12.8.2011   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

CE 236/48


Martedì 15 giugno 2010
Progressi compiuti nella realizzazione degli Obiettivi di sviluppo del Millennio: revisione di metà percorso in vista della riunione di alto livello delle Nazioni Unite di settembre 2010

P7_TA(2010)0210

Risoluzione del Parlamento europeo del 15 giugno 2010 sui progressi nel raggiungimento degli obiettivi di sviluppo del Millennio: bilancio intermedio in vista della riunione di alto livello delle Nazioni Unite di settembre 2010 (2010/2037(INI))

2011/C 236 E/07

Il Parlamento europeo,

vista la dichiarazione del Millennio delle Nazioni Unite dell'8 settembre 2000,

vista la riunione del Consiglio europeo del 17 e del 18 giugno 2010 incentrata sugli OSM,

visti gli impegni relativi all'entità degli aiuti, agli aiuti per l'Africa subsahariana e alla qualità degli aiuti assunti dal G8 durante il vertice di Gleneagles del 2005 e tutte le successive riunioni del G8 e del G20,

visto il vertice del G20 tenutosi a Pittsburgh il 24 e 25 settembre 2009 e il vertice del G20 tenutosi a Londra il 2 aprile 2009,

visto il vertice del G8 tenutosi a L’Aquila dall'8 al 10 luglio 2009,

visto il «consenso europeo in materia di sviluppo» (1) e il codice di condotta dell'Unione europea in materia di complementarietà e di divisione dei compiti nell'ambito della politica di sviluppo (2),

visto il Consenso di Monterrey, approvato alla Conferenza internazionale su «Finanza per lo sviluppo» svoltasi a Monterrey (Messico) dal 18 al 22 marzo 2002,

vista la dichiarazione di Parigi sull'efficacia degli aiuti e il piano d'azione di Accra,

visti l'appello di Addis per un'azione urgente in materia di salute materna nonché l'appello ad agire di Berlino e le Opzioni strategiche per le ONG, questi ultimi due documenti elaborati per sottolineare il 15o anniversario della Conferenza internazionale sulla popolazione e lo sviluppo (ICPD/15),

visto l'articolo 208 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea in base al quale «l'Unione tiene conto degli obiettivi della cooperazione allo sviluppo nell'attuazione delle politiche che possono avere incidenze sui paesi in via di sviluppo»,

vista la comunicazione della Commissione del 12 aprile 2005 sulla coerenza delle politiche per lo sviluppo (3),

visto il regolamento (CE) N. 1905/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio del 18 dicembre 2006 che istituisce uno strumento per il finanziamento della cooperazione allo sviluppo (lo «strumento di cooperazione allo sviluppo» (4) (DCI)),

visto l'articolo 7 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (trattato di Lisbona) che ribadisce che l'Unione assicura la coerenza tra le sue varie politiche e azioni, tenendo conto dell'insieme dei suoi obiettivi,

vista l'agenda dell'OIL per un lavoro dignitoso e il patto globale per l'occupazione dell'OIL approvato per consenso globale il 19 giugno 2009 alla Conferenza internazionale del lavoro,

vista la relazione del luglio 2009 del Segretario generale delle Nazioni Unite sull'attuazione della Dichiarazione del Millennio,

vista la relazione del Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (UNDP) dal titolo «Beyond the Midpoint – Achieving the Millennium Development Goals», pubblicata nel gennaio 2010,

vista la comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni denominata «Un piano d’azione in dodici punti a sostegno degli obiettivi di sviluppo del millennio» (5),

viste le conclusioni del Consiglio sullo stato di avanzamento dei lavori sul programma europeo di azione per lottare contro l'HIV/AIDS, la malaria e la tubercolosi attraverso azioni esterne (2007–2011),

vista la sentenza della Corte di giustizia del 6 novembre 2008 sulle attività di prestito esterne della Banca europea per gli investimenti (BEI) (6),

vista la sua risoluzione del 6 aprile 2006 sull'efficacia degli aiuti e sulla corruzione nei paesi in via di sviluppo (7),

vista la sua risoluzione del 20 giugno 2007 sugli obiettivi di sviluppo del Millennio – bilancio intermedio (8),

viste le sue risoluzioni del 4 settembre 2008 sulla mortalità materna (9), del 24 marzo 2009 sui contratti relativi agli Obiettivi di sviluppo del Millennio (OSM) (10) e del 25 marzo 2010 sulle conseguenze della crisi economica e finanziaria mondiale per i paesi in via di sviluppo e la cooperazione allo sviluppo (11),

visto l'articolo 48 del suo regolamento,

vista la relazione della commissione per lo sviluppo e il parere della commissione per il commercio internazionale (A7–0165/2010),

A.

considerando che la riduzione e l'eliminazione della povertà rappresentano non solo il principale obiettivo della politica di sviluppo dell'Unione europea in base al trattato di Lisbona, ma sono anche un obbligo morale e una necessità in vista degli interessi a lungo termine dell'Unione europea,

B.

considerando che sia l'Unione europea, quale principale donatore a livello mondiale, che i suoi Stati membri devono ricoprire un ruolo guida nella riunione sugli OSM di settembre e assumere una posizione ambiziosa e unitaria che funga da forza trainante verso il raggiungimento degli OSM,

C.

considerando che l'UE attualmente ha un ammanco di circa 20 miliardi di euro rispetto ai suoi impegni di spesa per gli OSM,

D.

considerando che alcuni Stati membri dell'UE stanno riducendo il proprio bilancio per gli aiuti,

E.

considerando che il valore delle transazioni finanziarie mondiali è arrivato a 70 volte l'RNL mondiale,

F.

considerando che gli aiuti non programmati possono essere dannosi per i paesi destinatari e considerando che un miglioramento della qualità degli aiuti potrebbe rendere disponibili altri 3 miliardi di euro l'anno da destinare ai bilanci per lo sviluppo dell'UE e dei suoi Stati membri (12),

G.

considerando che l'82 % dei nuovi prestiti dell'FMI è andato a paesi dell'area europea, mentre i paesi meno sviluppati (PMS) potrebbero trarre beneficio da una maggiore quantità di nuovi prestiti da parte del FMI,

H.

considerando che, sebbene il G20 sia più rappresentativo del G8, l'ONU resta il forum più inclusivo per affrontare le questioni di governance globale,

I.

considerando che le incoerenze nelle politiche UE non devono compromettere l'impatto dei finanziamenti allo sviluppo,

J.

considerando che le rimesse contribuiscono alle economie dei paesi in via di sviluppo almeno in misura di 300 miliardi di dollari l'anno (13),

K.

considerando che, nonostante i progressi incoraggianti in alcuni OSM, tutti e otto gli OSM sono ancora lontani e soltanto una forte volontà politica può permettere di raggiungere gli OSM entro i cinque anni dalla scadenza del 2015,

L.

considerando che alcuni PMS stanno muovendosi in una direzione che non porterà al raggiungimento di alcun OSM,

M.

considerando che le recenti crisi dei prodotti alimentari e dei carburanti, insieme alla flessione dell'economia e al cambiamento climatico hanno ritardato gran parte dei progressi fatti nell'ultimo decennio per ridurre la povertà,

N.

considerando che la proprietà della terra incentiva i singoli, le famiglie e le comunità ad assumere il controllo del proprio sviluppo e a garantire la sicurezza alimentare a livello locale,

O.

considerando che i costi relativi all'attenuazione del cambiamento climatico nei paesi in via di sviluppo potrebbero ammontare a circa 100 miliardi di dollari l'anno entro il 2020 (14) e che la contrazione economica costerà almeno altrettanto (15),

P.

considerando che la situazione per i paesi in via di sviluppo «a medio reddito» non deve essere trascurata durante la revisione degli OSM dato che tali paesi continuano a richiedere assistenza nel loro cammino verso il raggiungimento del loro pieno potenziale di sviluppo,

Q.

considerando che i paesi industrializzati sono i principali responsabili del cambiamento climatico e della crisi economico-finanziaria,

R.

considerando che il numero dei lavoratori indigenti e di coloro che hanno un lavoro vulnerabile è in aumento,

S.

considerando che la mancanza di pace e sicurezza, democrazia e stabilità politica spesso impedisce ai paesi poveri di raggiungere il loro pieno potenziale di sviluppo,

T.

considerando che la corruzione distrugge la produttività, crea instabilità e scoraggia gli investimenti esteri,

U.

considerando che i flussi di capitali illeciti provenienti dai paesi in via di sviluppo sono stimati in 641–941 miliardi di dollari USA, e che questi flussi in uscita minano la capacità dei paesi in via di sviluppo di generare risorse proprie e di destinare maggiori fondi alla riduzione della povertà (16),

V.

considerando che, sebbene siano stati compiuti importanti progressi per alcuni degli OSM che riguardano la salute, tre degli OSM salute, e in particolare la mortalità materna, sono quelli più lontani dal raggiungimento,

W.

considerando che il 13 % di tutte le morti materne nei paesi in via di sviluppo è dovuto ad aborti non sicuri, e che questo dato è notevolmente più elevato in Africa (17),

X.

considerando che i finanziamenti per la pianificazione familiare basata sulla donna sono diminuiti significativamente nell'ultimo decennio,

Y.

considerando che, anche se si raggiungeranno tutti gli OSM, vi saranno comunque ancora sfide legate alla povertà e alla sofferenza nei paesi poveri,

Z.

considerando che il mancato rispetto degli impegni assunti per raggiungere gli OSM comporterà sofferenze continue per milioni di persone povere e comprometterà seriamente la fiducia tra il nord e il sud,

I.   Finanziamenti

1.

auspica che il Consiglio europeo di giugno 2010 convenga su una posizione UE ambiziosa e unitaria in vista della riunione delle Nazioni Unite sugli OSM di settembre e che porti a nuovi impegni aggiuntivi, trasparenti, misurabili e orientati ai risultati;

2.

invita gli Stati membri a rispettare gli obblighi da essi assunti nell'ambito del Consenso europeo in materia di sviluppo;

3.

rileva che il conseguimento degli OSM deve rimanere un obiettivo chiave per l'Unione europea; sottolinea che la riduzione della povertà attraverso il raggiungimento degli OSM deve essere riconosciuta in modo inequivocabile come la chiave di volta della politica di sviluppo dell'Unione europea e che questo deve riflettersi chiaramente in tutte le politiche pertinenti, inclusa la politica commerciale e le proposte legislative; ritiene che gli OSM non dovrebbero essere visti come una questione tecnica che si possa risolvere semplicemente fornendo più soldi o maggiori opportunità commerciali senza individuare e affrontare le cause profonde della povertà;

4.

sottolinea che le cifre indicate nella recente relazione ONU denominata «Ripensare la povertà», non sono soltanto allarmanti ma una chiara indicazione che il rischio che non siano rispettati gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio è reale;

5.

invita tutti gli Stati membri a mantenere la promessa dello 0,7 % in aiuti al più tardi entro il 2015;

6.

esorta l'Unione europea e gli Stati membri a mettere in atto misure rafforzate di responsabilità per quanto concerne l'impegno da essi assunto di destinare agli aiuti lo 0,7 % del RNL entro il 2015, tra l'altro avviando un processo di «revisione tra pari degli APS» che esaminerebbe, nell'ambito del Consiglio Affari esteri, i progressi compiuti verso il raggiungimento dell'obiettivo dello 0,7 % entro il 2015, e riferirebbe in proposito al Consiglio europeo e al Parlamento europeo;

7.

invita tutti gli Stati membri ad introdurre misure per gli aiuti allo sviluppo e a definire calendari pluriennali per rispettare i traguardi degli OSM; invita la Commissione a garantire che l'aiuto pubblico allo sviluppo (APS) sia completamente trasparente, e le chiede pertanto di pubblicare gli importi spesi dagli Stati membri per l'APS;

8.

invita l'UE e l'OCSE a non estendere la definizione di aiuto pubblico allo sviluppo (APS) o a non considerare la cancellazione del debito o altri flussi finanziari non facenti parte degli APS quale spesa per gli aiuti;

9.

invita tutti gli Stati membri a diventare più severi in materia di paradisi fiscali, evasione fiscale e flussi finanziari illeciti nell'ambito del quadro del G20 e dell'ONU, e a promuovere maggiore trasparenza, inclusa la divulgazione automatica dei profitti realizzati e delle imposte pagate e un sistema di rendicontazione paese per paese, al fine di consentire ai paesi in via di sviluppo di conservare le proprie risorse per lo sviluppo dei propri paesi;

10.

invita la BEI a rivedere la sua politica relativa ai centri finanziari offshore, sulla base di criteri più rigorosi dell'elenco dell'OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economici) per la definizione delle giurisdizioni vietate e controllate, nonché a garantirne l'attuazione e a fornire relazioni annuali sui progressi compiuti;

11.

invita tutti gli Stati membri e la comunità internazionale ad attivarsi per rendere le rimesse meno costose;

12.

invita tutti gli Stati membri a sostenere le iniziative delle Nazioni Unite e ad adottare misure volte ad aumentare la responsabilità del mutuante e del mutuatario nel contesto delle transazioni relative al debito sovrano;

13.

invita tutti gli Stati membri e la comunità internazionale a rinnovare gli sforzi per alleviare l'onere del debito dei paesi meno sviluppati che abbiano dato prova di responsabilità, trasparenza e buon governo;

14.

invita l'UE a fornire finanziamenti significativi per aiutare le nazioni povere a contrastare gli effetti del cambiamento climatico e la crisi economica; insiste sulla natura puramente accessoria di tali fondi rispetto agli impegni di aiuto esistenti;

15.

invita tutti gli Stati membri a impegnarsi per destinare molte più risorse alla cooperazione allo sviluppo e all'aiuto di emergenza nell'ambito delle prossime prospettive finanziarie e del Fondo europeo di sviluppo;

16.

invita la Commissione europea a utilizzare gli strumenti esistenti di cooperazione con i paesi in via di sviluppo, inclusi i piani d'azione PEV, il partenariato orientale, GSP e GSP+, per meglio definire e attuare misure pratiche volte a favorire la realizzazione degli OSM;

17.

invita tutti gli Stati membri ad aumentare in modo significativo la quantità di aiuti forniti mediante sostegno al bilancio, in particolare attraverso i contratti OSM, ma insiste sul rispetto della democrazia, dei diritti umani, della governance e di altri criteri essenziali nonché sulla necessità di avere verifiche e controlli migliori e più numerosi;

18.

invita gli Stati membri a garantire che l'UE continui a lavorare attraverso l'ampia gamma di strumenti finanziari esistenti a livello globale e nazionale oltre al sostegno di bilancio, incluso il fondo globale contro l'AIDS, la tubercolosi e la malaria, e attraverso altre organizzazioni e meccanismi rilevanti, in particolare le organizzazioni della società civile e le comunità;

19.

invita tutti gli Stati membri a continuare a migliorare il coordinamento dei donatori rendendo disponibili tutti i loro aiuti, in conformità delle dichiarazioni di Parigi e di Accra, riducendo così l'iperframmentazione dei bilanci in materia di assistenza, elemento irrinunciabile per la coerenza e lo svincolo degli aiuti; riconosce inoltre che Stati membri diversi possono offrire conoscenze specifiche in aree geografiche e settori di sviluppo diversi;

II.   Coerenza delle politiche per lo sviluppo

20.

invita la Commissione europea e gli Stati membri ad assicurare che la responsabilità primaria per la programmazione dei fondi per lo sviluppo e per la definizione delle priorità rimanga tra le responsabilità del commissario responsabile per lo sviluppo nella nuova organizzazione istituzionale dell'UE;

21.

invita l'UE a intraprendere azioni concrete contro la povertà, adottando una politica coerente che comprenda le politiche in materia di commercio, cooperazione allo sviluppo e la politica agricola comune e della pesca, al fine di evitare ripercussioni negative dirette o indirette sulle economie dei paesi in via di sviluppo;

22.

invita l'UE a difendere il principio della sicurezza alimentare nei paesi in via di sviluppo e ad insistere, nel quadro dei negoziati in corso all'OMC, sul rispetto di tale principio da parte di tutti gli attori;

23.

ritiene che il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio richieda misure volte a favorire l'accesso alla terra, all'acqua e alle risorse della biodiversità come pure misure per promuovere una politica di sostegno locale all'agricoltura sostenibile nelle piccole aziende agricole;

24.

invita l'UE a controllare gli accordi sulla pesca nella prospettiva dello sviluppo affinché tengano pienamente conto dell'impatto socioeconomico sulle comunità locali, ricorrendo in particolare a un sostegno settoriale europeo a lungo termine e a un meccanismo grazie al quale gli armatori coprono una discreta porzione dei costi di accesso per la flotta europea;

25.

invita l'UE a non fare pressioni sui paesi poveri con la sua politica commerciale affinché questi ultimi aprano settori di mercato vulnerabili quando il livello di sviluppo impedisce loro di concorrere equamente a livello globale, rafforzando nel contempo l'approccio a favore dei poveri nel quadro della politica dell'UE di aiuti al commercio;

26.

invita l'UE a battersi per arrivare a una conclusione tempestiva e orientata allo sviluppo del ciclo di negoziati di Doha dell'OMC;

27.

chiede che una valutazione dei rischi del cambiamento climatico sia sistematicamente inserita in tutti gli aspetti della pianificazione strategica e del processo decisionale, compresi il commercio, l'agricoltura e la sicurezza alimentare; chiede che i risultati di tale valutazione siano utilizzati per formulare orientamenti chiari sulla politica di cooperazione allo sviluppo sostenibile;

28.

sottolinea che vi è la necessità di un'efficace risposta globale al problema del cambiamento climatico, che veda i paesi industrializzati assumere le proprie responsabilità nonché un ruolo di guida nella lotta contro gli effetti dei gas serra, che, se non sono affrontati, minacceranno gli OSM;

29.

invita l'UE e gli Stati membri, che sono parti contraenti del protocollo alla convenzione di Espoo relativo alla valutazione strategica ambientale, a conformarsi appieno con le disposizioni del protocollo nel momento in cui contribuiscono a sviluppare programmi e progetti pubblici nei paesi in via di sviluppo;

30.

è persuaso che il commercio possa fungere da potente motore della crescita economica, anche se il commercio non può da solo risolvere i problemi di sviluppo; ritiene che il lento progresso dei negoziati del ciclo di Doha ostacoli il contributo del sistema commerciale internazionale agli OSM; sottolinea che una conclusione positiva del ciclo di Doha potrebbero contribuire alla realizzazione di un pacchetto di rilancio economico a livello globale; prende atto dei recenti studi dell'UNCTAD e di altre istituzioni che dimostrano che l'ampia liberalizzazione commerciale nei PMS si è raramente tradotta in una riduzione sostenuta e consistente della povertà e ha invece contribuito a un peggioramento delle condizioni degli scambi nei PVS, in particolare nei paesi africani;

31.

sottolinea l'importanza di sforzi per facilitare l'integrazione dei paesi in via di sviluppo nell'economia mondiale; ribadisce che l'apertura al commercio e il sostegno per la fornitura di capacità sono elementi importanti in qualsiasi strategia coerente di sviluppo e che iniziative di assistenza tecnica riguardanti gli scambi rappresentano un ulteriore strumento per affrontare l'eliminazione della povertà e del sottosviluppo;

32.

ricorda che migliorare la capacità commerciale dei paesi in via di sviluppo e dei paesi meno sviluppati potrebbe aiutare questi stessi paesi ad acquisire le infrastrutture e le competenze connesse al commercio necessarie per attuare e beneficiare degli accordi dell'OMC, estendere i propri scambi commerciali, trarre giovamento da opportunità commerciali nuove ed esistenti, applicare i nuovi accordi e adeguarsi ai cambiamenti del contesto commerciale esterno;

33.

accoglie con favore le iniziative a livello UE e dell'OMC nel settore del commercio con i paesi in via di sviluppo, in particolare l'iniziativa Everything But Arms (EBA), SPG e SPG +, così come il principio di asimmetria e periodi di transizione negoziati in tutti gli attuali accordi di partenariato economico (APE) e chiede alla Commissione di consolidare questa strategia politica; sottolinea che il sistema SPG prevede maggiore stabilità, prevedibilità e opportunità commerciali per i suoi utenti; osserva che preferenze supplementari sono concesse (attraverso il sistema SPG) ai paesi che hanno ratificato ed effettivamente applicato le principali convenzioni internazionali in materia di sviluppo sostenibile, diritti sociali e buona governance;

34.

invita la Commissione a migliorare il tenore riguardante lo sviluppo negli attuali negoziati bilaterali di libero scambio e OMC;

35.

rammenta che la strategia di aiuti per il commercio ha lo scopo di fornire sostegno ai paesi poveri e vulnerabili nello sviluppo degli strumenti e delle infrastrutture economiche di base di cui hanno bisogno per fare del commercio un motore di sviluppo e crescita economica; si compiace delle dichiarazioni rilasciate dalla Commissione secondo la quale l’UE ha già raggiunto il suo obiettivo di impegnare 2 miliardi di euro per l’aiuto collegato al settore degli scambi (TRA) entro il 2010, visto che il sostegno globale al TRA da parte dell'UE e dei suoi Stati membri nel 2008 ha raggiunto 2,15 miliardi di euro (1,14 miliardi dagli Stati membri e 1,01 miliardi dall'UE) e rileva che sono stati raggiunti risultati importanti anche per quanto riguarda la più ampia agenda di aiuto agli scambi – tra cui il settore dei trasporti e dell’energia, i settori produttivi e l’aggiustamento nel settore degli scambi; invita comunque la Commissione a presentare informazioni dettagliate (complete di cifre) sulle linee di bilancio destinate al finanziamento dell'assistenza in campo commerciale e degli aiuti al commercio;

36.

sollecita la Commissione e gli Stati membri a prestare maggiore attenzione e sostegno ai paesi meno sviluppati al fine di aumentare complessivamente i finanziamenti dell'Unione europea per il commercio che non hanno goduto di recente di un aumento sostanziale; ritiene che, poiché l'integrazione regionale diventa sempre più importante nel contesto degli aiuti dell'Unione europea per l'agenda del commercio, dovrebbero essere potenziati gli sforzi al fine di completare i pacchetti di aiuto regionale ACP per il commercio; ritiene che sia possibile migliorare l'efficacia degli aiuti, aumentando analisi congiunte, le strategie di risposta comune e la fornitura congiunta degli aiuti per le misure commerciali;

37.

reputa che la dimensione sud-sud stia diventando una componente sempre più importante nell'ambito del commercio mondiale e che potrebbe divenire sempre più pertinente ai fini della garanzia dello sviluppo dei paesi più poveri e che dovrebbe essere promossa e sostenuta;

III.   Traguardi prioritari degli OSM

38.

invita l'UE a mantenere un approccio integrato ed esaustivo nei confronti degli OSM, prendendo atto che tutti i singoli obiettivi sono legati tra loro e fissando requisiti minimi per giungere all'eliminazione della povertà;

Sanità pubblica e istruzione

39.

invita tutti gli Stati membri e la Commissione a destinare almeno il 20 % di tutte le spese per lo sviluppo a sanità e istruzione di base, ad aumentare i propri contributi al Fondo globale contro l'AIDS, la tubercolosi e la malaria e ad aumentare i propri finanziamenti destinati ad altri programmi volti a potenziare i sistemi sanitari, nonché a dare priorità alla salute materna e agli sforzi per combattere la mortalità infantile;

40.

invita i paesi in via di sviluppo a spendere almeno il 15 % del proprio bilancio nazionale a favore dell'assistenza sanitaria e a rafforzare i loro sistemi di assistenza sanitaria;

41.

invita l'UE e i paesi in via di sviluppo a promuovere il libero accesso all'assistenza sanitaria e all'istruzione;

42.

invita tutti gli Stati membri e la Commissione a contrastare la preoccupante riduzione dei finanziamenti per l'igiene sessuale e riproduttiva e i diritti connessi nei paesi in via di sviluppo e ad appoggiare le politiche in materia di pianificazione familiare volontaria, aborto sicuro, trattamento delle malattie sessualmente trasmissibili e fornitura di materiale sanitario per la riproduzione costituito da medicinali salvavita e contraccettivi, inclusi i preservativi;

43.

chiede alla Commissione, agli Stati membri e ai paesi in via di sviluppo di affrontare l'OSM 5 (relativo al miglioramento della salute materna), l'OSM 4 (relativo alla mortalità infantile) e l'OSM 6 (relativo all'HIV/AIDS, alla malaria e alla tubercolosi) in modo coerente ed olistico con l'OSM 3 (relativo alle pari opportunità e all'emancipazione femminile);

44.

chiede che i documenti strategici nazionali e regionali sottolineino la necessità di una legislazione contro la violenza e la discriminazione nei confronti delle donne, promuovano la partecipazione delle donne al processo decisionale e pongano ulteriore accento sulla necessità di politiche sensibili alle questioni di genere;

45.

ribadisce il fatto che l'UE dovrebbe sostenere i paesi in via di sviluppo che utilizzano le cosiddette flessibilità incluse nell'accordo TRIPS per fornire farmaci a prezzi ragionevoli nell'ambito dei programmi nazionali di sanità pubblica; sottolinea che tali accordi che garantiscono l'accesso ai farmaci generici non devono essere compromessi dagli accordi di libero scambio;

Gruppi vulnerabili

46.

invita l'UE a destinare almeno metà dei suoi aiuti ai PMS e ad individuare all'interno di essi i gruppi più bisognosi, concentrandosi in particolare sulle donne, sui bambini e sui disabili e a integrare più efficacemente gli interessi dei gruppi vulnerabili nelle sue strategie di sviluppo;

47.

sostiene a tale riguardo la proposta della Commissione di riassegnare i finanziamenti ai paesi che registrano il maggiore ritardo nel quadro della revisione intermedia 2010 dei programmi ACP;

48.

invita l'UE e i paesi in via di sviluppo a prestare particolare attenzione ai diritti delle minoranze e insiste affinché l'UE inserisca clausole non negoziabili relative ai diritti dell'uomo e alla non discriminazione nei suoi accordi internazionali, con riferimento fra l'altro alle discriminazioni fondate sul genere, la razza o l'origine etnica, la religione o le convinzioni personali, la disabilità, l'età o l'orientamento sessuale e alle discriminazioni nei confronti delle persone affette da HIV/AIDS;

Libertà dalla fame

49.

invita l'UE e i governi partner ad aumentare gli investimenti nell'agricoltura e nella sicurezza alimentare a livelli tali da garantire a tutti la libertà dalla fame, con particolare attenzione ai bisogni alimentari urgenti, all'agricoltura su piccola scala e ai programmi di protezione sociale;

50.

invita la Commissione a promuovere la proprietà dei terreni quale strumento per ridurre la povertà e garantire la sicurezza alimentare, rafforzando i diritti di proprietà e facilitando l'accesso al credito per gli agricoltori, le piccole imprese e le comunità locali;

Lavoro dignitoso

51.

esprime profonda preoccupazione per l'attuale acquisizione di terreni agricoli (specialmente in Africa) da parte di investitori stranieri che godono dell'appoggio dei governi, fenomeno che potrebbe pregiudicare la sicurezza alimentare locale e determinare gravi ed estese conseguenze nei paesi in via di sviluppo; sollecita le Nazioni Unite e l'Unione europea ad affrontare gli effetti negativi dell'acquisizione di terreni agricoli (compresa l'espropriazione dei piccoli agricoltori e l'utilizzo non sostenibile della terra e dell'acqua), riconoscendo il diritto della popolazione a controllare i terreni agricoli e altre risorse naturali vitali;

52.

invita gli Stati membri e la Commissione a potenziare i loro sforzi nella lotta contro il lavoro minorile, sia sostenendo programmi specifici che mediante linee guida sulle politiche di sviluppo e il commercio internazionale;

53.

invita l'UE e i governi dei paesi in via di sviluppo a dare un sostegno valido al Patto globale per l'occupazione dell'OIL e ad applicare efficacemente tutti gli aspetti dell'agenda per il lavoro dignitoso;

54.

invita la Commissione a monitorare la tutela sociale dei lavoratori, il dialogo sociale e le norme fondamentali del lavoro nei paesi in via di sviluppo e, dove necessario, offrire incentivi e applicare sanzioni attraverso accordi commerciali e tutti gli altri strumenti disponibili;

IV.   Governance

55.

invita la Banca mondiale e l'FMI ad assegnare una percentuale più equa dei diritti di voto alle nazioni sottorappresentate, garantendo che mutuatari e mutuanti abbiano uguali quote di voto a breve termine e che i prestiti non pregiudichino i principi di proprietà quali sanciti a Parigi e Accra;

56.

invita l'FMI ad alzare i livelli di accesso dei paesi a basso reddito ai suoi strumenti di prestito e ad aumentare la quota di diritti speciali di prelievo per i paesi a basso reddito secondo le loro esigenze;

57.

intende, durante la procedura di codecisione per la prossima revisione del mandato esterno della Banca europea per gli investimenti, garantire che essa rispetti i suoi obblighi in materia di sviluppo e gestire le risorse della BEI in modo più adeguato alle esigenze dei paesi in via di sviluppo, prevedendo strumenti di prestito a favore dei poveri che siano reciprocamente efficaci;

58.

invita tutti gli Stati membri e la comunità internazionale ad assicurare che le Nazioni Unite rimangano il forum privilegiato per affrontare le questioni di governance globale e quelle relative alla povertà;

59.

invita le autorità dell'UE e dell'UA a mostrare una rinnovata volontà politica nel partenariato strategico Africa-UE e a impiegare le risorse specifiche che consentiranno a quest'ultimo di raggiungere il suo pieno potenziale;

60.

invita l'UE e la comunità internazionale a promuovere e sostenere la democrazia, la pace, lo Stato di diritto e un'amministrazione pubblica non corrotta nei paesi in via di sviluppo;

61.

invita l'Unione europea e la comunità internazionale ad un impegno straordinario per il sostegno all'amministrazione pubblica nei paesi in via di sviluppo con lo scopo specifico di combattere la corruzione e sviluppare un contesto amministrativo trasparente, equo e corretto anche riconoscendo il ruolo essenziale degli attori non statali e dei soggetti della società civile;

62.

invita con urgenza tutti i paesi in via di sviluppo a sottoscrivere la convenzione ONU contro la corruzione e ad attuarne concretamente ed efficacemente le disposizioni e a concordare forme di monitoraggio dei progressi;

63.

prende atto della necessità che i paesi in via di sviluppo migliorino le norme contabili internazionali, al fine di evitare prassi di elusione ed evasione fiscale, conseguendo in tal modo una migliore governance fiscale globale;

64.

invita i paesi in via di sviluppo a coinvolgere i parlamenti, i governi locali, la società civile e altri attori non statali in tutte le fasi della definizione e attuazione delle politiche;

65.

invita i paesi in via di sviluppo, in particolare quelli che usufruiscono maggiormente degli aiuti dell'Unione europea, a potenziare il buon governo in tutte le questioni pubbliche, in particolare nella gestione degli aiuti ricevuti, e sollecita la Commissione ad adottare tutte le misure necessarie per garantire un'attuazione trasparente e efficiente degli aiuti;

66.

riconosce il legame fondamentale tra sicurezza e sviluppo e nota con preoccupazione la mancanza di progressi nel conseguimento di una soluzione pacifica dei conflitti latenti nei paesi vicini dell'UE e oltre, e sollecita l'UE a rivedere i suoi sforzi in tale area;

67.

invita l'UE ad avviare un dialogo ambizioso e costruttivo con tutti i donatori tradizionali e quelli emergenti al fine di assicurare che gli OSM siano realizzati e che la riduzione della povertà rimanga al primo posto dell'agenda globale;

*

* *

68.

incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri e al Segretario generale delle Nazioni Unite.


(1)  GU C 46 del 24.2.2006, pag. 1.

(2)  Conclusioni del Consiglio 9558/2007, 15 maggio 2007.

(3)  COM(2005)0134 def.

(4)  GU L 378 del 27.12.2006, pag. 41.

(5)  COM(2010)0159 def.

(6)  Causa C-155/07, Parlamento europeo/Consiglio dell'Unione europea; GU C 327 del 20.12.2008, pag. 2.

(7)  GU C 293 E del 2.12.2006, pag. 316.

(8)  GU C 146 E del 12.6.2008, pag. 232.

(9)  GU C 295 E del 4.12.2009, pag. 62.

(10)  GU C 117 E del 6.5.2010, pag. 15.

(11)  Testi approvati, P7_TA(2010)0089.

(12)  «Aid Effectiveness Agenda: Benefits of a European Approach» (Agenda dell'efficacia degli aiuti: vantaggi di un approccio europeo), Commissione europea, ottobre 2009.

(13)  «Migration and Remittance Trends 2009», Banca mondiale, novembre 2009.

(14)  «Maggiori finanziamenti internazionali per il clima: una proposta europea in vista di Copenaghen», COM(2009) 0475/3.

(15)  Swimming Against the Tide: How Developing Countries are Coping with the Global Crisis, World Bank, March 2009.

(16)  Prof. Guttorm Schjelderup, audizione al Parlamento europeo del 10 novembre 2009.

(17)  «Facts on Induced Abortion Worldwide», Organizzazione mondiale della sanità e Guttmacher Institute, 2007.