8.5.2013   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

CE 131/60


Martedì 25 ottobre 2011
La situazione delle madri sole

P7_TA(2011)0458

Risoluzione del Parlamento europeo del 25 ottobre 2011 sulla situazione delle madri sole (2011/2049(INI))

2013/C 131 E/07

Il Parlamento europeo,

visti gli articoli 14, paragrafo 3, 23, 24 e 33 della Carta dei diritti fondamentali dell'UE,

vista la Convenzione delle Nazioni Unite del 1979 sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne (CEDAW),

visto l'articolo 5 della Convenzione internazionale sui diritti del fanciullo,

visti gli articoli 7, 8, 16, 17, 27 e 30 della Carta sociale europea (riveduta) del Consiglio d'Europa,

vista la comunicazione della Commissione del 3 ottobre 2008 dal titolo "Un miglior equilibrio tra lavoro e vita privata: sostenere maggiormente gli sforzi tesi a conciliare la vita professionale, privata e familiare" (COM(2008)0635),

vista la comunicazione della Commissione del 21 settembre 2010"Strategia sulla parità tra le donne e gli uomini 2010-2015" (COM(2010)0491),

vista la relazione della Commissione del 3 ottobre 2008 dal titolo "Realizzazione degli obiettivi di Barcellona riguardanti le strutture di custodia per i bambini in età prescolastica" (COM(2008)0638),

vista la relazione della Commissione, del 18 dicembre 2008, sulla parità tra donne e uomini – 2010 (COM(2009)0694),

vista la raccomandazione 2008/867/CE della Commissione, del 3 ottobre 2008, relativa all'inclusione attiva delle persone escluse dal mercato del lavoro,

visto il Patto europeo per l'uguaglianza di genere per il periodo 2011–2020,

vista la piattaforma dell'UE contro l'esclusione sociale,

vista la relazione di Eurofound del 24 marzo 2010 dal titolo "Second European Quality of Life Survey: Family life and work" (Seconda rassegna sulla qualità della vita in Europa: vita familiare e lavorativa),

vista la sua risoluzione del 13 ottobre 2005 su donne e povertà nell'Unione europea (1),

vista la sua risoluzione del 3 febbraio 2009 sulla non discriminazione in base al sesso e la solidarietà tra le generazioni (2),

vista la propria risoluzione del 17 giugno 2010 sugli aspetti di genere della recessione economica e della crisi finanziaria (3),

vista la sua risoluzione del 17 giugno 2010 sulla valutazione dei risultati della tabella di marcia per la parità tra donne e uomini 2006-2010 e le raccomandazioni per il futuro (4),

vista la sua risoluzione del 16 febbraio 2011 dal titolo "Verso sistemi pensionistici adeguati, sostenibili e sicuri in Europa" (5),

vista la sua risoluzione dell'8 marzo 2011 sulla parità tra uomini e donne nell'Unione europea - 2010 (6),

vista la sua risoluzione dell'8 marzo 2011 sugli aspetti della povertà femminile nell'Unione europea (7),

vista la sua posizione in prima lettura del 20 ottobre 2010 sulla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio recante modifica della direttiva 92/85/CEE concernente l'attuazione di misure volte a promuovere il miglioramento della sicurezza e della salute sul lavoro delle lavoratrici gestanti, puerpere o in periodo di allattamento (8),

visto l'articolo 48 del suo regolamento,

vista la relazione della commissione per i diritti della donna e l’uguaglianza di genere (A7-0317/2011),

Situazione globale

A.

considerando che, in conseguenza dei cambiamenti socioculturali uniti all'inserimento delle donne nel mercato del lavoro e alla loro maggiore autonomia economica, è andata riducendosi sia la formazione di famiglie biparentali che la maternità esclusivamente nell'ambito del matrimonio, e che le madri sole rappresentano ormai una categoria sempre più significativa in tutti i paesi avanzati e industrializzati; che sono sempre più numerose le donne che optano liberamente per la condizione di madre sola;

B.

considerando che si pone esageratamente l'accento sulla genitorialità adolescenziale e la sua tendenza a trasformarsi in monoparentalità, dipingendo un quadro poco accurato della reale identità dei genitori soli; che stereotipi falsi e inesatti erodono la fiducia e l'autostima dei genitori soli e dei loro figli;

C.

considerando che le famiglie monoparentali non costituiscono un gruppo uniforme, ma rappresentano situazioni familiari, finanziare e sociali molto variegate;

D.

considerando tuttavia che vi sono gruppi di madri sole, che vivono in condizioni di vulnerabilità, con tutte le conseguenze che questo può avere sui loro figli e sulle loro figlie;

E.

considerando che le madri sole rappresentano ormai un gruppo sempre più significativo in tutti i paesi avanzati e industrializzati, sia questo a seguito di un divorzio o di una separazione ovvero per la scelta di non sposarsi e che è quindi necessario rispondere alla nuova realtà che si è venuta a delineare adeguando le politiche;

F.

considerando che spetta agli Stati membri la responsabilità di garantire condizioni dignitose alle madri sole e ai loro figli;

G.

considerando che in numerosi Stati membri le politiche pubbliche non si adattano ancora alla diversità dei modelli e delle situazioni familiari e che sovente le famiglie monoparentali sono ancora svantaggiate socialmente ed economicamente;

H.

considerando che in molte società la scelta di essere madre nubile non viene screditata o stigmatizzata come accade nelle società dove, per diverse ragioni, prevalgono i modelli patriarcali;

I.

considerando che in Europa la stragrande maggioranza dei genitori soli sono donne; che, nel 2001, in media l'85 % dei genitori soli erano madri di età compresa tra i 25 e i 64 anni e che, quindi, le madri sole rappresentavano il 5 % della popolazione femminile totale; che in alcuni Stati membri, vale a dire in Repubblica Ceca, in Polonia, in Ungheria e in Slovenia, le madri sole rappresentavano tra il 6 e il 7,5 % della popolazione femminile e in altri, vale a dire l'Estonia e la Lettonia, persino il 9 %;

J.

considerando che in tutta Europa la percezione delle madri sole e delle politiche condotte in materia cambiano a seconda della regione, delineando una disuguaglianza geografica che vede le aree del nord con sistemi di welfare più presenti, quelle del sud supportate dal ruolo della cosiddetta famiglia allargata e la parte orientale con un misto delle prime due;

K.

considerando che, come conseguenza della diversità delle politiche pubbliche e degli status giuridici (divorziate, separate, nubili ovvero vedove), le madri sole si confrontano con situazioni diverse e percepiscono, a seconda del paese di appartenenza, prestazioni diverse, anche in relazione all'assistenza sanitaria per sé e i propri figli;

L.

considerando che sovente le madri sole interrompono gli studi e l'acquisizione di capacità professionali, in quanto utilizzano le loro limitate disponibilità di tempo e risorse per allevare i figli, correndo anche il rischio dell'esclusione sociale e della povertà;

M.

considerando che l'educazione e l'informazione sui diritti sessuali e riproduttivi delle donne, in particolare delle più giovani, sono fondamentali per evitare gravidanze indesiderate;

N.

considerando che le donne che hanno perso il proprio partner per fatti di violenza, ossia violenza di genere, terrorismo e criminalità organizzata, sono più esposte all'isolamento dalla società e necessitano pertanto di un'attenzione speciale in termini di incoraggiamento al reinserimento nella società e di guida per continuare ad assolvere il loro ruolo genitoriale nel miglior modo possibile per il bambino;

O.

considerando che le diverse amministrazioni competenti in ambito europeo offrono misure e programmi di aiuto per questi gruppi;

P.

considerando che sono numerosi i fattori che influenzano lo sviluppo dei figli all'interno delle famiglie monoparentali, che la maggior parte dei bambini allevati da genitori soli hanno uno sviluppo equilibrato e che i fattori che incidono sull'evoluzione del bambino vanno ben al di là del tipo di famiglia a cui appartengono;

Q.

considerando che le decisioni in materia di politica della famiglia devono dare priorità alle necessità e al migliore interesse del bambino, garantendone l'evoluzione ottimale;

Occupazione delle madri sole

R.

considerando che il 69 % delle madri sole è inserito nel mercato del lavoro e che, nel 2001, in media il 18 % delle madri sole lavorava part-time;

S.

considerando che spesso per le madri sole quella di lavorare part-time e di essere sottoccupate non è una libera scelta, bensì una scelta obbligata determinata dagli impegni familiari;

T.

considerando che il tasso di occupazione delle madri, specie nel caso delle madri sole, migliora se sono disponibili servizi di custodia dei bambini di buona qualità ma che tali servizi vanno anche integrati da altre misure, fra cui valide normative in materia di congedo di maternità e di lavoro flessibile, che stimolino la partecipazione delle madri contribuendo al loro benessere e a quello del bambino;

U.

considerando che gli uomini con figli tendono a lavorare più a lungo degli uomini senza figli, al contrario di quanto accade per le donne; che il divario salariale tra uomini e donne, che nell'UE è mediamente del 18 %, aumenta quando le donne diventano madri e prosegue nel pensionamento;

Rischio di povertà e di esclusione sociale

V.

considerando che le famiglie monoparentali sono più esposte al rischio di povertà e di trasmissione della povertà rispetto alle famiglie biparentali; che, stando ai dati disponibili più recenti, nel 2006 il 32 % delle famiglie monoparentali nell'UE a 25 era a rischio di povertà, rispetto al 12 % delle famiglie biparentali;

W.

considerando che una percentuale maggiore di donne rispetto agli uomini è esposta al rischio di insicurezza economica soprattutto in ragione delle condizioni che incontrano sul mercato del lavoro, tra cui un tasso di disoccupazione più elevato, stipendi più bassi e posti di lavoro part-time ovvero di scarsa qualità, e che queste circostanze colpiscono maggiormente le madri sole che non possono contare su risorse proprie;

X.

considerando che il rischio di povertà fra i figli provenienti da famiglie monoparentali (19 %) è più elevato rispetto alla popolazione generale, e che la disponibilità di servizi di custodia contribuisce a ridurre la povertà, in particolare quella infantile, e a rafforzare l'inclusione sociale;

Conciliazione della vita familiare e professionale

Y.

considerando che l'accesso alla vita lavorativa e le possibilità di sviluppare la propria carriera professionale sono maggiori nel periodo compreso tra i 25 e i 40 anni di età, proprio quando i bambini sono ancora piccoli e necessitano di più assistenza e di più tempo da parte dei genitori; che mancano servizi di custodia di buona qualità e a prezzo accessibile; che spesso l'orario di apertura degli asili nido e delle scuole e l'orario di lavoro sono incompatibili e rappresentano il principale ostacolo e limite alla conciliazione della vita familiare e professionale;

Z.

considerando che i genitori soli hanno il doppio delle difficoltà rispetto alle famiglie biparentali dal momento che non possono condividere le responsabilità quotidiane dell'assistenza ai figli;

AA.

considerando che la presenza di strutture di custodia per i bambini di buona qualità e a prezzi accessibili è estremamente importante per le madri sole e i loro figli, specie nella fascia 0-2 anni; che il ricorso a strutture "ufficiali" di custodia per la fascia 0-2 anni varia dal 73 % della Danimarca al 2 % appena della Repubblica ceca o della Polonia, e che solo pochi Stati membri dell'UE (Danimarca, Paesi Bassi, Svezia, Belgio, Spagna, Portogallo e Regno Unito) hanno già raggiunto gli obiettivi di Barcellona (disponibilità di servizi di custodia per il 33 % dei bambini di età inferiore ai 3 anni);

AB.

considerando che l'aspettativa di tutte le donne, comprese le madri sole, deve essere l'accesso alla vita lavorativa, trattandosi dell'unico modo per uscire da condizioni di vulnerabilità e di povertà; che le amministrazioni pubbliche devono dirigere tutti i loro sforzi in tale direzione;

Situazione globale

1.

chiede che si accordi maggiore attenzione alla situazione delle madri sole; incoraggia gli Stati membri ad adottare politiche pubbliche, che includano politiche in materia di istruzione, prestazione di servizi assistenziali, politiche sanitarie, politiche occupazionali, sistemi di sicurezza sociale, e politiche in materia di alloggio, per sopperire alle necessità e alle realtà delle famiglie monoparentali, tenendo conto soprattutto della realtà delle famiglie di madri sole;

2.

invita la Commissione e gli Stati membri a sostenere il lavoro di tutte le organizzazioni e di tutte le reti informali che si occupano delle madri sole, in particolare in quei paesi in cui l'assistenza specifica alle famiglie monoparentali è minima o inesistente; osserva che questa assistenza non deve sostituire la protezione delle madri sole a cura della previdenza pubblica degli Stati membri dato che, alla luce delle differenze geografiche e culturali esistenti tra gli Stati membri per quanto riguarda l'assistenza pubblica alle madri sole, non esiste un unico modello valido per tutte le situazioni; chiede alle autorità degli Stati membri di prevedere programmi di assistenza per le famiglie interessate;

3.

incoraggia il lavoro volto ad aiutare le madri sole; è del parere che questi sforzi dovrebbero prefiggersi di aumentare l'autonomia e l'indipendenza delle madri sole, diminuire il senso di inerzia e di isolamento, migliorare l'intraprendenza sociale, aumentare le loro capacità educative e migliorare l'accesso alle informazioni sui diritti e le opportunità occupazionali;

4.

chiede più strategie incentrate sul genere, che assicurino una migliore comprensione dei rapporti fra genere e povertà nonché investimenti in progetti che sopperiscano alle esigenze delle famiglie monoparentali;

5.

invita gli Stati membri a esortare le associazioni che lavorano a sostegno delle madri sole a offrire loro corsi di formazione che possano aiutarle a trovare un posto di lavoro e a migliorare la loro autostima; invita, a tal proposito, gli Stati membri a incentivare la creazione di "case famiglia" per alloggio temporaneo, in cui le madri sole possano ricevere orientamento e formazione; esorta le autorità nazionali degli Stati a prevedere specifici programmi di formazione per le madri sole in modo da facilitare il loro inserimento nel mercato del lavoro, e a collaborare con le associazioni che indirizzano la propria attività verso tale obiettivo;

6.

sostiene lo sviluppo di forum di discussione interpersonali e online, di blog e di linee telefoniche di assistenza rivolti specificamente alle madri sole con l'obiettivo di ridurne l'isolamento e di permettere loro di scambiarsi consigli, informazioni e migliori prassi in base alle loro necessità individuali, come pure lo sviluppo di linee telefoniche di assistenza o di numeri verdi che permettano alle madri sole di mettersi più facilmente in contatto con i servizi sociali;

7.

esorta gli Stati membri ad individuare politiche comuni basate sullo scambio delle migliori prassi presenti in Europa;

8.

sostiene lo sviluppo di meccanismi di sostegno, fra cui corsi di formazione che mettano in grado le madri sole, dando loro consigli, di affrontare al meglio il difficile compito di crescere un bambino da sole e di assicurargli, al contempo, un ritmo di vita equilibrato;

9.

chiede agli Stati membri e alle loro amministrazioni competenti di sostenere lo sviluppo di corsi di formazione per genitori volti a preparare i genitori soli, giovani e senza risorse economiche e a insegnare loro come affrontare al meglio il compito di crescere un bambino;

10.

invita gli Stati membri a rafforzare il ruolo degli organi nazionali competenti per la parità in relazione alle discriminazioni praticate nei confronti delle madri sole sul luogo di lavoro;

11.

raccomanda che gli Stati membri prevedano assistenza abitativa e soluzioni di alloggio temporaneo, soprattutto per le madri singole che non possono beneficiare dei meccanismi di accoglienza temporanea a causa della loro età;

12.

esorta la Commissione e gli Stati membri a tenere conto delle circostanze specifiche con cui si confrontano le madri sole nei diversi paesi europei e a prevedere un'assistenza speciale per le madri sole appartenenti alle categorie più vulnerabili;

Occupazione delle madri sole

13.

sottolinea la necessità di facilitare l'accesso – mediante il finanziamento da parte del Fondo sociale europeo e degli Stati membri – alla formazione, alla formazione professionale e alle borse di studio specifiche per le madri sole (non sposate, vedove o separate), e sottolinea in particolare l'importanza di incoraggiare le giovani donne in gravidanza a non abbandonare gli studi, dato che ciò permetterà loro di ottenere qualifiche e massimizzare le loro possibilità di beneficiare di condizioni di lavoro dignitose, di essere ben retribuite e di assicurarsi un'indipendenza economica, il che rappresenta l'unica garanzia di sfuggire alla povertà;

14.

invita la Commissione europea a considerare, in sede di elaborazione di programmi come Progress e Equal per il prossimo quadro finanziario pluriennale, l'introduzione di programmi di sensibilizzazione che favoriscano una maggiore partecipazione di determinate categorie sociali vulnerabili, quali le madri sole, a tali iniziative;

15.

esorta gli Stati membri ad analizzare attentamente il fenomeno della sottoccupazione delle madri sole e ad adottare opportune iniziative per affrontare questo problema;

16.

sottolinea la necessità di una sufficiente disponibilità di servizi di qualità per la custodia dei bambini e delle altre persone dipendenti, a prezzi accessibili e compatibili con il lavoro a tempo pieno, e di agevolare in modo significativo l'accesso alla formazione e la ricerca di un posto di lavoro per le madri sole e di migliorare le loro possibilità di mantenere il lavoro; sostiene la creazione di strutture di custodia intraziendali con orario flessibile; insiste affinché gli Stati membri assicurino l'accesso ai servizi di custodia per l'infanzia mirando a garantire le condizioni per disporre del 50 % dell'assistenza necessaria per i bambini di 0-3 anni e del 100 % per i bambini di 3-6 anni;

17.

sottolinea la necessità per gli Stati membri di introdurre nuove disposizioni atte a migliorare il tasso di occupazione delle madri, essendo questo il metodo migliore per incrementare il reddito e ridurre conseguentemente i rischi di povertà o esclusione sociale delle madri sole;

18.

sottolinea l'importanza di attuare politiche del lavoro volte ad incentivare l'assunzione di madri sole così come ad evitare ingiustificati licenziamenti;

19.

esorta gli Stati membri a prevedere deduzioni e altri incentivi fiscali per le società che assumono madri sole e/o istituiscono e gestiscono al proprio interno strutture di custodia e altri servizi per i figli dei dipendenti;

Rischio di povertà e di esclusione sociale

20.

esorta gli Stati membri a condividere le migliori prassi nell'assistenza alle famiglie monoparentali, in particolare nel contesto della crisi finanziaria che sta comportando un peggioramento della situazione dei genitori soli;

21.

invita gli Stati membri, in cooperazione con l'Istituto europeo per l'uguaglianza di genere, ad esaminare le esigenze specifiche delle madri sole, a raccogliere dati e ad analizzarli, ad esaminare la possibilità di adottare misure concrete per trattare tali questioni e a scambiare le buone prassi in vista di un miglioramento;

22.

esorta gli Stati membri a intraprendere azioni e ad attuare misure volte ad evitare che le madri sole siano sempre più a rischio povertà ed esclusione sociale;

23.

invita gli Stati membri a garantire che le madri sole fruiscano di assistenza in materia di alloggio e che le liste di attesa per la locazione di abitazioni diano priorità alle madri sole;

24.

chiede agli Stati membri di assicurare parità di trattamento e qualità di vita elevata a tutti i bambini, a prescindere dallo stato civile dei genitori o dalle circostanze familiari, offrendo prestazioni universali volte a evitare che la povertà sia trasmessa di genitore in figlio;

25.

invita gli Stati membri ad introdurre misure atte a eliminare le discriminazioni a danno delle madri sole e dei loro figli e accoglie pertanto favorevolmente il ricorso a programmi di aiuto statale e borse di studio per i figli;

26.

esorta gli Stati membri a introdurre politiche volte a offrire un sostegno economico alle famiglie monoparentali, sotto forma di prestazioni per i genitori soli, deduzioni fiscali a favore delle famiglie monoparentali ovvero altre deduzioni fiscali in linea con la loro legislazione nazionale, oltre a sussidi allo studio a favore dei genitori soli;

27.

invita gli Stati membri ad assicurare che le prestazioni dovute dai genitori che non hanno la custodia dei figli, vale a dire gli alimenti, siano pagate regolarmente;

28.

esorta gli Stati membri a tener conto della dimensione di genere, e segnatamente della situazione delle madri sole, al momento della riforma dei rispettivi sistemi pensionistici;

Conciliazione della vita familiare e professionale

29.

sottolinea che gli Stati membri e le organizzazioni pubbliche e private dovrebbe accordare la priorità all'equilibrio tra la vita professionale e la vita familiare, introducendo condizioni di lavoro più favorevoli alla vita familiare, come orari di lavoro flessibili, telelavoro, strutture per la custodia dei bambini, asili nido, ecc;

30.

sottolinea che, affinché le madri sole possano conciliare vita professionale e vita familiare più facilmente, è necessario assicurare un maggiore coinvolgimento dei padri; osserva, a tal proposito, che in alcuni Stati membri la custodia condivisa è pressoché inesistente;

31.

chiede che, in virtù del principio delle pari opportunità, tutte le misure e le azioni predisposte a favore delle madri sole siano aperte alla partecipazione dei padri soli;

32.

esorta la Commissione e gli Stati membri a realizzare la raccolta di dati comparabili a livello UE di questo fenomeno e le sue diverse evoluzioni, anche al fine di confrontare normative e sistemi di welfare;

33.

ritiene che la persona che dedica il suo tempo e le sue capacità alla cura e all'educazione dei figli o all'assistenza a una persona anziana dovrebbe avere un riconoscimento da parte della società e che tale obiettivo potrebbe essere raggiunto conferendo a tale persona diritti soggettivi, in particolare in materia previdenziale e pensionistica;

*

* *

34.

incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione.


(1)  GU C 233 E del 28.9.2006, pag. 130.

(2)  GU C 67 E del 18.3.2010, pag. 31.

(3)  GU C 236 E del 12.8.2011, pag. 79.

(4)  GU C 236 E del 12.8.2011, pag. 87.

(5)  Testi approvati, P7_TA(2011)0058.

(6)  Testi approvati, P7_TA(2011)0085.

(7)  Testi approvati, P7_TA(2011)0086.

(8)  Testi approvati, P7_TA(2010)0373.