3.5.2011 |
IT |
Gazzetta ufficiale dell'Unione europea |
C 132/92 |
Parere del Comitato economico e sociale europeo in merito alla «Proposta di direttiva del Consiglio che modifica la direttiva 2000/75/CE concernente misure di vaccinazione contro la febbre catarrale degli ovini»
COM(2010) 666 definitivo — 2010/0326 (COD)
2011/C 132/18
Relatore: JÍROVEC
Il Consiglio, in data 26 gennaio 2011, ha deciso, conformemente al disposto dell'articolo 43, paragrafo 2, del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, di consultare il Comitato economico e sociale europeo in merito alla:
Proposta di direttiva del Consiglio che modifica la direttiva 2000/75/CE concernente misure di vaccinazione contro la febbre catarrale degli ovini
COM(2010) 666 definitivo — 2010/0326 (COD).
La sezione specializzata Agricoltura, sviluppo rurale, ambiente, incaricata di preparare i lavori del Comitato in materia, ha formulato il proprio parere in data 28 febbraio 2011.
Alla sua 470a sessione plenaria, dei giorni 15 e 16 marzo 2011 (seduta del 15 marzo), il Comitato economico e sociale europeo ha adottato il seguente parere con 185 voti favorevoli, 2 voti contrari e 12 astensioni.
1. Conclusioni e raccomandazioni
1.1 Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) raccomanda di modificare nello stesso senso anche il regolamento (CE) n. 1266/2007 della Commissione, del 26 ottobre 2007, relativo alle misure di applicazione della direttiva 2000/75/CE del Consiglio per quanto riguarda la lotta, il controllo, la vigilanza e le restrizioni dei movimenti di alcuni animali appartenenti a specie ricettive alla febbre catarrale.
1.2 Il Comitato ricorda la situazione che si è verificata con l'interruzione della vaccinazione contro l'afta epizootica (FMD) e la peste suina, quando uno degli argomenti principali a favore di tale interruzione era che i costi necessari per eliminare gli eventuali focolai della malattia sarebbero stati inferiori ai costi di vaccinazione.
1.3 Il Comitato reputa utile evidenziare la possibilità di mantenere la scelta a livello dei singoli Stati membri, poiché nei paesi a clima temperato la situazione sanitaria non è la stessa dei paesi meridionali e si riscontrano forme diverse di febbre catarrale degli ovini. Gli Stati che scelgono di non effettuare vaccinazioni hanno migliori possibilità di individuare la malattia. Esiste però il rischio che si manifestino nuovi ceppi esotici provenienti dall'Asia, i quali saranno più difficili da individuare.
1.4 Il Comitato ritiene che la modifica della direttiva risponda in modo adeguato alle più recenti innovazioni tecnologiche nella produzione dei vaccini, che possono essere impiegati anche al di fuori delle zone dove sono state imposte restrizioni allo spostamento del bestiame. La modifica proposta garantisce altresì che non sarà aumentato l'onere amministrativo che gli Stati membri sono chiamati a sostenere, ad eccezione delle informazioni da fornire in merito all'attuazione di un programma di vaccinazione. Non si prevede che la proposta abbia ripercussioni di rilievo sul piano sociale. Il Comitato sostiene pienamente tale obiettivo e, sulla base di tale garanzia, approva la proposta in esame.
2. Introduzione e sintesi della comunicazione
2.1 La proposta in esame modifica quanto attualmente disposto dalla direttiva 2000/75/CE per rendere più flessibile la normativa, in considerazione del fatto che sono oggi disponibili vaccini inattivi, i quali possono essere impiegati con successo al di fuori delle zone dove sono state imposte restrizioni allo spostamento del bestiame.
2.2 La Commissione ritiene che la modifica della norma vigente sia necessaria per renderla atta a riflettere il progresso tecnologico compiuto in campo farmaceutico. La modifica proposta snellirà il processo decisionale relativo alle strategie di lotta contro la febbre catarrale in funzione delle realtà specifiche degli Stati membri, senza che si renda necessario l'intervento dell'Unione.
2.3 Oggi si concorda ampiamente nel ritenere che la vaccinazione eseguita con vaccini inattivi possa costituire lo strumento d'elezione per la lotta alla febbre catarrale ovina e la prevenzione di casi clinici nell'Unione europea. La possibilità di impiegare tali vaccini rende superflue le attuali limitazioni alle vaccinazioni preventive al di fuori delle zone soggette a restrizioni allo spostamento del bestiame.
3. Osservazioni
3.1 Negli ultimi tre anni, per lottare contro la febbre catarrale, sono diventati disponibili vaccini inattivi di nuova generazione, che possono essere impiegati in sicurezza al di fuori delle zone soggette a restrizione. Ciò consentirà agli Stati membri di sviluppare strategie nazionali in fatto di prevenzione e lotta contro il morbo senza che si renda necessario l'intervento dell'Unione.
3.2 Si prevede che la proposta in esame, incrementando il numero di opzioni disponibili per debellare la malattia, risulti atta a ridurne le ripercussioni negative sul piano economico e sociale. Ciononostante, risulta difficile quantificare in maniera precisa tali effetti positivi, poiché essi dipenderanno dalla natura imprevedibile dell'evoluzione in Europa di tale malattia, che non ha più carattere esotico.
3.3 La proposta non ha effetti sulle norme preventive di lotta alla malattia, e non avrà quindi ripercussioni dirette sui programmi annuali e pluriennali dell'Unione europea in tema di eradicazione, prevenzione e controllo di alcune malattie animali.
3.4 Poiché consente un diffuso impiego del vaccino nell'Unione, la proposta in esame presenta il potenziale vantaggio di ridurre l'impatto economico negativo della febbre catarrale, dovuto a perdite dirette e indirette.
3.5 La proposta determinerà un impiego più diffuso del vaccino e una potenziale crescita della domanda del prodotto, di cui beneficeranno le industrie farmaceutiche che producono il vaccino stesso.
Bruxelles, 15 marzo 2011
Il presidente del Comitato economico e sociale europeo
Staffan NILSSON