25.3.2010   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

CE 76/16


Giovedì 19 febbraio 2009
Economia sociale

P6_TA(2009)0062

Risoluzione del Parlamento europeo del 19 febbraio 2009 sull'economia sociale (2008/2250(INI))

2010/C 76 E/04

Il Parlamento europeo,

visti gli articoli 3, 48, da 125 a 130 e 136 del trattato CE,

visti il regolamento (CE) n. 1435/2003 del Consiglio, del 22 luglio 2003, relativo allo statuto della società cooperativa europea (SCE) (1), e la direttiva 2003/72/CE del Consiglio, del 22 luglio 2003, che completa lo statuto della società cooperativa europea per quanto riguarda il coinvolgimento dei lavoratori (2),

vista la direttiva 2006/123/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 12 dicembre 2006, relativa ai servizi nel mercato interno (3),

vista la decisione 2008/618/CE del Consiglio, del 15 luglio 2008, sugli orientamenti per le politiche degli Stati membri a favore dell'occupazione (4),

visti la comunicazione della Commissione del 30 gennaio 2008 relativa alla proposta di relazione congiunta per il 2008 sulla protezione e sull'inclusione sociale (COM(2008)0042), il documento che accompagna la comunicazione della Commissione relativa alla proposta di relazione congiunta (SEC(2008)0091) e la relazione congiunta sull'occupazione 2007/2008 sottoscritta nelle conclusioni della Presidenza a seguito del Consiglio europeo di primavera del 13 e 14 marzo 2008,

vista la sua risoluzione del 6 maggio 1994 sull'economia alternativa e solidale (5),

vista la sua risoluzione del 18 settembre 1998 sul ruolo delle cooperative nella crescita dell'occupazione femminile (6),

vista la sua posizione definita in prima lettura il 17 giugno 2008 in vista dell'adozione di una decisione del Parlamento europeo e del Consiglio riguardante l'Anno europeo della lotta alla povertà e all'esclusione sociale (2010) (7),

vista la sua risoluzione del 23 maggio 2007 sulla promozione di un lavoro dignitoso per tutti (8),

vista la sua risoluzione del 9 ottobre 2008 sulla promozione dell'inclusione sociale e la lotta contro la povertà, inclusa la povertà infantile, nell'Unione europea (9),

vista la comunicazione della Commissione del 23 febbraio 2004 sulla promozione delle società cooperative in Europa (COM(2004)0018),

viste la comunicazione della Commissione del 4 giugno 1997 sulla promozione del ruolo delle associazioni e delle fondazioni in Europa (COM(1997)0241) e la relativa risoluzione del Parlamento del 2 luglio 1998 (10),

vista la comunicazione della Commissione del 7 aprile 2000 dal titolo «Agire a livello locale in materia di occupazione – Dare una dimensione locale alla strategia europea per l'occupazione» (COM(2000)0196),

visti la comunicazione della Commissione del 6 novembre 2001 dal titolo «Rafforzare la dimensione locale della strategia europea per l'occupazione» (COM(2001)0629) e la relativa risoluzione del Parlamento del 4 luglio 2002 (11),

visti i pareri del Comitato economico e sociale sull'economia sociale, in particolare quelli sui temi «L'economia sociale ed il mercato unico’ (12), «La diversificazione economica nei paesi in via di adesione – il ruolo delle PMI e delle imprese dell'economia sociale’ (13) e «Adattabilità delle PMI e delle imprese dell'economia sociale ai cambiamenti imposti dal dinamismo dell'economia’ (14),

vista la sua risoluzione del 22 aprile 2008 sul contributo del volontariato alla coesione economica e sociale (15),

vista la sua risoluzione del 6 settembre 2006 su un modello sociale europeo per il futuro (16),

vista la comunicazione della Commissione del 2 luglio 2008 dal titolo «Agenda sociale rinnovata: Opportunità, accesso e solidarietà nell'Europa del XXI secolo’ (COM(2008)0412),

viste la comunicazione della Commissione del 2 luglio 2008 dal titolo «Un rinnovato impegno a favore dell'Europa sociale: rafforzamento del metodo di coordinamento aperto per la protezione sociale e l'integrazione sociale’ (COM(2008)0418 e la prima relazione biennale sui servizi sociali di interesse generale (SEC(2008)2179) della stessa data,

visto l'articolo 45 del suo regolamento,

visti la relazione della commissione per l'occupazione e gli affari sociali e il parere della commissione per i problemi economici e monetari (A6-0015/2009),

A.

considerando che il modello sociale europeo è fondato in particolare sulla base di servizi, beni e posti di lavoro di elevato livello creati dall'economia sociale, nonché sulle capacità di anticipazione e di innovazione sviluppate dai suoi promotori,

B.

considerando che l'economia sociale si basa su un paradigma sociale che è conforme ai principi fondamentali del modello sociale e di welfare europeo e che oggi l'economia sociale svolge un ruolo fondamentale nel mantenere e rafforzare tale modello, gestendo la produzione e l'offerta di molti servizi sociali e di interesse collettivo,

C.

considerando che i modelli dell'economia sociale dovrebbero conseguentemente essere portati avanti per raggiungere gli obiettivi in materia di crescita economica, occupabilità, formazione e servizi alla persona che permeano tutte le politiche dell'Unione europea,

D.

considerando che la ricchezza e la stabilità di una società dipendono dalla sua diversità e che l'economia sociale apporta un contributo attivo a tale diversità migliorando e rafforzando il modello sociale europeo e offrendo un modello proprio di impresa che consente all'economia sociale di contribuire a una crescita stabile e durevole,

E.

considerando che i valori dell'economia sociale sono in larga misura coerenti con gli obiettivi comuni di inclusione sociale dell'Unione europea e che essa dovrebbe andare di pari passo con il lavoro dignitoso, la formazione e il reinserimento; considerando che l'economia sociale ha dimostrato di poter migliorare notevolmente lo status sociale delle persone svantaggiate (come è stato dimostrato, ad esempio, dalle cooperative di microcredito, concepite dal vincitore del Premio Nobel Professor Mohammed Yunus, che, facilitando l'inclusione finanziaria, hanno aumentato l'influenza delle donne) e che essa ha una notevole capacità di innovazione sociale, aiutando le persone che incontrano difficoltà a trovare soluzioni ai loro problemi sociali, ad esempio per quanto riguarda la conciliazione tra vita professionale e privata, la parità di genere, la qualità della vita familiare e la capacità di prendersi cura dei bambini, degli anziani e delle persone con disabilità,

F.

considerando che l'economia sociale rappresenta il 10 % di tutte le imprese europee, vale a dire 2 milioni di imprese o il 6 % dei posti di lavoro totali, e presenta un notevole potenziale in termini di generazione e mantenimento di un'occupazione stabile, dovuto soprattutto al fatto che è improbabile che tali attività, per loro natura, siano delocalizzate,

G.

considerando che le imprese dell'economia sociale sono solitamente piccole e medie imprese (PMI) che contribuiscono a un modello economico sostenibile in cui gli individui sono più importanti del capitale; considerando che tali imprese sono spesso attive nel mercato interno e devono pertanto garantire che le loro attività siano conformi alla pertinente legislazione,

H.

considerando che l'economia sociale si è sviluppata attraverso forme imprenditoriali organizzative o giuridiche particolari come cooperative, mutue, associazioni, imprese e organizzazioni sociali e fondazioni nonché altre forme esistenti nei vari Stati membri; considerando che l'economia sociale viene indicata con concetti come «economia solidale’ e «terzo settore’ e che, per quanto tali concetti non siano considerati come facenti parte dell'economia sociale in tutti gli Stati membri, attività simili contraddistinte dalle stesse caratteristiche esistono in tutta l'Unione europea,

I.

considerando che sussiste la necessità di riconoscere lo status di alcuni tipi di organizzazioni che fanno parte dell'economia sociale a livello di Unione europea, tenendo conto delle norme del mercato interno, al fine di ridurre gli ostacoli burocratici all'ottenimento di finanziamenti comunitari,

J.

considerando che l'economia sociale evidenzia un modello di impresa che non può essere identificato né sulla base delle sue dimensioni né del settore di attività, bensì sulla base del rispetto di valori comuni come il primato della democrazia, della partecipazione degli attori sociali, della persona e degli obiettivi sociali sul capitale, la difesa e l'applicazione dei principi di solidarietà e responsabilità, la conciliazione degli interessi degli utenti con l'interesse generale, il controllo democratico da parte dei suoi membri, l'adesione volontaria e aperta, l'autonomia di gestione e l'indipendenza rispetto ai poteri pubblici, l'allocazione della maggior parte delle eccedenze a favore del perseguimento di obiettivi di sviluppo sostenibile e dei servizi resi ai membri nel rispetto dell'interesse generale,

K.

considerando che, nonostante la crescente importanza dell'economia sociale e delle organizzazioni che ne fanno parte, essa è ancora poco conosciuta e spesso oggetto di critiche derivanti da approcci tecnici inappropriati; considerando che uno degli ostacoli maggiori che l'economia sociale si trova a fronteggiare nell'Unione europea e in alcuni Stati membri consiste nella mancanza di visibilità istituzionale, che è dovuta in parte alle particolarità dei sistemi nazionali di contabilità,

L.

considerando che l'intergruppo del Parlamento sull'economia sociale ha svolto un lavoro dettagliato,

Considerazioni generali

1.

sottolinea che l'economia sociale, unendo redditività e solidarietà, svolge un ruolo essenziale nell'economia europea permettendo la creazione di posti di lavoro di qualità e il rafforzamento della coesione sociale, economica e territoriale, generando capitale sociale, promuovendo la cittadinanza attiva, la solidarietà e una visione dell'economia fatta di valori democratici e che ponga in primo piano le persone, nonché appoggiando lo sviluppo sostenibile e l'innovazione sociale, ambientale e tecnologica;

2.

ritiene che l'economia sociale sia importante, sotto il profilo simbolico e sotto quello dei risultati raggiunti, per il rafforzamento della democrazia industriale ed economica;

3.

riconosce che l'economia sociale potrà prosperare e sviluppare tutto il suo potenziale soltanto se potrà beneficiare di premesse e condizioni politiche, legislative e operative adeguate, tenendo debitamente conto della ricchezza rappresentata dalla diversità delle istituzioni dell'economia sociale e delle loro specificità;

4.

ritiene che le imprese dell'economia sociale non debbano essere soggette all'applicazione delle stesse regole di concorrenza delle altre imprese e che esse necessitino di un quadro giuridico certo, basato sul riconoscimento dei loro specifici valori, che permetta loro di operare su un piano di parità rispetto alle altre imprese;

5.

sottolinea il fatto che un sistema economico in cui le imprese dell'economia sociale ricoprono un ruolo più incisivo sarebbe meno esposto alla speculazione sui mercati finanziari dove operano società private non soggette al controllo da parte degli azionisti e alla vigilanza degli organi di regolamentazione;

Riconoscimento del concetto di economia sociale

6.

ricorda che l'esistenza di diverse forme di società è stata riconosciuta nel trattato CE nonché dall'adozione dello statuto della società cooperativa europea;

7.

ricorda altresì che la Commissione ha già riconosciuto più volte il concetto di economia sociale;

8.

invita la Commissione a promuovere l'economia sociale attraverso le sue nuove politiche e a difendere il concetto di «fare impresa in un altro modo’ insito nell'economia sociale, la cui principale forza propulsiva non è la redditività economica, bensì la redditività sociale, in modo da tenere in debito conto le specificità dell'economia sociale nell'elaborazione della legislazione;

9.

è del parere che l'Unione europea e gli Stati membri debbano provvedere al riconoscimento dell'economia sociale e dei soggetti che ne fanno parte – cooperative, mutue, associazioni e fondazioni – nell'ambito della loro legislazione e delle loro politiche; propone che tali misure comprendano l'accesso agevolato al credito e sgravi fiscali, lo sviluppo del microcredito, l'introduzione di statuti europei per le associazioni, le fondazioni e le mutue, nonché un adeguato finanziamento dell'Unione europea e incentivi per fornire un migliore sostegno alle organizzazioni dell'economia sociale che operano nei settori di mercato ed extra-mercato e che vengono create a scopi di utilità sociale;

Riconoscimento giuridico: uno statuto europeo delle associazioni, delle fondazioni e delle mutue

10.

rileva che il riconoscimento dello statuto europeo delle associazioni, delle mutue e delle fondazioni è necessario per garantire la parità di trattamento delle imprese dell'economia sociale nel contesto delle norme del mercato interno; ritiene che il ritiro delle proposte della Commissione concernenti un regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio recante statuto dell'associazione europea e un regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio recante statuto della mutua europea (COM(1991)0273) costituisca un'importante battuta d'arresto per lo sviluppo di queste forme di economia sociale all'interno dell'Unione europea ed esorta pertanto la Commissione a rivedere la sua agenda;

11.

invita la Commissione a dare seguito alla relazione di fattibilità concernente lo statuto della fondazione europea che doveva essere pubblicata entro la fine del 2008 e ad avviare una valutazione d'impatto sullo statuto dell'associazione europea e della mutua europea;

12.

invita la Commissione e gli Stati membri a sviluppare un quadro normativo che riconosca le componenti dell'economia sociale;

13.

invita la Commissione a garantire che la società privata europea sia una forma societaria che possa essere adottata da tutti i tipi di imprese;

14.

invita la Commissione a definire chiare regole che identifichino quali entità possano operare legalmente come imprese dell'economia sociale e a introdurre efficaci barriere giuridiche di accesso affinché solo le organizzazioni appartenenti all'economia sociale possano beneficiare dei finanziamenti destinati alle imprese dell'economia sociale o di politiche pubbliche concepite a favore di queste ultime;

Riconoscimento statistico

15.

invita la Commissione e gli Stati membri a sostenere la creazione di registri statistici nazionali delle imprese dell'economia sociale, a stabilire conti satellite nazionali per ciascun settore istituzionale e comparto di attività nonché a consentire l'impiego di tali dati da parte di Eurostat, anche avvalendosi delle competenze disponibili presso le università;

16.

rileva che la misura dell'impatto dell'economia sociale è complementare a quella delle organizzazioni senza scopo di lucro; invita la Commissione e gli Stati membri a promuovere l'uso del manuale dell'ONU sulle organizzazioni non lucrative nel sistema di contabilità nazionale e a predisporre conti satellite che migliorino la visibilità delle organizzazioni senza scopo di lucro e delle organizzazioni dell'economia sociale;

Riconoscimento come partner sociali

17.

sostiene il riconoscimento delle componenti dell'economia sociale nell'ambito del dialogo sociale settoriale e intersettoriale nell'Unione europea e propone che il processo di inclusione degli attori dell'economia sociale nella concertazione sociale e nel dialogo civile sia fortemente incoraggiato dalla Commissione e dagli Stati membri;

L'economia sociale come fattore chiave per il conseguimento degli obiettivi della strategia di Lisbona

18.

rileva che le imprese e le organizzazioni dell'economia sociale contribuiscono al rafforzamento dell'imprenditorialità, agevolano un migliore funzionamento democratico del mondo imprenditoriale, integrano la responsabilità sociale e promuovono l'integrazione sociale attiva delle categorie vulnerabili;

19.

sottolinea che gli imprenditori dell'economia sociale sono attori chiave del reinserimento e accoglie con favore i loro sforzi volti a creare e mantenere posti di lavoro stabili e di elevata qualità e a investire nelle risorse umane; invita la Commissione e gli Stati membri a sostenere e rafforzare l'economia sociale nel suo ruolo di buon datore di lavoro e di rispettarne lo status speciale;

20.

sottolinea che l'economia sociale aiuta a rettificare tre tipi principali di squilibri sul mercato del lavoro: la disoccupazione, il precariato e l'esclusione sociale e dal mercato del lavoro dei disoccupati; rileva inoltre che l'economia sociale svolge un ruolo nel miglioramento dell'occupabilità, crea posti di lavoro solitamente non soggetti a delocalizzazione e contribuisce al conseguimento degli obiettivi della strategia di Lisbona;

21.

ritiene che il supporto degli Stati membri alle imprese dell'economia sociale dovrebbe essere interpretato come un autentico investimento nella creazione di reti di solidarietà che possano rafforzare il ruolo delle comunità e degli enti locali nello sviluppo delle politiche sociali;

22.

ritiene che i problemi sociali richiedano una riflessione, ma che nelle attuali condizioni occorra soprattutto agire; è del parere che la maggior parte dei problemi sociali dovrebbe essere affrontata con soluzioni locali, operando su situazioni e problemi concreti; ritiene che, per essere efficace, tale azione richieda regole rigorose in materia di coordinamento, il che significa un elevato livello di cooperazione fra le autorità pubbliche e le imprese dell'economia sociale;

23.

constata che, attraverso il loro forte radicamento a livello locale, le imprese dell'economia sociale consentono di creare legami tra i cittadini e i loro organi di rappresentanza regionali, nazionali ed europei e sono quindi in grado di contribuire a una governance dell'Unione europea efficace ai fini della coesione sociale; accoglie molto positivamente gli sforzi profusi dalle imprese e dalle organizzazioni dell'economia sociale per raggrupparsi all'interno di piattaforme di coordinamento a livello di Unione europea;

24.

evidenzia il ruolo chiave dell'economia sociale nel conseguimento degli obiettivi della strategia di Lisbona relativi alla crescita sostenibile e alla piena occupazione, poiché tale economia fa fronte ai numerosi squilibri del mercato del lavoro, in particolare attraverso il sostegno all'occupazione femminile, istituisce e fornisce servizi assistenziali e di prossimità (come servizi sociali, sanitari e di previdenza sociale), oltre a creare e mantenere il tessuto sociale ed economico, contribuendo allo sviluppo locale e alla coesione sociale;

25.

ritiene che l'Unione europea dovrebbe adoperarsi al fine di istituire un quadro di riferimento per l'agenda dell'economia sociale, dal momento che ciò rafforzerebbe la competitività e la capacità d'innovazione a livello locale e di Unione europea, in quanto l'economia sociale è in grado di generare stabilità in un contesto caratterizzato da economie essenzialmente cicliche, attraverso la redistribuzione e il reinvestimento dei profitti a livello locale e, ove opportuno, la promozione di una cultura imprenditoriale, il collegamento delle attività economiche alle esigenze locali, il sostegno alle attività a rischio (ad esempio le attività artigianali) e la generazione di capitale sociale;

26.

invita le autorità competenti e gli operatori del settore a valutare e valorizzare il ruolo delle donne nell'economia sociale, sia in termini quantitativi, dato l'elevato tasso di occupazione femminile in tutti gli ambiti del settore, compreso quello associativo e del volontariato, sia per quanto riguarda la qualità e gli aspetti organizzativi del lavoro e della prestazione dei servizi; è preoccupato per la persistenza anche nell'economia sociale del fenomeno della segregazione verticale, che limita la partecipazione delle donne ai processi decisionali;

27.

chiede ai governi degli Stati membri e alle autorità locali, nonché agli operatori del settore di promuovere e sostenere le possibili sinergie che possono realizzarsi nel campo dei servizi tra gli attori dell'economia sociale e la stessa utenza, ampliando l'ambito della partecipazione, della consultazione e della corresponsabilità;

28.

chiede alla Commissione di tener conto della realtà dell'economia sociale nella revisione della politica degli aiuti di Stato, dato che le piccole imprese e le organizzazioni attive a livello locale incontrano forti difficoltà nell'accedere ai finanziamenti, in particolare durante l'attuale crisi economico-finanziaria; invita altresì la Commissione a non ostacolare le normative nazionali in materia societaria o fiscale, come quelle che si applicano alle cooperative nel settore bancario e in quello della distribuzione, che operano sulla base dei principi della mutualità, della democrazia societaria, della trasmissione intergenerazionale del patrimonio, dell'indivisibilità delle riserve, della solidarietà, nonché dell'etica del lavoro e dell'impresa;

29.

sottolinea che una parte delle imprese dell'economia sociale è costituita da microimprese o da piccole e medie imprese che possono non disporre dei mezzi necessari a operare nel mercato interno e a partecipare ai programmi nazionali e dell'Unione europea e propone la creazione di strumenti e incentivi mirati che consentano loro di contribuire più efficacemente alla crescita economica sostenibile nell'Unione europea nonché a facilitare, in caso di crisi, la possibilità di trasformare le imprese in imprese di proprietà dei lavoratori;

30.

invita la Commissione e gli Stati membri a sviluppare programmi per le imprese sociali esistenti e future, che offrano sostegno finanziario, informazione, consulenza e formazione, e a semplificare il processo di costituzione delle stesse (ad esempio riducendo i requisiti di capitale iniziale per le società), onde aiutarle a fronteggiare un'economia sempre più globale ed attualmente colpita dalla crisi finanziaria;

31.

sottolinea che le imprese dell'economia sociale incontrano maggiori difficoltà delle grandi società, ad esempio nella gestione degli oneri normativi, nell'ottenere finanziamenti e nell'accedere all'informazione e alle nuove tecnologie;

32.

sottolinea l'importanza dell'economia sociale nell'ambito dei servizi di interesse generale; evidenzia il valore aggiunto della creazione di reti integrate pubblico-privato, ma anche il rischio di strumentalizzazioni quali ad esempio le esternalizzazioni basate sulla riduzione dei costi a carico delle pubbliche amministrazioni, anche con contributi prestati sotto forma di volontariato;

33.

insiste affinché la Commissione prosegua la sua attività di dialogo e chiarimento con le parti interessate, nonché di sostegno agli Stati membri per quanto concerne i servizi di interesse generale e i servizi sociali d'interesse generale, e si serva del metodo degli indicatori combinati;

Mezzi necessari per raggiungere gli obiettivi

34.

invita la Commissione ad accertarsi che nell'elaborazione delle politiche dell'Unione europea si tenga conto delle caratteristiche dell'economia sociale (gli scopi, i valori e i metodi di lavoro) e, in particolare, a integrare l'economia sociale nelle sue altre politiche e strategie in materia di sviluppo sociale, economico e imprenditoriale, soprattutto nel contesto dello «Small Business Act’ per l'Europa (COM(2008)0394); chiede che laddove è interessata l'economia sociale si conducano valutazioni di impatto e che gli interessi dell'economia sociale siano rispettati e privilegiati; esorta inoltre la Commissione a rivalutare la possibilità di creare un'unità per l'economia sociale interservizi che colleghi le direzioni generali interessate;

35.

invita la Commissione ad assicurare che l'Osservatorio europeo per le PMI includa sistematicamente nelle sue analisi le imprese dell'economia sociale, e a formulare raccomandazioni relative a interventi di assistenza al loro funzionamento e sviluppo; invita inoltre la Commissione ad adottare le misure necessarie per consentire alle imprese dell'economia sociale di instaurare legami fra loro e di beneficiare della rete europea di sostegno all'e-business;

36.

invita gli Stati membri a incoraggiare lo sviluppo delle piccole e medie organizzazioni dell'economia sociale, al fine di ridurne la dipendenza dalle sovvenzioni e di accrescerne la sostenibilità;

37.

chiede alla Commissione di invitare i soggetti dell'economia sociale a partecipare agli organi permanenti di dialogo e a operare insieme ai gruppi di esperti di alto livello eventualmente interessati dalle tematiche attinenti all'economia sociale; invita altresì la Commissione a prendere parte al rafforzamento delle strutture di rappresentanza dell'economia sociale a livello regionale, nazionale e comunitario e a creare un quadro normativo volto a promuovere un partenariato attivo fra le autorità locali e le imprese dell'economia sociale;

38.

invita la Commissione a promuovere il dialogo fra le istituzioni pubbliche e i rappresentanti dell'economia sociale a livello nazionale e comunitario per stimolare la comprensione reciproca e promuovere le buone prassi;

39.

chiede alla Commissione di sostenere il gruppo di riflessione dell'Unione europea sulle banche cooperative creato dalle associazioni del settore o altri servizi finanziari che possono rivestire interesse per le organizzazioni dell'economia sociale, al fine di esaminare i risultati sinora ottenuti da queste specifiche entità dell'economia sociale a livello di Unione europea – in particolare durante l'attuale crisi finanziaria e creditizia mondiale – e il modo in cui esse potranno in futuro evitare rischi in questo ambito;

40.

invita la Commissione a valutare la possibilità di riattivare la linea di bilancio specifica per l'economia sociale;

41.

sollecita l'istituzione di programmi volti a promuovere la sperimentazione di nuovi modelli economici e sociali, l'avvio di programmi quadro di ricerca, l'inserimento dei temi legati all'economia sociale nell'ambito degli inviti a presentare proposte relative al Settimo programma quadro, a prevedere l'utilizzo di un «moltiplicatore’ da applicare ai dati statistici ufficiali e a introdurre strumenti per la misurazione della crescita economica dal punto di vista sia qualitativo che quantitativo;

42.

chiede alla Commissione e agli Stati membri di integrare la dimensione dell'economia sociale nella messa a punto delle politiche comunitarie e nazionali e nei programmi dell'Unione europea a favore delle imprese nel campo della ricerca, dell'innovazione, del finanziamento, dello sviluppo regionale e della cooperazione allo sviluppo, di sostenere l'attuazione di programmi per la formazione di amministratori dell'Unione europea, nazionali e locali in materia di economia sociale e di garantire alle imprese dell'economia sociale l'accesso ai programmi e alle azioni in materia di sviluppo e di relazioni esterne;

43.

esorta gli Stati membri a prevedere progetti formativi, nell'istruzione superiore e universitaria e nella formazione professionale, volti a trasmettere la conoscenza dell'economia sociale e delle iniziative imprenditoriali fondate sui suoi valori;

44.

invita la Commissione e gli Stati membri a supportare lo sviluppo di competenze e professionalità nel settore, onde potenziare il ruolo dell'economia sociale nell'integrazione del mercato del lavoro;

45.

chiede alla Commissione di mettere a punto un quadro giuridico dell'Unione europea favorevole alla costruzione e al mantenimento di partenariati territoriali tra il settore dell'economia sociale e le autorità locali, definendo criteri per il riconoscimento e la valorizzazione dell'economia sociale, per lo sviluppo locale sostenibile e per la promozione dell'interesse generale;

46.

invita la Commissione a determinare condizioni atte ad agevolare gli investimenti nell'economia sociale, in particolare attraverso fondi per gli investimenti, crediti garantiti e sovvenzioni;

47.

chiede alla Commissione di procedere nuovamente a una valutazione:

della sua comunicazione sulla promozione delle società cooperative in Europa e del regolamento (CE) n. 1435/2003 relativo allo statuto della Società cooperativa europea, secondo quanto in essi previsto;

della sua comunicazione sulla promozione del ruolo delle associazioni e delle fondazioni volontarie in Europa;

*

* *

48.

incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, al Comitato economico e sociale europeo, al Comitato delle regioni e al Comitato per la protezione sociale.


(1)  GU L 207 del 18.8.2003, pag. 1.

(2)  GU L 207 del 18.8.2003, pag. 25.

(3)  GU L 376 del 27.12.2006, pag. 36.

(4)  GU L 198 del 26.7.2008, pag. 47.

(5)  GU C 205 del 25.7.1994, pag. 481.

(6)  GU C 313 del 12.10.1998, pag. 234.

(7)  Testi approvati, Ρ6_ΤΑ(2008)0286.

(8)  GU C 102 Ε del 24.4.2008, pag. 321.

(9)  Testi approvati, Ρ6_ΤΑ(2008)0467.

(10)  GU C 226 del 20.7.1998, pag. 66.

(11)  GU C 271 E del 12.11.2003, pag. 593.

(12)  GU C 117 del 26.4.2000, pag. 52.

(13)  GU C 112 del 30.4.2004, pag. 105.

(14)  GU C 120 del 20.5.2005, pag. 10.

(15)  Testi approvati, P6_TA(2008)0131.

(16)  GU C 305 E del 14.12.2006, pag. 141.