52008DC0329

Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento Europeoe al Comitato economico e sociale europeo - Verso una strategia europea in materia di giustizia elettronica SEC(2008)1947 SEC(2008)1944 /* COM/2008/0329 def. */


[pic] | COMMISSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE |

Bruxelles, 30.5.2008

COM(2008)329 definitivo

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL CONSIGLIO, AL PARLAMENTO EUROPEO E AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO

Verso una strategia europea in materia di giustizia elettronica

SEC(2008)1947SEC(2008)1944

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL CONSIGLIO, AL PARLAMENTO EUROPEO E AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO

Verso una strategia europea in materia di giustizia elettronica

INTRODUZIONE

Dall’entrata in vigore del trattato di Amsterdam, lo Spazio europeo di giustizia è diventata una realtà incontestabile fondata su una serie di elementi legislativi tesi a garantire il reciproco riconoscimento delle decisioni giudiziarie, a generare una cultura di cooperazione fra autorità giudiziarie nazionali e a confortare la libera circolazione dei cittadini all’interno di uno spazio europeo senza frontiere.

Al tempo stesso la domanda di giustizia aumenta ovunque in Europa, accrescendo il carico di lavoro dei sistemi giudiziari e rendendo necessario un costante adeguamento dei metodi di lavoro che spesso mal si conciliano con le risorse di bilancio disponibili.

L'introduzione delle tecnologie informatiche e di comunicazione (TIC) nell’amministrazione della giustizia offre possibilità di soluzione, migliorando il funzionamento della giustizia e contribuendo a razionalizzare le procedure e a ridurre i costi.

Il nuovo concetto di "giustizia elettronica" sembra un inizio di risposta alla triplice esigenza di migliorare l’accesso alla giustizia, la cooperazione fra autorità giudiziarie e la stessa efficacia della giustizia. Pur essendo auspicabile e ineluttabile, lo sviluppo delle TIC in campo giudiziario suscita aspettative non meno che interrogativi.

La presente comunicazione mira a proporre una strategia globale, istituendo una sinergia fra la dimensione europea e gli sforzi dispiegati a livello nazionale, offrendo al tempo stesso l’ulteriore vantaggio di economie di scala.

Per la Commissione, i lavori realizzati in materia di giustizia elettronica devono:

- dare la priorità a progetti operativi;

- privilegiare architetture decentrate senza tralasciare il necessario coordinamento europeo;

- rispettare preferibilmente il quadro giuridico esistente, avvalendosi degli strumenti informatici per accrescere l’efficacia degli strumenti giuridici adottati.

In risposta a una ripetuta richiesta del Consiglio europeo[1] e del Parlamento europeo, la presente comunicazione propone una strategia in materia di giustizia elettronica che si prefigge di accrescere la fiducia dei cittadini nello spazio europeo di giustizia, fonte essenziale di legittimità in un’Unione nella quale uno Stato di diritto rappresenta una peculiarità primordiale.

CHE COSA È LA GIUSTIZIA ELETTRONICA?

La giustizia elettronica si può definire come il ricorso alle tecnologie informatiche e di comunicazione per migliorare l’accesso dei cittadini alla giustizia e l’efficacia dell’azione giudiziaria intesa come attività di ogni genere per risolvere una controversia o sanzionare penalmente un comportamento.

Lo sviluppo della giustizia elettronica è un elemento essenziale di modernizzazione dei sistemi giudiziari, e la Commissione ha costantemente caldeggiato il ricorso alle TIC nell’ambito della cooperazione giudiziaria.

Dal 2003, la Commissione ha elaborato il portale della rete giudiziaria civile e commerciale[2], oltre a sostenere la realizzazione degli Atlanti giudiziari penale e civile che permettono agli operatori di individuare le autorità giudiziarie competenti nei vari punti del territorio. Essa ha poi sempre incentivato il ricorso alla videoconferenza, la trasmissione elettronica degli atti fra autorità giudiziarie e partecipato fattivamente al progetto di interconnessione dei casellari giudiziari.

La giustizia elettronica si inquadra nell’ambito più generale dell’e-Government, il governo elettronico, e ne costituisce un aspetto specifico. L’e-Government è l’applicazione delle TIC a tutte le procedure amministrative. Una solida esperienza dei progetti in materia di infrastruttura inviolabile e di autenticazione dei documenti è già disponibile e va attivata. La Commissione intende promuovere un quadro europeo di interoperabilità (EIF) all’interno del programma IDABC[3]. I lavori europei in materia di firma digitale e di carta d'identità elettronica[4] sono particolarmente pertinenti in ambito giudiziario, dove l’autenticazione degli atti assume un carattere essenziale.

La sfera potenziale d’applicazione della giustizia elettronica è molto ampia e destinata a evolvere in funzione dei progressi dello spazio giudiziario europeo e degli sviluppi tecnologici. Occorre tuttavia varare rapidamente progetti concreti. Per evitare che un campo d’azione troppo esteso possa nuocere all’efficacia e alla credibilità dell’azione dell’Unione europea, è necessario definire il perimetro dell’azione futura.

Determinati progetti non rientrano nel campo giudiziario ma piuttosto nell’e-Government. Certe attività che talvolta coinvolgono le istituzioni giudiziarie sono piuttosto di natura amministrativa (ad esempio i registri fondiari o i registri del commercio "European Business Register")[5]. Viceversa, attività come l’arbitrato o in genere i meccanismi ADR (Alternative Dispute Resolution) potrebbero rientrare nella sfera della giustizia elettronica anche ove siano gestiti da organismi non giudiziari.

La Commissione reputa che il primo obiettivo della giustizia elettronica sia potenziare l’efficacia della giustizia ovunque in Europa, a vantaggio dei cittadini. I progetti prioritari dovranno pertanto avere un’incidenza positiva sull’efficacia del lavoro giudiziario e agevolare l’accesso dei cittadini alla giustizia. Dovranno inoltre concorrere ad attuare le normative europee vigenti in ambito giudiziario e a coinvolgere potenzialmente tutti gli Stati membri o, comunque, un’ampia maggioranza di essi.

FAVORIRE LE SINERGIE NAZIONALI ED EUROPEE

Potenziare lo scambio di buone pratiche a livello nazionale

L o sviluppo della giustizia elettronica si fonda anzitutto sulla volontà degli Stati membri. Il recente studio dell’accademia tedesca per la giustizia elettronica[6] ha dimostrato l’uso crescente delle TIC all’interno dell’Unione europea, in sede di amministrazione della giustizia. La commissione per l’efficienza della giustizia in Europa (CEPEJ) ha ultimamente pubblicato un rapporto in materia che giunge alla stessa conclusione[7].

A livello nazionale, numerosi progetti migliorano l’informazione delle parti in un procedimento giudiziario: in linea si possono trovare informazioni sui sistemi giuridici, sulla legislazione e sulla giurisprudenza; tra le parti e i tribunali si sviluppano sistemi di comunicazione elettronica; in alcuni casi sono disponibili procedure completamente elettroniche. Il ricorso ai mezzi elettronici di registrazione delle udienze è a sua volta in aumento.

A livello europeo, varie organizzazioni professionali mettono a punto progetti di scambi di informazione o di interconnessione particolarmente interessanti, ad esempio il sito internet dell’associazione dei Consigli di Stato[8], il portale comune sulla giurisprudenza delle Corti supreme[9] o il registro europeo dei testamenti[10].

La Commissione reputa che questi progetti vadano favoriti e che le esperienze riuscite debbano essere diffuse e riprodotte. In proposito, la creazione del Forum della giustizia[11] offre una prospettiva interessante. Un sottogruppo "e-Justice" sarà insediato al suo interno quale sede privilegiata per lo scambio di buone pratiche fra i sistemi giudiziari nazionali e fra gli operatori di giustizia.

Potenziare il coordinamento europeo e porre la giustizia elettronica al servizio della costruzione dello spazio giudiziario europeo

Numerosi progetti in materia di giustizia elettronica vengono attualmente sviluppati. Oltre agli esempi già citati, è opportuno ricordare tutti i progetti relativi alla documentazione giuridica varati dall’Unione europea[12], o ancora da operatori istituzionali o privati[13].

La Commissione sostiene questi vari progetti ma ritiene altresì importante accrescere la leggibilità, accessibilità ed efficienza dell’azione dell’Unione europea in campo giudiziario, nonché insistere sui progetti che offriranno un concreto valore aggiunto allo spazio giudiziario europeo. Mentre infatti la legislazione in campo giudiziario si è notevolmente sviluppata, il suo impatto resta spesso limitato a causa delle difficoltà di recepimento (soprattutto in materia penale) e per la scarsa conoscenza che spesso ne hanno gli operatori. Oggigiorno, una delle massime sfide per la costruzione dell’Europa giudiziaria è quindi porre in essere strumenti in grado di migliorare l’efficienza pratica dell’arsenale giuridico adottato. Al riguardo la giustizia elettronica offre prospettive di grande rilievo.

È per questo motivo che la Commissione intende contribuire al potenziamento e allo sviluppo degli strumenti di giustizia elettronica a livello europeo, in stretto coordinamento con gli Stati membri e con i vari partner coinvolti, in primo luogo Eurojust e le reti giudiziarie in campo civile e penale. Mentre sostiene gli sforzi degli Stati membri, essa intende sviluppare in prima persona un certo numero di strumenti informatici intesi a potenziare l’interoperabilità dei sistemi[14], agevolare l’accesso del pubblico alla giustizia e alla comunicazione fra autorità giudiziarie, nonché realizzare cospicue economie di scala a livello europeo.

PRIORITÀ D’AZIONE (2008-2013)?

L'azione dell’Unione europea in materia di giustizia elettronica deve permettere ai cittadini, in particolare ove siano vittime di infrazioni, di accedere all’informazione superando le barriere linguistiche, culturali e giuridiche connesse con la molteplicità degli ordinamenti. Essa deve sostenere altresì i meccanismi atti a favorire la cooperazione fra le autorità giudiziarie.

Un porta le europeo di giustizia elettronica che agevoli l’accesso dei cittadini e delle imprese alla giustizia in Europa

La creazione di un portale di giustizia elettronica destinata al pubblico e alle imprese deve favorire la visibilità dell’azione europea e contribuire a migliorare l’accesso alla giustizia in Europa. A termine dovrà essere la facciata dello spazio europeo di giustizia per i cittadini, in grado di integrarsi al tempo stesso in una politica generale di comunicazione via internet[15].

Il portale svolgerà almeno tre funzioni.

a) Accesso all’informazione

Il portale dovrà offrire ai cittadini europei, nella lingua rispettiva, una serie di informazioni sugli orientamenti giudiziari e sulle relative procedure. La mancata conoscenza delle norme vigenti negli altri Stati membri costituisce infatti uno dei principali fattori che impediscono ai cittadini di far valere i propri diritti in un altro paese dell’Unione.

Il portale presenterà in particolare:

- informazioni europee e nazionali sui diritti delle vittime nei processi penali e sui loro diritti a essere indennizzate;

- i diritti fondamentali di cui i cittadini dispongono in ciascuno Stato membro (diritti delle persone coinvolte in un procedimento penale);

- i principi fondamentali relativi alla possibilità per i cittadini di adire un giudice in un altro Stato membro o di difendersi al suo cospetto ove siano chiamati a comparire.

Il portale fornirà altresì informazioni pratiche, in particolare in ordine alle autorità competenti, ai mezzi per rivolgersi a esse, al ricorso – obbligatorio o facoltativo – a un avvocato, alle procedure per ottenere l’assistenza giudiziaria.

Alcune di queste informazioni sono già disponibili sulla rete giudiziaria civile. Esse verranno integrate nel portale e completate in materia di diritto penale e diritto delle vittime.

b) Orientamento

Il portale deve costituire una piattaforma orientativa verso i siti esistenti (EurLex, PreLex, SCADplus, Eurovoc e IATE), verso le istituzioni giudiziarie europee o le varie reti che esistono in materia giudiziaria, nonché verso gli strumenti da esse creati.

Inoltre, il portale potrà orientare gli utenti verso alcun registri interconnessi a livello europeo attraverso collegamenti con gli organismi che gestiscono tali progetti[16].

c) Accesso diretto a determinate procedure europee

A termine sarà possibile creare procedure europee interamente elettroniche. Alcune basi giuridiche già esistono, ad esempio il regolamento "controversie di modesta entità"[17] o il regolamento "ingiunzione di pagamento"[18].

La possibilità di effettuare determinati pagamenti (ad esempio, per le spese di procedura) attraverso il portale andrà a sua volta studiata, come pure la possibilità per i cittadini – a termine – di ottenere il proprio casellario giudiziario in linea e nella lingua di loro scelta.

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La giustizia elettronica al servizio di una cooperazione giudiziaria più efficiente

La cr eazione di strumenti elettronici deve accompagnare l’attuazione dei meccanismi di cooperazione giudiziaria all’interno dell’Unione. Per sviluppare tali strumenti, la Commissione intende fondarsi sulle due reti giudiziarie esistenti e su Eurojust. La loro attuazione dovrà essere accompagnata da misure sufficienti di informazione e di formazione. A tal fine la Commissione entrerà in contatto con le strutture nazionali ed europee competenti in materia di formazione, in particolare con la rete europea di formazione giudiziaria, onde potenziare la formazione degli operatori giudiziari relativamente agli strumenti di giustizia elettronica predisposti.

Proseguire l’interconnessione dei casellari giudiziari

L'i nterconnessione dei casellari giudiziari è l’ambito nel quale i lavori in materia di giustizia elettronica hanno segnato maggiori progressi. Essa illustra in quale modo un progetto avviato da alcuni Stati membri possa progressivamente acquisire un’autentica dimensione europea.

La Commissione si attiva per consentire a tutti gli Stati membri di interconnettersi rapidamente. A tal fine ha depositato varie proposte legislative[19] volte a chiarire il quadro legislativo e a permettere un’interconnessione elettronica. Nell’ottica dell’entrata in vigore della decisione quadro sullo scambio delle informazioni estratte dal casellario giudiziario, la Commissione avvierà due studi di fattibilità per monitorare l’evoluzione del progetto e per estendere lo scambio delle informazioni ai cittadini degli Stati terzi oggetto di condanne penali.

Il progetto illustra doppiamente il valore aggiunto rappresentato dall’azione europea:

- gli scambi di informazione possono funzionare solo garantendo l’omogeneità e la reciproca comprensione delle informazioni scambiate: a tal fine è stato condotto un lavoro rilevante nel quadro del progetto pilota[20] di cui la recente proposta della Commissione tiene conto;

- nel 2009, la Commissione metterà a disposizione degli Stati membri un programma informatico che dovrà permettere a tutti i casellari giudiziari di partecipare in tempi rapidi agli scambi[21]. Questo sistema di riferimento, in combinazione con s-TESTA per lo scambio di informazioni, permetterà di realizzare economie di scala evitando ai singoli Stati membri di dover predisporre un proprio sistema e semplificherà il funzionamento tecnico del progetto.

Per la Commissione questi lavori costituiscono la prima priorità in materia di giustizia elettronica, in quanto interessano tutti gli Stati membri, migliorano in concreto la cooperazione giudiziaria e rafforzano la fiducia reciproca. Sarà tuttavia importante che gli scambi di informazione si estendano oltre la cooperazione giudiziaria e integrino altri obiettivi (ad esempio controllare l’accesso a determinate professioni).

Creare una reste sicura di trasmissione per lo scambio di informazioni fra autorità giudiziarie

Le autorità giudiziarie devono essere in grado di scambiarsi informazioni confidenziali senza alcun timore. Vari testi europei prevedono questa possibilità in campo penale[22], ed è ora necessario progredire sulla base dei lavori già realizzati e in particolare del progetto EPOC III sviluppato da Eurojust. Un meccanismo del genere potrebbe integrare determinate funzionalità dell’atlante giudiziario e del compendio europeo[23], onde offrire alle autorità giudiziarie uno strumento completo in materia di reciproca assistenza giudiziaria. Nel lungo periodo, esso potrebbe essere completato ponendo in essere uno spazio virtuale di scambi, che integri sistemi di traduzione automatica, in grado di mettere un medesimo fascicolo a disposizione di più autorità giudiziarie nazionali. Il progetto terrà conto dei lavori sulle misure di sicurezza in materia di scambi e di dati personali[24].

Agevolare il ricorso alla videoconferenza

Vari testi adottati a livello europeo prevedono l’uso della videoconferenza nei procedimenti giudiziari[25]. Queste possibilità sono tuttavia poco sfruttate per motivi culturali, linguistici e tecnici[26]. Un recente studio del Consiglio[27] rivela che nella massima parte degli Stati membri la videoconferenza è prevista dalla legislazione ma l’uso transnazionale, seppure ammesso, permane raro. L’interesse di un più esteso ricorso a tale dispositivo è peraltro evidente: risparmio di tempo e di soldi, riduzione degli spostamenti, flessibilità ...

È quindi necessario attivarsi per sensibilizzare le autorità giudiziarie all’uso di queste nuove tecnologie nei procedimenti giudiziari transnazionali, in sede civile e penale.

La Commissione sosterrà gli sforzi nazionali e baderà a che le scelte tecniche consentano un’interoperabilità a livello europeo. In collegamento con le reti giudiziarie civile e penale, la Commissione metterà in linea un manuale per gli utenti, con una parte generale e una nazionale, per chiarire le condizioni d’uso di natura giuridica e tecnica. I due atlanti giudiziari permetteranno di individuare i tribunali dotati delle necessarie attrezzature.

Ausilio alla traduzione

Il multilinguismo costituisce una sfida di primo piano per lo sviluppo di un autentico spazio giudiziario europeo. I procedimenti giudiziari si svolgono quasi esclusivamente nella lingua nazionale, e l’uso di una lingua straniera è ammesso solo in misura marginale. La Commissione prospetta quindi azioni mirate in materia di traduzione e interpretazione in sede giudiziaria.

- Sviluppo di strumenti di traduzione automatica

La traduzione automatica consente di prendere rapidamente conoscenza, in modo superficiale, del contenuto di un documento stilato in un’altra lingua. Il suo interesse in sede giudiziaria è evidente. Essa può in tal modo permettere di individuare rapidamente, in fascicoli voluminosi, gli elementi utili per un’altra procedura, che devono formare oggetto di una traduzione professionale. Può inoltre permettere di disporre in pochi minuti di una conoscenza basilare del contenuto di una decisione di un altro paese o di un documento rilevante per il procedimento.

Strumenti di questo tipo già esistono e sono disponibili, ma devono essere migliorati e specializzati in campo giudiziario. Il costo e le condizioni giuridiche per mettere questo tipo di strumenti a disposizione degli operatori e del pubblico andranno studiati.

- Una base dati dei traduttori e interpreti giudiziari

Non è sempre agevole trovare un traduttore o un interprete quando il suo intervento in un procedimento giudiziario risulta necessario, soprattutto per determinate lingue poco praticate. La creazione di una base dati europea dei traduttori e interpreti giudiziari potrebbe agevolare l’individuazione delle risorse esistenti, estendendo la ricerca all’intera Unione. Permetterebbe altresì un miglioramento complessivo della qualità delle traduzioni giudiziarie, consentendo di individuare traduttori/interpreti particolarmente qualificati in questo settore. Sarà necessario condurre studi complementari, e possibilmente un’esperienza pilota, combinando eventualmente la possibilità di ricorrere a un interprete giudiziario insediato in un altro Stato membro e di usare la videoconferenza.

- Formulari in linea per consentire traduzioni automatiche

La maggior parte degli strumenti dell’Unione sono corredati di formulari standard intesi ad agevolare la reciproca comprensione. Per migliorare l’efficienza della cooperazione giudiziaria, tali formulari devono poter formare oggetto di una completa traduzione automatica, vale a dire non solo del loro quadro, ma dello stesso contenuto. La Commissione si appoggerà sulle reti giudiziarie civile e penale, nonché su Eurojust, per sistematizzare l’uso di formulari dinamici, servendosi di brani di testo e della terminologia predefiniti, onde consentire il rapido invio di richieste o informazioni in tutte le lingue dell’Unione.

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VERSO UN PIANO EUROPEO D’AZIONE IN MATERIA DI GIUSTIZIA ELETTRONICA

LA presente comunicazione comporta in allegato una proposta di piano d’azione e di calendario per i vari progetti.

Affinché i provvedimenti risultino efficaci, è necessario procedere a una chiara ripartizione delle responsabilità fra la Commissione, gli Stati membri e gli altri soggetti della cooperazione giudiziaria. Sotto il profilo finanziario, la giustizia elettronica deve svilupparsi mobilitando i programmi finanziari esistenti in materia di giustizia civile[28] e giustizia penale[29].

La Commissione assumerà un ruolo generale di coordinamento, favorendo gli scambi di buone pratiche. Conformemente alle procedure applicabili, progetti proposti dagli Stati membri o dai competenti organismi di categoria potranno beneficiare di una sovvenzione. In materia penale, il finanziamento di progetti nazionali tesi a potenziare l’uso delle TIC è possibile entro certi limiti. Il finanziamento di progetti transnazionali nel campo della giustizia elettronica, proposti dagli Stati membri o da organismi interessati, è prevista da entrambe le basi giuridiche.

La Commissione lavorerà sull’ideazione e sull’allestimento del portale giustizia elettronica, che provvederà a gestire in stretto rapporto con gli Stati membri. Questi ultimi dovranno attivarsi per aggiornare le informazioni relative ai rispettivi sistemi giuridici. La Commissione coordinerà altresì le informazioni sui vari siti esistenti in materia di giustizia elettronica, oltre a gestire gli opportuni collegamenti. In base ai risultati degli studi di fattibilità, la Commissione predisporrà gli strumenti informatici necessari alle procedure europee in linea. Al finanziamento del portale dovrebbe provvedere il bilancio comunitario nell’ambito dei programmi esistenti.

La Commissione intende perseguire i lavori sull’interconnessione dei casellari giudiziari, sostenendo gli sforzi di modernizzazione degli Stati membri, sviluppando un sistema di riferimento che consenta a tutti di partecipare agli scambi e facendosi carico degli studi, degli sviluppi e delle proposte legislative necessari per far evolvere il sistema e creare un indice dei cittadini di paesi terzi condannati, indice la cui creazione è allo studio da vari anni[30]. A tal fine continuerà a essere attivato il programma JPEN[31].

La Commissione continuerà beninteso ad assumersi la responsabilità diretta della rete giudiziaria civile e a sostenere la rete giudiziaria penale. Lavorerà a stretto contatto con le reti giudiziarie civile e penale nonché con Eurojust, per sviluppare gli strumenti necessari a una operazione giudiziaria più efficiente, in particolare gli strumenti di traduzione automatica e i dispositivi di sicurezza del sistema di scambio.

Nel quadro della valutazione intermedia dei programmi finanziari, sarà necessario prendere in considerazione lo sviluppo della giustizia elettronica ed eventualmente rivalutare i finanziamenti[32]. A medio termine sarebbe possibile prospettare un unico programma orizzontale che copra al tempo stesso il campo civile e quello penale.

Allegati

Allegato 1

Temi | Progetti | Azioni da avviare | Periodo |

Portale giustizia elettronica |

Sviluppo delle pagine giustizia elettronica | - studio di fattibilità e di allestimento del portale - messa a punto dei metodi di gestione - messa in linea di informazioni in tutte le lingue dell’Unione | 2008-2011 |

Interconnessione dei casellari giudiziari |

Interconnessione dei casellari giudiziari | - sostegno del progetto pilota - sviluppo da parte della Commissione di un sistema informatico di riferimento - studio di fattibilità sulle incidenze tecniche dell’attuazione della decisione quadro - rafforzamento del sistema per garantire la qualità dei dati scambiati e riuscire a scambiare informazioni a fini amministrativi | 2008-2011 |

Creazione di un indice europeo dei cittadini di paesi terzi condannati | - studio di fattibilità - presentazione di una proposta legislativa | 2009-2010 |

Interconnessione di basi dati nazionali | (progetti esclusivamente del comparto giustizia elettronica) |

Interconnessione dei registri dei protesti | Monitoraggio dei lavori degli Stati membri | 2009 |

Scambi elettronici fra autorità giudiziarie |

Firma digitale | - stato di avanzamento dei lavori - studio sull’uso della firma digitate in ambito giudiziario | 2009-2011 |

Rete inviolabile | studio di fattibilità | 2010-2012 |

Piattaforma di scambi virtuali | studio di fattibilità | 2012-2013 |

Ausilio alla traduzione |

Graduale creazione di un vocabolario giuridico multilingue comparato | - progetto pilota | 2009-2013 |

Finanziamento di motori di traduzione adeguati al campo giuridico in tutte le coppie di lingue europee | - bilancio della situazione esistente - studio tecnico e giuridico di fattibilità - progetto pilota | 2009-2013 |

Creazione di una base di dati traduttori interpreti giuridici | - studio di fattibilità - progetto pilota - diffusione sui siti delle reti giudiziarie europee | 2009 |

Creazione di moduli dinamici che accompagnino i testi legislativi europei | - studi di fattibilità - elaborazione di formulari in linea | 2008-2011 |

Traduzione dei formulari della RJE penale e trasformazione in moduli dinamici | Diffusione sul portale giustizia elettronica o sui siti delle reti | 2009-2011 |

Elaborazione di formulari dinamici per procedure civili | 2010-2012 |

Di cui per pagamenti in linea (ingiunzione di pagamento europea) | Studio di fattibilità per dispositivi di sicurezza della piattaforma e gestione dei pagamenti | 2010 |

Videoconferenza |

Elaborazione di informazioni pratiche e di manuali per l’uso | -elaborazione di manuali da parte degli Stati membri e della Commissione o il sostegno delle reti - messa in linea sui siti delle reti | 2008-2009 |

Formazione all’uso tecnico e organizzativo da parte degli operatori | no | 2008-2010 |

Scambio di buone pratiche | Nel quadro del forum giustizia elettronica | Organizzazione di riunioni annuali attorno a tematiche relative alla giustizia elettronica | 2008-2013 |

Formazione degli operatori di giustizia alla cooperazione giudiziaria | * uso della videoconferenza * questioni di traduzione e interpretazione, tra cui la formazione alla terminologia giuridica | Lavoro con la rete europea di formazione giudiziaria e con gli Stati membri | 2008-2013 |

[1] Conclusioni del Consiglio europeo del 21-22 giugno 2007 e del 14 dicembre 2007.

[2] http://ec.europa.eu/civiljustice/

[3] http://ec.europa.eu/idabc/ Preliminary Study on mutual recognition of e-Signatures for e-Government applications (2007) ed eID Interoperability for PEGS (2007)

[4] Standardisation aspects of e-Signature –(2007)

http://ec.europa.eu/information_society/eeurope/i2010/docs/esignatures/e_signatures_standardisation.pdf

[5] COM (2007) 807, paragrafo 4.2 ; www.ebr.org ; www.briteprojet.net

[6] Doc 9573/07 JURINFO 17

[7] "Utilisation des technologies de l'information et de la communication dans les États européens", gruppo di lavoro presso il Consiglio d’Europa (CEPEJ(2007)22Prov.

[8] http://www.juradmin.eu/

[9] http://www.network-presidents.eu/

[10] Cfr. www.cnue.be

[11] COM (2008) 38

[12] EUR-Lex - http://eur-lex.europa.eu; N-Lex http://eur-lex.europa.eu/n-lex e base di dati JURE.

[13] www.caselex.com

[14] La Commissione presenterà un piano d’azione sull’interoperabilità della firma digitale e della carta d’identità elettronica.

[15] SEC(2007)1742

[16] Registri di commercio – EBR e registri fondiari – EULIS. L’accesso prospettato all’interconnessione dei registri dei protesti avverrà direttamente attraverso il portale o tramite altre soluzioni indirette.

[17] Regolamento (CE) n. 861/2007, GU L 199 del 31.7.2007.

[18] Regolamento (CE) n. 1896/2006, GU L 399 del 30.12.2006.

[19] Proposta di decisione quadro relativa agli scambi fra gli Stati membri di informazioni estratte dal casellario giudiziario, COM 2005 (690) def./2. Proposta di decisione ECRIS.

[20] Nell’aprile 2008 partecipavano al progetto 13 Stati membri.

[21] A riprova dell’interesse pratico dell’interconnessione elettronica, nel primo mese di funzionamento Francia e Germania hanno scambiato più informazioni che nei dieci anni precedenti.

[22] Decisione quadro 2002/584/JAI del 13 giugno 2002; azione comune del 29 giugno 1998 (GU L 191 del 7.7.1998, pag. 4).

[23] Il compendio consente di predisporre una rogatoria su base standardizzata e uniforme.

[24] http://cordis.europa.eu/ist/trust-security/index.html.

[25] Convenzione del 29 maggio 2000 (art. 10); decisione quadro 2001/220/JAI del 15 marzo 2001 ; regolamento (CE) n. 1206/2001 del Consiglio del 28 maggio 2001 (artt. 10 e 17); direttiva 2004/80/CE (art. 9); regolamento (CE) n. 861/2007 del Parlamento europeo e del Consiglio dell’11 luglio 2007 (art. 9).

[26] Doc.14602/07, JURINFO 60.

[27] Doc. 6355/08, JURINFO 11.

[28] Decisione n. 1149/2007/CE, GU L 257 del 3.10.2007.

[29] Decisione n. 2007/126/JAI, GU L 58 del 24. 2.2007.

[30] COM(2006)359def.

[31] Nel 2008, il bilancio destinato al casellario giudiziario ammontava a 15 milioni di euro.

[32] Nel 2008, gli stanziamenti potenzialmente disponibili ammonteranno a quasi 26 milioni di euro per i due programmi.