11.1.2012   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 9/18


Parere del Comitato delle regioni sul tema «Riesame dello “Small Business Act” per l’Europa»

2012/C 9/05

IL COMITATO DELLE REGIONI:

riconosce i risultati dati finora dalle attività realizzate nel quadro dell’SBA, ma raccomanda energicamente, affinché la Commissione e in particolare gli Stati membri ottengano risultati più sostanziali nella realizzazione dei suoi obiettivi, di rendere l’SBA più vincolante politicamente, così da garantire livelli di attuazione maggiori e più conformi e superare le barriere che attualmente ne impediscono la piena adozione;

ritiene che l’SBA richieda una guida politica e crede che la strategia Europa 2020 debba contenere un riconoscimento più esplicito dell’SBA, che consenta di dotare questa politica di una struttura di governance più stabile adottando una tabella di marcia appropriata indicante le tappe fondamentali per tutti gli Stati membri da inserire nei programmi nazionali di riforma;

prevede che gli enti regionali e locali avranno maggiori opportunità di contribuire agli obiettivi dell’SBA e chiede pressantemente un riconoscimento più esplicito della dimensione locale e regionale, che incoraggi un approccio bidirezionale - sia dal basso verso l’alto che dall’alto verso il basso - oltre a migliorare la visibilità dell’SBA in tutta l’UE; conclude pertanto che occorre un maggior grado di comunicazione e di prioritarizzazione dell’SBA in tutta l’UE a livello nazionale, regionale e locale;

sottolinea che la difficoltà più grande per le PMI è l’accesso ai finanziamenti e che per affrontarla è necessaria un’azione concertata nelle prossime fasi dell’SBA; insiste inoltre sull’importanza che rivestono tanto le iniziative per agevolare l’accesso delle PMI ai mercati quanto una riduzione sostanziale degli oneri amministrativi;

si rammarica profondamente che l’impegno di inserire l’SBA nella strategia di Lisbona prima e nella strategia Europa 2020 poi non sia stato mantenuto, dal momento che in questo modo si è persa, almeno finora, l’opportunità di utilizzare i programmi nazionali di riforma come strumento chiave per l’attuazione dell’SBA. Torna pertanto a chiedere con urgenza l’immediato inserimento dei principi e degli obiettivi dell’SBA nella strategia Europa 2020 e nell’attuazione dei piani nazionali di riforma.

Relatrice

Constance HANNIFFY (IE/PPE), membro del Consiglio della contea di Offaly, della Midland Regional Authority e della Border, Midland and Western Regional Assembly

Testo di riferimento

Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni - Riesame dello «Small Business Act» per l’Europa

COM(2011) 78 definitivo

I.   RACCOMANDAZIONI POLITICHE

IL COMITATO DELLE REGIONI

1.

accoglie con favore il riesame dello «Small Business Act» (SBA) per l’Europa effettuato dalla Commissione e riconferma il pieno sostegno al proseguimento di quest’importantissima iniziativa politica volta a promuovere lo sviluppo, la crescita e la sostenibilità delle PMI di tutta l’UE;

2.

sottolinea con forza l’esigenza di risolvere i problemi di fondo che ostacolano l’attuazione dell’SBA a tutti i livelli di governo nell’Unione europea ed esorta gli Stati membri a dare maggiore priorità agli elementi fondamentali dell’SBA stesso: la perdita di 3,5 milioni di posti di lavoro (1) nelle PMI europee a seguito della crisi finanziaria, economica e sociale fornisce la triste prova della necessità di mettere l’argomento al centro dell’azione politica;

3.

riconosce i risultati dati finora dalle attività realizzate nel quadro dell’SBA, ma raccomanda energicamente, affinché la Commissione e in particolare gli Stati membri ottengano risultati più sostanziali nella realizzazione dei suoi obiettivi, di rendere l’SBA più vincolante politicamente, così da garantire livelli di attuazione maggiori e più conformi e superare le barriere che attualmente ne impediscono la piena adozione;

4.

sostiene gli sforzi della Commissione volti a rafforzare gli aspetti di governance dell’SBA, in particolare l’istituzione di rappresentanti nazionali delle PMI negli Stati membri che, insieme al rappresentante speciale delle PMI della Commissione, si assumano l’impegno di guidare l’attuazione dell’SBA in tutta l’UE;

5.

ritiene che l’SBA richieda una guida politica e crede che la strategia Europa 2020 debba contenere un riconoscimento più esplicito dell’SBA, che consenta di dotare questa politica di una struttura di governance più stabile adottando una tabella di marcia appropriata indicante le tappe fondamentali per tutti gli Stati membri da inserire nei programmi nazionali di riforma;

6.

prevede che gli enti regionali e locali avranno maggiori opportunità di contribuire agli obiettivi dell’SBA e chiede pressantemente un riconoscimento più esplicito della dimensione regionale e locale, che incoraggi un approccio bidirezionale - sia dal basso verso l’alto che dall’alto verso il basso - oltre a migliorare la visibilità dell’SBA in tutta l’UE;

7.

sottolinea che la difficoltà più grande per le PMI è l’accesso ai finanziamenti e che per affrontarla è necessaria un’azione concertata nelle prossime fasi dell’SBA; insiste inoltre sull’importanza che rivestono tanto le iniziative per agevolare l’accesso delle PMI ai mercati quanto una riduzione sostanziale degli oneri amministrativi;

8.

ribadisce l’importanza di fornire un sostegno adeguato alle PMI per garantire la sostenibilità a lungo termine di un insieme variegato di imprese. Oltre a porre l’accento sulle start-up ad alto potenziale e alle PMI di nuova formazione e fortemente orientate verso le esportazioni, bisognerebbe prestare attenzione anche alle imprese consolidate, a quelle che si stanno sviluppando e a quelle in fase di ristrutturazione, riconoscendo al tempo stesso le difficoltà delle PMI orientate al mercato locale e interno, che in fin dei conti sono la linfa vitale delle economie regionali e locali;

9.

sottolinea inoltre che l’SBA e la politica in materia di PMI a tutti i livelli devono tenere conto e poter essere applicati a diversi modelli di imprese, incluse le imprese dell’economia sociale, le industrie culturali e creative (precommerciali e commerciali), le cooperative e le forme giuridiche analoghe, al fine di massimizzare la creazione di posti di lavoro e la crescita economica sostenibile.

Garantire un livello elevato di attuazione e una migliore governance

10.

si rammarica profondamente che l’impegno a inserire l’SBA nella strategia di Lisbona prima e nella strategia Europa 2020 poi non sia stato mantenuto, dal momento che in questo modo si è persa, almeno finora, l’opportunità di utilizzare i programmi nazionali di riforma come strumento chiave per l’attuazione dell’SBA. Torna pertanto a chiedere con urgenza l’immediato inserimento dei principi e degli obiettivi dell’SBA nella strategia Europa 2020 e nell’attuazione dei piani nazionali di riforma;

11.

esprime delusione per il diverso grado di attuazione dell’SBA da parte degli Stati membri: la Commissione riconosce questo fatto nella sua comunicazione, ma non ne esamina pienamente le cause - ossia il fatto che gli Stati membri dovrebbero rendere maggiormente conto del loro operato per la realizzazione degli obiettivi dell’SBA; il Comitato pertanto conclude che occorre un maggior grado di comunicazione e di prioritarizzazione dell’SBA in tutta l’UE a livello nazionale, regionale e locale;

12.

si compiace per la nomina dei rappresentanti nazionali delle PMI da parte degli Stati membri e rivolge un pressante appello a tutti questi rappresentanti affinché adempiano a fondo al proprio compito di garantire che le amministrazioni «pensino anzitutto in piccolo» e tengano nella dovuta considerazione i problemi delle PMI nell’elaborazione di leggi, regolamenti e procedure che possono avere un effetto positivo sull’ambiente in cui queste operano;

13.

osserva che i rappresentanti delle PMI si dividono fra quelli di nomina politica e quelli di nomina amministrativa e raccomanda che un numero maggiore di Stati membri proceda a nomine politiche, al fine di dare un segnale forte di prioritarizzazione e impegno per l’attuazione dell’SBA e affrontare le sfide che investono le piccole e medie imprese;

14.

afferma che affidarsi ai disparati programmi e strumenti finanziari preesistenti per raggiungere gli obiettivi dell’SBA, senza prevedere finanziamenti aggiuntivi o specifici, è un segno di grave debolezza;

15.

prende atto della nomina di un nuovo rappresentante delle PMI dell’UE ma ancora una volta sottolinea che la comunicazione non si occupa in misura sufficiente del ruolo di tale inviato e invita la Commissione a garantire che questa figura disponga di risorse finanziarie sufficienti e di un sostegno adeguato a livello politico per consentire il raggiungimento degli obiettivi dell’SBA, rafforzarne la visibilità e sensibilizzare all’attività politica relativa alle piccole e medie imprese;

16.

apprezza l’intenzione di istituire un gruppo consultivo sull’SBA composto dagli Stati membri, dai rappresentanti delle PMI e da esponenti delle organizzazioni delle piccole e medie imprese, e chiede che il Comitato delle regioni sia membro di tale gruppo consultivo, dato l’auspicio che l’SBA abbia un impatto su tutti i livelli di governo, e non solo su quello europeo e nazionale;

17.

suggerisce che, all’interno degli Stati membri, gli enti regionali e locali siano incoraggiati a far propri i principi dell’SBA e ad adattarne le misure alle circostanze regionali e locali; ritiene che l’iniziativa Regione imprenditoriale europea (EER) possa fornire spunti al riguardo;

18.

riconosce che la maggior parte delle proposte legislative previste dall’SBA è stata effettivamente adottata e incoraggia l’adozione, da parte degli Stati membri, dello statuto della società privata europea, che a lungo andare porterà a sfruttare meglio il mercato unico riducendo i costi per la creazione di nuove imprese e a semplificare il quadro normativo per favorire il commercio transfrontaliero;

19.

chiede insistentemente agli Stati membri di adottare e attuare pienamente la direttiva sui ritardi di pagamento e sottolinea che l’applicazione di tale direttiva rimane il problema fondamentale e che gli Stati membri devono adoperarsi per migliorare la cultura del pagamento nelle imprese e nelle amministrazioni pubbliche;

20.

sottolinea che la proposta introduzione di esenzioni legislative per determinati tipi di imprese, per le start-up e per le microimprese dovrebbe essere attuata, se del caso, in maniera tale da evitare che tali esenzioni portino alla creazione di un secondo livello di imprese e generino confusione sul mercato;

21.

invita a un’applicazione più energica della SME Performance Review per monitorare, valutare e comparare i risultati degli Stati membri nell’attuazione dell’SBA; chiede inoltre che tutte le informazioni ivi contenute divengano di pubblico dominio, in modo che fungano da strumento di comunicazione e da motivazione per gli Stati membri a intensificare gli sforzi.

Migliorare l’accesso ai finanziamenti

22.

richiama l’attenzione sulle difficoltà cui devono far fronte le PMI a causa dell’inasprimento delle condizioni per l’ottenimento di crediti dagli istituti finanziari (2) dovuto al rallentamento economico e alla persistente crisi del settore bancario internazionale; mette inoltre in evidenza l’effetto sproporzionato avuto da tale inasprimento sulle PMI per via della percezione che esse comportino un rischio maggiore, che finisce per comprometterne seriamente la capacità di sopravvivenza e di funzionamento nel breve e medio termine;

23.

esorta la Commissione e gli Stati membri a basare la loro azione sulle conclusioni della seconda riunione del forum permanente sul finanziamento delle PMI tenutasi nel marzo 2011 e accoglie con grande favore le iniziative avviate dalla Commissione per risolvere il problema dell’accesso agli strumenti di credito come lo strumento di microfinanziamento Progress, nonché l’impegno a presentare un piano d’azione per migliorare l’accesso delle PMI ai finanziamenti su una solida base commerciale;

24.

sostiene il piano d’azione dell’SBA, che dovrebbe concentrarsi sulle condizioni operative più critiche per le PMI che cercano di accedere a un finanziamento, come: i) migliorare la trasparenza nei rapporti fra le banche e altri istituti finanziari e le PMI; ii) combinare debito e capitale sociale; iii) aumentare il volume di prestito attraverso la cartolarizzazione; iv) facilitare gli investimenti in capitale di rischio oltre frontiera; v) migliorare la regolamentazione del microcredito;

25.

considera che il proposto sportello unico per il finanziamento delle PMI presenti alcuni vantaggi, ma suggerisce di dedicare alla questione una più profonda riflessione e, come primo passo, raccomanda una mappatura di tutte le forme di sostegno alle PMI (che comprenda i programmi di sostegno UE, nazionali, regionali e locali, nonché le agenzie di sostegno), da effettuarsi a livello nazionale o regionale, secondo i casi; raccomanda inoltre che la Commissione europea prenda in esame e promuova più ampiamente a livello locale e regionale altri modelli di successo che rappresentano un valore aggiunto per le PMI mediante un sistema di sostegno alle imprese integrato e basato su riferimenti incrociati;

26.

accoglie con favore la proposta della Commissione di fare dell’attuazione dello SBA una condizione ex ante per l’assegnazione dei fondi UE nell’ambito del quadro strategico comune e degli investimenti a favore delle PMI una priorità tematica nel progetto di regolamento del FESR. Ciò dovrebbe contribuire a tradurre in realtà gli obiettivi dello SBA a livello locale/regionale in ciascuno Stato membro;

27.

ritiene che la natura e i requisiti molto eterogenei dei programmi dell’Unione europea aperti alle PMI sia una debolezza in termini di accesso ai finanziamenti e propone di abbinare meglio gli strumenti e i fondi europei destinati alle PMI all’interno del bilancio dell’UE; chiede che il prossimo quadro finanziario pluriennale preveda un sostegno rafforzato per tutti i programmi e gli strumenti di promozione delle PMI e in questo senso accoglie con favore, in linea di massima, le proposte riguardanti le PMI formulate nella proposta della Commissione per il periodo 2014-2020, ma si riserva il giudizio fino a che i bilanci definitivi, i volumi specifici del sostegno alle PMI e gli aspetti concreti dell’attuazione non saranno stati approvati;

28.

esprime il timore che il programma per la competitività e l’innovazione (CIP) per il periodo successivo al 2013, in quanto componente del quadro strategico comune per la ricerca e l’innovazione, non tenga adeguatamente conto delle esigenze delle PMI, e invoca pertanto un pilastro specifico per queste imprese nell’ambito di tale quadro; chiede strumenti di finanziamento più accessibili per le PMI e adeguati alle loro esigenze, anche con un maggiore ricorso alla microfinanza e agli strumenti di finanziamento «mezzanino» (a rischio ripartito), nonché grazie all’estensione e all’ampliamento degli strumenti di garanzia del CIP e del meccanismo di finanziamento con condivisione dei rischi (RSFF) nell’ambito del programma quadro di ricerca; chiede inoltre di utilizzare in modo più oculato i prodotti di finanziamento della Banca europea per gli investimenti, come Jasmine e Jeremie;

29.

sostiene la decisione della Commissione di estendere fino alla fine del 2011 il quadro temporaneo per gli aiuti di Stato che consente di fornire aiuti aggiuntivi alle PMI ed è dell’avviso che la Commissione dovrebbe prorogarlo oltre il 2011 previa un’attenta analisi dei risultati da esso ottenuti nel raggiungimento degli obiettivi;

30.

propone ai governi nazionali di considerare l’introduzione di incentivi fiscali per sostenere le start-up innovative nei primi anni di attività;

31.

si sente confortato dalla proposta della Commissione di far sì che aumenti il numero delle PMI beneficiarie grazie a un rafforzamento dei sistemi di garanzia dei prestiti volti a sostenere gli investimenti, la crescita, l’innovazione e la ricerca, e avvalla le proposte da essa delineate volte a introdurre norme per migliorare il funzionamento del mercato del capitale di rischio.

Una migliore regolamentazione a favore delle PMI

32.

sottolinea l’importanza di semplificare, chiarire e rendere più coerente l’ambiente normativo e amministrativo in cui operano le PMI, e ritiene fondamentale, a questo fine, rafforzare l’applicazione del «test PMI»;

33.

chiede un’applicazione più sistematica del «test PMI» nel processo di valutazione d’impatto, in modo da includere le comunicazioni d’impostazione iniziale delle politiche e le proposte legislative; è dell’avviso che tale processo risulterebbe rafforzato se il comitato per la valutazione d’impatto fosse reso più indipendente dalla Commissione;

34.

si pronuncia con forza affinché tutti gli Stati membri applichino il «test PMI» e il principio «Pensare anzitutto in piccolo» non solo alla legislazione nazionale, ma anche ai quadri strategici e alle procedure amministrative che riguardano le PMI, e suggerisce che la Commissione valuti come il «test PMI» è applicato negli Stati membri nel contesto della SME Performance Review;

35.

accoglie con favore la disponibilità della Commissione ad assistere gli Stati membri per evitare l’introduzione di norme aggiuntive alla legislazione dell’Unione europea (il cosiddetto gold plating), come richiesto dal precedente parere del Comitato sull’SBA, in cui si fanno notare i considerevoli ostacoli all’emergere e all’espansione delle microimprese dovuti a tali norme aggiuntive;

36.

sostiene pienamente il principio «una sola volta» e incoraggia gli enti regionali e locali ad applicarlo per quanto riguarda tutte le richieste d’informazioni amministrative e normative che provengono dalle PMI; sottolinea però che a quanto pare, laddove gli enti pubblici hanno cercato di applicare tale principio e di condividere i dati raccolti, hanno incontrato obiezioni relative alla protezione e conservazione dei dati;

37.

sostiene l’impegno della Commissione a presentare nel 2011 una serie di raccomandazioni politiche volte a semplificare e risolvere i problemi che intralciano la rimozione degli ostacoli alla cessione delle imprese e, una volta di più, attira l’attenzione sul fatto che si tratta di un problema particolarmente rilevante per il passaggio di un impresa da un familiare all’altro, in particolare perché un gran numero di titolari di piccole e medie imprese comincia a invecchiare e lascerà la guida della propria impresa a conduzione familiare entro il prossimo decennio; sottolinea che problemi analoghi interessano anche le ditte individuali;

38.

si rammarica che finora vi siano stati ben pochi progressi nel settore della semplificazione delle procedure fallimentari, e quindi chiede agli Stati membri e alla Commissione di dare priorità alla questione; inoltre, invita nuovamente la Commissione ad affrontare i problemi, diversi malgrado le analogie, incontrati dagli imprenditori falliti di cui non sia stato formalmente dichiarato il fallimento;

39.

richiama l’attenzione sul fatto che, quando le imprese sono costrette a cessare l’attività, i dipendenti hanno diritto a determinate prestazioni sociali, mentre gli imprenditori incontrano difficoltà ad accedere ai sistemi di protezione sociale degli Stati membri.

Facilitare l’accesso ai mercati

40.

sostiene l’estensione dell’Area unica dei pagamenti in euro (SEPA) a tutte le imprese d’Europa e concorda in pieno con la dichiarazione del consiglio AUPE del maggio 2011 (3), che invita ad adottare urgentemente un regolamento volto a fissare dei termini entro i quali realizzare la migrazione ai bonifici e agli addebiti SEPA: una volta adottati, essi sostituiranno i sistemi nazionali di bonifici e addebiti diretti, consentendo un’attuazione più rapida ed efficiente dell’Area unica;

41.

accoglie con favore l’impegno assunto dalla Commissione di dare piena attuazione al codice di buone pratiche per facilitare l’accesso delle PMI agli appalti pubblici e chiede una risposta più forte da parte della Commissione e degli Stati membri ai precedenti inviti del Comitato per la promozione di misure innovative atte ad aumentare la partecipazione delle PMI agli appalti pubblici, come la divisione di un maggior numero di appalti in lotti o l’inserimento di possibilità di cooperazione nei bandi di gara, secondo i casi;

42.

chiede inoltre alla Commissione di incoraggiare il ricorso, da parte degli offerenti a livello nazionale, a un «passaporto per gli appalti pubblici» (un sistema di registrazione elettronico), comprovante il possesso delle dichiarazioni e dei documenti spesso richiesti dalle amministrazioni aggiudicatrici nel quadro delle procedure di gara. Grazie a tale passaporto, le PMI eviterebbero di dover fornire ogni volta le stesse dichiarazioni e gli stessi documenti, con un notevole risparmio di tempo e di risorse per quelle che partecipano spesso alle procedure di aggiudicazione di appalti pubblici. Dato che i certificati necessari per ottenere il passaporto hanno un termine di validità, anche il passaporto sarebbe valido per una durata determinata. Sistemi di questo tipo sono già in uso e finora hanno dato risultati positivi;

43.

ricorda ancora il potenziale in gran parte inutilizzato nel settore degli appalti elettronici e si allinea sulla richiesta alla Commissione e agli Stati membri di garantire un riconoscimento reciproco dell’identificazione e autenticazione per via elettronica in tutta l’UE entro il 2012; a tal fine, esorta la Commissione a esaminare i progressi conseguiti rispetto a questa misura nel 2011 e a garantire che si prendano adeguati provvedimenti nonché ad individuare i problemi che richiedono particolare attenzione in sede di attuazione;

44.

suggerisce di sfruttare maggiormente i vantaggi che presentano, in termini di riduzione dei costi, le soluzioni offerte dalle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, dato che solo un terzo dei contratti di appalto pubblico nell’Unione europea è accettato attualmente in formato elettronico, e chiede quindi che questo aspetto venga affrontato meglio nell’SBA e che la Commissione e agli Stati membri procedano all’attuazione delle misure adottate in tal senso;

45.

sottolinea ancora una volta la minaccia sempre crescente rappresentata dal mercato nero per la sopravvivenza delle PMI in regola e chiede che la Commissione si occupi dei problemi che esso crea in termini di concorrenza sleale e di commercio non regolamentato; in particolare, occorre introdurre misure in grado di migliorare la tutela della proprietà intellettuale e di combattere meglio le contraffazioni.

Promozione dell’imprenditorialità

46.

riconosce l’importanza di promuovere e sviluppare una cultura dell’imprenditorialità; si appella agli Stati membri affinché pongano maggiormente l’accento sulla promozione dell’educazione all’imprenditorialità e sullo sviluppo di una mentalità imprenditoriale fra gli studenti e nella formazione degli insegnanti;

47.

sostiene, nel quadro dell’attuazione dell’iniziativa SBA, il consolidamento del premio «Regione imprenditoriale europea», in quanto strumento per promuovere l’imprenditorialità, formare una rete di cooperazione tra le regioni e diffondere buone pratiche regionali e locali in materia di sostegno alle PMI;

48.

accoglie con favore la valutazione del programma «Erasmus per giovani imprenditori» e ritiene che la fase pilota di tale programma abbia dato risultati concreti per quanto riguarda molti dei suoi obiettivi, oltre a creare un autentico valore aggiunto europeo; sostiene l’estensione del programma partendo dall’idea che le principali lacune della fase pilota siano state superate, in particolare: a) migliore comunicazione dell’iniziativa in generale e migliore promozione dei benefici per i partecipanti e per chi li ospita; b) istituzione di punti di contatto locali o nazionali per risolvere i problemi legati alla comunicazione e alla promozione; c) maggiore equilibrio geografico tra i partecipanti; d) predisposizione di un programma successivo all’iniziativa affinché i partecipanti possano consolidare le esperienze acquisite; e) una base finanziaria più solida per il programma;

49.

prende atto e sostiene la creazione di sistemi di tutoraggio per le donne imprenditrici e una volta di più attira l’attenzione sulle esigenze degli imprenditori immigrati, i quali per forza di cose sono in genere più intraprendenti e meno ostili al rischio, e raccomanda di tenere in considerazione anche le esigenze dei giovani, delle minoranze e degli imprenditori anziani, nonché di distinguere fra i diversi tipi di problemi ed esigenze degli imprenditori dell’Unione europea e di quelli immigrati provenienti dai paesi terzi;

50.

accoglie con favore l’iniziativa faro di Europa 2020 Un’agenda per nuove competenze e nuovi posti di lavoro, che tiene conto di alcune caratteristiche e difficoltà specifiche delle PMI, e incoraggia la Commissione e gli Stati membri a garantire che la politica in materia di competenze e di occupazione sia elaborata nel contesto dell’SBA, al fine di massimizzare il potenziale di creazione di posti di lavoro e di sviluppo delle competenze con le PMI.

Bruxelles, 12 ottobre 2011

La presidente del Comitato delle regioni

Mercedes BRESSO


(1)  Stima che figura nella relazione annuale sulle PMI europee 2010 che sarà pubblicata come parte della SME Performance Review (http://ec.europa.eu/enterprise/policies/sme/facts-figures-analysis/performance-review/index_en.htm).

(2)  Ad esempio in Irlanda, le richieste di prestiti accolte sono calate dal 90 % del 2007 al 50 % del 2010. Fonte: Central Statistics Office (2011). Access to Finance 2007 and 2010.

(3)  http://www.ecb.int/paym/sepa/pdf/SEPA_Council_statement_3rd_meeting.pdf.