26.11.2009   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

CE 285/23


Giovedì 5 giugno 2008
Strategia europea in materia di sicurezza, PESD

P6_TA(2008)0255

Risoluzione del Parlamento europeo del 5 giugno 2008 sull’attuazione della strategia europea in materia di sicurezza e la PESD (2008/2003(INI))

2009/C 285 E/04

Il Parlamento europeo

vista la Strategia europea in materia di sicurezza (SES), adottata dal Consiglio europeo del 12 dicembre 2003,

visto il trattato di Lisbona, firmato a Lisbona il 13 dicembre 2007,

viste le conclusioni del Consiglio europeo del 14 dicembre 2007,

viste le relazioni della Presidenza del Consiglio dell’Unione europea del 18 giugno 2007 e del 10 dicembre 2007 sulla politica europea di sicurezza e di difesa (PESD),

vista la riunione congiunta dei ministri UE della Difesa e dello Sviluppo, tenutasi il 19 e 20 novembre 2007,

viste le conclusioni sulla sicurezza e lo sviluppo e le conclusioni sulla PESD della riunione del Consiglio del 19 e 20 novembre 2007,

vista la relazione di Madrid pubblicata dallo Human Security Study Group l’8 novembre 2007,

vista la sua risoluzione del 14 aprile 2005 sulla SES (1),

vista la sua risoluzione del 16 novembre 2006 sull’attuazione della strategia europea in materia di sicurezza nell’ambito della PESD (2),

vista la strategia congiunta UE-Africa adottata a Lisbona il 9 dicembre 2007 e la nomina del Generale Pierre-Michel Joana a Consigliere speciale dell’Alto Rappresentante dell’UE per le forze di pace africane a decorrere dal 1o marzo 2008,

vista la sua risoluzione del 27 settembre 2007 sull’operazione PESD nel Ciad e nella Repubblica centrafricana (3),

visto l’articolo 45 del suo regolamento,

vista la relazione della commissione per gli affari esteri (A6-0186/2008),

A.

considerando che nel 2007 e agli inizi del 2008 il Consiglio ha adottato importanti decisioni operative attinenti alla PESD e all’attuazione della SES, fra cui

a)

il varo di una missione di polizia UE in Afghanistan (EUPOL Afghanistan);

b)

la decisione di varare un’operazione militare UE nel Ciad e nella Repubblica centrafricana (EUFOR Ciad/RCA);

c)

la riconfigurazione e riduzione delle truppe Althea EUFOR in Bosnia;

d)

la preparazione di una missione civile UE in Kosovo (EULEX Kosovo);

e)

la preparazione di una missione UE per la riforma del settore sicurezza nella Guinea-Bissau (EUSEC Guinea-Bissau),

B.

considerando che nel 2007 e agli inizi del 2008 si sono registrati ulteriori sviluppi nel campo delle capacità PESD e nel quadro dell’attuazione della SES, fra cui:

a)

l’adozione di un nuovo obiettivo primario civile 2010,

b)

l’istituzione di una capacità civile di pianificazione e condotta (CPCC) all’interno del segretariato del Consiglio;

c)

il raggiungimento della capacità operativa da parte del Centro operativo UE;

d)

il raggiungimento della piena capacità operativa per intraprendere rapidamente e contestualmente due operazioni militari PESD avvalendosi dei Gruppi tattici (Battle Groups),

C.

considerando che nel 2007 e agli inizi del 2008 si sono registrate continue carenze nel settore della PESD e nel quadro dell’attuazione della SES, fra cui:

a)

l’assenza di un corpo civile di pace UE, richiesto del Parlamento europeo fin dall’anno 2000, e la mancanza di capacità di protezione civile e di soccorso umanitario, menzionate in un certo numero di documenti del Consiglio e della Commissione dopo la tragedia dello tsunami del 2004;

b)

ritardi nelle forniture e crescenti costi connessi alla indispensabile capacità di trasporto aereo a lungo raggio tramite il velivolo da trasporto militare Airbus A400M;

c)

squilibrio nei contributi degli Stati membri per quanto riguarda il personale delle missioni PESD, che limita la capacità di gestione delle crisi da parte dell’Unione europea;

d)

problemi di reclutamento di agenti di polizia per la missione in Afghanistan a causa delle preoccupazioni in fatto di sicurezza e dell’assenza di prospettive individuali di carriera per gli interessati al loro rientro;

e)

ritardi nel varo della missione EUFOR Ciad/RCA a causa dell’insuccesso delle force generation conferences, dovuto soprattutto alla mancanza di elicotteri;

f)

la (finora) mancata firma fra UE e NATO degli accordi tecnici volti a garantire in Kosovo il coordinamento fra la Forza internazionale di sicurezza nel Kosovo (KFOR) e l’eventuale futura missione PESD e, in Afghanistan, fra l’EUPOL e la Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (ISAF), a causa dell’opposizione della Turchia,

D.

considerando che il trattato di Lisbona introdurrà importanti innovazioni nel campo della PESD,

E.

considerando che occorre adoperarsi costantemente per evitare duplicazioni ed accrescere l’interoperabilità all’interno dell’Unione europea e che il modo più economico per farlo consiste nel condividere e mettere in comune le risorse di difesa, per ottimizzare la capacità di difesa dell’Europa;

1.

ribadisce le conclusioni contenute nelle precedenti risoluzioni del Parlamento riguardanti la SES e la PESD;

Il trattato di Lisbona

2.

saluta con favore la firma del trattato di Lisbona, che apporterà profonde innovazioni nel settore della PESD, in particolare attraverso il rafforzamento della figura dell’Alto rappresentante, la creazione di un Servizio europeo per l’azione esterna e l’introduzione di un articolo in materia di mutua difesa e di una clausola di solidarietà, la cooperazione strutturata permanente nel settore della difesa e l’ampliamento dei compiti di Petersberg; auspica che il processo di ratifica sia completato con successo e con tempestività in tutti gli Stati membri; si felicita con gli Stati membri che hanno già ratificato il trattato di Lisbona; sottolinea che il Parlamento onorerà le responsabilità che gli derivano dall’attuale trattato e seguirà da presso l’attuazione di ogni innovazione;

3.

invita gli Stati membri interessati ad esaminare la possibilità e l’eventuale impatto di un regime di cooperazione strutturata permanente, così come previsto dal trattato di Lisbona, per le attuali forze multinazionali europee, tra cui Eurocorps, Eurofor, Euromarfor, la forza di gendarmeria europea, la forza anfibia italo-spagnola, il gruppo aereo europeo, la cellula europea di coordinamento del trasporto aereo di Eindhoven, il centro multinazionale di coordinamento del trasporto strategico marittimo di Atene e tutte le forze e le strutture che possono essere impiegate per le operazioni PESD;

Valutazione e sviluppo della SES

4.

invita l’Alto Rappresentante a pubblicare un Libro bianco che valuti i progressi compiuti e le carenze emerse nell’attuazione della SES dopo il 2003, ivi compresi gli insegnamenti tratti dalle operazioni PESD; il collegamento tra aspetti esterni e interni della sicurezza (lotta contro il terrorismo); la protezione delle frontiere e delle infrastrutture critiche, compresa la protezione contro gli attacchi informatici; la sicurezza dell’approvvigionamento energetico, che è una sfida che ci impegna a livello civile, economico, tecnico e diplomatico; le controversie regionali irrisolte nelle regioni confinanti con l’Unione europea, ad es. in Transnistria, Abkhazia, Ossezia meridionale e Nagorno-Karabakh; le sfide umanitarie e di sicurezza nel continente africano e le conseguenze dei mutamenti climatici e delle catastrofi naturali per la protezione civile e la sicurezza delle persone nonché la proliferazione delle armi di distruzione di massa; lo invita inoltre a valutare se dette minacce, rischi e sfide abbiano diretta rilevanza per la sicurezza europea lato sensu o se posseggano una mera dimensione di sicurezza,

5.

invita l’Alto Rappresentante a includere nel Libro bianco proposte di miglioramento e di sviluppo della SES, come la definizione di interessi di sicurezza comuni a livello europeo e di criteri per il varo di missioni PESD; lo invita inoltre a definire nuovi obiettivi per le capacità civili e militari (comprese le strutture di controllo e di comando e le capacità di trasporto per tutti gli attori europei nella gestione delle crisi, a fini sia PESD che di soccorso in caso di disastri), a riflettere sulle implicazioni del trattato di Lisbona per la PESD e a formulare proposte per un nuovo partenariato UE-NATO;

6.

sollecita inoltre l’Alto Rappresentante ad affrontare nel Libro bianco la questione dei «caveat»; benché si tratti di una questione attinente alla sfera della sovranità nazionale di ciascuno Stato membro, ritiene necessaria un’armonizzazione per proteggere la sicurezza delle forze dei vari Stati membri dislocate sul territorio;

7.

ritiene che detto Libro bianco debba formare la base di un più ampio dibattito politico condotto in pubblico, soprattutto per il fatto che la SES definisce i valori e gli obiettivi fondamentali dell’Unione e illustra i principi per cui si batte; sottolinea che la futura valutazione della SES deve essere operata con maggiore responsabilità democratica e pertanto in stretta intesa con tutte le istituzioni dell’Unione europea, compresi il Parlamento europeo e i parlamenti nazionali;

Dialogo diretto sulla sicurezza con la nuova amministrazione degli Stati Uniti e il Canada

8.

sottolinea che la NATO è il forum transatlantico nel quale la maggior parte degli Stati membri, gli Stati Uniti e il Canada affrontano i problemi inerenti alla sicurezza; ciononostante, incoraggia il Consiglio e l’Alto Rappresentante a prendere iniziative in vista di un dialogo diretto sulla sicurezza con la nuova Amministrazione degli Stati Uniti e il governo canadese nei settori di competenza dell’Unione europea; propone che tale dialogo si concentri su questioni concrete, come aumentare la credibilità dei valori occidentali nella lotta al terrorismo, la stabilizzazione e la ricostruzione;

Gestione delle crisi civili e protezione civile

9.

saluta con favore il nuovo obiettivo primario civile 2010 varato il 1o gennaio 2008, che tiene conto degli insegnamenti tratti dalle precedenti missioni civili PESD;

10.

saluta con favore l’istituzione, all’interno del segretariato del Consiglio, della CPCC, che costituirà l’equivalente civile di un quartiere generale operativo dell’Unione europea e fornirà assistenza e sostegno alla pianificazione e realizzazione delle missioni civili della PESD, assicurando così una catena di comando civile; chiede che tale equilibrio si rifletta nel ruolo e nella struttura amministrativa della cellula civil-militare;

11.

invita il Consiglio e la Commissione ad esaminare le possibilità di un quadro organizzativo più idoneo, come un’unità specializzata all’interno del Servizio europeo per l’azione esterna, che assicuri un approccio più organico e coerente nella gestione delle crisi civili e rimedi alle cesure istituzionali, permettendo in tal modo un migliore coordinamento degli strumenti interni dell’Unione europea e la cooperazione fra l’Unione europea e le organizzazioni esterne/non governative;

12.

chiede al Consiglio, dinanzi all’insoddisfacente pianificazione e dislocazione di EUPOL Afghanistan, di procedere a una revisione immediata del processo decisionale, del finanziamento e degli aspetti di dislocamento delle missioni civili PESD e di presentare proposte concrete volte ad evitare che tale situazione abbia a ripetersi in futuro;

13.

riconosce gli sforzi compiuti dagli Stati membri per mettere a disposizione il personale necessario alle missioni civili PESD per la protezione civile, il monitoraggio, il supporto ai rappresentanti speciali dell’Unione europea e il supporto alle missioni; nota peraltro continue carenze nel campo delle operazioni di polizia, dello Stato di diritto e dell’amministrazione civile; sottolinea l’importanza di fornire personale competente ed altamente specializzato per le missioni PESD;

14.

invita il Consiglio e la Commissione a intensificare la loro cooperazione nelle missioni civili PESD e nelle missioni alle frontiere dell’Unione europea, settori nei quali la ripartizione delle competenze fra le due istituzioni è incerta; ritiene che il Servizio europeo per l’azione esterna contemplato dal trattato di Lisbona possa facilitare tale compito; è tuttavia persuaso che conflitti di competenza possano verificarsi anche dopo l’entrata in vigore del trattato di Lisbona, rendendo necessarie decisioni dell’Alto Rappresentante;

15.

sollecita gli Stati membri a controllare regolarmente la disponibilità di personale per le missioni civili PESD e a riunire le loro autorità nazionali competenti per definire piani d’azione nazionali in merito al possibile contributo da fornire, seguendo in ciò l’esempio della Finlandia; ciò comprenderà l’istituzione di procedure che garantiscano prospettive di carriera ai partecipanti a tali missioni e una debita considerazione della risoluzione 1325 (2000) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite relativa alla rappresentanza delle donne nei meccanismi di prevenzione, gestione e risoluzione dei conflitti; sollecita inoltre la previsione di corsi specifici di formazione sulla protezione dei minori, in linea con gli orientamenti dell’Unione europea sui bambini e i conflitti armati;

16.

giudica importante rafforzare la capacità civile di risoluzione dei conflitti; invita pertanto il Consiglio e la Commissione ad istituire un corpo civile di pace dell’Unione europea per la gestione delle crisi e la prevenzione dei conflitti, come richiesto dal Parlamento europeo;

17.

nota lo scarso ricorso al prezioso strumento del corpo civile di risposta rapida (CRT) e si rammarica che, diversamente da quanto previsto, gli esperti CRT siano stati dislocati quasi esclusivamente su base individuale anziché in team, che era la modalità operativa per la quale erano stati addestrati;

18.

saluta con favore le decisioni del Consiglio 2007/779/CE, Euratom, dell’8 novembre 2007, che istituisce un meccanismo comunitario di protezione civile (4) e 2007/162/CE, Euratom, del 5 marzo 2007, che istituisce uno strumento finanziario per la protezione civile, intese a migliorare la mobilitazione e il coordinamento dell’assistenza in materia di protezione civile (5) in caso di gravi emergenze all’interno e all’esterno dell’Unione.

La sicurezza delle persone e la dimensione sicurezza della politica di sviluppo

19.

rammenta al Consiglio la sua responsabilità, ai sensi del diritto internazionale, di garantire che tutto il personale civile e militare riceva una formazione completa conformemente agli standard umanitari e che siano riesaminati e sviluppati orientamenti atti a garantire il rispetto delle popolazioni locali, delle culture e del genere;

20.

rammenta l’importanza dei diritti umani e del gender mainstreaming e chiede che un numero maggiore di candidate venga nominato agli alti incarichi direttivi nell’ambito della politica estera e di sicurezza comune (PESC)/PESD, incarichi quale quello di Rappresentante speciale dell’Unione europea e incarichi attinenti alle operazioni PESD in generale;

21.

invita gli Stati membri a proseguire la loro opera finalizzata all’introduzione di una messa al bando internazionale delle munizioni a grappolo, a continuare a sviluppare metodi per localizzare e distruggere gli ordigni inesplosi, a fornire assistenza finanziaria e tecnica ai paesi interessati e a continuare ad adoperarsi per la conclusione delle attuali trattative riguardanti il rafforzamento della messa al bando internazionale delle mine terrestri, per la messa al bando internazionale delle armi all’uranio e per il controllo globale dei trasferimenti di armi convenzionali; stante quanto precede, trova imbarazzante che malgrado il fatto che nel 2008 ricorra il decimo anniversario del codice di condotta UE sulle esportazioni di armi, il codice non sia ancora legalmente vincolante e le esportazioni incontrollate di armi dagli Stati membri dell’Unione europea sembrino continuare indisturbate, anche a favore di governi di paesi in cui l’Unione europea si accinge a lanciare o contempla un’operazione PESD; segnala inoltre il rischio che le armi possano, grazie all’Unione europea, essere trasferite a Stati terzi tramite gli Stati membri che praticano controlli all’esportazione meno rigorosi e/o per un uso eccessivamente flessibile e irresponsabile del Certificato internazionale di importazione; sottolinea pertanto l’importanza che gli Stati membri applichino i più rigorosi standard in fatto di controllo delle esportazioni di materiale bellico, per evitare che le armi UE possano alimentare conflitti;

22.

riafferma la sua preoccupazione per l’incessante proliferazione delle armi leggere e di piccolo calibro (SALW), che provocano inutili sofferenze umane, aggravano i conflitti armati e l’instabilità, agevolano il terrorismo, compromettono lo sviluppo sostenibile, il buongoverno e lo Stato di diritto e favoriscono il perpetrarsi di gravi violazioni dei diritti umani e del diritto umanitario internazionale; è persuaso che un’adeguata integrazione delle strategie di riduzione e controllo delle SALW debba diventare parte integrante dei programmi internazionali finalizzati alla prevenzione dei conflitti e alla costruzione della pace nel periodo post-bellico; invita gli Stati membri, il Consiglio e la Commissione a spingere i governi a concordare disposizioni vincolanti sul controllo delle SALW (compresi l’intermediazione e i trasferimenti), mediante una legislazione internazionale, regionale e nazionale;

23.

sottolinea la necessità che l’Unione europea assuma l’iniziativa di rafforzare il regime internazionale di controllo degli armamenti e quindi contribuisca al rafforzamento di un multilateralismo efficace nell’ambito dell’ordinamento internazionale; osserva inoltre la convergenza negli sforzi volti ad integrare gli aspetti di non proliferazione nella politica europea di vicinato con quello dell’obiettivo strategico globale di costruire la sicurezza nel vicinato dell’Unione;

24.

ritiene che il disarmo, la smobilitazione e il reintegro dovrebbero costituire parte integrante delle operazioni PESD ed invita il Consiglio, laddove possibile, ad includere nel mandato delle operazioni PESD la distruzione o lo stoccaggio in sicurezza delle armi disattivate onde evitarne il trasferimento illegale, che è uno degli insegnamenti tratti dall’esperienza della missione della Forza internazionale di stabilizzazione (SFOR)/EUFOR Althea della NATO in Bosnia;

25.

saluta con favore la prima riunione congiunta dei ministri della Difesa e dello Sviluppo svoltasi il 19 novembre 2007, che ha rappresentato un passo importante per affrontare i problemi del mondo in via di sviluppo e per migliorare la congruenza e la coerenza degli interventi a breve termine condotti dall’Unione europea a fini di sicurezza e delle azioni a lungo termine in materia di sviluppo portate avanti dall’Unione europea a favore dei paesi interessati; accoglie inoltre con soddisfazione le conclusioni del Consiglio «sicurezza e sviluppo» del 19 novembre 2007, in particolare l’enfasi ivi posta sull’analisi e la sensibilità al conflitto, ed esorta vivamente il Consiglio e la Commissione a dare attuazione alle dette conclusioni;

26.

è del parere che la ricorrenza, il 1o luglio 2008, del 40o anniversario del Trattato di non proliferazione (TNP) debba essere vista come un’opportunità per l’Unione europea di promuovere la necessità di un disarmo nucleare nella sua Strategia contro la proliferazione delle armi di distruzione di massa, in vista della commissione preparatoria della prossima conferenza di riesame del TNP; ribadisce al riguardo la necessità che le potenze nucleari «riconosciute» presentino iniziative di disarmo volte a rendere l’Europa un’area denuclearizzata e a concludere una convenzione universale sulla messa al bando delle armi nucleari;

Il ruolo diplomatico dell’Unione europea in merito al programma nucleare iraniano

27.

sottolinea il ruolo diplomatico di primo piano svolto dall’Unione europea in merito al programma nucleare iraniano, che ha visto l’Alto Rappresentante parlare per conto dell’Unione europea e dell’UE-3 (Francia, Germania e Regno Unito) e gli Stati Uniti, la Russia e la Cina contribuire con i rispettivi differenti interessi ed approcci al conseguimento di un comune obiettivo; ribadisce che i rischi di proliferazione insiti nel programma nucleare iraniano restano fonte di grave preoccupazione per l’Unione europea e la comunità internazionale; fa riferimento al riguardo alla sua risoluzione del 31 gennaio 2008 sull’Iran (6) e sostiene la risoluzione 1803 (2008) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, del 3 marzo 2008, nonché l’offerta sottoposta all’Iran da UE-3, Stati Uniti, Russia e Cina in merito all’impiego pacifico dell’energia nucleare, la cooperazione politica ed economica, il partenariato energetico, l’agricoltura, l’ambiente e le infrastrutture, l’aviazione civile e lo sviluppo e la cooperazione nel settore degli aiuti economici, sociali e umanitari;

Trasporti, comunicazioni e intelligence

28.

deplora il ritardo nella consegna e i crescenti costi del velivolo di trasporto a lungo raggio A400M e la mancanza di elicotteri operativi per il trasporto a corto raggio;

29.

sostiene l’attività dell’Agenzia europea per la difesa (EDA) in materia di trasporto strategico ed invita gli Stati membri a fare di più per rimediare alle attuali carenze; saluta con favore iniziative provvisorie in materia di trasporto aereo strategico quali la SALIS (Strategic Air Lift Interim Solution) e raccomanda lo sviluppo di una nozione operativa di pooling di capacità;

30.

accoglie con favore la proposta del Regno Unito di condividere le informazioni circa la disponibilità di elicotteri per le missioni UE, ai fini di un migliore coordinamento delle flotte;

31.

saluta con favore il progetto franco-tedesco concernente gli elicotteri per il trasporto pesante, ma è consapevole dei motivi complessi alla base della indisponibilità di elicotteri operativi, in particolare in ragione degli alti costi delle ore di volo e della manutenzione; invita il Consiglio ad esplorare le possibilità di colmare tale carenza nel prossimo futuro, sia lanciando un’azione comune o accordando sostegno agli Stati membri che intendono ammodernare e rinnovare elicotteri di fabbricazione russa sia istituendo un centro di addestramento elicotteristico; ribadisce che uno dei principali ostacoli all’ammodernamento e alla ristrutturazione delle forze europee, necessari per far fronte efficacemente alle sfide di sicurezza del 21o secolo, non è tanto il livello dei costi per la difesa quanto la mancanza di cooperazione, l’assenza di una chiara divisione dei compiti, la mancanza di specializzazione e la duplicazione e frammentazione della fabbricazione di armi e delle commesse, che accrescono il rischio di non interoperabilità fra gli eserciti; sollecita tuttavia gli Stati membri a prevedere un aumento della spesa per la difesa, al fine di poter utilizzare efficientemente gli elicotteri acquistati;

32.

invita il Consiglio e la Commissione a tenere il Parlamento informato delle attuali iniziative volte a colmare i deficit di capacità in settori importanti quali quello degli elicotteri e delle unità di supporto sanitario, e a presentare proposte finanziarie comuni per garantire l’accesso a tali capacità a fini sia umanitari che PESD;

33.

saluta con favore il progetto EDA di un sistema radio definito dal software, potenzialmente in grado di migliorare le comunicazioni tra le autorità civili e militari in caso di emergenza;

34.

invita gli Stati membri ad intensificare gli scambi di informazioni di intelligence attraverso un Centro di situazione congiunto dell’UE; ritiene che occorra considerare speciali misure per le nuove minacce non coperte dalla SES, quali la sicurezza dell’approvvigionamento energetico e le conseguenze del cambiamento climatico per la sicurezza;

Capacità militari

35.

è del parere che i Gruppi tattici (Battle Groups) siano strumenti che aiutano gli Stati membri a trasformare le loro forze armate, a rafforzare l’interoperabilità e ad instaurare una cultura strategica comune in materia di difesa; nota che i gruppi tattici non sono stati finora impiegati, fra l’altro a causa delle norme di dislocamento eccessivamente vincolanti, e deplora il fatto che il Battle Group, così come attualmente definito, non abbia risolto il problema della costituzione di forze per operazioni concrete; reputa necessari urgenti chiarimenti, onde evitare costose duplicazioni di risorse militari;

36.

è consapevole del fatto che la costituzione delle forze è innanzitutto una questione di volontà politica e di valutazioni comuni; invita il Consiglio ad esaminare opzioni per migliorare la costituzione di forze, ad esempio sviluppando ulteriormente la nozione di Gruppo tattico per giungere a una Task Force comune dell’Unione europea permanente e di maggiore consistenza, oppure ampliando la gamma delle capacità disponibili nel quadro dell’obiettivo primario civile, per essere in condizione di costituire rapidamente una forza adeguata alle caratteristiche della missione;

37.

chiede la creazione, in seno al Centro operativo dell’Unione, di una capacità pianificatoria e operativa permanente per la conduzione di operazioni militari PESD;

38.

propone di dare a Eurocorps lo status di forza permanente sotto il comando dell’Unione europea ed invita tutti gli Stati membri a contribuirvi;

39.

chiede il costante miglioramento dell’interoperabilità tra le forze armate nazionali dell’Unione europea; deplora l’attuale eterogeneità tra le varie forze degli Stati membri in fatto di addestramento ed equipaggiamento e chiede un programma «Erasmus» militare, che preveda un addestramento comune per il personale militare da schierare eventualmente nelle operazioni;

40.

rammenta che il successo delle operazioni PESD dipende da un’adeguata cura e equipaggiamento del personale; invita il Consiglio a sviluppare standard comuni in fatto di assistenza medica e welfare operativo; ritiene che tali standard comuni, uniti a uno scambio regolare delle migliori prassi — eventualmente coordinate dallo staff militare UE — possano assistere i singoli Stati membri nella loro opera di sviluppo delle capacità ed aiutarli a fornire forze efficienti al momento opportuno;

41.

si rammarica che il programma EDA sia giunto troppo tardi per impedire la nascita di tre differenti programmi nazionali per la realizzazione di un velivolo senza pilota anziché di un unico programma europeo, e che ciò permetterà ad alcune società di avviare più di un progetto attingendo più volte alle risorse del contribuente e non lasciando all’EDA altra alternativa se non quella di lavorare all’introduzione dei velivoli senza pilota nell’aerospazio regolamentato; esprime la sua preferenza per un progetto satellitare europeo unico nel campo della intelligence o della comunicazione;

42.

saluta con favore il pacchetto difesa della Commissione, in particolare le sue proposte per una direttiva nel campo delle commesse militari e per una direttiva nel settore del trasferimento intracomunitario di equipaggiamenti militari per la difesa; ritiene che si tratti di iniziative necessarie per far sì che il personale militare nazionale e UE sia equipaggiato con il materiale che assicuri la migliore interoperabilità possibile;

43.

accoglie con favore la dichiarazione del comitato direttivo dell’EDA, del 14 maggio 2007, in particolare laddove si chiede una riduzione della dipendenza da fonti non europee per le principali tecnologie di difesa, e rimarca la necessità che l’Unione europea goda di autonomia e sovranità operativa;

Finanziamento delle missioni PESD

44.

sottolinea che il crescente ruolo svolto dall’Unione europea soprattutto con le missioni civili PESD sta generando crescenti esigenze di aumento del bilancio PESC, per cui chiede che il flusso di informazioni proveniente dal Consiglio sia intensificato e reso più tempestivo, onde permettere al Parlamento di preparare le sue decisioni sul bilancio annuale;

45.

invita il Consiglio e la Commissione ad elaborare proposte che consentano di istituire per le commesse pubbliche procedure flessibili e adeguate alle missioni civili PESD — che richiedono assai sovente decisioni rapide — proposte che dovranno essere esaminate ed approvate dal Parlamento, dal Consiglio e dalla Commissione; accoglie con soddisfazione il fatto che la Commissione ha recentemente aperto i suoi corsi di formazione sulle procedure finanziarie e di appalto al personale delle missioni PESD,

46.

si rammarica della inutile complessità delle disposizioni di cui all’articolo 28 del trattato UE relativamente al finanziamento rapido delle attività della PESD al di fuori del bilancio dell’Unione europea; insiste sulla necessità di dare piena attuazione all’Accordo interistituzionale del 17 maggio 2006 tra il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione sulla disciplina di bilancio e la sana gestione finanziaria (7) e al dialogo strutturato fra il Consiglio e il Parlamento ivi contemplato; a più lungo termine chiede di trasferire il meccanismo Athena nel bilancio PESC, pur mantenendo la flessibilità assicurata da Athena;

47.

chiede una revisione a medio termine nel quadro delle prospettive finanziarie 2007-2013 onde verificare la coerenza e le complementarità d’uso degli strumenti esterni UE (bilancio PESC, strumento di stabilità, strumento per la cooperazione allo sviluppo e strumento per la politica europea di vicinato) nelle varie azioni (civili e militari) di gestione delle crisi condotte dall’Unione europea;

PESD e controllo parlamentare

48.

rileva che il Parlamento europeo, grazie ai suoi contatti con i parlamenti nazionali (conferenza dei presidenti delle commissioni affari esteri, conferenza dei presidenti delle commissioni difesa, Assemblea parlamentare NATO) e alle disposizioni del protocollo al trattato di Lisbona sul ruolo dei parlamenti nazionali, di prossima attuazione, è la sede legittima a livello europeo per esercitare il sindacato, il monitoraggio e il controllo parlamentare della PESD;

49.

considerate le nuove opportunità offerte dal trattato di Lisbona alla PESC e alla PESD, che diventeranno Politica di sicurezza e di difesa comune, intende promuovere una più stretta collaborazione tra le commissioni competenti del Parlamento europeo e dei parlamenti nazionali e l’Assemblea parlamentare della NATO;

50.

invita il Comitato politico e di sicurezza (CPS) a creare, congiuntamente con il Parlamento, un meccanismo di rispetto delle informazioni confidenziali sulle crisi emergenti o gli eventi che interessano la sicurezza internazionale comparabile ai meccanismi esistenti in vari parlamenti nazionali degli Stati membri che spazierebbe, a seconda del grado di riservatezza, da riunioni di commissione a porte chiuse fino a riunioni tra il CPS e i membri nominati delle competenti commissioni e sottocommissioni;

51.

sottolinea l’opportunità che, prima del lancio di qualunque operazione PESD (fra cui l’impiego di un Gruppo tattico), il Parlamento europeo adotti una raccomandazione o risoluzione in stretta consultazione con i parlamenti nazionali, in modo che una posizione del Parlamento europeo sia disponibile prima dell’operazione PESD; ritiene che, per garantire flessibilità nei periodi in cui il Parlamento non è riunito in seduta plenaria o quando si reputi necessario un rapido dispiegamento, occorra adeguare il suo regolamento per autorizzare la commissione competente ad adottare a suo nome la raccomandazione o risoluzione;

52.

invita il Consiglio ad inserire un riferimento alla raccomandazione o risoluzione adottata dal Parlamento nell’azione comune che autorizza l’operazione PESD, per dimostrare la sua volontà di ottenere, con le decisioni parlamentari, un’ulteriore legittimazione democratica per le sue azioni esterne;

Rapporti UE-NATO

53.

Deplora le obiezioni della Turchia all’attuazione della cooperazione strategica UE-NATO nell’ambito e oltre l’accordo di Berlino Plus; è preoccupato per le conseguenze negative di tali obiezioni per la protezione del personale dell’Unione europea impiegato sul posto, in particolare nel quadro della missione EUPOL Afghanistan e della missione EULEX Kosovo, e chiede alla Turchia di ritirare tali obiezioni quanto prima;

54.

è del parere che il progetto degli Stati Uniti di dislocare in questo momento in Europa un sistema anti-missili possa ostacolare gli sforzi internazionali di disarmo; esprime inquietudine per il fatto che la Russia ha sospeso l’esecuzione dei suoi obblighi a norma del Trattato sulle forze armate convenzionali in Europa, causando preoccupazioni circa l’equilibrio strategico in Europa; sottolinea che questi due problemi interessano la sicurezza di tutti i paesi europei e non devono pertanto formare oggetti di semplici colloqui bilaterali fra gli Stati Uniti e i singoli Stati europei; invita il Consiglio e gli Stati membri ad elaborare insieme alla NATO un quadro per associare al dibattito il maggior numero possibile di Stati europei; invita il Consiglio e la NATO a valutare le possibili future minacce provenienti da taluni paesi e il pericolo di una nuova corsa agli armamenti in Europa, nonché a proporre un’adeguata risposta multilaterale a tali problemi;

55.

ritiene che l’Unione europea e la NATO si rafforzino vicendevolmente e perora una stretta collaborazione tra le due entità;

*

* *

56.

incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, all’Assemblea parlamentare della NATO e ai Segretari generali delle Nazioni Unite, della NATO, dell’Unione africana, dell’OSCE, dell’OCSE e del Consiglio d’Europa.


(1)  GU C 33 E del 9.2.2006, pag. 580.

(2)  GU C 314 E del 21.12.2006, pag. 334.

(3)  Testi approvati, P6_TA(2007)0419.

(4)  GU L 314 dell’1.12.2007, pag. 9.

(5)  GU L 71 del 10.3.2007, pag. 9.

(6)  Testi approvati, P6_TA(2008)0031.

(7)  GU C 139 del 14.6.2006, pag. 1. Accordo modificato da ultimo dalla decisione 2008/371/CE del Parlamento europeo e del Consiglio (GU L 128 del 16.5.2008, pag. 8).