19.11.2009   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

CE 279/5


Commercio di materie prime e prodotti di base

P6_TA(2008)0209

Risoluzione del Parlamento europeo del 20 maggio 2008 sul commercio di materie prime e prodotti di base (2008/2051(INI))

(2009/C 279 E/02)

Il Parlamento europeo,

viste le sue risoluzioni del 3 settembre 2002 sul commercio e lo sviluppo ai fini dell'eliminazione della povertà (1), del 30 gennaio 2003 sulla fame nel mondo e l'eliminazione delle barriere agli scambi con i paesi più poveri (2), del 10 aprile 2003 sulla crisi del mercato internazionale del caffè (3), del 1o giugno 2006 su commercio e povertà: definire politiche commerciali per massimizzare il contributo del commercio alla riduzione della povertà (4), del 15 febbraio 2007 sulle ripercussioni economiche dell'aumento del prezzo del petrolio (5), del 22 maggio 2007 sull'Europa globale — aspetti esterni della competitività (6), del 23 maggio 2007 sugli aiuti al commercio dell'Unione europea (7), e del 29 novembre 2007 sul commercio e il cambiamento climatico (8),

visti la dichiarazione del Millennio dell'8 settembre 2000, che enuncia gli obiettivi di sviluppo del Millennio (OSM) quali criteri definiti di concerto dalla comunità internazionale per l'eliminazione della povertà, e il riesame e aggiornamento della stessa al Vertice mondiale 2005 delle Nazioni Unite, tenutosi dal 14 al 16 settembre 2005,

viste le relazioni dei tre gruppi di lavoro del Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (IPCC) intitolate «Cambiamento climatico 2007: fondamento nella scienza fisica», «Cambiamento climatico 2007: impatti, adattamento e vulnerabilità» e «Cambiamento climatico 2007: mitigazione del cambiamento climatico», tutte pubblicate nel 2007,

vista la comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo intitolata «Catene di prodotti agricoli di base, dipendenza e povertà — Proposta di piano d'azione a livello di UE» (COM(2004)0089),

viste le comunicazioni della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni, intitolate «Europa globale: competere nel mondo — Un contributo alla strategia per la crescita e l'occupazione dell'UE» (COM(2006)0567) e «Europa globale: un partenariato rafforzato per assicurare l'accesso ai mercati per gli esportatori europei» (COM(2007)0183),

vista la comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo intitolata «Competitività delle industrie dei metalli: un contributo alla strategia dell'Unione europea per la crescita e l'occupazione» (COM(2008)0108),

viste la dichiarazione di Pechino e la Piattaforma d'azione adottata il 15 settembre 1995 alla quarta Conferenza mondiale delle Nazioni Unite sulle donne,

vista la relazione dell'Organizzazione per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO) intitolata «Livestock's Long Shadow» (La lunga ombra del bestiame), pubblicata nel 2006,

visti i lavori della Conferenza delle Nazioni Unite per il commercio e lo sviluppo (UNCTAD) e l'accordo e la dichiarazione di Accra, siglati il 25 aprile 2008 nell'ambito della Conferenza internazionale UNCTAD XII svoltasi ad Accra (Ghana),

vista la comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni intitolata «Strategia tematica per l'uso sostenibile delle risorse naturali», pubblicata il 21 dicembre 2005 (COM(2005)0670),

vista la dichiarazione del Vertice del G8 su «Crescita e responsabilità nell'economia mondiale», firmata a Heiligendamm il 7 giugno 2007, in particolare il capitolo sulla «Responsabilità rispetto alle materie prime: trasparenza e crescita sostenibile», secondo cui ai fini della crescita, della stabilità e dello sviluppo sostenibile nel mondo è fondamentale che i mercati siano liberi, trasparenti e aperti,

vista la quarta relazione del Gruppo ad alto livello sulla competitività, l'energia e l'ambiente, dell'11 giugno 2007, che appoggia lo sviluppo di una politica sulle materie prime basata su un mercato globale delle materie prime che sia libero, equo e ben funzionante e ricorra alla politica commerciale, in particolare ad accordi internazionali multilaterali e bilaterali, al fine di assicurare che l'Unione europea e i paesi terzi appoggino mercati aperti e senza distorsioni,

visto l'articolo 45 del suo regolamento,

vista la relazione della commissione per il commercio internazionale (A6-0134/2008),

A.

considerando che per materie prime e prodotti di base si dovrebbero intendere prodotti alimentari agricoli, prodotti di base agricoli, metalli, minerali e prodotti energetici, utilizzati come fattori di input nel processo industriale, siano essi trasformati, grezzi o riciclati, come il materiale di scarto,

B.

considerando che, dal 2002, l'indice dei prezzi delle materie prime non combustibili è cresciuto del 159 %, quello dei metalli e dei minerali del 285 % e quello delle materie prime agricole del 133 %,

C.

considerando che l'economia dell'Unione europea dipende in misura considerevole dalle importazioni di materie prime da paesi terzi e che l'accesso alle materie prime svolge un ruolo cruciale per garantire la competitività dell'Unione europea,

D.

considerando che il recente aumento dei prezzi delle materie prime si è tradotto in un'assenza di crescita economica nell'Unione europea e minaccia la competitività dell'Unione europea,

E.

considerando che per il futuro si prevede un ulteriore aumento della domanda mondiale di materie prime; considerando che tale aumento sarà dovuto alla crescita economica nelle economie emergenti,

F.

considerando che nel passato le variazioni a breve termine dei prezzi delle materie prime e dei prodotti di base hanno dimostrato una volatilità estrema che è andata addirittura peggiorando col tempo, registrando fasi di sovrapproduzione seguite da periodi di penuria,

G.

considerando che i recenti aumenti dei prezzi sui mercati internazionali non dovrebbero celare il fatto che i prezzi delle materie prime e dei prodotti di base, rispetto a quelli dei manufatti, sono stati caratterizzati da una tendenza a lungo termine verso il ribasso,

H.

considerando che tali aumenti di prezzi, in particolare se praticati a fini industriali da economie emergenti, hanno posto sfide alla competitività del settore manifatturiero dell'Unione europea e hanno sollevato problemi a più lungo termine relativi alla sicurezza dell'approvvigionamento di materie prime,

I.

considerando che per 95 dei 141 paesi in via di sviluppo i prodotti di base rappresentano almeno il 50 % dei proventi da esportazione,

J.

considerando che l'Unione europea è uno dei più importanti concorrenti nel commercio internazionale di materie prime e prodotti di base, soprattutto come importatore netto di materie prime,

K.

considerando che l'Unione europea, a causa delle caratteristiche della struttura industriale europea, è fortemente dipendente dalle importazioni di materie prime per la sua competitività e per il suo sviluppo economico,

L.

considerando che vi sono molti esempi di politiche e misure introdotte dai paesi terzi, nonché una tendenza a creare ostacoli all'accesso libero ed equo alle materie prime nelle economie emergenti, che producono l'effetto di limitare l'accesso delle industrie dell'Unione europea alle materie prime e ai prodotti di base,

M.

considerando che il rafforzamento della ricerca e dell'innovazione svolge un ruolo importante per la promozione dell'approvvigionamento sostenibile di materie prime,

N.

considerando che i sistemi STABEX, SYSMIN e FLEX riflettono gli sforzi attuali e passati dell'Unione europea volti a sostenere i paesi in via di sviluppo colpiti dall'instabilità dei prezzi e dei redditi,

O.

considerando che i recenti aumenti dei prezzi sui mercati internazionali di materie prime e prodotti di base sono dovuti a un aumento significativo della domanda proveniente da paesi emergenti come la Cina, l'India e il Brasile, al cambiamento delle condizioni meteorologiche, a pratiche restrittive adottate da taluni paesi esportatori e a una forte espansione del mercato di agrocarburanti e della produzione di bestiame, nonché a speculazioni di borsa,

P.

considerando che le donne rappresentano una maggioranza significativa della popolazione mondiale povera, la cui sopravvivenza e il cui sostentamento spesso dipendono dall'acquisto, dalla produzione e dalla trasformazione di materie prime e prodotti di base,

Q.

considerando che la comunità internazionale ha affermato la necessità di uno sforzo internazionale per eliminare la povertà attraverso le mete concrete enunciate negli OSM, che dovrebbero essere realizzate entro il 2015; considerando che occorre prestare sufficiente attenzione all'importanza vitale dei prodotti di base per i paesi in via di sviluppo,

R.

considerando che lo sfruttamento sostenibile delle risorse naturali potrebbe ridurre la povertà e favorire la crescita economica se accompagnato dalla promozione del buon governo; considerando che una gestione carente degli affari pubblici in paesi ricchi di risorse naturali potrebbe risultare anche in povertà, corruzione e conflitti,

S.

considerando che la salvaguardia della biodiversità e la disponibilità di terreni coltivati sono elementi essenziali per il futuro di qualsiasi economia sulla terra e che qualsiasi forma di estrazione di materie prime dovrebbe tener conto di questi imperativi,

T.

considerando che si stanno verificando cambiamenti climatici e che questi sono in parte imputabili all'attività umana; considerando che l'estrazione, la produzione e la trasformazione di materie prime e prodotti di base si traducono in emissioni considerevoli di gas a effetto serra; considerando che per affrontare tale problema l'industria dell'Unione europea è confrontata a restrizioni sempre maggiori a detrimento della sua competitività,

U.

considerando che attualmente l'Unione europea non offre una strategia coerente per far fronte alle sfide poste alla competitività della sua economia da un'accresciuta concorrenza nell'accesso alle materie prime;

1.

sollecita la Commissione e i partner commerciali dell'Unione europea ad affrontare seriamente in tutti i negoziati commerciali, gli imperativi dettati dal cambiamento climatico, vale a dire ridurre drasticamente l'estrazione e lo sfruttamento delle risorse naturali e promuovere la diffusione delle tecnologie rinnovabili, che consentono il risparmio energetico e un uso efficiente delle risorse;

Sicurezza dell'approvvigionamento di materie prime per l'UE e garanzia di accesso alle materie prime sui mercati mondiali

2.

riconosce che l'accesso alle materie prime e ai prodotti di base è di importanza vitale per l'economia dell'Unione europea, data la sua mancanza di offerta interna di numerose materie prime;

3.

rileva con preoccupazione le previsioni di aumento della domanda di materie prime nei mercati mondiali; esprime preoccupazione per la limitata capacità di prospezione nel prossimo futuro; rileva la debole partecipazione delle imprese europee alla prospezione di materie prime in paesi terzi;

4.

esprime preoccupazione per la tendenza a limitare il libero accesso alle materie prime in paesi terzi mediante misure che provocano distorsione della concorrenza; riconosce tuttavia il diritto dei paesi di limitare l'accesso alle proprie materie prime per motivi ambientali o per far fronte, quando necessario, a carenze critiche di approvvigionamento; ritiene che tale diritto debba essere esercitato in concomitanza con altre misure nazionali;

5.

esprime preoccupazione per le attività di investimento che mirano a migliorare l'accesso alle materie prime senza ottemperare né alle norme di concorrenza libera e leale né ai principi di buon governo e sostenibilità;

6.

chiede alla Commissione di promuovere gli investimenti nella ricerca e nello sviluppo di tecnologie per il riciclaggio di materie prime e l'utilizzo efficace ed economico di materie prime; chiede alla Commissione e agli Stati membri di attribuire più importanza a questo obiettivo nelle loro attività di ricerca;

7.

sollecita la Commissione ad occuparsi della questione dell'accesso libero ed equo ai mercati delle materie prime nel quadro dell'Organizzazione mondiale del commercio (OMC); chiede alla Commissione di perseguire attivamente l'obiettivo dell'eliminazione multilaterale delle misure aventi effetti di distorsione sugli scambi nel settore delle materie prime, sempre nel pieno rispetto delle restrizioni dettate da motivi legati allo sviluppo dei paesi meno sviluppati;

8.

chiede alla Commissione di negoziare un accesso non discriminatorio ai mercati delle materie prime in cambio dell'accesso a tecnologie rinnovabili, che consentono il risparmio energetico e un uso efficiente delle risorse in tutti i negoziati bilaterali sugli accordi di libero scambio; ritiene che l'abolizione di tutte le misure aventi effetti di distorsione sugli scambi che portano ad un aumento dell'uso e del consumo delle materie prime costituisca un obiettivo importante in tutti gli eventuali accordi, nel pieno rispetto degli obiettivi di sviluppo;

9.

chiede alla Commissione di includere la questione delle materie prime nella strategia di accesso al mercato; accoglie con favore la consultazione sull'approvvigionamento di materie prime; invita la Commissione a elaborare una strategia coerente sull'approvvigionamento di materie prime; ricorda che il Parlamento deve essere associato a tutte le fasi di queste attività;

Far sì che i paesi in via di sviluppo e in particolare quelli meno sviluppati beneficino delle materie prime

10.

deplora che molti dei paesi in via di sviluppo e in particolare quelli meno sviluppati siano stati relegati a produrre ed esportare materie prime e prodotti di base i cui prezzi, soggetti a volatilità, sono diminuiti nel lungo termine, il che costituisce un grave ostacolo alla riduzione delle povertà e alla realizzazione degli OSM, ma riconosce che l'aumento dei prezzi dei prodotti di base ha contribuito a migliorare significativamente i conti esteri di alcuni paesi in via di sviluppo che dipendono dai prodotti di base; sottolinea le opportunità che rappresentano per i paesi produttori la prospezione e la gestione proprie dei depositi di materie prime qualora siano rispettate le norme fondamentali di trasparenza e concorrenza leale;

11.

invita la Commissione a perseguire l'effettiva eliminazione delle cause delle distorsioni sollevando con fermezza tali questioni in sede di consultazioni e negoziati bilaterali e a promuovere lo sviluppo di nuove norme OMC a livello multilaterale;

12.

appoggia gli sforzi in atto nei paesi in via di sviluppo e in particolare in quelli meno sviluppati volti a diversificare le loro economie e a sviluppare attività economiche legate a fasi più avanzate del processo produttivo, per comprendere anche le fasi di trasformazione e commercializzazione e per aumentare la qualità, la produttività e la produzione di beni con un valore aggiunto più elevato; sollecita la Commissione a sostenere strategie nazionali di sviluppo e diversificazione dei prodotti di base, se necessario ricorrendo al sostegno del Fondo europeo per lo sviluppo;

13.

ritiene che l'istituzione di quadri economici regionali e il rafforzamento della cooperazione regionale tra paesi in via di sviluppo rivestano la massima importanza per lo sviluppo economico sostenibile di tali paesi; sottolinea a questo proposito l'importanza degli scambi sud-sud per lo sviluppo economico di tali paesi;

14.

ritiene che a lungo termine la cooperazione economica regionale e commerciale dovrebbe essere incoraggiata e potrebbe portare ad accordi di libero scambio; rileva nel contempo che in diversi contesti regionali gli accordi di libero scambio incontrano difficoltà; ritiene che l'accordo di libero scambio EuroMed dovrebbe essere una priorità, vista l'importanza degli scambi di materie prime in questa regione;

15.

incoraggia i paesi in via di sviluppo e in particolare quelli meno sviluppati ad aumentare gli investimenti necessari e a consolidare la diversificazione economica attraverso il rafforzamento dell'infrastruttura e della capacità istituzionale e la promozione del buon governo nella gestione dello sviluppo economico, nonché ad agevolare l'ingresso e la distribuzione nei mercati locali di prodotti di piccoli produttori, il che favorirebbe anche l'integrazione regionale e le economie di scala; sollecita la Commissione a ricorrere agli aiuti per il commercio quale importante strumento di sviluppo e a potenziare i meccanismi esistenti per il trasferimento di tecnologia, in particolare come modo per far fronte al cambiamento climatico; chiede alla Commissione di promuovere la trasparenza dei redditi derivanti da materie prime attraverso programmi come l'iniziativa per la trasparenza dell'industria estrattiva (EITI);

16.

incoraggia la Commissione e le imprese dell'Unione europea a promuovere e a investire nel trasferimento di tecnologie ecocompatibili;

17.

ritiene che la conclusione dell'agenda di Doha per lo sviluppo debba garantire un impegno improntato ai principi di imparzialità, equilibrio, equità e apertura commerciale su tutti i mercati delle materie prime;

18.

riconosce che i risultati dei negoziati dell'agenda di Doha per lo sviluppo (DDA) ridurrebbero notevolmente l'aumento delle tariffe; rileva che l'Unione europea ha già ridotto gradualmente le sue tariffe sui prodotti agricoli provenienti dai paesi meno sviluppati (attraverso l'iniziativa «tutto fuorché le armi») e da molti paesi ACP (attraverso gli accordi di partenariato economico) e sostiene i paesi in via di sviluppo nell'identificare e applicare regole concernenti i prodotti speciali e meccanismi efficaci di salvaguardia ai fini della sostenibilità dei loro mercati e della loro produzione;

19.

chiede agli Stati membri dell'Unione europea nonché ai partner del mondo intero, incluse le economie emergenti, di ratificare le norme fondamentali del lavoro dell'Organizzazione internazionale del lavoro e gli orientamenti in materia dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, specialmente per quanto riguarda la prospezione e la lavorazione di materie prime; ritiene che la partecipazione della società civile e dei parlamenti nazionali sia di importanza cruciale per raggiungere uno sviluppo sostenibile sotto il profilo ambientale e socioeconomico;

20.

riconosce che la speculazione gioca un ruolo importante nella determinazione dei prezzi delle materie prime e dei prodotti di base, con la conseguenza di un'accresciuta volatilità;

21.

invita la Commissione ad attuare una strategia completa ed equilibrata in materia di accesso alle materie prime tenendo conto degli interessi dell'industria UE e dei paesi in via di sviluppo;

22.

chiede alla Commissione di riesaminare il suo regime di finanziamenti compensativi, FLEX, per garantirne la capacità di risposta e l'efficacia nel sostegno ai paesi in via di sviluppo e in particolare a quelli meno sviluppati; ritiene che sia necessaria l'adozione di misure pertinenti a livello nazionale al fine di appoggiare il lavoro svolto dall'UNCTAD;

23.

invita la Commissione a raccogliere dati e ad elaborare statistiche sugli scambi internazionali di materie prime e di prodotti di base aventi luogo in termini reali; ritiene che vi sia la necessità di avere un quadro chiaro dei flussi commerciali globali di prodotti di base e di materie prime non falsato da transazioni puramente speculative, in modo da valutare meglio le misure di politica economica;

24.

riconosce che la liberalizzazione del commercio di prodotti alimentari agricoli e di prodotti di base agricoli ha esposto a molte nuove sfide i piccoli agricoltori nei paesi in via di sviluppo e in particolare in quelli meno sviluppati; ritiene che, essendo quella dei piccoli agricoltori una categoria ampiamente rappresentata dalle donne, tale liberalizzazione possa avere su queste ultime un effetto negativo sproporzionato se esse non sono in grado di far fronte alla concorrenza esterna;

25.

sottolinea la fondamentale importanza del diritto all'alimentazione e la necessità di migliorare l'accesso universale e in qualsiasi momento a un'alimentazione sufficiente per condurre una vita attiva e sana;

26.

raccomanda pertanto vivamente l'adozione, a livello europeo e internazionale, di tutte le misure necessarie a garantire la moderazione dei prezzi quale strategia a breve termine per uscire dalla crisi alimentare; rileva tuttavia la necessità, sul lungo periodo, di elaborare una normativa adeguata per combattere con maggiore efficacia le operazioni speculative; raccomanda inoltre di riesaminare i poteri e le competenze degli organi nazionali e internazionali di sorveglianza responsabili delle materie prime alimentari onde garantire in futuro la stabilità e la sicurezza dei mercati ed evitare che le operazioni speculative compromettano il diritto all'alimentazione;

27.

si compiace dell'istituzione di una task-force di alto livello delle Nazioni Unite, incaricata di gestire l'attuale crisi alimentare e le sue conseguenze sulla povertà; invita i leader di tutto il mondo a partecipare alla Conferenza di alto livello sulla sicurezza alimentare mondiale che si terrà a Roma dal 3 al 5 giugno 2008;

28.

appoggia i paesi in via di sviluppo nei loro sforzi volti ad assicurare l'accesso delle popolazioni locali agli alimenti; ritiene che occorra rafforzare ulteriormente uno spazio politico reale al fine di applicare norme e misure nazionali miranti allo sviluppo di questo settore e che occorra altresì dare sostegno alle donne, sulle quali ricade maggiormente la responsabilità di alimentare le famiglie e le comunità locali;

29.

riconosce che l'aumento dei prezzi dei prodotti alimentari e dei prodotti di base agricoli può avere effetti deleteri per la sicurezza alimentare e l'accesso effettivo al cibo nei paesi in via di sviluppo, con rischio di fame, malnutrizione o rivolte alimentari tra la popolazione più povera di tali paesi; chiede con urgenza di aumentare i livelli di aiuto umanitario per alleviare la crisi alimentare che minaccia la vita di 100 milioni di persone;

30.

invita il Consiglio e la Commissione ad assicurare che gli accordi multilaterali, regionali e bilaterali firmati dall'Unione europea siano conformi agli obiettivi di sviluppo sostenibile; invita la Commissione ad adottare le misure legislative necessarie per garantire l'integrazione delle sue valutazioni d'impatto per la sostenibilità nell'elaborazione della politica commerciale dell'Unione europea, in particolare da una prospettiva di clima, di genere e di sviluppo sostenibile;

31.

plaude all'annuncio della Commissione di presentare una comunicazione nel 2008 volta a migliorare, a livello UE e internazionale, le condizioni di accesso sostenibile ai minerali e alle materie prime secondarie;

32.

rileva la posizione sempre più critica riguardo ai benefici economici e ambientali della produzione di agrocarburanti; invita la Commissione a incoraggiare la ricerca e l'innovazione sull'approvvigionamento sostenibile di materie prime puntando sull'estrazione e sullo sfruttamento efficaci delle risorse, sull'utilizzo efficace delle materie e sul recupero dei materiali fuori uso;

33.

ritiene che l'estrazione, la raccolta e la produzione di materie prime e di prodotti di base dovrebbe essere conforme al principio di sostenibilità, che rispetta i processi naturali degli ecosistemi invece di alterarli;

34.

sollecita la Commissione a intensificare i suoi sforzi per ottenere un accordo internazionale sulle risorse legate a conflitti, il cui obiettivo primario sia la proibizione totale del commercio di risorse che alimenta conflitti armati o ne è il risultato; insiste al contempo sulla messa a punto di una regolamentazione che proibisca la vendita e la commercializzazione nell'Unione europea di risorse legate a conflitti e sollecita tutti i paesi partecipanti al commercio di diamanti ad aderire totalmente al sistema di certificazione del processo di Kimberley per il commercio internazionale di diamanti grezzi; invita a promuovere la trasparenza mettendo in atto l'EITI e altre iniziative;

35.

rinnova il suo appello al Consiglio e alla Commissione affinché promuovano il commercio equo e altre iniziative commerciali oggetto di controllo indipendente che contribuiscono a innalzare gli standard sociali e ambientali mediante il sostegno a produttori piccoli e marginalizzati dei paesi in via di sviluppo; incoraggia le autorità pubbliche nell'Unione europea a integrare i criteri di commercio equo e di sostenibilità nelle loro gare pubbliche d'appalto e nelle loro politiche di acquisto;

36.

esprime preoccupazione per il fatto che una parte crescente delle risorse del pianeta è utilizzata per l'allevamento del bestiame; ricorda la summenzionata relazione della FAO «Livestock's Long Shadow», del novembre 2006, la quale stima che l'industria della produzione di carne e allevamento di bestiame è responsabile per il 18 % delle emissioni complessive mondiali di gas a effetto serra nonché per la crescente deforestazione nei paesi in via di sviluppo; chiede alla Commissione di adottare le misure necessarie in questo settore e di porre in essere meccanismi di incentivo per evitare la deforestazione nel quadro dei negoziati internazionali sul clima;

37.

ritiene che l'EITI, volta a rafforzare la governance migliorando la trasparenza e la responsabilizzazione nel settore estrattivo, dovrebbe essere attuata a livello mondiale, al fine dare ai paesi in via di sviluppo migliori opportunità di ricevere una contropartita equivalente al valore delle risorse naturali;

38.

sottolinea che il prezzo elevato del petrolio rafforza la necessità di un'impostazione urgente e diversa nella politica energetica, che miri a migliorare l'efficienza energetica e ad aumentare l'utilizzo di altre fonti energetiche, ivi comprese quelle rinnovabili;

39.

è consapevole del fatto che i cambiamenti climatici colpiranno in misura maggiore le comunità che sono già confrontate a significativi problemi sociali ed economici; sa che le donne rappresentano un gruppo particolarmente vulnerabile; incoraggia gli sforzi di adattamento realizzati a livello locale mediante il sostegno finanziario e tecnico internazionale;

40.

teme che la Cina non consenta alle imprese straniere di avere una partecipazione maggioritaria in settori come l'acciaio e abbia introdotto diversi meccanismi che limitano l'esportazione di materie prime e di metalli o fornisca aiuti pubblici al loro acquisto da fonti esterne; riconosce che tali prassi pongono gravi difficoltà all'industria dell'Unione europea e al suo interesse a rispettare gli obiettivi in materia di cambiamento climatico e ad esportare tecnologie rinnovabili, che consentono il risparmio energetico e un uso efficiente delle risorse e che devono essere combattute con tutti gli strumenti disponibili, ivi compreso il trasferimento delle tecnologie, sia a livello politico che finanziario;

41.

fa osservare che la nuova politica commerciale di alcuni paesi emergenti, in particolare la Cina, che cercano materie prime in tutto il mondo, in particolare in Africa, ha un'incidenza negativa di rilievo sulla sicurezza globale dell'accesso ai prodotti di base; sottolinea l'esigenza di superare l'attuale impostazione, fondata su una relazione da Stato a Stato, che si disinteressa della questione dei diritti umani, della responsabilità sociale delle imprese e delle norme sociali e ambientali a favore di un approccio multilaterale basato sul criterio della sufficienza e della responsabilità dell'uso delle risorse;

42.

si compiace dell'iniziativa della Commissione, annunciata nella suddetta comunicazione sulla competitività delle industrie dei metalli, di continuare ad utilizzare tutti gli strumenti disponibili per contrastare le prassi commerciali che víolano gli accordi commerciali internazionali;

*

* *

43.

incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri nonché alle pertinenti organizzazioni internazionali come l'UNCTAD, l'OMC, la Banca mondiale, il Fondo comune per i prodotti di base e la FAO.


(1)  GU C 272 E del 13.11.2003, pag. 277.

(2)  GU C 39 E del 13.2.2004, pag. 79.

(3)  OJ C 64 E del 12.3.2004, pag. 607.

(4)  GU C 298 E dell'8.12.2006, pag. 261.

(5)  GU C 287 E del 29.11.2007, pag. 548.

(6)  GU C 102 E del 24.4.2008, pag. 128.

(7)  GU C 102 E del 24.4.2008, pag. 291.

(8)  Testi approvati, P6_TA(2007)0576.