4.12.2009   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

CE 295/35


Mercoledì 3 settembre 2008
Parità tra le donne e gli uomini — 2008

P6_TA(2008)0399

Risoluzione del Parlamento europeo del 3 settembre 2008 sulla parità tra le donne e gli uomini — 2008 (2008/2047(INI))

2009/C 295 E/11

Il Parlamento europeo,

visti gli articoli 2, 3, paragrafo 2, e 141 del trattato CE,

visto l'articolo 23 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea,

viste la relazione della Commissione del 23 gennaio 2008 sulla parità tra le donne e gli uomini — 2008 (COM(2008)0010) («la relazione della Commissione sulla parità») e le relazioni degli anni precedenti (COM(2001)0179, COM(2002)0258, COM(2003)0098, COM(2004)0115, COM(2005)0044, COM(2006)0071 e COM(2007)0049),

vista la comunicazione della Commissione del 1o marzo 2006, intitolata «Una tabella di marcia per la parità tra donne e uomini 2006-2010» (COM(2006)0092),

vista la decisione 2001/51/CE del Consiglio, del 20 dicembre 2000, relativa al programma concernente la strategia comunitaria in materia di parità tra donne e uomini (2001-2005) (1),

visto il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio, dell'11 luglio 2006, recante disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo e sul Fondo di coesione (2), in particolare il suo articolo 16, paragrafo 1,

visto il Patto europeo per la parità di genere, adottato dal Consiglio europeo di Bruxelles del 23 e 24 marzo 2006,

vista la dichiarazione comune, adottata il 4 febbraio 2005, dai ministri per le pari opportunità degli Stati membri,

vista la sua risoluzione del 9 marzo 2004 sulla conciliazione della vita professionale, familiare e privata (3),

vista la sua risoluzione del 24 ottobre 2006 sull'immigrazione femminile: ruolo e posizione delle donne immigrate nell'Unione europea (4),

vista la sua risoluzione del 26 aprile 2007 sulla situazione delle donne portatrici di handicap nell'Unione europea (5),

vista la sua risoluzione del 13 marzo 2007 su una tabella di marcia per la parità tra donne e uomini (2006-2010) (6),

vista la sua risoluzione del 19 giugno 2007 su un quadro regolamentare per misure di conciliazione della vita familiare e degli studi per le giovani donne nell'Unione europea (7),

vista la sua risoluzione del 27 settembre 2007 sulla parità tra donne e uomini nell'Unione europea — 2007 (8),

vista la sua risoluzione del 17 gennaio 2008 sul ruolo delle donne nell'industria (9),

vista la sua risoluzione del 12 marzo 2008 sulla situazione delle donne nelle aree rurali dell'UE (10),

vista la sua risoluzione del 13 marzo 2008 sulla situazione particolare delle donne in prigione e l'impatto della carcerazione dei genitori sulla vita sociale e familiare (11),

visto il comitato paritetico per le pari opportunità per le donne e gli uomini e il suo parere sul divario retributivo fra uomini e donne, adottato il 22 marzo 2007,

visto il quadro d'azione sulla parità di genere adottato dalle parti sociali europee il 22 marzo 2005,

visto l'articolo 45 del suo regolamento,

visti la relazione della commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere e i pareri della commissione per l'occupazione e gli affari sociali e della commissione per la cultura e l'istruzione (A6-0325/2008),

A.

considerando che l'uguaglianza tra donne e uomini è uno dei principi fondamentali dell'Unione europea, riconosciuto dal trattato che istituisce la Comunità europea e dalla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea; considerando che, nonostante i significativi progressi compiuti in tale campo, continuano a sussistere molte disuguaglianze fra donne e uomini,

B.

considerando che la violenza contro le donne rappresenta un notevole ostacolo per la parità fra donne e uomini, che essa è una delle più diffuse violazioni dei diritti umani, senza limiti geografici, economici o sociali, e che il numero di donne vittime di violenze è allarmante,

C.

considerando che l'espressione «violenza contro le donne» indica ogni atto di violenza fondata sul genere che abbia come risultato, o che possa probabilmente avere come risultato, un danno o una sofferenza fisica, sessuale o psicologica per le donne, incluse le minacce di tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, che avvenga nella vita pubblica o privata,

D.

considerando che la tratta di esseri umani ai fini dello sfruttamento sessuale costituisce una violazione inaccettabile dei diritti umani e che si tratta di una forma moderna di schiavitù, strettamente collegata ad altre forme di criminalità, che pregiudica notevolmente tutti gli sforzi atti a garantire l'uguaglianza tra donne e uomini,

E.

considerando che la promozione di una politica imprenditoriale basata sulla flessibilità nel mercato del lavoro non deve essere orientata prima di tutto alle esigenze delle imprese o delle amministrazioni pubbliche, ma che una politica della flessibilità deve innanzitutto avere come punto di partenza i tempi di cui le donne e gli uomini hanno bisogno per assumersi con serietà le relative responsabilità in seno alla famiglia,

F.

considerando che la Strategia europea per l'occupazione non prevede più né orientamenti specifici in materia di parità di genere né il pilastro «pari opportunità»,

G.

considerando che il divario tra i sessi per quanto riguarda l'occupazione indica la persistenza di disparità qualitative e quantitative tra le donne e gli uomini,

H.

considerando che il divario nella retribuzione si è stabilmente assestato sul 15 % dal 2003, scendendo di un solo punto dal 2000,

I.

considerando che la segregazione settoriale e professionale tra donne e uomini non è diminuita e, anzi, in alcuni paesi è persino aumentata,

J.

considerando che la partecipazione delle donne al processo decisionale è un indicatore decisivo della parità fra donne e uomini e che la presenza di donne dirigenti nelle imprese e nelle università rimane esigua, mentre progredisce assai lentamente in campo politico o della ricerca,

K.

considerando come gli stereotipi, che persistono ancora oggi quando si tratta della scelta dell'orientamento del corso di studi e professionale delle donne, contribuiscano alla persistenza delle disuguaglianze,

L.

considerando che gli obiettivi di Lisbona consistenti nel generare la crescita e promuovere l'economia sociale di mercato possono essere conseguiti unicamente avvalendosi pienamente del significativo potenziale delle donne nel mercato del lavoro,

M.

considerando che vi è il rischio, in particolare per le donne, di lavoro a tempo parziale «forzato», una scelta che spesso viene loro imposta a causa dell'assenza di strutture per la cura dell'infanzia a prezzi accessibili,

N.

considerando una serie di sfide e di difficoltà cui le donne devono, più degli uomini, far fronte, in particolare la qualità dell'occupazione, la situazione delle mogli che «aiutano» in alcuni settori, quali l'agricoltura o la pesca e le piccole imprese a conduzione familiare, la sanità e la sicurezza sul lavoro e la protezione della maternità, nonché l'esposizione delle donne a un rischio più elevato di povertà,

O.

considerando che, sia per gli uomini che per le donne, i tassi di occupazione sono più esigui nelle zone rurali; che molte donne non risultano inoltre mai attive nel mercato del lavoro ufficiale e che pertanto non sono né registrate come richiedenti lavoro, né prese in considerazione nelle statistiche sulla disoccupazione, con conseguenti problemi finanziari e giuridici specifici per quanto riguarda l'accesso ai congedi di maternità e di malattia, l'acquisizione di diritti a pensione e l'accesso alla sicurezza sociale, nonché difficoltà in caso di divorzio; che le aree rurali sono gravemente interessate dalla mancanza di posti di lavoro di qualità,

P.

considerando le condizioni di taluni gruppi di donne, spesso confrontate a maggiori difficoltà e rischi combinati, nonché a una doppia discriminazione, in particolare le donne disabili, le donne con persone a carico, le donne anziane, le donne appartenenti a minoranze, le donne immigrate e le donne detenute, mostrano segni di deterioramento,

Q.

considerando che vi sono sempre notevoli differenze tra le donne e gli uomini in tutti gli altri aspetti relativi alla qualità dell'ambiente di lavoro, ad esempio la conciliazione della vita professionale e della vita privata, l'organizzazione del lavoro che non sfrutta appieno le capacità personali, nonché nell'ambito della sanità e della sicurezza sul lavoro; che i tassi di occupazione delle donne con figli a carico raggiungono solo il 62,4 %, rispetto al 91,4 % degli uomini; che la partecipazione delle donne al mercato del lavoro à ancora ampiamente caratterizzata da un'elevata e sempre più crescente quota di lavoro parziale, pari al 31,4 % per le donne nell'Unione europea a 27, nel 2007, rispetto al 7,8 % degli uomini, e che il 76,5 % dei lavoratori a tempo parziale sono donne; che anche i contratti di lavoro a tempo determinato sono più frequenti tra le donne (15,1 %, ossia un punto in più rispetto agli uomini); che la disoccupazione di lunga durata è sempre molto più frequente per le donne (4,5 %) che per gli uomini (3,5 %),

R.

considerando che il rischio di povertà è più elevato per le donne che per gli uomini, in particolare per le persone che hanno più di 65 anni (21 %, ossia cinque punti percentuali in più rispetto agli uomini),

S.

considerando che la riconciliazione della vita professionale, familiare e privata resta una questione irrisolta per le donne e per gli uomini,

T.

considerando che le parti sociali svolgono un ruolo importante nel definire e attuare in modo efficace le misure per la parità tra uomini e donne a livello europeo, nazionale, regionale, settoriale e d'impresa,

U.

considerando che la condivisione delle responsabilità familiari e domestiche tra gli uomini e le donne, in particolare mediante la valorizzazione dell'utilizzo del congedo parentale e di paternità, è una condizione indispensabile per la promozione e la realizzazione della parità tra donne e uomini, e che la mancata inclusione dei congedi di maternità e parentali nel calcolo del tempo di lavoro complessivo è discriminatoria e comporta uno svantaggio per le donne nel mercato del lavoro,

V.

considerando che l'accesso a servizi di cura dell'infanzia, degli anziani e di altre persone non autonome è essenziale per assicurare una partecipazione paritetica degli uomini e delle donne al mercato del lavoro, all'istruzione e alla formazione,

W.

considerando che, ai sensi dei regolamenti dei Fondi strutturali, gli Stati membri e la Commissione sono tenuti ad assicurare che la parità fra le donne e gli uomini e l'integrazione della prospettiva di genere siano promossi durante le varie fasi di attuazione dei fondi;

1.

si compiace della summenzionata relazione della Commissione sulla parità di genere e ribadisce la doppia natura della politica sulla parità di opportunità a livello dell'Unione europea, che da un lato assicura che la parità tra uomini e donne sia rispettata in tutti gli ambiti politici (integrazione della dimensione di genere) e, dall'altro, riduce, con interventi specifici, la discriminazione nei confronti delle donne, compresi campagne di sensibilizzazione, scambio di buone pratiche, dialoghi con i cittadini e iniziative di partenariato pubblico-privato;

2.

sottolinea l'importanza di combattere la violenza contro le donne per raggiungere la parità fra donne e uomini; invita pertanto gli Stati membri e la Commissione a intraprendere un'azione concertata in tale ambito; esorta la Commissione a esaminare la possibilità di intraprendere nuove misure per combattere la violenza contro le donne;

3.

invita la Commissione e gli Stati membri a unire i loro sforzi nella lotta contro la criminalità organizzata e le reti di traffici, nonché ad adottare e rafforzare misure legislative, amministrative, educative, sociali e culturali volte a scoraggiare la domanda di prostituzione;

4.

invita gli Stati membri a ratificare senza indugio la convenzione del Consiglio d'Europa sulla lotta contro la tratta degli esseri umani;

5.

reputa che nel complesso la partecipazione delle donne al processo decisionale, a livello locale, nazionale e dell'Unione europea, sia insufficiente; invita pertanto la Commissione, gli Stati membri e i partiti politici a prendere in considerazione azioni volte a migliorare la situazione; sottolinea, a questo proposito, gli effetti positivi dell'uso delle quote elettorali sulla rappresentanza delle donne;

6.

sottolinea la correlazione fra la partecipazione delle donne alla politica e al processo decisionale e il loro coinvolgimento in ONG e nelle attività della società civile; esorta pertanto la Commissione e gli Stati membri a sostenere azioni volte a promuovere tale coinvolgimento;

7.

sottolinea l'importanza del coinvolgimento attivo delle donne nei sindacati con compiti incentrati sulla protezione delle donne nel posto di lavoro e sulla concessione alle donne dei diritti che spettano loro;

8.

prende atto dell'importanza del fatto che le donne abbiano il controllo dei propri diritti sessuali e riproduttivi; sostiene pertanto le misure e le azioni volte a migliorare l'accesso delle donne ai servizi della salute sessuale e riproduttiva e ad aumentare la consapevolezza dei loro diritti e dei servizi disponibili;

9.

invita la Commissione e gli Stati membri ad adottare le misure necessarie ad attuare l'integrazione della dimensione di genere in tutte le politiche sociali e in materia di occupazione e sicurezza sociale, in particolare nella strategia di flessicurezza, e a combattere ogni forma di discriminazione;

10.

sostiene le misure promosse dal Fondo sociale europeo e dal programma PROGRESS per il periodo 2007-2013 che migliorano la situazione delle donne nel mercato del lavoro e a promuovere ulteriormente la lotta alla discriminazione;

11.

manifesta la sua preoccupazione dinanzi alla mancanza di progressi per quanto riguarda il divario nella retribuzione, nel corso degli ultimi anni; esorta pertanto la Commissione e gli Stati membri a valutare le strategie e le azioni in tale ambito e, ove opportuno, a stabilire, in collaborazione con le parti sociali, nuove misure, o nuovi approcci nell'applicazione delle misure esistenti, per migliorare la situazione; a tal riguardo, sostiene la proposta della commissione consultiva per le pari opportunità volta a rendere più rigorosa la legislazione europea applicabile in materia, imponendo ai datori di lavoro l'obbligo di eseguire verifiche sui salari e di elaborare piani d'azione specifici atti a colmare il divario salariale; sottolinea la necessità di un'azione concertata, soprattutto nel contesto del nuovo ciclo della strategia europea per la crescita e l'occupazione, e di principi comuni di flessicurezza;

12.

manifesta preoccupazione per la situazione svantaggiata delle donne nel mercato del lavoro che si traduce in un'acquisizione di meno diritti individuali per quanto riguarda la pensione e altri contributi sociali, in particolare nei sistemi in cui tali diritti sono prevalentemente collegati ai contributi o ai redditi di tipo professionale dell'interessato; sollecita pertanto gli Stati membri ad adottare misure efficaci che garantiscano il rispetto delle norme sociali e un lavoro tutelato da diritti nei diversi settori d'attività, assicurando in tal modo una retribuzione dignitosa ai lavoratori e, in particolare, alle donne, il diritto alla sicurezza e alla salute sul lavoro, alla protezione sociale e alla libertà sindacale e contribuendo ad eliminare la discriminazione tra donne e uomini sul posto di lavoro;

13.

chiede agli Stati membri di sostenere la Commissione nella sua azione di controllo dell'attuazione delle misure nazionali, al fine di valutare il rispetto del principio di parità di trattamento per quanto riguarda, in particolare, i diritti e i regimi pensionistici e di sicurezza sociale;

14.

chiede alle istituzioni comunitarie e agli Stati membri di istituire la giornata internazionale della parità retributiva il 22 febbraio;

15.

è preoccupato a seguito della persistente discrepanza fra il livello d'istruzione delle donne e degli uomini, da un lato, allorché il livello d'istruzione delle donne è superiore rispetto a quello degli uomini, e la situazione sul mercato del lavoro, dall'altro, dove le donne percepiscono salari inferiori, ottengono impieghi più precari e avanzano più lentamente nella carriera rispetto agli uomini; esorta la Commissione e gli Stati membri a esaminare le ragioni di tale situazione e a trovarvi delle soluzioni;

16.

raccomanda agli Stati membri di promuovere con decisione l'uguaglianza di trattamento tra alunni e di prendere misure contro la segregazione lavorativa ancora esistente nel settore dell'istruzione, in cui la percentuale di insegnanti donne nella scuola materna e primaria supera ampiamente la percentuale nelle scuole secondarie, che fanno registrare una presenza maschile più forte e sono più interessanti in termini di riconoscimento, retribuzione e considerazione sociale;

17.

propone alla Commissione di studiare l'approvazione di misure intese a promuovere tra le donne e gli uomini la scelta di itinerari accademici scientifici e tecnologici, al fine di accrescere l'offerta di professioniste nel relativo settore e rispondere alla domanda espressa;

18.

invita la Commissione e gli Stati membri ad adottare ulteriori misure per migliorare l'accesso e la partecipazione delle donne al mercato del lavoro, in particolare nei settori in cui sono sottorappresentate, quali l'alta tecnologia, la ricerca, la scienza e l'ingegneria, nonché a migliorare la qualità dell'occupazione delle donne, in particolare mediante programmi di apprendimento e istruzione lungo tutto l'arco della vita e a tutti i livelli; invita la Commissione e gli Stati membri ad utilizzare i Fondi strutturali europei per conseguire questo obiettivo;

19.

invita la Commissione e gli Stati membri a prestare attenzione alla situazione dei coniugi che aiutano nell'artigianato, nel commercio, nell'agricoltura, nella pesca e nelle piccole imprese a conduzione familiare, dalla prospettiva della parità fra i generi e tenendo conto del fatto che, rispetto agli uomini, la posizione delle donne è più vulnerabile; invita la Commissione a presentare senza indugio una proposta di modifica della direttiva 86/613/CEE relativa all'applicazione del principio della parità di trattamento fra gli uomini e le donne che esercitano un'attività autonoma, ivi comprese le attività nel settore agricolo, e relativa altresì alla tutela della maternità (12), al fine di eliminare la discriminazione indiretta, di sviluppare un obbligo positivo di parità di trattamento e di migliorare la situazione giuridica dei coniugi coadiuvanti;

20.

chiede agli Stati membri di sviluppare la figura giuridica della titolarità congiunta, affinché siano pienamente riconosciuti i diritti delle donne nel settore agricolo, sia loro accordata la relativa protezione in materia di sicurezza sociale e sia assicurato il riconoscimento del loro lavoro;

21.

incoraggia gli Stati membri a promuovere l'imprenditorialità femminile nel settore industriale e a fornire assistenza finanziaria e strutture di consulenza professionale alle donne che costituiscono società, nonché una formazione adeguata;

22.

invita gli Stati membri ad attribuire una particolare attenzione alla disponibilità di strutture a sostegno della maternità per le donne che esercitano un'attività autonoma;

23.

invita la Commissione e gli Stati membri a tenere particolarmente conto della situazione del crescente numero di lavoratori che esercitano un'attività formalmente autonoma, ma che possono in realtà essere classificati come «lavoratori economicamente dipendenti»;

24.

invita gli Stati membri a riconoscere le imprese che attuano misure per promuovere la parità tra le donne e gli uomini e per facilitare l'equilibrio tra vita professionale e vita privata, al fine di favorire le buone pratiche in questo ambito;

25.

invita la Commissione e gli Stati membri ad attribuire la priorità e a tenere particolarmente conto dei gruppi di donne più vulnerabili, in particolare delle donne disabili, delle donne con persone a carico, delle donne anziane, delle donne appartenenti a minoranze etniche e delle donne immigrate e delle donne detenute, e a elaborare misure specifiche per far fronte alle loro necessità;

26.

invita la Commissione e gli Stati membri ad adottare e attuare le misure necessarie per aiutare le donne disabili ad avanzare nei settori della vita sociale, professionale, culturale e politica in cui sono ancora sottorappresentate;

27.

invita la Commissione e gli Stati membri a promuovere l'accesso delle donne immigranti all'istruzione e all'impiego, adottando misure per combattere la duplice discriminazione di cui sono vittime nel mercato del lavoro, creando le condizioni favorevoli per consentire loro di accedere al mercato del lavoro, conciliando vita professionale e vita privata e garantendo loro un'adeguata formazione professionale;

28.

plaude alla consultazione fra la Commissione e le parti sociali, intesa a migliorare il quadro normativo e non normativo per conciliare la vita professionale, familiare e privata; attende con interesse un'analisi di tale consultazione e le proposte a cui darà origine, in particolare le proposte relative al congedo di maternità, al congedo parentale, al congedo di paternità, al congedo di adozione e al congedo per cura di persona a carico; ritiene del resto che l'accordo quadro relativo al congedo parentale possa essere migliorato nei seguenti punti: attuazione di misure di incentivazione volte a incoraggiare i padri a prendere un congedo parentale, rafforzamento dei diritti dei lavoratori che prendono un congedo parentale, maggior flessibilità del regime di congedi, aumento della durata e dell'indennità del congedo parentale;

29.

ricorda che qualsiasi politica in materia di conciliazione della vita professionale e familiare deve basarsi sul principio della libera scelta delle persone ed essere adeguata alle diverse fasi della vita;

30.

invita gli Stati membri a proporre misure specifiche per combattere le ineguaglianze tra donne e uomini, causate da schemi occupazionali interrotti, dovuti in particolare a congedi di maternità o per assistenza a persone a carico, e a ridurre i loro effetti negativi sulla carriera, sulla retribuzione e sui diritti pensionistici;

31.

constata che la conciliazione della vita professionale, privata e familiare è un fattore fondamentale per aumentare l'occupazione e chiede alla Commissione di raccogliere e diffondere le migliori pratiche riguardanti un equilibrio effettivo fra vita professionale e vita privata e un maggiore coinvolgimento degli uomini nella vita familiare;

32.

esorta la Commissione e gli Stati membri a incoraggiare la partecipazione degli uomini all'attuazione delle politiche per l'uguaglianza di genere, in particolare per quanto riguarda la conciliazione della vita professionale, familiare e privata;

33.

chiede agli Stati membri e alle autorità regionali e locali di migliorare la disponibilità, la qualità e l'accesso dei servizi per la cura dell'infanzia e dei servizi per la cura delle persone a carico, conformemente agli obiettivi di Barcellona, e in particolare ad assicurare la compatibilità di tali servizi con gli orari di lavoro a tempo pieno degli uomini e delle donne su cui ricade la responsabilità dell'assistenza a bambini e a persone non autosufficienti;

34.

invita i responsabili all'interno delle imprese a inserire nei propri piani di gestione della forza lavoro, misure flessibili di politica familiare volte a facilitare la ripresa lavorativa dopo un'interruzione di carriera;

35.

richiama l'attenzione della Commissione e degli Stati membri sulla femminilizzazione della povertà, allorché le donne, in particolare quelle anziane e le madri singole, sono a rischio di esclusione e di povertà, e li esorta a mettere a punto misure volte a prevenire tale tendenza;

36.

chiede alla Commissione e agli Stati membri di mettere a punto strumenti di formazione e di attuazione per consentire a tutte le parti in causa di introdurre nelle rispettive aree di competenza una dimensione basata sulle pari opportunità fra donne e uomini, compresa la valutazione dell'impatto specifico di politiche sulle donne e sugli uomini;

37.

esorta gli Stati membri e le autorità regionali e locali ad assicurare un utilizzo efficace degli strumenti esistenti, come i manuali per l'integrazione della prospettiva di pari opportunità fra donne e uomini nelle politiche per l'occupazione della Commissione;

38.

esorta gli Stati membri a garantire una formazione appropriata sull'integrazione della dimensione di genere per i funzionari incaricati dell'attuazione dei programmi comunitari a livello nazionale, regionale e locale;

39.

invita la Commissione e gli Stati membri a mettere a punto una serie di indicatori quantitativi e qualitativi, nonché statistiche basate sul genere, che siano affidabili, confrontabili e disponibili in caso di necessità, da utilizzarsi durante il seguito dell'applicazione della strategia di Lisbona per la crescita e l'occupazione, onde tener conto della dimensione di genere e assicurare un'attuazione e un seguito adeguati delle politiche;

40.

plaude all'istituzione dell'Istituto europeo per l'uguaglianza di genere e alla designazione dei membri del suo consiglio di amministrazione, che ha fornito all'istituto un organo decisionale; è tuttavia preoccupato per il ritardo nell'assunzione del direttore dell'istituto ed esorta la Commissione a porre rimedio a tale situazione;

41.

chiede alla Commissione, con il sostegno dell'Istituto europeo per l'uguaglianza di genere, di includere dati e statistiche provenienti dai paesi candidati all'adesione e da quelli potenzialmente candidati, nelle future relazioni annuali sull'uguaglianza tra donne e uomini;

42.

chiede agli Stati membri di promuovere tra tutta la popolazione la pratica dello sport e di una vita sana, tenendo conto della minore partecipazione delle donne all'attività sportiva;

43.

incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione e ai governi e ai parlamenti degli Stati membri.


(1)  GU L 17 del 19.1.2001, pag. 22.

(2)  GU L 210 del 31.7.2006, pag. 25.

(3)  GU C 102 E del 28.4.2004, pag. 492.

(4)  GU C 313 E del 20.12.2006, pag. 118.

(5)  GU C 74 E del 20.3.2008, pag. 742.

(6)  GU C 301 E del 13.12.2007, pag. 56.

(7)  GU C 146 E del 12.6.2008, pag. 112.

(8)  Testi approvati, P6_TA(2007)0423.

(9)  Testi approvati, P6_TA(2008)0019.

(10)  Testi approvati, P6_TA(2008)0094.

(11)  Testi approvati, P6_TA(2008)0102.

(12)  GU L 359 del 19.12.1986, pag. 56.