1.4.2010   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

CE 87/98


Mercoledì 11 marzo 2009
Piano europeo di ripresa economica

P6_TA(2009)0123

Risoluzione del Parlamento europeo dell’11 marzo 2009 su un piano europeo di ripresa economica (2008/2334(INI))

2010/C 87 E/18

Il Parlamento europeo,

vista la comunicazione della Commissione del 4 marzo 2009 per il Consiglio europeo di primavera 2009, intitolata «Guidare la ripresa in Europa» (COM(2009)0114),

vista la comunicazione della Commissione del 26 novembre 2008 dal titolo «Un piano europeo di ripresa economica» (COM(2008)0800),

vista la comunicazione della Commissione del 29 ottobre 2008 intitolata «Dalla crisi finanziaria alla ripresa – Un quadro d’azione europeo» (COM(2008)0706),

vista la raccomandazione della Commissione del 28 gennaio 2009 su una raccomandazione del Consiglio sull’aggiornamento nel 2009 degli indirizzi di massima per le politiche economiche degli Stati membri e della Comunità e sull’attuazione delle politiche per l’occupazione degli Stati membri (COM(2009)0034),

vista la comunicazione della Commissione del 17 dicembre 2008 su un Quadro temporaneo per le misure relative agli aiuti di Stato volte a sostenere l’accesso alle finanze nell’attuale crisi economica e finanziaria (1),

vista la comunicazione della Commissione del 16 dicembre 2008 avente per oggetto la Relazione sull’attuazione del programma comunitario di Lisbona 2008-2010 (COM(2008)0881),

vista la comunicazione della Commissione del 16 dicembre 2008 dal titolo «Politica di coesione: investire nell’economia reale» (COM(2008)0876),

visto il documento di lavoro dei servizi della Commissione, del 16 dicembre 2008, intitolato «The Single Market Review: one year on» (SEC(2008)3064),

vista la comunicazione della Commissione, del 16 dicembre 2008, relativa alla dimensione esterna della strategia di Lisbona per la crescita e l’occupazione: relazione sull’accesso ai mercati e definizione di un quadro per una cooperazione internazionale più efficace in materia di regolamentazione (COM(2008)0874),

vista la proposta della Commissione, del 16 dicembre 2008, concernente un regolamento che modifica il regolamento (CE) n. 1927/2006 che istituisce un Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (COM(2008)0867),

vista la comunicazione della Commissione dell’11 dicembre 2007 sugli Orientamenti integrati per la crescita e l’occupazione (2008-2010) comprendenti una raccomandazione della Commissione relativa agli indirizzi di massima per le politiche economiche degli Stati membri e della Comunità (a norma dell’articolo 99 del trattato CE) e una proposta di decisione del Consiglio sugli orientamenti per le politiche degli Stati membri a favore dell’occupazione (a norma dell’articolo 128 del trattato CE) (COM(2007)0803),

vista la comunicazione della Commissione del 7 maggio 2008 dal titolo «UEM@10: successi e sfide di un decennio di Unione economica e monetaria» (COM(2008)0238) (comunicazione sull’UEM@10),

visti i piani d’azione degli Stati membri e i programmi aggiornati di riforma nazionale per il periodo 2008-2010,

vista la composizione del gruppo di esperti di alto livello sulla vigilanza finanziaria nell’Unione europea, presieduto da Jacques de Larosière, nonché la sua relazione destinata alla Commissione del 25 febbraio 2009 in vista del Consiglio europeo della primavera 2009,

viste le conclusioni della Presidenza del Consiglio europeo dell’11 e 12 dicembre 2008 sulle questioni economiche e finanziarie,

vista la riunione dei capi di Stato e di governo dell’Eurogruppo, del 12 ottobre 2008, finalizzata all’adozione di un piano di salvataggio coordinato per contrastare la crisi economica,

viste le conclusioni della Presidenza del Consiglio europeo del 13 e 14 marzo 2008 sull’avvio del nuovo ciclo della strategia rinnovata di Lisbona per la crescita e l’occupazione (2008-2010),

viste le conclusioni del Consiglio Ecofin del 7 ottobre 2008 sulle risposte immediate alla crisi finanziaria,

viste le conclusioni del Consiglio Ecofin del 4 novembre 2008 sulle iniziative internazionali in risposta alla crisi finanziaria e i preparativi per il vertice internazionale sulla crisi,

visto il contributo del Consiglio Ecofin del 2 dicembre 2008 ai lavori del Consiglio europeo dell’11 e 12 dicembre 2008,

visto il memorandum d’intesa del 1o giugno 2008 sulla cooperazione tra le autorità di vigilanza finanziaria, le banche centrali e i ministeri delle finanze dell’Unione europea nel campo della stabilità finanziaria transfrontaliera,

vista la sua risoluzione del 22 ottobre 2008 sul Consiglio europeo del 15 e 16 ottobre 2008 (2),

vista la sua risoluzione del 20 febbraio 2008 sugli orientamenti integrati per la crescita e l’occupazione (parte: «Indirizzi di massima per le politiche economiche degli Stati membri e della Comunità»): lanciare il nuovo ciclo (2008-2010) (3),

vista la sua risoluzione del 18 novembre 2008 sull’UEM@10: successi e sfide di un decennio di Unione economica e monetaria (4) (risoluzione sull’UEM@10),

vista la sua relazione del 23 settembre 2008 recante raccomandazioni alla Commissione sui fondi hedge e i fondi di private equity (5),

vista la sua risoluzione del 9 ottobre 2008 recante raccomandazioni alla Commissione sul seguito della procedura Lamfalussy: futura struttura della vigilanza (6),

visto l’articolo 45 del suo regolamento,

vista la relazione della commissione per i problemi economici e monetari e i pareri della commissione per i bilanci, della commissione per lo sviluppo, della commissione per l’occupazione e gli affari sociali, della commissione per l’industria, la ricerca e l’energia e della commissione per lo sviluppo regionale (A6-0063/2009),

A.

considerando che l’economia internazionale e i mercati globali sono riusciti a produrre negli ultimi 25 anni una crescita senza precedenti nella storia, con una capacità di produzione che ha creato prosperità per un numero di persone superiore a qualunque epoca precedente, e che richiede degli aggiustamenti in una fase di rallentamento dell’economia seguita da una diminuzione della domanda,

B.

considerando che la crisi finanziaria ed economica peggiora di giorno in giorno, e che, in assenza di un intervento pubblico più deciso ed efficace di quello intrapreso finora, l’Unione europea e i paesi limitrofi si avvicinano sempre più ad una profonda crisi sociale e politica, che mette alla prova la solidarietà europea,

C.

considerando che le sfide principali per contrastare la fase di contrazione dell’economia internazionale ed europea sono oggi rappresentante dalla mancanza di fiducia nei mercati finanziari e dei capitali nonché dall’aumento della disoccupazione,

D.

considerando che le dimensioni senza precedenti dell’attuale crisi finanziaria e l’intensità del conseguente rallentamento economico richiedono una meditata revisione del quadro di regolamentazione e di governance dei mercati finanziari a livello di Unione europea e internazionale, al fine sia di evitare che futuri problemi dell’economia internazionale dello stesso tipo si ripresentino sui mercati finanziari, sia di rendere l’economia dell’Unione europea più solida di fronte ai cambiamenti,

E.

considerando che l’incapacità delle principali istituzioni finanziarie di far fronte alla situazione indebolisce i mercati del credito, ostacola il flusso dei capitali, gli investimenti e gli scambi e crea pressioni al ribasso su prezzi e valori, erodendo la stabilità e le attività fisse necessarie per consentire alle istituzioni finanziarie di erogare prestiti e alle imprese di garantirsi il proprio finanziamento,

F.

considerando che le cause e le ragioni dell’attuale crisi finanziaria si sono rivelate essere le politiche monetarie permissive e l’aumento dei mutui per la casa, imposto a livello politico, nonché squilibri macroeconomici principalmente fra gli Stati Uniti e le economie emergenti, come quella cinese in passato; sottolineando la necessità di sviluppare ulteriormente la competitività dell’Unione europea e gli investimenti in infrastrutture e ricerca, come pure in nuove imprese e nuovi mercati,

G.

considerando che le priorità principali dei responsabili politici dell’Unione europea al fine di garantire la ripresa economica devono consistere nel ripristinare il funzionamento dei mercati finanziari e dei capitali e nel tutelare l’occupazione, creando le condizioni necessarie affinché l’economia dell’Unione europea possa ritornare a caratterizzarsi per la crescita, gli investimenti e nuovi posti di lavoro,

H.

considerando che l’attuale recessione dovrebbe essere utilizzata come un’opportunità per promuovere investimenti «verdi» e creare posti di lavoro «verdi», in linea con il conseguimento degli obiettivi a lungo termine della strategia di Lisbona-Göteborg e con il pacchetto sul clima e l’energia,

I.

considerando che per garantire la ripresa economica è necessaria un’azione coordinata nel quadro della legislazione comunitaria in materia di concorrenza e aiuti di Stato nonché la stabilità dei mercati finanziari e del lavoro, in modo che non si creino distorsioni della concorrenza tra imprese o squilibri fra gli Stati membri, al fine di garantire la stabilità e la competitività dell’economia dell’Unione europea,

J.

considerando che l’impatto della crisi finanziaria sull’economia reale si è tradotto in circostanze economiche eccezionali che richiedono misure e decisioni tempestive, mirate, temporanee e proporzionali al fine di trovare soluzioni a una situazione economica e occupazionale globale senza precedenti, e che l’intervento pubblico, anche se inevitabile, distorce quelli che sono i ruoli propri dei settori pubblico e privato in situazioni normali,

K.

considerando che le lacune dell’attuale quadro normativo finanziario sono già state segnalate dal Parlamento nelle sue posizioni relative a proposte legislative e nelle sue risoluzioni adottate al riguardo,

L.

considerando che i dati più recenti forniti dalla Comunità sulle prospettive per il 2009 indicano un rapido deterioramento delle condizioni economiche in tutta l’Unione europea e che in ultima analisi spetta all’Unione europea e agli Stati membri la responsabilità di garantire la stabilità macroeconomica, la crescita sostenibile e l’occupazione,

M.

considerando che la crisi finanziaria ha portato alla luce il dilemma tra la necessità di affrontare la questione della competenza normativa in materia di politica economica a livello dell’Unione europea, da un lato, e il fatto che i piani di incentivi all’economia sono di competenza delle autorità degli Stati membri, dall’altro,

N.

considerando che le azioni a breve termine intraprese da singoli Stati membri richiedono un ampio coordinamento a livello di Unione europea per garantire, da un lato, un effetto moltiplicatore comune e per evitare, dall’altro, effetti diffusivi, distorsioni dei mercati e una superflua duplicazione degli sforzi,

O.

considerando che gli interventi a breve termine devono rispecchiare e sostenere gli obiettivi a lungo termine di rendere l’Unione europea l’economia della conoscenza più competitiva, di non minare la futura fiducia e di garantire la stabilità macroeconomica,

P.

considerando che è necessario riconoscere le diverse capacità degli Stati membri di impegnarsi in programmi di ripresa economica e che occorre sviluppare un approccio sostanziale e complementare dell’Unione europea, che ponga un forte accento su un mix di misure di sostegno reciproco nel settore economico, ambientale, dell’occupazione e delle politiche sociali,

Q.

considerando che l’adesione all’area dell’euro ha dimostrato di aumentare la stabilità economica degli Stati membri; considerando che, oltre a un intervento responsabile da parte del governo per contrastare la flessione dell’economia, i cittadini si aspettano, in tale periodo di recessione economica, una forte risposta mediante le disposizioni dell’Unione europea in materia di coesione sociale e regionale, preservando nel contempo le norme e i principi che garantiscono una moneta forte e stabile,

R.

considerando che è della massima importanza ripristinare la fiducia per consentire un ordinato funzionamento dei mercati finanziari e limitare in tal modo gli effetti della crisi finanziaria sull’economia reale,

S.

considerando che gli Stati membri che hanno aderito di recente all’Unione europea e non sono nella zona euro sono fortemente colpiti dalla speculazione contro le loro valute, dalla fuga di capitali e dal congelamento dei mercati internazionali del credito,

In generale

1.

accoglie con favore l’iniziativa della Commissione di varare un piano europeo di ripresa economica (piano di ripresa) in risposta alla grave crisi economica in atto; nota che la dimensione comunitaria di tale proposta ammonta al 15 % del bilancio destinato al programma di ripresa economica, il quale deve ancora essere attuato con urgenza;

2.

sottolinea che la principale priorità del piano di ripresa deve consistere nel promuovere l’economia e la competitività dell’Unione europea al fine di tutelare le opportunità e la sicurezza dei cittadini ed evitare un aumento della disoccupazione; ritiene che il piano di ripresa debba invertire il declino economico consentendo ai mercati finanziari di riprendere un normale funzionamento, favorire gli investimenti e migliorare le opportunità per la crescita e l’occupazione rafforzando nel contempo l’economia e il mercato del lavoro dell’Unione europea e migliorando le condizioni quadro per la crescita e la creazione di posti di lavoro;

3.

attende dalla Commissione orientamenti chiari e forti verso un approccio ben coordinato tra tutti gli Stati membri nella gestione di questa profonda crisi economica, al fine di salvaguardare il maggior numero possibile di posti di lavoro e tutelare l’occupazione in Europa;

4.

ribadisce che tutti gli aiuti finanziari devono essere tempestivi, mirati e temporanei; mette in guardia da possibili rischi di esclusione e di abbandono della politica di concorrenza dell’Unione europea; invita a ripristinare, non appena possibile, i mercati equi e competitivi definiti dai trattati; prende atto con preoccupazione della rapida crescita del debito pubblico e dei deficit di bilancio; sollecita altresì il ritorno, non appena possibile, a finanze statali sane, come previsto dal patto rivisto di stabilità e crescita, al fine di evitare di addossare troppi oneri alle generazioni future;

5.

sottolinea che eccezioni e deviazioni temporanee dalla politica comunitaria della concorrenza devono essere eliminate e che va ripristinata la normalità in una prospettiva temporale chiaramente definita;

6.

sottolinea che il piano di ripresa economica deve servire a predisporre un accordo internazionale equo e giusto che subentri al protocollo di Kyoto nel 2012 e che tale accordo deve, tra l’altro, offrire ai paesi più poveri l’opportunità di sottrarsi alla povertà senza alimentare il riscaldamento globale, contribuendo a finanziare un investimento massiccio nell’adeguamento al cambiamento climatico e nelle energie rinnovabili e nell’efficienza energetica;

7.

prende atto con preoccupazione della rapida crescita del debito pubblico e dei deficit di bilancio; esprime il timore che il debito pubblico possa diventare un onere eccessivo per le future generazioni;

8.

invita l’Unione europea, pur accettando l’esigenza di adeguarsi a un contesto globalmente competitivo e di riportare l’economia europea sul binario della crescita quali obiettivi comuni molto importanti, ad intensificare i suoi sforzi di investimento nelle competenze, nella formazione e nella creazione di posti di lavoro sostenibili, nella tutela dell’occupazione e nella prevenzione della disoccupazione di massa garantendo nel contempo politiche fiscali costruttive, che dovrebbero contribuire a determinare l’entità e le componenti del piano di ripresa; auspica che al Consiglio europeo di primavera 2009 si giunga ad un accordo su un orientamento chiaro e misure concrete per la salvaguardia dell’occupazione e la creazione di nuove opportunità di lavoro;

9.

raccomanda, quale requisito essenziale per l’efficacia, che il coordinamento dei piani nazionali di ripresa economica consenta a ciascun paese di strutturare ogni programma in base alle proprie esigenze specifiche, tenendo conto tuttavia dell’interesse comune e delle strategie comuni definite per combattere il cambiamento climatico e garantendo il massimo effetto moltiplicatore possibile, in particolare per quanto riguarda l’occupazione;

10.

auspica l’adozione di nuove iniziative orizzontali a livello di Unione europea, dal momento che le differenze esistenti in termini di capacità nazionali e margini di manovra del bilancio possono produrre risultati fortemente asimmetrici nell’Unione europea; ricorda tuttavia che ciascuno Stato membro è responsabile dell’esercizio della disciplina fiscale, degli investimenti e delle riforme strutturali;

11.

mette risolutamente in guardia contro il rischio che le soluzioni adottate sfocino nella somma delle politiche nazionali, con conflitti e costi potenziali, pregiudicando il mercato unico e l’unione economica e monetaria e indebolendo il ruolo dell’Unione europea quale attore globale;

12.

sostiene l’impegno della Commissione per quanto riguarda il patto rivisto di stabilità e crescita e prende atto della sua disponibilità ad utilizzare appieno la flessibilità prevista dal patto per attuare politiche anticicliche finalizzate ad affrontare la recessione economica, per permettere agli Stati membri di dare una risposta adeguata alla crisi economica, in particolare per valutare se le decisioni di investimento a breve termine siano compatibili con gli obiettivi di bilancio a medio termine e se contribuiscano alla crescita sostenibile e agli obiettivi a lungo termine della strategia di Lisbona;

13.

sottolinea che è indispensabile che gli Stati membri continuino a seguire un approccio comune in relazione al patto rivisto di crescita e stabilità, nella prospettiva di far fronte con efficacia alle attuali circostanze eccezionali e di garantire il fermo impegno a ripristinare la normale disciplina di bilancio non appena l’economia si riprende, rafforzando nel contempo l’anticiclicità del patto rivisto;

Mercati finanziari: dal controllo della crisi al risanamento dei mercati in futuro

Ripristinare la fiducia nel settore finanziario

14.

si compiace delle misure a breve termine adottate per ripristinare la fiducia nel sistema finanziario; ricorda che tali misure d’emergenza non sono sufficienti per risolvere alcuni dei problemi fondamentali alla base della crisi, vale a dire gli squilibri globali, l’assunzione di rischi estremi, il ricorso alla leva finanziaria e la predilezione per il breve termine; ribadisce la necessità di esaminare i sistemi di remunerazione quale possibile fonte di instabilità finanziaria;

15.

auspica un’azione coordinata fra gli Stati membri che preveda garanzie bancarie generali ed esplicite a livello nazionale a copertura delle passività, ma escluda il capitale azionario al fine di ridurre l’incertezza sui mercati creditizi e facilitare il funzionamento di tali mercati;

16.

invita gli Stati membri, in particolare quelli che fanno parte dell’area dell’euro, a esaminare la possibilità di un grande prestito europeo, garantito in solido dagli Stati membri;

17.

ribadisce che la tutela dei risparmi e la concessione di crediti ai singoli e alle imprese, comprese le piccole e medie imprese (PMI), sono i principali motivi alla base dell’eccezionale intervento pubblico attuale nel sistema finanziario; ricorda ai governi degli Stati membri le loro responsabilità nei confronti dei parlamenti nell’utilizzo di denaro pubblico per piani di ripresa economica e raccomanda vivamente l’introduzione di una serie di adeguate misure di controllo e, se del caso, di sanzioni, coordinate a livello dell’Unione europea, per garantire il conseguimento di tali obiettivi;

18.

sottolinea che è importante garantire che la riduzione del tasso d’interesse profitti anche ai mutuatari;

19.

ricorda la necessità che le autorità di regolamentazione e le altre autorità competenti degli Stati membri controllino in modo approfondito le attività svolte da banche e banchieri negli ultimi mesi e stabiliscano se al crollo del sistema bancario possano aver contribuito comportamenti reprensibili se non fraudolenti e verifichino se l’intervento pubblico e le decisioni di politica monetaria, in termini di tassi d’interesse, siano state in grado di invertire la tendenza per quanto riguarda la stretta creditizia;

20.

ritiene che sia necessario attuare un rigoroso monitoraggio dei pacchetti di salvataggio degli istituti finanziari, in modo da garantire condizioni di parità per quanto concerne il livello di solvibilità, i benefici attesi, la liquidità sul mercato interbancario, l’evoluzione delle risorse umane e la fiducia dei clienti, sia privati che imprese;

21.

reputa che i piani di salvataggio del settore bancario debbano essere soggetti alla condizionalità in termini di incentivi monetari, concessione di crediti, condizioni di prestito, ristrutturazione del settore e salvaguardia dei regimi sociali;

22.

ritiene che debba essere incoraggiato lo sviluppo del microcredito, che è uno strumento di riconosciuta efficacia con un forte effetto moltiplicatore, in particolare imponendolo alle banche commerciali che hanno beneficiato del sostegno pubblico;

23.

ribadisce che occorre riservare un’attenzione particolare al ripristino dei normali livelli di estensione del credito da parte delle banche al momento della definizione di un nuovo quadro regolamentare, soprattutto al fine di rilanciare il processo di cartolarizzazione, essenziale per la ripresa del finanziamento per le ipoteche, l’acquisto di vetture e le carte di credito;

24.

chiede alla Commissione di effettuare un’analisi precisa dell’impatto del pacchetto di salvataggio sulla competitività del settore finanziario e sul funzionamento del mercato interbancario; invita la Commissione a creare gruppi interdisciplinari, comprendenti esperti delle direzioni generali concorrenza, affari economici e finanziari nonché mercato interno e servizi, delle tre commissioni di vigilanza di livello 3 e del sistema europeo delle banche centrali, per raggruppare le conoscenze e il know-how e garantire decisioni tempestive, equilibrate, imparziali e di qualità in tutti gli Stati membri;

Strutture regolamentari e di vigilanza più efficaci

25.

ritiene che, sebbene la Banca centrale europea (BCE) non abbia un mandato ufficiale in materia di vigilanza, occorra potenziare il suo ruolo per quanto riguarda il monitoraggio della stabilità finanziaria nell’area dell’euro, in particolare in termini di supervisione del settore bancario a livello dell’Unione europea; raccomanda pertanto di coinvolgere la BCE nel processo di vigilanza macroprudenziale delle principali istituzioni finanziarie a livello comunitario, ai sensi dell’articolo 105, paragrafo 6, del trattato;

26.

deplora l’assenza di chiari strumenti e politiche dell’Unione europea che consentano di far fronte, in modo incisivo e con rapidità, all’impatto asimmetrico della crisi finanziaria negli Stati membri appartenenti o meno alla zona euro;

27.

ribadisce l’invito alla Commissione ad analizzare gli effetti del comportamento delle banche che hanno spostato le attività dagli Stati membri di più recente adesione dopo l’adozione di piani di salvataggio da parte di altri Stati membri e ad esaminare accuratamente l’azione speculativa (vendite a scoperto) in relazione alle valute degli Stati membri che hanno aderito più di recente; invita la Commissione a comunicare i risultati di tale analisi al gruppo de Larosière e alla commissione parlamentare responsabile;

28.

incoraggia la Commissione e gli Stati membri ad affrontare con urgenza il problema delle garanzie bancarie, al fine di assicurare che sistemi di simile concezione impediscano i fallimenti bancari nell’Unione europea, consentendo in tal modo la ripresa del sistema di prestito interbancario, condizione necessaria per porre fine alla crisi nel settore bancario e per immettere nuovo credito nell’economia reale, aumentando gli investimenti e il consumo e trovando così una via d’uscita dalla crisi economica;

29.

esorta il gruppo de Larosière a recepire le raccomandazioni formulate dal Parlamento nelle sue precedenti risoluzioni in materia di vigilanza del mercato finanziario; invita la Commissione a far propri i suoi suggerimenti per la creazione di una struttura di regolamentazione e di vigilanza stabile ed efficiente che possa prevenire o limitare l’impatto negativo di crisi future; invita il Consiglio a tenere debitamente in considerazione l’eventuale posizione del Parlamento su tali conclusioni prima di approvarle;

30.

prende atto delle raccomandazioni del gruppo Larosière e sottolinea che molte di esse sono già state sollecitate dal Parlamento negli ultimi anni; accoglie con favore l’intenzione della Commissione di avvalersi del suo potere d’iniziativa e di agire per affrontare i problemi più urgenti in relazione alla crisi finanziaria, ed esorta la Commissione ad avviare tale procedura quanto prima possibile; invita il Consiglio europeo di primavera 2009 a dare un forte impulso politico e a stabilire una tabella di marcia per tutte le iniziative in campo giuridico, al fine di garantire la loro tempestiva adozione, insieme con il Parlamento;

31.

ribadisce che una maggiore trasparenza e una migliore gestione del rischio nonché una vigilanza coordinata consentono di risolvere gran parte dei problemi legati ad una migliore prevenzione delle crisi e che la riforma regolamentare deve essere globale e applicarsi a tutti gli attori e a tutte le transazioni sui mercati finanziari; sottolinea che la natura globale dei mercati finanziari necessita di un coordinamento internazionale delle riforme; sottolinea che le iniziative in materia di regolamentazione devono mirare a creare trasparenza, sostenibilità, stabilità e ad aumentare la responsabilità dei soggetti finanziari nel mercato; ricorda alla Commissione il suo obbligo di dare seguito alle richieste avanzate dal Parlamento in materia di hedge fund e dei fondi di private equity;

32.

ritiene che le agenzie di rating del credito dovrebbero colmare le lacune informative e divulgare le incertezze e i conflitti di interesse; ribadisce la necessità di rivedere e migliorare le politiche contabili onde evitare gli effetti di aggravamento congiunturale;

33.

propone di valutare accuratamente se futuri passi in avanti verso una sana regolamentazione del settore finanziario, in particolare la vigilanza macroprudenziale del quadro normativo, possano rendere difficile o impossibile la ripresa economica e l’innovazione nel settore dei prodotti finanziari e ridurre l’attrattiva dei mercati finanziari dell’Unione europea, dirottando i flussi finanziari e le imprese verso i mercati di paesi terzi; ricorda che il suo interesse è restare il primo mercato finanziario del mondo;

L’economia reale: la crisi come opportunità per realizzare una crescita sostenibile

Salvaguardare l’occupazione e incrementare la domanda

34.

invita la Commissione e gli Stati membri a ricorrere a tutti gli strumenti disponibili al fine di sostenere le imprese dell’Unione europea, in particolare le PMI, promuovere la creazione di posti di lavoro e rafforzare la fiducia degli investitori, dei datori di lavoro, dei lavoratori e dei consumatori dell’Unione europea;

35.

raccomanda vivamente di garantire con urgenza in tutta l’Unione europea un accesso adeguato e ragionevole al credito alle PMI, ai cittadini e ai settori che vedono il loro futuro sostenibile compromesso dalla crisi, in particolare a causa della mancanza di credito; chiede alla Commissione di assicurare in questo ambito uno scambio di buone prassi;

36.

sottolinea che, nell’attuale scenario in cui le piccole e medie imprese affrontano gravi problemi di liquidità e di limitato accesso al credito, per i pagamenti dovuti a queste ultime le autorità pubbliche e i clienti privati dovrebbero rispettare un periodo massimo di 30 giorni; sollecita la Commissione ad affrontare tale questione al momento della revisione della direttiva sui pagamenti ritardati (7);

37.

chiede la piena osservanza e una più rapida attuazione, a livello sia comunitario che nazionale, delle raccomandazioni del Parlamento in relazione alla comunicazione della Commissione «Alla ricerca di un nuovo quadro fondamentale per la Piccola Impresa (un «Small Business Act» per l’Europa)» (COM(2008)0394);

38.

chiede il lancio effettivo di una vasta iniziativa europea dell’occupazione che assicuri, da un lato, che un’impresa possa essere creata in qualunque luogo nell’Unione europea in tre giorni e senza spese e che le formalità per l’assunzione dei primi lavoratori dipendenti possano essere espletate attraverso uno sportello unico, e che, dall’altro, rafforzi i piani di attivazione, in particolare per le persone poco qualificate, attraverso consulenze personalizzate, formazioni/riqualificazioni intensive, ampliamento delle capacità dei lavoratori, apprendistati, impieghi sovvenzionati e sovvenzioni all’avvio di attività per gli autonomi e le imprese; sostiene inoltre lo stanziamento dei fondi del Fondo sociale europeo da parte della Commissione per promuovere lo sviluppo e l’adeguamento delle competenze;

39.

raccomanda vivamente che l’iniziativa dell’Unione europea per l’occupazione includa un intervento rapido proprio nel momento in cui i posti di lavoro vengono effettivamente soppressi, non ultimo allo scopo di ridurre il rischio che le persone siano escluse dal mercato del lavoro; ritiene che siffatti interventi richiederanno investimenti significativi nella formazione, compreso un incremento del numero dei formatori, concentrandosi su un migliore coordinamento dei programmi di formazione e reinserimento professionale, e non dovrebbero avvalersi soltanto di misure a breve termine, ma dovrebbero anche cercare di rendere possibile l’acquisizione di qualifiche di alto livello, allo scopo di incrementare i livelli generali di competenze nell’Unione europea e di rispondere all’evoluzione delle esigenze dell’economia attuale;

40.

accoglie con favore le proposte della Commissione e invita gli Stati membri ad adeguare le nuove disposizioni dei regolamenti sul Fondo sociale europeo, sul Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione e sul Fondo europeo di sviluppo regionale, ivi inclusa la semplificazione delle procedure e l’ampliamento dei costi ammissibili, per contribuire in modo ancora più efficace alla realizzazione degli obiettivi in materia di occupazione e di inclusione sociale, continuando a sostenere l’occupazione nei settori chiave dell’economia e a garantire che, nel prestare tale assistenza, il rafforzamento della coesione sociale e territoriale rimanga una priorità, onde evitare uno sviluppo asimmetrico nell’Unione; auspica un’accelerazione della distribuzione degli strumenti destinati a favorire l’occupazione e un nuovo orientamento dei programmi dell’Unione europea di sostegno ai gruppi più vulnerabili, compresi programmi per garantire condizioni di vita decenti e l’accesso a servizi pubblici di alta qualità per tutti;

41.

invita gli Stati membri a investire nell’economia sociale, la quale può contribuire alla crescita, poiché presenta un notevole potenziale per la creazione di posti di lavoro di elevata qualità e per il rafforzamento della coesione sociale e territoriale;

42.

sottolinea l’importanza dell’attuazione dei principi comuni di flessicurezza, garantendo nel contempo una protezione sociale adeguata per tutti, in particolare mediante sistemi di sicurezza sociale che offrano un’adeguata protezione nel rispetto delle tradizioni nazionali;

43.

invita la Commissione, in cooperazione con gli Stati membri, a continuare a seguire regolarmente lo sviluppo della situazione del mercato del lavoro europeo e l’impatto della crisi su tale mercato e ad adottare le misure appropriate che consentano di porre le economie dell’Unione europea su un cammino di crescita sostenibile;

44.

sottolinea la necessità di garantire un livello di vita adeguato tutti i cittadini dell’Unione e chiede che a tal fine siano adottate misure straordinarie appropriate; chiede che le politiche sociali siano adattate in modo da far fronte alla recessione, che si sostengano politiche concrete a favore del mercato del lavoro e politiche sociali inclusive e che si presti particolare attenzione ai soggetti più vulnerabili della società;

45.

chiede alla Commissione di valutare urgentemente il rischio di recessione nei settori industriali di tutta Europa per poter intervenire, se necessario, a livello comunitario; sottolinea tuttavia che alcuni dei problemi delle industrie dell’Unione europea non sono stati necessariamente causati solo dalla crisi finanziaria; ritiene pertanto che gli aiuti di Stato dovrebbero essere orientati attentamente in modo da non oltrepassare il livello di compensazione degli effetti della crisi finanziaria ed essere accompagnati da condizioni più rigorose in materia di ristrutturazione, investimenti in innovazione e sostenibilità;

46.

mette in guardia contro l’indebito allentamento delle norme di concorrenza comunitarie, in quanto ciò potrebbe indebolire il mercato interno; esprime preoccupazione per il fatto che le risposte nazionali alla contrazione economica possono condurre a protezionismo e distorsione della concorrenza, il che, nel lungo termine, comprometterebbe gravemente la prosperità economica dei cittadini dell’Unione;

47.

chiede una valutazione delle misure contenute nei piani nazionali di ripresa per quanto riguarda il loro impatto immediato sul potere d’acquisto;

48.

chiede al Consiglio di approvare la proposta di dare a tutti gli Stati membri l’opzione di applicare un’aliquota IVA ridotta per i beni e i servizi efficienti sul piano energetico nonché per i servizi ad alta intensità di manodopera prestati a livello locale, alla luce del loro potenziale effetto di stimolo per l’occupazione e la domanda;

49.

sottolinea il valore aggiunto del programma di reti transeuropee di trasporto (TEN-T) per il conseguimento della strategia di Lisbona, degli obiettivi dell’Unione europea inerenti al cambiamento climatico e per una maggiore coesione sociale, economica e territoriale, fornendo nel contempo il debito sostegno alla domanda aggregata nell’Unione europea; sottolinea l’importanza dei 30 progetti prioritari TEN-T, in particolare dei corridoi transfrontalieri, per rilanciare l’economia e dare spazio alla crescente domanda di una co-modalità migliore e più ecocompatibile; invita la Commissione e gli Stati membri a sviluppare nuovi metodi di finanziamento delle infrastrutture di trasporto e ad aumentare sostanzialmente il bilancio relativo ai progetti TEN-T nel prossimo quadro finanziario dell’Unione europea e nel piano di ripresa;

50.

chiede agli Stati membri di considerare la possibilità di ridurre la tassazione del lavoro per le fasce salariali più basse, al fine di aumentare il potere d’acquisto e di stimolare la domanda dei prodotti al dettaglio;

Maggiore coerenza e minore divario economico

51.

sottolinea l’importanza degli obiettivi relativi alla coesione territoriale nel quadro delle misure di incentivazione proposte, alla luce dei chiari effetti asimmetrici della crisi in tutto il territorio europeo;

52.

invita la Commissione ad esaminare attentamente, soprattutto alla luce dell’attuale crisi, l’impatto delle politiche orizzontali sui divari nelle prestazioni regionali nell’area euro, come sottolineato nella sua comunicazione sull’UEM@10;

53.

chiede lo sviluppo di meccanismi adeguati in grado di garantire che la convergenza accelerata delle regioni meno dinamiche sia incentrata su obiettivi strategici quali l’ecologizzazione dell’economia e un’adeguata partecipazione all’agenda di Lisbona, in particolare sostenendo l’innovazione, le PMI e le microiniziative;

54.

accoglie con favore tutte le proposte della Commissione che semplificano e velocizzano l’accesso agli strumenti di coesione disponibili e accelerano l’attuazione dei progetti, segnatamente anticipando i fondi, aumentando temporaneamente i tassi di sostegno comunitario, migliorando l’assistenza tecnica e accelerando le procedure di pagamento;

Riforme strutturali e investimenti intelligenti e sostenibili

55.

chiede che vengano affinati, sia a livello di Unione europea che di Stati membri, strumenti e politiche per la ripresa, che siano in grado di stimolare la domanda e la fiducia nell’Unione europea, in linea con una serie di priorità comuni nell’ambito della strategia di Lisbona, quali gli investimenti nell’istruzione, nelle infrastrutture, nella ricerca, nello sviluppo, nelle competenze e nell’apprendimento lungo tutto l’arco della vita, nell’efficienza energetica e nelle tecnologie verdi, nelle reti a banda larga, nei trasporti urbani, nelle industrie e servizi creativi, nei servizi sanitari e in quelli destinati ai bambini e agli anziani;

56.

accoglie con favore la proposta della Commissione di anticipare dal 2010 al 2009 investimenti per 500 000 000 EUR nelle infrastrutture di trasporto; sottolinea comunque la necessità che la Commissione e gli Stati membri includano il trasporto urbano e i progetti prioritari RTE-T fra i progetti idonei a beneficiare dei 5 000 000 000 EUR addizionali da utilizzare in base al piano di rilancio; ritiene che i progetti TEN-T che si trovano in una fase avanzata di attuazione dovrebbero, in particolare, beneficiare della maggiore disponibilità di stanziamenti;

57.

sottolinea che nelle attuali, difficilissime, circostanze, l’accesso ai fondi comunitari è necessario per gli Stati membri che hanno aderito più recentemente all’Unione europea e che non fanno parte dell’area dell’euro; ritiene che tali fondi costituirebbero lo stimolo di bilancio necessario per i paesi che non hanno il margine di manovra degli Stati membri nell’area dell’euro o che si trovano in condizioni di grave deficit di bilancio e delle partite correnti;

58.

sottolinea che la crisi ha ripercussioni economiche e sociali estremamente negative in diversi Stati membri, con il rischio di riduzione sostanziale della crescita e della stabilità e di aumento della povertà; esprime il timore che la situazione si possa ripercuotere sull’euro e sulle economie della zona euro; pertanto sollecita una strategia coordinata a livello comunitario improntata alla solidarietà comunitaria e all’assunzione della responsabilità collettiva in materia; invita la Commissione a riesaminare e potenziare tutti gli strumenti mirati alla stabilità degli Stati membri interessati, in particolare i loro tassi di cambi, onde poter applicare reti di sicurezza e strumenti di reazione rapidi ed efficaci;

59.

invita la Commissione a prendere in considerazione possibili misure per il miglioramento della sicurezza energetica attraverso lo sviluppo accelerato di una rete di trasmissione del gas interna all’Unione europea, che garantisca la sicurezza dell’approvvigionamento;

60.

ritiene che una forte politica pubblica degli investimenti, mirante a creare un’economia a basse emissioni di carbonio, rivesta la massima importanza per far fronte alla recessione economica;

61.

invita gli Stati membri, a tal riguardo, a intraprendere una riforma dei loro sistemi fiscali, per assicurare che determinati settori aventi un pesante impatto sull’ambiente, quali l’agricoltura, i trasporti e l’energia, operino in modo sostenibile;

62.

sostiene fermamente l’adozione di una serie di politiche urbane che combinino l’efficienza energetica nel settore dei trasporti e delle costruzioni con la creazione di posti di lavoro;

63.

rileva la necessità di investimenti considerevoli derivanti da uno sforzo coordinato e senza precedenti nei settori dell’energia, dell’ambiente e delle infrastrutture, per favorire lo sviluppo sostenibile, contribuire alla creazione di posti di lavoro di qualità e garantire la coesione sociale; ritiene pertanto che la popolazione sia tanto più propensa ad accettare gli sforzi che le vengono richiesti quanto più questi ultimi sono percepiti come equi, da un lato, e a garanzia dell’inserimento professionale e dell’integrazione sociale, dall’altro;

64.

chiede che l’Unione europea adotti iniziative nel settore dell’istruzione e della formazione, nonché delle possibilità di accesso ai capitali di rischio, al credito e al microcredito, al fine di promuovere la crescita e la convergenza in tutta l’Unione europea;

65.

sottolinea la necessità di ridurre gli oneri burocratici che gravano sui progetti di investimento cofinanziati da società private; invita pertanto la Commissione e gli Stati membri ad adottare misure che accelerino e agevolino gli investimenti;

66.

sottolinea che, nell’affrontare i problemi acuti risultanti dalla crisi economica, non si devono perdere di vista la strategia a lungo termine e la possibilità di conseguire alcuni obiettivi attesi da tempo, in particolare:

intensificare l’eliminazione delle barriere alla libera prestazione di servizi, come previsto dalla direttiva sui servizi (8) la cui applicazione è stata ritardata, visto l’enorme potenziale in termini di creazione di posti di lavoro nel settore dei servizi;

potenziare l’attuazione della direttiva sui servizi postali (9);

completare il mercato interno dell’energia;

potenziare con urgenza gli investimenti nel settore R&S anche imponendo un investimento consistente nel settore R&S e nell’innovazione quale condizione preliminare per qualsiasi sostegno all’industria, visto che l’obiettivo - alquanto modesto - di Lisbona, pari al 3 % del PIL, non è stato finora raggiunto, soprattutto in quanto il settore privato non ha messo a disposizione la sua quota del 2 % e in quanto, nonostante l’obiettivo dichiarato di diventare l’economia della conoscenza più dinamica al mondo, sta crescendo il divario negli investimenti in R&S tra l’Unione europea e altre regioni;

definire con urgenza il regime comunitario in materia di brevetti;

rimuovere tutti i rimanenti ostacoli alla libertà di circolazione dei lavoratori;

realizzare i progetti prioritari TEN-T;

Strumenti economici europei: un’azione congiunta dell’Unione europea

Coordinamento economico

67.

chiede una maggiore coerenza tra l’attuale piano di ripresa a livello di Stati membri, gli obiettivi e le priorità di Lisbona, gli orientamenti integrati e i programmi nazionali di riforma, nonché l’uso degli strumenti di flessibilità previsti dal patto rivisto di stabilità e crescita;

68.

rileva che uno dei problemi centrali dell’attuale crisi dipende dal fatto che gli strumenti della politica economica europea non sono ancora abbastanza sviluppati per poter affrontare con successo le sfide che si profilano; sollecita pertanto un riesame e un aggiornamento, entro il Consiglio europeo di primavera 2010, dei principali strumenti di intervento, segnatamente orientamenti integrati per le politiche;

69.

chiede orientamenti della Commissione sui programmi nazionali di riforma alla luce delle sue previsioni di crescita;

70.

chiede che vengano messi a punto adeguati criteri e regole dettagliate per un rigoroso monitoraggio e una valutazione regolare dell’efficacia dei piani di ripresa economica da parte della Commissione, in particolare per quanto concerne la realtà degli investimenti annunciati, tenendo presente che attualmente non è ancora possibile valutare appieno l’entità della crisi e i rimedi necessari;

71.

invita tutte le parti interessate – Parlamento, Consiglio, Commissione e parti sociali a livello di comunitario e nazionale – a lavorare congiuntamente sui seguenti suggerimenti durante il Consiglio europeo di primavera 2009:

sviluppare il reciproco rafforzamento di politiche macroeconomiche orientate alla stabilità e alla crescita, rendendo la politica in materia di stabilità e di investimenti una questione d’interesse comune da affrontare con un sostegno reciproco;

introdurre un quadro vincolante per gli Stati membri, nell’ambito del quale essi si consultino a vicenda e con la Commissione prima di adottare importanti decisioni di politica economica, basato sulla comprensione comune dei problemi, delle priorità e delle misure correttive necessarie ed appropriate;

adottare piani nazionali di ripresa economica ambiziosi e adattati alle esigenze, aggiornare i programmi di stabilità e convergenza e rivedere i bilanci nazionali alla luce delle ultime previsioni economiche e impegnarsi per una loro urgente attuazione;

formulare una strategia coerente dell’Unione europea per misure a breve e lungo termine, basata su priorità e obiettivi comuni;

rafforzare la governance economica nell’area euro, in linea con le raccomandazioni formulate nella risoluzione del Parlamento del 18 novembre 2008 sull’UEM@10;

72.

chiede che il Parlamento, il Consiglio, la Commissione e la Banca europea per gli investimenti esaminino con urgenza i benefici che potrebbero derivare dalla possibilità di creare un fondo europeo sovrano, il cui costo per il servizio del debito sia inferiore a quello relativo all’aggregato equivalente dei debiti nazionali, che sia di natura temporanea e venga trasferito dopo un certo periodo di tempo ai debiti nazionali e che sia riservato a progetti di infrastruttura di trasporto parzialmente finanziati da partenariati pubblici/privati;

Banca europea per gli investimenti

73.

ritiene che la partecipazione della Banca europea per gli investimenti (BEI) sia essenziale e che una parte consistente dei prestiti cui fa riferimento il piano di ripresa rientri nella sua competenza; si compiace dell’accordo raggiunto dagli Stati membri sull’aumento del capitale della BEI; ricorda che alcuni interventi della BEI richiedono anche il sostegno del bilancio dell’Unione europea, ma che ciò non è attualmente previsto dal piano di ripresa; rileva che si potrebbe procedere in tal senso sia miscelando sovvenzioni e prestiti, sia in forma di strumenti di capitale o di condivisione del rischio comune, come il meccanismo di finanziamento con ripartizione del rischio (RSFF) e lo strumento di garanzia del prestito per i progetti della rete transeuropea di trasporto (LGTT); nell’ultimo caso, si potrebbe chiedere alla BEI di contribuire con le sue riserve, il che moltiplicherebbe l’effetto leva; sottolinea il ruolo della BEI nel rifinanziamento delle PMI e delle banche commerciali, comprese le strutture esistenti di partenariato pubblico-privato; ricorda al riguardo che è necessario fissare criteri di finanziamento legati al rispetto dell’ambiente;

Il bilancio dell’Unione europea

74.

ricorda che il piano di rilancio economico e le misure conseguenti proposte il 28 gennaio 2009 dalla Commissione prevedono un contributo comunitario stimato a 30 000 000 000 EUR, da distribuire tra i settori seguenti: 5 000 000 000 EUR per le interconnessioni energetiche e internet ad alta velocità, attraverso una revisione del quadro finanziario pluriennale (QFP) 2007-2013 e misure relative al «bilancio dello stato di salute» della PAC; pagamenti anticipati a titolo dei Fondi strutturali e di coesione; varie iniziative nel settore della ricerca e dell’innovazione, quali l’iniziativa europea per le «auto verdi», le fabbriche del futuro o gli edifici efficienti sul piano energetico; l’aumento dei prefinanziamenti per i progetti più avanzati di trasporti transeuropei come pure per iniziative a favore delle PMI o del programma di innovazione comunitario (CIP) e per finanziamenti già concessi dalla BEI con prestiti e finanziamenti esistenti o nuovi;

75.

sottolinea che l’attuale crisi non deve essere usata quale pretesto per ritardare un molto necessario riorientamento della spesa verso investimenti «verdi», ma dovrebbe, invece, essere usata come un ulteriore incentivo a proseguire con tale riorientamento e ribadisce, in questo contesto, l’importanza della revisione del bilancio prevista per il 2009, che non dovrebbe essere limitata ad una visione teorica di ciò che il bilancio potrebbe essere dopo il 2013, ma dovrebbe includere proposte coraggiose per un cambiamento nella programmazione al momento della revisione a medio termine dei programmi pluriennali al fine di rispondere alla crisi attuale promuovendo lo sviluppo sostenibile e tenendo conto delle sfide poste dal cambiamento climatico;

76.

sottolinea che taluni elementi proposti nel piano di ripresa economica presentano una formulazione troppo vaga; chiede alla Commissione di fornire senza indugio ai due rami dell’autorità di bilancio tutte le precisioni indispensabili a una decisione; sottolinea altresì che vari elementi inclusi nel piano di ripresa economica richiedono una modifica dei programmi pluriennali esistenti; ricorda al riguardo che queste modifiche devono essere compiute nel pieno rispetto dei poteri del Parlamento;

77.

sottolinea, pertanto, che l’attuazione concreta del piano di ripresa economica proposto dalla Commissione rischia di prendere un certo tempo e sollecita vivamente l’insieme delle istituzioni interessate ad adottare quanto prima le decisioni necessarie, tenuto conto dell’attuale, difficile, situazione economica dell’Unione europea;

78.

sottolinea che la maggior parte delle misure comunitarie proposte dalla Commissione poggia su un esercizio di ridistribuzione nel bilancio di finanziamenti già programmati e non sulla mobilitazione di nuove risorse di bilancio; chiede alla Commissione di trarre tutte le conseguenze delle pessime previsioni economiche che ha pubblicato nel gennaio 2009 e di valutare nuovamente le sue proposte di bilancio alla luce di queste nuove previsioni;

79.

accoglie con favore il piano europeo di ripresa economica e le iniziative correlate e ricorda che qualsiasi nuova spesa non prevista nel bilancio 2009 va finanziata con denaro fresco, per non compromettere il QFP 2007-2013 negoziato tra i due rami dell’autorità di bilancio; ricorda in proposito le possibilità offerte dalle disposizioni dell’accordo interistituzionale del 17 maggio 2006 (AII), in particolare i punti da 21 a 23;

80.

sottolinea che il piano di ripresa economica propone azioni coordinate su più livelli per potenziare le economie dell’Europa; ribadisce che il Parlamento europeo è pronto ad avviare negoziati con il Consiglio per la revisione di 5 000 000 000 EUR del QFP 2007-2013 proposta dalla Commissione e per qualunque altra modifica di strumenti che possa avere un impatto di bilancio; ritiene che i negoziati debbano concentrarsi sull’estensione della gamma di progetti sovvenzionati nell’ambito di questa revisione di bilancio, in linea con le priorità degli Stati membri;

81.

riconosce il ruolo predominante della BEI e della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS) nel contribuire al finanziamento di investimenti e nel migliorare l’accesso al finanziamento per le imprese, in particolare le PMI; fa presente che i contributi provenienti dal bilancio dell’Unione europea destinati ad operazioni della BEI hanno il potenziale di creare un considerevole effetto propulsore sugli investimenti e desidera esaminare la maniera in cui il bilancio dell’Unione europea può contribuire ulteriormente a conseguire tali effetti, ma in ogni caso nel contesto di un memorandum di intesa fra il Parlamento, il Consiglio, la Commissione e la BEI sulle priorità di investimento, garantendo che queste ultime siano imperniate su progetti veramente sostenibili; è preoccupato per la crescente tendenza in seno al Consiglio e alla Commissione ad affidare alla BEI e alla BERS molteplici compiti supplementari, senza aver prima fornito tutte le garanzie necessarie sul piano economico e finanziario in relazione alla capacità della BEI e della BERS di svolgerli con successo; constata che la Commissione propone di rafforzare gli strumenti finanziari posti in essere dalla BEI a titolo dell’accordo sul QFP 2007-2013; chiede alla Commissione di fornire un primo bilancio delle attività già svolte in questo contesto e di proporre soluzioni alle difficoltà di bilancio e regolamentari nell’attuazione di azioni come JASMINE, JASPERS e JEREMIE e di porvi rimedio;

82.

si aspetta che la Commissione chiarisca le proprie intenzioni riguardo alle azioni future, in particolare con riguardo a un possibile contributo a titolo del bilancio dell’Unione europea per rafforzare tali strumenti; chiede alla Commissione di indicare ai due rami dell’autorità di bilancio in quale misura i nuovi strumenti resi disponibili per la BEI per future iniziative richiederanno l’intervento a titolo del bilancio dell’Unione europea; constata inoltre che l’aumento dei compiti affidati alla BEI e alla BERS solleva importanti quesiti in relazione al controllo democratico dei progetti finanziati, quando sono in gioco fondi provenienti dal bilancio dell’Unione;

83.

deplora che la proposta della Commissione di investire nelle interconnessioni transeuropee di energia e nei progetti di infrastrutture a banda larga resti vana per la mancanza di un accordo interno al Consiglio, contrariamente alla volontà espressa dal Consiglio europeo nel dicembre 2008; ritiene che il bilancio dell’Unione europea debba essere utilizzato per contribuire a contrastare la crisi economica tramite gli idonei strumenti forniti dall’AII e invita il Consiglio ad avviare quanto prima un dibattito con il Parlamento; è del parere che si possa far uso soltanto di quei margini che sono già stati confermati e non sulla base di necessità stimate in futuri esercizi di bilancio; ricorda che la pratica di ridistribuzione potrebbe ostacolare politiche esistenti; è del parere che la revisione di medio periodo costituisca un’ultima e tardiva opportunità di reagire alla crisi economica; fa presente che il piano di ripresa, se approvato, avrà un impatto significativo sul bilancio 2009; rammenta alla Commissione che la sua proposta è indicativa e dipende dall’approvazione del legislatore; chiede ulteriori dettagli sulla fase di sviluppo di ciascun progetto, così da garantire una rapida attuazione come pure una valutazione dei loro effetti a breve termine sull’occupazione e la crescita di tutta l’economia dell’Unione europea e chiede dati concreti relativi all’attuazione, segnatamente per quanto concerne la programmazione finanziaria; fa osservare che le spese dell’Unione europea per progetti energetici, che nell’attuale quadro finanziario dell’Unione europea devono essere limitate, dovrebbero concentrarsi su progetti che possono essere avviati rapidamente e che contribuiscono alla realizzazione degli obiettivi dell’Unione europea per il 2020 nel settore del cambiamento climatico, segnatamente i progetti concernenti il risparmio energetico e l’efficienza energetica, nonché gli investimenti nelle reti di energie rinnovabili;

84.

ricorda la dichiarazione comune, concordata nella riunione di concertazione del 21 novembre 2008 su «L’attuazione della politica di coesione», che evidenzia i benefici per l’economia derivanti da un’accelerazione dell’esecuzione dei Fondi strutturali e di coesione e su «Gli stanziamenti di pagamento», che appoggia il finanziamento di nuove iniziative, in particolare per quanto riguarda la crisi economica; nota che l’importo di ulteriori anticipi previsti nel 2009 sulla base della proposta della Commissione sulla gestione finanziaria dell’FSE, del FESR e del Fondo di coesione è pari a 6 300 000 000 EUR e che le altre modifiche proposte per la gestione finanziaria dei fondi possono aumentare la velocità dei pagamenti intermedi;

85.

chiede alla Commissione di tenere informata l’autorità di bilancio e di chiarire se i pagamenti anticipati nel quadro della gestione finanziaria dei fondi saranno in linea con lo scadenziario dei pagamenti previsto dall’autorità di bilancio per il 2009 e in particolare se il livello di pagamenti convenuto dal Parlamento e dal Consiglio sarà sufficiente a finanziare le iniziative in corso o future;

86.

ricorda che qualsiasi modifica del livello di pagamenti che la Commissione proporrà va inserita in un bilancio suppletivo e rettificativo, che dovrà essere approvato dai due rami dell’autorità di bilancio;

87.

sottolinea il valore aggiunto del programma di reti transeuropee di trasporto (TEN-T) per il conseguimento della strategia di Lisbona, degli obiettivi dell’Unione europea inerenti al cambiamento climatico e per una maggiore coesione sociale, economica e territoriale, fornendo nel contempo il debito sostegno alla domanda aggregata nell’Unione europea; accoglie quindi con favore la proposta della Commissione di anticipare, dal 2010 al 2009, 500 000 000 EUR in investimenti nelle infrastrutture di trasporto;

88.

chiede alla Commissione di tenere conto, al momento di presentare l’elenco dei progetti specifici da finanziare ricorrendo al bilancio dell’Unione europea e come richiesto dal Consiglio europeo del dicembre 2008, della necessità di aumentare la sostenibilità e la competitività dell’economia europea in una prospettiva a lungo termine, portando avanti progetti infrastrutturali già decisi e programmati che, al tempo stesso, rientrino in una strategia volta a combattere il cambiamento climatico;

89.

raccomanda un approccio flessibile alla struttura di spesa del bilancio europeo e l’assegnazione di stanziamenti non impegnati o non iscritti a bilancio ogni anno per priorità individuate nell’ambito di un quadro di coesione; ribadisce l’urgente necessità di rafforzare il bilancio europeo, rivedendone la dotazione e la struttura di spesa;

Unione europea e governance mondiale

90.

esorta l’Unione europea a svolgere un ruolo di guida nelle sedi internazionali, segnatamente nell’ambito del Forum di stabilità finanziaria (FSF) e del Fondo monetario internazionale (FMI), nonché nelle prossime riunioni del G20; ritiene che sia particolarmente importante rafforzare la sorveglianza multilaterale delle aree monetarie e dei mercati finanziari; ricorda che, in un periodo caratterizzato dalla libera circolazione dei capitali a livello mondiale, la convergenza è un elemento essenziale per garantire condizioni di parità e un quadro globale di regolamentazione e vigilanza;

91.

ricorda l’importanza del prossimo vertice del G20 che si terrà a Londra il 2 aprile 2009, nel corso del quale si prevede che le dichiarazioni saranno convertite in decisioni; ricorda l’importanza di concordare un chiaro scadenzario d’azione in modo da orientare il processo alla produzione; insiste sul fatto che non solo si dovrebbero concordare considerazioni di carattere finanziario, ma che i capi di Stato e di governo degli Stati membri dovrebbero anche riflettere su come correggere gli squilibri globali e decidere di coordinare i vari piani di ripresa adottati di recente, tenendo presente la questione della disoccupazione; sostiene l’uso delle raccomandazioni del gruppo Larosière come base per configurare la posizione dell’Unione europea sulla futura architettura finanziaria; invita il Consiglio e la Commissione a chiedere il parere del Parlamento prima di concordare una posizione negoziale per il vertice;

92.

sostiene fermamente la decisione dei membri europei del G20 di un’azione definitiva contro i paradisi fiscali e le giurisdizioni non collaborative concordando quanto prima un pacchetto di sanzioni, da approvare al vertice di Londra; raccomanda all’Unione europea di adottare al proprio livello l’adeguato quadro legislativo per limitare gli scambi con quelle giurisdizioni; sottolinea che la convergenza a livello mondiale è essenziale per affrontare questo problema;

93.

raccomanda vivamente di valutare in modo corretto l’impatto delle transazioni internazionali sull’economia reale nell’Unione europea, in particolare per quanto concerne il commercio, il cambiamento climatico e le finanze; è favorevole a promuovere il dialogo internazionale con i più importanti blocchi valutari, per prevenire gli effetti delle speculazioni valutarie e della volatilità sull’economia reale;

94.

invita il Consiglio e la Commissione a intensificare la consultazione e a favorire i rapporti di cooperazione con i partner commerciali dell’Unione europea e, in particolare, con l’amministrazione statunitense di recente nomina;

95.

è dell’avviso che l’attuale crisi non sollevi l’Unione europea dalla sua responsabilità di promuovere lo sviluppo internazionale e la lotta contro la povertà; mette in guardia contro il rischio di un ritorno a politiche protezionistiche; sottolinea che la tempestiva conclusione del ciclo di negoziati commerciali di Doha potrebbe favorire notevolmente gli sforzi compiuti a livello mondiale per stimolare la ripresa;

*

* *

96.

incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, alla Banca centrale europea, alla Banca europea per gli investimenti, al Comitato economico e sociale europeo e al Presidente dell’Eurogruppo.


(1)  GU C 16 del 22.1.2009, pag. 1.

(2)  Testi approvati, P6_TA(2008)0506.

(3)  Testi approvati, P6_TA(2008)0058.

(4)  Testi approvati, P6_TA(2008)0543.

(5)  Testi approvati, P6_TA(2008)0425.

(6)  Testi approvati, P6_TA(2008)0476.

(7)  Direttiva 2000/35/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 29 giugno 2000, relativa alla lotta contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali (GU L 200 dell’8.8.2000, pag.35).

(8)  Direttiva 2006/123/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 12 dicembre 2006, relativa ai servizi nel mercato interno (GU L 376 del 27.12.2006, pag. 36).

(9)  Direttiva 2008/6/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 20 febbraio 2008, che modifica la direttiva 97/67/CE per quanto riguarda il pieno completamento del mercato interno dei servizi postali comunitari (GU L 52 del 27.2.2008, pag. 3).