28.1.2012   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 24/18


Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema «Opportunità e sfide per una maggiore competitività del settore europeo della lavorazione del legno e dei mobili» (parere esplorativo)

2012/C 24/04

Relatore: ZBOŘIL

Correlatore: PESCI

Il Comitato economico e sociale europeo, in data 20 gennaio 2011, ha deciso, conformemente al disposto dell'articolo 29, paragrafo 2, del proprio Regolamento interno, di elaborare un parere di iniziativa sul tema:

Opportunità e sfide per una maggiore competitività del settore europeo della lavorazione del legno e dei mobili.

La commissione consultiva per le trasformazioni industriali, incaricata di preparare i lavori del Comitato in materia, ha formulato il proprio parere in data 27 settembre 2011.

Alla sua 475a sessione plenaria, dei giorni 26 e 27 ottobre 2011 (seduta del 26 ottobre), il Comitato economico e sociale europeo ha adottato il seguente parere con 120 voti favorevoli, 1 voto contrario e 2 astensioni.

1.   Conclusioni e raccomandazioni

1.1   Il settore europeo della lavorazione del legno e dei mobili (nonché l'industria della pasta di cellulosa e della carta) utilizza prevalentemente la materia prima rinnovabile naturale (il legno) e svolge un ruolo essenziale nello sviluppo dell'economia verde. Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) ha rilevato che al momento vi sono sfortunatamente alcune gravi incoerenze tra determinate componenti di alcune politiche e iniziative dell'UE, che hanno serie conseguenze sulla competitività e redditività delle industrie forestali.

1.2   Le industrie della lavorazione del legno e dei mobili devono in particolare far fronte ad un aumento della concorrenza da parte del settore delle energie rinnovabili per quanto concerne l'approvvigionamento di materia prima legno, a causa di sovvenzioni e altre misure a favore dell'utilizzo della biomassa (e quindi del legno, che rappresenta uno dei principali combustibili utilizzati per la produzione di energia da biomassa). Si trovano anche ad affrontare difficoltà nel campo degli investimenti, nella ricerca, nella formazione e nell'attrarre giovani lavoratori, nonché limitazioni amministrative in materia di appalti pubblici. Inoltre, il settore dei mobili deve far fronte a un aumento vertiginoso del prezzo di materie prime come cuoio, plastica, fibre naturali e derivati del petrolio.

1.3   Il CESE auspica un impegno concreto da parte delle istituzioni europee e degli Stati membri a favore di un adeguamento e dell'elaborazione di un quadro legislativo idoneo a stimolare la competitività e migliorare l'accesso all'approvvigionamento di questa materia prima per il settore della lavorazione del legno e dei mobili, nonché per l'industria della pasta di cellulosa e della carta. Il CESE ricorda la necessità di effettuare uno studio dettagliato sulle problematiche relative all'approvvigionamento della materia prima legno per le industrie forestali e per il settore delle energie rinnovabili (biomassa).

1.3.1   Il CESE incoraggia la Commissione a collaborare con l'industria forestale/del legno allo scopo di presentare misure specifiche e adeguate per la risoluzione di tali problemi. Per facilitare la collaborazione, il Comitato suggerisce di istituire un gruppo di esperti informale, neutrale e interistituzionale – in collegamento anche con le parti interessate – sul Legno come materia prima sostenibile. La CCMI sarebbe naturalmente interessata a partecipare a tale gruppo.

1.4   Lo studio europeo EUwood  (1) mostra che il consumo di legno per la produzione di energia dovrebbe aumentare dai 346 milioni di metri cubi solidi (mcs) del 2010 (3,1 exaJoule o EJ) a 573 milioni di mcs (5 EJ) nel 2020, e potrebbe raggiungere 752 milioni di mcs nel 2030 (6,6 EJ). Tali risultati presuppongono una diminuzione della quota del legno tra le fonti di energia rinnovabile, che dovrebbe scendere dal 50 % nel 2008 al 40 % nel 2020. Entro il 2025 si prevede un deficit di 200 milioni di m3 che dovrebbe aumentare a 300 milioni di m3 entro il 2030.

1.5   Il CESE chiede l'inclusione del legno, come materia prima fondamentale, nel partenariato europeo per l'innovazione sulle materie prime, in accordo con le raccomandazioni della comunicazione della Commissione europea sulle materie prime. In questo contesto, potrebbero essere ulteriormente approfondite le opportunità di reimpiego e riciclo.

1.6   Le politiche forestali dell'UE dovrebbero sostenere una gestione attiva delle foreste. In particolare, secondo il CESE, la Commissione europea dovrebbe promuovere la produzione a ciclo breve di legno dagli alberi per uso energetico. Dovrebbero altresì essere studiate apposite misure per assicurare che il legno adatto per usi industriali non venga utilizzato per la produzione di energia rinnovabile.

1.7   Il CESE sottolinea la necessità di una promozione attiva della bioedilizia, che utilizza tecniche ecocompatibili, nonché processi e strutture efficienti sotto il profilo delle risorse, durante l'intero ciclo di vita degli edifici. A tal fine, il CESE potrebbe fornire un utile contributo sostenendo l'organizzazione di un evento annuale (ad es. un seminario) nell'ambito del quale verrebbero presentati esempi di edilizia e di design sostenibili, in collegamento con i servizi competenti della Commissione.

1.8   Il CESE accoglie con favore la proposta del vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani di effettuare un «test di competitività» prima della firma di un accordo di partenariato commerciale tra l'UE e un paese terzo. Conviene inoltre sulla necessità di valutare gli effetti sulla competitività industriale di tutte le altre iniziative nei diversi settori d'intervento (come le politiche in materia di energia, commercio, ambiente, affari sociali e tutela dei consumatori) prima della loro attuazione.

1.9   Per aumentare la produttività e non perdere competitività, il settore necessita di lavoratori con competenze aggiornate e familiarità con le più recenti tecnologie. Il CESE accoglie con favore l'approccio proattivo adottato dall'industria per proteggere i lavoratori dall'esposizione ad agenti nocivi sul luogo di lavoro, nonché l'impegno mostrato dal settore per garantire la sicurezza dei posti di lavoro e dei percorsi professionali, tutelare la salute e il benessere dei lavoratori, sviluppare capacità e competenze e conseguire un miglior equilibrio tra lavoro e vita privata.

1.10   Il successo finora riscosso per l'approvazione a livello UE di progetti di ricerca e innovazione nel settore della lavorazione del legno e dei mobili è stato piuttosto modesto. Per sostenere più intensamente la R&S nell'industria europea della lavorazione del legno e dei mobili, i programmi futuri dovranno tenere particolarmente conto delle difficoltà e delle esigenze specifiche delle PMI.

1.11   Il CESE ricorda l'importanza di un'intensa cooperazione tra industria, da un lato, e istituzioni europee e autorità nazionali, dall'altro, nella lotta contro la contraffazione. Pertanto sostiene la creazione di un brevetto europeo standardizzato e raccomanda l'introduzione di una scheda prodotto nel settore dei mobili. Un importante contributo dovrebbe inoltre derivare dallo sviluppo di tecnologie in grado di facilitare il riconoscimento dei prodotti autentici. Il CESE raccomanda l'attuazione di iniziative europee volte a rafforzare la capacità delle dogane nazionali e l'organizzazione di una «Giornata europea/nazionale anticontraffazione».

2.   Il settore europeo della lavorazione del legno e dei mobili  (2)

2.1   L'industria della lavorazione del legno e dei mobili è un settore vitale, sostenibile, innovativo ed ecocompatibile, che nel 2008 vantava un fatturato di circa 221 miliardi di euro e dava lavoro a 2,4 milioni di persone in oltre 365 000 imprese, in maggioranza PMI. Quasi la metà del fatturato è rappresentato dall'industria del mobile, seguita dalla produzione di materiali da costruzione (19,3 %), dalle segherie (13,9 %) e dalla produzione di pannelli (9,2 %). La crisi economica e finanziaria generale ha inciso pesantemente sull'intero settore, riducendo il fatturato del 2009 di oltre il 20 % rispetto al 2008. L'industria della pasta di cellulosa e della carta in Europa costituisce l'altro comparto delle industrie forestali, con un fatturato annuo di 71 miliardi di euro e una produzione di 36 milioni di t di pasta di cellulosa e 89 milioni di t di carta.

2.2   In termini occupazionali, l'industria del mobile assorbe il 51 % dei lavoratori del settore. L'Italia guida la classifica con 363 000 addetti; seguono Polonia, Germania, Spagna e Regno Unito. I nuovi Stati membri dell'UE registrano un tasso di occupazione particolarmente elevato nel settore, con l'industria della lavorazione del legno che assorbe oltre il 34 % degli occupati. Il settore della lavorazione del legno e dei mobili offre spesso posti di lavoro in zone remote, meno sviluppate o meno industrializzate, fornendo quindi un importante contributo all'economia rurale. L'industria della pasta di cellulosa e della carta fornisce 235 000 posti di lavoro diretti e un milione di posti indiretti. Il 60 % del totale dei posti di lavoro è nelle aree rurali.

2.3   L'uso prevalente della materia prima rinnovabile (il legno) ed i buoni risultati conseguiti in termini di sostenibilità fanno inoltre di questo settore un pioniere dello sviluppo dell'economia verde, uno dei principali obiettivi futuri dell'UE. L'industria della pasta di cellulosa e della carta gode anche di ottime credenziali sotto il profilo ambientale. Per quanto riguarda le materie prime, metà delle fibre utilizzate per la produzione di carta sono riciclate. L'altra metà mostra un utilizzo corretto delle risorse: tra il 20 e il 30 % di queste fibre provengono dai residui di altre industrie, il 40-60 % vengono ricavate dal diradamento in silvicoltura e solo il 20-30 % da abbattimenti definitivi.

2.4   Sfortunatamente al momento vi sono alcune incoerenze tra determinate componenti di alcune politiche e iniziative dell'UE, che si ripercuotono gravemente sulla competitività e redditività del settore. Le industrie della lavorazione del legno e dei mobili devono in particolare far fronte ad un aumento della concorrenza da parte del settore delle energie rinnovabili per quanto concerne l'approvvigionamento di materia prima legno, a causa di sovvenzioni e altre misure a favore dell'utilizzo della biomassa (e quindi del legno, che rappresenta uno dei principali combustibili utilizzati per la produzione di energia da biomassa). Si trovano anche ad affrontare difficoltà nel campo degli investimenti, nella ricerca, nella formazione e nell'attrarre giovani lavoratori, nonché limitazioni amministrative in materia di appalti pubblici.

2.5   Il settore deve affrontare una sempre più accentuata concorrenza da parte delle economie emergenti a basso costo e un numero crescente di barriere tecniche al commercio. Il settore dei mobili, poi, oltre alle difficoltà di approvvigionamento di materia prima legno, deve far fronte anche all'aumento vertiginoso del prezzo di materie prime come cuoio, plastica, fibre naturali e derivati del petrolio.

2.6   Senza un impegno da parte delle istituzioni europee ad elaborare un quadro legislativo idoneo a stimolare la competitività e garantire l'approvvigionamento della materia prima per il settore della lavorazione del legno e dei mobili, il futuro dell'intero settore resterà incerto.

3.   Effetti della legislazione europea in materia di energie rinnovabili sulla domanda di legname

3.1   Il CESE esprime serie preoccupazioni per l'impatto che il pacchetto sul cambiamento climatico ed energia varato dalla Commissione avrà sullo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili e sulla disponibilità complessiva di legname, che rappresenta la materia prima dell'industria in esame. Si rammarica inoltre del fatto che l'utilizzo di regimi inadeguati di sovvenzioni destinati alla produzione di energia rinnovabile, introdotti per rispettare gli impegni in materia di ambiente, abbiano reso più vantaggiosa la combustione diretta del legno rispetto alla sua lavorazione, con pesanti ripercussioni per le industrie della lavorazione del legno in termini di approvvigionamento di tale materia prima, di competitività generale e di redditività.

3.2   Il CESE raccomanda alla Commissione europea di effettuare uno studio dettagliato sulle problematiche relative all'approvvigionamento della materia prima legno per le industrie forestali e per il settore delle energie rinnovabili (biomassa), e la invita a collaborare con l'industria forestale e del legno al fine di proporre misure appropriate e specifiche per affrontare tali problematiche. Per facilitare la collaborazione, il Comitato suggerisce di istituire un gruppo di esperti informale, neutrale e interistituzionale – in collegamento anche con le parti interessate – sul Legno come materia prima sostenibile. La CCMI sarebbe naturalmente interessata a partecipare a tale gruppo.

3.3   Il CESE sostiene l'invito delle industrie del legno e della carta ad adottare un approccio equilibrato nell'utilizzo della biomassa legnosa a scopi energetici, per evitare distorsioni del mercato relative alla disponibilità ed ai prezzi delle materie prime forestali per le industrie manifatturiere. Bisogna inoltre considerare che molte imprese produttrici di pannelli sono state costrette a diminuire la capacità tra il giugno 2009 e il giugno 2011, non tanto per motivi finanziari o tecnologici quanto per l'indisponibilità di materie prime.

3.4   Sebbene la biomassa legnosa possieda di gran lunga la più elevata densità di potenza (di biomassa) (flusso di energia in watt per metro quadrato), occorre precisare che si tratta comunque di un valore molto contenuto (0,6 W/m2): a titolo di esempio, una centrale elettrica a legna con una capacità installata pari a 1 GW, un fattore di capacità del 70 % e un rendimento di conversione del 35 %, richiederebbe un raccolto annuo di circa 330 000 ettari piantati ad alberi, che corrispondono ad un'estensione di terreno di circa 58 km × 58 km (3). Per soddisfare gli obiettivi europei nel campo delle energie rinnovabili con la quota di biomassa prevista occorrerebbero tra i 340 e i 420 milioni di metri cubi solidi (mcs) di biomassa legnosa.

3.5   Per quanto riguarda la promozione delle fonti di energia rinnovabile (RES) e della biomassa, il CESE ritiene indispensabile il rispetto dei seguenti principi:

gli Stati membri dovrebbero quantificare nei rispettivi piani d'azione sulle fonti di energia rinnovabile la biomassa legnosa presente a livello nazionale o regionale e chiaramente disponibile per uso energetico; prima di attuare misure di promozione dell'utilizzo delle fonti di energia rinnovabile, dovrebbero essere altresì quantificati i volumi già utilizzati dall'industria della lavorazione del legno come materia prima;

per ripristinare un equilibrio naturale tra l'utilizzo del legno come materia prima e l'uso dell'energia da biomassa, occorre eliminare le sovvenzioni alla combustione diretta di legno;

devono essere adottati metodi in grado di assicurare un livello ottimale di recupero e riciclo degli scarti di legname e dei residui della produzione;

è necessario promuovere il principio dell'utilizzo «a cascata» (fabbricazione dei prodotti, reimpiego, riparazione e riciclo, valorizzazione del contenuto energetico);

le istituzioni europee e quelle nazionali devono promuovere misure finalizzate ad aumentare la disponibilità delle risorse legnose provenienti dalle foreste e da altre fonti (4); inoltre occorre sostenere la forestazione a ciclo breve per la produzione di biomassa energetica.

3.6   Dal punto di vista economico, il valore aggiunto nell'industria dei prodotti in legno è stimato pari a 1 044 euro/t di legno secco e a 118 euro/t per il legno utilizzato come bioenergia. In termini occupazionali, nell'industria dei prodotti a base di legno vengono impiegate 54 ore lavorative (uomo/t di legno secco), rispetto alle sole 2 ore di forza lavoro del settore bioenergetico (5). Per quanto riguarda il ciclo del carbonio, l'industria dei prodotti a base di legno offre quindi vantaggi decisamente maggiori in termini di posti di lavoro e di valore aggiunto rispetto al ricorso diretto al legno come combustibile.

3.7   Il settore della lavorazione del legno contribuisce da diversi decenni all'impiego sostenibile dell'energia e delle risorse naturali, svolgendo un ruolo pionieristico nel campo della produzione di energia da fonti rinnovabili e fornendo in tal modo un ulteriore contributo essenziale all'attenuazione dei cambiamenti climatici.

3.8   Sono stati inoltre realizzati importanti risparmi energetici investendo in attrezzature e processi moderni e producendo la maggior parte dell'energia richiesta per i processi di lavorazione industriale del legno dalla biomassa legnosa inadatta al riciclo. Fino al 75 % dell'energia utilizzata per la fabbricazione dei prodotti in legno viene generata da residui di legno e legno recuperato. Inoltre, il settore provvede a migliorare costantemente i tassi di riciclo del legno attraverso importanti investimenti in tecnologie innovative.

3.9   Il legno è una risorsa limitata e l'industria della lavorazione del legno si è impegnata a utilizzarlo nel modo più efficiente possibile. Negli ultimi due decenni il settore ha sviluppato delle reti logistiche per la raccolta e il recupero del legno riciclato. Tuttavia il CESE rileva che in diversi Stati membri preziose risorse legnose vengono inviate nelle discariche, in contrasto con gli obiettivi della direttiva europea relativa alle discariche di rifiuti (1999/31/CE). Il CESE invita la Commissione europea ad assicurare la corretta attuazione di tale direttiva, per evitare la perdita di risorse legnose idonee per usi industriali o per la produzione di energia rinnovabile.

4.   Il legno, un'ottima soluzione multifunzionale per il risparmio energetico negli edifici

4.1   L'efficienza energetica, uno degli elementi centrali dell'iniziativa dell'UE Europa 2020 - Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, «rappresenta uno dei modi più efficaci dal punto di vista economico per rafforzare la sicurezza dell'approvvigionamento energetico e ridurre le emissioni di gas a effetto serra e di altri inquinanti» (6).

4.2   Gli edifici sono responsabili del 40 % dei consumi energetici e del 36 % delle emissioni di CO2 nell'UE. Il rendimento energetico degli edifici è un aspetto essenziale per il conseguimento degli obiettivi climatici ed energetici dell'UE a breve e a lungo termine.

4.3   Il legno, come materiale da costruzione, può rappresentare una soluzione per migliorare l'efficienza energetica degli edifici in maniera efficace sotto il profilo dei costi. Diversi studi scientifici internazionali hanno appurato che negli edifici con struttura in legno le emissioni di gas a effetto serra sono inferiori del 26 % rispetto agli edifici con struttura in acciaio e del 31 % rispetto a quelli con struttura in cemento. Inoltre, nel settore residenziale, questi ultimi due tipi di edifici tradizionali, rispetto agli edifici con struttura in legno, consumano una maggiore quantità di energia intrinseca (rispettivamente + 17 % e + 16 %) e rilasciano più inquinanti atmosferici (rispettivamente + 14 % e + 23 %). Il settore può quindi svolgere un ruolo chiave nel sostenere gli obiettivi della tabella di marcia della CE per il 2050, che prevedono di conseguire una riduzione dell'80 % delle emissioni di gas a effetto serra entro tale data.

4.4   Il CESE sottolinea la necessità di promuovere la bioedilizia, che utilizza tecniche ecocompatibili, nonché processi e strutture efficienti sotto il profilo delle risorse, durante l'intero ciclo di vita degli edifici: progettazione, costruzione, funzionamento, manutenzione, ristrutturazione e demolizione. Occorre altresì incoraggiare l'impiego di una metodologia di valutazione del ciclo di vita (LCA), che consente di individuare i materiali con il minore impatto sul riscaldamento globale.

4.5   Il CESE si rammarica del fatto che esistano ancora barriere legislative, o dovute alla percezione generale dell'opinione pubblica, che impediscono una maggiore diffusione nell'UE dell'utilizzo del legno e dei prodotti a base di legno nell'edilizia residenziale. Dovrebbero essere adottate iniziative ad hoc a livello nazionale per migliorare le conoscenze degli enti locali e regionali in merito al legno come materiale edile. Inoltre, la mancanza di un'adeguata istruzione e formazione nonché di adeguate competenze, non solo nell'industria del legno ma anche nelle professioni chiave connesse (ingegneri edili, architetti, ecc.) rappresenta una delle principali barriere istituzionali ad un più diffuso impiego del legno nell'edilizia.

4.6   Sfortunatamente il ruolo positivo del legno nel settore edilizio non è sempre pienamente riconosciuto nei sistemi di valutazione attualmente adottati per la bioedilizia. Alcuni di essi, per via della loro origine, hanno anzi influito in maniera negativa sull'utilizzo del legno. Il CESE raccomanda pertanto l'impiego di metodologie di valutazione del ciclo di vita generalmente accettate, che tengono conto di tutti gli aspetti positivi e negativi del legno come materiale edile, compreso lo stoccaggio del carbonio.

4.7   Incentivare l'uso di prodotti in legno rappresenta la soluzione più ecologica: utilizzando il pieno potenziale del legno (effetti di deposito del carbonio e di sostituzione) negli edifici, l'Europa potrebbe ridurre le emissioni di CO2 di 300 milioni di tonnellate (ovvero del 15-20 %) (7). Il CESE riconosce che utilizzando materiali da costruzione ecologici si possono conseguire effettivi risparmi energetici negli edifici.

4.8   Più in generale, per quanto riguarda il dibattito in corso sul cambiamento climatico, e in particolare la discussione in merito all'utilizzo del suolo, il cambiamento di destinazione del suolo e la silvicoltura, il CESE invita le autorità a:

riconoscere il ruolo dei prodotti in legno in quanto riserve di carbonio (8);

promuovere l'utilizzo di materiali che fungono da riserve di carbonio e che hanno una minore «impronta ecologica» in termini di carbonio e di altre risorse.

5.   Economia globale: sfide e opportunità per le industrie della lavorazione del legno e dei mobili

5.1   Oggi la distanza geografica non fornisce più alcuna protezione dalla concorrenza.

5.2   La globalizzazione ha influenzato molti aspetti dell'industria europea della lavorazione del legno e dei mobili:

la pressione delle importazioni dai paesi a basso costo - in particolare quelli asiatici - non solo per i prodotti di consumo come mobili o pavimentazioni in legno (parquet e laminati) ma anche per il compensato, prodotto per il quale è già stato introdotto un dazio antidumping. I prezzi del compensato e dei mobili sono soggetti a forti pressioni a causa della concorrenza, soprattutto della Cina;

l'esportazione di tronchi (faggio, quercia, pioppo) verso la Cina, dalla quale ritornano in Europa sotto forma di prodotti finiti o semilavorati. Secondo le autorità doganali cinesi, nei primi quattro mesi del 2010 sono stati complessivamente importati 11 milioni di m3 di tronchi (ovvero il 24 % in più rispetto allo stesso periodo del 2009). Nel 2009, il valore delle importazioni di prodotti della lavorazione del legno in senso stretto ammontava a 7 miliardi di euro. La Cina è da molti anni il principale fornitore estero dell'UE nel settore dei mobili. Dal 2008, oltre il 50 % delle importazioni totali in Europa provengono dalla Cina. Attualmente le importazioni di mobili dalla Cina segnano un aumento del 46,9 % rispetto al 2005, benché la crescita complessiva in termini di valore sia stata pari solo al 12,6 %. Questi dati confermano quindi la posizione dominante della Cina.

5.3   Le istituzioni europee dovrebbero garantire parità di condizioni di concorrenza, affinché i produttori europei e i loro concorrenti possano operare secondo le stesse regole di mercato. Il CESE accoglie con favore la proposta del vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani di effettuare un «test di competitività» prima della firma di accordi di partenariato commerciale tra l'UE e i paesi terzi. In futuro gli accordi commerciali e d'investimento tra l'UE e i paesi terzi dovrebbero essere conclusi sulla base di una valutazione di impatto eseguita prima dell'avvio dei negoziati. Il CESE inoltre conviene sulla necessità di valutare gli effetti sulla competitività industriale di tutte le altre iniziative nei diversi settori d'intervento (come le politiche in materia di energia, commercio, ambiente, affari sociali e tutela dei consumatori) prima della loro attuazione.

5.4   Poiché molti effetti della globalizzazione non possono essere rallentati né impediti, l'industria europea della lavorazione del legno e dei mobili dovrà compiere ulteriori progressi nei segmenti nuovi e innovativi. Nel frattempo, essa si è già concentrata sullo sviluppo di vantaggi competitivi quali:

flessibilità della produzione, che consente di realizzare prodotti su misura per il cliente,

caratteristiche di elevata qualità e tecnologia avanzata,

design di elevato livello qualitativo,

sviluppo di valori diversi dal valore basato su prezzo (ad es: branding, esperienza di acquisto),

integrazione di servizi pre e post vendita,

distribuzione rapida con scorte ridotte al minimo.

5.5   L'industria europea è orientata quindi verso un processo di innovazione senza fine, in termini di tecnologia, funzionalità ed estetica. È essenziale sviluppare prodotti di nicchia altamente innovativi e originali per poter competere con l'industria cinese, che oggi è in grado di produrre qualsiasi genere di prodotto a prezzi nettamente inferiori a quelli europei.

6.   Aspetti sociali

6.1   Il settore della lavorazione del legno e dei mobili è soggetto a forti pressioni derivanti da molteplici fattori di stress esterno, tra i quali la globalizzazione dei mercati, l'accelerazione dell'evoluzione dei cambiamenti tecnologici e la recente crisi finanziaria mondiale. È quindi indispensabile riorientare le strategie di mercato per non perdere competitività e per continuare a rappresentare una componente importante dell'economia europea. Tra le principali sfide del settore figurano i regimi pensionistici, il livello di istruzione dei lavoratori inferiore alla media nonché la capacità di attrarre e mantenere giovani lavoratori all'interno del comparto e di modificare le competenze richieste. L'evoluzione demografica della forza lavoro nel settore dovrebbe essere monitorata attentamente e dovrebbero essere preventivamente adottate azioni correttive per evitare che possa gravare sul futuro sviluppo delle industrie in esame.

6.2   La disponibilità di manodopera qualificata e specializzata è un requisito indispensabile. Le competenze specifiche richieste nel ciclo di produzione dei mobili o dei prodotti in legno possono determinare il successo dei prodotti stessi. La formazione dei lavoratori deve tener conto non solo dei modelli tradizionali ma anche delle nuove esigenze del mercato e degli sviluppi tecnologici.

6.3   Motivi di preoccupazione specifici per il settore sono attualmente l'invecchiamento della forza lavoro nella maggior parte dei sottosettori e la mancanza di attrattiva di queste industrie per i giovani lavoratori. Il settore della lavorazione del legno e dei mobili necessita di lavoratori con competenze aggiornate e familiarità con le più recenti tecnologie.

6.4   È in corso una collaborazione con le organizzazioni di settore e i sindacati del comparto (9) allo scopo di risolvere i suddetti problemi, prestando particolare attenzione alla carenza di competenze professionali e alla necessità di attrarre giovani lavoratori. Un intervento decisivo per riaffermare la competitività del settore consiste nell'assicurare la disponibilità di un numero sufficiente di lavoratori qualificati in grado di soddisfare la domanda del settore stesso. I programmi di formazione delle scuole devono tenere conto delle esigenze in materia di forza lavoro.

6.5   Il settore sta inoltre intervenendo per proteggere i lavoratori dall'esposizione ad agenti nocivi sul luogo di lavoro, mediante progetti di buone pratiche in materia di salute e sicurezza finanziati dalla Commissione europea. I progetti REF Wood e Less Dust (per la riduzione dell'esposizione rispettivamente alla formaldeide e alle emissioni di polveri) sono i migliori esempi dell'impegno assunto dall'industria della lavorazione del legno per garantire ai propri lavoratori un ambiente di lavoro sano. Queste iniziative delle parti sociali europee sono finalizzate a migliorare l'occupazione attraverso il miglioramento delle condizioni di lavoro e dovrebbero sfociare in una valutazione d'impatto e nella definizione di ulteriori misure che consentano di raggiungere gli obiettivi fissati dalle parti sociali. Il settore della lavorazione del legno e dei mobili ritiene essenziale garantire la sicurezza dei posti di lavoro e dei percorsi professionali, tutelare la salute e il benessere dei lavoratori, sviluppare capacità e competenze e conseguire un miglior equilibrio tra lavoro e vita privata. Il CESE accoglie con favore e sostiene l'adozione di carte sociali sui diritti e i doveri dei lavoratori e dei datori di lavoro a livello di impresa.

6.6   È importante sottolineare che, grazie alle materie prime rinnovabili e al basso consumo di energia che caratterizzano l'industria europea della lavorazione del legno e dei mobili, a cui va aggiunta la collocazione degli impianti, spesso situati in zone rurali, questo settore ha grandi potenzialità per lo sviluppo a livello locale di posti di lavoro «verdi».

7.   Ricerca e innovazione

7.1   Per assicurarsi l'accesso ai programmi di R&S europei, il settore europeo della lavorazione del legno, di concerto con i propri partner delle industrie della pasta di cellulosa e della carta e con i proprietari di boschi e foreste, ha creato la piattaforma tecnologica della filiera forestale (Forest-based Sector Technology Platform - FTP). Sebbene tale iniziativa abbia certamente creato delle opportunità per la realizzazione di attività di R&S a livello europeo, il successo finora riscosso per l'approvazione a livello UE di progetti nel settore della lavorazione del legno e dei mobili è stato piuttosto modesto, dato che solo alcune PMI possiedono le risorse necessarie per partecipare.

7.2   I programmi di cooperazione UE come ERA-NET si sono rivelati più adatti alle esigenze delle PMI ed hanno anche creato delle opportunità specifiche per le imprese del settore.

7.3   Pertanto, affinché l'industria europea della lavorazione del legno e dei mobili possa beneficiare di un maggior sostegno in materia di R&S, i futuri programmi europei di R&S dovranno tenere particolarmente conto delle esigenze specifiche delle PMI, in modo da facilitare l'accesso ai programmi e risultare compatibili con le esigenze quotidiane delle imprese.

7.4   Il CESE invita pertanto la Commissione europea e gli Stati membri a tenere in debita considerazione queste osservazioni, anche alla luce della consultazione pubblica in corso in merito al Libro verde su un quadro strategico comune per il futuro finanziamento della ricerca e dell'innovazione dell'Unione europea. Il CESE incoraggia inoltre le istituzioni europee a valutare la possibilità di adottare iniziative volte a promuovere lo sviluppo dell'«innovazione non tecnologica».

7.5   L'innovazione si sviluppa «in maniera organica» e non è qualcosa che può essere realizzato «a richiesta». Le autorità nazionali ed europee possono, tuttavia, sostenere il processo di innovazione fornendo le condizioni quadro che rendono conveniente per le imprese investire tempo e denaro nel loro futuro.

7.6   La politica europea relativa alle materie prime si è concentrata sulle materie prime fondamentali piuttosto che su altre materie come il legno o la carta riciclata. Per colmare questa evidente lacuna nella politica della CE, il CESE chiede l'inclusione del legno, come materia prima fondamentale, nel partenariato europeo per l'innovazione sulle materie prime, in accordo con le raccomandazioni della comunicazione della Commissione europea sulle materie prime.

8.   I diritti di proprietà intellettuale e la contraffazione dei prodotti

8.1   La protezione e il rispetto dei diritti di proprietà intellettuale devono rappresentare una condizione prioritaria per mantenere la capacità dell'UE di competere nell'economia globale, nonostante le attività di contraffazione e di pirateria siano in continua crescita in molti settori a livello internazionale. Il CESE sottolinea la necessità di una cooperazione rafforzata in materia di diritti di proprietà industriale, in particolare attraverso la creazione di un brevetto europeo standardizzato.

8.2   Il CESE ricorda l'importanza di un'intensa cooperazione tra industria, da un lato, e istituzioni europee e autorità nazionali, dall'altro, nella lotta contro la contraffazione. È essenziale garantire un miglior sostegno in termini di formazione al personale della funzione pubblica e delle dogane, e sensibilizzare maggiormente i consumatori. Un importante contributo dovrebbe inoltre derivare dallo sviluppo di tecnologie in grado di facilitare il riconoscimento dei prodotti autentici e di quelli contraffatti. Il CESE raccomanda l'attuazione di iniziative UE volte a rafforzare la capacità delle dogane nazionali di combattere il commercio di prodotti contraffatti.

8.3   La Giornata nazionale contro la contraffazione, organizzata l'anno scorso a Roma e in diverse altre città italiane da Confindustria, è un esempio di buona pratica. Il CESE invita le istituzioni europee a organizzare un evento analogo a livello nazionale ed europeo.

8.4   I mobili contraffatti possono essere pericolosi per la salute o addirittura mettere a rischio la vita. Per questo motivo, allo scopo di migliorare il rispetto dei diritti di proprietà intellettuale e combattere la contraffazione dei prodotti, il CESE invita la Commissione europea a introdurre una scheda prodotto nel settore dei mobili. Tale scheda dovrebbe essere acclusa al prodotto acquistato, in modo da garantire la necessaria trasparenza negli scambi commerciali tra produttori, commercianti e consumatori. Le informazioni minime che dovrebbero essere accluse ai prodotti dell'industria del mobile venduti sul mercato europeo sono: la denominazione legale del prodotto o la sua identificazione mediante il codice della tariffa doganale comune; la ragione sociale del produttore o dell'importatore; l'origine del prodotto; la presenza di eventuali materiali o sostanze potenzialmente dannosi per l'uomo o l'ambiente; la descrizione dei materiali utilizzati e dei metodi di produzione, qualora questi siano importanti ai fini della qualità o delle caratteristiche del prodotto; le istruzioni per l'uso.

8.5   Il CESE riconosce che vi è una reale necessità di sostenere il settore della lavorazione del legno e dei mobili attraverso riforme economiche allo scopo di incoraggiare la promozione di prodotti a livello internazionale e assicurare una concorrenza leale. L'UE dovrebbe altresì invitare le economie emergenti a riformare i propri sistemi nazionali per eliminare le inefficienze burocratiche o compensare, mediante le tariffe, gli eventuali squilibri esistenti a livello normativo o burocratico. Anche il quadro giuridico potrebbe essere migliorato, in modo da creare un quadro normativo chiaro per le imprese europee intenzionate a investire in mercati terzi.

Bruxelles, 26 ottobre 2011

Il presidente del Comitato economico e sociale europeo

Staffan NILSSON


(1)  «Il consumo di legno per la produzione di energia dovrebbe aumentare dai 346 milioni di metri cubi solidi (mcs) del 2010 (3,1 exaJoule o EJ) a 573 milioni di mcs (5 EJ) nel 2020, e potrebbe raggiungere 752 milioni di mcs nel 2030 (6,6 EJ). Tali risultati presuppongono una diminuzione della quota del legno tra le fonti di energia rinnovabile, che dovrebbe scendere dal 50 % nel 2008 al 40 % nel 2020». Fonte: studio europeo Real potential for changes in growth and use of EU forests – Euwood («Potenziale reale per cambiamenti nella crescita e utilizzo delle foreste dell'UE - EUwood»), pag. 45, sezione 3.5 Future demand for wood energy («La futura domanda di legno per la generazione di energia»).

(2)  Fonte: European Panel Federation (EPF, «Federazione europea dei produttori di pannelli»), relazione annuale 2009-2010.

(3)  Vaclav Smil: Power Density Primer – Understanding the Spatial Dimension of the Unfolding Transformation to Renewable Electricity Generation («Introduzione alla densità di potenza – Comprendere la dimensione spaziale del passaggio in atto verso la generazione di elettricità a partire da fonti rinnovabili»), maggio 2010.

(4)  Lo sfruttamento e l'uso efficiente di legno e residui di legno per la produzione di energia. Rapporto presentato al comitato permanente forestale dal gruppo di lavoro ad hoc II del comitato permanente forestale.

(5)  Tackle Climate Change: Use Wood («Affrontare il problema del cambiamento climatico: utilizzare il legno»). Pubblicazione CEI-Bois, novembre 2006.

(6)  Piano di efficienza energetica 2011 (COM(2011) 109 definitivo).

(7)  CEI-Bois: www.cei-bois.org

(8)  Dušan Vácha. TSU Internship: Harvested Wood Products, approaches, methodology, application («I prodotti secondari ricavati dal taglio e la raccolta del legno, approcci, metodologia, applicazione.»). IPCC/NGGIP/IGES, Kanagawa, Giappone, maggio 2011.

(9)  Cfr. ad esempio la Pfleiderer AG Social Charta (PASOC) («Carta sociale della società Pfleiderer AG»), firmata a Francoforte sul Meno (Germania) il 30 novembre 2010. http://www.pasoc.innopas.eu/fileadmin/docs/documents/sozialcharta/EN__IFA-PAG.pdf.