15.1.2010   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

CE 9/41


Giovedì 9 ottobre 2008
Governance della regione artica in un mondo globalizzato

P6_TA(2008)0474

Risoluzione del Parlamento europeo del 9 ottobre 2008 sulla governance artica

2010/C 9 E/07

Il Parlamento europeo,

visto l'Anno polare internazionale (marzo 2007 — marzo 2009),

vista l'ottava Conferenza dei parlamentari della regione artica, svoltasi a Fairbanks, in Alaska, dal 12 al 14 agosto 2008,

vista la Comunicazione della Commissione su una strategia per l'Artico, attesa per l'autunno 2008,

viste le sue precedenti risoluzioni sulla dimensione settentrionale del 16 gennaio 2003 (1), del 17 novembre 2003 (2), del 16 novembre 2005 (3) e del 16 novembre 2006 (4),

viste le conclusioni della relazione di valutazione dell'impatto climatico nella regione artica del 2005,

visto l'articolo 108, paragrafo 5, del suo regolamento,

A.

considerando che il 10 ottobre 2007 la Commissione ha pubblicato una comunicazione intitolata «Una politica marittima integrata per l'Unione europea», nota come «Libro blu» (COM(2007)0575),

B.

considerando che il 14 marzo 2008 l'Alto rappresentante e la Commissione europea hanno adottato un documento strategico destinato al Consiglio europeo e intitolato «Cambiamenti climatici e sicurezza internazionale»,

C.

considerando che l'importanza geopolitica e strategica della regione artica sta crescendo, come indicato dal fatto che, nell'agosto 2007, sul fondo marino del Polo Nord è stata piantata una bandiera russa,

D.

vista la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (UNCLOS), che non è stata ancora ratificata dal Senato degli Stati Uniti, e che non è stata formulata con specifico riferimento alle attuali circostanze di cambiamento climatico e le conseguenze eccezionali di scioglimento dei ghiacci nel Mar Artico,

E.

considerando che la recente conferenza dei parlamentari artici ha riunito rappresentanti eletti del Parlamento europeo, di Canada, Danimarca, Groenlandia, Islanda, Finlandia, Norvegia, Svezia, Russia e Stati Uniti al fine di discutere di questioni attinenti alla sicurezza marittima, all'assistenza sanitaria, alla tutela dell'ambiente e allo sviluppo sostenibile,

F.

considerando che, attualmente, la regione artica non è disciplinata da norme e regolamenti multilaterali formulati ad hoc, poiché non si è mai pensato che potesse divenire una via navigabile o un'area sfruttabile commercialmente,

G.

considerando che negli ultimi anni il traffico marittimo nelle acque dell'Artico è cresciuto in maniera esponenziale, a causa del maggior interesse per le trivellazioni offshore e del transito sempre più frequente di navi da crociera, nonché date le prospettive offerte dal «Passaggio a Nord-Ovest»,

H.

considerando che nella regione artica potrebbe trovarsi circa il 20 % dei giacimenti mondiali di petrolio e gas non ancora scoperti,

I.

considerando che nel maggio 2008 i paesi del gruppo «A5» (Danimarca, Canada, Norvegia, Russia e Stati Uniti) hanno adottato la dichiarazione di Ilulissat,

J.

considerando che la Commissione ha partecipato a pieno titolo alla conferenza «The Arctic: Our Common Concern», organizzata dal Consiglio nordico dei ministri il 9 e 10 settembre 2008 a Ilulissat (Groenlandia), e sottolineando le conclusioni della presidenza in merito a tale conferenza,

K.

considerando che la suddetta conferenza sull'Artico ha concentrato la propria attenzione anche sul cambiamento climatico nella regione, sui suoi effetti sulle popolazioni indigene e sul possibile adattamento alle nuove circostanze,

L.

considerando che il tasso di riscaldamento globale nella regione artica è molto più elevato che nelle altre parti del pianeta, con un aumento di 2°C negli ultimi 100 anni rispetto a un aumento medio di 0,6°C nel resto del mondo,

M.

considerando che il mutamento delle condizioni climatiche nell'Artico ha già assunto dimensioni tali che gli inuit, ad esempio, non possono più praticare la caccia nel modo tradizionale, in quanto il ghiaccio è troppo sottile per reggere il peso delle loro slitte, mentre buona parte degli habitat naturali di animali selvatici come orsi polari, trichechi e volpi rischia di scomparire,

N.

considerando che l'Unione europea annovera tra i suoi Stati membri tre nazioni artiche e che fra i paesi vicini con cui l'Unione europea intrattiene relazioni strette e che partecipano al mercato interno attraverso l'accordo SEE vi sono altre due nazioni artiche, il che significa che l'Unione europea e i paesi ad essa associati rappresentano numericamente più della metà dei membri del Consiglio artico;

1.

si dichiara profondamente preoccupato per gli effetti del cambiamento climatico sulla sostenibilità della vita delle popolazioni indigene della regione, sia in termini di quadro ambientale generale (fusione della calotta di ghiaccio e del permafrost, innalzamento del livello dei mari e inondazioni) che di habitat naturali (il restringimento della calotta polare causa problemi per quanto riguarda le abitudini alimentari dell'orso polare), e sottolinea che qualsiasi decisione internazionale attinente a tali problematiche deve tener conto di tutte le popolazioni e nazioni dell'Artico e coinvolgerle pienamente;

2.

ricorda che, nel XX secolo, le temperature registrate nell'aria nella regione artica sono aumentate di circa 5°C e che tale aumento è dieci volte più rapido di quello osservato per quanto riguarda la temperatura media globale alla superficie; sottolinea che per i prossimi cento anni si prevede nell'Artico un ulteriore aumento delle temperature, compreso tra 4 e 7°C; ritiene pertanto che la fase della riflessione sia terminata e che sia giunto il momento di agire;

3.

sottolinea che le specie e le società artiche hanno sviluppato meccanismi di adattamento alle aspre condizioni delle regioni polari che sono estremamente specifici, il che le rende particolarmente vulnerabili a drastici mutamenti di tali condizioni; è estremamente preoccupato per trichechi, orsi polari, foche e altri animali marini, che dipendono dalla banchisa per riposarsi, nutrirsi, cacciare e riprodursi e che sono particolarmente minacciati dal cambiamento climatico;

4.

plaude alla dichiarazione conclusiva adottata il 14 agosto 2008 a Fairbanks dall'ottava Conferenza dei parlamentari della regione artica;

5.

valuta positivamente il fatto che il Grande Nord faccia parte della politica dell'Unione europea sulla Dimensione settentrionale, ma è convinto che occorra accrescere ulteriormente la consapevolezza dell'importanza dell'Artico in un contesto globale, attraverso una politica specifica dell'Unione europea per la regione artica;

6.

richiama l'attenzione, a questo proposito, sull'importanza della regione artica per il clima mondiale ed auspica che il sostegno accordato attualmente alle attività di ricerca nella regione prosegua anche dopo la conclusione dell'Anno polare internazionale;

7.

attende con grande interesse l'imminente comunicazione della Commissione su una strategia per l'Artico ed auspica che essa ponga le basi di una valida politica artica in seno all'Unione europea; invita la Commissione ad affrontare nella sua comunicazione quanto meno gli aspetti seguenti:

a)

la situazione attuale per quanto riguarda il cambiamento climatico e l'adeguamento a tale cambiamento nella regione;

b)

opzioni politiche che rispettino le popolazioni autoctone e le loro fonti di sostentamento;

c)

la necessità di cooperare con i nostri vicini nell'Artico su questioni transfrontaliere, in particolare quella della sicurezza marittima;

d)

opzioni per una futura struttura politica o giuridica transfrontaliera in grado di garantire la protezione dell'ambiente e lo sviluppo ordinato e sostenibile della regione, ovvero di mediare in caso di contrasti politici sulle risorse e le vie navigabili nel Grande Nord;

8.

invita la Commissione a inserire nel suo ordine del giorno la politica dell'energia e della sicurezza nella regione artica e a proporre, segnatamente nella comunicazione prevista sulla regione, i necessari temi e procedure di cooperazione comuni tra l'Unione europea e gli Stati artici nei settori del cambiamento climatico, dello sviluppo sostenibile, della sicurezza dell'approvvigionamento energetico e della sicurezza marittima;

9.

richiama l'attenzione sul fatto che la regione artica, dati il suo impatto sul clima mondiale e il suo particolare ambiente naturale, merita di essere oggetto di una considerazione particolare in sede di definizione della posizione dell'Unione europea in vista della conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico COP 15, in programma nel 2009 a Copenaghen;

10.

ritiene che il traffico marittimo nella regione (tanto quello turistico quanto quello legato alle trivellazioni offshore) sia ben lungi dall'essere disciplinato da norme minime internazionali in materia di sicurezza come quelle vigenti in altre acque internazionali, sia sotto il profilo della protezione della vita umana sia sotto il profilo della tutela dell'ambiente, e sollecita la Commissione ad adoperarsi affinché i regolamenti dell'Organizzazione marittima internazionale siano opportunamente modificati non appena possibile;

11.

pone l'accento sugli aspetti esterni della politica energetica e sul ruolo dell'Artico nella definizione della politica energetica europea, come proposto dal Consiglio europeo del marzo 2007;

12.

appoggia l'impegno del Consiglio artico affinché l'Artico resti una regione con scarse tensioni aperta alla cooperazione scientifica internazionale, onde poterne sviluppare appieno il potenziale in quanto futuro fornitore di energia in un contesto ambientale sostenibile;

13.

prende atto con particolare preoccupazione dell'attuale caccia alle risorse naturali dell'Artico, che può comportare minacce per la sicurezza dell'Unione europea e una instabilità internazionale generalizzata;

14.

esorta la Commissione a svolgere un ruolo proattivo nella regione artica, assumendo quanto meno, come primo passo, lo status di «osservatore» in seno al Consiglio artico, e ritiene che la Commissione dovrebbe creare un ufficio specifico competente per l'Artico;

15.

suggerisce alla Commissione di adoperarsi per l'avvio di negoziati internazionali volti all'adozione di un trattato internazionale per la protezione dell'Artico, ispirandosi al trattato per l'Antartico integrato dal protocollo di Madrid firmato nel 1991, rispettando tuttavia la differenza fondamentale rappresentata dalla natura popolata dell'Artico e i conseguenti diritti e bisogni dei popoli e delle nazioni della regione artica; ritiene, tuttavia, che un tale trattato potrebbe, in un primo tempo, riguardare almeno la zona non popolata e non rivendicata al centro del Mar Glaciale Artico;

16.

incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai governi degli Stati membri, della Norvegia, dell'Islanda, della Russia, del Canada e degli Stati Uniti d'America, nonché agli attori della cooperazione regionale.


(1)  GU C 38 E del 12.2.2004, pag. 283.

(2)  GU C 87 E del 7.4.2004, pag. 411.

(3)  GU C 280 E del 18.11.2006, pag. 73.

(4)  GU C 314 E del 21.12.2006, pag. 258.