COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI Comunicazione sulle politiche dell'UE e il volontariato: riconoscere e promuovere le attività di volontariato transfrontaliero nell'UE /* COM/2011/0568 definitivo */
1.
Introduzione
Il volontariato genera capitale umano e
sociale, è uno strumento di integrazione ed occupazione ed un fattore chiave
per migliorare la coesione sociale. Ma soprattutto il volontariato traduce
concretamente i valori fondamentali su cui si fonda l'Europa, che sono la
giustizia, la solidarietà, l'inclusione e la cittadinanza. I volontari
contribuiscono a plasmare la società europea e quelli che operano al di fuori
dei loro paesi d'origine aiutano attivamente a costruire un'Europa dei cittadini[1]. Le attività di volontariato
sono infatti implicitamente legate a molti settori della politica dell'Unione
europea, come l'apprendimento permanente, lo sviluppo rurale e lo sport, dove
offrono una dimensione importante ai programmi dell'Unione. Per tutti questi motivi e per molti altri
ancora, il 2011 è stato proclamato Anno europeo delle attività di volontariato
che promuovono la cittadinanza attiva[2].
L'Anno europeo offre alla Commissione europea la possibilità di fare il punto
sulle attività di volontariato nell'Unione europea e sul contributo da esse
apportato alla società. Permette inoltre alla Commissione di valutare le azioni
che l'Unione europea e gli Stati membri possono intraprendere per agevolare e
promuovere il volontariato, in particolare a livello transfrontaliero. In seguito alla presente comunicazione ed
entro la fine del 2012 verrà presentata al Parlamento europeo, al Consiglio, al
Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni una relazione
di valutazione dei risultati dell'Anno europeo.
1.1.
Definizione e dati
Ogni paese dispone di concetti, definizioni e
tradizioni differenti in materia di volontariato. Il volontariato designa tutte
le forme di attività di volontariato, siano esse formali o informali. I
volontari operano per libera volontà, in base alle proprie scelte e motivazioni
e non hanno finalità di lucro. Il volontariato è un percorso di solidarietà e
un modo per i singoli e le associazioni di identificare le necessità e le
preoccupazioni di carattere umano, sociale o ambientale e di darvi una
risposta. Le attività di volontariato sono spesso realizzate a sostegno di
un'organizzazione senza scopo di lucro o di un'iniziativa basata sulla comunità[3]. Uno studio lanciato dalla Commissione ha
stimato che nel 2010 erano circa 100 milioni gli Europei impegnati in attività
di volontariato. Al di là di questo dato
generale, la partecipazione delle persone ad attività di volontariato varia
considerevolmente all'interno dell'UE[4]. In molti Stati membri dell'Unione europea gli
adulti di età compresa tra i 30 e i 50 anni sono i più attivi nel volontariato,
sebbene il numero di giovani e di volontari più anziani sia in aumento in tutta
l'UE. Il volontariato riguarda numerosi settori, il più importante dei quali è lo sport, seguito dai
settori dell'assistenza sociale, del welfare e della salute. Tra gli altri
settori figurano la giustizia, la cultura, l'istruzione, la gioventù,
l'ambiente e le iniziative per il clima, la protezione dei consumatori, gli
aiuti umanitari, la politica di sviluppo e le pari opportunità. Il volontariato ha inoltre una forte incidenza
al di là delle frontiere nazionali. Il
volontariato transfrontaliero presenta grandi potenzialità per l'istruzione,
l'occupazione e la cittadinanza. Può anche
migliorare la comprensione reciproca e contribuire allo sviluppo di un'identità
europea più forte.
1.2.
Sfide cui deve far fronte il volontariato
Sulla base di uno studio di otto paesi
industrializzati realizzato dalla Johns Hopkins University[5] come pure dell'esperienza
acquisita finora con l'Anno europeo 2011, sono stati identificati i seguenti
ostacoli potenziali al volontariato, in particolare a livello transfrontaliero: ·
mancanza di un quadro giuridico chiaro: quasi uno su cinque Stati membri non dispone di un quadro giuridico
chiaro e di norme precise per i volontari e il volontariato. ·
Mancanza di strategie nazionali destinate a
promuovere le attività di volontariato: occorre
elaborare strategie nazionali in materia di volontariato relativamente ai
seguenti aspetti: formazione, indennità di ferie, sicurezza sociale, diritto
alle indennità di disoccupazione per le attività di volontariato
transfrontaliero, alloggio e rimborso delle piccole spese. ·
Vincoli finanziari: pur
essendo un'attività prestata gratuitamente, il volontariato non è privo di
costi. Le organizzazioni che si basano su attività di volontariato spesso
devono far fronte ad una carenza di finanziamenti sostenibili, con una
concorrenza accanita per i fondi disponibili. ·
Divario tra offerta e domanda: la crescente tendenza a rendere più professionale il settore del
volontariato causa un certo squilibrio tra le necessità delle organizzazioni di
volontariato e le aspirazioni dei nuovi volontari. I volontari sono disponibili
per progetti a breve termine, mentre le organizzazioni hanno bisogno di
personale impegnato a lungo termine. ·
Mancanza di riconoscimento: le competenze acquisite mediante attività di volontariato non sono
sempre sufficientemente riconosciute o valorizzate. ·
Ostacoli fiscali: gli
Stati membri applicano un trattamento fiscale diverso ai redditi e alle
indennità dei volontari come pure al rimborso delle spese sostenute durante il
servizio. I volontari possono quindi incontrare ostacoli di natura fiscale
quando svolgono attività transfrontaliere. ·
Dati insufficienti: la
disponibilità di dati migliori e comparabili sul volontariato negli Stati
membri può contribuire a identificare le migliori pratiche e a migliorare il
processo di elaborazione delle politiche. Nel 2006 gli Stati membri hanno compiuto
alcuni progressi su questi aspetti impegnandosi a collaborare per superare gli
ostacoli che, direttamente o indirettamente, impediscono la mobilità dei
cittadini dell'Unione europea a fini di apprendimento o di sviluppo
professionale, come nel caso del volontariato[6].
Resta ancora, tuttavia, molto da fare. Occorre prestare un'attenzione
particolare alla promozione di un ambiente favorevole alle attività di
volontariato che garantisca pari opportunità di accesso e partecipazione per
tutti.
1.3.
Il valore aggiunto del volontariato
Il volontariato contribuisce alla strategia di
crescita Europa 2020[7],
e segnatamente all'obiettivo UE di un tasso di occupazione del 75% entro il
2020, in quanto aiuta le persone ad acquisire nuove competenze e ad adattarsi
ai cambiamenti del mercato del lavoro. Lo studio della Johns Hopkins University
citato sopra ha rilevato che il settore del volontariato può contribuire fino
al 5% del prodotto interno lordo[8].
Questo contributo può risultare assai importante nei periodi di difficoltà
economica e di austerità. Anche la solidarietà si rafforza grazie al
volontariato, in quanto le persone imparano ad adattarsi ai cambiamenti
tecnologici, alla globalizzazione e all'invecchiamento della popolazione. Il volontariato contribuisce direttamente ad
obiettivi chiave delle politiche dell'UE, quali l'inclusione sociale,
l'occupazione, l'istruzione, lo sviluppo delle competenze e la cittadinanza. Le
sue ricadute positive sono confermate da nuovi indicatori che misurano la
coesione sociale o la felicità, l'interconnessione, l'attivismo e il benessere
dei volontari[9].
Questo vale anche per il volontariato in settori ad alta intensità di
conoscenza, come l'istruzione e la ricerca, compresa la cooperazione
internazionale. L'impegno dell'Unione europea nelle questioni
relative al volontariato comporta vantaggi concreti, che risultano maggiormente
evidenti per quanto riguarda la promozione del volontariato transfrontaliero e
la mobilità dei volontari nell'Unione europea. Più in generale, l'Unione
europea può fungere da catalizzatore per l'elaborazione, nei prossimi anni, di
politiche in materia di volontariato, elaborazione che, conformemente al
principio di sussidiarietà, dovrebbe realizzarsi a livello di Stati membri alla
luce della priorità nazionali e degli obiettivi strategici complessivi
dell'Unione europea per il decennio a venire. Il capitolo che segue descrive le attuali
iniziative della Commissione a sostegno del settore del volontariato e in che
modo essa intenda affrontare le questioni sollevate in futuro.
2.
Politiche europee e volontariato
2.1.
Opportunità di finanziamento dell'UE per il
volontariato
Le istituzioni europee hanno da tempo
riconosciuto l'importanza delle organizzazioni di volontariato nel permettere
alle persone di recare un contributo alla comunità e nel rendere possibile la
partecipazione dei cittadini al più ampio contesto europeo. Attualmente
l'Unione europea offre possibilità di finanziamento a favore dei volontari e
delle attività di volontariato nel quadro dei seguenti programmi. Il servizio
volontario europeo (SVE), nel quadro del programma "Gioventù in
azione"[10],
offre ai giovani di età compresa tra i 18 e i 30 anni la possibilità di
svolgere attività di volontariato al di fuori del loro paese di origine per un
periodo fino a 12 mesi. Oltre ad aiutare le comunità locali, il servizio
volontario europeo permette ai volontari di acquisire nuove competenze, di
imparare le lingue e di scoprire altre culture. Il servizio
volontario europeo ha permesso a Costica, un rumeno ipovedente di 27 anni, di
trascorrere quattro mesi e mezzo come volontario presso l'IRHOV, una scuola per
bambini ipovedenti a Liegi, in Belgio. Costica ha organizzato seminari di
informatica, sport e cultura destinati ai bambini e, grazie a questa
esperienza, ha potuto sviluppare le sue competenze personali, sociali e
professionali. Parallelamente, fungendo da modello per i bambini ipovedenti e
da ispirazione per i genitori e il personale scolastico, Costica ha fornito un
sostegno importante alla comunità di accoglienza. In questo modo, il volontariato
nel quadro dell'SVE è un modo per essere attivi nella società e per esprimere
la solidarietà tra i giovani europei, migliorando nel contempo la propria
occupabilità. Il programma dell'UE Europa per i cittadini[11] sostiene un'ampia gamma di
attività e di organizzazioni che promuovono la cittadinanza europea, ad esempio
attraverso progetti di gemellaggio tra città. Il programma dedica un'attenzione
particolare alla promozione del volontariato, che è infatti una delle priorità
per il 2011. La
"Carta delle comunità rurali europee" (Charter of European Rural
Communities – CERC), finanziata dal programma "Europa per i
cittadini", è una forma di cooperazione tra 27 piccole comunità rurali,
una per ciascuno Stato membro dell'UE. Le attività della Carta sono finalizzate
a creare opportunità per "incontrarsi attorno al tavolo della
cucina", dando ai cittadini europei la possibilità di interagire
personalmente a livello transfrontaliero, analizzando temi e collaborando in
ambiti quali la partecipazione alla democrazia locale e il ruolo dei giovani in
tale contesto o il benessere degli anziani. Le attività si fondano in larga
misura sul contributo dei volontari che aiutano ad organizzare le
manifestazioni della Carta e a trovare un alloggio per gli ospiti invitati nella
località di accoglienza. Il programma nel campo dell'apprendimento
permanente[12]
comprende il programma Grundtvig, che promuove la partecipazione dei
cittadini europei a progetti di volontariato in un paese europeo diverso dal
proprio, consentendo loro di acquisire e condividere conoscenze ed esperienze
oltre le frontiere. Il museo di
Manchester e il museo di belle arti di Budapest hanno elaborato un progetto
Grundtvig di volontariato senior, finalizzato all'inserimento di persone di 50
anni e oltre. Al centro del progetto vi era un programma di scambio, con sei
volontari di entrambi i musei che hanno partecipato a visite incrociate in
ciascun museo e hanno potuto svolgere attività di volontariato in un altro
paese. Questo progetto ha creato una piattaforma per la condivisione delle
migliori pratiche tra musei dove lavorano volontari in vari paesi europei. Oltre ai programmi che riguardano direttamente
i volontari e le attività di volontariato, l'UE offre un'ampia gamma di
programmi di finanziamento accessibili ai volontari nei seguenti ambiti:
distribuzione di generi alimentari, esclusione sociale e discriminazione,
parità tra uomini e donne, prevenzione in materia di droga, assistenza alle
vittime della criminalità[13],
sanità pubblica, protezione dei consumatori, ambiente e azione per il clima. La
Commissione si è impegnata a sensibilizzare i cittadini e le parti interessate
dell'Unione europea sui vari programmi di finanziamento che possono essere
utilizzati dai volontari e per le attività di volontariato. Ciò garantirà che
le opportunità di finanziamento disponibili per il settore del volontariato
siano sfruttate appieno.
2.2.
La dimensione sociale del volontariato
2.2.1.
Il volontariato come espressione della cittadinanza
europea
Il volontariato è strettamente legato agli
obiettivi politici generali della Commissione di rafforzare la cittadinanza
dell'Unione e di porre i cittadini al centro del processo decisionale dell'UE[14]. Le attività di volontariato
possono integrare i diritti dei cittadini e promuovere la loro partecipazione
attiva alla società. Ciò vale soprattutto per il volontariato transfrontaliero,
che offre possibilità di apprendimento interculturale e di sviluppo di
un'identità europea. Il volontariato è inoltre un fattore di
innovazione sociale che può mobilitare la creatività delle persone per mettere
a punto soluzioni e fare un uso migliore di risorse limitate[15]. La
Commissione continuerà a sostenere il settore del volontariato grazie ai suoi
programmi di finanziamento e ai programmi della politica di coesione dell'UE in
vari ambiti strategici. Garantirà
inoltre il follow-up delle iniziative volte a promuovere il volontariato
transfrontaliero nel contesto dell'anno europeo dei cittadini 2013.
2.2.2.
I volontari tengono unita la società
Il volontariato favorisce la coesione sociale
e l'inclusione sociale, implica condivisione e aiuto agli altri e contribuisce
così a sviluppare la solidarietà. Le attività di volontariato aumentano la
tolleranza delle persone nei confronti delle categorie svantaggiate della
società e contribuiscono a ridurre il razzismo e i pregiudizi. Il volontariato è stato inoltre riconosciuto
come uno strumento che offre ai cittadini anziani e alle persone con disabilità
nuove opportunità di apprendimento come pure la possibilità di apportare il proprio
contributo nel plasmare la società. Le
attività di volontariato, nel contempo, possono migliorare la comprensione tra
generazioni, dando ai giovani e agli anziani la possibilità di lavorare insieme
e di sostenersi reciprocamente. A livello individuale, il volontariato può
consentire ai cittadini di acquisire competenze sociali, svolgere un ruolo
utile e collegarsi o entrare nuovamente in contatto con la società. A livello
della collettività, può essere uno strumento per il rafforzamento del ruolo delle
persone, in particolare per i gruppi svantaggiati della società. Il volontariato ambientale svolge una funzione
di primo piano ai fini della tutela e del miglioramento dell'ambiente per le
generazioni presenti e future, accrescendo al tempo stesso la sensibilizzazione
riguardo alle problematiche ambientali e la probabilità che vengano applicate
pratiche ecocompatibili[16].
Nel Regno Unito, ad esempio, il British Trust for Conservation Volunteers
(BTCV) lavora con più di 300 000 volontari ogni anno, mentre in Slovacchia
le attività di volontariato ambientale rappresentano il 13,3% della quota
complessiva del volontariato[17]. Per far conoscere meglio e affrontare il
problema dei rifiuti marini nei nostri mari e nei nostri oceani, la Fondazione
internazionale Surfrider organizza ogni anno "Ocean Initiatives" la
più grande manifestazione europea di ecocittadini, con 40 000 volontari
impegnati in oltre 1 000 attività di pulizia di spiagge, laghi, fiumi e
fondali oceanici in Europa e nel resto del mondo[18]. La
Commissione può presentare proposte riguardanti in modo specifico il
volontariato nella strategia dell'UE per l'occupazione, nel contesto della sua
lotta contro la povertà e l'esclusione sociale e nell'ambito dell'iniziativa
della Commissione "Nuove competenze per nuovi lavori".
2.2.3.
Istruzione e volontariato
Le attività di volontariato possono costituire attività strutturate di
apprendimento (il cosiddetto apprendimento non formale), a cui il volontario
partecipa intenzionalmente, oppure di apprendimento non intenzionale e non
strutturato (il cosiddetto apprendimento informale). In entrambi i casi
l'apprendimento dei volontari di solito non è certificato. È quindi una
priorità dell'azione dell'UE nel settore dell'istruzione e della formazione
riconoscere il volontariato come una forma di apprendimento. Sulla base di
principi comuni adottati dal Consiglio nel 2004[19], il
Centro europeo per lo sviluppo della formazione professionale (CEDEFOP) ha
pubblicato "European guidelines on
the validation of non-formal and informal learning"
(Orientamenti europei per la convalida dell'apprendimento non formale e
informale), che offrono uno strumento per l'elaborazione di pratiche di
certificazione che tengono conto anche del settore del volontariato. Con la mobilità a fini di apprendimento i
cittadini esercitano il loro diritto alla libera circolazione all'interno
dell'UE. Il volontariato transfrontaliero è un esempio di questo tipo di
mobilità per l'apprendimento. La
Commissione sta lavorando a una proposta di raccomandazione del Consiglio
riguardante la convalida dell'apprendimento non formale e informale, che tenga
conto della dimensione del volontariato. Sul piano
pratico, le esperienze di lavoro volontario e le competenze acquisite con il
volontariato possono figurare nei documenti Europass[20] e
saranno inserite nel futuro "passaporto europeo delle competenze".
2.2.4.
Giovani e volontariato
Il volontariato può favorire la partecipazione
attiva dei giovani alla società. Se i giovani sono bene informati sul
volontariato e le loro esperienze in questo campo sono positive, saranno più
propensi a continuare ad essere volontari attivi per tutta la loro vita,
spingendo altri giovani a seguire il loro esempio. La Commissione ha scelto le attività di
volontariato per i giovani come una delle priorità del processo di cooperazione
sulle politiche della gioventù avviato nel 2001, come pure nel quadro del
metodo aperto di coordinamento sulla gioventù che vi ha fatto seguito. Nell'ambito
della nuova strategia dell'Unione europea per la gioventù, il volontariato è
stato riconosciuto come uno dei principali settori strategici che interessano i
giovani europei[21]. La raccomandazione del Consiglio relativa alla
mobilità dei giovani volontari mira a rafforzare la cooperazione tra gli
organizzatori di attività di volontariato negli Stati membri dell'UE. Essa invita le organizzazioni della società civile
e le autorità pubbliche a mettere a punto attività di volontariato e ad aprire
tali attività ai giovani provenienti da altri paesi dell'UE[22]. Il volontariato
giovanile sostiene l'iniziativa faro "Youth on the Move"[23] della strategia Europa 2020,
che pone i giovani al centro della visione dell'UE di un'economia basata sulla
conoscenza, sull'innovazione, su livelli elevati di istruzione e competenze, su
mercati del lavoro inclusivi e su una partecipazione attiva alla società. Nel 2012
gli Stati membri riferiranno alla Commissione in merito all'attuazione della
strategia UE per la gioventù e della raccomandazione relativa alla mobilità dei
giovani volontari nell'Unione europea. Su tale base, la Commissione presenterà
proposte per un ulteriore sviluppo.
2.2.5.
Sport e volontariato
L'articolo 165 del
trattato sul funzionamento dell'Unione europea invita l'UE a tener conto delle
strutture fondate sul volontariato al momento di promuovere profili europei
dello sport. Nel 2002 gli Stati
membri hanno riconosciuto l'importante contributo delle attività di
volontariato allo sport e il suo valore economico nella "Dichiarazione di
Aarhus sul lavoro volontario nello sport". Il
volontariato era inoltre uno dei temi chiave del Libro bianco della Commissione
sullo sport del 2007, in cui si rilevava che le attività di volontariato nel
settore sportivo rafforzano la coesione e l'inclusione sociale, promuovono la
democrazia locale e la cittadinanza e offrono possibilità di istruzione non
formale[24].
Nel maggio 2011, nella sua risoluzione su un piano di lavoro dell'Unione
europea per lo sport, il Consiglio ha designato il volontariato nello sport
come una delle priorità per la cooperazione a livello dell'UE. Il settore sportivo è
in grado di mobilitare un maggior numero di volontari di qualsiasi altro
settore. Nella maggior parte degli Stati
membri il movimento sportivo non esisterebbe senza il volontariato. Vi sono tuttavia notevoli differenze fra Stati
membri, in alcuni dei quali il livello di volontariato nello sport è assai
ridotto[25]. Gli Stati membri con un livello elevato di
volontariato nello sport tendono ad avere una forte cultura del volontariato e
strutture adeguate, come pure il sostegno delle autorità pubbliche[26]. Nel quadro dell'azione preparatoria 2010 nel settore dello sport, la
Commissione finanzia quattro progetti pilota su volontariato e sport.
2.2.6.
Il volontariato d'impresa come espressione della
responsabilità sociale delle imprese
Sia il settore
pubblico che quello privato possono svolgere un ruolo importante nel promuovere
attività di volontariato come espressione della loro responsabilità sociale.
Investendo nel volontariato d'impresa, non fanno solamente del bene a livello
della comunità locale, ma migliorano nel contempo la loro immagine e la loro
reputazione, contribuiscono alla creazione di uno spirito di squadra,
migliorano la gratificazione sul lavoro e aumentano la produttività, mentre i
dipendenti e i funzionari hanno la possibilità di sviluppare nuove competenze. Nel 2011 la Commissione ha avviato iniziative volte a promuovere il
volontariato tra il suo personale. Tra queste figurano risorse web sull'Intranet
destinate al personale, contenenti informazioni sulle possibilità di
volontariato, buone pratiche e orientamenti concreti per il personale che
desidera partecipare ad attività di volontariato[27].
2.2.7.
Relazioni dell'UE con i paesi terzi e volontariato
2.2.7.1.
Promuovere la mobilità dei volontari dei paesi
terzi nell'UE
È opportuno riconoscere anche i vantaggi
reciproci del volontariato che derivano dalla migrazione di volontari di paesi
terzi verso l'UE. In tale contesto la direttiva 2004/114/CE del Consiglio[28] stabilisce un quadro di
riferimento per condizioni minime comuni di ingresso e di soggiorno dei
volontari provenienti da paesi terzi, che è indipendente dalla situazione del
mercato del lavoro nel paese ospitante. L'applicazione di queste disposizioni
da parte degli Stati membri è facoltativa. Nel 2011 la Commissione pubblicherà una relazione sull'applicazione
della direttiva 2004/114/CE del Consiglio e, se del caso, potrà proporre
modifiche.
2.2.7.2.
Aiuto umanitario e volontariato
Il settore in cui, secondo i cittadini
europei, i volontari svolgono il ruolo di maggiore importanza è quello della
solidarietà e dell'aiuto umanitario e la Commissione europea intende tenere
conto delle opinioni dei suoi cittadini: sulla base dell'articolo 214 del
trattato sul funzionamento dell'Unione europea, la Commissione si appresta ad
istituire un corpo volontario europeo di aiuto umanitario inteso ad inquadrare
contributi comuni dei volontari europei alle azioni di aiuto umanitario
dell'Unione europea[29]. Questo nuovo organismo offrirà ai volontari dei vari Stati membri la
possibilità di collaborare su un progetto comune di aiuto umanitario dell'UE
come manifestazione concreta della loro solidarietà verso le persone bisognose.
Esso dovrebbe inoltre contribuire a creare nuove opportunità di partecipazione
per i cittadini europei, in particolare tra i giovani. Il ricorso ai volontari
europei è destinato anche a rafforzare le capacità locali, un ambito in cui il
volontariato può davvero cambiare la situazione. Il sostegno dei volontari alle
attività di preparazione alle catastrofi e di ripristino contribuirà in
particolare a porre le basi per processi di sviluppo sostenibile legati alle
operazioni condotte dall'UE prima e dopo le crisi nel settore degli aiuti
umanitari. Nel 2011 la Commissione finanzia progetti pilota
finalizzati a selezionare, formare e mobilitare i primi volontari del corpo
volontario europeo di aiuto umanitario. I risultati di questa fase pilota e
l'esito degli studi, delle consultazioni e della valutazione dell'impatto, sulla
base di anni di esperienza delle organizzazioni nazionali e internazionali,
permetteranno alla Commissione di adottare una proposta di regolamento che
istituisce il corpo volontario europeo di aiuto umanitario nel 2012.
2.2.7.3.
Politiche di sviluppo e volontariato
I volontari possono svolgere un ruolo
significativo nella cooperazione allo sviluppo, sia individualmente che nel
quadro di attività svolte da organizzazioni della società civile. In linea
generale, il volontariato migliora l'efficacia delle iniziative condotte da
tali organizzazioni e ne conferma il carattere non lucrativo. La Commissione non sostiene direttamente i
singoli volontari, ma lo fa indirettamente utilizzando gli strumenti giuridici
e finanziari dell'UE per sostenere progetti che operano a favore delle
organizzazioni della società civile. Questi gruppi contribuiscono sempre di più
all'elaborazione delle politiche di sviluppo in tutti i paesi in via di
sviluppo, soprattutto grazie alla condivisione di maggiori responsabilità per
quanto riguarda la riduzione della povertà. Sebbene la Commissione si affidi in
larga misura alle organizzazioni della società civile per l'attuazione della
politica generale di sviluppo dell'UE, spetta in definitiva a tali
organizzazioni decidere se ricorrere ai servizi dei volontari o ad operatori
professionali retribuiti, sia in Europa che in tutto il mondo.
3.
Conclusioni: il percorso futuro
Il volontariato fa
parte del nostro tessuto sociale e sostiene i valori fondamentali
dell'inclusione e della cittadinanza. È per questo che la Commissione europea
sottolinea l'importanza del volontariato in occasione dell'Anno europeo del
volontariato 2011. La Commissione collabora con tutte le parti interessate per
garantire che l'Anno europeo lasci un'eredità duratura e significativa. Le seguenti
conclusioni saranno integrate e ulteriormente elaborate nel corso dell'Anno
europeo: ·
il volontariato è un importante generatore di
capitale umano e sociale, uno strumento di integrazione ed occupazione e un
fattore chiave per migliorare la coesione sociale. È una manifestazione
fortemente visibile della cittadinanza europea, in quanto i volontari
contribuiscono a plasmare la società e ad aiutare le persone bisognose. ·
Il suo potenziale può essere ulteriormente
sviluppato nell'ambito della strategia Europa 2020 per la crescita. I volontari
costituiscono una risorsa importante della nostra economia e della società, ma
non vanno considerati come un'alternativa a una forza lavoro regolare. ·
Promuovendo il volontariato transfrontaliero in
collaborazione con gli Stati membri e grazie ai programmi di finanziamento UE,
l'Unione europea contribuisce alla mobilità e all'apprendimento interculturale
dei suoi cittadini e rafforza la loro identità europea. Raccomandazioni strategiche agli Stati
membri La Commissione,
conformemente al principio di sussidiarietà, non intende promuovere un modello
unico di volontariato né armonizzare le culture del volontariato a livello
locale e regionale. Raccomanda tuttavia agli Stati membri di utilizzare meglio
il potenziale del volontariato nei seguenti modi: ·
nei paesi privi di un quadro per il volontariato e
con una scarsa tradizione o cultura in materia di volontariato, la definizione
di quadri normativi potrebbe fornire incentivi a sostegno dello sviluppo del
volontariato. ·
La ricerca e la raccolta di dati sul volontariato
dovrebbero essere incoraggiate a livello nazionale. In tale contesto si
raccomanda il ricorso al Manuale sulla misurazione del volontariato
dell'Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) e al manuale sulla
misurazione del lavoro di volontariato e al manuale sulle organizzazioni senza
scopo di lucro delle Nazioni Unite. ·
È fondamentale riconoscere come esperienze di
apprendimento non formale le competenze e le capacità acquisite con il
volontariato per motivare i volontari e creare un collegamento tra volontariato
e istruzione. ·
Gli Stati membri devono eliminare gli ostacoli
ancora presenti che impediscono, direttamente o indirettamente, le attività di
volontariato in generale e soprattutto quelle transfrontaliere. ·
Gli Stati membri sono invitati ad avviare programmi
nazionali di volontariato per il volontariato transfrontaliero intesi a
contribuire allo sviluppo del volontariato nell'Unione europea. Azioni concrete volte a riconoscere e
promuovere il volontariato a livello UE L'UE è impegnata a garantire un follow-up a
lungo termine dell'Anno europeo del volontariato 2011 e a proseguire il dialogo
con le parti interessate nei vari settori strategici legati al volontariato. ·
La Commissione proporrà l'istituzione di un corpo
volontario europeo di aiuto umanitario nel 2012. ·
I programmi di finanziamento dell'UE nei diversi
settori strategici saranno maggiormente indirizzati ai volontari e
promuoveranno ulteriormente il volontariato transfrontaliero. ·
La Commissione permetterà ai cittadini dell'UE e
alle parti interessate di acquisire più facilmente informazioni sui vari
programmi di finanziamento che possono essere utilizzati dai volontari e per le
attività di volontariato. ·
La Commissione intende considerare più approfonditamente
le possibilità per rafforzare il collegamento tra volontariato e
salute/welfare, in particolare per quanto riguarda l'invecchiamento della
società. ·
La Commissione presenterà proposte per un ulteriore
sviluppo sulla base delle relazioni degli Stati membri sull'attuazione della
raccomandazione relativa alla mobilità dei giovani volontari nel 2012. ·
La Commissione può presentare proposte riguardanti
in modo specifico il volontariato nella strategia dell'UE per l'occupazione,
nel contesto della sua lotta contro la povertà e l'esclusione sociale e
nell'ambito dell'iniziativa della Commissione "Nuove competenze per nuovi
lavori". ·
La Commissione sta elaborando una proposta di
raccomandazione del Consiglio relativa alla convalida dell'apprendimento informale
e non formale, che comprenda anche il riconoscimento delle competenze
acquisite con le attività di volontariato. ·
Con il futuro "Passaporto europeo
delle competenze" le singole persone potranno conservare un riscontro
delle capacità e delle competenze acquisite con il volontariato. ·
La Commissione introdurrà adeguatamente la
dimensione del volontariato nel prossimo Anno europeo dei cittadini, previsto
per il 2013, promuovendo soprattutto il volontariato transfrontaliero. [1] Relazione 2010 sulla cittadinanza dell'Unione –
Eliminare gli ostacoli all'esercizio dei diritti dei cittadini dell'Unione, COM
(2010) 603 definitivo del 27 ottobre 2010. [2] Decisione n. 37/2010/CE del Consiglio, del 27 novembre
2009, relativa all'Anno europeo delle attività di volontariato che promuovono
la cittadinanza attiva (2011) (GU L 17 del 22.1.2010, pagg. 43-49). [3] Ibid. [4] "Volunteering in the European Union" (Il
volontariato nell'Unione europea) (GHK 2010). [5] "Volunteering in the European Union" (Il
volontariato nell'Unione europea) (GHK 2010). [6] Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio,
del 18 dicembre 2006, relativa alla mobilità transnazionale nella Comunità a
fini di istruzione e formazione professionale: Carta europea di qualità per la
mobilità, doc. 2006/961/CE. [7] Comunicazione della Commissione, Europa 2020: Una
strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, COM(2010)2020
definitivo del 3 marzo 2010. [8] "Measuring Civil Society and Volunteering"
(Misurare la società civile e il volontariato), Johns Hopkins University 2007. [9] Cfr. S. Hossenfelder, On the problem of measuring
happiness (Il problema di misurare la felicità) (3 febbraio 2011),
disponibile in SSRN: http://ssrn.com/abstract=1754423, che fa riferimento anche alle ricerche della Commissione
internazionale sulla misura delle prestazioni economiche e del progresso
sociale, istituita dal presidente francese nel 2008 e alla recente iniziativa
del British Office for National Statistics per misurare il benessere
delle persone. [10] Decisione n. 1719/2006/CE del Parlamento europeo e
del Consiglio del 15 novembre 2006 (GU L 327 del
24.11.2006, pagg. 30-44). [11] Decisione n. 1904/2006/CE del Parlamento europeo e
del Consiglio del 12 dicembre 2006 (GU L 378 del 27.12.2006,
pagg. 32-40). [12] Decisione n. 1720/2006/CE del Parlamento europeo e del
Consiglio del 15 novembre 2006 (GU L 327 del 24.11.2006, pag. 45). [13] Oltre 20 000 volontari lavorano per organizzazioni di
assistenza alle vittime in Europa (Rafforzare i diritti delle vittime
nell'Unione europea, COM (2011) 274 definitivo del 18.5.2011, pag. 5). [14] "Orientamenti politici per la prossima Commissione
(2009-2014)" (2009). [15] "Empowering people, driving change: Social innovation
in the European Union" (Rafforzare le capacità delle persone, incentivare
il cambiamento: l'innovazione sociale nell'Unione europea) (BEPA 2010). La
Commissione europea, con il sostegno del settimo programma quadro di ricerca,
intende appoggiare la messa a punto di una "piattaforma sociale" per
servizi sociali innovativi che si occuperà anche del ruolo del volontariato nel
settore dei servizi. [16] Volunteering
and environment (Volontariato e ambiente): http://community.cev.be/download/130/434/Fact_sheet_DG_ENV_environment.pdf [17] CSVnet – National Coordination Body of Voluntary
Support Centres, 2009. "Brief compendium of the
research: Volunteering across Europe. Organisations,
promotion, participation" (Breve compendio della ricerca: il volontariato
attraverso l'Europa. Organizzazioni, promozione, partecipazione) pag. 17. [18] Press
kit Ocean Initiatives 2011: http://www.surfrider.eu/fileadmin/documents/io11/dp/20110228_DP-IO2011_EN.pdf [19] Conclusioni del Consiglio e dei rappresentanti dei governi
degli Stati membri, riuniti in sede di Consiglio, relative ai principi comuni
europei concernenti l'individuazione e la convalida dell'apprendimento non
formale e informale (maggio 2004). [20] Decisione n. 2241/2004/CE del Parlamento europeo e del
Consiglio relativa ad un quadro comunitario unico per la trasparenza delle
qualifiche e delle competenze (Europass) (GU L 390 del 31.12.2004, pagg. 6-20). [21] Una strategia dell'Unione europea per investire nei
giovani e conferire loro maggiori responsabilità - Un metodo aperto di
coordinamento rinnovato per affrontare le sfide e le prospettive della gioventù
(COM (2009) 200 definitivo del 27.4.2009. [22] Raccomandazione del Consiglio relativa alla mobilità dei
giovani volontari nell'Unione europea, 2008/C 319/03 del 13.12.2008. [23] Youth on the Move – Un'iniziativa per valorizzare il
potenziale dei giovani ai fini di una crescita intelligente, sostenibile e
inclusiva nell'Unione europea , COM (2010) 477 definitivo del 15.9.2010. [24] Libro bianco sullo sport, COM(2007) 391 definitivo
dell'11.7.2007. [25] "Volunteering in the European Union" (Il
volontariato nell'Unione europea) (GHK 2010), pag. 216. [26] "Volunteering in the European Union" (Il
volontariato nell'Unione europea) (GHK 2010), pagg. 214-215, dove si fa
riferimento anche al reddito delle organizzazioni sportive. [27] Cfr. http://myintracomm.ec.europa.eu/serv/en/Volunteering/. Va anche ricordato che il personale della
Commissione organizza e gestisce iniziative di beneficenza come lo Schuman
Trophy, la campagna "Shoebox for the homeless", il Cancer Support
Group, la delegazione dell'UE di ATD Quart Monde o l'associazione GIVE
EUR-HOPE, creata di recente. [28] Direttiva 2004/114/CE del Consiglio, del 13 dicembre 2004,
relativa alle condizioni di ammissione dei cittadini di paesi terzi per motivi
di studio, scambio di alunni, tirocinio non retribuito o volontariato (GU L 375
del 23.12.2004, pag. 12). [29] Il volontariato quale espressione della solidarietà dei
cittadini dell'Unione europea: prime osservazioni su un corpo volontario
europeo di aiuto umanitario, COM (2010) 683 definitivo del 23.11.2010.