19.8.2008   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 211/1


Parere del Comitato economico e sociale europeo in merito alla Comunicazione della Commissione — Regioni europee competitive grazie alla ricerca e all'innovazione — Un contributo al rafforzamento della crescita e al miglioramento quantitativo e qualitativo dell'occupazione

COM(2007) 474 def.

(2008/C 211/01)

La Commissione europea, in data 16 agosto 2007, ha deciso, conformemente al disposto dell'articolo 262 del Trattato che istituisce la Comunità europea, di consultare il Comitato economico e sociale europeo in merito alla:

Comunicazione della Commissione — Regioni europee competitive grazie alla ricerca e all'innovazione — Un contributo al rafforzamento della crescita e al miglioramento quantitativo e qualitativo dell'occupazione

La sezione specializzata Mercato unico, produzione e consumo, incaricata di preparare i lavori del Comitato in materia, ha formulato il proprio parere in data 3 aprile 2008, sulla base del progetto predisposto dal relatore PEZZINI.

Il Comitato economico e sociale europeo, in data 22 aprile 2008, nel corso della 444a sessione plenaria, ha adottato il seguente parere con 130 voti favorevoli e 2 astensioni.

1.   Conclusioni e raccomandazioni

1.1

Il Comitato può sostenere fermamente l'iniziativa della Commissione solo nella misura in cui essa prenda in considerazione non solo i problemi della domanda ma anche e soprattutto l'ottimizzazione dal lato della offerta evitando fallimenti e burocrazia (failures and red tape).

1.2

Il Comitato è fermamente convinto che la promozione delle azioni a livello locale e regionale e la capacità di metterle in rete per realizzare la strategia di Lisbona sono essenziali per sforzi congiunti di R&S che conducano, con successo, alla creazione e allo sviluppo di imprese innovative in tutto il territorio dell'Unione, ma soprattutto per far partecipare le forze economiche e sociali, operanti sul territorio, ad obiettivi condivisi di maggiore e migliore occupazione in un quadro di sviluppo sostenibile e competitivo globale.

1.3

Il Comitato ribadisce l'importanza del triangolo della conoscenza: istruzione, ricerca e innovazione, che svolge un ruolo essenziale nel promuovere la crescita e l'occupazione e ritiene prioritario accelerare le riforme, promuovere l'eccellenza nell'istruzione superiore e nelle partnership tra università, centri di ricerca e aziende e garantire che tutti i settori dell'istruzione e della formazione svolgano appieno il loro ruolo, nella promozione della creatività e dell'innovazione, specie a livello regionale e locale. Questo include, in particolare, quelle specifiche regioni — Euregio — dove il coinvolgimento a rete di vicini e di partner si colloca in aree che vanno al di là dei confini nazionali.

1.4

Il Comitato ritiene che la competitività e lo sviluppo economico, sociale e occupazionale delle regioni europee debbano essere affrontati da tutti in modo più proattivo e più coordinato, rispetto a quanto avviene attualmente, per privilegiare l'ottimizzazione dei risultati concreti nel raggiungimento degli obiettivi della strategia di Lisbona.

1.5

Il Comitato condivide pienamente la diagnosi della Commissione sulle carenze di utilizzo, congiunto e coordinato, degli strumenti comunitari, ma manifesta il proprio rammarico che, a distanza di oltre un decennio, tale questione nodale venga affrontata ancora in termini di analisi, senza arrivare al nocciolo del problema, per sviluppare nuove capacità di simultaneous engineering  (1) tra varie tipologie di intervento, comunitario ed europeo.

1.6

Il Comitato ritiene necessario, ma non sufficiente, agire solamente dal lato della domanda. Esso ritiene che si debba superare il momento della denuncia della necessità di rafforzamento dell'attenzione delle regioni, e arrivare a:

una strategia territoriale di ricerca e di sviluppo tecnologico e innovativo,

considerazioni specifiche sulla cooperazione transfrontaliera (Euregio),

a un uso coordinato degli strumenti comunitari,

ad una maggior informazioni sulle opportunità offerte a livello nazionale ed europeo,

una forte riduzione dei carichi burocratici.

1.7

Secondo il Comitato, occorre agire in profondità sul lato dell'offerta, per assicurare un quadro di coerenza e di facile accesso, dell'insieme degli strumenti offerti, per lo sviluppo competitivo delle realtà territoriali europee, oltrepassando gli ostacoli di natura giuridica, le asincronie di tempi d'attivazione ed erogazione del sostegno finanziario.

1.8

Il Comitato ritiene indispensabile lo sviluppo di una guida pratica europea, che riassuma in un quadro sinottico:

le tipologie di interventi comunitari e paneuropei attivabili,

le differenze sui requisiti di esigibilità e sui criteri di valutazione,

le sincronie e le asincronie procedurali e gestionali,

le compatibilità e complementarietà dei possibili interventi.

1.9

Il Comitato ritiene, inoltre, che un'azione comunitaria, precisa e puntuale, non sia più rinviabile e ciò per assicurare nuove capacità di simultaneous engineering, tra varie tipologie di intervento, e per ottimizzare e concentrare le risorse sul territorio.

1.10

Il Comitato ritiene quindi prioritario porre rimedio ai problemi di pluralità di livelli di governance e alla frammentazione degli interventi, necessari per il rilancio competitivo delle regioni europee, conformemente a quanto già espresso dal Comitato (2), e propone il lancio di una nuova iniziativa Jasmine — Joint Assistance Supporting Multiprojects for Innovation Networking in Europe per far fronte ai gap istituzionali esistenti, sia dal lato della domanda che dal lato dell'offerta e per conseguire una forte riduzione dei carichi burocratici.

1.11

Jasmine dovrebbe mirare ad una migliore comprensione e coerenza dei comportamenti dei diversi attori, che sono chiamati a partecipare ad un processo decisionale a rete, all'interno di un quadro unitario e coerente di progettualità territoriale.

2.   Premessa

2.1

Le regioni europee della conoscenza sono confrontate a numerosi fattori di cambiamento che costituiscono altrettante sfide, ma anche opportunità, che influenzano la loro capacità di raggiungere gli obiettivi della rivisitata strategia di Lisbona.

2.2

Tra i fattori di cambiamento si possono ricordare:

—   fattori esogeni: un intensificato processo di globalizzazione, l'emergere di aree continentali con forte dinamismo di crescita, incrementi elevati dei prezzi dell'energia e delle materie prime, sviluppi scientifici e tecnologici imprevisti, l'internazionalizzazione dell'innovazione, i problemi connessi ai cambiamenti climatici, pressioni migratorie spesso non governate o ingovernabili,

—   fattori endogeni: l'invecchiamento della popolazione, la tutela ambientale e la salvaguardia della qualità della vita, l'obsolescenza dell'apparato produttivo e dei servizi, la modernizzazione del settore pubblico, l'interazione crescente tra nuovi saperi emergenti e capitale umano disponibile, le capacità di sviluppo culturale e della creatività, lo sviluppo delle infrastrutture territoriali comuni, sia fisiche che immateriali.

2.3

Su tali temi il Comitato ha avuto modo di pronunciarsi a più riprese, sia su un piano generale, nell'ambito degli sviluppi della strategia di Lisbona e delle politiche comunitarie di ricerca e innovazione, dell'ambiente e dell'educazione e formazione, sia su un piano più specifico.

2.4

In particolare, il Comitato ha avuto modo di sottolineare l'esigenza di «mettere tutto il territorio comunitario in condizione di rispondere alle sfide dell'economia della conoscenza, contribuendo in tal modo a far sì che tutte le regioni possano tenere conto degli obiettivi di Lisbona» (3).

2.5

Inoltre, il Comitato ha ribadito che «la nuova configurazione dei modelli competitivi sul mercato globale impone forti cambiamenti. Le nuove piattaforme integrate e i contesti reticolari devono affrontare i temi relativi a ricerca e innovazione, gestione delle nuove risorse umane promozione e marketing, finanza e credito, logistica e cura del mercato e dei servizi dedicati al cliente» (4).

2.6

Il Comitato ribadisce la convinzione che la promozione delle azioni a livello locale e la capacità di metterle in rete per realizzare la strategia di Lisbona risultano,essenziali per incoraggiare la creazione di imprese innovative in un quadro di sviluppo sostenibile e competitivo. Questo dovrebbe anche includere, in particolare, tutte quelle regioni — Euregio — e attività dove i sistemi a rete tra vicini e partner si collocano in aree che vanno al di là dei confini nazionali.

2.7

Nel suo parere in merito al Libro verde sulle nuove prospettive dello spazio europeo della ricerca il Comitato ha raccomandato «di completare lo spazio europeo della ricerca con uno spazio europeo della conoscenza», per creare una società europea della conoscenza, e ha indicato la necessità di «un coordinamento da parte della Commissione affinché vengano creati organismi efficaci di direzione e di consulenza e un'organizzazione del lavoro adeguata» (5).

2.8

Il Comitato ha infine sottolineato l'importanza del «triangolo della conoscenza»: istruzione, ricerca e innovazione, che svolge un ruolo essenziale nel promuovere la crescita e l'occupazione. Per questo è importante accelerare le riforme, promuovere l'eccellenza nell'istruzione superiore e nelle partnership tra università, centri di ricerca e aziende e garantire che tutti i settori dell'istruzione e della formazione svolgano appieno il loro ruolo nella promozione della creatività e dell'innovazione, specie a livello regionale e locale.

2.9

Il Comitato ritiene che la competitività e lo sviluppo economico, sociale e occupazionale delle regioni europee debbano essere affrontati da tutti in modo più proattivo e coordinato: la Commissione deve cercare di andare al di là dei vincoli posti da diverse basi giuridiche, da criteri procedurali, per privilegiare l'ottimizzazione dei risultati concreti nel raggiungimento degli obiettivi della strategia di Lisbona, attraverso i vari strumenti del bilancio comunitario, rispondendo al cittadino contribuente, anche in termini d'efficacia d'accesso congiunto, di coordinamento, di sinergie e di sincronie degli interventi attivabili a livello comunitario e paneuropeo, per raggiungere una massa critica, necessaria per ottenere un effetto moltiplicatore.

2.10

Secondo le linee guida integrate per la crescita e l'occupazione della rinnovata Agenda di Lisbona, la politica di coesione delinea tre priorità strategiche (6):

maggiore capacità d'attrazione di Stati membri, regioni e città (Città della Scienza) (7) migliorandone l'accessibilità, assicurando livelli qualitative adeguati di servizi e preservando l'ambiente,

promozione dell'innovazione e dell'imprenditorialità e sviluppo dell'economia della conoscenza, attraverso la ricerca e le applicazioni innovative, incluse le tecnologie dell'informazione e della comunicazione,

creazione di maggiore e migliore occupazione, attraendo più persone nell'attività lavorativa e imprenditoriale, migliorando l'adattabilità delle imprese e dei lavoratori, aumentando gli investimenti in capitale umano.

2.11

Dal lato dell'offerta, le difficoltà per assicurare un effetto leva ed un uso coordinato degli strumenti finanziari, disponibili per raggiungere tali obiettivi, discendono dalle caratteristiche intrinseche degli strumenti stessi, e cioè:

dai diversi orientamenti gestionali e procedurali che li reggono,

dalla loro dimensione, più squisitamente territoriale o transnazionale,

dalla specificità degli obiettivi loro assegnati,

da basi giuridiche differenti,

dall'attribuzione di responsabilità, decisionali e gestionali, a unità e organismi differenti.

2.12

Dal lato della domanda, da parte delle regioni vi sono spesso:

una mancanza di una chiara, definita e condivisa visione comune di una strategia territoriale di ricerca e sviluppo tecnologico e innovativo,

difficoltà di informazione e comunicazione,

insufficienti capacità di governance di progettualità complesse, strutturate su più livelli e con diversi obiettivi,

insufficiente sviluppo di cluster e di reti distrettuali,

sviluppo inadeguato di capacità professionali, tecniche e organizzative, necessarie per uno sfruttamento ottimale della strategia d'innovazione.

2.13

Le carenze devono essere affrontate assicurando assistenza tecnica e coordinamento, fin dall'origine di tutti i programmi comunitari.

2.14

Le lodevoli iniziative di sinergia, presenti nell'impostazione di differenti programmi e interventi strutturali per lo stesso periodo 2007-2013 appaiono essere condizione necessaria, ma non sufficiente, per ottimizzarne risultati concreti.

2.15

Il Comitato ha avuto modo di esprimersi favorevolmente su iniziative della Commissione come Jeremie, e ha proposto Focal point Jeremie, inteso come unità di coordinamento e di informazione tra le diverse azioni; evidenziando che manca un progetto che sia in grado di coordinare e di finalizzare i numerosi strumenti in materia di credito oggi esistenti (8).

2.16

Il Comitato sostiene e condivide pienamente le dichiarazioni della commissaria Danuta HÜBNER a proposito di Jaspers, Jeremie e Jessica (9)«che hanno creato nuove dinamiche e prospettive d'investimento, di crescita e di occupazione a livello nazionale e regionale e anche tra le parti sociali in tutte le regioni dell'UE».

2.17

Il Comitato ritiene che le linee guida adottate dal Comitato per la ricerca scientifica e tecnologica dell'UE, CREST (10) e pubblicate nel settembre 2007, rappresentino uno strumento d'orientamento importante, anche se limitato alle interazioni tra il Programma quadro comunitario di RSTD ed i nuovi fondi strutturali.

3.   La proposta della Commissione

3.1

La proposta della Commissione europea evidenzia le sinergie potenziali esistenti nella progettazione degli strumenti di finanziamento delle politiche europee di ricerca, di innovazione, e di coesione a disposizione dei soggetti interessati, per rendere più competitive le regioni europee, secondo le loro capacità d'assorbimento.

3.2

Vengono indicati, come principali strumenti d'azione il Settimo programma quadro (7PQ) di RST ed il nuovo PQ per la Competitività e l'innovazione (CIP), insieme ai nuovi orientamenti dei fondi strutturali e di coesione.

3.3

La Commissione indica di aver operato attraverso una serie di gruppi consultivi di coordinamento, che hanno raccomandato:

lo sviluppo di una strategia specifica per l'uso coordinato del PQ e dei programmi della politica di coesione nell'ambito della loro strategia di RSTI,

il rafforzamento della governance strategica di RST mediante scambi e collegamenti in rete,

sinergie efficaci per il rafforzamento e lo sviluppo della capacità di RST, lo sviluppo dell'eccellenza, l'attenzione alle PMI, l'istituzione di cooperazioni a livello europeo e internazionale e la valorizzazione dei risultati,

il miglioramento della comunicazione e della collaborazione tra gli operatori nazionali e regionali e con i beneficiari,

il ricorso ad azioni del programma specifico «Capacità» del 7PQ, per azioni coordinate,

il rafforzamento delle sinergie tra la politica di coesione e 7PQ sulle infrastrutture di ricerca, con il coinvolgimento degli Stati membri.

3.4

La Commissione invita gli Stati membri a perfezionare le modalità per lo sviluppo e l'uso coordinati degli strumenti comunitari, istituendo sistemi per informare gli operatori coinvolti sulle opportunità loro offerte e si impegna alla pubblicazione, entro il 2007, di una guida pratica sulle possibilità di finanziamento per enti di ricerca, con le modalità previste dai meccanismi nazionali e regionali, per incentivare un accesso coordinato ai finanziamenti.

4.   Osservazioni generali

4.1

Il Comitato condivide pienamente la diagnosi della Commissione sulle carenze di utilizzo, congiunto e coordinato, degli strumenti comunitari da essa indicati, ma non ne condivide la terapia, ritenendola insufficiente per raggiungere gli obiettivi delle politiche comunitarie, soprattutto nel campo della ricerca, dell'innovazione e della formazione.

4.2

Il Comitato concorda con la Commissione (11) sul fatto che «per la realizzazione del partenariato rinnovato “per la crescita e l'occupazione” è indispensabile impegnarsi per promuovere l'economia della conoscenza, soprattutto mediante la ricerca, lo sviluppo tecnologico e l'innovazione» ma ritiene che tale partenariato discenda da responsabilità congiunta di tutte le parti in causa, in primis a livello comunitario, oltre che nazionale, regionale e locale.

4.3

Il Comitato ritiene che occorra andare oltre lo sviluppo di una strategia territoriale di ricerca e di sviluppo tecnologico e innovativo, utilizzando di più:

gli strumenti del foresight e dell'analisi SWOT (12) per identificare le opportunità strategiche delle regioni,

le azioni di capacity building e di formazione di professionalità adeguate,

il rafforzamento delle capacità attrattive dell'occupazione in R&S, per evitare la fuga dei cervelli sia all'interno dell'UE, sia verso il resto del mondo,

lo scambio di esperti qualificati e di esperienze innovative,

il sostegno allo sviluppo e al coordinamento dei distretti industriali della conoscenza,

l'utilizzo delle piattaforme tecnologiche europee, insieme con le iniziative congiunte europee,

l'uso coordinato degli strumenti comunitari, con la creazione di sistemi interattivi, per informare gli operatori coinvolti sulle opportunità loro offerte,

le possibilità di comunicazione e di scambi di esperienza, soprattutto tra le PMI.

4.4

Secondo il Comitato, occorre agire in profondità, sul lato dell'offerta, per assicurare un quadro, di facile accesso, dell'insieme degli strumenti offerti per lo sviluppo competitivo delle realtà territoriali europee, secondo gli obiettivi di un «territorio socialmente responsabile», con il coinvolgimento delle parti sociali, delle Camere di commercio, dell'«Accademia», e della società civile organizzata, secondo strategie di sostenibilità della politica industriale europea (13) sia di produzione sia di consumo sostenibili.

4.5

Il Comitato ritiene peraltro che l'indicazione degli strumenti, che contribuiscono al rafforzamento della crescita e al miglioramento quantitativo e qualitativo dell'occupazione e della competitività delle regioni europee, attraverso la ricerca e l'innovazione, sia parziale sotto il profilo degli strumenti d'intervento comunitari interessati, e carente per quanto concerne la gamma delle opportunità disponibili per le regioni europee e le necessità di coordinamento degli strumenti paneuropei e internazionali attivabili.

4.6

Nella comunicazione non viene fatto cenno, se non in modo marginale (14), a possibilità di intervento quali:

la Banca europea per gli investimenti, con le sue numerose offerte,

l'I2I — Innovation 2010 Initiative,

le azioni collaborative varate a livello europeo e comunitario, quali l'European R&D Infrastructures (ESFRI) o le Piattaforme tecnologiche europee,

le Facilities per le risorse umane europee in scienza e tecnologia, Eiburs (EIB University Research Sponsorship Programme),

Starebei (STAges de REcherche BEI), BEI University Networks,

le dotazioni regionali e locali per la R&S e l'Innovazione,

gli investimenti pubblici e privati in R&S e Innovazione,

i servizi TCI e l'audiovisivo,

il Programma d'azione integrato, relativo all'istruzione e alla formazione 2010, composto da ulteriori programmi settoriali per l'«apprendimento permanente per la conoscenza, la creatività e l'innovazione» (15), che costituisce elemento integrante del «triangolo della conoscenza» (istruzione, ricerca e innovazione),

gli strumenti di intervento comunitari della società dell'informazione con i programmi nell'ambito dell'Iniziativa «i2010» (16),

il contributo del dialogo sociale al rafforzamento della società della conoscenza,

il potenziamento della formazione permanente e ricorrente,

il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (17), diretto a fornire un appoggio specifico, e una tantum, allo scopo di facilitare il reinserimento dei lavoratori di comparti o di settori che subiscono lo shock di una grave perturbazione economica (18).

4.7

Inoltre, non vengono menzionati i programmi e le iniziative paneuropee, non comunitarie, che agiscono però in termini di sviluppo innovativo sul territorio UE, come:

l'Iniziativa Eureka, una rete paneuropea per organizzazioni di R&S industriale orientate al mercato, che sostiene la competitività delle imprese europee, attraverso la creazione di collegamenti e reti di innovazione in 36 paesi diversi, con i quali la Commissione ha concluso un accordo di cooperazione,

il programma Eurostars, iniziativa congiunta CE-Eureka, secondo uno schema transeuropeo di sostegno alle PMI per sviluppare nuovi prodotti e servizi di mercato,

la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS), che ha concluso con la Commissione un accordo di partenariato, con l'obiettivo di facilitare l'elaborazione di grandi progetti, cofinanziati dal Fondo di coesione e dal Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), in particolare nei nuovi Stati membri, nel periodo 2007-2013,

il programma LEED-OECD (Local Economic and Employment Development Programme), che identifica, analizza e diffonde idee innovative per lo sviluppo locale, e tende a migliorare la governance delle piccole e medie imprese, anche in cooperazione con la Commissione europea,

la Banca di sviluppo del Consiglio d'Europa — CEB, che ha un accordo di partenariato con la Commissione e che finanzia progetti sociali per una maggiore coesione economica e sociale, e per un rafforzamento dell'integrazione sociale, della protezione ambientale, e dello sviluppo del capitale umano nelle regioni,

varie attività e iniziative Euregio,

le iniziative «Città della Scienza».

4.8

Il Comitato ritiene, inoltre, che le difficoltà e gli ostacoli indicati per un uso congiunto e coordinato degli strumenti attivabili a livello nazionale, regionale e locale e da parte dei singoli operatori (19) — sempre tenendo presente il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio, articolo 54, paragrafo 5 — debbano essere meglio precisati, non solo in termini di basi giuridiche differenti, specializzazione tematica, aree geografiche, modalità di attuazione, ma anche in termini di differenze sostanziali, e talora preclusive, quali:

transnazionalità o meno dei progetti,

sincronia dei tempi di attivazione,

sincronia dei tempi di erogazione del sostegno finanziario,

sincronia dei tempi d'attuazione,

possibilità e capacità di scomporre un progetto globale di azione territoriale in una serie di «sottoprogetti», attivabili secondo i requisiti richiesti dai singoli programmi e strumenti comunitari, paneuropei e internazionali.

4.9

Il Comitato ritiene indispensabile lo sviluppo di una guida pratica europea, che riassuma in un quadro sinottico le tipologie di interventi comunitari e paneuropei attivabili, i diversi criteri di valutazione,le compatibilità e complementarietà dei possibili interventi.

4.10

Il Comitato ribadisce le esigenze di azione coordinata e congiunta «in materia di rapporti tra le politiche strutturali comunitarie e le politiche di ricerca e innovazione dell'Unione, come auspicato a più riprese dal Comitato stesso», sottolineando «che uno stretto coordinamento tra tali politiche sia indispensabile per attivare livelli ottimali di sinergia operativa e per permettere di rispondere pienamente ai bisogni del cittadino, dell'impresa e della società, con l'obiettivo globale di una crescita durevole e armoniosa a medio/lungo termine, coerentemente all'approccio integrato problem solving di RSTD, e al fattore chiave, che detti livelli di sinergia rappresentano, per lo sviluppo degli investimenti immateriali» (20).

4.11

Il Comitato sottolinea la molteplicità delle politiche comunitarie che concorrono, con la politica di coesione e con la politica della ricerca al raggiungimento dell'obiettivo dello sviluppo competitivo delle regioni europee, ribadisce l'esigenza di un approccio integrato e coordinato e cioè:

la politica industriale sostenibile, come sottolineato dal Consiglio europeo di Bruxelles, del dicembre 2007, per «favorire un approccio integrato alla competitività europea, grazie ad una politica industriale sostenibile, coniugata con innovazione e con competenze specialistiche, e sviluppare al tempo stesso la sua dimensione esterna al fine di assicurare condizioni omogenee» (21),

il riesame della politica di mercato unico europeo, per garantire condizioni favorevoli all'innovazione, alla tutela della proprietà intellettuale e alla collaborazione tra università, imprese e centri di ricerca, al potenziamento della politica di standardizzazione normativa,

la politica sociale e dell'occupazione, assicurando un dialogo sociale strutturato, principi condivisi di flessicurezza (22), favorendo l'invecchiamento attivo e politiche d'inclusione attiva e una formazione continua a tutti i cittadini,

la politica dello sviluppo e del consumo sostenibile, che impegna nella ricerca e nell'applicazione di tecnologie innovative pulite ed implica una politica integrata in materia di clima e di energia e di gestione sostenibile delle risorse naturali, e di produzione e di consumo sostenibili.

4.12

In tale ottica, il Comitato ribadisce quanto aveva già in precedenza espresso (23):

«formulare e adottare una strategia globale comunitaria di razionalizzazione dei meccanismi esistenti e di integrazione delle diverse politiche europee interessate, che pur nel rispetto delle peculiarità delle singole regioni, dia una connotazione univoca all'intervento comunitario, nell'ottica della competitività e dello sviluppo durevole e armonioso del sistema Europa»,

«individuare strumenti integrati dei mercati locali, regionali e nazionali dell'innovazione …»,

«definire i livelli di integrazione e le necessarie interazioni tra gli stessi, anche ai fini di stabilire compatibilità e maggiore sincronizzazione tra i sistemi decisionali e attuativi delle politiche strutturali di coesione e di RST e innovazione, necessarie ad una loro piena ed efficace integrazione»,

«identificare nuove forme di attivazione integrata degli strumenti di coesione e di RSTD, attraverso procedure e metodi semplificati e, per quanto possibile, uniformati e automatici, sfruttando appieno le possibilità di modulare i livelli di sostegno alla RST delle imprese …»,

«realizzare sistemi di controllo e monitoraggio delle azioni congiunte di RSTD e di coesione ai fini di valutarne l'efficacia in termini di risultati raggiunti rispetto agli obiettivi dichiarati, attraverso indicatori di performance predefiniti e armonizzati e benchmarking a livello regionale».

4.12.1

Il Comitato raccomanda inoltre l'integrazione dei programmi comunitari di formazione.

4.13

Il Comitato manifesta il proprio rammarico che, a distanza di un decennio, tale questione nodale venga affrontata ancora in termini di analisi, senza arrivare al nocciolo del problema, che implica l'intervento comunitario per assicurare nuove capacità di simultaneous engineering tra varie tipologie di intervento: tecnologico, dimostrativo, innovativo, diffusivo, formativo, finanziario, ecc., finalizzate ad un impatto positivo sul tessuto occupazionale e produttivo delle diverse realtà territoriali (24).

4.14

Il Comitato ritiene che un'azione comunitaria, precisa e puntuale, non sia più rinviabile, se non a rischio di perdite competitive e occupazionali delle regioni europee.

5.   La proposta del CESE

Iniziativa Jasmine — Joint Assistance Supporting Multiprojects for Innovation Networking in Europe

5.1

Il CESE sottolinea con forza l'esigenza che Jasmine sia uno strumento volontario di semplificazione ed eliminazione degli ostacoli burocratici, procedurali e concettuali all'uso congiunto di programmi pan-europei, comunitari, nazionali e regionali, in linea con un accelerato sviluppo dello Spazio europeo della ricerca — ERA.

5.2

Il Comitato ritiene prioritario, allo stato attuale, porre rimedio ai problemi di pluralità di livelli di governance dei diversi interventi attivabili, per il rilancio competitivo delle regioni europee e propone il lancio di una nuova iniziativa Jasmine — Joint Assistance Supporting Multiprojects for Innovation Networking in Europe, per far fronte ai gap istituzionali esistenti, sia dal lato della domanda che dal lato dell'offerta, di interventi a sostegno dell'innovazione e della ricerca sul territorio.

5.3

L'azione comunitaria dovrebbe basarsi sulla politica di rete — Policy Networking — e potrebbe concretizzarsi come segue:

creazione di un'iniziativa comunitaria che potrebbe chiamarsi, ai soli fini esemplificativi, Iniziativa comunitaria Jasmine , che si affianchi a Jaspers, Jeremie e Jessica, per lo sviluppo di azioni di assistenza tecnica rivolte alle autorità nazionali, regionali e locali, nonché agli operatori interessati, per dare efficacia concreta al coordinamento degli interventi comunitari, paneuropei e nazionali, e per rispondere alle necessità di simultaneous engineering tra varie tipologie di intervento,

l'azione mira a migliorare la comprensione e la coerenza dei comportamenti dei diversi attori come partecipanti ad un processo decisionale a rete ed alla loro mutua dipendenza in termini di informazioni, capacità gestionale, competenze e risorse finanziarie finalizzate all'attivazione sincrona di interventi di governance multilivello all'interno di un quadro unitario e coerente di progettualità territoriale, sia in relazione sia ad azioni di PPP — Public/Private Partnership, che di azioni progettuali nazionali, comunitarie e transnazionali,

politica di rete verticale, che coinvolga le istituzioni di governance ai vari livelli: internazionale, comunitario, nazionale e regionale in sistemi di cooperazione ben definiti e strutturati,

politica di rete orizzontale, che coinvolga soggetti pubblici e privati sul territorio, quali i governi locali, le imprese, le banche, le organizzazioni non governative, i gruppi d'interesse e le istituzioni di dialogo sociale (25),

costituzione di un Focal Point Jasmine come unità comunitaria di collegamento e di informazione — anche attraverso un apposito sito web — ma evitando ogni eccessiva centralizzazione (26) — tra i diversi livelli e le diverse tipologie d'azione — sottoposte a regole differenti e con responsabilità gestionali differenti all'interno ed all'esterno dei servizi della Commissione — al fine di ottimizzarne i risultati,

realizzazione di una rete comunitaria di Focal Point Jasmine nelle regioni che lo desiderino, per rispondere ai problemi di concezione globale dei progetti articolati in più sottoprogetti; collegamento tra territorialità e transterritorialità dei sottoprogetti stessi; ricerca partner transnazionali e nazionali delle proposte di più progetti; sincronia dei loro tempi di attivazione; sincronia dei loro tempi di erogazione del sostegno finanziario; sincronia dei loro tempi d'attuazione; divieti di cumulo,

istituzione volontaria, da parte delle regioni, di Jasmine Holding Fund regionali, sottoposti ad accreditamento da parte della Commissione secondo criteri di economicità, efficacia, imparzialità, parità di trattamento e trasparenza delle procedure, che devono recepire schemi predefiniti, predisposti dalla Commissione,

avvio di un'azione comunitaria di Foresight «Regioni europee competitive» che si avvalga delle esperienze della DG Ricerca, e coinvolga i massimi responsabili di tutti i servizi interessati della Commissione, con rappresentanze politiche delle regioni, con il Parlamento europeo, il Comitato delle regioni e il Comitato economico e sociale europeo,

l'inserimento di azioni di benchmarking specifiche sul «buon esito … (di) nuovi metodi di governance basati sulla trasparenza e sulla semplificazione delle procedure e su forme di partenariato autentico, con le forze economiche e sociali locali e regionali» (27),

azione di capacity building a favore di amministrazioni locali e operatori economici e sociali, sostegno allo sviluppo di reti transnazionali, finalizzate a partnership progettuali, monitoraggio delle sinergie e sincronie progettuali, sostegno ad azioni di comunicazione e di informazione trasparente e interattiva.

5.4

Le nuove priorità dei programmi regionali, focalizzate sull'innovazione, la competitività e il mutuo apprendimento lungo tutta la vita attiva, dovrebbero permettere lo sviluppo di politiche attive di rafforzamento e sostegno della competitività del territorio, grazie al finanziamento di esercizi di foresight regionali e interregionali, di cluster e reti distrettuali che assicurino una visione strategica condivisa di ciascuna regione su cui poter innestare un'azione d'assistenza tecnica all'utilizzo congiunto ottimale degli strumenti nazionali, comunitari, paneuropei e di PPP più appropriati.

5.5

Jasmine, si potrebbe proporre come marchio di garanzia nei confronti dei vari organismi e programmi finanziari per l'accettazione facilitata di progetti diretti, in termini di complementarietà e/o di successione di fasi temporali, grazie a Memorandum of Understanding o accordi di cooperazione tra la Commissione europea e altri organismi comunitari e non comunitari, o tramite regolamenti amministrativi della Commissione nei confronti dei vari servizi della Commissione stessa responsabili dei singoli programmi, per l'accettazione di documentazione progettuale unica, da parte di pluralità di enti eroganti, destinatari di un pacchetto di proposte.

5.6

L'obiettivo di Jasmine è di facilitare la mobilizzazione di risorse finanziarie che fanno capo a responsabilità gestionali differenti ed a livelli diversi di governance sia pubblica che privata per raggiungere la massa critica ottimale di risorse — accentuandone l'effetto-leva complessivo — per la realizzazione di un quadro unitario multiprogettuale che risponda pienamente alla visione strategica condivisa di una regione europea di rafforzamento dei suoi punti di forza in campo tecnologico-innovativo.

5.7

Jasmine dovrebbe basarsi sulle esperienze di Lead Market Initiative, le piattaforme tecnologiche europee e le iniziative tecnologiche congiunte, sui risultati di Eranet ed Eranet-PLUS, delle iniziative Regioni per il cambiamento economico e Pro Inno, nonché di Jeremie, Jaspers e Jessica (28).

5.8

Jasmine potrebbe ottimizzare gli sforzi di innovazione e ricerca del territorio e delle imprese, le risorse umane, le università, e i centri di ricerca e le amministrazioni che su di esso operano, anche attraverso le KIC — Knowledge and Innovation Communities dell'Istituto europeo di tecnologia — IET, ma occorre ricordare che l'innovazione è in massima parte un'attività imprenditoriale che deve potersi sviluppare nelle migliori condizioni quadro di operatività possibili, specie dal punto di vista dell'imposizione fiscale sull'attività di ricerca e sul trattamento e tutela della proprietà intellettuale, così come di strutture educative e formative d'eccellenza per poter generare maggiore e migliore occupazione.

5.9

Infine Jasmine potrebbe contribuire a valorizzare gli specifici vantaggi delle regioni e contribuire a promuovere gli scambi sull'innovazione e sulla ricerca.

Bruxelles, 22 aprile 2008.

Il presidente

del Comitato economico e sociale europeo

Dimitris DIMITRIADIS


(1)  Così come utilizzato nei documenti della Commissione, nel senso di «progettare simultaneamente».

(2)  Cfr. parere (relatore: WOLF — GU C 44 del 16.2.2008, pag. 1), punto 1.14: «Il Comitato raccomanda di definire regole chiare e comprensibili per i molteplici strumenti comunitari di sostegno e coordinamento della R&S, ivi compreso un elenco riassuntivo (nonché un manuale di istruzioni) di tutti gli strumenti e le forme di promozione e coordinamento di cui dispone la Commissione ai fini della R&S. […]».

(3)  Cfr. parere, relatore: MALOSSE — GU C 10 del 14.1.2004, pag. 88.

(4)  Cfr. parere, GU C 255 del 14.10.2005, pag. 1.

(5)  Cfr. parere, GU C 44 del 16.2.2008, pag. 1.

(6)  Decisione del Consiglio del 6.10.2006.

(7)  Vedi anche: iniziativa Science Cities

(www.sciencecities.eu).

(8)  Cfr. parere, GU C 110 del 9.5.2006.

(9)  Jeremie: Risorse europee congiunte per le micro, le piccole e le medie imprese. Jessica: Sostegno europeo congiunto per gli investimenti sostenibili nelle aree urbane. Jaspers: Assistenza congiunta a sostegno dei progetti nelle regioni europee.

(10)  Linee guida CREST — 1o giugno 2007.

(11)  Cfr. COM(2007) 474 def.

(12)  SWOT: Strengths, Weaknesses, Opportunities, and Threats Analysis.

(13)  COM(2007) 374 def. del 4.7.2007.

(14)  Cfr. SEC(2007) 1045 def. del 16.8.2007.

(15)  Cfr. COM(2007) 703 def. del 12.11.2007.

(16)  Cfr. COM(2007) 146 def.

(17)  Cfr. COM(2006) 91 def.

(18)  Cfr. parere, GU C 318 del 23.12.2006.

(19)  Cfr. parere, GU C 44 del 16.2.2008, pag. 1, punto 4.8: «Strumenti comunitari impiegati finora per la promozione e il coordinamento. Il Comitato raccomanda invece di definire regole generali, chiare e comprensibili per i molteplici strumenti comunitari di sostegno e coordinamento della R&S. A tal fine sarebbe molto utile se la Commissione mettesse a punto un elenco e una descrizione, vale a dire un manuale di istruzioni comprensibile, di tutti gli strumenti e le forme di promozione e di coordinamento di cui dispone. Da tale elenco risulterebbe anche evidente se il crescente numero di strumenti garantisca ancora compiti sufficientemente chiari e linee di demarcazione sufficientemente nette e se gli strumenti siano tuttora agevoli da comprendere e da utilizzare sia per i potenziali utenti che per gli stessi funzionari della Commissione, o non siano invece da rivedere ai fini di una maggiore chiarezza».

(20)  Cfr. parere, GU C 40 del 15.2.1999.

(21)  Consiglio europeo di Bruxelles del 14 dicembre 2007, conclusioni della presidenza.

(22)  Così come espresso nelle conclusioni del Consiglio europeo del 13-14 marzo 2008 (punto 16) e dai pareri del CESE.

(23)  Cfr. parere, GU C 40 del 15.2.1999.

(24)  Cfr. nota 23.

(25)  Cfr. DG Politica regionale, CE, gennaio 2003.

(26)  Cfr. parere, GU C 44 del 16.2.2008, pag. 1, punto 3.14: «[…] In ogni caso si dovrebbe evitare l'impressione che la Commissione punti a una gestione centralizzata della ricerca europea, per non alimentare ulteriormente nei cittadini [20] degli Stati membri i già vivi timori di un eccessivo centralismo da parte di Bruxelles. […]».

(27)  Cfr. parere, GU C 10 del 14.1.2004, pag. 88.

(28)  Cfr. nota 9.