15.2.2013 |
IT |
Gazzetta ufficiale dell'Unione europea |
C 44/88 |
Parere del Comitato economico e sociale europeo in merito alla comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni «Una strategia europea per le tecnologie abilitanti — Un ponte verso la crescita e l’occupazione»
COM(2012) 341 final
2013/C 44/15
Relatore: MORGAN
La Commissione europea, in data 26 giugno 2012, ha deciso, conformemente al disposto dell'articolo 304 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, di consultare il Comitato economico e sociale europeo in merito alla:
Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni — Una strategia europea per le tecnologie abilitanti — Un ponte verso la crescita e l'occupazione
COM(2012) 341 final.
La sezione specializzata Mercato unico, produzione e consumo, incaricata di preparare i lavori del Comitato in materia, ha formulato il proprio parere in data 4 dicembre 2012.
Alla sua 485a sessione plenaria, dei giorni 12 e 13 dicembre 2012 (seduta del 12 dicembre), il Comitato economico e sociale europeo ha adottato il seguente parere con 102 voti favorevoli, 2 voti contrari e 7 astensioni.
1. Conclusioni e raccomandazioni
1.1 |
La comunicazione in esame è la seconda che la Commissione europea dedica alle tecnologie abilitanti (Key Enabling Techniques - KET). In merito alla prima (1), nel settembre 2010 il Comitato economico e sociale europeo (CESE) ha adottato un parere (2) in cui, pur accogliendo con favore il fatto che l'UE prestasse una particolare attenzione alle KET, esprimeva gravi riserve riguardo all'efficacia delle proposte della Commissione, considerate le carenze percepite nel settore delle alte tecnologie nell'Unione europea. |
1.2 |
Al punto 1.10 di tale parere il CESE formulava le seguenti raccomandazioni:
Nel presente parere il CESE ribadisce queste raccomandazioni. |
1.3 |
Nella comunicazione in esame la Commissione propone che gli sforzi dell'UE a favore della R&S si risolvano in una strategia basata su tre pilastri, a sostegno non solo della R&S ma anche di linee pilota per sviluppare prototipi e sistemi avanzati di produzione per tradurre le tecnologie in prodotti. In tale contesto, il CESE formula due raccomandazioni. La prima è di evitare che, concentrandosi sui due nuovi pilastri di tale strategia, l'UE finisca per trascurare o ridurre il suo impegno a favore della R&S, quando proprio la ricerca, e in particolare quella di base, è il terreno di coltura necessario per far nascere le KET del futuro. La seconda è di integrare questo approccio, che sembra puntare sulla «spinta tecnologica» (spingere nuove tecnologie verso il mercato), con uno basato sulla «domanda del mercato» (da parte dei fabbricanti già affermati). Di conseguenza, il CESE vorrebbe che si attribuisse un maggiore rilievo allo sviluppo delle capacità delle imprese manifatturiere dell'UE. |
1.4 |
Il CESE è, in linea di massima, favorevole al Piano d'azione delineato nella sezione 3 di questo parere. In ogni caso, date le disparità esistenti tra gli Stati membri, il CESE accoglierebbe con favore programmi d'azione strutturati in funzione delle capacità e delle possibilità di ciascuna regione. |
1.5 |
Certi elementi del Piano d'azione richiederanno probabilmente un impulso più forte, e specialmente aiuti di Stato più moderni, capitale di rischio, negoziati a livello globale sui diritti di proprietà intellettuale, negoziati commerciali per il settore delle industrie ad alta tecnologia, nonché istruzione e formazione migliori a tutti i livelli, con una particolare attenzione per quelle rivolte ad ingegneri e scienziati. |
1.6 |
Benché il Piano d'azione affronti il tema della gestione del progetto per le KET, le relative modalità non sono indicate con chiarezza, per cui il programma potrebbe non ricevere l'impulso necessario. |
2. Introduzione
2.1 |
La Commissione ha incaricato un gruppo ad alto livello (GAL) di esaminare le reazioni alla sua prima comunicazione e di elaborare una relazione (3) al riguardo, pubblicata poi nel giugno 2011. In seguito a ciò, la seconda comunicazione della Commissione definisce una «strategia europea per le tecnologie abilitanti». |
2.2 |
Nella sua relazione, il GAL individua le principali difficoltà incontrate dall'Europa nel tradurre le idee in prodotti commerciabili, nell'attraversare cioè quella che viene riconosciuta a livello internazionale come la «valle della morte». Per attraversare questa valle, il gruppo di esperti raccomanda una strategia articolata in tre pilastri:
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2.3 |
La proposta è quella di sviluppare un'industria per la fabbricazione avanzata che generi una fonte di entrate derivanti dalle esportazioni, sostenere i produttori a valle di strumenti capaci di realizzare le tecnologie produttive più avanzate in Europa (macchine utensili, software, servizi, ecc.), e garantire lo sviluppo e il miglioramento dei sistemi di fabbricazione (tecnologia e processi) per costruire in Europa stabilimenti di produzione efficienti, moderni e ad alta tecnologia. |
2.4 |
Le undici raccomandazioni formulate sono le seguenti:
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3. Contenuto essenziale della comunicazione
3.1 |
«Sulla base delle attuali ricerche, delle analisi economiche delle tendenze del mercato e del loro contributo alla soluzione delle questioni sociali, la micro/nanoelettronica, la nanotecnologia, la fotonica, i materiali avanzati, la biotecnologia industriali e le tecnologie di produzione avanzate sono state identificate come le tecnologie abilitanti dell'UE». |
3.2 |
Nella sezione della comunicazione dedicata all'«analisi della situazione», la Commissione formula le seguenti osservazioni:
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3.3 |
La comunicazione ascrive tali fallimenti ai seguenti motivi:
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3.4 |
La strategia proposta nella comunicazione mira a:
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3.5 |
Il Piano d'azione della Commissione si può sintetizzare nei seguenti termini: |
3.5.1 |
Adeguamento degli strumenti UE
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3.5.2 |
Coordinamento
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3.5.3 |
Governance
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3.5.4 |
Competenze – La Commissione:
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3.5.5 |
Scambi commerciali
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4. L'industria manifatturiera europea ad alta tecnologia
4.1 |
La strategia sulle KET è intesa a promuovere la fabbricazione, da parte di imprese stabilite nell'UE, di prodotti ad alta tecnologia essenziali per la vita quotidiana dei cittadini dell'Unione e delle imprese europee, all'orizzonte 2020 ed oltre. Attualmente i prodotti ad alta tecnologia fabbricati da imprese stabilite in Europa non sono abbastanza competitivi sul mercato globale, anche se la R&S europea è considerata di livello mondiale. Il problema, qui, non si ravvisa tanto in un deficit di capacità e competenze da parte delle imprese manifatturiere europee ad alta tecnologia, quanto piuttosto in una carenza di trasmissione dalla R&D all'industria manifatturiera. La strategia della Commissione, infatti, consiste nello «spingere» la tecnologia verso le imprese manifatturiere. Il CESE, invece, ritiene che, per rendere davvero efficace tale trasmissione, occorrano imprese manifatturiere capaci di introdurre con successo tale tecnologia sul mercato; e, sempre secondo il CESE, in Europa non vi è un numero sufficiente di imprese in grado di competere sui mercati mondiali dei prodotti ad alta tecnologia. |
4.2 |
Le tabelle che figurano in appresso sono tratte dall'edizione 2012 dell'analisi del Financial Times (FT) sulle 500 società più grandi del mondo («Global 500») e le 500 società più grandi di ciascuna delle regioni economiche principali («Regional 500»). L'analisi riportata qui è solo quella relativa ai settori manifatturieri ad alta tecnologia. |
4.3 |
Le società quotate non esauriscono certo il panorama delle imprese interessate, ma il CESE reputa che esse rappresentino comunque un indicatore accurato della forza relativa delle principali regioni economiche del mondo per quanto concerne tali settori manifatturieri. Nella tabella sottostante, che riguarda le «Global 500», è indicato il numero delle società censite in ciascuno dei settori manifatturieri ad alta tecnologia. La regione «Mercati emergenti» (ME) comprende, tra gli altri, i quattro paesi BRIC. Su questo piano, l'Europa è leader soltanto nel settore dell'ingegneria industriale; la tabella successiva, tuttavia, che riguarda le «Regional 500», offre un quadro più completo.
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4.4 |
La tabella successiva, infatti, indica, oltre al numero delle società, anche la capitalizzazione di mercato aggregata. Ciò rispecchia in modo più preciso la forza di ciascuna regione economica, mentre la capitalizzazione di mercato misura le dimensioni e il successo relativo di ciascun settore regionale. |
4.5 |
L'Europa detiene una posizione di leadership mondiale nei settori della chimica e dell'ingegneria industriale, e una posizione forte nel settore farmaceutico e delle biotecnologie così come nel settore automobilistico. Gli Stati Uniti dominano il settore delle attrezzature sanitarie nonché quelli dell'hardware e del software, mentre sia il Giappone che i Mercati emergenti sono più forti dell'Europa nel settore dell'hardware. |
4.6 |
Da questa analisi emerge chiaramente l'opportunità, per il programma sulle KET, di perseguire una strategia di rafforzamento dei settori in cui l'Europa è debole e di sfruttare quelli in cui essa gode di una relativa forza. Uno sforzo particolare andrebbe compiuto per i settori delle tecnologie mediche e delle attrezzature sanitarie.
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5. Il punto di vista del CESE
5.1 |
Dal 1957 ad oggi, nell'UE sono sorte soltanto tre imprese ad alta tecnologia attive a livello globale: ASML, Nokia e SAP. In questo settore, l'Unione europea è costantemente rimasta indietro. Questo, se paragonato ai successi ottenuti dalle imprese statunitensi nello stesso periodo e ai progressi compiuti in seguito dal Giappone, da Taiwan, dalla Corea del Sud e, più di recente, dalla Cina, potrebbe sembrare un fallimento complessivo del capitalismo e dell'imprenditorialità europei. |
5.2 |
Mentre gli Stati Uniti praticano in molti settori una politica di capitalismo liberista, il suo complesso militar-industriale, collegato con le sue università leader a livello mondiale, ha creato un terreno estremamente fertile per le invenzioni e ha elaborato numerosissime idee che possono essere sfruttate commercialmente da una cultura d'impresa ampiamente diffusa e in un mercato di grandi dimensioni. |
5.3 |
I governi dei paesi asiatici sostengono attivamente con aiuti e tutele statali le nuove imprese fino al loro consolidamento sul mercato. Questi paesi si sono rivelati tanto aperti agli investimenti esteri nell'alta tecnologia quanto capaci di attirarli, e le tecnologie ivi introdotte grazie agli investimenti esteri sono ormai state assorbite e vengono ora sfruttate. |
5.4 |
La situazione in Europa è molto diversa, e la mancanza di omogeneità rappresenta qui un fattore di grande rilievo. Sotto quasi ogni aspetto, che si tratti di PIL pro capite, tassi di disoccupazione, infrastrutture aziendali, infrastrutture universitarie, rendimento scolastico, mercati dei capitali, flessibilità del mercato del lavoro, diffusione di Internet, ecc., esistono profonde differenze tra le sei sottoregioni dell'UE individuate dalla Banca mondiale, vale a dire l'UE-15 Nord (isole britanniche, paesi nordici), l'UE-15 centrale (i sei paesi fondatori, meno l'Italia, più l'Austria), l'UE-15 Sud (i 4 Stati mediterranei), l'UE-12 Nord (paesi baltici), l'UE-12 centrale (PL, CZ, HU, SI, SK) e l'UE-12 Sud (RO e BG). |
5.5 |
Nel tentativo di creare capacità per KET di spessore mondiale, sarebbe opportuno adeguare le politiche e i programmi a ciascuno di quei sei gruppi di Stati membri, in modo da tener conto della qualità delle loro università e istituti di ricerca, delle competenze scientifiche e tecnologiche della loro forza lavoro, delle capacità e dei mercati della loro industria manifatturiera ecc. Questo consentirebbe di stabilire delle priorità verso cui orientare gli sforzi per le singole regioni, con le regioni meglio piazzate ad assumere il ruolo di capofila. Le politiche di coesione proposte nella comunicazione dovrebbero essere considerate alla luce di questo contesto. |
5.6 |
La Commissione, coadiuvata da osservatori e agenzie, svolge la sua funzione regolatrice nell'UE per mezzo di strumenti normativi e di aiuti finanziari. Tale funzione può essere svolta efficacemente nei settori in cui un unico commissario europeo può assumersi la piena responsabilità di un'iniziativa; tuttavia, il progetto delle KET coinvolge le competenze di almeno sei commissari europei, e il CESE dubita che esso potrà avere successo senza una concentrazione di autorità e un sistema di governance più diretto. |
5.7 |
Gran parte delle convinzioni tradizionali devono essere messe in discussione; e l'adozione di un approccio di tipo regionale ne è un esempio. Il Gruppo di alto livello e la Commissione riconoscono entrambi che, per quanto attiene ai progetti KET, i meccanismi relativi agli aiuti di Stato devono essere rivisti. Nella comunicazione in esame, la Commissione non pone sulle proposte relative ai diritti di proprietà intellettuale la stessa enfasi che caratterizza invece la relazione del GAL (5). Il CESE si compiace di quanto affermato nella comunicazione riguardo al commercio, ma ritiene che le politiche commerciali in vigore non abbiano tutelato sufficientemente gli interessi dell'UE. Questo è un altro settore che trarrebbe vantaggio da una nuova governance e da un perseguimento davvero deciso degli interessi UE. |
5.8 |
Il CESE accoglie con soddisfazione il fatto che il GAL abbia spostato l'attenzione dal sostegno alle attività di R&S verso un approccio equilibrato a tre pilastri. In questo senso, il settimo programma quadro (7PQ) non sembra essere del tutto sufficiente. Inoltre, il CESE teme che nell'UE non vi siano abbastanza imprese dotate delle capacità, dei prodotti e della dimensione globale necessari per promuovere e commercializzare i risultati del pilastro R&S. L'intera proposta si basa sul presupposto che il secondo e il terzo pilastro consentano alle KET di affermarsi sul mercato. In realtà, ciò avviene molto più spesso grazie ad imprese manifatturiere ad alta tecnologia come Apple, BMW, Bayer, Rolls Royce o Airbus. L'UE deve elaborare, insieme agli Stati membri, una strategia volta a sostenere e sviluppare un maggior numero di imprese europee di livello mondiale che realizzino prodotti finali. Le imprese esistenti dovrebbero essere incentivate ad ampliare le loro linee di prodotti con nuovi manufatti ad elevata intensità di KET destinati ai mercati globali. La comunicazione afferma a più riprese che le KET possono generare crescita e occupazione. Il CESE sostiene al riguardo un punto di vista diverso, poiché sono le imprese che utilizzano le KET a creare crescita e occupazione. L'UE ha bisogno di più imprese con prodotti e mercati in grado di sfruttare tali tecnologie. |
5.9 |
Quando non sono le imprese ormai consolidate e specializzate in prodotti finali a introdurre con successo le tecnologie abilitanti sui mercati, a farlo sono gli imprenditori, i quali, a loro volta, sono sostenuti in gran parte da venture capitalists o da imprese consolidate attirate dalle loro idee. IBM ha finanziato Microsoft e salvato Intel; Apple ha finanziato ARM Holdings, che adesso rivaleggia con Intel; Google e Facebook sono state oggetto di investimenti da parte di ricchi investitori dell'industria ad alta tecnologia; Google è stata poi sostenuta da venture capitalists e Facebook da Microsoft. Gli imprenditori nordeuropei responsabili di Skype e Angry Birds hanno ricevuto capitali di rischio da Londra e dalla California. |
5.10 |
Il progetto KET rappresenta un microcosmo della sfida più ampia posta dalla creazione di benessere nell'UE. La formula degli Stati Uniti è orientata al mercato, quella dell'Asia ai provvedimenti statali; alcuni Stati membri dell'UE, come la Germania e i paesi nordici, perseguono politiche di successo, ma molti altri no. A livello di tutta l'UE, la presente comunicazione mette le limitate risorse dell'Unione a disposizione del programma KET; il CESE teme tuttavia che questo modello di creazione di ricchezza non si rivelerà abbastanza efficace per affrontare la concorrenza globale. |
6. Osservazioni specifiche
6.1 |
Il CESE teme che il «riequilibrio» verso il secondo e il terzo dei tre «pilastri» possa comportare un ridimensionamento della R&S nell'UE. Se così fosse, il CESE sarebbe contrario a tale riequilibrio. Per le innovazioni della prossima generazione, infatti, è necessaria una ricerca di base robusta: la tecnologia moderna si basa perlopiù proprio sui risultati inattesi della ricerca di base. |
6.2 |
Dato che l'UE non dispone di un complesso militare/industriale delle dimensioni di quello statunitense (o cinese), è necessario stimolare e impegnare la scienza europea in altri modi. Ecco il valore di progetti come Galileo e ITER. |
6.3 |
Il CESE si compiace del particolare rilievo accordato dal documento in esame all'istruzione e alle competenze. Tuttavia, osserva anche che nella comunicazione si mette in evidenzia il calo del numero dei laureati in discipline scientifiche e ingegneristiche nell'UE. Il deficit dell'Unione nelle scienze e nell'ingegneria, a tutti i livelli di istruzione, è il tallone d'Achille sia della competitività dell'UE in generale che del progetto sulle KET in particolare. Considerate la portata e l'urgenza del problema, i piani delineati nella comunicazione appaiono del tutto inadeguati. |
6.4 |
Il CESE ha di recente adottato un parere in merito alla comunicazione sulla modernizzazione degli aiuti di Stato (6). Per quanto concerne le KET, valgono le preoccupazioni espresse ai punti 1.5.1 (definizione di «carenza del mercato»), 1.6.3 e 1.6.4 («parità di condizioni») di quel parere. Vi è il rischio che, nello sforzo di preservare la competizione nell'ambito del mercato interno, l'UE finisca per compromettere la sua competitività esterna. |
6.5 |
Nella comunicazione in esame si osserva che, nell'ultimo decennio, nell'UE la disponibilità di capitale di rischio ha fatto registrare un netto calo, e si propone perciò di sostituire tale risorsa con i fondi UE. È una proposta lodevole, ma di per sé non è sufficiente: il CESE raccomanda che l'UE, in cooperazione con gli Stati membri, crei le precondizioni necessarie per favorire gli investimenti di capitale di rischio in Europa. |
6.6 |
La Commissione ha informato il CESE delle proprie intenzioni riguardo al KET Issues Group, l'organo subentrato al gruppo di alto livello: «si propone che, oltre a rappresentanti per ciascuna delle sei KET (nanotecnologie, microelettronica, biotecnologia, fotonica, materiali avanzati e tecnologie di produzione avanzate), facciano parte del nuovo organo anche rappresentanti per le combinazioni di più KET (la maggior parte dei prodotti innovativi si basa su una tale combinazione), nonché un numero di rappresentanti dei settori industriali a valle (come quelli aeronautico, automobilistico, edile, energetico, alimentare, dei dispositivi medici, delle attrezzature e della progettazione, ecc.) maggiore che nel primo gruppo di alto livello (dato che il fine della strategia per le KET è rafforzare la produzione industriale dei prodotti basati su queste tecnologie)». |
6.7 |
Il successo dell'Issues Group nell'aiutare più di 118 imprese di livello regionale del settore manifatturiero ad alta tecnologia a diventare imprese di livello mondiale, e – cosa più importante di tutte – nell'aiutare le prossime 118 a emergere a livello regionale, dipenderà in larga misura dalle imprese rappresentate e dalla loro influenza su questo più ampio (di gran lunga più ampio) organo consultivo. |
Bruxelles, 12 dicembre 2012
Il presidente del Comitato economico e sociale europeo
Staffan NILSSON
(1) COM(2009) 0512 final.
(2) GU C 48 del 15.2.2011, pag. 112.
(3) http://ec.europa.eu/enterprise/sectors/ict/files/kets/hlg_report_final_en.pdf
(4) Le società contrassegnate da un asterisco (*) non sono dell'Unione europea, ma svizzere
(5) Il GAL raccomanda che l'UE adatti le disposizioni in materia di aiuti di Stato per agevolare le attività di ricerca, sviluppo e innovazione e gli investimenti su larga scala nelle KET, in particolare tramite l'introduzione di una clausola generale di allineamento nella normativa UE sugli aiuti di Stato, la revisione del meccanismo di riduzione in materia di aiuti agli investimenti di notevole entità, termini più lunghi per le notifiche, procedure più celeri e l'utilizzo di progetti di interesse europeo comune.