
tendono ad essere le vittime della tratta ai fini di sfruttamento sessuale, o
nei settori dei lavori o delle cure domestiche, gli uomini e i ragazzi tendono
ad essere vittime del lavoro forzato, in particolare nei settori dell’agricoltura,
dell’edilizia, nelle miniere, nel settore forestale e della pesca. Inoltre, le
conseguenze a breve e a lungo termine della tratta delle donne e gli uomini
possono variare, in funzione della forma di tratta subita e del sesso. I gruppi vulnerabili presentano una maggiore esposizione
al rischio di cadere vittime della tratta. Tali gruppi includono i minori,
soprattutto quelli che abbandonano la scuola dell’obbligo, i figli dei migranti
lasciati nel paese di origine[41], i minori non
accompagnati, i minori con disabilità, nonché le persone appartenenti a
comunità Rom[42]. Per garantire che si
tenga in conto la prospettiva di genere, nel 2014 la Commissione renderà inoltre
disponibili fondi nell’ambito del programma di finanziamento della ricerca per
migliorare la comprensione di tali gruppi ad alto rischio e in futuro mirerà
le sue azioni in modo più coerente e collaborerà con gli Stati membri. (3)
Azione 3: Comprendere il fenomeno del reclutamento
online Nell’ambito del programma di finanziamento “Internet
più sicuro”, nel 2014 la Commissione sosterrà progetti intesi a migliorare la
conoscenza del reclutamento attraverso Internet e le reti sociali — incluso il
reclutamento attraverso intermediari. Internet permette di raggiunge un
vasto pubblico, offrendo numerose possibilità di contattare le vittime[43],
offre opportunità di lavoro (molto spesso si tratta di lavori attraenti all’estero,
come modelli, ballerini, artisti di cabaret, ecc.) che sono accessibili tramite
semplici motori di ricerca o i pop-up, i forum di discussione e la posta non
sollecitata (spam). Le reti di socializzazione stanno diventando gli strumenti di
reclutamento sempre più diffusi. (4)
Azione 4: Contrastare la tratta di esseri umani
finalizzata allo sfruttamento di manodopera Per aumentare il numero di indagini e di
azioni penali nei casi di tratta ai fini di sfruttamento del lavoro e migliorarne
la qualità, nel 2013, la Commissione finanzierà, nell’ambito dei programmi di
finanziamento degli Affari interni, uno studio della giurisprudenza in
ciascuno degli Stati membri. Molte relazioni evidenziano i diversi approcci adottati
dagli Stati membri nell’affrontare la tratta a fini di sfruttamento di
manodopera. Le disposizioni di diritto penale e la loro applicazione sembrano
variare tra gli Stati membri, il che può ostacolare la cooperazione
transfrontaliera. Una migliore conoscenza della giurisprudenza negli Stati
membri potrebbe mettere in evidenza le differenze di impostazione. La legislazione sul (mercato del) lavoro, e le
leggi applicabili agli emigrati che lavorano nell’UE, quando correttamente
attuate, serviranno inoltre a prevenire le diverse forme di tratta di esseri
umani. Occorre prestare maggiore attenzione agli aspetti amministrativi della
tratta di esseri umani, ad esempio agli appaltatori e subappaltatori e alle
agenzie di collocamento, in particolare in settori ad alto rischio per la
tratta degli esseri umani. Devono inoltre essere promosse l’agenda UE per il
lavoro dignitoso[44] e una migliore
protezione sociale nei paesi di origine. Nel 2015 la Commissione collaborerà con la
Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro
(Eurofound) al fine di elaborare una guida alle migliori pratiche per le
autorità pubbliche sul controllo e sull’attuazione delle agenzie di lavoro
interinale e degli organismi intermediari, ad esempio le agenzie di collocamento,
per prevenire la tratta di esseri umani. La guida dovrebbe includere i sistemi
di licenza e i lavori connessi alla responsabilità di tali agenzie. La Commissione intensificherà inoltre la
collaborazione con i servizi di ispezione del lavoro, degli affari sociali, della
sanità, della sicurezza e della pesca per l’individuazione e l’orientamento
delle vittime della tratta di esseri umani e per attività di sensibilizzazione
e di formazione in questo campo, inserendole nell’agenda delle reti dell’UE nel
2013. 3. Valutazione e controllo Tenendo conto della molteplicità dei
meccanismi di rendicontazione nel settore della tratta degli esseri umani nell’UE[45]
e i collegamenti tra la presente comunicazione e la direttiva sulla tratta
degli esseri umani, la Commissione intende istituire procedure efficaci di valutazione
e controllo che non creino doppioni di detti meccanismi. Gli Stati membri sono
invitati a effettuare proprie valutazioni e controlli delle rispettive strategie
nazionali e attività volte alla lotta contro la tratta di esseri umani. Conformemente alla direttiva sulla tratta di
esseri umani, entro il mese di aprile 2015 la Commissione valuterà in che
misura gli Stati membri abbiano adottato le misure necessarie per conformarsi
alla direttiva in una relazione al Parlamento europeo e al Consiglio. Successivamente, a norma della direttiva, la
Commissione riferirà ogni due anni al Parlamento europeo e al Consiglio in
merito ai progressi compiuti nella lotta contro la tratta di esseri umani, con
l’aiuto degli Stati membri. La prima relazione, che sarà pubblicata nel 2014,
comprenderà una valutazione intermedia della presente Comunicazione. Infine, nel 2016 una relazione valuterà in
che misura le legislazioni nazionali che introducono il reato di utilizzo di
servizi che costituiscono oggetto dello sfruttamento legato alla tratta
incidano sulla prevenzione della tratta di esseri umani. Se necessario, la
relazione conterrà adeguate proposte. Alla luce delle misure descritte nella
presente comunicazione, la rete informale di relatori nazionali o di meccanismi
equivalenti sarà fondamentale sia per il monitoraggio sia per la valutazione di
tali misure. Saranno prese in considerazione le relazioni predisposte a livello
degli Stati membri. La Commissione raccomanda vivamente al relatori
nazionali o meccanismi equivalenti di consultare la società civile in fase
di preparazione delle relazioni. La capacità della Strategia per l’eradicazione
della tratta degli esseri umani 2012 – 2016 di conseguire gli effetti desiderati
dipenderà in gran parte dai finanziamenti e dal coinvolgimento di tutti i
soggetti indicati nella presente Comunicazione. Sintesi delle
azioni previste dalla Strategia dell’UE per l’eradicazione della tratta di
esseri umani (2012 – 2016) PRIORITÀ E AZIONI || RESPONSABILE || CALENDARIO PRIORITÀ A: Individuare, proteggere e assistere le vittime della tratta Istituzione di meccanismi nazionali di riferimento || SM/COM || 2012 Orientamenti in materia di protezione delle vittime || COM || 2015 Modello per un meccanismo UE di riferimento transnazionale || COM || 2015 Orientamenti per una migliore individuazione delle vittime della tratta di esseri umani || COM || 2014 Orientamenti in materia di individuazione delle vittime della tratta destinati ai servizi consolari e alla guardia di frontiera || COM || 2012 Orientamenti in materia di sistemi di protezione dei minori || COM || 2014 Rafforzamento dei sistemi per la protezione dei minori in modo da garantire il loro rimpatrio sicuro e evitare che cadano nuovamente nelle mani dei trafficanti || SM || 2015 Modello di buone pratiche sul ruolo dei tutori e/o rappresentanti dei minori vittime della tratta || COM/FRA || 2014 Informazioni concernenti i diritti in materia di lavoro, i diritti sociali, i diritti delle vittime e i diritti dei migranti, ai sensi della legislazione dell’UE || COM || 2013 Diffusione a livello nazionale di informazioni concernenti i diritti in materia di lavoro, i diritti sociali, i diritti delle vittime e i diritti dei migranti || SM/COM || 2014 PRIORITÀ E AZIONI || RESPONSABILE || CALENDARIO || PRIORITÀ B: Intensificare la prevenzione della tratta di esseri umani Ricerche sulla riduzione della domanda di servizi forniti dalle vittime della tratta di esseri umani. || COM || 2013 Creazione di una Coalizione europea delle imprese contro la tratta di esseri umani || COM || 2014 Modelli e orientamenti per la riduzione della domanda || COM/Coalizione europea delle imprese || 2016 Analisi delle esistenti iniziative di prevenzione svolte dalle diverse categorie di operatori || COM || 2013 Attività di sensibilizzazione a livello dell’UE destinate a specifici gruppi vulnerabili || COM || 2014 PRIORITÀ E AZIONI || RESPONSABILE || CALENDARIO PRIORITÀ C: Potenziare l’azione penale nei confronti di trafficanti Istituzione di unità nazionali multidisciplinari per il contrasto della tratta di esseri umani || SM || In corso Indagini finanziarie proattive nei casi di tratta e cooperazione con le agenzie dell’UE || SM || 2013 Analisi delle informazioni trasmesse dagli Stati membri sulle indagini finanziarie nei casi di tratta di esseri umani || Europol/SM || 2015 Squadre investigative comuni || SM/agenzie UE || In corso Pieno utilizzo delle agenzie dell’Unione europea || SM/agenzie UE || In corso Attuazione del piano d’azione Eurojust contro la tratta di esseri umani || Eurojust/SM || 2013 Cooperazione regionale sulla tratta di esseri umani lungo le rotte di traffico dall’Est verso l’UE || COM || 2012 PRIORITÀ E AZIONI || RESPONSABILE || CALENDARIO PRIORITÀ D: Migliorare il coordinamento e la cooperazione tra i principali soggetti interessati e la coerenza delle politiche Coordinamento e controllo dell’attuazione della dichiarazione comune firmata dalle agenzie GAI dell’UE || COM || In corso Rafforzamento del meccanismo di coordinamento a livello dell’UE per sostenere la rete informale di relatori nazionali o di meccanismi equivalenti || COM/SM || 2013 Eventuale creazione di meccanismi di cooperazione all’interno delle delegazioni dell’Unione nelle regioni e nei paesi terzi prioritari || COM/SEAE/SM || 2013 Rafforzamento e formalizzazione di partenariati con le organizzazioni internazionali || COM/Organizzazioni internazionali/SEAE || In corso Inclusione della tratta di esseri umani nelle clausole relative ai diritti dell’uomo || COM/SEAE || In corso Finanziamento di progetti sulla tratta di esseri umani nelle regioni e nei paesi terzi || COM/SEAE || In corso Piattaforma europea delle organizzazioni e dei prestatori di servizi della società civile || COM || 2013 Riesame dei progetti finanziati dall’UE sulla tratta di esseri umani || COM || 2014 Strumento di valutazione dei diritti fondamentali nelle politiche di lotta alla tratta e nelle relative azioni || COM/FRA || 2014 Assistenza agli Stati membri nell’attuazione dell’strumento di valutazione || SM/COM || In corso Rafforzamento della formazione rivolta alle autorità giudiziarie e ai servizi di polizia transfrontalieri || COM/Agenzie UE/SM || 2012 Maggiore coerenza delle politiche attraverso i programmi di formazione || SM/COM || In corso PRIORITÀ E AZIONI || RESPONSABILE || CALENDARIO || PRIORITÀ E: Aumentare la conoscenza delle problematiche emergenti relative alla tratta di esseri umani e dare una risposta efficace Sistema UE per la raccolta e la pubblicazione di dati disaggregati per sesso ed età || SM/COM || 2012 Dati comparabili e attendibili nell’ambito delle iniziative che danno seguito alle linee politiche 2011 e 2012 || COM/SM/Relatori nazionali || 2014 Ricerche sulle dimensioni di genere della tratta di esseri umani || COM || 2013 Ricerche sui gruppi ad alto rischio di tratta || COM || 2014 Ricerche sul reclutamento delle vittime su Internet e attraverso le reti sociali || SM/COM || 2014 Studio della giurisprudenza sulla tratta di esseri umani o sullo sfruttamento di manodopera || SM/COM || 2013 Guida alle migliori pratiche per le autorità pubbliche in materia di controllo delle agenzie di lavoro interinale e degli organismi intermediari || Eurofound/COM || 2015 Cooperazione con i servizi d’ispezione nei settori del lavoro, degli affari sociali, della salute, della sicurezza e della pesca || COM || 2013 [1] La tratta di esseri umani si distingue dal traffico
di persone in quanto comporta l’uso della forza e lo sfruttamento delle vittime
e perché non implica necessariamente uno spostamento fisico o transfrontaliero
delle vittime. [2] Organizzazione internazionale del lavoro, ILO 2012
Global estimates of forced labour, giugno 2012. Il rapporto dell’OIL
considera la tratta di esseri umani una forma di lavoro forzato e le stime
rendono conto del fenomeno ai fini sia dello sfruttamento di manodopera che
sessuale (pag. 13). [3] I profitti generati ogni anno su scala mondiale dalla
tratta di esseri umani finalizzata allo sfruttamento lavorativo sono stimati a 31,6
miliardi di USD, di cui 15,5 miliardi (49%) nelle economie industrializzate
(vedi Patrick Belser, Forced Labor and Human Trafficking: Estimating the
Profits, documento di lavoro, Ginevra, Organizzazione internazionale del
lavoro, 2005). [4] The Globalization of Crime: A Transnational Organized
Crime Threat Assessment, UNODC, 2010. [5] I dati statistici raccolti da Eurostat si basano sulle
risposte ricevute da tutti e 27 gli Stati membri tra il 2008 e il 2010 e
offrono una visione d’insieme. [6] Comunicazione della Commissione sul traffico di donne a
scopo di sfruttamento sessuale, COM(96) 567 definitivo; Comunicazione
della Commissione “Lotta contro la tratta degli esseri umani: un approccio
integrato e proposte per un piano d’azione”, COM(2005) 514 definitivo; Piano UE
sulle migliori pratiche, le norme e le procedure per contrastare e prevenire la
tratta di esseri umani, 2005/C 311/01; documento di lavoro della
Commissione “Evaluation and monitoring of the implementation of the EU plan”,
COM(2008) 657 definitivo. [7] Direttiva 2011/36/UE del Parlamento europeo e del
Consiglio, del 5 aprile 2011, concernente la prevenzione e la repressione della
tratta di esseri umani e la protezione delle vittime, e che sostituisce la
decisione quadro del Consiglio 2002/629/GAI (GU L 101 del 15.4.2011, pag. 1). [8] Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del
Consiglio che istituisce norme minime riguardanti i diritti, l’assistenza e la
protezione delle vittime (COM(2011) 275 def.); programma UE per i diritti
dei minori (COM(2011) 0060 def.); piano d’azione sui minori non accompagnati
(COM(2010) 213 def.); direttiva 2009/52/CE che introduce norme minime relative
a sanzioni e a provvedimenti nei confronti di datori di lavoro che impiegano
cittadini di paesi terzi il cui soggiorno è irregolare; e proposta di direttiva
sulle condizioni di ingresso e soggiorno di cittadini di paesi terzi per motivi
di lavoro stagionale (COM(2010) 379 def.). [9] Comunicazione della Commissione “La strategia di
sicurezza interna dell’UE in azione: cinque tappe verso un’Europa più sicura”,
COM(2010) 673 def. [10] Comunicazione della Commissione “L’approccio globale in
materia di migrazione e mobilità” (COM(2011) 743 def.). [11] 11450/5/09 REV 5, 19 novembre 2009 e 9501/3/11 REV. 3-4
luglio 2011. [12] Segnatamente nel contesto dei dialoghi in materia di
diritti dell’uomo tenuti con oltre 40 paesi del mondo, i dialoghi su migrazione
e mobilità consistenti in 7 processi regionali che riguardano oltre 100 paesi
e più di 20 processi bilaterali. [13] Tra i suoi compiti c’è quello di dare risposta all’urgente
bisogno di garantire una pianificazione strategica coerente e coordinata a
livello europeo e con le organizzazioni internazionali e i paesi terzi, per
affrontare la questione sotto ogni aspetto. [14] http://ec.europa.eu/anti-trafficking/index. [15] Il protocollo ONU per prevenire, reprimere e punire la
tratta di persone, in particolare di donne e bambini, allegato alla Convenzione
delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata transnazionale, Serie
Trattati, vol. 2237, pag. 319; Convenzione sulla lotta contro la tratta di
esseri umani (CETS No.197), Consiglio d’Europa, Varsavia, 16 maggio 2005. [16] Convenzione delle Nazioni Unite sull’eliminazione di tutte
le forme di discriminazione contro le donne, New York, 18 dicembre 1979, Serie
Trattati, vol. 1249, pag. 13; Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del
fanciullo, del 20 novembre 1989, Nazioni Unite, Serie Trattati, Vol. 1577, pag.
3; Convenzione OIL sul lavoro forzato del 1930 (n. 29); Convenzione OIL sull’abolizione
del lavoro forzato, 1957 (n. 105); Convenzione OIL sulle forme peggiori di
lavoro minorile, 1999 (n. 182) e Convenzione OIL sulle lavoratrici e i
lavoratori domestici, 2011 (n. 189). [17] Corte europea dei diritti dell’uomo, causa Rantsev v.
Cipro e Russia, Istanza n. 25965/04, Sentenza (def.) del 10 maggio 2010. [18] I Gruppi di esperti offrono consulenza alla Commissione in
materia di politiche e legislazione e sono istituiti con decisioni della
Commissione; la più recente è stata pubblicata in GU L 207 del 12.8.2011, pag. 14. [19] Doc. 15358/10 COSI 69. [20] OIM, “The Causes and Consequences of Re-trafficking:
Evidence from the IOM Human Trafficking Database”, 2010. [21] Direttive 2011/36/UE sulla tratta di esseri umani e 2011/92/UE
relativa alla lotta contro l’abuso e lo sfruttamento sessuale dei minori e la
pornografia infantile e che sostituisce la decisione quadro 2004/68/GAI. [22] Gruppo di esperti dell’UE sui minori non accompagnati,
riunione del 21 giugno 2011 sulla tutela di minori non accompagnati. [23] Cfr. anche Agenzia dell’Unione europea per i diritti
fondamentali, “Child Trafficking in the EU — Challenges, perspectives and good
practices” del luglio 2009. [24] Tali informazioni comprendono i diritti derivanti dalla
direttiva 2004/81/CE riguardante il titolo di soggiorno da rilasciare ai
cittadini di paesi terzi vittime della tratta di esseri umani. Il potenziale
della direttiva non è attualmente sfruttato appieno e la mancanza di
informazioni delle vittime sui loro diritti è stata individuata come uno dei
settori problematici principali. La Commissione ha avviato uno studio per
analizzare le attuali misure in vigore e i sistemi di protezione per le vittime
della tratta previsti in ciascuno Stato membro in base alla direttiva, per
comprendere se l’attuale co-esistenza di sistemi nazionali relativamente
divergenti negli Stati membri impedisca un approccio coerente, efficace di
lotta al fenomeno della tratta. http://ec.europa.eu/anti-trafficking/index/, http://ec.europa.eu/immigrazione
e http://e-justice.europa.eu. [25] Si veda ad esempio la campagna sulla responsabilità dell’acquirente
“Buy Responsibly Campaign” dell’OIM http://www.buyresponsibly.org. [26] Articolo 23 della direttiva 2011/36/UE sulla tratta di
esseri umani. [27] Quali le campagne Blue Heart dell’UNODC o Blue Blindfold
del Regno Unito. [28] Le unità in questione dovrebbero funzionare da punto di
contatto per gli organismi preposti all’applicazione della legge in altri paesi
all’interno e all’esterno dell’UE ed esperti dell’unità dovrebbero partecipare
a riunioni, ad esempio alla riunione del gruppo Analytical Work Files sulla
tratta di esseri umani, riunioni connesse al ciclo programmatico dell’UE e
riunioni dei punti di contatto indicati nel manuale di Europol dei contatti in materia
di tratta di esseri umani. [29] Standard internazionali sulla lotta al riciclaggio di
proventi illeciti e sul finanziamento del terrorismo e proliferazione, Raccomandazioni
GAFI dell’OCSE, febbraio 2012. [30] Europol(OCTA - Valutazione della minaccia rappresentata
dalla criminalità organizzata nell’UE, 2011. Questi settori sono l’agricoltura,
la costruzione, l’industria tessile, l’assistenza sanitaria, servizi domestici
e l’industria del sesso, pag. 19. [31] Le agenzie in questione sono CEPOL, EASO, EIGE, Europol,
Eurojust, FRA e Frontex, http://ec.europa.eu/anti-trafficking/entity.action?id=55a48066-dcf5-4e71-b191-cedcf0caa97a. [32] La Commissione ha formalizzato partenariati sotto diverse
forme e coopera con l’ONU, il Consiglio d’Europa, l’Organizzazione
internazionale per le migrazioni, Organizzazione per la sicurezza e la
cooperazione in Europa, l’Organizzazione mondiale della sanità e l’Organizzazione
internazionale del lavoro. La costante collaborazione con tali organizzazioni
sarà particolarmente importante nella lotta contro la tratta di esseri umani ai
fini di traffico di organi. [33] Comunicazione congiunta: Diritti umani e democrazia al
centro dell’azione esterna dell’Unione europea - verso un approccio più
efficace, COM (2011) 886 def. [34] Informazioni sulla maggior parte dei progetti sono
disponibili sul sito web anti-tratta della Commissione. [35] Strategia per un’attuazione effettiva della Carta dei diritti
fondamentali dell’Unione europea, COM(2010) 573 definitivo del 19 ottobre 2010,
consultabile su http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=COM:2010:0573:FIN:IT:PDF. [36] Documento di lavoro dei servizi della Commissione -
Operational Guidance on taking account of Fundamental Rights in Commission
Impact Assessment, SEC (2011) 567 def. del 6.5.2011 [37] The RighT Guide, http://ec.europa.eu/anti-trafficking/entity?id=7dbb0353-cb8a-4bcc-a3fa-34dfbe01bbca. [38] Comunicazione della Commissione “Alimentare la fiducia in
una giustizia europea: una nuova dimensione per la formazione giudiziaria
europea”, COM(2011) 551, definitivo. [39] CEPOL offre una formazione sulla tratta di esseri umani
nonché un programma di studi comune e un modulo e-learning per la polizia.
FRONTEX ha elaborato uno specifico manuale di formazione sulla tratta di esseri
umani per le guardie di frontiera. Strumenti e informazioni sull’individuazione
e l’orientamento delle vittime di tratta di esseri umani saranno integrati
negli strumenti messi a disposizione dell’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo
(EASO), ad esempio nei moduli e nei manuali di formazione. [40] Comunicazione della Commissione “Misurare la criminalità e
la giustizia penale nell’Unione europea: piano d’azione 2011-2015 sulle
statistiche”, COM(2011) 713 def. [41] Si tratta di bambini lasciati nel paese di origine da genitori
che lavorano in uno Stato membro diverso. [42] Tenendo conto delle attività di ricerca sul tema quali lo
Studio sulle tipologie di accattonaggio e le risposte politiche per il
contrasto del fenomeno nell’UE, JLS/2009/isec/PR/008-f2. [43] Cfr. Studio del Consiglio d’Europa sull’uso illecito di
Internet per l’assunzione delle vittime della tratta di esseri umani, 2007. [44] Comunicazione “Promuovere la possibilità di un lavoro
dignitoso per tutti: il contributo dell’UE all’attuazione dell’agenda per il
lavoro dignitoso”, COM(2006) 249 def. [45] L’intenzione è di sfruttare quanto più possibile i
meccanismi di notifica esistenti nel settore della tratta degli esseri umani,
quali la comunicazione dei dati nell’ambito del ciclo programmatico dell’UE per
contrastare la criminalità organizzata e le forme gravi di criminalità
internazionale, e le relazioni del gruppo di esperti sulla lotta contro la
tratta di esseri umani del Consiglio d’Europa (GRETA).