31.5.2011   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

CE 161/136


Giovedì 20 maggio 2010
La necessità di una strategia europea per il Caucaso meridionale

P7_TA(2010)0193

Risoluzione del Parlamento europeo del 20 maggio 2010 sull'esigenza di una strategia UE per il Caucaso meridionale (2009/2216(INI))

2011/C 161 E/20

Il Parlamento europeo,

viste le sue precedenti risoluzioni sul Caucaso meridionale, fra le quali la risoluzione del 15 novembre 2007 sullo sviluppo della Politica europea di vicinato (PEV) (1) e le risoluzioni del 17 gennaio 2008 su una politica UE più efficace per il Caucaso meridionale (2) e su un approccio in materia di politica regionale per il Mar Nero (3),

viste le sue recenti risoluzioni del 17 dicembre 2009 sull'Azerbaigian: libertà di espressione (4), del 3 settembre 2008 sulla Georgia (5); del 5 giugno 2008 sul peggioramento della situazione in Georgia (6); e del 13 marzo 2008 sull'Armenia (7),

vista la Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio, del 3 dicembre 2008, intitolata «Partenariato orientale» (COM(2008)0823),

vista la dichiarazione comune del vertice di Praga sul partenariato orientale in data 7 maggio 2009,

visti i piani d’azione per la PEV approvati con l’Armenia, l’Azerbaigian e la Georgia nel novembre 2006 nonché lo Strumento europeo di vicinato e partenariato (ENPI), strettamente collegato all’attuazione di tali piani,

viste le relazioni sui progressi compiuti nell'ambito della politica europea di vicinato da Armenia, Azerbaigian e Georgia, approvate dalla Commissione il 23 aprile 2009,

visti i documenti strategici per paese 2007–2013 e i programmi indicativi nazionali 2007-2010 a titolo dell’ENPI concordati per l’Armenia, l’Azerbaigian e la Georgia,

vista la revisione intermedia dei documenti di programmazione ENPI per l'Armenia, l'Azerbaigian e la Georgia,

visti gli accordi di partenariato e cooperazione conclusi con Armenia, Azerbaigian e Georgia nel 1996,

viste le relative relazioni di monitoraggio dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa,

vista la relazione della commissione d'inchiesta internazionale sul conflitto in Georgia pubblicata il 30 settembre 2009 (relazione Tagliavini),

visto l'articolo 48 del suo regolamento,

visti la relazione della commissione per gli affari esteri e il parere della commissione per il commercio internazionale (A7–0123/2010),

A.

considerando che, in occasione del Consiglio Affari esteri dell'8 dicembre 2009, l'Unione europea ha ribadito la sua intenzione di promuovere la stabilità, la cooperazione, la prosperità e il buon governo in tutto il Caucaso meridionale, anche mediante programmi di assistenza tecnica,

B.

considerando che, in seguito alla guerra scoppiata in Georgia nell’agosto 2008, al positivo intervento dell’UE per raggiungere un accordo di cessate il fuoco e alla necessità di impegnarsi ulteriormente per garantirne la piena attuazione, l’UE è diventata un attore importante per la sicurezza nella regione, grazie all’invio della missione UE di monitoraggio, al varo di un importante programma di assistenza postbellica e all’avvio di una missione d’informazione sulle cause e l’andamento della guerra,

C.

considerando che nel 2009 si sono intensificati i negoziati per la risoluzione del conflitto del Nagorno-Karabakh mediati dal gruppo di Minsk dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE),

D.

considerando che alle persone costrette a sfollare dalle zone di conflitto del Caucaso meridionale è tuttora negato il diritto di tornare alle proprie case; che i tre paesi hanno avviato programmi per l’integrazione locale dei propri profughi e sfollati interni, ma sono tuttora confrontati a varie difficoltà che ne ostacolano la riuscita; che i rifugiati e i profughi interni non dovrebbero essere utilizzati dalle autorità interessate come strumenti politici nei conflitti,

E.

considerando che la firma nell’ottobre 2009, da parte dell’Armenia e della Turchia, dei protocolli relativi all’instaurazione e allo sviluppo di relazioni diplomatiche e all’apertura del loro confine comune costituiscono un passo promettente, cui non ha però fatto seguito la ratifica,

F.

considerando che i conflitti congelati sono un impedimento allo sviluppo economico e sociale e ostacolano il miglioramento del tenore di vita della regione del Caucaso meridionale nonché il pieno sviluppo del partenariato orientale della PEV; che una soluzione pacifica dei conflitti è essenziale per la stabilità nel vicinato UE; che occorrerebbe compiere ulteriori sforzi per individuare settori di interesse comune che permettano di superare le divergenze, facilitare il dialogo nonché promuovere la cooperazione regionale e le opportunità di sviluppo,

G.

considerando che l’UE rispetta i principi di sovranità e integrità territoriale nelle sue relazioni con gli Stati del Caucaso meridionale,

H.

considerando che il partenariato orientale offre nuove possibilità di approfondimento delle relazioni bilaterali e introduce altresì la cooperazione multilaterale,

I.

considerando che il partenariato orientale mira ad accelerare le riforme, il ravvicinamento delle normative e l’integrazione economica e a fornire sostegno concreto al consolidamento della statualità e dell’integrità territoriale dei paesi partner, si basa sui principi di condizionalità, differenziazione e titolarità congiunta e prevede la negoziazione di nuovi accordi di associazione, che richiederanno l'approvazione del Parlamento europeo,

J.

considerando che l’Assemblea parlamentare del vicinato orientale dell'UE (EURONEST) deve essere ufficialmente costituita come meccanismo multilaterale indispensabile di dialogo interparlamentare rafforzato tra il Parlamento europeo e i sei partner orientali dell’UE, tra cui Armenia, Azerbaigian e Georgia, al fine di avvicinare maggiormente questi paesi all’UE,

K.

considerando che la situazione nella regione del Caucaso meridionale richiede una politica sempre più proattiva nell’impegno dell’UE in questa zona e che l’avvio del partenariato orientale e l’entrata in vigore del trattato di Lisbona costituiscono una buona occasione per definire una strategia dell’UE nei confronti del Caucaso meridionale,

1.

ribadisce che il principale obiettivo dell’UE nella regione è incoraggiare lo sviluppo dell'Armenia, dell'Azerbaigian e della Georgia in paesi aperti, pacifici, stabili e democratici, disposti a instaurare relazioni di buon vicinato e in grado di trasformare il Caucaso meridionale in una regione di pace sostenibile, stabilità e prosperità al fine di rafforzare l'integrazione di tali paesi nelle politiche europee; ritiene che l'UE debba svolgere un ruolo politico sempre più attivo per raggiungere questo obiettivo, mettendo a punto uno strategia che unisca i suoi poteri morbidi con un approccio fermo, d'intesa con i paesi della regione e completato da politiche bilaterali;

Questioni di sicurezza e risoluzione pacifica dei conflitti

2.

sottolinea che il mantenimento dello status quo nei conflitti della regione è inaccettabile e insostenibile, dal momento che comporta il rischio costante di una escalation delle tensioni e di una ripresa delle ostilità armate; ritiene che tutte le parti dovrebbero impegnarsi attivamente per raggiungere la stabilità e la pace; raccomanda programmi transfrontalieri e al dialogo tra le società civili quali strumenti per trasformare i conflitti e instaurare fiducia al di là delle linee di divisione; sottolinea che l’UE ha un importante ruolo da svolgere nel contribuire alla cultura del dialogo nella regione e nel garantire l’attuazione delle pertinenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell’ONU, fra le quali la risoluzione del Consiglio di sicurezza ONU 1325 (2000);

3.

fa presente che la gestione e la risoluzione dei conflitti nonché il dialogo di base richiedono, tra l’altro, il riconoscimento dei diritti e dei legittimi interessi di tutte le parti e comunità interessate, la disponibilità a rivedere l’interpretazione di eventi passati e a raggiungere una comprensione comune degli eventi passati, la volontà di superare l’odio e la paura, la propensione al compromesso su posizioni massimaliste, la rinuncia a posizioni revansciste e la disponibilità a discutere autentiche concessioni, per essere in grado di consolidare la stabilità e la prosperità;

4.

rileva l’importanza di prevenire i conflitti, anche attraverso il rispetto dei diritti di tutti i membri delle minoranze nazionali, la tolleranza religiosa e sforzi volti a rafforzare la coesione economica e sociale;

5.

sottolinea la responsabilità degli attori esterni nell'utilizzare le loro prerogative e la loro influenza in modo pienamente conforme al diritto internazionale, compresa la normativa in materia di diritti dell'uomo; ritiene che dovrebbe essere attuata un'ulteriore ed equilibrata cooperazione tra attori esterni nella regione per contribuire al conseguimento di una risoluzione pacifica dei conflitti; ritiene inaccettabile che attori esterni introducano condizioni per il rispetto della sovranità e dell’integrità territoriale degli Stati del Caucaso meridionale;

Il conflitto del Nagorno-Karabakh

6.

accoglie favorevolmente il ritmo dinamico dei negoziati sul conflitto nel Nagorno-Karabakh evidenziato dai sei incontri tra i presidenti di Armenia e Azerbaigian svoltisi nel corso del 2009 nello spirito della Dichiarazione di Mosca; invita le parti a intensificare i loro sforzi per i negoziati di pace in vista di una soluzione nei prossimi mesi, a mostrare un atteggiamento più costruttivo e ad abbandonare le preferenze a perpetuare lo status quo creato con la forza e senza legittimità internazionale, causando quindi instabilità e prolungando le sofferenze delle popolazioni colpite dalla guerra; condanna l’idea di una soluzione militare e le pesanti conseguenze della forza militare già usata e chiede ad entrambe le parti di evitare ulteriori violazioni del cessate il fuoco del 1994;

7.

sostiene appieno gli sforzi di mediazione del gruppo di Minsk dell’OSCE, i principi fondamentali contenuti nel documento di Madrid e la dichiarazione dei paesi copresidenti del gruppo di Minsk in data 10 luglio 2009 a margine del vertice G8 dell'Aquila; invita la comunità internazionale a dimostrare coraggio e la volontà politica di contribuire a risolvere gli aspetti più problematici che continuano ad ostacolare il raggiungimento di un accordo;

8.

è profondamente preoccupato dal fatto che le centinaia di migliaia di rifugiati e profughi interni fuggiti dalle proprie case durante o a causa del conflitto nel Nagorno-Karabakh sono tuttora sfollate e non hanno diritti, compreso il diritto di rientrare, i diritti di proprietà e il diritto alla sicurezza personale; chiede a tutte le parti di riconoscere in modo inequivocabile e senza riserve tali diritti e la necessità di una rapida realizzazione e di una rapida soluzione a questo problema che rispetti i principi del diritto internazionale; chiede, a tal proposito, il ritiro delle forze armene da tutti i territori occupati dell'Azerbaigian, unitamente all'invio di forze internazionali da organizzare ai sensi della Carta delle Nazioni Unite affinché possano fornire le necessarie garanzie di sicurezza per un periodo di transizione, il che garantirà la sicurezza della popolazione del Nagorno-Karabakh e permetterà il ritorno degli sfollati interni alle proprie case e la prevenzione di ulteriori conflitti provocati dalla mancanza di una casa; chiede alle autorità armene e azere e ai leader delle relative comunità di dar prova del loro impegno a creare relazioni pacifiche fra le etnie, preparando concretamente il rientro degli sfollati; ritiene che la situazione dei profughi e degli sfollati interni dovrebbe essere affrontata secondo standard internazionali, tenendo conto anche della recente raccomandazione 1877 (2009) dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa dal titolo «I popoli dimenticati dell’Europa: proteggere i diritti umani degli sfollati di lunga durata»;

9.

sottolinea la necessità di reali sforzi per spianare la strada a una pace duratura; invita tutte le autorità interessate ad evitare politiche provocatorie, dichiarazioni retoriche e dai toni accesi nonché la manipolazione della storia; esorta i leader di Armenia e Azerbaigian ad agire in modo responsabile, a smorzare i toni e a preparare il terreno affinché l'opinione pubblica accetti e comprenda appieno i benefici di una soluzione globale;

10.

ritiene che dovrebbe essere rapidamente abbandonata la tesi secondo cui il Nagorno-Karabakh comprende tutte le terre azere che circondano il Nagorno-Karabakh; rileva che uno status provvisorio del Nagorno-Karabakh potrebbe offrire una soluzione finché non sia deciso lo status definitivo e che essa potrebbe creare un quadro temporaneo per la coesistenza pacifica e la cooperazione delle comunità armena e azera nella regione;

11.

sottolinea che la sicurezza per tutti è un elemento indispensabile di qualsiasi accordo; riconosce l’importanza di adeguati accordi di mantenimento della pace in linea con le norme internazionali in materia di diritti dell'uomo che comprendano aspetti sia militari che civili; invita il Consiglio ad esplorare la possibilità di sostenere il processo di pace con le missioni di politica comune di sicurezza e difesa (PCSD), inviando ad esempio un’ampia missione di monitoraggio in loco che potrebbe facilitare la creazione di una forza internazionale di mantenimento della pace, una volta reperita una soluzione politica;

Il riavvicinamento Armenia-Turchia

12.

accoglie con favore i protocolli relativi all’instaurazione e allo sviluppo di relazioni diplomatiche tra l’Armenia e la Turchia che, tra l’altro, prevedono l’apertura del confine comune; invita entrambe le parti a cogliere quest’occasione per migliorare le loro relazioni procedendo alla ratifica e all’attuazione di detti protocolli senza condizioni preliminari e in un arco di tempo ragionevole; sottolinea che il riavvicinamento tra l’Armenia e la Turchia e i negoziati del gruppo di Minsk dell'OSCE sono processi distinti che dovrebbero avanzare seguendo la propria logica; osserva tuttavia che gli sviluppi in uno dei due processi potrebbero avere un forte impatto, potenzialmente molto positivo, per la regione nel suo insieme;

I conflitti in Georgia

13.

ribadisce il suo incondizionato sostegno alla sovranità, all’integrità territoriale e all’inviolabilità delle frontiere della Georgia riconosciute a livello internazionale e chiede alla Russia di rispettarli; incoraggia le autorità georgiane a compiere ulteriori sforzi per pervenire a una risoluzione dei conflitti interni del paese in Abkhazia e nell’Ossezia meridionale; accoglie con favore la relazione Tagliavini e ne condivide le principali osservazioni e conclusioni; auspica che le ampie informazioni di base fornite dalla relazione possano essere utilizzate per procedimenti dinanzi al Tribunale penale internazionale (TPI) e da parte di singoli cittadini per quanto riguarda le violazioni della Convenzione europea sui diritti dell’uomo (CEDU); sostiene il mandato della missione di monitoraggio UE (MMUE) e ne chiede l'ulteriore estensione; invita la Russia e le autorità de facto delle regioni separatiste dell'Abkhazia e dell'Ossezia meridionale ad astenersi dal bloccarne in parte l'attuazione;

14.

rileva con soddisfazione che la comunità internazionale respinge quasi all'unanimità la dichiarazione unilaterale di indipendenza dell’Ossezia meridionale e dell’Abkhazia; deplora il riconoscimento dell'indipendenza dell'Abkhazia e dell’Ossezia meridionale da parte della Federazione russa in quanto contrario al diritto internazionale; chiede tutte le parti di rispettare l’accordo sul cessate il fuoco del 2008 e di garantire la sicurezza e il libero accesso al personale della MMUE in loco e chiede alla Russia di onorare l’impegno a ritirare le sue truppe sulle posizioni occupate prima dello scoppio della guerra nell’agosto 2008; prende atto con profonda preoccupazione dell’accordo concluso il 17 febbraio 2010 tra la Federazione russa e le autorità de facto dell’Abkhazia sulla creazione di una base militare russa in Abkhazia senza il consenso del governo della Georgia e rileva che tale accordo è in contrasto con gli accordi di cessate il fuoco del 12 agosto e dell’8 settembre 2008;

15.

sottolinea l'importanza di tutelare la sicurezza e i diritti delle persone che vivono tuttora all'interno delle regioni separatiste, promuovere il rispetto del diritto degli sfollati di origine georgiana di rientrare in condizioni di sicurezza e dignità, arrestare il processo di passaportizzazione coatta, mitigare il carattere di «cortina di ferro» dei confini de facto e ottenere la possibilità per l’UE e altri soggetti internazionali di prestare assistenza alla popolazione nelle due regioni; sottolinea la necessità di definire obiettivi a breve e a medio termine più chiari da questo punto di vista; incoraggia la Georgia a proseguire l'applicazione del proprio piano d'azione per gli sfollati interni e ad assisterli entro i confini del proprio territorio;

16.

sottolinea la necessità di affrontare la dimensione georgiano-abkhaza e georgiano-sudosseta dei conflitti e garantire che i diritti e le preoccupazioni di tutte le popolazioni coinvolte siano presi in considerazione allo stesso modo; sottolinea che l’isolamento dell’Abkhazia e dell’Ossezia meridionale è controproducente per la soluzione del conflitto e si compiace della strategia nazionale sul coinvolgimento attraverso la cooperazione, adottata il 27 gennaio 2010; incoraggia le autorità georgiane a consultare tutti i soggetti interessati per quanto riguarda l'elaborazione di un piano d'azione per l'attuazione di questa strategia; rileva l’importanza di misure volte a costruire la fiducia e dei contatti interpersonali al di là del conflitto; incoraggia inoltre l'UE a promuovere progetti in materia di libera circolazione tra le persone interessate lungo le linee di confine amministrativo;

17.

ritiene che le discussioni di Ginevra rivestano grande importanza, in quanto offrono l’unica sede in cui tutte le parti del conflitto sono rappresentate e i tre principali attori internazionali – UE, OSCE e ONU – lavorano in stretta cooperazione per la sicurezza e la stabilità della regione; deplora che il potenziale di questa sede non abbia ancora prodotto risultati tangibili e che continuino a verificarsi incidenti sulla linea del cessate il fuoco, nonostante l'opportuna istituzione del meccanismo di prevenzione e reazione agli incidenti; chiede alle parti di sfruttare appieno il meccanismo e le sue potenzialità per il rafforzamento della fiducia reciproca; esorta la Vicepresidente della Commissione/Alto Rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell'Unione a compiere ogni sforzo per imprimere nuovo slancio a questi colloqui al fine di riuscire a stabilizzare in modo soddisfacente la situazione e di attuare pienamente l’accordo di cessate il fuoco dell’agosto 2008;

Progressi verso la democratizzazione e rispetto dei diritti dell'uomo e dello Stato di diritto

18.

sottolinea che la democratizzazione, il buon governo, il pluralismo politico, lo Stato di diritto, i diritti dell'uomo e le libertà fondamentali rivestono importanza capitale per determinare le future relazioni di Armenia, Azerbaigian e Georgia con l’UE; invita tali paesi a compiere rinnovati sforzi per applicare pienamente il piano d'azione della PEV e chiede alla Commissione di continuare ad assisterli in tali sforzi; è preoccupato per i limitati progressi compiuti in questo ambito dai paesi nella regione del Caucaso meridionale, come indicato nelle relazioni di avanzamento del 2009 elaborate dalla Commissione e raccolto dalle raccomandazioni del Consiglio d'Europa; accoglie con favore l’avvio del dialogo sui diritti dell'uomo tra l’UE, la Georgia e l’Armenia ed esorta l’Azerbaigian e l'UE a finalizzare le discussioni su una equivalente struttura di cooperazione;

19.

evidenzia l'importanza di attuare ulteriori riforme democratiche e il ruolo essenziale del dialogo politico e della cooperazione come strumenti per sviluppare il consenso nazionale; sottolinea l’importanza di rafforzare istituzioni democratiche più indipendenti, trasparenti e più forti, compresa una magistratura indipendente, di rafforzare il controllo parlamentare sull'esecutivo e garantire un democratico passaggio di potere, sostenendo e attribuendo responsabilità alla società civile e sviluppando i contatti interpersonali per promuovere la democrazia e lo Stato di diritto; rileva il lento progresso nella democratizzazione, nonostante gli impegni assunti;

20.

fa presente la corruzione tuttora molto diffusa nella regione e chiede alle autorità di intensificare le misure volte ad arginarla, in quanto essa mette a repentaglio la crescita economica e lo sviluppo sociale e politico dei paesi interessati; ritiene che occorra prestare maggiore attenzione alla lotta ai monopoli nonché alle assunzioni nei servizi pubblici; si compiace dei progressi compiuti dalla Georgia nella lotta alla corruzione;

21.

prende atto delle elezioni svoltesi di recente nei paesi della regione; sottolinea l'importanza di elezioni libere ed eque che si svolgano in conformità con gli impegni e gli standard internazionali e la necessità che questi paesi compiano ulteriori sforzi per l'adozione e l'attuazione delle riforme per raggiungere questi standard, anche al fine di rafforzare i meccanismi di controllo post-elettorali e garantire un'adeguata indagine e responsabilità per qualsiasi violenza post-elettorale; evidenzia il ruolo dell'UE nel fornire assistenza tecnica e garantire un monitoraggio elettorale internazionale e indipendente; ribadisce la posizione secondo cui l’Unione europea non riconosce il quadro costituzionale e giuridico in cui si svolgono le elezioni nei territori separatisti e difende i diritti politici degli sfollati;

22.

ritiene che la libertà di espressione sia un diritto e un principio fondamentale, che il ruolo dei media sia essenziale e sottolinea l'esigenza che i media siano liberi e indipendenti; è preoccupato per le restrizioni alla libertà di espressione e la mancanza di pluralismo dei media nei paesi del Caucaso meridionale e chiede alle autorità di garantire entrambi questi aspetti; deplora le continue angherie e intimidazioni nei confronti dei professionisti dei media, gli attacchi, le torture e i maltrattamenti nei confronti dei giornalisti; ritiene che i principi e i meccanismi di autoregolamentazione, importante elemento della libertà di parola, debbano essere potenziati e rafforzati dai competenti organismi professionali;

è preoccupato per gli attacchi nei confronti di giornalisti in Armenia e, in particolare, per il fatto che il giornalista dell'opposizione Nikol Pashinian continua a rimanere in carcere nonostante l'attesa amnistia del 18 giugno 2009;

esprime preoccupazione per il peggioramento dell'ambiente dei media in Azerbaigian; deplora l'incarcerazione e la condanna di due giovani attivisti e blogger, Emin Milli e Adnan Hajizade, pur compiacendosi dell'amnistia presidenziale per 99 detenuti concessa il 25 dicembre 2009 e a 62 detenuti il 17 marzo 2010; chiede quindi il loro rilascio;

chiede alle autorità georgiane di chiarire la situazione riguardo alla proprietà dei media e alla concessione delle licenze; rileva l’iniziativa del parlamento georgiano di allargare il consiglio delle emittenti radiotelevisive onde includere più rappresentanti dell’opposizione e della società civile e si attende risultati al riguardo;

23.

ritiene sia necessario garantire la libertà di riunione, essenziale per lo sviluppo di una società civile libera, democratica e vivace; rileva con preoccupazione le difficoltà, dirette e indirette, che la società civile deve affrontare nell’organizzarsi, ed è turbato per l’adozione di leggi e pratiche che potrebbero limitare indirettamente la libertà di riunione, fra cui le vessazioni amministrative in materia fiscale; sottolinea l'importante ruolo della società civile nei processi di democratizzazione, pace e riconciliazione nella regione;

24.

invita i paesi della regione a partecipare attivamente all’attività dell’Assemblea parlamentare UE-Vicinato orientale (EURONEST) e a utilizzarne appieno il potenziale di quadro per gli scambi di opinione a livello multilaterali e bilaterali, nonché per il ravvicinamento legislativo alle norme dell'UE e il controllo parlamentare sulle riforme democratiche; rileva a tale riguardo che è essenziale intensificare il dialogo fra i parlamentari appartenenti ai paesi della regione; auspica che ciò possa creare un quadro di incontri bilaterali tra i membri dei parlamenti dell'Armenia e dell'Azerbaigian, al fine di avviare un dialogo parlamentare, alla presenza di membri del Parlamento europeo; esorta inoltre i parlamenti nazionali degli Stati membri UE interessati e il Parlamento europeo a rafforzare la cooperazione parlamentare con i parlamenti della regione, al fine di potenziarne il ruolo e le capacità politiche;

Questioni economiche e sviluppo sociale

25.

ritiene che una più ampia cooperazione a livello regionale e con l’UE in settori come l’economia, i trasporti, l’energia e l’ambiente sia essenziale per lo sviluppo ottimale dei settori stessi e per garantire la stabilità nella regione, ma che la cooperazione dovrebbe comprendere anche la costruzione del capitale umano nell’intera regione quale investimento a lungo termine; si compiace del fatto che tutti e tre i paesi beneficino del sistema di preferenze generalizzate (SPG) dell’UE e prende atto del fatto che tutti e tre hanno diritto all’SPG+ per lo sviluppo sostenibile e il buon governo; rileva che la cooperazione regionale nei settori della giustizia e della polizia e l’introduzione di una gestione integrata delle frontiere sono essenziali per promuovere ulteriormente la mobilità nella regione e verso l'UE; deplora che l’attuazione dei progetti regionali con il coinvolgimento dei tre paesi sia ancora ostacolata dal persistere di conflitti irrisolti;

26.

sottolinea l’importanza di creare un clima favorevole alle imprese e promuovere lo sviluppo del settore privato; fa presente che l’importante crescita economica dell’Azerbaigian è basata principalmente sui proventi di petrolio e gas; sostiene il processo di riforma, che rende più attraente l’economia per gli investitori stranieri; incoraggia le autorità azere ad accelerare i negoziati per l’adesione all’Organizzazione Mondiale per il Commercio (OMC) ed esorta la Commissione a sostenere ulteriormente l’Azerbaigian in tale processo; valuta positivamente i progressi compiuti nelle riforme economiche in Armenia e in Georgia; rileva tuttavia che lo sviluppo economico dell'Armenia e della Georgia è stato pregiudicato dalla crisi economica generale e accoglie con favore la decisione presa dal'UE alla fine del 2009 di fornire assistenza macrofinanziaria ai due paesi;

27.

esprime preoccupazione per il rapido aumento delle spese militari e di difesa del Caucaso meridionale nonché per la costruzione di arsenali militari; sottolinea che questa notevole quota dei bilanci nazionali sottrae importanti risorse finanziarie a problemi più urgenti, quali la riduzione della povertà, la sicurezza sociale e lo sviluppo economico; esorta a tale riguardo il Consiglio e la Commissione a evitare che l’assistenza macrofinanziaria dell’UE finanzi indirettamente la corsa agli armamenti nella regione;

28.

prende atto della collocazione geopolitica strategica del Caucaso meridionale e della sua crescente importanza quale corridoio per l’energia, i trasporti e le comunicazioni che collega la regione del Caspio e l’Asia centrale con l’Europa; è pertanto del parere che sia assolutamente urgente riservare elevata priorità alla cooperazione dell’UE con il Caucaso meridionale, non da ultimo in materia di energia; sottolinea il ruolo essenziale dei tre paesi per il transito delle risorse energetiche, nonché per la diversificazione dell’approvvigionamento energetico dell’UE e delle relative rotte; in questa ottica, rammenta ancora una volta che l’Unione dovrebbe compiere passi concreti per garantire la stabilità politica della regione; si compiace della disponibilità dimostrata dall'Azerbaigian e dalla Georgia a continuare a svolgere un ruolo attivo nella promozione di un approvvigionamento energetico a condizioni di mercato e della diversificazione del transito nella regione; raccomanda vivamente ai paesi interessati e alla Commissione di inserire l’Armenia nei pertinenti progetti energetici e di trasporto nella regione;

29.

riconosce l’importanza della regione per la cooperazione energetica e la sicurezza energetica dell’UE, soprattutto nel contesto dello sviluppo del corridoio meridionale (Nabucco e White Stream); sottolinea l'importanza di un approfondimento del partenariato energetico tra l'UE e l'Azerbaigian e rileva il grande valore delle risorse energetiche dell'Azerbaigian e il ruolo essenziale che esse svolgono nel suo sviluppo economico; sottolinea l’importanza di garantire che i benefici derivanti dallo sfruttamento delle risorse naturali siano distribuiti in modo equo e investiti nello sviluppo del paese nel suo insieme, permettendogli di far fronte alle ripercussioni negative di un eventuale declino della produzione di petrolio; prende atto dell'intensificazione del partenariato tra Azerbaigian e Russia, soprattutto nel settore energetico, e a tale proposito accoglie con favore l'intenzione dell'Azerbaigian di diversificare la sua economia; sottolinea l'importanza della trasparenza nel settore energetico in questa regione come requisito fondamentale per la fiducia degli investitori e si congratula con l'Azerbaigian per la sua partecipazione all'iniziativa sulla trasparenza dell'industria estrattiva;

30.

riconosce il ruolo fondamentale dello sviluppo di nuove infrastrutture e di nuovi corridoi di trasporto, progetti che colleghino il Mar Caspio e le regioni del Mar Nero attraverso o partire dal Caucaso meridionale, come indicato anche nella comunicazione sulla «Seconda revisione strategica in materia di energia»; sostiene in questo contesto tutte le iniziative che contribuiranno a creare un più solido dialogo produttore-consumatore e tra paesi di transito, con uno scambio di competenze sui sistemi di regolamentazione del settore energetico e sulla sicurezza delle legislazioni in materia di approvvigionamento e uno scambio delle migliori pratiche, compresi i meccanismi di trasparenza e solidarietà e lo sviluppo di meccanismi di allarme rapido per le interruzioni di energia; ritiene che ciò vada di pari passo con la convergenza dei quadri normativi, l'integrazione dei mercati e un regime non discriminatorio per le infrastrutture transfrontaliere di trasporto;

31.

sottolinea l’importanza di promuovere misure di efficienza energetica, investire nelle fonti di energia rinnovabili prestando comunque attenzione ai problemi ambientali; riconosce che è essenziale diversificare le forniture e che tale obiettivo può essere conseguito solo intensificando la cooperazione con i paesi confinanti; ritiene che il Centro ambientale regionale per il Caucaso dovrebbe essere adeguatamente finanziato e sostenuto al fine di poter gestire anche progetti transfrontalieri credibili; ritiene encomiabili i piani annunciati dall'Azerbaigian, volti a rendere lo sviluppo delle fonti di energia alternativa una priorità del governo, e incoraggia il perseguimento di tali obiettivi; accoglie con favore la decisione dell’Armenia di smantellare l’impianto nucleare di Medzamor e incoraggia le autorità armene a trovare soluzioni alternative sostenibili per l’approvvigionamento energetico, così come richiesto dall’UE; accoglie con favore gli sforzi compiuti dal governo georgiano per sviluppare il settore idroelettrico e sottolinea la necessità del sostegno UE a tale proposito;

32.

ritiene che la promozione della coesione e del dialogo sociali attraverso il coinvolgimento di tutti gli attori sociali, la promozione dell'uguaglianza di genere e dei diritti della donna, gli investimenti nell’istruzione e nella sanità, lo sviluppo del capitale umano e la garanzia di un adeguato tenore di vita siano essenziali per costruire vivaci società democratiche; prende atto con favore dell’adozione da parte dei tre paesi di programmi per la riduzione della povertà e ne incoraggia l’integrale realizzazione;

Verso una strategia dell'UE

33.

accoglie con favore il partenariato orientale e prende atto sia delle iniziative connesse che sono state attivate sia delle riunioni che sono state tenute; sottolinea che, per renderlo credibile, dovrebbe essere accompagnato da progetti concreti e incentivi adeguati; si propone di sviluppare ulteriormente la dimensione parlamentare del partenariato;

34.

accoglie con favore l’opportunità offerta dal partenariato orientale di approfondire le relazioni bilaterali con i paesi del Caucaso meridionale e l’UE, instaurando nuove relazioni contrattuali sotto forma di accordi di associazione; sottolinea l’importanza di integrare tappe e parametri nei documenti successivi agli attuali piani d’azione; rammenta che tra le condizioni per avviare i negoziati figura un livello sufficiente di democrazia, lo Stato di diritto e i diritti dell'uomo, ed esorta la Commissione a fornire l’assistenza tecnica, se del caso, per aiutare i paesi a rispettare le precondizioni; si compiace, in particolare del programma globale di potenziamento istituzionale offerto dal partenariato orientale quale strumento innovativo, inteso soprattutto ad aiutare i paesi a rispettare tali precondizioni; ribadisce la prerogativa del Parlamento europeo a essere immediatamente e totalmente informato in tutte le fasi del processo negoziale degli accordi di associazione, in quanto dovrà anche dare la propria approvazione ai fini della conclusione degli stessi; auspica l’attuazione di accordi di associazione da parte di tutti i paesi del Caucaso meridionale al fine di accelerare il processo di integrazione economica e cooperazione politica con l’UE;

35.

ritiene che i piani d’azione PEV e la loro attuazione costituiscano una base essenziale per valutare il rispetto degli impegni e dei progressi delle relazioni bilaterali con l’UE e per l’eventuale miglioramento delle relazioni contrattuali con i paesi interessati; evidenzia l'impegno di Armenia e Georgia riguardo all’attuazione dei piani d’azione PEV ed esorta l’Azerbaigian ad accelerare i propri sforzi a tale riguardo; ritiene che il Parlamento europeo dovrebbe partecipare al processo; rileva che i progressi compiuti dai tre paesi nell’attuazione dei rispettivi piani d’azione per la PEV sono diversi; ritiene che i negoziati sui nuovi accordi di associazione dovrebbero tenere conto di queste differenze e dei diversi obiettivi nonché della dimensione regionale e che ai paesi deve essere riservata parità di trattamento;

36.

ritiene che occorrerebbe rafforzare a dovere la dimensione regionale della strategia dell’UE per il Caucaso meridionale; accoglie con favore, a tale riguardo, l’assegnazione di ulteriori risorse finanziarie all’ENPI nell’ambito del partenariato orientale a favore di programmi di sviluppo regionale e della cooperazione multilaterale; esorta la Commissione a definire una serie di progetti e programmi regionali e transfrontalieri per i tre paesi del Caucaso meridionale in settori quali i trasporti, l'ambiente, la cultura e la società civile, onde fornire incentivi concreti per stimolare la cooperazione e costruire la fiducia tra le parti;

37.

ricorda che tutti i paesi del Caucaso meridionale partecipano anche all'iniziativa per la sinergia del Mar Nero che, promuovendo la cooperazione regionale in taluni settori, anche attraverso programmi transfrontalieri, rafforza la fiducia reciproca fra i partner; sottolinea l’importanza della regione del Mar Nero per l'UE e invita il Consiglio e la Commissione e, in particolare, la Vicepresidente/Alto Rappresentante a elaborare idee e strategie per una cooperazione più forte tra tutti i paesi del Mar Nero e per rafforzare i legami con l’Unione europea; a tale proposito, raccomanda la creazione di una struttura istituzionalizzata che assuma la forma di un’Unione per il Mar Nero;

38.

ribadisce che le posizioni della Russia, della Turchia e degli USA svolgono un ruolo importante nella risoluzione dei conflitti nel Caucaso meridionale; evidenzia che lo sviluppo del partenariato orientale non mira a isolare la Russia ma, anzi, è inteso a portare pace, stabilità e un progresso economico sostenibile a tutte le parti interessate con benefici per l’intera regione e i paesi vicini;

Questioni di sicurezza e risoluzione pacifica dei conflitti

39.

ritiene essenziale fornire un sostegno ai processi di risoluzione dei conflitti e che l’UE sia nelle condizioni migliori per favorire l'instaurazione della fiducia, la ricostruzione e la riabilitazione e possa inoltre contribuire al coinvolgimento delle comunità interessate; a tale riguardo, è fondamentale la creazione di spazi per l’impegno civico non solo tra i leader ma anche tra organizzazioni civiche; ritiene altresì essenziale il mantenimento di un elevato livello di attenzione internazionale a tutti i conflitti nella regione, in modo da garantirne una rapida soluzione; riconosce che la cooperazione regionale è la condizione necessaria per instaurare la fiducia e rafforzare la sicurezza in linea con le priorità della PEV; esorta tutte le parti a impegnarsi appieno nella pista della cooperazione multilaterale del partenariato orientale svincolandolo dalla soluzione finale dei conflitti;

40.

sottolinea il rischio potenziale che si riaccendano conflitti sopiti nella regione; a questo proposito, raccomanda l’istituzione di una Conferenza sulla sicurezza e la cooperazione nel Caucaso meridionale, che comprenda i paesi interessati e le parti interessate a livello regionale e mondiale, al fine di elaborare un patto di stabilità per il Caucaso meridionale;

41.

prende atto dell’attuale coinvolgimento dell’UE nei processi di risoluzione dei conflitti nella regione e ritiene che l’entrata in vigore del trattato di Lisbona giustifichi un ruolo più importante dell’UE; esprime il suo totale sostegno al rappresentante speciale dell’UE per il Caucaso meridionale, Peter Semneby; accoglie con favore l'attività della missione di monitoraggio dell'UE in Georgia e chiede che l’UE intervenga con maggiore vigore per persuadere la Russia e le competenti autorità de facto a non bloccare l’ingresso di detta missione nell'Ossezia meridionale e in Abkhazia; ritiene che l’UE abbia ora la possibilità di sostenere la risoluzione del conflitto nel Nagorno-Karabakh e sottolinea l'importanza del contributo UE al riguardo; ritiene pertanto inevitabile aggiornare il ruolo dell’UE all’interno del gruppo di Minsk, istituendo un mandato UE per la copresidenza francese del gruppo di Minsk; esorta la Commissione a esplorare la possibilità di fornire aiuti e assistenza umanitari alla popolazione del Nagorno-Karabakh nonché agli sfollati interni e ai profughi fuggiti dalla regione; invita la Commissione e Peter Semneby ad esaminare l'opportunità di estendere al Nagorno-Karabakh i programmi di aiuto e diffusione di informazioni, come in Abkhazia e in Ossezia;

42.

invita il Vicepresidente/Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell'Unione a seguire da vicino gli sviluppi nella regione e a partecipare attivamente ai processi di risoluzione dei conflitti; riconosce il lavoro svolto dal Rappresentante speciale per il Caucaso meridionale ed esprime la speranza che l’Alto rappresentante ne garantisca la continuità e la coerenza; incoraggia il Consiglio a prendere in esame la possibilità di utilizzare strumenti della PSDC per accrescere la partecipazione alla costruzione della pace e ai processi di gestione dei conflitti;

43.

invita la Commissione ad esplorare la possibilità di concedere un cospicuo sostegno finanziario e tecnico alle misure volte a creare la fiducia e a promuoverla tra le popolazioni e a partecipare alla riabilitazione e alla ricostruzione di tutte le regioni interessate dal conflitto, ad esempio mediante progetti che generino reddito e progetti per l'integrazione socioeconomica degli sfollati interni e dei rimpatriati, per il ripristino degli alloggi e per il dialogo e la mediazione e a continuare ad elaborare e sostenere i progetti della società civile finalizzati alla promozione della riconciliazione e dei contatti tra popolazioni locali e singoli;

Democratizzazione, diritti dell'uomo e Stato di diritto

44.

sostiene i finanziamenti e l’assistenza UE alla regione volti a promuovere tali principi e processi e ritiene che l’assistenza comunitaria dovrebbe essere realizzata nel quadro della condizionalità politica e quindi presupporre progressi nel dialogo e nella riforma politici e in materia di democratizzazione; mette in guardia contro il possibile sfruttamento dei conflitti da parte dei governi, inteso a distrarre l’interesse della comunità internazionale dalle questioni interne;

45.

invita la Commissione e il Consiglio a far sì che siano rispettati gli impegni inclusi nei pacchetti per la condizionalità politica, ad esempio lo specifico impegno del governo georgiano a promuovere ulteriormente le riforme democratiche previste dall'assistenza postconflitto dell'UE concordata tra la Commissione e la Georgia nel gennaio 2009, e a riferire regolarmente al Parlamento europeo sui progressi compiuti;

46.

accoglie con favore l’attività del gruppo di consulenza UE ad alto livello per l’Armenia; accoglie con favore la possibilità di una maggiore assistenza finanziaria nel quadro del partenariato orientale, compresa l'assistenza per la preparazione dei negoziati per i nuovi accordi di associazione con l’UE, e invita la Commissione a studiare la possibilità di offrire assistenza ad hoc anche all’Azerbaigian e alla Georgia;

47.

ritiene che occorra rivolgere particolare attenzione ai diritti delle minoranze e delle categorie vulnerabili e incoraggiare l’Armenia, l’Azerbaigian e la Georgia ad attuare programmi di istruzione pubblica nel settore dei diritti dell'uomo volti a promuovere i valori della tolleranza, del pluralismo e della diversità, compreso il rispetto dei diritti delle minoranze sessuali e delle altre categorie emarginate e stigmatizzate;

48.

esprime preoccupazione per il rifiuto di Eutelsat di diffondere il servizio in lingua russa dell’emittente pubblica georgiana in quanto tale rifiuto appare motivato politicamente; sottolinea che tale rifiuto lascia di fatto a Intersputnik e al suo principale cliente, Gazprom Media, il monopolio delle trasmissioni satellitari rivolte al pubblico regionale di lingua russa; rileva che è della massima importanza in una società democratica e pluralista non ostacolare la messa in onda di media indipendenti;

49.

riconosce il ruolo potenziale del Forum della società civile per il partenariato orientale come sede per promuovere lo sviluppo di un’autentica società civile e rafforzarne le radici negli Stati della regione e invita la Commissione a garantire che il Forum riceva un sostegno finanziario adeguato; richiama l'attenzione sull'importanza di finanziare progetti della società civile e sul ruolo che svolgono nella regione le delegazioni dell'UE nel selezionare tali progetti, nonché sull'importanza che i progetti possono avere nel promuovere i contatti a livello regionale;

Cooperazione economica e sviluppo sociale

50.

ritiene che l’UE dovrebbe continuare a sostenere lo sviluppo economico, gli scambi e gli investimenti nella regione, e che la politica commerciale sia un fattore fondamentale di stabilità politica e sviluppo economico, che porterà una riduzione della povertà nel Caucaso meridionale; è dell’avviso che il negoziato e la creazione di uno spazio di libero scambio globale ed approfondito possano svolgere un ruolo molto importante a tale riguardo; invita la Commissione a prendere in esame il modo in cui assistere i paesi della regione nella preparazione, nel negoziato e nell'attuazione in futuro, sostenendo anche gli impegni previsti negli eventuali futuri accordi approfonditi e globali di libero scambio e fornire a tempo debito una valutazione completa dell’impatto sociale e ambientale di questi accordi; incoraggia inoltre i paesi del Caucaso meridionale a prendere in considerazione la creazione di uno spazio di libero scambio tra loro;

51.

sottolinea la situazione geopolitica dell'Armenia, della Georgia e dell'Azerbaigian in relazione all'Unione europea, alla Turchia quale paese candidato all'adesione all'UE, alla Russia e all'Iran; ritiene che il commercio sia una delle componenti fondamentali della politica globale dell'UE volta a promuovere la stabilità politica, il rispetto dei diritti dell'uomo, la crescita sostenibile e la prosperità ed è dell’avviso che la dimensione regionale della strategia dell'UE per il Caucaso meridionale richieda un approccio regionale ai negoziati in materia di accordi commerciali; chiede alla Commissione di identificare settori comuni d’interesse economico tali da poter superare le divergenze, favorire il dialogo e promuovere la cooperazione regionale; auspica un maggiore impegno e coinvolgimento dell'UE nell'integrazione della regione, dato che la Comunità ha ora competenza esclusiva sulla politica commerciale;

52.

accoglie con favore la conclusione nel maggio 2008 degli studi di fattibilità per la Georgia e l'Armenia, i quali dimostrano che accordi di libero scambio globali e approfonditi apporterebbero significativi benefici economici a questi paesi e all'UE, consentendo quindi alla Commissione di avviare una fase preparatoria per i futuri negoziati in materia; incoraggia la Georgia, l’Armenia e l’Azerbaigian a migliorare i progressi per quanto riguarda l'attuazione dei rispettivi piani d’azione PEV e delle raccomandazioni della Commissione, in particolare per quanto concerne il miglioramento della loro capacità istituzionale e amministrativa e l'attuazione di riforme normative (tenendo conto soprattutto dello scarso livello di protezione della proprietà intellettuale in tutti e tre i paesi), che è uno dei requisiti necessari per attuare efficacemente questi ambiziosi accordi di libero scambio, nonché sostenerne gli effetti; ritiene che la conclusione di accordi di libero scambio con la Georgia, l’Armenia e l’Azerbaigian non solo possa determinare una crescita economica, ma anche stimolare gli investimenti esteri, creare nuovi posti di lavoro ed eliminare la povertà;

53.

ricorda che la sicurezza energetica è una preoccupazione comune; insiste pertanto affinché l’UE dia maggiore sostegno ai progetti energetici nella regione in conformità delle norme europee, compresi i progetti che promuovono l’efficienza energetica e lo sviluppo di fonti di energia alternativa, incrementando la cooperazione sulle questioni energetiche e lavorando duramente per la realizzazione del corridoio energetico meridionale, compreso il completamento del gasdotto Nabucco; invita altresì la Commissione a garantire che i progetti connessi all'energia e ai trasporti nel Caucaso meridionale promuovano le relazioni tra i tre paesi e non siano causa di esclusione di alcune comunità; ribadisce l’importanza dell’iniziativa di Baku e dei corrispondenti programmi di sostegno, INOGATE e TRACECA;

54.

sottolinea che la stabilità politica è essenziale per la fornitura affidabile e ininterrotta delle risorse energetiche al fine di garantire adeguate condizioni per lo sviluppo delle infrastrutture; ricorda al riguardo che il doppio corridoio costituito dal gasdotto Baku-Tbilisi-Erzurum (BTC) e dall’oleodotto Baku-Tbilisi-Ceyhan (BTE) favorisce il ravvicinamento tra l'UE e la regione del Caspio; chiede il rinnovamento degli attuali accordi bilaterali o dei memorandum d'intesa stipulati con i tre paesi del Caucaso meridionale nel settore dell'energia, con l'inclusione di una «clausola di sicurezza energetica», che stabilisca un codice di condotta e misure specifiche in caso di interruzioni d'energia; ritiene che l'approvvigionamento energetico e le disposizioni di transito dovrebbero essere inglobati nel negoziato di ampi accordi di associazione con tali paesi;

55.

ribadisce l’importanza dei contatti interpersonali e dei programmi di mobilità, in particolare quelli diretti ai giovani, nonché dei programmi di gemellaggio con regioni e comunità locali dell’UE con minoranze nazionali che godono di un elevato grado di autonomia; ritiene sia necessario aumentare in misura significativa il numero di studenti, insegnanti e ricercatori che partecipano ai programmi di mobilità; accoglie con favore la conclusione degli accordi di riammissione e di facilitazione dei visti con la Georgia e invita il Consiglio e la Commissione a compiere progressi in vista degli accordi di riammissione e di facilitazione dei visti con Armenia e Azerbaigian;

56.

ribadisce la necessità che l'UE sviluppi una strategia per il Caucaso meridionale, in considerazione dell'importanza che la regione riveste per l'UE e del ruolo potenziale dell’UE nel promuoverne ulteriormente lo sviluppo e nel risolvere i conflitti;

*

* *

57.

incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Vicepresidente della Commissione/Alto Rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell'Unione, al Consiglio, alla Commissione nonché ai governi e ai parlamenti dell'Armenia, dell'Azerbaigian e della Georgia.


(1)  GU C 282 E del 6.11.2008, pag. 443.

(2)  GU C 41 E del 19.2.2009, pag. 53.

(3)  GU C 41 E del 19.2.2009, pag. 64.

(4)  Testi approvati, P7_TA(2009)0120.

(5)  GU C 295 E, del 4.12.2009, pag. 26.

(6)  GU C 285 E del 26.11.2009, pag. 7.

(7)  GU C 66 E del 20.03.2009, pag. 67.