27.3.2010   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 79/37


Parere del Comitato delle regioni sul tema «Il programma di Stoccolma: sfide e opportunità per un nuovo programma pluriennale per lo spazio di libertà, sicurezza e giustizia dell’UE»

(2010/C 79/08)

I.   RACCOMANDAZIONI POLITICHE

IL COMITATO DELLE REGIONI

Raccomandazioni generali

1.

si compiace dell'iniziativa della Commissione, volta a proseguire la realizzazione di un autentico spazio di libertà, sicurezza e giustizia al servizio dei cittadini e condivide il giudizio sulla particolare importanza che tale spazio riveste in un mondo caratterizzato da una sempre maggiore mobilità;

2.

accoglie con soddisfazione l'iniziativa della Commissione intesa a dotare l'Unione di un nuovo programma pluriennale che definisca le priorità per i prossimi cinque anni negli ambiti legati allo spazio di libertà, sicurezza e giustizia; rileva tuttavia che la comunicazione della Commissione non contiene alcun riferimento ai cambiamenti che verrebbero introdotti dal Trattato di Lisbona;

3.

ritiene che il nuovo programma dovrebbe essere sufficientemente ambizioso da garantire significativi passi in avanti, ma che esso dovrebbe anche prestare maggiore attenzione alla valutazione delle iniziative proposte negli ultimi dieci anni per migliorarne l'efficacia e far sì che se ne realizzino gli obiettivi;

4.

ribadisce la propria preoccupazione per il fatto che ancora una volta la Commissione non dedica un'attenzione sufficiente al ruolo degli enti locali e regionali in materia di libertà, sicurezza e giustizia;

5.

ricorda che le problematiche oggetto della comunicazione rivestono particolare interesse per gli enti locali e regionali, perché hanno un impatto diretto sulla vita quotidiana dei cittadini residenti nell'UE e sulle funzioni proprie degli enti locali e regionali;

6.

ribadisce che il CdR, in quanto assemblea politica che rappresenta gli enti locali e regionali, costituisce una sede particolarmente appropriata per servire gli interessi dei cittadini e per garantire l'attuazione dei diritti e dei doveri derivanti dalla cittadinanza europea;

7.

ritiene che il CdR dovrebbe essere associato allo spazio di libertà, sicurezza e giustizia, e a questo titolo direttamente coinvolto nell'attuazione e nell'elaborazione del programma di Stoccolma, del suo piano di azione, nonché dei suoi meccanismi e strumenti di valutazione, nella misura delle sue competenze;

8.

si impegna a promuovere un sistema a più livelli per la protezione dei diritti fondamentali e si compiace del fatto che i progressi compiuti nella realizzazione dello spazio di libertà, sicurezza e giustizia collochino i cittadini al centro del progetto;

9.

ribadisce che è necessario e ravvicinare in modo equilibrato le esigenze della sicurezza e la protezione dei diritti e delle libertà fondamentali, sviluppando strumenti coerenti nello spazio di libertà sicurezza e giustizia;

10.

constata che i progressi compiuti sono stati inferiori a quelli sperati e ricorda agli Stati membri che il fatto di rallentare la creazione di un spazio di libertà, sicurezza e giustizia potrebbe incidere negativamente sui diritti e le libertà dei cittadini europei;

11.

condivide il giudizio della Commissione, secondo cui garantire un'effettiva applicazione della legislazione è essenziale per lo sviluppo di uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia. Si associa pertanto alle preoccupazioni per le divergenze rilevate nell'attuazione delle direttive e invita la Commissione a definire nuove misure per garantire che le legislazioni nazionali riflettano correttamente sia lo spirito che la lettera delle norme e delle politiche adottate a livello europeo;

12.

fa osservare che la libera circolazione costituisce un fondamento essenziale della cittadinanza europea e chiede alla Commissione di adottare misure che garantiscano la corretta attuazione della relativa legislazione;

13.

ricorda che gli enti locali e regionali, nella loro qualità di livelli di governo più vicini alla cittadinanza, possono svolgere un ruolo importante in relazione agli strumenti e ai meccanismi di valutazione. Di conseguenza chiede, in linea con la raccomandazione del «gruppo ad alto livello sul futuro della politica europea della giustizia», di essere associato alla definizione di queste modalità, in modo che si possa tenere miglior conto delle esperienze concrete maturate dagli enti territoriali;

14.

chiede che nel piano di azione del programma di Stoccolma venga sviluppato in modo coerente il tema della dimensione esterna della politica europea degli affari interni. Il piano di azione potrebbe occuparsi in particolare degli interessi comuni in materia di migrazione regolare e irregolare, tra cui l'asilo, la cooperazione nel controllo delle frontiere, la lotta al terrorismo e alla criminalità, la definizione di priorità geografiche per singoli temi, i quadri di riferimento per lo scambio di informazioni, le garanzie per la tutela dei diritti fondamentali e della persona, la trasparenza e il libero accesso alle informazioni, la tutela dei dati personali e quella correlata delle garanzie dei diritti per i cittadini dell'Unione e dei paesi terzi;

15.

ritiene necessario coordinare e integrare le politiche in materia di giustizia e affari interni con le altre politiche dell'Unione, e in particolare la politica estera e quella economica e sociale e ribadisce che un miglior coordinamento rafforzerebbe l'efficacia e la coerenza di queste politiche;

16.

fa proprie le priorità politiche del nuovo programma e ricorda che nel processo di costruzione dell'Europa dei cittadini, la partecipazione dei governi locali e regionali è un elemento essenziale, che garantisce al processo una maggiore legittimità democratica;

17.

si associa alla preoccupazione di assegnare alle priorità politiche risorse finanziarie adeguate e sottolinea l'esigenza che gli enti locali e regionali partecipino all'elaborazione degli strumenti di bilancio destinati ai settori in cui hanno delle competenze;

18.

osserva che una verifica del rispetto dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità sarà possibile solo quando saranno presentate le proposte dettagliate, e invita ad adottare il piano di azione a dicembre 2009, per garantire il massimo rispetto di tali principi;

19.

chiede che sia dedicata speciale attenzione alla garanzia del principio di sussidiarietà, dato che gli Stati membri possono utilizzarlo per riportare in ambito nazionale determinate competenze.

Un'Europa dei diritti

20.

si compiace dell'intenzione dell'Unione di aderire alla Convenzione europea dei diritti dell'uomo e ricorda che la tutela dei diritti fondamentali dev'essere alla base di qualsiasi azione dell'Unione e dei suoi Stati membri;

21.

fa presente che la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea riconosce tutta una serie di diritti applicabili a qualsiasi persona, indipendentemente dalla sua nazionalità o dal suo status amministrativo di residenza nell'Unione europea, e sottolinea l'importanza del principio di residenza per gli enti locali e regionali nell'ottica di garantire la coesione e la pace sociali;

22.

ribadisce che l'applicazione della direttiva sulla libera circolazione delle persone è essenziale per garantire il diritto dei cittadini europei e delle loro famiglie a circolare e a risiedere liberamente in tutti gli Stati membri e ricorda che a tutt'oggi nessuno Stato membro ha ancora attuato integralmente detta direttiva (1);

23.

osserva con preoccupazione che cittadini di paesi terzi, familiari di cittadini dell'UE in possesso di un permesso di soggiorno di lunga durata, vengono sottoposti a limitazioni discriminatorie, basate sulla nazionalità o sull'origine etnica, del diritto all'ingresso e soggiorno nell'UE, e chiede che venga esercitata una specifica vigilanza per evitare che si verifichino siffatte discriminazioni;

24.

sostiene tutte le iniziative intese a contrastare le discriminazioni, il razzismo, l'antisemitismo, la xenofobia e l'omofobia, sollecita una rapida adozione della proposta di direttiva del Consiglio recante applicazione del principio di parità di trattamento fra le persone indipendentemente dalla religione o le convinzioni personali, la disabilità, l'età o l'orientamento sessuale (COM(2008) 426 def.) e sottolinea l'importante ruolo che gli enti locali e regionali possono svolgere nella prevenzione e nell'individuazione di atteggiamenti xenofobi e razzisti, come pure quello che già svolgono nell'educazione ai principi democratici. Ritiene inoltre che l'Anno europeo della lotta alla povertà e all'esclusione sociale 2010 costituisca un'opportunità per dare nuovo impulso all'elaborazione e all'applicazione di politiche rivolte a contrastare la discriminazione dei gruppi sociali vulnerabili;

25.

riconosce l'esigenza di definire un regime completo di protezione dei dati, basato sul diritto fondamentale alla riservatezza e alla protezione dei dati personali e dotato degli strumenti adeguati per realizzare i propri obiettivi, mantenendo un livello elevato di protezione;

26.

esprime inquietudine per la crescita esponenziale delle informazioni sui cittadini provocata dallo sviluppo delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, ricorda l'importanza che i cittadini europei attribuiscono alla protezione dei dati e della vita privata (2) e osserva che il programma di Stoccolma e il susseguente programma di azione della Commissione dovrebbero dedicare maggiore attenzione alla definizione di un approccio strategico basato sulle tecnologie privacy by design e privacy aware  (3);

27.

esprime preoccupazione per la modesta partecipazione dei cittadini dell'Unione alle elezioni europee e, riconoscendo l'insufficienza della propria azione, in quanto istituzione europea, in questo campo, si rammarica dell'assenza di proposte realmente innovatrici da parte della Commissione per accrescere la partecipazione alla vita democratica dell'Unione (4);

28.

invita la Commissione a favorire tale partecipazione esplorando nuovi strumenti basati sulle nuove tecnologie e la incoraggia a dare maggior rilievo all'e-government e ad iniziative come la e-partecipazione per rafforzare il coinvolgimento civico e politico dei cittadini (5);

29.

ritiene necessario rafforzare i meccanismi di informazione che consentono ai cittadini europei di conoscere meglio i loro diritti, specie per quanto riguarda la protezione diplomatica e consolare in paesi terzi nei quali manchi una rappresentanza nazionale;

30.

constata la necessità di migliorare il sistema di formazione nel campo della protezione civile e si associa alla proposta del «gruppo consultivo ad alto livello sul futuro della politica europea in materia di affari interni», di promuovere il collegamento in rete per trovare standard comuni in questo campo e migliorare l'accesso alla formazione (6);

31.

si rammarica del fatto che nel trattare i meccanismi per rafforzare la protezione civile non venga dato maggior rilievo al ruolo degli enti locali e regionali, benché questi svolgano in caso di necessità una funzione essenziale in termini di prevenzione e di mobilitazione di risorse e personale.

Un'Europa del diritto e della giustizia

32.

ribadisce l'importanza di uno spazio giudiziario europeo e la necessità di eliminare i fattori che tuttora ostacolano il pieno esercizio dei diritti connessi alla cittadinanza europea e limitano l'efficacia degli strumenti del mercato interno;

33.

riconosce la difficoltà di trattare con 27 differenti sistemi giudiziari, ma auspica una cooperazione giudiziaria transfrontaliera coerente ed efficace, fondata sul reciproco riconoscimento e fiducia e sul rispetto del principio di sussidiarietà. Sottolinea che tale cooperazione dovrebbe essere accompagnata da un'armonizzazione de minimis dei diritti di procedura penale e dalla fissazione di norme minime per la procedura processuale civile;

34.

osserva che l'accesso alla giustizia è essenziale per garantire un'Europa del diritto e si compiace in generale delle proposte della Commissione, specie per quanto riguarda la e-justice, da realizzare garantendo la protezione dei dati;

35.

ritiene che anche per la cooperazione giudiziaria si debba esplorare l'intero potenziale delle nuove tecnologie;

36.

giudica opportuno rafforzare i meccanismi di applicazione degli strumenti di cooperazione giudiziaria nell'ambito del diritto di famiglia, specie quando hanno ripercussioni sul diritto dei minori;

37.

chiede che vengano fatti sforzi maggiori per garantire la corretta attuazione della normativa europea nell'ambito della giustizia, evitando così di compromettere l'efficacia degli strumenti giuridici;

38.

constata la necessità di sancire il riconoscimento reciproco delle decisioni di decadenza dall'esercizio di diritti, specie nel caso dei divieti di esercitare una professione che coinvolgano minori, ma invita la Commissione a vigilare affinché nello scambio di informazioni sia sempre garantita la protezione dei dati e non vi siano comportamenti abusivi;

39.

condivide il giudizio secondo cui la formazione e la conoscenza sono elementi essenziali per costruire un'Europa della giustizia che rispetti le diversità e promuova la collaborazione e invita la Commissione a sviluppare programmi di scambio tra professionisti di vari paesi;

40.

prende atto dell'esigenza di ravvicinare le legislazioni nazionali in materia civile concernenti le infrazioni transnazionali particolarmente gravi, al fine di favorire lo sviluppo dell'attività transfrontaliera e di tutelare meglio i diritti dei cittadini, che sono un obiettivo della creazione dello spazio europeo di giustizia.

Un'Europa della sicurezza

41.

apprezza gli sforzi della Commissione per incentrare le politiche di sicurezza e giustizia sul rispetto dei diritti fondamentali della cittadinanza, ma ribadisce la necessità, nel definire una strategia di sicurezza interna, di garantire coerenza e equilibrio tra gli aspetti della sicurezza e la tutela dei diritti e delle libertà;

42.

condivide l'idea di creare una cultura comune tra gli agenti di sicurezza come anche l'iniziativa di promuovere un meccanismo di scambio di esperienze e buone pratiche; tiene tuttavia a sottolineare l'importanza delle politiche di prevenzione come elemento preliminare obbligatorio della lotta alla criminalità;

43.

constata con rammarico che vengono menzionati solo gli attori nazionali e ribadisce che per costruire una cultura comune della sicurezza si devono coinvolgere anche quelli delle amministrazioni locali e regionali;

44.

invita ad esaminare in quale misura una codificazione della normativa europea riguardante la polizia potrebbe facilitare la cooperazione operativa transfrontaliera all'interno dell'UE;

45.

aggiunge che, senza mettere in discussione la distribuzione delle competenze all'interno di ciascuno Stato membro, bisognerebbe prevedere dei meccanismi che permettano alle istituzioni territoriali che intervengono nell'applicazione della normativa comunitaria in materia di sicurezza e di polizia di avere un accesso ragionevole e regolamentato ai meccanismi di cooperazione e di informazione previsti dall'Unione (7);

46.

ritiene necessario intensificare il ricorso agli strumenti tecnologici, migliorandone l'efficacia, per garantire la sicurezza e la libertà delle persone nell'esercizio del loro diritto alla mobilità, ma constata la diffusa preoccupazione dei cittadini per il rapido sviluppo di tali strumenti senza un'adeguata valutazione;

47.

riconosce l'esigenza di riflettere su un'architettura dei sistemi di informazione che permetta di migliorarne l'efficienza e l'efficacia, ridurne al minimo i costi e accrescerne al massimo i benefici;

48.

ricorda che per quanto riguarda la ricerca e sviluppo nel settore della sicurezza e la possibile creazione di un fondo per la sicurezza interna è necessario associare anche i professionisti degli enti locali e regionali;

49.

ritiene che nell'affrontare i fenomeni che mettono a grave rischio la sicurezza dei cittadini, come il terrorismo, la criminalità organizzata e segnatamente la tratta di esseri umani, il traffico di stupefacenti o lo sfruttamento sessuale dei minori, la prevenzione è altrettanto importante della repressione e ricorda alla Commissione il ruolo essenziale dei soggetti locali e regionali nello sviluppo di strategie di prevenzione del crimine;

50.

è favorevole a rafforzare l'efficacia della cooperazione di polizia e giudiziaria europea e ritiene che gli enti locali e regionali dovrebbero svolgere un ruolo primario nella lotta contro la criminalità organizzata transfrontaliera, data la sempre più stretta relazione tra i reati locali e la criminalità organizzata internazionale;

51.

sottolinea che ogni progresso nella lotta contro la delinquenza dev'essere accompagnato da un analogo passo avanti nella tutela dei diritti di difesa e nella definizione di garanzie giudiziarie comuni minime per gli imputati, tra cui in particolare quelle relative alla presunzione di innocenza e alla carcerazione preventiva;

52.

riconosce che per garantire la sicurezza e la libertà di circolazione nell'Unione è essenziale proteggere le frontiere esterne dell'UE e approva la menzione del rispetto assoluto dei diritti umani e della protezione internazionale nello sviluppo della strategia europea di gestione integrata delle frontiere; esprime tuttavia preoccupazione per il fatto che la comunicazione non affronta in dettaglio questo tema e chiede che nell'avanzare su questa strada si tenga sempre conto del fatto che l'Europa è uno spazio di libertà e di diritti;

53.

invita la Commissione a definire, prima di introdurre nuovi strumenti, dei meccanismi di valutazione indipendente della cooperazione operativa tra Stati membri (Frontex) nonché di quella con i paesi terzi, in particolare per quanto riguarda gli interventi aventi un'incidenza sui diritti fondamentali dei cittadini dell'UE e di quelli dei paesi terzi;

54.

ricorda agli Stati membri che il controllo e la vigilanza delle frontiere marittime non devono compromettere gli obblighi fondamentali del soccorso marittimo;

55.

ritiene che occorra sviluppare e valutare pienamente i sistemi di informazione esistenti (SIS II, VIS) prima di introdurre dei cambiamenti o di creare strumenti nuovi; constata con rammarico l'assenza nella comunicazione di informazioni sui meccanismi di revisione e controllo per l'uso in tali sistemi di dati biometrici;

56.

prende atto con inquietudine dell'introduzione di un registro elettronico degli ingressi e delle uscite dal territorio degli Stati membri e della possibilità di sviluppare un sistema europeo di autorizzazione preliminare di viaggio, elementi che possono ledere diritti fondamentali, specie in materia di protezione dei dati personali;

57.

osserva che si devono rafforzare le strategie di cooperazione per promuovere lo scambio di informazioni e la collaborazione tra le forze di polizia e le amministrazioni doganali;

58.

aggiunge che i nuovi strumenti previsti, come il visto Schengen comune europeo, devono essere sviluppati in modo efficace ed efficiente e tenendo sempre in considerazione la protezione dei dati e le garanzie di riservatezza;

59.

sostiene gli sforzi rivolti a migliorare la cooperazione tra Europol e Eurojust per realizzare dei progressi nell'investigazione sulle attività transfrontaliere della criminalità organizzata;

60.

condivide la preoccupazione per le minacce menzionate dalla Commissione e sottolinea il ruolo che potrebbero svolgere gli enti locali e regionali nell'individuare e investigare queste pratiche criminali;

61.

invita la Commissione a elaborare specifici piani di azione per la lotta contro la tratta di esseri umani e a integrare tale lotta nelle relazioni con paesi terzi;

62.

esprime preoccupazione per l'incremento dei reati legati allo sfruttamento sessuale dei bambini e alla pornografia infantile (8) su Internet e ricorda che le sanzioni dovrebbero essere sempre affiancate da misure di sensibilizzazione e di educazione della cittadinanza su questi reati;

63.

sottolinea il ruolo che gli enti locali e regionali possono svolgere nello sviluppo di un approccio preventivo rivolto a salvaguardare la dignità e i diritti dei minori, e specialmente di quelli non accompagnati o in situazione di emergenza (9);

64.

riconosce l'esigenza di progredire nella lotta contro la criminalità informatica ed economica e di migliorare i meccanismi di collaborazione, dato che spesso in questo ambito le indagini devono essere condotte in un paese diverso da quello in cui avvengono i reati;

65.

ricorda alla Commissione il ruolo che possono svolgere gli enti locali e regionali nella lotta contro la corruzione e la contraffazione, come anche nello sviluppo della strategia antidroga dell'UE;

66.

ritiene che la minaccia terroristica costituisca una delle principali preoccupazioni dei cittadini europei e si rammarica del fatto che la comunicazione non menzioni il ruolo degli enti locali e regionali nel contenimento di tale minaccia, specie attraverso la lotta alla radicalizzazione violenta;

67.

teme che i meccanismi preventivi menzionati dalla Commissione possano finire per criminalizzare determinati gruppi etnici o religiosi invece di incidere sulle cause profonde degli atti di terrorismo;

68.

propone di prendere in considerazione i fattori politici, sociali ed economici che possono contribuire all'aumento della violenza politica da parte di vari gruppi, piuttosto che concentrarsi sulle loro origini nazionali, etniche o religiose, cosa che può provocare un aumento del razzismo e della xenofobia;

Un'Europa solidale in materia di immigrazione e asilo

69.

ribadisce che l'UE deve dotarsi di una politica di immigrazione autenticamente europea, basata sui principi della solidarietà, della fiducia reciproca e della corresponsabilità degli Stati membri nonché sul pieno rispetto dei diritti dell'uomo e che in tale contesto essa deve rispettare l'attuale ripartizione delle competenze, utilizzando pienamente le sue proprie in questo campo e osservando il principio di sussidiarietà;

70.

ricorda che gli enti locali e regionali sono in prima linea nell'attuazione delle politiche di immigrazione e di asilo e sono le autorità che devono reagire per prime all'impatto sociale ed economico dei flussi migratori nel proprio territorio;

71.

esorta gli Stati membri a condividere le responsabilità in materia di accoglienza e integrazione dei rifugiati e a istituire un meccanismo di ridistribuzione tra Stati membri;

72.

invita la Commissione a coordinare meglio gli strumenti intesi a definire le linee di azione in materia di immigrazione e di asilo e ricorda che tali linee di azione dovranno essere fondate sul rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali;

73.

si compiace della priorità riconosciuta all'approccio globale in materia di immigrazione e condivide l'attenzione per la promozione di un partenariato equilibrato e genuino con i paesi di origine e di transito, con l'obiettivo di gestire in maniera ordinata i flussi migratori;

74.

ribadisce che l'UE dovrebbe far in modo che l'immigrazione economica corrisponda meglio alle esigenze dei mercati del lavoro degli Stati membri e chiede che sia introdotto un sistema comune di ammissione flessibile che consenta ai singoli paesi membri di determinare il numero di cittadini non comunitari da ammettere;

75.

esprime il timore che una maggiore solidarietà finisca per ridursi a un approccio utilitaristico e selettivo basato sulla ammissione di immigrati altamente qualificati percepiti come necessari per i mercati del lavoro europei;

76.

condivide la richiesta di una maggiore articolazione tra la politica di immigrazione e la politica esterna dell'Unione e ritiene che la cooperazione e il dialogo con i paesi terzi siano essenziali per combattere l'immigrazione clandestina e potersi così concentrare su quella legale; investire nell'economia dei paesi terzi è uno dei modi più efficaci per aiutare coloro che sono indotti a migrare da motivi economici ma in questo contesto è fondamentale il ruolo degli enti regionali e locali, soprattutto di quelli più vicini o più legati con i paesi terzi, poiché essi possono agire da piattaforme di cooperazione tra l'UE e questi ultimi;

77.

ritiene che nello sviluppare il piano di azione del programma per uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia si dovrebbe assegnare un ruolo più importante alla diplomazia locale, dato che gli enti locali e regionali possono contribuire in maniera concreta al miglioramento delle relazioni e delle condizioni di vita nelle città e nelle regioni di origine e di transito;

78.

riconosce l'esigenza di utilizzare in modo coerente gli strumenti della politica in materia di migrazione e chiede che prima di raggiungere nuovi accordi vengano valutate iniziative come i partenariati di mobilità e i relativi fattori condizionanti e conseguenze nei paesi di origine;

79.

condivide l'auspicio di migliorare la gestione dell'immigrazione economica in tutta l'UE e invita a sviluppare ulteriormente una strategia, basata sulla piattaforma europea per il dialogo, che coinvolga i soggetti locali, regionali e nazionali nell'ambito dell'Unione, rispetti il diritto degli Stati membri a stabilire il volume delle ammissioni di cittadini di paesi terzi in funzione della situazione del loro mercato del lavoro e garantisca a queste persone condizioni di lavoro dignitose (10);

80.

prende nota con interesse della proposta di creare un osservatorio per l'analisi e la comprensione dei fenomeni migratori e fa presente la necessità che essa non entri in conflitto con altre iniziative già esistenti. Diventa sempre più urgente organizzare e ottimizzare gli strumenti esistenti in questo ambito;

81.

ritiene che malgrado i suoi evidenti vantaggi, la proposta relativa a un codice dell'immigrazione, debba formare oggetto di una analisi molto approfondita, soprattutto mentre è ancora in attesa di adozione la direttiva concernente una procedura unica di richiesta del permesso di soggiorno e di lavoro, che comprende un insieme di diritti comuni per i lavoratori di paesi terzi che risiedono legalmente in uno Stato membro. Occorre assicurarsi che l'evoluzione di tale proposta non ingeneri confusione e non indebolisca l'attuale complesso di diritti e garanzie di cui beneficiano nell'UE i cittadini di paesi terzi;

82.

apprezza il fatto che la Commissione riconosca il ruolo svolto dagli enti locali e regionali nell'integrazione degli immigranti (11) e l'esigenza di avviare una discussione più ampia sull'integrazione in Europa; ribadisce in tale contesto che la politica d'integrazione non deve rappresentare uno strumento mascherato di controllo dell'immigrazione, tale da condizionare in particolare il ricongiungimento familiare, ma deve essere diretta a consentire l'integrazione dal punto di vista sociale, economico, culturale e civile degli immigranti, una volta installati nel territorio di uno Stato membro;

83.

considera indispensabile la partecipazione degli enti locali e regionali e del Comitato delle regioni alla definizione delle priorità annuali e pluriennali del Fondo europeo per l'integrazione, ritiene inoltre necessario garantire che gli Stati membri provvedano a una corretta esecuzione e distribuzione delle risorse del Fondo alle amministrazioni locali e regionali;

84.

incoraggia gli Stati membri a coinvolgere gli enti locali e regionali nella prossima conferenza interministeriale sull'immigrazione, che avrà luogo all'inizio del 2010 sotto la presidenza spagnola, e li invita a migliorare i meccanismi di collaborazione sui temi dell'immigrazione con piattaforme come la futura ARLEM;

85.

concorda con la Commissione nel ritenere che il lavoro irregolare e il traffico e la tratta di esseri umani abbiano una forte incidenza sull'immigrazione irregolare in Europa e incoraggia gli Stati membri a ricercare strategie condivise per combattere tali problemi;

86.

riconosce che le preoccupazioni suscitate dall'adozione della direttiva sul rimpatrio impongono un monitoraggio ancora più attento sulla sua applicazione, e invita la Commissione a vegliare perché l'attuazione della direttiva, sul rimpatrio che entrerà in vigore nel dicembre 2010, sia conforme alla Carta dei diritti fondamentali;

87.

richiama l'attenzione sul fatto che non si può parlare di ritorno volontario se non vengono istituiti dei meccanismi di dialogo con i paesi di origine che garantiscano che il ritorno sia effettivamente praticabile e non dia luogo a un altro progetto migratorio;

88.

invita a dedicare maggiore attenzione al caso degli immigranti minori non accompagnati, che dovrebbe costituire un punto specifico del piano di azione del Programma di Stoccolma. Sottolinea l'esigenza di promuovere, in relazione a tale fenomeno, la solidarietà, la responsabilità e la ripartizione del corrispondente onere finanziario tra il livello regionale, quello nazionale e quello europeo, e chiede alla Commissione di proporre misure punitive più rigorose per le reti di traffico e di tratta di esseri umani che si dedicano allo sfruttamento di minori;

89.

chiede alla Commissione di fare in modo che i meccanismi dei sistemi di asilo negli Stati membri siano allineati ai progressi in direzione di un regime di asilo comune europeo, basato sulla Convenzione di Ginevra e sugli altri strumenti internazionali pertinenti, e mette in guardia contro la conclusione di nuovi accordi di riammissione con Stati non firmatari della Convenzione di Ginevra;

90.

raccomanda inoltre, tenuto conto delle grandissime differenze nelle percentuali di domande d'asilo accolte dai diversi Stati membri, di ripensare il regime di asilo comune europeo nel senso di attribuire la responsabilità del trattamento delle domande allo Stato in cui queste ultime sono state presentate, garantendo comunque sempre la solidarietà tra Stati membri;

91.

invita la Commissione ad adoperarsi per garantire un funzionamento corretto dell'Ufficio europeo di sostegno per l'asilo e di coinvolgere nelle sue attività gli enti locali e regionali, o anche il Comitato delle regioni quando ciò sia richiesto dalla dimensione locale e regionale dei temi in esame;

92.

riconosce l'importanza che l'integrazione dei rifugiati o dei beneficiari di protezione internazionale riveste per gli enti locali e regionali e chiede che questi ultimi possano partecipare alla definizione del meccanismo di reinsediamento interno;

93.

chiede che venga proseguita l'analisi della fattibilità di un trattamento comune delle richieste di asilo e condivide il giudizio della Commissione secondo cui è necessario riesaminare il Fondo europeo per i rifugiati, implicandovi altresì maggiormente gli enti locali e regionali;

94.

sottolinea che gli Stati membri, in conformità con il principio di sussidiarietà, devono tenere conto degli enti locali e regionali nell'elaborazione delle politiche concernenti la creazione di uno spazio europeo di libertà, sicurezza e giustizia;

95.

chiede infine che il piano d'azione che accompagnerà il programma di Stoccolma sia credibile e vada di pari passo con un aumento dei finanziamenti per lo spazio di libertà, sicurezza e giustizia. A questo fine, sarà necessario un coordinamento tra gli strumenti finanziari specifici e quelli che riguardano i rapporti tra l'UE e i paesi terzi.

Bruxelles, 7 ottobre 2009

Il Presidente el Comitato delle regioni

Luc VAN DEN BRANDE


(1)  Cfr. la Comunicazione concernente gli orientamenti per un migliore recepimento e una migliore applicazione della direttiva 2004/38/CE relativa al diritto dei cittadini dell'Unione e dei loro familiari di circolare e di soggiornare liberamente sul territorio degli Stati membri, COM(2009) 313 def.

(2)  Eurobarometro: Data Protection in the European Union. Citizens' perceptions. Analytical Report (Protezione dei dati nell'Unione europea. Le percezioni dei cittadini. Relazione analitica), febbraio 2008.

(3)  Parere del Garante europeo della protezione dei dati sulla Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio - Uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia al servizio dei cittadini, consultabile in inglese all'indirizzo web: http://www.edps.europa.eu/EDPSWEB/webdav/site/mySite/shared/Documents/Consultation/Opinions/2009/09-07-10_Stockholm_programme_EN.pdf

(4)  Si invita in particolare la Commissione a consultare lo studio Participation in the European Project: how to mobilize citizens at local, regional, national, and European levels (Partecipazione al progetto europeo: come mobilitare i cittadini a livello locale, regionale, nazionale ed europeo) che l'Istituto per gli studi europei della Libera Università di Bruxelles e il Danish Technological Institute stanno elaborando su incarico del Comitato delle regioni e che sarà presentato il prossimo 16 ottobre a Gödöllö.

(5)  Al riguardo un esempio eccellente è costituito dal dibattito online sul tema della salute e della sicurezza dei consumatori, avviato il 14 settembre 2009 dalla DG SANCO.

(6)  Freedom, Security, Privacy – European Home Affairs in an open world: Report of the Informal High Level Advisory Group on the Future of European Home Affairs Policy (The Future Group) [Libertà sicurezza, riservatezza – Gli affari interni europei in un mondo aperto: rapporto del gruppo consultivo ad alto livello sul futuro della politica europea in materia di affari interni (non disponibile in italiano)], giugno 2008:

http://www.statewatch.org/news/2008/jul/eu-futures-jha-report.pdf

(7)  È particolarmente importante prevedere un accesso rapido e con garanzie alle banche dati previste dalla decisione 2008/616/GAI del Consiglio, del 23 giugno 2008, sul potenziamento della cooperazione transfrontaliera, soprattutto nella lotta al terrorismo e alla criminalità transfrontaliera.

(8)  Il CdR nutre preoccupazione per il fenomeno dello sfruttamento sessuale dei bambini e della pornografia infantile e intende pronunciarsi nei prossimi mesi sulla decisione quadro 2004/68/GAI del Consiglio, del 22 dicembre 2003, relativa alla lotta contro lo sfruttamento sessuale dei bambini e la pornografia infantile.

(9)  Cfr. i pareri sul tema La cooperazione locale e regionale per proteggere bambini e adolescenti dalla violenza e dall'abbandono nell'Unione europea (CdR 225/1999 fin) e Verso una strategia dell'Unione europea sui diritti dei minori (CdR 236/2006 fin).

(10)  Cfr. il parere del Comitato delle regioni sul tema Un approccio globale all'immigrazione: lo sviluppo di una politica europea dell'immigrazione per motivi di lavoro nel quadro delle relazioni con i paesi terzi (CdR 296/2007 fin).

(11)  Cfr. le conclusioni del seminario del Comitato delle regioni Il ruolo delle città e delle regioni nell'integrazione degli immigranti (Atene, 16 ottobre 2008) (CdR 323/2008 fin).