29.10.2009   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

CE 259/77


Verso una riforma dell'Organizzazione mondiale del commercio

P6_TA(2008)0180

Risoluzione del Parlamento europeo del 24 aprile 2008 Verso una riforma dell'Organizzazione mondiale del commercio (2007/2184(INI))

(2009/C 259 E/14)

Il Parlamento europeo,

viste le sue risoluzioni del 15 dicembre 1999 sulla terza conferenza dei ministri dell'OMC a Seattle (1), del 25 ottobre 2001 sull'apertura e la democrazia nel commercio internazionale (2), del 13 dicembre 2001 sulla riunione dell'OMC in Qatar (3), del 25 settembre 2003 sulla Quinta Conferenza ministeriale dell'OMC di Cancún (4), del 12 maggio 2005 sulla valutazione del ciclo di negoziati di Doha a seguito della decisione del Consiglio generale dell'OMC del 1o agosto 2004 (5), del 1o dicembre 2005 sulla preparazione della Sesta conferenza ministeriale dell'Organizzazione mondiale del commercio a Hong Kong (6), e del 4 aprile 2006 sulla valutazione del round di Doha a seguito della Conferenza ministeriale dell'OMC a Hong Kong (7),

viste le dichiarazioni finali delle sessioni della Conferenza parlamentare sull'Organizzazione mondiale del commercio (OMC) adottate a Ginevra il 18 febbraio 2003, a Cancún il 12 settembre 2003, a Bruxelles il 26 novembre 2004, a Hong Kong il 15 dicembre 2005 e a Ginevra il 2 dicembre 2006,

visto l'accordo di Marrakech che istituisce l'Organizzazione mondiale del commercio,

viste le dichiarazioni della Conferenza ministeriale dell'OMC adottate a Doha il 14 novembre 2001 e a Hong Kong il 18 dicembre 2005,

vista la relazione del gennaio 2005 del Consiglio consultivo presieduto da Peter Sutherland sul futuro dell'OMC (8),

vista la relazione dell'OMC sul commercio mondiale nel 2004,

visto il paragrafo 56 della Dichiarazione di Hong Kong sui passi necessari per assicurare la completa partecipazione e assistenza delle principali agenzie dell'ONU, compresa l'Organizzazione internazionale del lavoro (OIL), nelle attività dell'OMC e negli attuali negoziati,

visto l'articolo 45 del suo regolamento,

visti la relazione della commissione per il commercio internazionale e i pareri della commissione per lo sviluppo e della commissione per i problemi economici e monetari (A6-0104/2008),

A.

considerando che l'OMC svolge un ruolo essenziale tra le organizzazioni multilaterali che contribuiscono alla governance economica internazionale, alla migliore gestione della globalizzazione e ad una distribuzione più equa dei suoi benefici e che esse devono operare congiuntamente per realizzare gli obiettivi di sviluppo del Millennio per lo sviluppo sostenibile,

B.

considerando che, quando è stato avviato nel 2001, l'attuale ciclo di negoziati OMC di Doha in Qatar è stato ufficialmente denominato «Agenda di sviluppo di Doha», sottolineando la priorità data allo sviluppo e all'aiuto ai paesi poveri affinché possano trarre maggiori vantaggi dalla liberalizzazione commerciale,

C.

considerando che l'Unione europea annette un'importanza fondamentale alla preservazione di quanto conseguito dal sistema commerciale multilaterale e resta fortemente impegnata al successo del ciclo di negoziati di Doha,

D.

considerando che, nonostante le difficoltà incontrate nei negoziati, gli sforzi volti a portare a termine con successo tale ciclo proseguono e vanno incoraggiati;

E.

considerando che i vari negoziati commerciali bilaterali e regionali recentemente avviati dall'Unione europea con diversi partner in tutto il mondo devono essere complementari e non possono costituire un'alternativa alla conclusione del ciclo di negoziati di Doha,

F.

considerando che, al di là delle preoccupazioni immediate riguardanti la conclusione del ciclo di negoziati e delle critiche delle varie posizioni sui diversi argomenti in discussione, è necessario preparare sin d'ora il dopo Doha,

G.

considerando che un importante lavoro di riflessione sul futuro dell'OMC e sulle sfide istituzionali che tale organizzazione deve fronteggiare è già stato effettuato nel 2004 dal Consiglio consultivo presieduto da Peter Sutherland ma che tuttavia nessun seguito concreto è stato dato alle raccomandazioni contenute nella relazione presentata da detto Consiglio consultivo al Direttore generale dell'OMC nel gennaio 2005,

H.

considerando che urge ormai rilanciare il dibattito alla luce degli ultimi sviluppi e rivedere a fondo svariati aspetti del funzionamento dell'OMC per accrescerne sia l'efficacia che la legittimità;

I.

considerando che il dibattito istituzionale in seno all'OMC auspicato dal Parlamento europeo non è affatto incompatibile con il proseguimento e l'eventuale conclusione del ciclo di negoziati di Doha;

1.   ribadisce il suo appello a tutte le parti interessate, in particolare alle economie emergenti, affinché dimostrino flessibilità per sbloccare il ciclo di negoziati di Doha e trovare un accordo completo, equilibrato e al contempo favorevole al rilancio del commercio internazionale e della crescita mondiale, nonché allo sviluppo dei paesi meno sviluppati del pianeta;

2.   ritiene d'altro canto che è più che mai necessario riprendere la riflessione sul processo decisionale, sul mandato, sul funzionamento e sul futuro dell'OMC in vista di un'eventuale riforma di tale organizzazione;

3.   chiede alla Commissione di presentare non appena possibile a Ginevra un'iniziativa forte in vista del rilancio del dibattito; invita la Commissione a prendere contatti informali al riguardo con gli altri membri dell'OMC che potrebbero sostenere una siffatta iniziativa e con il Direttore generale di tale organizzazione, nonché di riferirgli, entro la fine del 2008, in merito al risultato di tali consultazioni;

4.   accoglie con favore una riforma sostanziale dell'OMC e ribadisce l'importanza del commercio come meccanismo efficace a favore dello sviluppo e della riduzione della povertà; sottolinea l'importanza del multilateralismo in qualità di strumento inteso a promuovere un commercio libero ed equo e a conseguire gli Obiettivi di sviluppo del Millennio delle Nazioni Unite;

5.   ritiene che una forte OMC dotata di sistema commerciale internazionale basato su norme offra ai paesi in via di sviluppo l'opportunità di eliminare la povertà; si rammarica che le limitate risorse pongano i paesi in via di sviluppo in posizione di svantaggio durante le trattative; evidenzia che l'Unione europea dovrebbe appoggiare il rafforzamento del segretariato dell'OMC e il potenziamento delle risorse per il supporto tecnico, specialmente per i membri dell'OMC in via di sviluppo, affinché siano in grado di affrontare le loro problematiche specifiche;

6.   ricorda che l'OMC è l'unica organizzazione globale con funzioni regolamentari che non fa parte della famiglia delle organizzazioni delle Nazioni Unite e che la funzione regolamentare dell'OMC si limita al settore della mera politica commerciale; invita la Commissione a porre questo dilemma strutturale ai primi posti dell'agenda delle riforme dell'OMC;

7.   ritiene che l'esercizio proposto debba vertere in primo luogo sulle finalità stesse del sistema commerciale multilaterale al fine di impostare una cooperazione reciproca e renderlo coerente con l'azione condotta dalle altre organizzazioni internazionali; ritiene in particolare necessario rafforzare il coordinamento delle attività dell'OMC con quelle dell'OIL, dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO), del Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente (UNEP), del programma di sviluppo delle Nazioni Unite (PSNU), dell'Organizzazione mondiale per la sanità (OMS), della Conferenza delle Nazioni Unite per il commercio e lo sviluppo (UNCTAD) e del Protocollo di Kyoto sulle energie rinnovabili, onde garantire una maggiore coerenza nei processi decisionali di tali organizzazioni; è favorevole in tale ambito ad accordare all'OIL lo status di osservatore dinanzi all'OMC e a istituire un Comitato «commercio e lavoro decoroso» sul modello del comitato «commercio e ambiente»;

8.   chiede che venga esaminato in modo approfondito il problema di affrontare meglio le preoccupazioni extracommerciali nell'ambito delle norme dell'OMC, allo scopo di permettere ai suoi membri di perseguire obiettivi politici legittimi, pur salvaguardando l'accesso al mercato; sottolinea a tale riguardo che gli sforzi per l'adozione di norme internazionali dovrebbero essere sostenuti con fermezza dall'Unione europea e che ai paesi in via di sviluppo dovrebbero essere concessi gli aiuti necessari affinché possano rispettare tali norme;

9.   chiede che in seno alle Nazioni Unite siano esaminate, in collegamento con l'OMC, le nuove relazioni da stabilire tra le organizzazioni multilaterali per assicurare la coerenza delle rispettive azioni e dei vari accordi e convenzioni internazionali nell'interesse dello sviluppo sostenibile e dell'eliminazione della povertà;

10.   è del parere che il requisito più difficile per la coerenza tra il sistema delle Nazioni Unite e l'OMC sia la necessità che quest'ultima adotti norme commerciali che rispettino pienamente i diritti dell'uomo e le norme sociali e ambientali;

11.   sostiene un'impostazione basata sugli incentivi concernente l'osservanza delle norme ambientali e sociali da parte dei membri dell'OMC, ma chiede anche l'esame di misure compatibili dell'OMC per affrontare il dumping sociale e ambientale;

12.   sostiene l'esigenza di un'analisi delle problematiche sociali, di genere e ambientali, come l'occupazione, i diritti dei lavoratori e le disposizioni correlate, nell'ambito del futuro esame del meccanismo di revisione della politica commerciale da parte dei membri dell'OMC;

13.   invita i partecipanti al dibattito a interrogarsi sui limiti dell'approccio dei negoziati commerciali per «cicli» di lunga durata che coinvolgono tutti i membri dell'OMC nella discussione di un'ampia gamma di temi sulla base di un «impegno unico»; riconosce i meriti storici di tale impostazione nell'attuazione e nello sviluppo del sistema commerciale multilaterale e nella realizzazione della progressiva liberalizzazione e degli impegni reciproci e reciprocamente utili; ritiene tuttavia che nei settori in cui sono stati compiuti sufficienti progressi (come è attualmente il caso della facilitazione commerciale) si potrebbe in futuro far ricorso ad altre formule più flessibili ed efficaci;

14.   reputa che la struttura istituzionale dell'OMC potrebbe essere migliorata distinguendo meglio le attività connesse alla negoziazione di nuove regole e di nuovi impegni da quelle legate all'attuazione degli accordi esistenti; sottolinea l'importanza di quest'ultimo tipo di attività, che non dovrebbe in nessun caso essere sacrificato in termini di risorse e di attenzione politica da parte dei membri dell'OMC;

15.   suggerisce che la pertinenza e l'applicabilità delle regole commerciali multilaterali in vigore dovrebbe essere oggetto di una regolare revisione in vista di un loro eventuale adattamento;

16.   invita a ridefinire il ruolo e il formato della Conferenza ministeriale; constata già la tendenza dei membri dell'OMC a privilegiare metodi più informali di coordinamento e decisione a tale livello e prende atto che nessuna riunione della Conferenza ministeriale è stata convocata per il 2007 nonostante quanto espressamente stipulato dall'accordo di Marrakech riguardo alla frequenza di tali riunioni; invita i membri dell'OMC a trarre insegnamenti da questo fatto;

17.   ribadisce l'importanza della dimensione parlamentare dell'OMC ai fini di un rafforzamento della legittimità democratica e della trasparenza dei negoziati dell'OMC; sottolinea l'importanza per l'OMC del lavoro svolto dalla Conferenza parlamentare — organizzata congiuntamente dal Parlamento europeo e dall'Unione interparlamentare (UIP) — le cui attività potrebbero essere intensificate;

18.   ricorda che i deputati, in quanto rappresentanti eletti dei cittadini, hanno un importante ruolo da svolgere nei negoziati commerciali e, in particolare, nei negoziati dell'OMC;

19.   sottolinea la necessità di creare un'assemblea parlamentare dell'OMC dotata di poteri consultivi, dato che l'OMC non ha responsabilità e legittimità democratiche, ed esprime apprezzamento per ogni eventuale riforma che rafforzerà la partecipazione dei deputati all'OMC;

20.   invita i membri dell'OMC a fornire un sostegno sufficiente ai loro deputati affinché possano partecipare allo sviluppo di una dimensione parlamentare all'OMC; esorta vivamente la Commissione ad adottare iniziative in tal senso presso l'OMC; sottolinea che, finché l'OMS non si assumerà tale responsabilità, la dimensione parlamentare dell'OMC sarà assicurata dalla Conferenza parlamentare sull'OMC organizzata congiuntamente dal Parlamento europeo e dall'UIP;

21.   chiede l'introduzione in seno all'OMC di un sistema decisionale più democratico che prenda in considerazione le opinioni di tutti i membri, tra cui figurano paesi che hanno raggiunto livelli di sviluppo diversi;

22.   non reputa realistico né tanto meno auspicabile rimettere in questione il principio del consenso nel processo decisionale dell'OMC, che garantisce, contrariamente alla votazione a maggioranza (o ponderata) la parità di tutti i membri; ritiene tuttavia che varie soluzioni potrebbero essere studiate per facilitare, caso per caso, l'emergere di tale consenso;

23.   riconosce le proposte presentate nella summenzionata relazione Sutherland in merito a un approccio plurilaterale che, nei casi di mancato raggiungimento di un accordo, preveda disposizioni di adesione (opt-in) o dissociazione (opt-out), ma ribadisce il suo impegno verso il multilateralismo e ammonisce che il plurilateralismo non comporterà necessariamente benefici per i paesi in via di sviluppo e potrà aggravare il divario tra i paesi sviluppati e quelli in via di sviluppo;

24.   osserva il moltiplicarsi, in seno all'OMC, di gruppi informali che riuniscono un numero più o meno grande di membri dell'OMC attorno a taluni interessi comuni, settoriali o regionali, e il ruolo spesso utile svolto da tali gruppi nella sintesi delle posizioni e nella formazione dei compromessi; invita i membri dell'OMC a riflettere sulla possibilità di inquadrare meglio la costituzione e il funzionamento di tali gruppi, in un'ottica di trasparenza e di efficacia, mettendo a loro disposizione i mezzi necessari per svolgere le loro attività;

25.   ricorda che la partecipazione effettiva e su un piede di parità di tutti i membri, in particolare dei paesi meno avanzati, deve essere prioritaria ai fini di qualsiasi riforma del sistema commerciale multilaterale;

26.   ritiene fondamentale rafforzare la partecipazione attiva dei paesi in via di sviluppo facendo in modo che si sentano pienamente rappresentati nel processo negoziale e siano in grado di identificare, esprimere e difendere i propri interessi commerciali, ad esempio introducendo un sistema di rappresentanza per coalizione invece che per un gruppo prestabilito di paesi, e assegnando risorse sufficienti allo sviluppo delle conoscenze e delle capacità tecniche di tali paesi; sottolinea che sono anche necessarie risorse adeguate affinché i paesi in via di sviluppo possano attuare efficacemente le norme dell'OMC, adeguarsi alle riforme e, così facendo, integrarsi meglio nel sistema commerciale mondiale;

27.   chiede che ci si adoperi per accrescere la partecipazione e la rappresentanza dei paesi in via di sviluppo nei Consigli direttivi e per potenziare i loro sistemi di controllo dei conti, trasparenza e buon governo interni;

28.   giudica lodevole la proposta della relazione Sutherland di includere modalità di finanziamento a favore dell'assistenza tecnica come diritto contrattuale dei paesi meno avanzati affinché essi possano partecipare in modo significativo al sistema multilaterale di scambi; sottolinea l'importanza critica che il potenziamento delle capacità ricopre per i paesi in via di sviluppo al fine di migliorare la loro abilità di negoziare, di individuare le necessità e le strategie e di rispettare gli impegni dell'OMC;

29.   ritiene che la questione ricorrente della creazione di una sorta di «Consiglio ristretto» o di «Comitato direttivo» dell'OMC destinato a preparare e a facilitare decisioni per consenso a livello del Consiglio generale meriterebbe di essere maggiormente esplorata; si chiede come potrebbe essere raggiunta una rappresentanza caso per caso e insiste sulle forti esigenze che tale organo debba rendere conto a tutti i membri dell'OMC e sia trasparente al suo interno;

30.   sottolinea il ruolo cruciale del segretariato dell'OMC e ritiene fondamentale che al suo interno vi sia una rappresentanza proporzionale di funzionari dei paesi sviluppati e dei paesi in via di sviluppo, affinché esso possa adempiere alle sue funzioni con maggiore efficacia;

31.   auspica che sia attentamente esaminata la questione del ruolo del segretariato dell'OMC e del suo Direttore generale; s'interroga sui limiti di un'applicazione troppo rigorosa del principio della gestione del sistema da parte dei governi dei membri dell'OMC (nozione di «member driven organisation»); ritiene necessario rafforzare i mezzi e le risorse finanziari e umani a disposizione del segretariato dell'OMC; osserva tuttavia che la concessione di poteri d'iniziativa agli organi dell'OMC affinché promuovano gli interessi «collettivi» solleva problemi di legittimità democratica, responsabilità e trasparenza;

32.   propone di lasciare un certo margine di manovra al segretariato dell'OMC per adottare iniziative d'interesse istituzionale, proporre formule di compromesso in caso di blocco e presiedere financo i lavori di taluni organi in un intento di continuità e di imparzialità; sottolinea la necessità di accompagnare tali proposte con una seria riflessione sulle modalità di assunzione dei membri del segretariato e sull'adeguatezza delle sue risorse ai compiti affidatigli;

33.   è convinto che l'assenza di una sufficiente differenziazione tra i paesi in via di sviluppo, nonostante la grande diversità dei loro livelli di sviluppo economico e delle loro particolari esigenze, possa costituire un ostacolo all'adozione di misure efficaci a favore di tali paesi, conformemente all'obiettivo proclamato dal ciclo di negoziati di Doha e possa andare a scapito dei paesi in via di sviluppo che ne hanno più bisogno; sollecita i paesi in via di sviluppo più avanzati ad assumersi la loro parte di responsabilità già durante l'attuale ciclo di negoziati e ad assicurare che il loro contributo sia proporzionato al loro livello di sviluppo e alla loro competitività (settoriale);

34.   ritiene che la rifusione del trattamento speciale e differenziato rivesta un'importanza cruciale per l'OMC sotto il profilo dello sviluppo; tale rifusione dovrebbe comprendere una nuova differenziazione in seno all'OMC tra i paesi in via di sviluppo e un approccio in merito al trattamento speciale e differenziato che si basi sulle necessità di sviluppo dei singoli paesi piuttosto che di gruppi di paesi; raccomanda il ricorso a criteri di differenziazione efficaci che tengano conto non solo della crescita del PIL, ma anche di indicatori quali l'indice di vulnerabilità economica e l'indice di commercio e sviluppo;

35.   ritiene che occorra esaminare seriamente la questione della categorizzazione o sottocategorizzazione, non solo dei paesi in via di sviluppo ma anche di tutti gli altri membri dell'OMC, sulla base di criteri obiettivi non esclusivamente legati al prodotto nazionale lordo, in vista di una possibile applicazione differenziata degli accordi esistenti o in corso di negoziazione;

36.   ritiene che la trasparenza nell'elaborazione e nella condotta di politiche commerciali sia una richiesta legittima della società, dei cittadini e dei deputati; si compiace dei reali progressi compiuti dall'OMC in materia di trasparenza esterna sin dalla sua creazione nel 1995, nonché dell'efficacia della sua politica di comunicazione; sottolinea l'importanza per gli operatori economici e per tutti i soggetti interessati della società civile di avere accesso permanente a un'informazione di qualità sulle norme commerciali multilaterali e sulla loro effettiva applicazione o su qualsivoglia deroga da parte dei membri dell'OMC;

37.   sostiene le idee proposte dal Direttore generale dell'OMC al fine di rafforzare i meccanismi riguardanti la «trasparenza attiva» nonché il monitoraggio e la sorveglianza efficaci dell'applicazione delle norme e degli impegni sottoscritti dai membri dell'OMC per assicurarne l'effettiva e integrale applicazione; invita l'OMC a proseguire i suoi sforzi in tale settore e chiede ai membri dell'OMC di assegnarle risorse sufficienti a tale scopo;

38.   ricorda che il memorandum d'accordo sulla composizione delle controversie è oggetto sin dal 1997 di negoziati destinati a chiarirne talune regole e a migliorarne l'applicazione; deplora l'assenza prolungata di risultati in tali negoziati; sostiene la proposta dell'Unione europea per un aumento dell'autonomia degli organismi di composizione delle controversie;

39.   è favorevole a che, nel processo di composizione delle controversie, d'ora in poi le «riunioni di fondo» (substantive meetings) con le parti dei gruppi speciali e dell'organo di appello, visto il carattere giurisdizionale della procedura, si svolgano pubblicamente così come avviene per le udienze di una corte, e che i documenti, in particolare le memorie delle parti o degli esperti, siano messi a disposizione del pubblico, salvo rare eccezioni debitamente giustificate;

40.   ritiene che il meccanismo di composizione delle controversie dell'OMC abbia nel complesso finora adempiuto con successo al suo compito, ma che sarebbero necessari taluni adeguamenti, in particolare a livello di attuazione delle raccomandazioni o delle decisioni dell'organo per la composizione delle controversie; è a favore della giudizializzazione del sistema di composizione delle controversie che ha aumentato la credibilità degli impegni dell'OMC, ponendo i membri dell'OMC su un piede di maggiore parità;

41.   sottolinea la necessità di garantire che l'organo per la composizione delle controversie interpreti le norme dell'OMC in modo da tenere in debito conto il diritto internazionale applicabile in materia ambientale e sociale e, qualora opportuno, esorta la Commissione e tutti i membri dell'OMC a modificare le norme dell'OMC a tale riguardo;

42.   prevede la possibilità di introdurre sanzioni nei confronti dei paesi che si rifiutano di conformare le proprie legislazioni o misure ai rispettivi obblighi, a beneficio dei paesi che sono lesi da tali legislazioni e misure, soprattutto allorché si tratta di piccole economie che non dispongono di un ricorso credibile a misure di ritorsione;

43.   invita i membri dell'OMC a cogliere quest'opportunità per impostare un più ampio dibattito su un'eventuale riforma di tale organizzazione per proseguire e concludere il processo di revisione del memorandum d'accordo sulla composizione delle controversie;

44.   ritiene che nel contesto dell'OMC dovrebbe anche essere promossa un'integrazione positiva, oltre alla riduzione o all'eliminazione delle barriere commerciali (integrazione negativa);

45.   ritiene che la questione delle adesioni dovrebbe altresì figurare nel programma di tale dibattito; deplora che taluni negoziati di adesione all'OMC si prolunghino talvolta al di là di ogni termine ragionevole a causa del blocco di un solo paese o di alcuni membri dell'OMC;

46.   invita i membri dell'OMC a riflettere sull'idea di uno status particolare di preadesione per i paesi candidati che, pur non avendo ancora concluso i negoziati bilaterali di accesso al mercato con i loro principali partner in seno all'organizzazione, si impegnino ad assumere senza indugio tutti gli obblighi risultanti dall'applicazione delle regole esistenti; insiste sul fatto che la decisione di ammettere o meno un nuovo paese membro all'OMC dovrebbe essere sempre adottata sulla base di considerazioni strettamente commerciali;

47.   reputa che l'iniziativa dell'Unione europea «Tutto fuorché le armi» rappresenti un esempio valido di accesso al mercato da parte dei paesi meno avanzati;

48.   rammenta che non è stata ancora applicato l'articolo XXXVIII, paragrafo 2, lettera a), dell'Accordo generale sulle tariffe doganali e sul commercio «GATT 1994», in cui si afferma l'impegno di tutti i membri dell'OMC a favore della stabilizzazione e del miglioramento delle condizioni di mercato per i prodotti primari di particolare interesse per i paesi membri in via di sviluppo e reputa che un aspetto importante della riforma dell'OMC riguardi la messa in atto di azioni risolute in merito a tale articolo;

49.   sottolinea che il dibattito sulla riforma dell'OMC dovrebbe essere un esercizio di natura eminentemente politica e, per giungere a buon fine, esigerà un elevato livello di impegno e di determinazione da parte dei membri dell'OMC; lascia a questi ultimi la facoltà di decidere in seno a quale organo dell'OMC tali lavori dovrebbero essere condotti nonché in merito al ruolo che potrebbe svolgervi il Direttore generale; chiede peraltro che i parlamenti dei membri dell'OMC siano associati all'esercizio attraverso un contributo della Conferenza parlamentare sull'OMC;

50.   incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri e dei paesi candidati, ai governi e ai parlamenti degli altri membri dell'OMC, nonché all'OMC.


(1)  GU C 296 del 18.10.2000, pag. 121.

(2)  GU C 112 E del 9.5.2002, pag. 326.

(3)  GU C 177 E del 25.7.2002, pag. 290.

(4)  GU C 77 E del 26.3.2004, pag. 393.

(5)  GU C 92 E del 20.4.2006, pag. 397.

(6)  GU C 285 E del 22.11.2006, pag. 126.

(7)  GU C 293 E del 2.12.2006, pag. 155.

(8)  «Il futuro dell'OMC — Affrontare le sfide istituzionali del nuovo Millennio», relazione del Consiglio consultivo destinata al Direttore generale Supachai Panitchpakdi (OMC, gennaio 2005).