29.6.2012   

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Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 191/6


Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema «Promozione di modelli sostenibili di produzione e di consumo nell'UE» (parere esplorativo)

2012/C 191/02

Relatrice: LE NOUAIL MARLIÈRE

La presidenza danese dell'Unione europea, in data 11 gennaio 2012, ha deciso, conformemente al disposto dell'articolo 304 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, di consultare il Comitato economico e sociale europeo sul tema:

Promozione di modelli sostenibili di produzione e di consumo nell'UE

(parere esplorativo).

La sezione specializzata Agricoltura, sviluppo rurale, ambiente, incaricata di preparare i lavori del Comitato in materia, ha formulato il proprio parere in data 10 aprile 2012.

Alla sua 480a sessione plenaria, dei giorni 25 e 26 aprile 2012 (seduta del 26 aprile), il Comitato economico e sociale europeo ha adottato il seguente parere con 124 voti favorevoli, 8 voti contrari e 5 astensioni.

1.   Conclusioni e raccomandazioni

1.1   Facendo seguito all'invito rivoltogli dalla presidenza danese del Consiglio dell'UE, il Comitato economico e sociale europeo (CESE) ha esaminato gli strumenti e le misure necessari per una graduale adozione di modelli di produzione e di consumo sostenibili. Il CESE plaude agli sforzi profusi dalle istituzioni dell'UE e alla loro consapevolezza su questi temi; a questo scopo, e onde garantire una transizione equa, il Comitato raccomanda di elaborare una nuova visione condivisa del modello economico con il coinvolgimento di tutte le parti in causa della società civile organizzata nel quadro di un forum consultivo specializzato, allo scopo di definire obiettivi e traguardi e di avviare un processo di monitoraggio aggiornato.

1.2   Sarebbe opportuno:

integrare strettamente le politiche a favore di una produzione e un consumo sostenibili e l'attuazione della Tabella di marcia verso un’Europa efficiente nell'impiego delle risorse  (1); incoraggiare gli Stati membri a dare attuazione a tali politiche tramite la Tabella di marcia e il semestre europeo;

ricorrere ad una gamma di strumenti trasversali comprendente un mix di misure attuative e di incentivi, tra cui la progressiva eliminazione dei prodotti non sostenibili, lo sviluppo di una politica fiscale più equa, la promozione di appalti pubblici verdi, l'eliminazione graduale di sovvenzioni che non tengono conto degli effetti negativi sull'ambiente, il sostegno alla ricerca e all'ecoinnovazione, l'internalizzazione dei costi ambientali, la definizione di incentivi innovativi basati sul mercato e, infine, lo stimolo della partecipazione attiva dei consumatori e dei lavoratori al processo di transizione.

1.3   È inoltre necessario sollecitare uno sforzo da parte del sistema finanziario (2) affinché torni ad essere al servizio di un'economia di produzione e consumo sostenibili, concentrando l'azione nei settori con una più forte impronta ecologica (ad esempio, l'industria agroalimentare, l'agricoltura, l'edilizia abitativa, le infrastrutture e i trasporti).

1.4   Inoltre, si dovrà superare il quadro ristretto dell'azione nei settori energetico e delle emissioni di gas a effetto serra estendendo gli interventi anche ad altre risorse e altri tipi di impatti ambientali, ad esempio in settori quali la gestione e la tutela delle risorse idriche, l'uso dei terreni e l'inquinamento atmosferico; si dovrà inoltre tener conto dell'impatto ambientale globale dei prodotti.

1.5   Il sostegno al miglioramento dei processi di produzione e dei prodotti ci consentirà di offrire ai consumatori e agli utenti i prodotti e i servizi che essi intendono adottare cambiando i loro comportamenti o la loro mentalità.

1.6   Per finire, per promuovere modelli di consumo e stili di vita sostenibili occorre, mediante il potenziamento del ruolo delle associazioni di consumatori e di produttori del commercio equo e solidale, incoraggiare e tutelare le iniziative alternative ad un modello di consumo «predatorio», nonché incentivare le buone pratiche.

2.   Introduzione

2.1   Nel dicembre 2011, con l'obiettivo di conciliare la strategia di uscita dalla crisi, gli sforzi per la ripresa e gli impegni assunti dall'UE in materia di lotta contro i cambiamenti climatici, il governo danese ha chiesto al CESE di elaborare un parere esplorativo sulla promozione di una produzione e un consumo sostenibili nell'UE. Nel fare riferimento alla comunicazione della Commissione sulla Tabella di marcia verso un'Europa efficiente nell'impiego delle risorse e alle tappe relative alla produzione e al consumo sostenibili (3), il governo danese invita il CESE a valutare quali strumenti risultino necessari per ottenere la trasformazione dell'economia europea verso modelli sostenibili di produzione e di consumo.

2.2   Sino ad oggi lo sviluppo economico si è basato su energie e risorse di base non rinnovabili, conformemente a un modello fondamentale il cui assioma è che «l'uomo è signore e padrone della natura». La produzione di beni e servizi è ancora caratterizzata dall'esternalizzazione dei costi che dovrebbero essere associati al consumo di risorse naturali non rinnovabili e alle emissioni di gas a effetto serra e di sostanze inquinanti nell'ambiente. In un'economia di mercato l'internalizzazione dei costi dev'essere imposta agli operatori economici attraverso norme obbligatorie, applicate per quanto possibile in maniera universale.

2.3   Una produzione e un consumo sostenibili sotto forma di uno sfruttamento di servizi e prodotti che offra un valore più elevato con un minor uso delle risorse naturali costituiscono obiettivi essenziali delle strategie per rafforzare un impiego più efficiente delle risorse e promuovere l'economia verde. Nel 2008, la Commissione ha adottato il suo primo piano d'azione sulla produzione e il consumo sostenibili (PCS), che comprende un insieme di politiche a favore di questo obiettivo (4). Tenendo conto di queste tappe, nel corso del 2012 la Commissione sta riesaminando le sue politiche in materia di produzione e consumo sostenibili.

3.   Produzione e consumo sostenibili: quali sono le politiche e gli strumenti necessari

3.1   Elaborare una nuova visione condivisa del modello economico

3.1.1   Uno dei motivi per cui sino ad oggi le politiche in materia di PCS hanno avuto un impatto limitato è dovuto al fatto che, sebbene la strategia Europa 2020 abbia correttamente integrato il concetto di sostenibilità, nella realizzazione concreta delle politiche esso viene spesso trascurato. L'obiettivo principale dell'attuale modello economico rimane quello di promuovere la crescita e incentivare i consumi, mentre i risultati globali sono valutati in funzione del PIL. La transizione verso una produzione e un consumo sostenibili richiederebbe un dibattito aperto e trasparente, incentrato su un modello economico autosufficiente i cui risultati andrebbero valutati mediante indicatori che vadano «oltre il PIL», capaci cioè di misurare l'impronta ecologica, il benessere umano e sociale e la prosperità. In alcuni precedenti pareri il CESE ha proposto alla Commissione di collaborare alla creazione di un forum sul consumo sostenibile, uno strumento che consentirebbe di esaminare quelli che potrebbero essere i valori fondativi di un'economia sostenibile, i fattori che dissuadono i cittadini dalla scelta di modelli di consumo sostenibili e le esperienze già maturate in materia di stili di vita a basso impatto ambientale (5).

3.2   Definire obiettivi e traguardi ed avviare un processo di monitoraggio

3.2.1   Sono molti i settori politici interessati dalla PCS. Per monitorare i progressi compiuti nel conseguimento degli obiettivi in materia di PCS e per tracciare un quadro della situazione attuale, sarebbe opportuno creare una banca dati affidabile relativa agli effetti della produzione e del consumo sull'ambiente, al fine di misurare l'efficacia degli strumenti politici, approfondire le strategie e gli obiettivi, ripensare le priorità ed avviare un processo di monitoraggio.

3.3   Associare la società civile

3.3.1   Il coinvolgimento della società civile su scala planetaria e a livello nazionale e locale è di primaria importanza per una transizione riuscita verso un'economia verde e sostenibile. Tale passaggio potrà compiersi con successo soltanto se tanto le imprese quanto i consumatori e i lavoratori considereranno la produzione e il consumo sostenibili al tempo stesso come un'opportunità e un obiettivo auspicabile. Occorrerebbe istituire a tutti i livelli sistemi adeguati per il dialogo e la partecipazione democratica (6).

3.3.2   A tale proposito, è necessario evitare di contrapporre investimenti industriali, competitività delle imprese europee e potere d'acquisto dei consumatori. Rendere i consumatori più esigenti è il modo più sicuro per stimolare il mercato interno dell'Unione, valorizzando i risultati della ricerca europea e rispettando gli obiettivi di tutela dell'ambiente. Per far ciò, è necessario inoltre che gli investimenti continuino ad essere realizzati in Europa.

3.4   Rafforzare l'integrazione tra le politiche in materia di produzione e consumo sostenibili e la Tabella di marcia verso un’Europa efficiente nell'impiego delle risorse

3.4.1   Con l'iniziativa faro Un'Europa efficiente sotto il profilo delle risorse e la Tabella di marcia verso un’Europa efficiente nell'impiego delle risorse  (7) la Commissione ha inserito la promozione di un impiego efficiente delle risorse tra le priorità fondamentali delle economie dei paesi UE. L'attuazione della Tabella di marcia è integrata nella strategia Europa 2020 e nel semestre europeo. Il CESE raccomanda di associare strettamente la revisione del piano d'azione per una produzione e un consumo sostenibili presentato dalla Commissione all'attuazione della Tabella di marcia e al Settimo programma d'azione per l'ambiente  (8). affinché le politiche in materia di PCS possano trarre vantaggio dal maggiore rilievo politico assunto dal tema dell'impiego efficiente delle risorse, e avvalersi del monitoraggio previsto nel quadro del semestre europeo. Inserire taluni indicatori di PCS tra gli indicatori utilizzati per misurare l'impiego efficiente delle risorse servirebbe a rafforzare gli obiettivi e i sistemi di monitoraggio relativi alla produzione e al consumo sostenibili.

3.5   Incoraggiare gli Stati membri

3.5.1   Gli obiettivi riguardanti il PCS proposti in precedenza potrebbero contribuire a far avanzare le politiche condotte dagli Stati membri in questo campo. I paesi dell'Unione trarrebbero profitto dalla sinergia tra le politiche in materia di PCS e l'attuazione della Tabella di marcia verso un’Europa efficiente nell'impiego delle risorse, da un lato, e il processo di monitoraggio previsto nel quadro del semestre europeo, dall'altro.

3.6   Ricorrere ad un'ampia gamma di strumenti politici in materia di produzione e consumo sostenibili

3.6.1   Tenuto conto della natura trasversale delle politiche a favore di PCS e dei numerosi aspetti che occorre prendere in considerazione, è necessario introdurre o mobilitare un ampio ventaglio di strumenti politici a vari livelli al fine di rendere gradualmente sostenibili i modelli di produzione e di consumo. Gli Stati membri e gli enti locali devono sviluppare politiche attive a livello europeo. Saranno privilegiati gli strumenti che combinino misure normative e facoltative, in particolare delle misure normative volte alla progressiva eliminazione dei prodotti non sostenibili, degli strumenti finalizzati ad una politica fiscale più equa, la promozione di appalti pubblici verdi, l'eliminazione graduale di sovvenzioni che non tengono conto degli effetti negativi sull'ambiente, la ricerca e l'ecoinnovazione, l'internalizzazione dei costi ambientali e altri incentivi basati sul mercato e, infine, la partecipazione attiva dei consumatori e dei lavoratori al processo di transizione (9).

3.6.2   Il piano d'azione per una produzione e un consumo sostenibili, presentato dalla Commissione nel 2008, si basava su un'impostazione analoga, ossia su un mix di politiche, un approccio che dovrebbe rimanere valido anche per la revisione del piano stesso. Tuttavia, oggi si potrebbero prendere in considerazione obiettivi più ambiziosi e si potrebbero ricalibrare gli strumenti, tenuto conto dei traguardi da raggiungere, degli scarsi progressi fin qui realizzati e del fatto che la transizione verso un'economia a basso tenore di carbonio e caratterizzata da un minore impiego di risorse non rinnovabili rappresenta una via di uscita dalla crisi.

3.6.3   Gli strumenti utilizzati nel quadro della PCS sono in larga misura facoltativi e basati sulla comunicazione di informazioni (marchio di qualità ecologica, EMAS, campagne di sensibilizzazione dei consumatori, ecc.). Tuttavia, poiché imprese e consumatori fanno scarso uso di tali strumenti limitandolo a taluni settori e gruppi sociali, non sarà agevole proseguire lungo questa strada in modo da intensificare tale utilizzo. Il ricorso a strumenti normativi è indispensabile per eliminare progressivamente i prodotti e i modelli di consumo non sostenibili.

3.7   Concentrare l'azione nei settori con una più forte impronta ecologica

3.7.1   Poiché gli impatti negativi sull'ambiente sono dovuti per la maggior parte al consumo di prodotti alimentari e bevande, al settore dell'edilizia abitativa, alle infrastrutture e alla mobilità unitamente alla produzione energetica e industriale, le future politiche in materia di PCS dovrebbero concentrare la loro azione soprattutto in tutti questi ambiti. Dal momento che l'elevato impatto ambientale del consumo di prodotti alimentari e bevande è fortemente legato al settore agricolo, le politiche relative al PCS devono essere strettamente associate a quelle a favore di un'agricoltura sostenibile.

3.7.2   Un'agricoltura sostenibile è caratterizzata da un utilizzo ben ponderato di fattori di produzione naturali, dal sostegno alle aziende agricole biologiche e da un'industria agroalimentare che garantisca un'offerta di alimenti sani e non contaminati ai consumatori intermedi e finali. Il CESE ritiene che la chiave per un'agricoltura sostenibile stia in una produzione alimentare quantitativamente sufficiente, qualitativamente buona e regionalmente differenziata, che venga realizzata su tutto il territorio e sia rispettosa della natura, che salvaguardi e tuteli l'ambiente rurale, preservi la differenziazione e la specificità delle produzioni e promuova sia i paesaggi culturali, così vari e ricchi di specie diverse, che le aree rurali (10).

3.8   Superare il quadro ristretto dell'azione nei settori energetico e delle emissioni di gas a effetto serra estendendo gli interventi anche ad altre risorse e altri tipi di impatti ambientali

3.8.1   Negli ultimi anni le politiche a favore di una produzione e un consumo sostenibili hanno riservato una particolare attenzione alle questioni del consumo energetico e delle emissioni di gas a effetto serra. Va osservato, tuttavia, che la produzione e il consumo sono anche all'origine di altri e non trascurabili effetti in settori quali la gestione e la tutela delle risorse idriche, l'uso dei terreni e l'inquinamento atmosferico. Le future politiche a favore della PCS dovrebbero quindi estendere l'applicazione degli strumenti politici in materia anche al consumo di altre risorse, oltre a quelle energetiche, e prendere in considerazione l'impatto ambientale globale.

3.9   Migliorare sia i processi produttivi che i prodotti

3.9.1   Per incoraggiare i produttori a migliorare le prestazioni ambientali lungo l'intero ciclo di vita dei loro prodotti, sarebbe opportuno che il principio della responsabilità estesa del produttore, introdotto da alcuni atti legislativi, venisse riconosciuto come principio generale e in quanto fondamento della responsabilità giuridica dell'impresa.

3.9.2   Per una transizione agevole verso prodotti sostenibili è necessario privilegiare un duplice approccio: da un lato, occorre promuovere la ricerca e sviluppo di prodotti ecologici mediante finanziamenti pubblici destinati alla ricerca e l'adozione di incentivi adeguati a favore dell'innovazione; dall'altro, si dovrebbe ricorrere a strumenti normativi volti all'eliminazione graduale dei prodotti non sostenibili, sul modello della direttiva sulla progettazione ecocompatibile. A tale scopo, del resto, la portata della direttiva va ampliata e la sua applicazione accelerata.

3.9.3   Se si vuole che tanto le imprese quanto i consumatori si orientino sempre più verso la sostenibilità, è essenziale esercitare un controllo sulla trasparenza delle prestazioni ambientali di prodotti e servizi. Il CESE ritiene adeguato l'approccio proposto dalla Commissione nella consultazione sulle politiche di PCS, vale a dire utilizzare, a tale scopo, il metodo che consente di misurare l'impronta ecologica dei prodotti. Tale approccio dovrà comunque essere integrato dal ricorso ad altri strumenti (ad esempio, criteri sociali che vadano oltre il PIL) onde migliorare la comunicazione delle informazioni sulla sostenibilità lungo l'intera catena di approvvigionamento.

3.9.4   È necessario promuovere nuovi modelli commerciali affinché i flussi di materiali, oggi considerati così importanti, vengano sostituiti dalla creazione di valore e di benessere, ad esempio preferendo il leasing di beni rispetto al loro acquisto nonché privilegiando i programmi di car-pooling (utilizzo in comune di autovetture) e le soluzioni logistiche che, grazie alla cooperazione tra aziende, cercano di ridurre i viaggi dei camion «a vuoto».

3.10   Promuovere modelli di consumo e stili di vita sostenibili

3.10.1   Il cambiamento dei modelli di consumo deve essere considerato con maggiore attenzione di quanto non sia avvenuto sino ad oggi. L'obiettivo è dissociare sempre più il consumo dalle conseguenze negative sull'ambiente. È necessario mettere in campo un mix di strumenti politici volti a promuovere comportamenti sostenibili da parte dei consumatori, che tengano conto della durata dei cicli di rinnovamento delle risorse e dei limiti di queste, nonché dell'impatto globale (sulle importazioni e le esportazioni) del mercato interno dell'UE.

3.10.2   Le politiche a favore della PCS devono tener presente che le scelte sostenibili dei consumatori richiedono la disponibilità sul mercato di prodotti e servizi sostenibili a prezzi ragionevoli, come pure informazioni chiare e attendibili a destinazione dei consumatori stessi e adeguati incentivi economici. Sarebbe opportuno, più in particolare, prendere provvedimenti per migliorare le informazioni a destinazione dei consumatori e per evitare quelle che ingenerano confusione nonché la comunicazione ingannevole sugli impatti ambientali dei prodotti (il cosiddetto «greenwashing»).

3.10.3   Le misure adottate dovrebbero rafforzare il ruolo delle associazioni di consumatori in quanto protagonisti del cambiamento e favorire il dialogo a livello di società civile sugli stili di vita sostenibili, tramite la creazione di piattaforme di discussione che consentano di scambiare i punti di vista, le esperienze e le buone pratiche su questo argomento.

3.10.4   La transizione verso stili di vita sostenibili necessita inoltre di investimenti nelle infrastrutture pubbliche appropriate. Ad esempio, promuovere i trasporti pubblici come alternativa alle autovetture private richiede un sistema di trasporti pubblici moderno, e i trasporti sostenibili necessitano di infrastrutture per l'elettricità e i biocarburanti; inoltre, in un'economia circolare occorrono sistemi di ritiro efficienti e siti di raccolta dei rifiuti per i prodotti alla fine del ciclo di vita.

3.10.5   Il CESE ha ripetutamente sottolineato l'importanza dei programmi educativi per indurre a comportamenti realmente sostenibili. Il Comitato ribadisce che questi programmi dovrebbero essere rivolti non solo alle scuole e ai giovani (gruppi destinatari comunque importanti), ma a persone di ogni età e condizione sociale, con una particolare attenzione alle disuguaglianze accumulate in rapporto ai rischi e ai danni ecologici.

3.10.6   Gli spedizionieri, gli operatori del settore della distribuzione e altri soggetti della catena dell'approvvigionamento hanno una notevole influenza sulle scelte in materia di consumo sostenibile per effetto dei loro criteri in materia di produzione globale, logistica, ecc. In passato la Commissione ha collaborato con i principali dettaglianti europei nel quadro di un forum-tavola rotonda della distribuzione. Questa strategia potrebbe essere estesa ad altri spedizionieri, operatori della logistica, ecc.

3.10.7   Dal momento che gli appalti pubblici verdi danno un importante contributo allo sviluppo di appalti per prodotti sostenibili, occorre riflettere al modo per accrescere l'efficacia delle politiche relative a questa categoria di appalti pubblici.

3.11   Introdurre incentivi economici nelle politiche fiscali

3.11.1   Le misure di promozione di una produzione e un consumo sostenibili citate in precedenza possono essere potenziate se le imprese e i consumatori vengono incoraggiati ad adottare comportamenti sostenibili tramite incentivi economici, i cui effetti, com'è noto, non incidono soltanto sui prezzi di mercato. Le politiche in materia di PCS devono pertanto essere accompagnate dall'integrazione di considerazioni ecologiche nei regimi fiscali, sotto forma di adozione di incentivi economici volti a ripartire equamente gli sforzi necessari per il processo di transizione tra grandi aziende e PMI, da un lato, e tra cittadini, imprese e consumatori, dall'altro; inoltre, a tali politiche occorre affiancare anche l'eliminazione graduale di sovvenzioni pregiudizievoli per l'ambiente. Tuttavia, queste iniziative non porteranno alcun frutto se si pensa di sacrificare il finanziamento del modello sociale europeo sostituendolo con una nuova tassa sulle risorse non rinnovabili, senza avere in cambio la minima garanzia che il gettito corrispondente servirà in seguito a finanziare i sistemi di protezione sociale. Non solo: gli sforzi si rivelerebbero pericolosi, costosi e inutili. Considerando che, in ogni caso, la fiscalità è di competenza degli Stati membri, non è opportuno aumentare, in una prospettiva duratura e sostenibile, la concorrenza fiscale tra i paesi dell'UE.

3.1   Assicurare una transizione equa

3.1.1   La transizione verso un'economia verde sarà sostenibile se creerà nuovi posti di lavoro «verdi» e se renderà più ecologici quelli esistenti nel quadro di processi di produzione più rispettosi dell'ambiente, come avviene nei settori della produzione di energia rinnovabile, dei trasporti sostenibili e dell'edilizia abitativa efficiente sotto il profilo energetico. Per trarre vantaggio da una tale transizione, tuttavia, è necessario adottare misure di politica attiva basate sul dialogo sociale, relative agli aspetti sociali e tese a creare posti di lavoro dignitosi e di elevata qualità per i lavoratori (salari, condizioni di lavoro e prospettive di carriera). Occorre da un lato incentivare risolutamente le attività economiche e gli appalti verdi, e dall'altro promuovere le competenze professionali corrispondenti mediante un sostegno adeguato e l'adozione di misure nel campo della formazione e della riqualificazione professionali (11) atte a promuovere la parità uomo-donna e ad incentivare la partecipazione in pari misura di entrambi i sessi a tale processo di transizione.

Bruxelles, 26 aprile 2012

Il presidente del Comitato economico e sociale europeo

Staffan NILSSON


(1)  COM(2011) 571 final.

(2)  Parere del CESE in merito alla Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e alla Banca centrale europea - Regolamentare i servizi finanziari per garantire una crescita sostenibile, relatore: IOZIA, GU C 107 del 6.4.2011, pag. 21, e parere del CESE in merito alla Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, alla Banca centrale europea, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni - Rafforzare il coordinamento delle politiche economiche per la stabilità, la crescita e l'occupazione - Gli strumenti per rafforzare la governance economica dell'UE, relatore: PALMIERI, GU C 107 del 6.4.2011, pag. 7.

(3)  COM(2011) 571 final, pagg. 6-7.

(4)  COM(2008) 397 final

(5)  Parere del CESE sul tema Costruire un'economia sostenibile trasformando il nostro modello di consumo, relatrice: DARMANIN, (GU C 44 dell'11.2.2011, pag. 57); e il parere CESE, non ancora pubblicato in GU, sul tema Non solo PIL - Il coinvolgimento della società civile nella selezione di indicatori complementari (parere d'iniziativa), relatore: PALMIERI.

(6)  GU C 44 dell'11.2.2011, pag. 57.

(7)  COM(2011)571 final; e il parere sul tema Tabella di marcia verso un'Europa efficiente nell'impiego delle risorse, relatrice: EGAN (non ancora pubblicato in GU).

(8)  Parere del CESE sul tema Settimo programma d'azione per l'ambiente (PAA) e seguito del sesto PAA, relatore: RIBBE, Cfr. (pagina 1della presente Gazzetta ufficiale).

(9)  Cfr. anche il supplemento di parere CESE sul tema La posizione del CESE in merito alla preparazione della Conferenza delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile (Rio+20), relatore: WILMS, GU C 143 del 22.05.2012, pag. 39.

(10)  Parere del CESE sul tema Rio+20: verso un’economia verde e una migliore governance, GU C 376 del 22.12.2011, pagg. 102-109.

(11)  Parere d'iniziativa del CESE sul tema Promuovere posti di lavoro verdi e sostenibili per il pacchetto «Energia-clima» dell'UE, relatore: IOZIA, GU C 44 dell'11.2.2011, pag. 110.